Il corvo (The Crow) compie trent’anni!

Nel mondo del cinema, esistono film che lasciano un segno profondo nell’animo dello spettatore, superando i limiti del tempo e diventando vere e proprie opere d’arte. Un esempio di tale cinema è “Il Corvo”, con Brandon Lee nel suo ultimo ruolo prima della prematura morte.  In attesa del discusso remake, il capolavoro diretto da Alex Proya compie trent’anni essendo uscito negli States 11 maggio 1994.

Il Corvo 1994 Trailer Ita HD

Il Corvo è uno di quelle pellicole che hanno segnato la storia del cinema, non solo per la sua trama avvincente e la sua atmosfera gotica, ma anche per la tragica morte del suo protagonista, Brandon Lee, figlio della leggenda delle arti marziali Bruce Lee. L’attore fu ucciso accidentalmente sul set da un colpo di pistola caricato a salve, durante le riprese di una scena cruciale del film. Il suo ruolo fu completato con l’uso di effetti speciali e controfigure, e il film gli fu dedicato come omaggio postumo.

Il film racconta la storia di Eric Draven, un musicista rock che viene ucciso insieme alla sua fidanzata Shelly da una banda di criminali. Un anno dopo, il giorno della festa di Halloween, Eric risorge dalla tomba grazie al potere di un corvo misterioso, che lo guida nella sua missione di vendetta contro i suoi assassini. Lungo il percorso, Eric incontra anche Sarah, una ragazzina orfana che era amica sua e di Shelly, e il detective Albrecht, che indagava sul loro omicidio. Negli anni 90′ film ebbe un grande successo di critica e pubblico, diventando un cult per gli appassionati del genere dark e fantasy. Ebbe anche tre seguiti, ma nessuno riuscì a eguagliare il fascino dell’originale. Da anni si parla di un remake del film, ma il progetto ha incontrato molti ostacoli e cambiamenti nel corso del tempo.

Il film si ispira pesantemente alla mitologia, alla tradizione popolare e ai fumetti, in particolare il graphic novel di James O’Barr dallo stesso nome. La trama è una mistura di orrore, d’azione e d’amore, e i temi ruotano intorno al concetto del redento, della vendetta e dello soprannaturale.

Lo stile visivo del film è un contrasto scuro e sporco con i brillanti e colorati film hollywoodiani dell’epoca. Invece, la cinematografia è oscura, morbida e sconvolgente, con una particolare attenzione ai contrasti e alla luce misteriosa. Il regista Alex Proyas utilizza angolature di telecamera e tecniche creatitive per intensificare la tensione e creare un senso di ansia, come nel celebre scene in cui il corpo di Eric viene scoperto dal corvo.

Il personaggio di Eric Draven è senza dubbio la parte più attraente del film. La performance di Brandon Lee è ricca di profondità e di potenza, che fa brillare la sua caratterizzazione. Il suo impersonamento di Eric è una perfetta miscela di vulnerabilità, rabbia e tristezza, rendendo il suo personaggio simpatico e relatable. Il personaggio del corvo, che essenzialmente è un’estensione dell’io subconscio di Eric, aggiunge un’ulteriore dimensioni soprannaturale e mistica alla storia, e la sua presenza serve da forte simbolo di speranza, del redentore e del rinnovamento.

La colonna sonora, composta da Graeme Revell, è spaventosa e eterea, aggiungendo alla film una qualità surreale e onirica. L’uso della musica classica e delle armonie orchestrali crea una sensazione di grandezza e grandiosità, mentre gli elementi elettronici danno un tocco moderno ed edgy. La musica è la perfetta complemento alla fotografia e contribuisce alla sua atmosfera e alla sua mood.

I temi della redenzione e della vendetta sono approfonditi in modo significativo, con la missione di Eric di vendicare la sua morte che serve da metafora per la condizione umana. Il film indaga sulla natura della giustizia, della vendetta e del perdono, e come questi concetti sono interconnessi. La missione di Eric verso la redenzione non è solo un tentativo di vendicarsi della sua morte ma anche di trovare la chiusura e il superamento. Il film porta un messaggio profondo sull’esistenza, la giustizia, la vendetta e la riconciliazione.

Soportùjar, il borgo stregato di Pueblo Embrujado

Situato a un’ora e mezza di distanza sia da Malaga che da Granada, il borgo di Soportùjar, conosciuto anche come Pueblo Embrujado, è un luogo magico abitato da 300 persone e molte moltre streghe. La sua storia risale al periodo in cui i Mori furono espulsi dalla Spagna e nuovi abitanti provenienti dalla Galizia si trasferirono nel villaggio. Questi nuovi residenti portarono con sé le fiabe dei paesi slavi, creando così l’atmosfera misteriosa e incantata che caratterizza Soportùjar.

Soportújar - The Witch Village | Andalusia | Andalucia | Spain | Holidays in Spain | Travel to Spain

Le leggende e le storie di streghe e incantesimi circolano da generazioni in paese nel cuore dell’Alpujarra di Granada, contribuendo a creare un’atmosfera unica e affascinante che attira numerosi visitatori, soprattutto durante il periodo di Halloween. Gli abitanti del borgo hanno abbracciato queste leggende e celebrano regolarmente feste dedicate alle streghe.

Durante una visita a Soportùjar, è possibile scoprire numerosi luoghi legati alle streghe, come la testa di Baba Yaga, la  Grotta dell’Occhio della Strega, il Ponte Incantato, la Fontana delle Streghe, il Pozzo dei Desideri e molti altri. Il paese è ricco di angoli suggestivi e di opere d’arte che rappresentano la presenza delle streghe nella vita quotidiana dei suoi abitanti.

Pueblo Embrujado è un luogo affascinante e misterioso, dove la magia e la fantasia si mescolano alla storia e alla tradizione, creando un’esperienza unica e indimenticabile per chi decide di visitarlo. Se siete alla ricerca di un’avventura insolita e emozionante, non perdetevi l’occasione di esplorare questo incantevole borgo delle streghe in provincia di Granada.

Piccoli Brividi: rinnovata per la seconda stagione

Disney Branded Television ha annunciato di aver dato il via libera alla seconda stagione della serie di successo Piccoli Brividi per Disney+. Prodotta da Sony Pictures Television, la nuova stagione sarà composta da otto episodi e presenterà un nuovo capitolo della saga di “Piccoli Brividi“ con un tocco antologico: una storia, un’ambientazione e un cast nuovi di zecca basati sulla serie di libri di R.L. Stine, bestseller mondiali di Scholastic. La notizia è stata annunciata durante il Television Critics Association Winter Press Tour 2024 che si è tenuto a Pasadena, in California.

Nella prossima stagione, due fratelli adolescenti scoprono una minaccia nella loro casa. Da quel momento si innescano una serie di eventi che li porterà a svelare un mistero oscuro. Esplorando l’ignoto, i due si ritroveranno invischiati nella storia di cinque adolescenti che scomparvero misteriosamente nel 1994.

Ayo Davis, president, Disney Branded Television, ha dichiarato:

Il pubblico di tutto il mondo si è innamorato dei brividi, delle emozioni, del cuore e dell’umorismo della serie, che l’ha resa uno degli show più visti di Disney Branded Television dello scorso annoNon vediamo l’ora di immergerci ancora di più nella brillante mente di R.L. Stine e di collaborare ancora una volta con Sony Pictures Television, Scholastic Entertainment e il nostro fantastico team creativo per portare un mistero completamente inedito su Disney+ per la seconda stagione“.

Katherine Pope, president of Sony Pictures Television Studios, ha aggiunto:

Siamo incredibilmente orgogliosi del lavoro dei nostri sceneggiatori, dei produttori, del cast e della troupe e della visione che hanno portato nella prima stagione, apprezzata da una nuova generazione di fan assieme a quelli che sono cresciuti nell’iconico mondo di R.L. StineCome quando si apre un nuovo libro della serie “Piccoli Brividi”, non vediamo l’ora di vedere come gli sceneggiatori ribalteranno le aspettative esplorando la serie con un taglio antologico. Grazie a Disney Branded Television, che rimane un partner costante in questo viaggio meravigliosamente spaventoso“.

Dopo aver ottenuto la certificazione Fresh su Rotten Tomatoes, Piccoli Brividi è stata nominata per il PGA Award nella categoria Outstanding Children’s Program e per il DGA Award nella categoria Outstanding Directorial Achievement in Children’s Programs. Inoltre, il primo episodio della prima stagione su Disney+ e Hulu è stato un successo immediato, con 4,2 milioni di visualizzazioni totali in tutto il mondo nei primi tre giorni.*

Pubblicata da Scholastic negli Stati Uniti, “Piccoli Brividi” è una delle serie di libri più vendute di tutti i tempi, con oltre 400 milioni di libri stampati in 32 lingue.

Nicholas Stoller (I Muppet) e Rob Letterman (Pokémon: Detective Pikachu) hanno sviluppato la serie e sono produttori esecutivi, insieme a Hilary Winston (Community), Neal H. Moritz (il franchise di Fast & Furious), Iole Lucchese (Clifford – Il grande cane rosso) di Scholastic Entertainment, Pavun Shetty (The Boys), Conor Welch (Platonic), Caitlin Friedman (Acquasilente) di Scholastic Entertainment ed Erin O’Malley (New Girl).

Le Castagne di Martorana: Il Regno dei Morti

“Vorrei rivedere la nonna per un’ultima volta, per poter rifare con lei la frutta di martorana.”

Per realizzare questo desiderio, nella notte a cavallo tra l’1 e il 2 novembre (tradizionale “festa dei morti” ed unica notte magica in cui ai defunti è concesso di rincontrare i loro cari), Sebastiano ed Inara intraprenderanno un viaggio onirico−dantesco all’interno del regno dei morti siciliani. Qui incontreranno molte personalità della cultura e della storia della Sicilia: partendo dal cartografo arabo Idrisi, fino ad arrivare a Federico II, passando per Rosalia Lombardo e Matteo Bonello: ognuno di essi li arricchirà con la propria esperienza e storia personale. Lungo tutto il viaggio saranno inseguiti da una macabra ed oscura presenza: un cavaliere scheletrico con il suo cavallo (personaggio raffigurato nell’affresco “il Trionfo della Morte”) che rappresentano le paure più profonde dei due ragazzi, paure che non possono sparire ma che impareranno ad affrontare.

Una storia raccontata sotto forma di fumetto che dà vita a “Le Castagne di Martorana“, il graphic novel realizzato da Luca Rizzuto e Tancredi Vasile, per Tireless Monkey Studio ed edita da Abra Books (Vicenza) ispirandosi alla Festa dei Morti, la tradizionale commemorazione in memoria degli antenati durante la quale, in Sicilia, si prepara la “frutta di martorana”, il dolce tipico fatto di pasta di mandorle. Vincenzo Ceruso nella sua prefazione spiega che “Le Castagne di Martorana” è

“…un racconto di formazione, la narrazione di un percorso che attraversa la paura della morte, della perdita di quel che amiamo, del distacco e, insieme, della costruzione dell’interiorità”.

Il graphic novel è stato realizzato dagli autori insieme al disegnatore e colorista Ludovico Lo Cascio, il letterista Giovanni Spadaro e Fabrizio Failla, responsabile marketing. Luca Rizzuto, palermitano, è laureato in graphic design presso l’Accademia di Belle Arti ed ha studiato regia e sceneggiatura nella scuola “Start Film” diretta dal regista Egidio Termine. Attualmente collabora con la Scuola del Fumetto di Palermo e lavora nel campo dell’editoria. Tancredi Vasile, anche lui palermitano ma milanese d’adozione dove lavora attualmente, si è formato nel campo della scrittura creativa presso la scuola Holden di Torino.

Tireless Monkey Studio è un nuovo studio creativo che realizza prodotti editoriali basati su diverse forme di narrazione, soprattutto graphic novel e fumetti. Il loro primo progetto, “Le Castagne di Martorana”, pubblicato nel 2018, è stato rilevato da Abra Books, che ne farà una nuova versione con un finale diverso. Per completare il loro sogno, hanno bisogno del sostegno del pubblico! Partecipando alla loro campagna su Amazon, i sostenitori contribuiranno a finanziare i due volumi finali de Le Castagne di Martorana.

Per partecipare alla campagna, basta sostenere il progetto e aiutare a portare a termine i due volumi conclusivi del fumetto. I sostenitori potranno anche essere coinvolti nel processo creativo e influenzare lo sviluppo della storia, cliccando su contenuti interattivi e scegliendo l’esito. Quando inizierà la campagna di acquisto su Amazon, i sostenitori saranno avvisati! E se lo vorranno, potranno acquistare direttamente il volume su Amazon!

I vantaggi di partecipare alla campagna sono molti:

  • Sostenere un prodotto di qualità realizzato da un team di professionisti del settore.
  • Avere un forte senso di appartenenza al prodotto.
  • Avere l’opportunità di incontrare tutti i membri dello staff durante un evento in diretta, ricevendo anche uno schizzo dal loro illustratore. Questo evento mostrerà il processo creativo dietro al loro fumetto, come ringraziamento a tutti i sostenitori del progetto.

Perché il 2 novembre è il giorno dei morti e qual è il suo legame con halloween?

Il 2 novembre è una data in cui si ricordano i propri cari scomparsi, visitando i cimiteri, accendendo candele, pregando o seguendo altre tradizioni locali. Ma perché proprio il 2 novembre è il giorno dei morti e qual è il suo rapporto con la festa di halloween, che si celebra la notte del 31 ottobre?

Le origini del giorno dei morti sono antiche e diverse, ma una delle più accreditate fa risalire la sua nascita al 998, quando l’abate benedettino sant’Odilone di Cluny stabilì che il giorno successivo alla festa di Tutti i Santi (1° novembre) si dovesse commemorare tutti i defunti con delle preghiere e delle messe. Questa usanza si diffuse poi in tutta la Chiesa cattolica e fu ufficializzata nel XIV secolo¹.

Tuttavia, il culto dei morti ha origini molto più remote e si ritrova in molte culture antiche, come quella romana, greca, egizia, celtica e precolombiana. In particolare, i Celti celebravano il capodanno il 1° novembre e credevano che la notte precedente fosse il momento in cui il confine tra il mondo dei vivi e quello dei morti si assottigliava, permettendo agli spiriti di vagare sulla terra. Per questo motivo, accendevano fuochi sacri, indossavano maschere spaventose e offrivano cibo agli spiriti per placarli o ingannarli².

Queste tradizioni furono poi assimilate dal cristianesimo, che le reinterpretò alla luce della sua dottrina. Così, la notte del 31 ottobre divenne la vigilia di Tutti i Santi (All Hallows’ Eve in inglese, da cui deriva il termine halloween) e assunse un significato di preparazione alla festa dei santi e dei martiri del giorno successivo. Allo stesso modo, il giorno dei morti divenne l’occasione per pregare per le anime del purgatorio, che attendevano la salvezza eterna³.

Oggi, il giorno dei morti e halloween sono due feste distinte ma collegate, che hanno assunto anche aspetti diversi a seconda dei paesi e delle culture. Mentre in Italia il giorno dei morti è una ricorrenza solenne e religiosa, in altri paesi come il Messico è una festa allegra e colorata, in cui si celebra la vita e si onora la memoria dei defunti con offerte floreali, dolci a forma di teschi, altari domestici e maschere di scheletri⁴. Al contrario, halloween è una festa profana e commerciale, in cui si esaltano i temi del mistero, dell’orrore e del divertimento, con travestimenti, zucche intagliate, dolcetti o scherzetti⁵.

In conclusione, il 2 novembre è il giorno dei morti perché in quella data la Chiesa cattolica ha stabilito di commemorare tutti i defunti con delle preghiere e delle messe. Il suo legame con halloween risale alle antiche tradizioni celtiche, che credevano che la notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre fosse propizia per l’apparizione degli spiriti. Queste tradizioni sono state poi cristianizzate e trasformate nel corso dei secoli, dando origine a due feste diverse ma complementari.

Le Radici del Samhain: Alla Scoperta della Festa Celtica dell’Halloween

Mentre nelle nostre case fervono i preparativi per la notte di Halloween, io ho deciso di spiegarvi cosa è il Samhain; ovvero da dove Halloween ha origine. Il Samhain, pronunciato “sow-in,” è una festa antica celebrata dai Celti, principalmente in Irlanda, Scozia e Galles. Questa festività, che ha influenzato in modo significativo l’Halloween moderno, è caratterizzata da tradizioni di riti religiosi, celebrazioni comunitarie e credenze legate all’aldilà. In questo articolo, esploreremo le profonde radici del Samhain e come essa abbia contribuito a plasmare la nostra attuale festa di Halloween.

Origini Celtiche

Il Samhain, che significa letteralmente “fine dell’estate” in gaelico, era una festa celtica che segnava la fine del raccolto e l’inizio dell’inverno. I Celti credevano che in questa notte, il velo tra il mondo dei vivi e quello dei morti si assottigliasse, consentendo agli spiriti dei defunti di tornare sulla terra. Questa credenza sottolineava l’importanza dei riti propiziatori per placare gli spiriti e garantire il benessere della comunità nell’inverno imminente.

Tradizioni Samhain

Il Samhain era caratterizzato da una serie di tradizioni significative:

  1. Fuochi Sacri: I Celti accendevano grandi falò, chiamati “fuochi sacri,” per scacciare gli spiriti maligni e purificare la terra per il nuovo anno.
  2. Costumi: Si dice che i Celti indossassero costumi e maschere per confondere gli spiriti e sfuggire alla loro attenzione durante il Samhain. Questa tradizione è un chiaro antecedente delle attuali feste in costume dell’Halloween.
  3. Raccolta del Raccolto: Durante il Samhain, i Celti completavano il raccolto rimanente e sacrificavano bestiame per prepararsi all’inverno. Questo era un momento di condivisione comunitaria e solidarietà.
  4. Divinazione: Era comune praticare la divinazione durante il Samhain per cercare di prevedere il futuro. Questa pratica era spesso collegata all’amore, al matrimonio e alla prosperità.

Influenza sull’Halloween

Con l’arrivo del cristianesimo nelle terre celtiche, molte tradizioni del Samhain furono assimilate nella festa cristiana di Ognissanti, che si celebra l’1 novembre. Tuttavia, molte credenze e pratiche pagane persistettero sotto forma di tradizioni popolari.

L’arrivo degli immigrati irlandesi negli Stati Uniti nel XIX secolo portò il Samhain negli Stati Uniti, dove si mescolò con altre tradizioni e diede vita all’Halloween moderno. Le candele all’interno delle zucche, i costumi, il trick-or-treating e le storie spaventose hanno tutti radici nelle antiche tradizioni del Samhain.

In conclusione

Il Samhain è una festa celtica dalle radici profonde che ha influenzato notevolmente l’Halloween moderno. Questa festività, originariamente concepita per onorare gli spiriti e preparare la comunità all’inverno imminente, è stata tramandata attraverso i secoli e ha lasciato un’impronta indelebile sulla cultura contemporanea. Mentre celebriamo l’Halloween oggi con costumi spaventosi e dolcetti, è importante ricordare le sue radici e l’antica festa celtica che ha contribuito a darle vita.

Apple annuncia la nuova gamma MacBook Pro con chip M3, M3 Pro e M3 Max

Apple ha annunciato oggi la sua rinnovata gamma MacBook Pro, basata sui nuovi chip M3, M3 Pro e M3 Max. I nuovi modelli offrono prestazioni e funzionalità migliorate rispetto alla generazione precedente, con CPU e GPU più veloci, più memoria unificata e una serie di nuove funzioni e tecnologie.

Ecco le principali novità della nuova gamma MacBook Pro:

  • Chip M3, M3 Pro e M3 Max: i nuovi chip sono basati sulla tecnologia a 3 nanometri e offrono prestazioni fino al 2,5 volte superiori rispetto alla generazione precedente.
  • Display Liquid Retina XDR: tutti i modelli hanno un display Liquid Retina XDR con una luminosità di 1000 nit costanti e 1600 nit di picco per i contenuti HDR.
  • Batteria: l’autonomia massima raggiunge le 22 ore.
  • Nuove funzioni di rendering: la GPU integrata supporta nuove funzioni di rendering, tra cui mesh shading con accelerazione hardware e ray tracing con accelerazione hardware.

MacBook Pro 14″ con chip M3

Il MacBook Pro 14″ con chip M3 è il modello entry-level della nuova gamma. È fino al 60% più veloce rispetto al MacBook Pro 13″ con chip M1.

MacBook Pro 14″ e 16″ con chip M3 Pro

I MacBook Pro 14″ e 16″ con chip M3 Pro offrono prestazioni ancora maggiori e supportano più memoria unificata.

MacBook Pro 14″ e 16″ con chip M3 Max

I MacBook Pro 14″ e 16″ con chip M3 Max offrono prestazioni e capacità all’altezza dei flussi di lavoro più estremi.

Prezzi e disponibilità

Il nuovo MacBook Pro può essere ordinato a partire da oggi. Le consegne inizieranno martedì 7 novembre.

MacBook Pro 14″ con chip M3:

  • 8GB di memoria unificata: € 2.049
  • 16GB di memoria unificata: € 2.449
  • 24GB di memoria unificata: € 2.849

MacBook Pro 14″ con chip M3 Pro:

  • 18GB di memoria unificata: € 2.599
  • 36GB di memoria unificata: € 2.999
  • 48GB di memoria unificata: € 3.399
  • 64GB di memoria unificata: € 3.799
  • 128GB di memoria unificata: € 4.199

MacBook Pro 16″ con chip M3 Pro:

  • 18GB di memoria unificata: € 3.099
  • 36GB di memoria unificata: € 3.499
  • 48GB di memoria unificata: € 3.899
  • 64GB di memoria unificata: € 4.299
  • 128GB di memoria unificata: € 4.699

MacBook Pro 16″ con chip M3 Max:

  • 36GB di memoria unificata: € 3.599
  • 96GB di memoria unificata: € 3.999
  • 48GB di memoria unificata: € 4.399
  • 64GB di memoria unificata: € 4.799
  • 128GB di memoria unificata: € 5.199

Commento

La nuova gamma MacBook Pro rappresenta un significativo passo avanti rispetto alla generazione precedente. I nuovi chip M3, M3 Pro e M3 Max offrono prestazioni e funzionalità migliorate che rendono questi computer ancora più adatti a una vasta gamma di attività, dal lavoro creativo al gaming.

I 5 luoghi più infestati d’Italia: scopri i segreti del soprannaturale

L’Italia è una terra ricca di storia e cultura, ma anche di leggende e misteri. Con l’avvicinarsi di Halloween, è il momento perfetto per esplorare il lato più oscuro del Bel Paese. In questo articolo, vi presentiamo i 5 luoghi più infestati d’Italia, dove potrete immergervi nell’atmosfera del soprannaturale e scoprire i segreti del passato.

Ca’ Dario, Venezia:

Costruita nel XV secolo, Ca’ Dario è una delle case più antiche e affascinanti di Venezia. Tuttavia, la sua storia è anche avvolta da un’aura di mistero e terrore. Si dice che la casa sia infestata dalle anime dei suoi proprietari, tutti morti in circostanze tragiche. Il più famoso è Giovanni Dario, che perse la figlia per suicidio e il figlio per omicidio. In seguito, altri due proprietari morirono in circostanze misteriose, e tutti i successivi 13 proprietari furono vittime di morte prematura.

Via Bagnera, Milano:

Questa piccola strada di Milano è legata a una delle storie più macabre della storia italiana. Nel XIX secolo, Antonio Boggia, un rispettabile antiquario, uccise e smembrò almeno 10 donne in questo luogo. Le sue vittime erano per lo più prostitute e donne di facili costumi, che Boggia attirava con l’inganno nella sua abitazione. Il serial killer fu infine catturato e giustiziato nel 1862.

Castello di Carini, Sicilia:

Questo castello siciliano è il teatro di una tragica storia d’amore. Nel XVI secolo, la baronessa Laura Lanza Trabia di Carini si innamorò di Ludovico Vernagallo, cugino del marito. La loro relazione fu scoperta dal padre di Laura, che uccise Ludovico e poi la figlia. Le loro anime sono ancora legate al castello, dove si dice che si manifestino in forme spettrali.

Cimitero delle Fontanelle, Napoli:

Questo cimitero napoletano è un luogo di culto e di leggende. Ospita le spoglie di oltre 40.000 persone, vittime della peste del 1656 e dell’epidemia di colera del 1836. Secondo la tradizione, le anime di queste vittime vagano per il cimitero, in cerca di pace.

Ca’ delle Anime, Voltri, Genova:

Questa casa genovese è infestata dalle anime di una famiglia di assassini. La famiglia, afflitta da disturbi mentali, invitava i viaggiatori a passare la notte nella loro locanda, per poi ucciderli nel sonno abbassando il soffitto della camera. Le loro vittime sono ancora legate alla casa, dove si manifestano in inquietanti apparizioni e rumori.

Questi sono solo alcuni dei luoghi infestati d’Italia. Se siete alla ricerca di un brivido, non esitate a visitarli e a scoprire i loro segreti.

E se Halloween avesse origine in Molise?

Vi abbiamo già parlato delle origini della Festa di Halloween, ma se invece tale ricorrenza e le sue tradizioni avessero avuto origine in Italia e in particolare in Molise? Scopriamolo insieme in questo interessante articolo tratto dal blog La Terra in Mezzo.

A Carovilli la sera di Ognissanti ha luogo la festa della “Mort cazzuta” in occasione della quale viene organizzato ‘R’cummit’ (il convito), una cena cui partecipano amici e parenti, il cui piatto principale sono le “Sagne e jierv”, cioè delle sagnette preparate con farina e acqua, condite con della verza e con pancetta di maiale. Al termine della cena, viene lasciato su un davanzale un piatto della pietanza, affinché i parenti defunti possano cibarsene. Accanto al piatto viene posta una zucca svuotata e intagliata con varie espressioni e contenente una candela accesa.

Il nome di “Mort cazzuta” nel dialetto locale significa ‘tagliata’ e rappresenta l’idea che ogni intagliatore collegava alla morte. L’uso di intagliare zucche e di illuminarle con candele si registra anche a Montemitro e a Pescolanciano, dove sui davanzali e negli angoli bui, per far spaventare i passanti, si esponevano delle zucche tagliate a mò di teschio, con dentro un cero. Proseguendo con le tradizioni, in alcune zone del Molise, dopo aver condotto il cadavere al cimitero, i parenti erano soliti abbandonare la casa per un giorno ed una notte, per permettere al morto di tornare a rifocillarsi. E ancora, anticamente, gruppi di questuanti giravano per il paese bussando agli usci delle case per richiedere legumi e frutta di stagione.

tratto da La Terra in Mezzo

Il Messico festeggia i Dia de Muertos

Il Messico offre un momento davvero speciale da vivere durante la stagione del Dia de Muertos, la festa che si celebra tra la fine di ottobre e i primi di novembre e che ha radici profonde nella cultura precolombiana. In ogni civiltà, è da sempre stato un modo di rendere omaggio ai defunti e nel corso dei secoli, attraverso conquiste e scambi culturali, le tradizioni si sono stratificate, mantenendo peculiarità proprie di ogni Paese.

Oggi, abbiamo Halloween, una festa con travestimenti e giochi per bambini, di origini celtiche ben note. Molti di noi hanno visto e amato la rappresentazione del Dia de Muertos nel film Disney-Pixar Coco. Le origini di questa festa risalgono a migliaia di anni fa, quando le popolazioni precolombiane, come gli Aztechi, i Toltechi e i Nahua, consideravano la morte una fase naturale del ciclo della vita. I morti erano ancora membri della comunità, tenuti in vita nella memoria e nello spirito, e durante il Dia de Muertos tornavano temporaneamente sulla Terra. La celebrazione degli indigeni messicani per i propri antenati si è fusa nel corso dei secoli con la cultura cattolica spagnola, creando un’unica festa in cui religione e spiritualità affrontano in modo naturale e giocoso il tema dell’aldilà e il mistero della morte, con un tocco di allegria che diventa una celebrazione della vita stessa.

Nel 2008, l’UNESCO ha riconosciuto l’importanza del Dia de Muertos inserendolo nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Oggi la festa è celebrata da Messicani di ogni religione ed etnia, ma al suo cuore rimane una riaffermazione della vita indigena.

I preparativi per il Dia de Muertos iniziano con molta anticipo.

Le famiglie costruiscono degli altari domestici, chiamati ofrendas, dove espongono le foto dei defunti, insieme a fiori, candele, incenso, acqua, sale e altri oggetti che rappresentano i quattro elementi. Sull’altare vengono anche collocati i cibi e le bevande preferite dai morti, come il pan de muerto (pane dolce decorato con ossa di pasta), i tamales (involtini di mais ripieni di carne o formaggio), il mole (salsa piccante a base di cioccolato), il tequila o il pulque (bevanda alcolica fermentata). Inoltre, si aggiungono dei teschi di zucchero o di cioccolato, decorati con colori vivaci e scritte con il nome del defunto o con frasi ironiche.

Un altro elemento tipico del Dia de Muertos sono le calaveras, delle rappresentazioni umoristiche e satiriche della morte sotto forma di poesie, disegni o costumi. Le calaveras sono spesso dedicate a personaggi famosi o politici, ma anche a persone comuni. La più famosa calavera è la Catrina, una figura scheletrica vestita con abiti eleganti e un cappello a falda larga, che simboleggia la vanità umana e l’uguaglianza davanti alla morte.

Tra le calaveras dipinte e fatte di dolci di zucchero, gli altari coloratissimi e gli scheletri vestiti con abiti variopinti, si può percepire una semplice continuità tra vita e morte che rasserena l’animo. Lo spirito di questa celebrazione incarna l’essenza stessa del Messico, un luogo dove gli elementi del realismo magico sudamericano si incontrano con un modo di vivere contemporaneo che guarda con grande rispetto alle tradizioni del passato. Durante il Dia de Muertos, le famiglie visitano i cimiteri dove sono sepolti i loro cari e li adornano con fiori, soprattutto quelli di cempasúchil (calendula messicana), che hanno un colore arancione intenso e un profumo intenso. Si crede che questi fiori aiutino a guidare le anime dei morti verso i loro altari. Nei cimiteri si svolgono anche delle veglie notturne, dove si pregano rosari, si cantano canzoni e si raccontano storie sui defunti. L’atmosfera è allegra e festosa, non triste o lugubre.

Essere presenti durante le celebrazioni del Dia de Muertos è senza dubbio un modo per immergersi nell’autenticità di questo luogo meraviglioso. Grandi feste si svolgono a Città del Messico, nella zona meridionale del Paese e nella penisola dello Yucatan, offrendo un’esperienza unica e coinvolgente che ti permette di apprezzare appieno la cultura e la spiritualità messicana.

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