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Disneyland Paris: un lavoro da sogno che potrebbe diventare realtà

C’è un luogo in Europa dove la magia non si limita a vivere nei ricordi d’infanzia, ma si trasforma in una possibilità concreta di futuro. Parliamo di Disneyland Paris, il regno dove il sogno disneyano si fonde con la vita reale, e dove ora, per molti, quel sogno può diventare anche un lavoro.

Immaginate di svegliarvi ogni mattina tra le note di When You Wish Upon a Star, di attraversare Main Street prima che si riempia di visitatori, di contribuire ogni giorno a costruire sorrisi. Non è una metafora: Disneyland Paris apre le porte a nuovi talenti e lo fa anche in Italia, con due Recruiting Day ufficiali a Bologna e Napoli dedicati a chi vuole entrare nel cast che dà vita al parco tematico più amato d’Europa.


La magia prende forma: il nuovo capitolo di Disneyland Paris

Il parco sta vivendo un periodo di profonda trasformazione. I Walt Disney Studios stanno evolvendo verso una nuova identità: Disney Adventure World, un’espansione monumentale che avrà il suo cuore nel nuovissimo World of Frozen, la land ispirata all’universo di Elsa e Anna in apertura nel 2026.
Per sostenere questa crescita, Disneyland Paris ha avviato una campagna di assunzioni senza precedenti: oltre 8.000 nuove posizioni aperte in tutta Europa, con un’attenzione speciale anche per i candidati italiani.

I Recruiting Day si terranno in due tappe: il 25 novembre 2025 all’NH Bologna De La Gare (Piazza XX Settembre 2) e il 27 novembre allo Starhotel Terminus di Napoli (Piazza Garibaldi 9). Durante queste giornate, i selezionatori Disney incontreranno candidati per diverse aree operative: dalla ristorazione all’ospitalità, dai servizi tecnici all’orticoltura, fino ai ruoli più affascinanti legati alla tecnologia dello spettacolo.


Lavorare nel regno della fantasia

Entrare nel team di Disneyland Paris significa far parte di una comunità internazionale e poliedrica, dove la diversità non è solo un valore ma un punto di forza creativo. Ogni cast member — così vengono chiamati i dipendenti Disney — è un tassello di un racconto collettivo che ogni giorno si rinnova davanti agli occhi di milioni di visitatori.

Le opportunità sono molteplici e coprono ogni ambito dell’esperienza Disney:
nei più di 40 ristoranti e bar del resort, si cercano chef, assistenti di cucina, maître e personale di sala; negli hotel e nel Disney Village, le posizioni aperte includono addetti all’accoglienza, concierge e figure manageriali. Ma non mancano ruoli per chi ama la tecnica e l’ingegneria: manutentori audio, tecnici delle luci, esperti di effetti speciali e ingegneri dei sistemi automatizzati sono parte essenziale di quel meccanismo perfetto che fa brillare la magia ogni giorno.

Accanto ai ruoli operativi, Disneyland offre anche posizioni creative e direzionali: fotografi ufficiali, dirigenti dello sviluppo creativo, coordinatori tecnici e persino vicedirettori audiovisivi, figure chiave per la narrazione visiva dei parchi. Per i giovani alle prime armi non mancano gli stage e i tirocini, dai ruoli di assistente catering ai vice capi reparto: un trampolino per chi sogna una carriera nel mondo Disney.


Un lavoro, ma anche un’esperienza di vita

Ciò che distingue Disneyland Paris da qualsiasi altro luogo di lavoro è il contesto: non un semplice parco divertimenti, ma una città della fantasia costruita sulla cura e sull’inclusione.
Chi entra a far parte della squadra può contare su benefit esclusivi: accesso gratuito ai Parchi Disney, programmi di formazione continua, fino a sei settimane di ferie annuali per alcune posizioni, possibilità di alloggio nei residence Disney e partecipazione a eventi riservati ai membri del cast.

Le prime assunzioni inizieranno già nella stagione natalizia 2025, quando il parco, addobbato come una fiaba invernale, diventa il set più luminoso d’Europa. È una fase di espansione e rinnovamento che trasforma la semplice occupazione in una vera avventura professionale. Molti iniziano come stagionali, ma non sono pochi coloro che, passo dopo passo, raggiungono contratti a tempo indeterminato e ruoli di responsabilità.


Come candidarsi e vivere il sogno

Partecipare alle selezioni è semplice: basta presentarsi nel giorno e nella sede del recruiting day, oppure — per chi non può recarsi a Napoli o Bologna — prenotare un colloquio online in videoconferenza o una sessione di selezione a Marne-la-Vallée, nel cuore del resort parigino.

Le candidature restano aperte tutto l’anno attraverso il portale ufficiale: emplois.disneycareers.com/l’emploi-à-disneyland-paris.
Una piattaforma dove ogni posizione è aggiornata in tempo reale e corredata da dettagli su requisiti, benefit e percorsi di carriera.


Oltre il castello: la cultura Disney come visione

Lavorare a Disneyland Paris non è soltanto servire ai tavoli o accendere le luci di un palco: è entrare in una tradizione che da quasi un secolo unisce innovazione e immaginazione.
Dietro ogni parata, ogni spettacolo, ogni sorriso c’è un’organizzazione gigantesca che vive di talento umano, tecnologia e spirito di squadra.

Per molti, questa è la prima vera avventura lontano da casa: un’esperienza che insegna la responsabilità, la collaborazione internazionale e la capacità di trasformare anche le sfide quotidiane in un gesto di meraviglia. Per altri, è l’occasione di fare carriera in un ambiente che crede nei sogni tanto quanto nel rigore professionale.


Un sogno che si può scegliere

Forse non tutti diventeranno principi o principesse, ma ogni lavoratore Disney — dal giardiniere che cura le rose di Fantasyland al tecnico che regola le luci sul castello — contribuisce a mantenere viva l’illusione collettiva che rende Disneyland un luogo unico.

E in fondo, non è forse questo il più autentico dei sogni nerd?
Trasformare la propria passione per la magia, la narrazione e il mondo immaginario in una professione concreta, in un progetto di vita che respira di fiaba e di realtà.

Perché, come ricorda il motto inciso sul cuore del parco:
“Se puoi sognarlo, puoi farlo.”

Napoli accende i corti: ritorna “accordi @ DISACCORDI” — il festival che trasforma la città in un laboratorio di visioni (3–9 novembre 2025)

Napoli ha un modo unico di convertire le storie in materia viva: basta una piazza, una voce in dialetto che arriva da un vicolo, un odore di mare che spinge fin dentro un cortile. Dal 3 al 9 novembre 2025 quello spazio sarà la Corte dell’Arte di FOQUS – Fondazione Quartieri Spagnoli, che tornerà a vibrare di cinema con la ventiduesima edizione di accordi @ DISACCORDI – Festival internazionale del cortometraggio. Una settimana gratuita e ad alta densità creativa, diretta da Pietro Pizzimento e Fabio Gargano e organizzata dall’associazione Movies Event con il coordinamento di Giuseppe Colella, sostenuta dalla Regione Campania attraverso il fondo per il cinema e l’audiovisivo. L’appuntamento è di quelli da segnare in rosso sul calendario nerd: perché quando il racconto si fa breve, il linguaggio si affila; e quando il linguaggio si affila, il cinema scatta come una splash-page.

Un festival–portale: numeri, anteprime, geografie

I numeri, qui, non sono freddi: raccontano un ecosistema. Centocinque opere tra cortometraggi, documentari, animazioni e sperimentali, in rappresentanza di ventidue nazioni, selezionate dai 4.064 lavori arrivati da 124 Paesi. Moltissime sono anteprime europee e italiane. L’idea, quasi una dichiarazione di poetica, è semplice e potente: usare il corto come prisma per rifrangere paure, desideri, memorie, rivoluzioni minime e grandi scosse collettive. Non è un concorso “di genere”, ma un festival che i generi li cortocircuita.

Accanto alle sei sezioni competitive – internazionale, nazionale, Regione Campania, documentari, animazione, tematica ambientale – tornano i “Cortissimi” (fino a tre minuti, puro concentrato di visione) e una stimolante sezione fuori concorso dedicata al cinema sperimentale, con opere dagli Stati Uniti, dalla Germania, dalla Francia, dal Regno Unito, dalla Spagna e da tante altre latitudini. Quest’anno, inoltre, il focus si allarga con una vetrina sul cinema italo-canadese curata dal partner internazionale Italian Contemporary Film Festival (ICFF): un ponte concreto, non solo simbolico, confermato dal fatto che una selezione di corti italiani presentati a Napoli volerà in Canada a marzo 2026 per un evento firmato proprio ICFF. È il cinema breve che abbatte dogane e si fa community transoceanica.

Giurie, alleanze, bottega del cinema

La squadra delle giurie è un’altra mappa di letture. Il pubblico farà sentire il suo voto (fondamentale, perché un festival è soprattutto dialogo), mentre la giuria artistica quest’anno riunisce il docente Luigi Barletta, il critico Ignazio Senatore e il docente-regista Pino Sondelli. A fianco, la giuria AMC – Associazione Montatori Cinematografici e Televisivi assegnerà un premio dedicato al miglior montaggio nelle sezioni nazionale e Campania, con i montatori Alessandro Giordani, Carla Macrì, Maria Chiara Piccolo e Antonio Toscano. Una giuria d’onore composta da Guido Lombardi, Nero Nelson e Marcello Sannino affiancherà il lavoro di valutazione. Non manca una rete di collaborazioni che racconta la filiera: Italian Contemporary Film Festival, Centro Sperimentale di Cinematografia – Production, AFIC – Associazione Festival Italiani di Cinema, più le agenzie nazionali di promozione cinematografica tedesca, francese e italiana. La grafica della manifestazione è firmata dal giovane illustratore Davide Arpaia; durante la settimana, come da tradizione, si terranno workshop sul linguaggio del formato breve in alcuni licei partenopei. È una bottega aperta: guardi, impari, torni a creare.

La sezione internazionale: tra metropoli spietate, addii e battaglie

All’estero, la bussola punta dritto a storie che si portano addosso città, memoria e frizioni. Dall’Austria arriva I Hate New York di Jasmin Baumgartner, odissea notturna in una Manhattan natalizia dove il capitalismo consuma perfino i sentimenti: una corsa folle per trovare una maglietta “I Love New York”, mentre scopri che ciò che davvero non costa nulla arriva da chi non ha niente. La Francia mette in campo La Valse des Adieux di Louis Salvatore Bellanti, vertigine su Camille Claudel al cospetto del suo doppio: arte come campo minato, amore come reliquia, memoria come malattia e salvezza. La Spagna fa la parte del leone con tre titoli in finale – Cups di David Casals-Roma, Silencios di Yago Casariego, L’Últim Combat di Joan Paüls Vergés – che confermano la ricchezza di una scuola cortissima ma muscolare. Completano il quadro Place Under the Sun di Vlad Bolgarin e l’iraniano She Is Not Here di Saeed Seiri, a ribadire che i confini sono linee solo sulle mappe.

Il concorso nazionale: un filo nero che cuce famiglia, colpa e desiderio

La sezione italiana sceglie un filo rouge noir: sette racconti che si muovono tra casa e abisso. La Buona Condotta di Francesco Gheghi, premiato ai Nastri d’argento 2025 come migliore opera prima, esplora con ironia nerissima le crepe morali di una famiglia alle prese con una rivelazione notturna. Una storia di Alessia Olivetti inizia come un’istantanea di shock – un uomo, un martello, un cane che ringhia – e diventa grido contro la violenza di genere, “una storia come ce ne sono troppe”. Padre di Michele Gallone, con un Filippo Timi in stato di grazia, mette in scena un futuro in cui le emozioni si comprano e si vendono: quanto costa, in termini di identità, cedere l’amore per una figlia per salvarle la vita? Accanto, Due Sorelle di Antonio De Palo, L’Ospite di Alberto De Grandis, The Prompt di Francesco Frisari e Tutti Uccidono di Francesco Maria Puppini compongono un mosaico dove la suspense è spesso il modo più onesto per dire la verità.

Campania mon amour: noir esistenziale, IA onirica e cronache di dati condivisi

La sezione Regione Campania è, come sempre, un cuore vulcanico. Il pluripremiato A Domani di Emanuele Vicorito segue Arturo, recluso a Nisida, che fugge per incontrare una turista e, tra le pagine di un libro, intravede un nuovo inizio. Con Mecré – A Napoli anche i sogni lasciano indizi di Nicola Guarino, prodotto in Intelligenza Artificiale, la città diventa soglia tra noir e surrealismo: un investigatore insegue tracce che non dovrebbero esistere, una donna dai capelli rossi appare e scompare, i sogni rilasciano prove come briciole digitali. Sharing is Caring di Vincenzo Mauro gioca con la distopia del presente: un aspirante cryptotrader attiva un servizio che premia chi condivide i dati, ma scopre di aver autorizzato un’autobiografia inconsapevole in diretta nazionale. E poi Camera con Vista di Mario Porfito, Appuntamento a Mezzogiorno di Antonio Passaro con una Nunzia Schiano scintillante e un Gigi Savoia in gran forma, Diatriba di Enrico Iannaccone, Dolly Make Up di Giuliana Boni, Fermata “Le Madonnelle” di Lorenzo Cammisa, Il Compleanno di Ciro di Marta Esposito, Su di Noi di Gennaro Parlato: frammenti di Napoli che non fanno cronaca, la re-inventano.

Animazione: quando la plastilina spiega la guerra e una soffitta diventa universo

Un quarto della programmazione è dedicato all’animazione, tra classico e stop-motion. L’italiano The Storm di Angela Conigliaro usa il simbolo della tempesta per raccontare a bambini e adulti il senso profondo della pace, attraverso l’amicizia di Zeno e Flora in una baia bellissima e fragile. Dall’America arriva Tin Tune di Carolyn Gair: se sei alto pochi centimetri, una soffitta piena di cianfrusaglie si trasforma in un regno fantasy popolato da soldatini di latta e carillon ribelli. Durante il festival si potranno vedere in anteprima titoli provenienti dall’Annecy International Animation Film Festival: una promessa di meraviglia cucita su misura per chi considera l’animazione non un “genere per bambini”, ma un linguaggio.

Documentari e ambiente: memoria, giustizia, clima

La sezione documentaria quest’anno rinuncia a un focus unico e abbraccia temi diversi, dal lavoro nero alla criminalità organizzata, dai “buchi” della Storia ai buchi nell’anima. La Flobert’s di Francesca Ferrara e Giuseppe Carrella riapre la ferita dell’esplosione della fabbrica Flobert nella Contrada Romani, tra promesse industriali tradite e vite spezzate. Tre Minuti – La storia di Silvia Ruotolo di Adriano Natale ricuce con pudore un lutto inciso nella memoria di Napoli. La sezione ambientale allarga lo sguardo sul clima, alternando incanto e allarme: un 360° sul Pianeta Terra, per fissare bellezze che rischiano di scomparire e, insieme, ragionare su come non farle diventare rimpianto.

La liturgia del corto: sperimentali, cortissimi, incontri

In selezione ufficiale non manca l’avanguardia: film sperimentali e brevissimi fino a tre minuti che funzionano come microchip narrativi. Il festival è anche incontro fisico: durante le giornate saranno presenti produttori, registi e attori delle opere in programma. Tradotto: il confronto esce dallo schermo e diventa conversazione, la forma più bella di cinefilia.

Dove, quando, come: la mappa per nerd della settimana

L’ingresso è gratuito. Si entra alla Corte dell’Arte di FOQUS in via Portacarrese a Montecalvario 69, Napoli. Le proiezioni si snodano da lunedì 3 novembre a domenica 9 novembre 2025, quando, in una serata che è sempre un po’ rock’n’roll, arriveranno i premi: miglior cortometraggio internazionale, nazionale, Campania, miglior regia, migliori interpretazioni, miglior corto d’animazione, miglior documentario, miglior corto a tematica ambientale e Premio AMC al miglior montaggio. La chiusura non è un addio: è il classico “to be continued”.

Perché questo festival parla la lingua della nostra community

Se ami i mondi brevi che spalancano universi, i noir esistenziali che usano la suspense per porsi domande, l’animazione come atto d’immaginazione radicale, la fantascienza del quotidiano che si infiltra nelle nostre scelte digitali, “accordi @ DISACCORDI” è casa. È un evento che tratta il cortometraggio non come il “fratello minore” del lungometraggio, ma come forma autonoma, qualcosa di più vicino al racconto che al romanzo: preciso, chirurgico, spesso spiazzante. È la stessa energia che, da bravi nerd, riconosciamo nei racconti brevi di Asimov, nelle one-shot manga che lasciano il segno, nelle demo scene videoludiche che con pochi asset fanno magie. Portate curiosità, prendete posto, lasciatevi sorprendere. E poi tornate qui a parlarne con noi: quale corto vi ha smontato e rimontato? Quale immagine vi è rimasta addosso mentre camminavate tra i Quartieri Spagnoli? Il bello di un festival così è che la conversazione non finisce ai titoli di coda. Inizia lì. Se cercate orari aggiornati, informazioni pratiche e la programmazione giornaliera sala per sala, fate riferimento ai canali ufficiali del festival. Noi, intanto, prepariamo i popcorn piccoli: nel regno del corto, ogni inquadratura pesa quanto un boss di fine livello.

Diabolik – Italia, che Meraviglia! Il Re del Terrore Diventa Ambasciatore del Made in Italy nel Mondo

Un Colpo da Maestri tra Noir e Orgoglio Nazionale: Ecco “Diabolik – Italia, che meraviglia!” L’Incredibile Progetto di Astorina e MAECI che Riscrive le Regole della Diplomazia Culturale Italiana.

Benvenuti lettori di CorriereNerd.it! Preparate i guanti di pelle e lucidate la vostra Jaguar E nera, perché stiamo per addentrarci in un intrigo che fonde il brivido del noir più classico con la celebrazione della bellezza italiana. Stiamo parlando di una notizia che farà vibrare le corde di ogni appassionato di fumetti, cultura pop e Made in Italy: Diabolik, l’iconico Re del Terrore nato dalla genialità delle sorelle Giussani, è stato arruolato per una missione diplomatica senza precedenti. Dimenticate rapine a banche o gioiellerie; il nuovo bersaglio è il cuore del pubblico internazionale.

Da Anti-Eroe a Icona Diplomatica: L’Alleanza Perfetta

È un’alleanza che ha il sapore del plot twist più geniale: Astorina, la storica casa editrice che da oltre sessant’anni alimenta il mito dell’uomo mascherato e della sua complice inseparabile, Eva Kant, unisce le forze con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI). Il risultato? Un volume-evento intitolato “Diabolik – Italia, che meraviglia!”, un’opera che trascende il concetto di semplice fumetto per diventare un vero e proprio strumento di diplomazia culturale.

Questo progetto non è solo un omaggio; è una strategia astuta e moderna per promuovere le eccellenze italiane nel mondo. Come ha sottolineato Mauro Battocchi, Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese, il mondo dei fumetti offre canali freschi e universali, capaci di raggiungere un pubblico internazionale che sfugge ai metodi promozionali più tradizionali. Portare le meraviglie del Bel Paese attraverso l’ombra affascinante del Re del Terrore è, semplicemente, un colpo di genio comunicativo.

Ma cosa aspetta Diabolik e Eva Kant in questa nuova avventura? Dimentichiamo la violenza e concentriamoci sulla raffinatezza. Dieci storie brevi ci accompagneranno in un viaggio visivo attraverso i luoghi più iconici d’Italia: il fascino misterioso di Venezia, l’eleganza metropolitana di Milano, la grandezza storica di Roma, l’antica bellezza di Matera e il fervore vitale di Napoli.

Qui, Diabolik non ruba oro, ma celebra l’arte del furto… culturale. Le trame si intrecciano con i mestieri, le arti e i talenti che rendono l’Italia unica: l’alta cucina stellata, l’inconfondibile moda e design, la precisione del restauro artistico e l’adrenalina dello sport. Il crimine lascia spazio alla bellezza, in un mix di spy-story e celebrazione dell’ingegno. È la dimostrazione che il fumetto italiano può essere un veicolo narrativo sofisticato e incredibilmente efficace.

Una Squadra Criminalmente Talentosa

Per un’operazione così delicata, serviva un dream team di autori all’altezza della missione. Alle sceneggiature troviamo due maestri della parola diabolika come Tito Faraci e Mario Gomboli, veterani che conoscono ogni piega dell’antieroe.

Ma è nel comparto grafico che l’eccellenza italiana si esprime al suo meglio: ai disegni sfilano alcuni dei nomi più luminosi del fumetto d’autore contemporaneo. Da Giuseppe Camuncoli a Silvia Ziche, da Giorgio Cavazzano (un’icona!) a Elena Casagrande, passando per Giulia F. Massaglia, Giuseppe Palumbo, Lelio Bonaccorso e molti altri. Una vera parata di stelle, un mosaico visivo che unisce stili classici e moderni, restituendo il volto poliedrico del nostro Paese. Ogni artista interpreta la coppia Diabolik-Eva Kant attraverso il prisma delle città ospitanti, fondendo l’ombra del noir con la luce inconfondibile del Mediterraneo.

Un Passaporto in Quattro Lingue

L’ambizione del progetto è sottolineata dalla sua realizzazione in quattro lingue: italiano, inglese, francese e spagnolo. Il volume sarà distribuito in tiratura limitata attraverso la Rete Diplomatico-Consolare e gli Istituti Italiani di Cultura nel mondo. Non è solo un fumetto, ma un oggetto di rappresentanza, un passaporto narrativo che dimostra come la Nona Arte possa dialogare con l’arte, la storia, l’innovazione tecnologica e il turismo di un Paese.

Diabolik, in fondo, è il testimonial perfetto: elegantissimo come un capo d’alta moda, geniale come un designer di grido, metodico e meticoloso come un restauratore d’arte. Non c’è campagna pubblicitaria o gadget hi-tech che possa competere con la sua capacità di incarnare, da solo, il mistero, la raffinatezza e l’intelletto di cui l’Italia è maestra.

L’Anteprima Imperdibile: Milan Games Week & Cartoomics 2025

Segnatevelo sul calendario: il battesimo ufficiale di “Diabolik – Italia, che meraviglia!” è fissato per la Milan Games Week & Cartoomics 2025, la fiera di riferimento per il mondo nerd e geek, in programma a FieraMilanoRho dal 28 al 30 novembre.

L’appuntamento clou sarà venerdì 28 novembre alle ore 17:30 sul Palco Hero, con la presentazione del volume alla presenza degli autori e di ospiti speciali. E per i veri fanatici? Nello stand Astorina, oltre a una mostra esclusiva delle tavole, si potrà ammirare la leggendaria Jaguar E nera utilizzata nelle pellicole dei Manetti Bros., l’icona che ha cementato il successo cinematografico di questo franchise senza tempo.

Diabolik – Italia, che meraviglia!” è molto più di un’operazione di marketing; è un manifesto del potere narrativo del fumetto italiano. L’opera dimostra che il linguaggio visivo, radicato nella nostra cultura popolare, può diventare uno strumento di promozione culturale di prim’ordine.

Il Re del Terrore, nato nel lontano 1962, continua la sua inarrestabile evoluzione: da anti-eroe di carta a icona culturale e diplomatica, ambasciatore di un Paese che sa unire estetica e intelletto. Il piano, questa volta, è studiato alla perfezione: non per rubare, ma per sedurre. E l’arma segreta? Il fascino inconfondibile dell’Italia.

Astorina firma, ancora una volta, un colpo magistrale. Lunga vita al Re!


E voi, cari lettori, cosa ne pensate di questo inatteso ruolo diplomatico per Diabolik? Quale città o eccellenza del Made in Italy vorreste veder raccontata dal Re del Terrore? Dite la vostra nei commenti qui sotto! Non dimenticate di condividere questo articolo sui vostri social per stimolare il confronto tra tutti gli appassionati di fumetti e cultura geek!

Vuoi dire la tua su questo colpo di genio tricolore? 💬 Scrivici nei commenti o unisciti alla community di CorriereNerd.it — dove ogni storia è un nuovo furto… di meraviglia.

Megaride: il supercomputer di Napoli che protegge l’Italia dal cybercrime

Una leggenda, un’isola, un supercomputer. A Napoli, la città dove la mitologia incontra il futuro, è stato inaugurato un gigante della tecnologia che porta il nome di un’antica isola campana: Megaride. Ma scordatevi la dolorosa storia d’amore, perché questa nuova creatura non ha nulla di malinconico. È un colosso da 50 milioni di euro, un cervello artificiale che non solo potenzia la sicurezza cibernetica italiana, ma si candida a diventare uno dei principali hub europei. Non stiamo parlando di un semplice PC da gamer pompato, ma di una bestia con 340 GPU e 300 nodi di calcolo, frutto della collaborazione tra Acn, Mur, Icsc, Cnr e Cineca. Dietro a questa performance “muscolare” c’è un piano ben preciso che unisce economia, geopolitica e, soprattutto, tanta innovazione.

Il turbo per la cybersicurezza nazionale

Il progetto di Megaride è nato prima del 2021, ma la sua inaugurazione è il punto d’arrivo (e di partenza) di un percorso di crescita dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) finanziato dal Pnrr. L’obiettivo primario è potenziare l’HyperSOC, il sistema centralizzato che supporta i Security Operations Center italiani nel monitoraggio delle minacce. Luca Nicoletti, direttore del servizio programmi industriali di Acn, lo spiega con chiarezza: “Megaride supporterà i servizi di cybersecurity nazionali consentendo al nostro Computer Incident Response Team di analizzare una imponente mole di dati e ampliando il ventaglio di opportunità”. Tra queste, la creazione di un DNS nazionale, un sistema che tradurrebbe i nomi dei siti web in indirizzi IP, ma “in casa”, garantendo una gestione indipendente di tutte le informazioni che viaggiano sulla rete e che potrebbero minacciare la sicurezza del nostro Paese. In caso di attacchi DDoS, per esempio, Megaride permetterà di avere una visione d’insieme molto più nitida, prevenendo i pericoli prima che diventino ingestibili. Il suo potere di calcolo è talmente vasto da poter analizzare quasi un miliardo di parametri, un’enormità che serve anche a controllare che le intelligenze artificiali si comportino in modo corretto. Insomma, una sorta di “guardiano digitale” che veglia su di noi.

L’ingrediente segreto: il fattore umano

Ma se pensate che la potenza di calcolo sia tutto, vi sbagliate. Lo stesso Nicoletti lo sottolinea: “Abbiamo voluto Megaride all’interno dell’Università di Napoli perché vogliamo attirare i ragazzi che vi studiano, mettendo a loro disposizione una palestra bellissima, con i migliori attrezzi che in questo momento si possono trovare”. L’idea è che la tecnologia da sola non basta: servono talenti, menti brillanti e nuove imprese. L’Italia, troppe volte, ha visto fuggire i suoi cervelli migliori e le startup più promettenti verso lidi stranieri dove gli investimenti nel settore sono più rapidi e consistenti. Con Megaride, Acn offre un’infrastruttura di calcolo che neanche le grandi startup possono permettersi, creando un ponte tra il mondo accademico, la ricerca e l’imprenditoria. Oggi sono 60 le borse di dottorato finanziate (presto diventeranno 90) e 12 le startup supportate, ma il progetto Cyber Innovation Network vuole creare una filiera completa. Un vero e proprio “matchmaking” tra le grandi aziende del perimetro di sicurezza nazionale cibernetica e le piccole realtà innovative. L’obiettivo? Creare un ecosistema così solido da attirare automaticamente nuovi investimenti, anche da parte dei venture capital italiani, prima che i nostri talenti vadano a cercarli altrove.

Oltre il supercalcolo: il futuro è ibrido e distribuito

L’arrivo di Megaride è solo l’inizio di un disegno più grande. Il passo successivo sarà l’AI Factory italiana, IT4LIA, un’infrastruttura scelta dall’Unione Europea che porterà l’Italia a diventare uno dei due hub continentali per l’intelligenza artificiale applicata alla cybersicurezza. Davide Salomoni, innovation manager di Icsc, spiega che il centro non è un luogo fisico, ma “un ecosistema di infrastrutture e ricerche distribuite”. Megaride è già integrato con Leonardo, il supercomputer del Cineca, e con la sua espansione in AI Factory. Questa sinergia tra potenze di calcolo permetterà lo sviluppo di progetti avveniristici come i digital twin urbani, gemelli digitali delle città che simuleranno dinamiche urbanistiche, ambientali e sociali, sempre nel rispetto della privacy. La potenza di Megaride sarà fondamentale anche per piattaforme di assistenza medica o per analizzare i flussi di traffico urbano. Ma il futuro più intrigante è quello quantistico, o meglio, ibrido. Il piano è integrare i supercomputer tradizionali con quelli quantistici, creando una rete che affronti problemi complessi suddividendoli tra i due sistemi. A Napoli, Megaride è già affiancato da un calcolatore quantistico. A Bologna, dove arriverà l’AI Factory, ne verranno installati altri due all’inizio del 2026. L’Italia avrà così due centri per sistemi ibridi, una vera e propria rete che richiede, però, una formazione adeguata. Per una volta che siamo un passo avanti, non possiamo permetterci di inciampare.

Comicon Napoli 2025: un successo pop tra fumetto, arte, inclusione e passione nerd – cronaca di un’edizione da record

Chi l’avrebbe mai detto, venticinque anni fa, che quel festival nato tra le mura di Castel Sant’Elmo sarebbe diventato oggi uno degli appuntamenti culturali più importanti d’Europa? E invece, eccoci qui: il COMICON Napoli 2025 ha chiuso i battenti della sua venticinquesima edizione con numeri da capogiro, emozioni a non finire e un trionfo che parla chiaro non solo agli appassionati di cultura pop, ma a tutta l’Italia e al mondo. Dal 1 al 4 maggio, la Mostra d’Oltremare si è trasformata in una vera e propria capitale del multiverso nerd, registrando 183.000 visitatori – un nuovo record (+4,6% rispetto al 2024) – e consolidando la posizione del festival tra i top 5 eventi europei del settore.

Il cuore pulsante della cultura pop

Se dovessimo cercare una definizione di COMICON Napoli, sarebbe questa: un’oasi di socialità nerd, un laboratorio creativo in continua evoluzione dove le arti visive, il fumetto, l’animazione, il cinema, la musica, il game design e le subculture geek convivono e si contaminano. Ma anche un hub internazionale della cultura, che ha saputo attrarre delegazioni da oltre 15 paesi (tra cui Taiwan, Giappone, Corea, Francia, Germania, Portogallo, Croazia e Regno Unito), dare voce a professionisti e artisti da ogni parte del globo, e allo stesso tempo valorizzare il tessuto urbano e culturale partenopeo con il programma diffuso COMIC(ON)OFF, che ha trasformato tutta Napoli in un’epopea urbana della cultura pop.

COMICON ha saputo costruire un ecosistema inclusivo: eventi tradotti in lingua dei segni, aree accessibili ai disabili e ai loro accompagnatori, alternative alimentari per intolleranti e progetti sociali come Se io non voglio tu non puoi e Strade di rinascita sono solo alcune delle iniziative che lo rendono un modello di festival sostenibile e accogliente.

Il trionfo di Murphy e la visione di Jamie Hewlett

Il big bang visivo di questa edizione è esploso già con l’annuncio del poster ufficiale firmato da Jamie Hewlett, co-creatore dei mitici Gorillaz. A rappresentare lo spirito del festival, Hewlett ha scelto Murphy, una ragazza ribelle, energica, incollata ai fumetti e ai suoi sogni: l’incarnazione perfetta dello spirito nerd, anticonformista e passionale che da sempre anima COMICON. “Murphy è tutti noi”, si sarebbe potuto dire mentre la sua immagine campeggiava ovunque in fiera.

Tanino Liberatore, Magister della XXV edizione

Ogni anno COMICON incorona un Magister, un artista che ha segnato in maniera indelebile il mondo del fumetto. Il 2025 ha visto protagonista Tanino Liberatore, vera leggenda vivente, che ha curato una mostra personale e una seconda esposizione dedicata a un autore internazionale. Le sue tavole hanno parlato un linguaggio viscerale e visionario, in perfetta sintonia con lo spirito sovversivo e libero del festival.

Ospiti da sogno e contenuti stellari

L’elenco degli ospiti potrebbe riempire un intero volume: tra i primi annunci internazionali, Jon J. Muth (per la prima volta in Italia), Arthur de Pins (assente da 15 anni), Darick Robertson, Boichi, Thomas Taylor, Álvaro Martínez Bueno e molti altri hanno trasformato la Mostra d’Oltremare in una mecca per gli amanti del fumetto mondiale.

Uno degli eventi più attesi è stato senza dubbio l’arrivo di Shin’ichi Sakamoto, maestro del manga d’autore con opere come The Climber e #DRCL midnight children, ospite di J-POP Manga. Il mangaka ha incontrato i fan, firmato copie e condiviso riflessioni sul suo processo creativo in eventi che hanno fatto il tutto esaurito.

E ancora, Altan, icona della satira e della narrativa disegnata italiana, ha ricevuto il Premio Speciale COMICON 2025 alla Carriera, tra applausi e standing ovation. A lui, una celebrazione affettuosa e doverosa per un autore che ha plasmato l’immaginario di generazioni.

COMICON Napoli: motore culturale ed economico

La dimensione di COMICON va oltre quella del festival nerd: è un evento con una ricaduta economica imponente, capace di generare 42 milioni di euro nel 2024, un boost per tutto il sistema ricettivo e commerciale di Napoli. Il 71% dei visitatori proviene da fuori città, e il dato demografico è altrettanto emblematico: il 60% del pubblico ha meno di 25 anni, confermando Napoli come la “città dei giovani” e COMICON come catalizzatore generazionale.

“COMICON è parte integrante del brand Napoli – dichiara Carlo Cigliano, amministratore delegato – e ne qualifica l’offerta culturale e turistica. La crescita di reputazione del festival a livello internazionale è sotto gli occhi di tutti, come dimostrano le delegazioni della stampa estera e la presenza istituzionale di enti prestigiosi come il Parlamento Europeo, il Ministero della Cultura, e per la prima volta anche il Ministero per lo Sport e i Giovani”.

Una line-up da palcoscenico

Tra gli eventi più affollati: l’incontro con Max Pezzali per il lancio del suo primo comic book, l’anteprima della nuova stagione di Pesci Piccoli dei The Jackal, l’attesa per il live action di Dragon Trainer, la serie animata Il Baracchino con le voci di Lillo e Frank Matano, e un firmacopie da sogno con Zerocalcare, vincitore del Premio Miglior Fumetto COMICON 2025 con Quando muori resta a me (Bao Publishing).

Da brividi i panel con leggende come Yuji Horii (papà di Dragon Quest), la cantautrice Francesca Michielin, l’attrice e regista Asia Argento, i mangaka Kafka Asagiri e Sango Harukawa (Bungo Stray Dogs), e i grandi del fumetto americano Scott Snyder e Nick Dragotta. Momenti che hanno fatto vibrare il cuore dei fan e acceso discussioni ovunque.

Verso la XXVI edizione (spoiler: sarà epica)

Il Silver Pass, pass deluxe lanciato per l’anniversario, è andato sold out in pochi minuti, testimoniando la voglia famelica di cultura pop che COMICON riesce a suscitare. “Vedere centinaia di ragazzi accampati davanti ai cancelli la notte prima dell’apertura è la più grande ricompensa per il nostro lavoro”, ha dichiarato Claudio Curcio, presidente di COMICON. “La nostra è una sfida continua, costruire ogni anno un dialogo tra le arti, tra le culture, tra le persone. COMICON non è solo un festival: è una comunità, un’agorà del futuro”.

E ora, i riflettori sono già puntati sul futuro. L’appuntamento per la XXVI edizione è già fissato, e se questa XXV è stata memorabile, possiamo solo immaginare quali sorprese ci attendano. La città di Napoli è pronta. Il popolo nerd, pure. COMICON 2026, siamo già con te.

Topolino 3623: Un’anteprima esclusiva a Napoli Comicon 2025

A Napoli, dal 1° al 4 maggio 2025, torna l’appuntamento più atteso per gli appassionati di fumetti, con il Napoli Comicon che accoglierà una speciale edizione di Topolino (numero 3623), ricca di sorprese e novità per i lettori. Per celebrare la kermesse, il celebre settimanale Disney non si limita a proporre una semplice uscita, ma regala ai suoi fan una cover variant esclusiva, realizzata dal disegnatore napoletano Blasco Pisapia.

La cover ritrae Paperino, il protagonista dell’inimitabile universo Disney, alle prese con il calcio, lo sport più amato in Italia e che da sempre rappresenta un legame profondo con la città di Napoli. La scelta di ambientare il personaggio nel cuore della città partenopea non è casuale: «Volevamo che Napoli non fosse solo un semplice sfondo pittoresco», spiega Pisapia, «ma un luogo in cui i personaggi si immergano completamente nell’atmosfera unica della città. Paperino, con il suo spirito sempre pronto alla sfida, si è trasformato in un “calciatore provetto”, palleggiando in un vicolo del centro antico». A dare ulteriore forza visiva all’opera, l’uso di un effetto “sabbia” sullo sfondo, che esalta la figura di Paperino in rilievo, conferendo al tutto un’impressione di tridimensionalità e dinamismo.

Questa variant cover, colorata da Mario Perrotta, sarà disponibile in anteprima esclusiva in Fiera, durante il Napoli Comicon, e successivamente in fumetteria e su Panini.it a partire dal 7 maggio. Durante il Comicon, Blasco Pisapia sarà anche presente per incontrare i lettori e firmare le copie dello speciale numero 3623 presso lo stand di Panini Comics, nel Padiglione 2. Tutti i dettagli su orari e modalità dell’evento saranno forniti sui canali social ufficiali di Panini.

Oltre alla speciale cover variant, il numero 3623 di Topolino offre ai lettori un’importante novità: il debutto di una nuova serie ambientata nell’universo di Ducktopia, intitolata Re Gambadilegno. La serie, scritta da Francesco Artibani e Licia Troisi e disegnata da Lorenzo Pastrovicchio, si concentra sulle vicende del controverso protagonista Gambadilegno e del suo lungo periodo di governo nel regno fantastico di Ducktopia. Con il primo episodio dal titolo Per l’onore di Ducktopia, questo spin-off, composto da quattro episodi autoconclusivi, svela nuovi dettagli sul passato del celebre personaggio e sul misterioso regno che ha conquistato il cuore dei lettori.

Francesco Artibani, uno degli autori della serie, racconta: «L’idea è stata quella di esplorare l’imprevedibile. In questa nuova saga, nulla è come sembra e niente si svolge come ci si aspetta. Ogni personaggio, a partire da Pietro, avrà lati nascosti che sorprenderanno il lettore». La nuova serie promette quindi emozioni forti e colpi di scena, e offrirà un’esperienza di lettura appassionante e ricca di sorprese. La cover regular del numero 3623, che accompagna l’uscita di Re Gambadilegno, è firmata da Francesco D’Ippolito e colorata da Andrea Cagol.

Questa edizione speciale di Topolino è quindi un appuntamento imperdibile per tutti i fan della storica rivista Disney, che potranno scoprire le nuove avventure di Paperino e dei suoi amici in una cornice davvero unica. Non perdere l’occasione di avere in anteprima il numero 3623 di Topolino, con la sua esclusiva cover variant e il primo episodio della serie Re Gambadilegno. L’uscita ufficiale è prevista per mercoledì 7 maggio, ma i fortunati lettori che parteciperanno al Napoli Comicon avranno la possibilità di acquistarlo già dal 1° maggio.

Un’edizione davvero speciale che celebra l’amore per i fumetti, il calcio e la città di Napoli, in perfetto stile Disney!

La Napoli del commissario Ricciardi. Viaggio illustrato

“La geografia in cui si muove il commissario Ricciardi corrisponde

al centro della città di Napoli. Volevo che abitasse in un luogo che lo

costringesse a raggiungere a piedi il posto di lavoro. Questa passeggiata,

questo tragitto in cui si ritrova solo con se stesso, ma attraversa una

città, è, di volta in volta, un cammino di Mosè.

È, di volta in volta, un viaggio di Ulisse”.

Maurizio de Giovanni

Napoli, una città fatta a strati, come la definisce Maurizio de Giovanni, diventa la vera protagonista di un’opera illustrata che promette di trasportare i lettori in un viaggio tra storia, mistero e fascino partenopeo. “La Napoli del Commissario Ricciardi. Viaggio illustrato” è il nuovo volume presentato da Sergio Bonelli Editore, un’opera che rende omaggio non solo al celebre personaggio creato da de Giovanni, ma anche alla straordinaria cornice che da sempre avvolge le sue indagini: la Napoli degli anni Trenta, ricca di luci e ombre, di sfarzo e miseria, di angoli intrisi di storia e racconti sospesi tra realtà e leggenda.

Il volume, in uscita l’11 aprile, è un vero e proprio tour attraverso la città partenopea, tra strade, piazze e monumenti che hanno fatto da sfondo alle storie del Commissario Ricciardi. Dal cuore pulsante della Galleria Umberto I a Piazza Municipio, dal Rione Sanità alla Salita Capodimonte, ogni angolo della città racconta un pezzo di quella Napoli che si svela nei romanzi e nei fumetti. Una città dalle mille sfaccettature, capace di incantare con la sua bellezza e di inquietare con i suoi misteri.

Gli appassionati della saga troveranno in questo volume un’esperienza immersiva grazie agli straordinari disegni di Alessandro Nespolino, che con la sua matita ha saputo restituire le atmosfere uniche di Napoli. Su sceneggiatura di Sergio Brancato, Nespolino ha inoltre realizzato una storia completamente inedita dal titolo “Hanami”, ambientata in una zona poco conosciuta della città e che promette di aggiungere un tassello inedito all’universo narrativo del Commissario Ricciardi. Ma il viaggio visivo non si ferma qui: il volume è impreziosito da una serie di illustrazioni che sembrano vere e proprie cartoline d’epoca, restituendo il fascino di una Napoli sospesa nel tempo, tra il passato e il presente.

A rendere il tutto ancora più speciale, la copertina del volume vanta un’illustrazione inedita di Daniele Bigliardo, storico disegnatore delle avventure di Ricciardi, capace di catturare con il suo stile l’essenza noir e malinconica del personaggio e della sua città.

Il progetto editoriale è curato con la consueta passione da Luca Crovi, che firma anche l’introduzione, e si avvale della collaborazione della Scuola Italiana di Comix, una garanzia di qualità per tutti gli amanti della narrazione visiva.

“La Napoli del Commissario Ricciardi. Viaggio illustrato” non è soltanto un volume per gli appassionati del personaggio, ma un’opera che celebra Napoli stessa, rendendola protagonista di un racconto visivo che attraversa epoche e suggestioni. Un invito a riscoprire la città con occhi nuovi, lasciandosi guidare dalle suggestioni e dai misteri che la rendono unica al mondo.

Edenlandia riapre: il cuore di Napoli torna a battere!

Dal 7 marzo, il silenzio aveva avvolto Edenlandia, il primo parco divertimenti italiano. Le risate dei bambini si erano spente, le giostre avevano smesso di girare e il sogno di generazioni sembrava sospeso nel tempo. Ma il cuore pulsante del parco divertimenti più amato di Napoli non ha mai smesso di lottare. Oggi, dopo settimane di incertezza e attesa, possiamo finalmente dirlo: bentornata, Edenlandia!

Il parco divertimenti di Fuorigrotta riaprirà ufficialmente le porte il 22 marzo 2025, segnando il ritorno di una delle attrazioni più iconiche della città. Il CEO Gianluca Vorzillo ha voluto rassicurare il pubblico, dichiarando che Edenlandia è pronta ad accogliere i visitatori con un giorno speciale, pieno di sorprese e con un regalo per tutti i partecipanti. Con un biglietto di soli 10 euro, sarà possibile ottenere un bracciale illimitato per godere di tutte le attrazioni, un gesto simbolico per celebrare questo atteso ritorno.

Un pezzo di storia napoletana

Prima che Edenlandia prendesse vita, a Napoli esisteva solo un piccolo luna park all’interno della villa comunale. Le attrazioni erano semplici, ma già riuscivano a regalare qualche momento di divertimento: c’era il trenino, l’autoscontro, l’autopista, le montagne russe, i dischi volanti e, naturalmente, la ruota panoramica.

Il 19 giugno 1965 segna una svolta per il divertimento partenopeo: Edenlandia apre ufficialmente i battenti. Il progetto nasce grazie all’impegno degli imprenditori Oreste Rossotto e Ciro De Pinto, affiancati dall’avvocato Luca Grezio, legale della società. La realizzazione del parco è frutto della visione di Cesare Rosa, che disegna alcune delle attrazioni più iconiche, come l’Autopista del Sole e le Cascate del Niagara (i celebri tronchi). Edenlandia è un’idea ambiziosa, il primo esperimento in Europa di un parco ispirato direttamente a Disneyland, inaugurato dieci anni prima in California. Anche il logo riflette questo legame: un castello stilizzato e una scritta in caratteri gotici, con i colori giallo e blu a simboleggiare il parco. Questo design rimarrà invariato fino al 1990, quando verrà arricchito da una corona di stelle.

Nel corso degli anni ’70, Edenlandia diventa una meta imperdibile non solo per i napoletani, ma anche per turisti italiani e stranieri. Le giostre si moltiplicano, abbracciando diversi temi, e il nome stesso del parco richiama un luogo magico e adatto a tutti, grandi e piccini. Un dettaglio curioso: in questo periodo la Disney decide di fare un regalo speciale a Edenlandia, donandole una giostra dedicata a Dumbo, che verrà ribattezzata “Jumbo”. Ma non è solo il divertimento a rendere il parco celebre: le graffe fritte di Ciro De Pinto e sua moglie Annunziata Capozzi diventano leggendarie, richiamando visitatori da ogni angolo della città. Tuttavia, nel 1975 nasce Gardaland, che nel giro di pochi anni diventa il parco più grande e famoso d’Italia, con una superficie di oltre 500mila metri quadrati, contro i 38mila di Edenlandia.

Con l’arrivo degli anni ’80 e ’90, Edenlandia inizia a perdere il suo fascino iniziale. La concorrenza si fa sempre più agguerrita: parchi come Mirabilandia, inaugurato nel 1992, offrono attrazioni più moderne e coinvolgenti, mettendo in difficoltà la storica struttura napoletana.

Nel 2003, la società Park&Leisure di Cesare Falchero prende in gestione Edenlandia, insieme allo zoo e all’ex cinodromo di Napoli. C’è un tentativo di rilancio, con tanto di spot promozionali lanciati sul web nel 2008, ma il declino del parco sembra ormai inarrestabile.Nel 2010 vengono aggiunte nuove attrazioni, ma la crisi economica e la scarsa affluenza portano alla richiesta di fallimento nel 2011. Il Comune di Napoli e la Mostra d’Oltremare, proprietaria del terreno su cui sorge il parco, tentano di trovare un acquirente per dare una nuova vita a Edenlandia. Nel 2012, la Brain’s Park, società londinese specializzata in parchi tematici, vince il bando per la gestione, ma pochi mesi dopo rinuncia per problemi burocratici e la presenza di strutture abusive all’interno del parco.

Nonostante le difficoltà, la speranza di rivedere Edenlandia in attività non si spegne. Nel 2014, la società New Edenlandia prende in mano il parco con la promessa di riaprirlo nell’estate del 2015. Tuttavia, la vera svolta arriva nel novembre 2017, quando la GCR Outsider Holding del gruppo Vorzillo rileva la gestione. Finalmente, il 26 luglio 2018, Edenlandia riapre le porte al pubblico, cercando di restituire alla città un pezzo della sua storia e della sua magia.

La chiusura e la rinascita

L’8 marzo 2025, a seguito di una denuncia anonima e di ispezioni tecniche, il Comune di Napoli aveva ordinato la chiusura immediata del parco per gravi carenze nella manutenzione delle attrazioni. Secondo i rapporti ufficiali, molte giostre versavano in condizioni di degrado, rappresentando un rischio per la sicurezza pubblica. Vorzillo, allibito dalla decisione, ha contestato le accuse, sostenendo che i problemi riguardavano solo due giostre su trenta. La battaglia legale che ne è seguita ha portato a un lungo periodo di incertezza, fino alla svolta del 21 marzo, quando è stata finalmente annunciata la riapertura.

Un ritorno atteso con entusiasmo

Il 22 marzo 2025 non sarà una semplice riapertura, ma una vera e propria festa per tutta la città. Dopo settimane di lavori e miglioramenti, Edenlandia è pronta a riaprire più bella che mai. Il parco si presenta con nuove attrazioni, una manutenzione rinnovata e l’entusiasmo di sempre. Per tutti coloro che sono cresciuti con il sogno di Edenlandia, questa giornata rappresenta un ritorno all’infanzia, un simbolo di speranza e resilienza.

La storia di Edenlandia è fatta di successi, battute d’arresto e rinascite, ma una cosa è certa: il cuore di Napoli non ha mai smesso di battere per il suo parco divertimenti. L’attesa è finita. Le giostre vi aspettano. Edenlandia è viva, più che mai!

COMIC(ON)OFF 2025: La Rassegna Fuori Festival di COMICON Invasione di Napoli con Eventi, Mostre e Laboratori

Dal 15 marzo al 30 maggio 2025, Napoli diventa il palcoscenico di una delle rassegne più attese nel panorama culturale: COMIC(ON)OFF, il fuori festival di COMICON. Quest’anno, l’evento si espande in maniera straordinaria, grazie a una sinergia più forte con il Comune di Napoli, che trasforma la città e le sue municipalità in protagoniste assolute della scena internazionale del fumetto e della cultura pop. Un programma ricco di eventi, mostre, incontri, laboratori e performance coinvolgerà residenti e turisti, confermando Napoli come un centro vitale per la cultura nerd.

L’edizione 2025 di COMIC(ON)OFF rappresenta una vera e propria evoluzione. Grazie al finanziamento del Comune di Napoli, la rassegna si arricchisce di nuovi spazi culturali, alcuni dei quali recentemente ristrutturati, come l’Auditorium di Scampia e lo Spazio Obù della Fondazione Terzoluogo. L’inclusione di ogni municipalità della città permette di estendere l’offerta culturale a una platea sempre più ampia, coinvolgendo non solo fumettisti e illustratori, ma anche musicisti, ricercatori, cosplayer, e perfino K-Pop dancers, che contribuiranno ad animare le strade e i luoghi più significativi di Napoli.

Uno degli aspetti più interessanti di quest’edizione è l’iniziativa “Fumetti in Biblioteca”, che porterà la nona arte nelle biblioteche comunali di Ponticelli, Secondigliano, Bagnoli e Soccavo. L’iniziativa è un’opportunità unica per i cittadini di scoprire e approfondire il mondo del fumetto, grazie a workshop e attività formative in cui esperti del settore guideranno i partecipanti nella creazione di storie e personaggi illustrati. Le biblioteche non solo ospiteranno eventi, ma diventeranno anche il cuore pulsante di un progetto che arricchirà il patrimonio culturale della città: 800 fumetti selezionati saranno donati alle biblioteche, offrendo a tutti, dai più giovani ai più adulti, l’opportunità di esplorare mondi narrativi straordinari.

Il coordinatore delle politiche culturali del Comune di Napoli, Sergio Locoratolo, ha dichiarato che con COMIC(ON)OFF l’arte del fumetto incontra la città, trasformando luoghi storici e contemporanei in spazi dinamici di incontro e confronto culturale. Grazie a questa rassegna, il fumetto esce dai confini delle fiere tradizionali e diventa una forma d’arte che si fonde con la vita quotidiana della città, stimolando nuove idee e energie creative.

Tra i principali appuntamenti di quest’edizione, non mancheranno mostre che celebrano alcuni dei più grandi talenti del fumetto internazionale. Ad esempio, la Chiesa di Santa Croce e Purgatorio al Mercato ospiterà “Mikael Ross. Traffici clandestini”, una mostra che porta per la prima volta in Italia il pluripremiato fumettista tedesco Mikael Ross. Un altro appuntamento imperdibile è il raduno cosplay di “One Piece” al Belvedere di Monte Echia, che permetterà ai fan di rivivere le avventure del celebre manga in una location suggestiva, sospesa tra mare e città. Non mancheranno anche eventi che mescolano diverse forme artistiche, come la mostra “Dante pop!” presso il Foyer Auditorium di Scampia, che offrirà un’interpretazione moderna e visivamente potente dell’opera dantesca.

Un altro progetto di grande rilevanza è l’esposizione delle tavole di “Nei silenzi della notte” di Laura Pérez Granel, che si terrà alla Galleria HDE. L’autrice, nominata agli Emmy Award per la sigla della serie tv Only Murders in the Building, porta in Italia il suo stile unico, che mescola il noir con un’intensa introspezione psicologica. Inoltre, l’Institut Français Napoli ospiterà la mostra di Elisa Marraudino, una delle voci più originali del fumetto francese, che esplorerà con grande sincerità temi come l’infanzia, il bullismo e la scoperta della sessualità, con un approccio fresco e genuino.

Anche il mondo della musica e del K-pop troverà spazio in questa edizione, con eventi speciali come una Random Dance che coinvolgerà tutti gli appassionati del genere, trasformando la stazione metropolitana Municipio in un vero e proprio palcoscenico. Grazie alla partnership con ANM, l’arte del fumetto si sposterà anche nei luoghi di transito della città, come le stazioni metropolitane di Toledo e Municipio, dove i passeggeri potranno immergersi in esperienze visive e interattive.

COMIC(ON)OFF 2025 non è solo una rassegna di eventi, ma un vero e proprio viaggio nella cultura pop, che abbatte le barriere tra i vari quartieri di Napoli e li rende protagonisti di un palinsesto di eventi di portata internazionale. Grazie a questa edizione, la città si conferma come un crocevia di idee, passioni e creatività, dove la cultura del fumetto e delle arti visive si mescolano con la vita quotidiana, aprendo nuove strade di confronto e arricchimento culturale per tutti. COMIC(ON)OFF 2025 è un’occasione imperdibile per tutti gli appassionati di fumetto e cultura pop, ma anche per chiunque voglia scoprire la magia di Napoli attraverso un’incredibile varietà di eventi e iniziative. La città si trasforma in un laboratorio di idee e creatività, dove il fumetto è il filo conduttore che unisce passato, presente e futuro, e che continuerà a ispirare generazioni di lettori e artisti.

“Bestie in fuga” di Daniele Kong: Un graphic novel che sfida le convenzioni e si propone per il Premio Strega 2025

Il graphic novel Bestie in fuga di Daniele Kong, pubblicato lo scorso ottobre da Coconino Press, ha suscitato un’attenzione straordinaria, entrando tra i 80 libri proposti per la LXXIX edizione del Premio Strega 2025. Questo titolo rappresenta un unicum tra i candidati, essendo l’unico romanzo a fumetti ad essere stato selezionato. Un riconoscimento che segna un passo importante nella storia del premio, dove il fumetto, purtroppo, ha trovato poco spazio rispetto alla narrativa tradizionale.

A sostenere la candidatura di Bestie in fuga è stata Simonetta Sciandivasci, scrittrice e giornalista de La Stampa, che ha elogiato con passione l’opera di Kong, descrivendo il suo stile come un’alchimia perfetta tra parole e disegno. La motivazione presentata dalla Sciandivasci non si limita a un’analisi tecnica, ma sottolinea il coraggio di Kong nell’affrontare temi universali attraverso una narrazione cruda, genuina e senza compromessi. Un romanzo che, pur nella sua semplicità, riesce a restituire una verità morale profonda.

Il grafico e l’autore sembrano infatti condividere una visione del mondo in cui la retorica e le parole vuote non hanno più valore, mentre l’intensità e la forza dei disegni riescono a restituire ciò che la parola non riesce a esprimere. Kong, con il suo tratto deciso e incisivo, accompagna il lettore in un viaggio che scava nelle pieghe più oscure e complesse della società italiana, mettendo in luce le sue contraddizioni più profonde. L’arte visiva e la scrittura si fondono in Bestie in fuga in una sinergia che non solo racconta una storia, ma esplora un contesto sociale e politico che non può essere ignorato.

La trama di Bestie in fuga si svolge negli anni Cinquanta, sullo sfondo di un’Italia segnata dal boom economico. In particolare, la storia si ambienta sull’isola di Dieci, un luogo sperduto nel Mar Tirreno, che sembra essere immune al progresso che sta trasformando il resto del Paese. Qui, Franco e Marcello, due giovani ragazzi prossimi all’età adulta, sono destinati a seguire la tradizione familiare e diventare pescatori. Tuttavia, l’arrivo di una troupe cinematografica, diretta dal regista neorealista Augusto Campagnoli, cambia radicalmente le sorti dell’isola. Il film sulla vita di Gesù che la troupe si appresta a girare diventa il catalizzatore di un cambiamento che segnerà profondamente le vite degli abitanti.

Il romanzo si fa veicolo di una riflessione sociale e culturale su un’Italia che non ha mai completamente fatto i conti con il proprio passato, ma che continua a rincorrere un progresso che spesso si traduce in una vera e propria perdita di identità. La figura del pesce, che è anche simbolo di libertà e di fuga, diventa il motore narrativo che spinge i protagonisti a cercare un’alternativa a una vita segnata dall’oblio e dal turismo di massa, che si insinua come una piaga nelle terre incontaminate del nostro Paese. L’isola di Dieci diventa così il simbolo di una resistenza a un cambiamento forzato, di un tentativo disperato di rimanere fedeli a se stessi, alla propria terra e alle proprie tradizioni.

Bestie in fuga è un’opera che alterna momenti di ironia e satira sociale, ma che non manca mai di esplorare le zone più oscure della condizione umana. Kong mette in scena una satira pungente del turismo di massa e del modello di sviluppo che ha imprigionato l’Italia in un circolo vizioso di desideri irrealizzabili. Non manca la critica alla società consumistica e a un’idea di progresso che, lontana dalla vera emancipazione, finisce per diventare una prigione dorata.

Questa complessità narrativa è supportata da una componente visiva che si fa assoluta protagonista, con il tratto in bianco e nero che contribuisce a intensificare l’atmosfera di desolazione e di stasi che caratterizza l’isola e i suoi abitanti. Con Bestie in fuga, Daniele Kong non si limita a raccontare una storia, ma crea un vero e proprio affresco sociale che racconta le difficoltà di una comunità isolata dal mondo, ma anche l’universalità di un tema che riguarda tutti noi: la ricerca della libertà, della dignità e dell’autenticità in un mondo che sembra chiedere sempre di più.

La selezione di Bestie in fuga per il Premio Strega 2025 segna un momento significativo nella riconoscibilità del fumetto come forma narrativa matura e complessa. A pochi autori italiani è stato concesso l’onore di essere candidati per il prestigioso premio letterario, e Kong si inserisce con forza in questa tradizione, portando una ventata di freschezza e innovazione. La sua è una proposta che arricchisce il panorama letterario italiano e invita alla riflessione, portando il graphic novel a un nuovo livello di considerazione nel nostro Paese.

Sarà interessante vedere se il Comitato Direttivo del Premio Strega, che si riunirà per selezionare i dodici finalisti, deciderà di continuare su questa strada e di premiare una forma narrativa che, seppur lontana dalle convenzioni tradizionali, porta con sé un messaggio potente e universale. La conferenza stampa che si terrà il 15 aprile, dove verranno annunciati i titoli selezionati, rappresenterà una tappa fondamentale per il futuro di Bestie in fuga e per la crescente affermazione del fumetto come strumento letterario di alta qualità.

In attesa del verdetto, Bestie in fuga rimane un’opera imprescindibile per chi vuole comprendere meglio le contraddizioni e le sfide dell’Italia di ieri e di oggi, un romanzo a fumetti che riscrive le regole del gioco e che lascia il segno.

“Piedone – Uno sbirro a Napoli”: un ritorno Imperfetto, ma Affascinante, al Mito di Bud Spencer

Quando ho sentito parlare della nuova serie Piedone – Uno sbirro a Napoli, ammetto che un brivido di inquietudine mi ha attraversato. Piedone è un’icona, una delle figure più amate del cinema italiano, e rinnovare il mito di Bud Spencer  non è un’impresa facile. Eppure, come spesso accade nel cinema contemporaneo, il rischio può portare a risultati sorprendenti. La serie, con un cast solido, un’ambientazione vibrante e un mix di azione e umorismo tipico, è riuscita a trovare un equilibrio tra rispetto per il passato e voglia di rinnovamento.

Il regista Alessio Maria Federici ha fatto un ottimo lavoro nel mantenere intatto lo spirito della saga originaria, aggiornandola però con un linguaggio moderno e una narrazione capace di parlare anche al pubblico di oggi. In Piedone – Uno sbirro a Napoli, Salvatore Esposito veste i panni di Vincenzo Palmieri, un ispettore cresciuto all’ombra di Rizzo, il leggendario commissario interpretato da Bud Spencer. Ma qui non si tratta di sostituire l’originale; Palmieri è un personaggio che porta avanti una tradizione, ma con le sue proprie fragilità e contraddizioni.

L’eredità di Piedone è viva, ma viene attualizzata con intelligenza: Napoli non è più solo una semplice scenografia pittoresca, ma diventa una protagonista che vive e respira attraverso ogni scena. La città, con le sue bellezze e contraddizioni, accompagna la lotta di Palmieri per trovare un equilibrio tra il suo passato tumultuoso e il suo ruolo di poliziotto in un mondo che è cambiato. Ma Napoli, purtroppo, non è immune alle problematiche contemporanee: la malasanità, la diffusione di droghe sintetiche come il fentanyl, sono temi trattati con delicatezza ma anche con un realismo che non lascia indifferenti.

Un altro aspetto che mi ha colpito è la dinamica tra Palmieri e la commissaria Sonia Ascarelli, interpretata da Silvia D’Amico. I due personaggi incarnano visioni opposte: Palmieri è disordinato, istintivo, si affida alla strada per risolvere i casi; Ascarelli è metodica, legata alle procedure. La loro interazione, fatta di scontri e alleanze, è uno degli elementi più interessanti della serie. E a completare il trio c’è l’ispettore aggiunto Michele Noviello, interpretato da Fabio Balsamo, un personaggio che aggiunge leggerezza e spessore grazie alla sua passione per la storia medievale, un contrasto ben studiato che arricchisce il gruppo.

Federici ha curato anche i dialoghi e le dinamiche interne alla squadra, facendo sì che ogni personaggio, anche i secondari, avesse una voce ben definita. Questo approccio ha reso la serie più coinvolgente, dando la possibilità ai personaggi di evolversi e crescere nel corso delle quattro storie che compongono la serie. Ogni episodio potrebbe essere visto come un piccolo film, pur mantenendo una continuità narrativa che fa da sfondo alle indagini.

E poi c’è la fisicità di Palmieri. Esposito, che si fa carico di un’eredità pesante, riesce a interpretare un personaggio che non è solo un “sbirro”, ma anche un uomo concreto, radicato nel territorio. La sua passione per il wrestling, che si inserisce nel contesto della trama, non è un semplice espediente, ma un simbolo di come il personaggio utilizzi la forza fisica e l’intelligenza per risolvere le situazioni.

La scelta di mescolare l’azione da poliziesco con momenti di leggerezza e umorismo rende la serie ancora più godibile, trovando un perfetto equilibrio tra toni drammatici e quelli più leggeri. Non mancano i rimandi al passato, con citazioni più o meno esplicite alla figura diBud Spencer , ma queste non appesantiscono la trama, anzi la arricchiscono, come un omaggio a chi ha amato il vecchio Piedone.

Il risultato finale è una serie che sa come parlare al pubblico di oggi senza tradire completamente le origini. Napoli, come dicevo, è una protagonista viva, concreta, che rappresenta un microcosmo di un’Italia che affronta le sue sfide moderne con la stessa forza e passione di sempre. Non c’è nostalgia nel modo in cui la serie affronta la figura di Piedone, ma piuttosto una continuazione naturale, come se Palmieri fosse davvero l’erede di Rizzo.

Piedone – Uno sbirro a Napoli è riuscito là dove molti altri remake o rivisitazioni di icone del passato falliscono: non si limita a copiare la formula, ma la rielabora, la rende moderna e, soprattutto, le dà una dignità propria. Con un Salvatore Esposito in grande forma, una Napoli vibrante e un mix riuscito di azione, humor e denuncia sociale, la serie si presenta come un prodotto capace di attrarre tanto i vecchi fan quanto il pubblico più giovane. Un ritorno al mito, sì, ma con un passo fermo nel futuro.

Napoli – New York: Il Graphic Novel che Rende Omaggio a Fellini e alla Potenza della Storia

“Napoli – New York”, il graphic novel edito da Star Comics e realizzato dalla talentuosa Arancia Studio, atelier creativo italiano specializzato in fumetti e sviluppo di proprietà intellettuali, nasce da un manoscritto inedito firmato dai maestri Federico Fellini e Tullio Pinelli, lo stesso che ha ispirato il film omonimo di Gabriele Salvatores, ora nelle sale. Questo prezioso volume, firmato dal celebre autore francese Jean-David Morvan, realizzato in collaborazione con Tullio Pinelli, noto e apprezzato sceneggiatore, tra gli altri, di Opium Den, rappresenta uno degli ultimi progetti ideati dal leggendario regista, sebbene il film non sia mai stato effettivamente prodotto.

Napoli-New York è una storia che trae ispirazione da eventi storici realmente accaduti nella Napoli del 1946, a seguito di uno dei 200 bombardamenti aerei che devastarono la città durante la Seconda Guerra Mondiale. Quando Celestina, una bambina messa a dura prova da un’esistenza complicata, vede la sua casa ridotta in rovina, decide di intraprendere un viaggio con Carmine, un vispo e ingegnoso scugnizzo. I due decidono di raggiungere New York, dove vive la sorella maggiore di Celestina, Agnese, insieme al marito americano. Il loro destino prende una svolta inaspettata quando incontrano Joseph Garofalo, un irascibile ufficiale di marina che scopre i due piccoli clandestini, un evento che trasformerà profondamente le loro giovani vite.

La trasformazione del manoscritto in graphic novel è stata curata con straordinaria maestria. Alla sceneggiatura troviamo il francese Jean-David Morvan, autore dalla sensibilità narrativa capace di adattare il respiro cinematografico di Fellini alle pagine di un fumetto. Le illustrazioni portano la firma del genovese Ste Tirasso, che ha saputo tradurre visivamente l’atmosfera cupa e vibrante della Napoli post-bellica e i sogni luminosi di un futuro oltre l’oceano. Ennio Bufi si è occupato dei layout, mentre il lettering è stato affidato a Fabio Amelia, completando un’opera che si distingue per la cura del dettaglio e l’equilibrio tra parole e immagini.

Ogni tavola è una finestra su un’epoca ricostruita con un’attenzione che va oltre il semplice realismo, catturando il senso di meraviglia, nostalgia e avventura che caratterizza il sogno felliniano.

Jean-David Moran ha dichiarato:

Nel corso della mia carriera, ho dato vita a storie e universi, mi sono dedicato a biografie e adattamenti, ma mai mi era capitata l’occasione di trasformare in graphic novel una sceneggiatura pensata per il grande schermo, e tanto meno una che portasse la firma di un maestro come Felliniil racconto prende vita tra due città: New York, che conosco molto bene, e Napoli, che ancora devo scoprire ma che ho in programma di visitare per immergermi completamente nel suo spirito, in modo dare da riuscire a trasmettere tutte le sensazioni apprese nel tessuto della mia sceneggiatura.”

Parallelamente al graphic novel, il manoscritto di Fellini ha preso vita sul grande schermo grazie alla regia di Gabriele Salvatores, vincitore del Premio Oscar per “Mediterraneo”. Con Pierfrancesco Favino nel ruolo di Joseph Garofalo, il film offre una lettura complementare alla storia del fumetto, ampliando il suo messaggio e approfondendo le sfumature emotive dei personaggi. Questa doppia incarnazione dell’opera, attraverso due mezzi espressivi distinti, rappresenta un tributo alla versatilità del cinema e del fumetto come linguaggi universali.

L’Eredità di Federico Fellini

A trent’anni dalla sua scomparsa, Fellini continua a essere una fonte di ispirazione per artisti di ogni disciplina. “Napoli – New York” non è solo un’opera narrativa; è un ponte tra passato e presente, tra tradizione e innovazione. Arancia Studio, insieme a Star Comics, ha realizzato un progetto che non si limita a raccontare una storia, ma celebra il potere dell’immaginazione e della resilienza umana.

Questo graphic novel dimostra come l’arte possa non solo sopravvivere al tempo, ma anche evolversi, trovando nuove forme per raggiungere il cuore delle persone. “Napoli – New York” è un’esperienza che merita di essere vissuta, sia sfogliando le sue pagine, sia guardandone l’interpretazione cinematografica.

Un Invito a Scoprire “Napoli – New York”

Per gli appassionati di fumetti, di cinema, e di storie che lasciano il segno, “Napoli – New York” rappresenta un appuntamento imperdibile. Che si tratti di immergersi nelle tavole splendidamente illustrate del graphic novel o di lasciarsi trasportare dalla magia del grande schermo, questa storia promette di emozionare, ispirare e far riflettere sul valore dei sogni, anche nei momenti più bui.

Uonderbois: la nuova serie originale Italiana debutta su Disney+ il 6 Dicembre

Il 6 dicembre su Disney+ debutterà Uonderbois, la nuova serie originale italiana che promette di affascinare il pubblico con un mix di leggende popolari e avventure moderne, tutto ambientato nella magica e misteriosa Napoli. La serie, diretta da Andrea De Sica e Giorgio Romano, è composta da sei episodi ed è creata da Barbara Petronio e Gabriele Galli, con la produzione di Raffaella e Andrea Leone per Lotus Production, una società di Leone Film Group.

Uonderbois racconta la storia di cinque ragazzi di dodici anni, cresciuti nelle strade di Napoli, che condividono una straordinaria fantasia e una forte convinzione: tra i vicoli della città si aggira una figura leggendaria, il Uonderboi, una sorta di incrocio tra il Munaciello, una figura mitica napoletana, e un moderno Robin Hood. La città di Napoli, con la sua ricca storia e il suo spirito vibrante, fa da sfondo a questa avventura che mescola il fantastico alla realtà.

I protagonisti della serie devono affrontare una separazione dolorosa, poiché la Vecchia, la proprietaria dei vasci dove vivono, sta per vendere le case in cambio di una statuetta di Maradona. Ma quando la statuetta viene rubata dal loro idolo, Tonino Uonderboi – un nuovo Munaciello della città – i ragazzi intraprendono un’avventura alla ricerca di un misterioso tesoro che si cela nella Napoli sotterranea. In un viaggio alla scoperta di segreti secolari, i cinque amici scopriranno che dietro ogni leggenda si nasconde un pizzico di verità.

La serie vanta un cast ricco di talenti, con Serena Rossi, Massimiliano Caiazzo, Junior Rodriguez, Melissa Caturano, Catello Buonocore, Christian Chiummariello, Gennaro Filippone, Giordana Marengo, Giovanni Esposito, Ernesto Mahieux, Francesco Di Leva, Ivana Lotito, e con la partecipazione straordinaria di Nino D’Angelo.

A rendere ancora più speciale Uonderbois sono le musiche di Geolier, uno dei fenomeni musicali più acclamati in Italia negli ultimi anni. L’artista, che recentemente ha lanciato il suo nuovo progetto discografico DIO LO SA – ATTO II, firma e interpreta due brani inediti per la serie: Ferrari e Parl’ Cu Mme, che saranno anche le canzoni di fine episodio.

Con Uonderbois, Andrea De Sica e Giorgio Romano portano sullo schermo una Napoli inedita, dove le leggende diventano realtà e la magia si intreccia con la vita quotidiana. Un’avventura che promette di incantare tutti, con un cast e una storia che faranno battere il cuore degli appassionati di storie fantastiche e di mistero. Non resta che sintonizzarsi su Disney+ dal 6 dicembre per scoprire questo nuovo, emozionante viaggio!

“Mimì – Il Principe delle Tenebre””: il debutto horror di Brando De Sica conquista critica e pubblico

Dal 15 novembre, gli appassionati di cinema horror hanno un appuntamento imperdibile. Su MYmovies ONE arriva Mimì – Il principe delle tenebre, l’esordio cinematografico di Brando De Sica che ha già fatto parlare di sé nei principali festival internazionali. Questo piccolo gioiello del cinema italiano ha raccolto una pioggia di riconoscimenti, tra cui la menzione speciale per la miglior fotografia al prestigioso Festival Internacional de Cine de Catalunya di Sitges, il premio Behind the Camera ai Nastri d’Argento e il titolo di miglior regia al Magna Graecia Film Festival.

Il film ha conquistato anche il pubblico internazionale, approdando in eventi di grande rilievo come il Locarno Film Festival e lo Screamfest Horror Film Festival. Persino gli spettatori del Lucca Comics & Games hanno avuto un assaggio di questa perla gotica. E come se non bastasse, Mimì – Il principe delle tenebre è stato selezionato per la 34ª edizione del Noir in Festival, consolidando il suo status di nuova gemma del cinema horror made in Italy.

Un Dracula napoletano dal cuore di sognatore

Ambientato tra i vicoli di Napoli e la quieta Codogno, il film di Brando De Sica ci regala un Dracula che non abbiamo mai visto prima. Lontano dalla parodia e dalle citazioni postmoderne, come in Zora la vampira dei Manetti Bros., De Sica sceglie di raccontare l’epopea di un outsider che sembra uscito direttamente da un disegno di Tim Burton. Mimì, interpretato da Domenico Cuomo, è un ragazzo orfano e bullizzato per la sua diversità. Nato con i piedi deformi, lavora come pizzaiolo e vive una vita di emarginazione, finché non incontra Carmilla, una ribelle goth con gli occhi bistrati interpretata dalla talentuosa Sara Ciocca. Carmilla, convinta di essere una discendente di Dracula, diventa la sua salvezza e la sua complice in un mondo spietato e violento.

Ma il loro viaggio non è privo di ostacoli. A contrastarli ci sono il crudele Bastianello, figlio di un boss della camorra e cantante neomelodico, interpretato da Giuseppe Brunetti, e il suo fedele compagno Rocco, interpretato da Daniele Vicorito.

Un horror gotico dal sapore partenopeo

Mimì – Il principe delle tenebre è un melting pot di riferimenti e suggestioni. Da Nosferatu di Murnau alla leggenda di Vlad l’Impalatore sepolto a Napoli, il film abbraccia il folklore e il gotico con una sincerità disarmante. Non manca un omaggio alle tradizioni partenopee più oscure, come le anime pezzentelle dell’ossario del Cimitero delle Fontanelle, creando un’atmosfera unica che mescola la magia dell’horror con l’identità della città.

Il tutto è impreziosito da una colonna sonora che spazia da Ornella Vanoni con Quei giorni insieme a te a Fabrizio De André e Roberto Murolo. Ogni brano sembra cucito su misura per questa storia d’amore e terrore, dove il desiderio si intreccia con la paura in un crescendo di emozioni.

Un cast che lascia il segno

Domenico Cuomo e Sara Ciocca formano una coppia gotica irresistibile. Lui, già noto per Mare fuori, si muove tra i vicoli di Napoli con la grazia malinconica di un Charlot moderno. Lei, giovane promessa del cinema italiano, incarna una Carmilla dolente e intensa, capace di rubare la scena con la sua presenza magnetica.

Intorno a loro, un cast di personaggi memorabili: un tatuatore inquietante che sembra uscito da un quadro di Goya, dame partenopee che sniffano cocaina e un boss intubato che ricorda la regina nera di Suspiria. Ogni dettaglio contribuisce a dipingere una Napoli alchemica e feroce, dove la bellezza e la brutalità convivono in perfetto equilibrio.

Un finale che non lascia scampo

Brando De Sica non ha paura di osare, regalando al pubblico un finale splatter che si imprime nella memoria. Il sangue scorre come il ragù della tradizione napoletana, unendo sapientemente ironia e orrore. In un’epoca in cui il politicamente corretto domina la scena, Mimì – Il principe delle tenebre si distingue per il suo coraggio e la sua autenticità.

Prodotto da Indiana Production, Bartlebyfilm e Rai Cinema, e distribuito da Luce Cinecittà, il film è un’esperienza da non perdere. Brando De Sica, insieme agli sceneggiatori Ugo Chiti e Irene Pollini Giolai, ha creato un’opera che celebra il genere fantastico e l’importanza dei sogni, invitandoci a riflettere sulla nostra realtà e sul potere dell’immaginazione.

Per chiunque voglia immergersi in questa storia unica, Mimì – Il principe delle tenebre è disponibile dal 15 novembre su MYmovies ONE. Preparatevi a lasciarvi incantare da una ballata di sognatori, dove l’amore e l’orrore danzano sotto le stelle di Napoli.

Partenope e le Leggende di Napoli: la Sirena che ha plasmato l’Anima della Città

Napoli non è una semplice mappa di strade e palazzi, è un testo sacro per i cultori delle leggende, una metropoli che pulsa di narrazioni così antiche da confondersi con la genesi stessa della civiltà. Ogni pietra, ogni curva del Golfo, sussurra l’eco di Partenope, non solo un nome, ma l’archetipo che incarna l’identità enigmatica, magnetica e irriducibile della città. Per noi appassionati, questa non è storia da manuale, ma l’epicentro di un’epica che si rinnova costantemente.


La Sirena e l’Astuzia di Odisseo: Quando il Mito Crea la Città

La versione più radicata, quella che affonda le radici nella maestosa Odissea, dipinge Partenope come una delle tre sirene—sorella di Ligea e Leucosia—nate dalla metamorfosi di ancelle di Persefone, punite da Demetra e condannate a sedurre i marinai con il loro canto fatale.

Il loro destino si incrocia con quello del più celebre degli eroi achei: Odisseo. Protetto dai consigli della maga Circe, l’eroe sfidò il sortilegio sigillando le orecchie dei suoi compagni con la cera e facendosi legare all’albero maestro. Quando il navigante superò l’incantesimo senza cedere, l’onta della sconfitta fu fatale per le creature marine. Partenope, disperata, si lasciò andare alle onde. Le correnti, con un atto di fato, la deposero su un isolotto di fronte alla costa: Megaride. È su questa lingua di terra, dove oggi si erge imponente Castel dell’Ovo, che la tradizione colloca il primissimo insediamento che un giorno sarebbe diventato Neapolis. In questo scenario, la caduta della sirena si trasforma in un atto di fondazione sacro, un sacrificio mitologico che dà vita a un popolo.


L’Eroina Romantica di Matilde Serao: La Fuga e la Comunità

L’archetipo di Partenope non è monolitico. All’inizio del Novecento, una delle penne più innamorate di Napoli, la giornalista e scrittrice Matilde Serao, scelse di darle un volto completamente nuovo, depurandola dalla coda squamosa. Nella sua rivisitazione, Partenope è una giovane e fiera aristocratica greca di Atene che sfida il volere paterno per amore del guerriero Cimone.

La fuga è l’unica via per la loro unione. La loro rotta d’amore li conduce fino al golfo campano, dove non sono più incantatrici, ma fondatori e costruttori. In questa variante, Partenope non seduce per distruggere, ma accoglie, protegge, edifica. Diventa la madre simbolica di una comunità aperta, che si affaccia sul mare per trasformare il mondo, un’incarnazione dello spirito ospitale e tenace che da sempre contraddistingue l’identità partenopea.


Il Dramma Eterno: Partenope e la Passione Vulcanica

Esiste, poi, una narrazione che getta le basi per comprendere la coesistenza napoletana di bellezza e pericolo, di estasi e di eterna ferita: la storia dell’amore impossibile tra la sirena e il centauro Vesuvio.

Questo è il racconto di una passione assoluta, innescata dalle frecce di Eros. L’idillio, tuttavia, fu interrotto dalla gelosia di Zeus. La punizione divina fu implacabile: il centauro venne tramutato nel vulcano che domina la città, condannato a un fuoco perenne, mentre Partenope fu condannata a contemplarlo senza poterlo più sfiorare. Distrutta dal dolore della separazione, si abbandonò al mare, le cui onde la deposero sulla costa che avrebbe accolto la futura città. Questa saga mitologica offre una spiegazione potente e drammatica del legame indissolubile e conflittuale tra Napoli e la sua montagna di fuoco, una relazione che è al tempo stesso sublime e minacciosa.


La Cifra di Napoli: Una Vibrazione tra Memoria e Presente

Che sia sirena caduta, fuggitiva romantica o amante separata dal vulcano, Partenope resta la chiave di lettura essenziale di Napoli. Non si tratta di semplice archeologia del fantastico; questi miti sono manuali d’istruzione emotivi che spiegano perché la città è irripetibile, perché sa essere tenera e tagliente, seducente e contraddittoria.

Le leggende non sono reperti da museo, ma un alfabeto emotivo vivo. Si ritrovano nel modo in cui la lingua napoletana mescola la poesia alta con la quotidianità, nelle feste che reinventano i riti, in quel sentimento di appartenenza che trasforma la cronaca in racconto epico. Ogni vicolo, ogni suono, ogni ritorno su quelle strade ha il sapore di un incontro predestinato.

I miti di Partenope hanno la funzione vitale di connettere il passato al presente, dando spessore al mare e alle pietre. Nella sua triplice identità—fondatrice di Megaride, madre “umana” secondo Serao, o sposa tragica del Vesuvio—Napoli ritrova tre specchi diversi e complementari della propria anima complessa. Raccontare Partenope è un esercizio di riconoscimento per chiunque si definisca un cultore del meraviglioso: basta avere l’astuzia di Odisseo e, al contempo, il coraggio di sciogliere i nodi e lasciarsi attraversare dalla musica profonda e inebriante della città.