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Che fine ha fatto il Metaverso? Un sogno tecnologico fra realtà aumentata e virtuale

Nel 2021, il termine “Metaverso” era sulla bocca di tutti, grazie alla dichiarazione di Mark Zuckerberg che annunciava il cambio di nome di Facebook in Meta. Era l’inizio di una nuova era digitale, quella di un mondo virtuale e immersivo, dove gli utenti avrebbero interagito non solo con i contenuti ma diventando essi stessi parte di essi. Ma oggi, a distanza di pochi anni, ci si chiede: che fine ha fatto il Metaverso? Si è trasformato in un ricordo di una grande promessa tecnologica, o continua a evolversi in qualcosa di nuovo?

La parola “Metaverso” ha radici profonde, che vanno oltre il mondo della tecnologia e affondano nel pensiero filosofico e nella fantascienza. Deriva dalla fusione di due termini: “meta”, che in greco antico significa “al di là di”, e “universus”, che in latino significa “tutto”. Questo concetto rimanda alla “Metafisica” di Aristotele, che esplorava ciò che esiste oltre e dopo la fisica. Nella fantascienza, il metaverso è stato reso famoso dal romanzo Snow Crash di Neal Stephenson, dove veniva immaginato come un mondo virtuale unico e immersivo, reso accessibile tramite visori di realtà virtuale (VR) e realtà aumentata (AR). Con il tempo, questo concetto è diventato sinonimo di un futuro digitale, dove la realtà fisica e quella virtuale si mescolano in un’esperienza condivisa e interattiva.

Nonostante l’hype iniziale, il Metaverso ha trovato parecchi ostacoli lungo il cammino. Le sfide tecnologiche, un’esperienza utente deludente e le difficoltà economiche sono solo alcuni dei motivi per cui la visione di un universo digitale unificato e senza confini sembra destinata a rimanere un sogno. Le risorse necessarie per sviluppare un mondo virtuale immersivo sono enormi, e la tecnologia attuale non è ancora in grado di supportare ambienti realistici a un costo accessibile. I visori VR, come quelli della linea Quest di Meta, pur essendo relativamente economici, non riescono a garantire un’esperienza fluida e coinvolgente, e ciò ha raffreddato l’entusiasmo iniziale degli utenti.

Inoltre, la mancanza di una proposta chiara e convincente per il pubblico ha spinto molte aziende e sviluppatori a rivolgersi ad altri settori tecnologici emergenti, come l’intelligenza artificiale generativa, che sta rapidamente guadagnando terreno. Gli utenti, infatti, si sono resi conto che la promessa di un mondo virtuale dove lavorare, socializzare e giocare si scontrava con la realtà di mondi poco coinvolgenti e graficamente poveri, dove le esperienze non riuscivano a rispecchiare le aspettative. Un altro aspetto cruciale è stato l’alto costo dei dispositivi VR, che non solo richiedono visori costosi, ma anche computer potenti, rendendo il Metaverso poco pratico e accessibile per il grande pubblico.

Nel frattempo, un’altra tecnologia ha iniziato a farsi largo nel panorama digitale: la realtà estesa (XR), che combina elementi di realtà aumentata e virtuale. Quest’approccio, meno invasivo rispetto al metaverso, sta guadagnando popolarità, poiché consente di integrare elementi digitali nella vita quotidiana senza sostituire completamente il mondo reale. Aziende come Apple, con il suo dispositivo Vision Pro, stanno puntando su esperienze lavorative e di intrattenimento immersive, ma mai attraverso la creazione di un mondo virtuale separato. Il Vision Pro si presenta come un visore di fascia alta per applicazioni pratiche, come riunioni aziendali virtuali o gallerie d’arte digitali, senza fare riferimento diretto al termine “metaverso”.

Anche Meta sta puntando sulla realtà mista con dispositivi come i Ray-Ban Meta Smart Glasses, occhiali intelligenti che combinano realtà aumentata e comandi vocali, offrendo un’esperienza più praticabile e accessibile rispetto ai visori VR. La differenza principale tra la realtà mista e il Metaverso risiede nell’approccio: mentre quest’ultimo prometteva una totale immersione in mondi virtuali separati dalla realtà, la realtà mista integra elementi digitali nel mondo fisico, rendendo la tecnologia più naturale e meno invadente.

L’errore più grande di Meta, infatti, è stato quello di concentrarsi principalmente su applicazioni lavorative e professionali, ignorando il lato ludico e di intrattenimento che è sempre stato alla base del successo della realtà virtuale. Ora, l’azienda sembra aver imparato dai propri sbagli, puntando su dispositivi più pratici come gli occhiali intelligenti Orion, che combinano realtà aumentata e intelligenza artificiale generativa. Con questi nuovi prototipi, Meta sta cercando di offrire strumenti tecnologici che possano migliorare la vita quotidiana degli utenti senza creare universi paralleli.

D’altra parte, il Metaverso ha comunque lasciato un’eredità importante, che vive nella realtà mista e nelle tecnologie che cercano di integrare il digitale con la vita reale. Nonostante i fallimenti iniziali, le potenzialità della realtà estesa potrebbero trasformarsi in una nuova forma di socializzazione e di interazione online. La realtà mista promette di cambiare radicalmente il nostro modo di vivere e socializzare online, creando ambienti in cui le interazioni sono più immersive e più vicine alla “presenza” fisica. Ad esempio, in un futuro prossimo, potremmo far parte di comunità virtuali in cui le esperienze digitali e fisiche si fondono, riducendo la necessità di dispositivi come tastiere e schermi.

Tuttavia, l’adozione di queste tecnologie non è priva di sfide. La possibilità di un aumento dell’isolamento sociale, la dipendenza dalla tecnologia e i problemi legati al sonno sono solo alcune delle problematiche che potrebbero emergere. La chiave per il successo sarà la capacità di creare esperienze familiari, intuitive e positive per gli utenti, in modo che il digitale possa arricchire la vita quotidiana senza sovrapporsi alla realtà. Mentre il sogno del Metaverso come versione unificata di Internet sembra destinato a rimanere un capitolo del passato tecnologico, la sua eredità continua a vivere nelle nuove tecnologie che stanno cercando di rendere il digitale più integrato e accessibile. In un mondo sempre più dominato dall’intelligenza artificiale e dalle tecnologie immersive, il futuro della tecnologia sembra essere un equilibrio tra reale e virtuale, dove innovazione e usabilità camminano di pari passo, con un occhio rivolto alle potenzialità della realtà estesa, capace di trasformare radicalmente la nostra esperienza online.

Il 21 e 22 ottobre 2024, a Torino, va in scena la terza edizione dell’ AI&VR Festival

Il futuro del cinema è in arrivo, e sarà un’esperienza senza precedenti. Il 21 e 22 ottobre 2024, l’ANGI (Associazione Nazionale Giovani Innovatori) è lieta di annunciare la terza edizione del l’AI&VR Festival, l’evento incentrato su Metaverso, Intelligenza Artificiale e Realtà Virtuale. Questa straordinaria iniziativa si propone di esplorare il ruolo cruciale dei giovani, dell’economia digitale e dei social network, cercando di coinvolgere le principali realtà del settore big tech, startup e giovani leader d’opinione. Si svolgerà in una giornata interamente dedicata alle nuove tendenze nel panorama della comunicazione digitale. La prestigiosa cornice del Museo Nazionale del Cinema di Torino, un simbolo della cultura piemontese, ospiterà le eccellenze dei giovani innovatori italiani, creando un’opportunità unica di confronto e ispirazione.

Un aspetto di particolare rilievo sarà l’integrazione del BAIIF – Burano Artificial Intelligence Film Festival, che presenterà una selezione di cortometraggi realizzati da registi visionari. Questi artisti, utilizzando la potenza dell’AI, hanno creato opere uniche che sfidano le convenzioni narrative tradizionali. Tra gli ospiti d’eccezione, ci saranno Giovanni Balletta e Hanna Rudak, co-fondatori del BAIIF, che porteranno la loro esperienza e visione sul futuro del cinema, evidenziando come l’intelligenza artificiale possa rivoluzionare il modo in cui raccontiamo storie.

Gabriele Ferrieri, Presidente dell’ANGI, ha sottolineato l’importanza di questo festival nel panorama giovanile italiano. Ferrieri ha affermato che “Torino rappresenta un vanto per l’innovazione e l’economia digitale“, sottolineando come l’AI&VR Festivalriunisca attori fondamentali per discutere argomenti cruciali come l’intelligenza artificiale e la realtà virtuale. Durante l’evento, si svolgeranno incontri e dibattiti, dando spazio a innovatori e esperti per confrontarsi su temi come le sfide del big tech e le opportunità che queste tecnologie offrono.

Il programma del festival è ricco e variegato, con la giornata inaugurale che prevede una cerimonia riservata seguita da dibattiti e presentazioni. Tra le attività in programma, un’importante indagine demoscopica sul Metaverso verrà presentata da Roberto Baldassari e Adelina Chiara Balsamo, fornendo dati cruciali sulla percezione e sull’impatto di queste nuove tecnologie nel nostro Paese. Saranno presenti rappresentanti delle istituzioni, del mondo accademico e delle aziende, tutti uniti dalla volontà di esplorare come l’AI e la VR possano cambiare il nostro modo di vivere e lavorare.

L’AI&VR Festival ha ricevuto il sostegno di partner significativi, tra cui la Fondazione Compagnia di San Paolo e Rai Cinema, nonché vari enti governativi e accademici, dimostrando così la volontà di costruire un ecosistema favorevole alla crescita delle startup italiane nel settore tecnologico. La manifestazione non è solo un momento di celebrazione dell’innovazione, ma rappresenta anche un’opportunità per riflettere sul futuro della comunicazione e della creatività.

Il festival si concluderà con la proiezione di cortometraggi sull’AI, a cura del BAIFF, un momento in cui il pubblico potrà immergersi nelle opere di registi emergenti e scoprire come l’intelligenza artificiale possa trasformare la narrazione visiva. La presenza di ospiti come Giovanni Balletta e Hanna Rudak garantirà un’analisi approfondita e coinvolgente delle opere presentate, arricchendo ulteriormente l’esperienza degli spettatori.

L’AI&VR Festival di Torino rappresenta un’opportunità unica per esplorare l’intersezione tra tecnologia e creatività nel cinema. Con un programma ricco di eventi, dibattiti e proiezioni, il festival promette di ispirare e stimolare il pubblico, rendendo Torino il cuore pulsante dell’innovazione cinematografica in Italia. Non perdere questa occasione imperdibile di scoprire come l’AI e la realtà virtuale stiano plasmando il futuro della narrazione cinematografica.

Meta Orion: La Rivoluzione della Realtà Aumentata con Occhiali Olografici

Nel corso del Meta Connect 2024, Meta, la compagnia guidata da Mark Zuckerberg, ha presentato un’innovazione destinata a trasformare radicalmente il nostro modo di interagire con il mondo digitale: gli occhiali a realtà aumentata Meta Orion. Questo dispositivo non è solo un semplice gadget tecnologico, ma una visione futuristica di come la tecnologia può fondere il mondo fisico con quello virtuale, creando un’esperienza immersiva che va oltre ogni aspettativa. Con Meta Orion, l’azienda di Menlo Park ha lanciato una sfida aperta a tutte le soluzioni di realtà aumentata (AR) esistenti, posizionando questi occhiali come la “prossima grande piattaforma” del futuro.

La grande promessa di Meta Orion risiede nella sua capacità di mescolare la realtà aumentata con il mondo fisico in modo così naturale che diventa difficile separare i due. Grazie a una combinazione di intelligenza artificiale avanzata e proiettori olografici, questi occhiali permettono di proiettare contenuti 2D e 3D direttamente nel campo visivo dell’utente. Immaginate di ricevere notifiche o seguire le indicazioni stradali mentre camminate, senza mai dover estrarre uno smartphone dalla tasca. Meta Orion rende possibile tutto questo, trasformando ogni azione quotidiana in un’esperienza digitale, fluida e senza soluzione di continuità.

Tecnologia Olografica Micro LED: Un’Innovazione Visiva senza Paragoni

Una delle caratteristiche più rivoluzionarie di Meta Orion è l’uso di display olografici micro LED. Questi display sono integrati direttamente nelle lenti degli occhiali, realizzate in carburo di silicio (SiC), un materiale leggero ma resistente. Questa scelta tecnologica garantisce una qualità dell’immagine superiore, una trasparenza elevata e un’esperienza visiva perfettamente fluida, senza bisogno di uno schermo tradizionale. L’immagine viene proiettata direttamente sulle lenti, creando una sovrapposizione del digitale al mondo reale che si integra perfettamente nell’ambiente circostante. Questo approccio elimina le barriere tra il fisico e il digitale, aprendo la strada a una nuova dimensione dell’interazione tecnologica.

Interazione Neurale: Controllo Naturale e Intuitivo

Meta Orion non è solo un dispositivo innovativo dal punto di vista visivo, ma introduce anche una nuova forma di interazione con la tecnologia. Gli occhiali sono dotati di un’interfaccia neurale non invasiva, che consente agli utenti di controllare l’AR tramite un braccialetto speciale che rileva i segnali neurali legati ai movimenti delle mani. Questo sistema permette di interagire con l’ambiente digitale in modo naturale, senza bisogno di toccare fisicamente il dispositivo. L’interfaccia si integra con i gesti e i comandi vocali, rendendo il controllo intuitivo e immediato, come se il dispositivo rispondesse direttamente ai pensieri dell’utente. Una simile innovazione potrebbe segnare un passo fondamentale nella creazione di dispositivi che non solo rispondono ai comandi, ma li anticipano, trasformando l’interazione uomo-macchina in un’esperienza quasi telepatica.

Un Esperienza Immersiva nella Vita Quotidiana

Con Meta Orion, la realtà aumentata non è più un concetto astratto, ma diventa parte integrante delle nostre azioni quotidiane. Le tecnologie di riconoscimento ambientale, potenziate dall’intelligenza artificiale, consentono a Orion di comprendere e rispondere al contesto circostante. Ciò significa che gli utenti possono visualizzare informazioni contestuali su oggetti, spazi e situazioni, offrendo una dimensione completamente nuova di interazione con l’ambiente. Immaginate di navigare in una città con indicazioni stradali direttamente nel vostro campo visivo o di partecipare a una videoconferenza in cui i colleghi appaiono come ologrammi in tempo reale. Le applicazioni di Meta Orion sono praticamente infinite, spaziando dall’educazione alla socializzazione, fino a creare esperienze collaborative immersiva in ambienti di gioco multiplayer.

Nonostante le straordinarie promesse, la strada verso la commercializzazione di Meta Orion è ancora lunga. Attualmente, il dispositivo è disponibile solo in un numero limitato di esemplari, destinati principalmente a scopi di sviluppo e test interni. Le difficoltà nella produzione delle lenti in carburo di silicio e i costi elevati di produzione (circa 10.000 dollari per unità) rappresentano ostacoli significativi per il lancio su larga scala. Nonostante ciò, Mark Zuckerberg rimane ottimista, promettendo che il futuro di Meta Orion vedrà dispositivi più compatti, economici e performanti. Con una visione chiara di rendere questi occhiali accessibili e integrati nella vita di tutti, Meta sta lavorando a stretto contatto con i partner per migliorare ulteriormente la risoluzione, la qualità del display e il comfort.

Il Confronto con i Competitor: Meta Orion contro Apple Vision Pro

Con l’arrivo di Meta Orion, la competizione nel settore della realtà aumentata si fa ancora più agguerrita. Alcuni osservatori hanno già cominciato a confrontare gli occhiali di Meta con altri dispositivi simili, come l’Apple Vision Pro. Seppur entrambi i dispositivi puntano a definire il futuro della realtà aumentata, Orion si presenta con un form factor più comodo da indossare, rispetto all’ingombrante e costoso dispositivo di Apple. Meta ha puntato a rendere i suoi occhiali più accessibili, con un design che sembra favorire l’utilizzo quotidiano, mentre Apple ha concentrato i suoi sforzi su una versione più premium e sofisticata. La vera sfida, tuttavia, sarà vedere quale delle due piattaforme riuscirà a conquistare il mercato e integrarsi più profondamente nella vita quotidiana delle persone.

Meta Orion: Un Futuro Imminente?

Mentre il progetto Meta Orion si sviluppa, molti sono gli entusiasmi e le aspettative che circondano questo dispositivo futuristico. Le tecnologie impiegate, dai proiettori olografici ai comandi neurali, pongono le basi per una nuova era dell’interazione digitale. Sebbene il dispositivo sia ancora in fase di prototipo, le potenzialità di Meta Orion sono chiare: stiamo assistendo alla nascita di una piattaforma che potrebbe cambiare il nostro modo di vivere il digitale. Sebbene il rilascio commerciale sia ancora lontano, con molte sfide da affrontare, Meta è determinata a portare questa visione nel futuro prossimo, costruendo una nuova realtà, un passo alla volta. Con gli occhi puntati sullo sviluppo, l’unica certezza è che Meta Orion segnerà sicuramente una tappa fondamentale nella storia della realtà aumentata.

 

 

Objective-Driven AI: l’Arte dell’Intelligenza che segue gli Obiettivi

Nel vasto panorama dell’intelligenza artificiale, un concetto sta guadagnando sempre più rilievo per la sua straordinaria capacità di orientare le tecnologie verso risultati specifici e misurabili: l’Objective-Driven AI, o intelligenza artificiale guidata dagli obiettivi. Questo approccio rappresenta una sofisticata metodologia che, a differenza della sua controparte generativa, non si limita a creare contenuti nuovi, ma si focalizza sulla realizzazione di compiti ben definiti, offrendo soluzioni precise e ottimizzate per problemi concreti.

Immaginate un mondo dove ogni decisione è guidata da una bussola invisibile, dove ogni azione è calcolata con la massima precisione per raggiungere un obiettivo predefinito. Questo è il mondo della Objective-Driven AI. In un’epoca in cui l’accumulo di dati è diventato immenso e spesso caotico, la capacità di filtrare il rumore e focalizzarsi sulle metriche che contano davvero rappresenta una svolta fondamentale. L’essenza dell’Objective-Driven AI risiede nella sua abilità di definire chiaramente gli obiettivi da raggiungere prima ancora di iniziare il processo di apprendimento automatico. Questo significa che, contrariamente alla generazione di contenuti senza una direzione precisa, l’Objective-Driven AI è progettata per risolvere problemi specifici, ottimizzare processi e migliorare le performance in vari campi.

Consideriamo, ad esempio, il settore del marketing digitale. Le campagne pubblicitarie, in questo ambito, possono essere ottimizzate in tempo reale per massimizzare il ritorno sull’investimento (ROI). Attraverso l’analisi di vasti set di dati sui comportamenti degli utenti e sulle performance delle campagne precedenti, l’intelligenza artificiale guidata dagli obiettivi è in grado di identificare le strategie più efficaci per generare i migliori risultati. Non si tratta più di un approccio basato sull’intuizione o su metodi tradizionali, ma di una scienza precisa che punta dritta al cuore dell’efficacia.

In ambito sanitario, l’Objective-Driven AI trova applicazione nella diagnosi precoce delle malattie. Gli algoritmi, capaci di interpretare immagini mediche con una precisione sovrumana, possono individuare segni di patologie ben prima che i sintomi diventino evidenti. Questo non solo migliora le possibilità di trattamento ma salva vite, trasformando radicalmente il modo in cui affrontiamo la prevenzione e la cura delle malattie.

Anche la logistica beneficia enormemente di questo approccio. La capacità di prevedere con grande accuratezza i tempi di consegna basandosi su variabili complesse, come il traffico, le condizioni meteorologiche e la disponibilità delle risorse, permette alle aziende di ottimizzare le loro operazioni, riducendo i costi e migliorando la soddisfazione del cliente.

Il fascino dell’Objective-Driven AI risiede nella sua efficienza e nella sua precisione. Tuttavia, come ogni tecnologia potente, essa porta con sé sfide e interrogativi etici. L’intelligenza artificiale, in generale, solleva questioni riguardanti la proprietà intellettuale, l’impatto sul lavoro umano e la necessità di garantire che le sue applicazioni siano etiche ed equitarie. La sfida per il futuro sarà bilanciare le incredibili opportunità offerte dall’Objective-Driven AI con la necessità di mantenere un rigoroso controllo etico.

Nell’odierno mare di dati e sistemi complessi, l’importanza della Objective-Driven AI è destinata a crescere. Le aziende e le organizzazioni navigano in un oceano di informazioni, spesso senza una chiara direzione. In questo contesto, l’adozione di un’intelligenza artificiale che possa filtrare il rumore dei dati irrilevanti e concentrarsi sulle metriche chiave diventa cruciale. L’Objective-Driven AI non solo ottimizza le prestazioni operative, ma apre anche nuove prospettive nel modo in cui affrontiamo le sfide globali attraverso la tecnologia.

Mentre la Generative AI ci incanta con la sua capacità di creare e innovare, l’Objective-Driven AI ci affascina con la sua precisione e il suo orientamento al risultato. In un certo senso, queste due forme di intelligenza artificiale rappresentano le due facce di una stessa medaglia, complementari piuttosto che competitive. La scelta tra Generative AI e Objective-Driven AI dipende dagli obiettivi specifici del progetto o della ricerca in questione, e insieme, queste tecnologie hanno il potenziale di rivoluzionare ogni aspetto della nostra vita quotidiana e professionale. L’Objective-Driven AI segna dunque un passaggio fondamentale verso sistemi più efficienti ed efficaci. Questa evoluzione promette non solo miglioramenti significativi nelle prestazioni delle aziende ma apre anche nuove prospettive nel modo in cui affrontiamo le sfide globali attraverso la tecnologia. La storia dell’intelligenza artificiale è ancora tutta da scrivere, e l’Objective-Driven AI rappresenta uno dei capitoli più promettenti e affascinanti di questo racconto in continua evoluzione.

Chi è l’autore delle opere create con l’Intelligenza Artificiale?

Nell’arco di pochi anni, l’Intelligenza Artificiale ha aperto le porte a un regno inesplorato della creatività umana, scatenando un dibattito senza precedenti sul diritto d’autore e la proprietà intellettuale. Le opere generate da algoritmi, una volta considerate frutto esclusivo della mente umana, ora sfidano le nozioni tradizionali di autore e originalità artistica. È un territorio nuovo, dove l’ingegno dell’uomo si intreccia con il potere dell’algoritmo, lasciando interrogativi che vanno al cuore della giustizia creativa.

L’arte generativa, tramite l’uso di algoritmi complessi, ha reso possibile ciò che una volta sembrava fantascienza: la capacità di creare opere d’arte originali, che spaziano dalla pittura alla musica, dalla scrittura alla moda. Gli artisti, armati di prompt e istruzioni, possono collaborare con le macchine per esplorare nuove frontiere dell’immaginazione. Tuttavia, questo nuovo paradigma solleva interrogativi cruciali sulla proprietà e il controllo delle opere prodotte.

Il Legame tra Umanità e Macchina: Una Nuova Era Creativa

L’Intelligenza Artificiale offre un ventaglio di possibilità illimitate. Gli algoritmi possono generare opere casuali basate su dati di input o seguire direttive estetiche precise impartite dagli umani. Questa simbiosi tra uomo e macchina rappresenta una sfida concettuale, dove il confine tra il ruolo dell’artista e quello dell’algoritmo si confonde. Chi, dunque, detiene il diritto d’autore su queste creazioni?

Il dibattito si intensifica intorno alla natura dell’opera d’arte generata da IA. Secondo la legge, il diritto d’autore protegge le opere nate dalla creatività umana, ma non quelle prodotte meccanicamente. Tuttavia, il processo di creazione di un’immagine con l’IA comporta un’iniziativa umana significativa: la scelta del prompt iniziale, l’affinamento del risultato attraverso iterazioni successive e, talvolta, l’intervento umano per correggere errori o per aggiungere un tocco personale.

Il Labirinto Giuridico del Copyright nell’Era Digitale

Le implicazioni legali sono complesse. Se il copyright appartenesse alla società sviluppatrice del software, ciò potrebbe limitare l’uso commerciale delle opere create. D’altra parte, assegnare il copyright all’utilizzatore potrebbe fornire una protezione più solida contro il plagio, consentendo loro di sfruttare economicamente le loro creazioni. Senza una tutela legale, invece, le opere sarebbero esposte al rischio di sfruttamento non autorizzato.

La prassi giuridica al riguardo è ancora in evoluzione. In tribunale, stabilire se un’immagine è stata generata interamente da un algoritmo o ha ricevuto un contributo umano significativo può essere arduo. Gli strumenti attuali per rilevare l’origine delle immagini generate da IA sono basati su probabilità, non certezze, rendendo difficile dimostrare la paternità esclusivamente meccanica dell’opera.

La Prova Impossibile e il Dominio dell’Umanità

Il diritto d’autore non si applica alle opere interamente generate da macchine, ma un minimo di intervento umano può fare la differenza. Se un’opera contiene un tocco creativo umano significativo, può essere considerata protetta. Tuttavia, questo non influisce sull’uso dell’opera in sé; chiunque potrebbe usarla senza infrangere il copyright, a meno che non venga dimostrato il contrario in tribunale.

In pratica, ciò significa che le immagini create con IA possono essere sfruttate commercialmente senza licenza, a meno che l’autore non riesca a dimostrare che l’opera contiene un contributo umano sufficiente da meritare protezione. Questa sfida giuridica solleva dubbi sulla capacità attuale della legge di adattarsi alla rapida evoluzione della tecnologia.

Il Futuro dell’Intelligenza Artificiale e della Creatività Umana

Mentre l’IA continua a permeare ogni aspetto della nostra vita, è essenziale un dialogo continuo tra legislatori, giuristi e tecnologi per affrontare le sfide emergenti nel campo della proprietà intellettuale. La protezione delle opere d’arte generative non dovrebbe limitare l’innovazione, ma garantire un equilibrio tra creatività, accesso e giustizia.

In conclusione, l’era dell’Intelligenza Artificiale apre nuove frontiere per la creatività umana, ma con esse emergono interrogativi fondamentali sul diritto d’autore e la tutela legale delle opere generate da algoritmi. La strada verso una soluzione equa e sostenibile passa attraverso un rinnovato impegno per comprendere e adattare le leggi esistenti alle nuove realtà digitali, preservando così il delicato equilibrio tra innovazione tecnologica e diritti umani.

Rivoluzione nel Metaverso: Coderblock lancia la piattaforma MaaS per innovare il Mercato Virtuale

In occasione della seconda edizione di Coderblock Next, evento virtuale rivolto a professionisti e stakeholder dell’innovazione, Coderblock ha presentato la sua nuova piattaforma MaaS (Metaverse as a Service). Questo lancio segna un passo significativo verso la trasformazione del mercato del virtuale.

L’Innovazione di Coderblock

Coderblock, azienda italiana specializzata in soluzioni di Generative AI applicate a esperienze virtuali, ha sviluppato una tecnologia proprietaria negli ultimi anni. Questa tecnologia è ora accessibile agli utenti tramite piani di abbonamento mensili. La piattaforma risponde alle crescenti esigenze di aziende e utenti che desiderano sperimentare nel virtuale a costi ridotti, senza le ingenti risorse richieste per progetti complessi, che fino a poco tempo fa erano l’unico accesso a questi servizi.

Coderblock Studio: La Piattaforma All-in-One

Coderblock Studio è la piattaforma online che permette di gestire spazi virtuali dalla creazione al monitoraggio dei risultati. Gli utenti possono creare e navigare esperienze virtuali senza la necessità di dispositivi esterni come visori di realtà virtuale o aumentata, né di software da scaricare, rendendo tutto accessibile direttamente da browser o app mobile.

Con il Builder di Coderblock, costruire spazi virtuali e creare esperienze al loro interno diventa semplice e veloce. Gli utenti possono pubblicare e condividere queste esperienze, aumentare la visibilità su Coderblock Hub, monitorare i dati con il pannello Analytics e integrare soluzioni di Intelligenza Artificiale per massimizzare i risultati.

Opportunità Infinite con le Scene Virtuali

Le scene virtuali create su Coderblock Studio offrono infinite opportunità di business. Ecco alcune delle possibilità:

  • Uffici Virtuali: Incontra clienti e stakeholder da tutto il mondo.
  • Eventi: Organizza eventi con sponsor, espositori e live streaming per aumentare la lead generation.
  • E-commerce: Offri un touchpoint diretto e vendi nel virtuale.
  • Formazione e Recruitment: Usa la tua scena per corsi di formazione e attività di team building.

Realismo e Immersione con AI

Coderblock ha annunciato ulteriori novità che migliorano il realismo degli ambienti 3D e degli avatar, grazie alla partnership con Ready Player Me. Gli avatar e i personaggi virtuali possono ora esprimere emozioni, gestualità e mimiche facciali sempre più realistiche, rendendo le esperienze virtuali ancora più immersive e inclusive.

Espansione Internazionale

Per accrescere il proprio business internazionale, Coderblock ha aperto una nuova sede commerciale a Brickell, principale distretto finanziario di Miami e della Florida meridionale.

Crea Esperienze Immersive e Personalizzate

Con Coderblock Studio, è possibile dare vita a esperienze virtuali online personalizzate e utilizzare la gamification per raccontare il proprio brand e perseguire obiettivi di business. La piattaforma offre soluzioni avanzate di Generative AI per migliorare i processi interni e ottenere un vantaggio competitivo.

Investimento Minimo, Massimi Risultati

Coderblock Studio offre tutte le sue soluzioni con un piano flat, rendendo possibile la costruzione di esperienze virtuali brandizzate in pochi passi e a costi contenuti.

Le Soluzioni di Coderblock Studio:

  • Uffici Virtuali: Crea il tuo headquarter virtuale.
  • Eventi: Massimizza la portata dei tuoi eventi.
  • HR e Recruitment: Ottimizza i flussi di recruitment.
  • Formazione: Rendi le tue lezioni più coinvolgenti.
  • E-commerce: Offri una shopping experience immersiva.
  • Digital Twin: Crea la tua esperienza su misura.

Coderblock Studio è la suite completa per gestire spazi virtuali e esperienze immersive, permettendo ai brand di sfruttare il potenziale di Virtual AI e gamification per massimizzare il successo digitale nell’era del 3D internet. Scopri Coderblock Studio e rivoluziona il tuo business con esperienze virtuali innovative e accessibili.

Apple Vision Pro: La Promessa di un Futuro Tecnologico Elitario

L’Apple Vision Pro è una di quelle innovazioni che, alla prima occhiata, promettono di riscrivere le regole della tecnologia. Annunciato con fanfare durante la WWDC 2023, questo visore di realtà mista si presenta come il cavallo di battaglia di Apple per il futuro della Spatial Computing. Parole come “futuristico” e “rivoluzionario” sono state spese senza risparmi, ma dietro questa patina di brillantezza, ci si trova a fare i conti con un prodotto che, pur ammettendo il suo indiscutibile potenziale, rischia di tradursi più in una promessa che in una realtà accessibile.

Al cuore dell’Apple Vision Pro c’è la sua capacità di mescolare realtà aumentata e virtuale con un sistema operativo pensato per spingere il confine tra il digitale e il fisico. Con una risoluzione 4K per occhio, è difficile non rimanere impressionati dalla qualità visiva, che è davvero strabiliante. La tecnologia passthrough permette una visualizzazione perfetta dell’ambiente circostante, permettendo al visore di proiettare oggetti virtuali in modo quasi impeccabile nell’ambiente fisico. Non c’è dubbio che, sotto questo aspetto, Apple abbia fatto un lavoro magistrale.

Ma il problema, come sempre, è più profondo e riguarda la promessa di trasformazione radicale che questo dispositivo porta con sé. Il Vision Pro non è solo un altro visore AR/VR; è il tentativo di ripensare il nostro rapporto con la tecnologia, di portare il computing nello spazio che ci circonda. Eppure, questa ambizione si scontra con la realtà di un dispositivo che, pur promettendo di essere il futuro, rischia di restare confinato a una nicchia elitista.

Dal punto di vista del design, Apple non tradisce la sua vocazione: il visore è elegante, ben costruito e sorprendentemente comodo, anche durante l’uso prolungato. La leggerezza del prodotto è un punto di forza, ma ciò non basta a nascondere l’enorme ostacolo rappresentato dal prezzo, che si aggira attorno ai 3.499 dollari. Un costo che mette immediatamente il dispositivo fuori portata per la maggior parte degli utenti. Sebbene giustificato dalla qualità e dalle prestazioni, questo prezzo rende l’Apple Vision Pro un lusso riservato a pochi.

Le caratteristiche tecniche del Vision Pro sono impressionanti, senza dubbio. Il tracciamento oculare e il riconoscimento dei gesti delle mani portano l’interazione a un livello di precisione mai visto prima, ma ci si chiede: quante persone saranno disposte a investire una cifra tanto alta per esperienze che, pur spettacolari, potrebbero rimanere limitate nel tempo? L’elevata latenza, sebbene minima (12 millisecondi), potrebbe non essere sufficiente a far superare le resistenze di chi è abituato a una reattività quasi istantanea nei dispositivi tecnologici.

La vera sfida, però, sta nella produttività: il Vision Pro offre la possibilità di lavorare su schermi virtuali di dimensioni immense, gestendo più finestre contemporaneamente con una fluidità sorprendente. Questo potrebbe essere un punto di svolta per professionisti e creativi, ma la domanda sorge spontanea: il prezzo e la complessità del dispositivo giustificano il suo utilizzo quotidiano in un mondo già invaso da laptop e tablet? L’idea di un dispositivo che riproduca l’esperienza di lavoro su schermi multipli senza richiedere hardware esterno è affascinante, ma potrebbe essere difficile da integrare nella routine di chi già si adatta a metodi di lavoro consolidati.

Nonostante le sue indubbie qualità, il Vision Pro soffre di una problematica intrinseca: l’autonomia. Con una durata di batteria ridotta, che in situazioni di utilizzo intensivo potrebbe non superare le 2-3 ore, l’esperienza rischia di diventare frustrante. Inoltre, i limiti fisici del visore stesso, con il suo peso e le dimensioni ingombranti, lo pongono a una certa distanza dal concetto di “dispositivo di consumo quotidiano”.

Eppure, se si riesce a superare l’alto costo e le limitazioni di uso quotidiano, il Vision Pro rappresenta sicuramente un salto nelle potenzialità tecnologiche, portando l’esperienza AR/VR a un livello superiore rispetto a qualsiasi altro prodotto sul mercato. Apple ha messo in campo una macchina straordinaria, eppure la domanda persiste: chi, nel 2024, è davvero pronto a entrare in questa nuova dimensione tecnologica, senza restare ancorato al nostro presente tecnologico più tradizionale?

In sostanza, l’Apple Vision Pro è una sorta di visione del futuro che, come spesso accade con le innovazioni Apple, può sembrare irresistibile ma allo stesso tempo elitaria. Potrebbe essere l’inizio di un cambiamento radicale nel nostro rapporto con la tecnologia, o potrebbe rimanere una perla rara, nascosta nel cassetto dei prodotti non abbastanza pronti per il grande pubblico.

Il Futuro del Design tra Fantascienza e Realtà: una Mostra Rivoluzionaria al Vitra Design Museum

Il Vitra Design Museum di Weil am Rhein, in Germania, si appresta ad inaugurare una mostra straordinaria intitolata “Science Fiction Design: From Space Age to Metaverse” il prossimo 18 maggio 2024. Questo tempio del design, noto per la sua dedizione alla ricerca e presentazione del design in tutte le sue forme, esplora il legame tra design, architettura, arte e cultura quotidiana. Ogni anno, il museo organizza fino a dieci mostre tematiche, esibite nell’iconico edificio di Frank Gehry, nel Schauderpot di Herzog & de Meuron e in altri spazi del Vitra Campus. Le esposizioni del museo, famose per la loro unicità, viaggiano anche in tour mondiale.

La mostra “Science Fiction Design” si distingue per il suo approccio innovativo, esponendo oltre 100 oggetti della collezione del museo in un allestimento futuristico curato dall’artista visivo e designer argentino Andrés Reisinger. La mostra traccia un percorso che va dagli albori del XX secolo, attraverso la Space Age degli anni ’60 e ’70, fino ai recenti design per il metaverso, completata da opere selezionate dal cinema e dalla letteratura.

Il genere della fantascienza, popolare fin dal XIX secolo, ha ispirato autori come Mary Shelley e Jules Verne a riflettere sulle sfide dell’era industriale in mondi futuristici. Il genere ha toccato temi universali come amore, guerra e morte, contestualizzandoli in viaggi spazio-temporali e nuove tecnologie. Con l’avvento del cinema, la fantascienza è diventata un genere cinematografico di rilievo, come dimostra il film “Viaggio sulla Luna” del 1902 di Georges Meliès. L’era spaziale degli anni ’50 ha visto il lancio dei primi satelliti e una corsa alla luna che ha catturato l’immaginario collettivo.

Designer come Gae Aulenti e Verner Panton hanno creato arredi che riflettevano un nuovo stile di vita moderno e hanno ispirato i set dei film di fantascienza. Mobili iconici come la serie Djinn di Olivier Mourgue e la Ribbon Chair di Pierre Paulin hanno trovato posto sul grande schermo.

Il dialogo tra fantascienza e design si è evoluto nei decenni, con opere come l’Orgone Chair di Marc Newson e l’Argyle Chair di Charles Rennie Mackintosh che hanno arricchito il panorama cinematografico. La mostra esplora anche l’impatto delle nuove tecnologie come la progettazione assistita da computer e la stampa 3D, che hanno dato vita a nuovi classici del design. Oggi, con la prospettiva di una seconda era spaziale, la mostra solleva interrogativi sul futuro del design e sull’evoluzione del metaverso come nuovo spazio per l’innovazione. Andrés Reisinger, con le sue opere digitali e la Hortensia Chair, rappresenta la fusione tra il regno fisico e il metaverso, esprimendo le aspirazioni estetiche di una generazione digitale e rendendo omaggio alla fantascienza cinematografica.

La mostra “Science Fiction Design” al Vitra Design Museum promette di essere un viaggio affascinante attraverso la storia del design e della fantascienza, un’esplorazione di come questi due mondi si sono influenzati a vicenda e di come continueranno a plasmare il nostro futuro.

Come la Realtà Estesa ucciderà il metaverso

La realtà estesa, meglio conosciuta con l’acronimo XR (Extended Reality), rappresenta una delle aree tecnologiche più innovative e in rapida evoluzione. Questo termine abbraccia un vasto panorama di esperienze che combinano il mondo fisico con quello virtuale, dando vita a interazioni più complesse e coinvolgenti tra l’uomo e la macchina. L’XR include diverse forme di realtà, come la realtà aumentata (AR), la realtà mista (MR), la virtualità aumentata (AV) e la realtà virtuale (VR), che si fondono tra loro per creare ambienti digitali che interagiscono con il mondo reale.

Una delle peculiarità di XR è la sua natura di “superset”, che racchiude tutte le tecnologie che interagiscono con l’ambiente o con l’utente, coprendo un ampio spettro che va dal “completamente reale” al “completamente virtuale”. In altre parole, mentre la realtà virtuale (VR) crea ambienti completamente immersivi, la realtà aumentata (AR) arricchisce l’ambiente fisico con elementi digitali. La realtà mista (MR), invece, permette una fusione tra i due mondi, consentendo a oggetti digitali e fisici di coesistere e interagire in tempo reale. La distinzione tra queste tecnologie non è sempre netta, e le loro applicazioni si sovrappongono, dando vita a esperienze che vanno oltre le tradizionali forme di interazione con la tecnologia.

Il concetto di XR si è evoluto notevolmente nel corso degli anni, specialmente grazie ai progressi nel campo delle interazioni uomo-computer e ai dispositivi indossabili, come occhiali e visori, che hanno reso queste esperienze più accessibili e realistiche. La realtà estesa si configura come un’opportunità straordinaria per immergersi in ambienti virtuali o per migliorare la percezione del mondo fisico, aprendo nuove frontiere in settori come l’intrattenimento, il marketing, l’istruzione, e il lavoro a distanza.

Uno degli esempi più evidenti di come l’XR stia modellando il nostro futuro è il metaverso, la visione di un mondo virtuale tridimensionale e immersivo, annunciata nel 2021 da Mark Zuckerberg. Sebbene il metaverso stia guadagnando attenzione per la sua promessa di rivoluzionare il modo in cui socializziamo e interagiamo online, altre tecnologie come la realtà estesa stanno emergendo come alternative e complementi, offrendo esperienze che mescolano il reale e il virtuale in modo innovativo. Un esempio di questa fusione è rappresentato dal dispositivo Vision Pro di Apple, che sta attirando molta attenzione nel panorama XR. Sebbene non privo di sfide, come il costo elevato e la durata limitata della batteria, questo dispositivo segna un passo importante verso la creazione di esperienze interattive più profonde.

La realtà estesa sta anche entrando nel quotidiano in modo più discreto ma altrettanto potente. Molteplici applicazioni, come gallerie d’arte virtuali, riunioni aziendali a distanza e simulazioni di addestramento, stanno trasformando il modo in cui viviamo e lavoriamo. In questi scenari, l’XR non solo permette di fruire contenuti digitali in modo immersivo, ma facilita anche interazioni che avvicinano l’esperienza online alla presenza fisica. Le aziende si stanno adattando a queste nuove esigenze, promuovendo tecnologie che permettano a professionisti e studenti di continuare a lavorare, imparare e socializzare, anche a distanza.

Nonostante l’enorme potenziale di XR, ci sono anche delle preoccupazioni da considerare. L’uso eccessivo di queste tecnologie potrebbe portare a un aumento dell’isolamento sociale e a una dipendenza dalla tecnologia, con possibili effetti negativi sulla salute mentale e sul sonno. Inoltre, la natura stessa delle esperienze immersive potrebbe modificare il nostro modo di percepire la realtà, con implicazioni che ancora non sono completamente comprese. Tuttavia, è innegabile che l’XR, con la sua capacità di unire il meglio dei mondi fisico e digitale, ha il potenziale di cambiare radicalmente il nostro approccio alla tecnologia e alla vita quotidiana.

Se consideriamo la realtà virtuale (VR), che è una delle componenti principali dell’XR, vediamo come questa tecnologia sia cresciuta in modo esponenziale. Inizialmente utilizzata per simulare ambienti completamente digitali, la realtà virtuale oggi consente esperienze interattive in tempo reale, che spaziano dai videogiochi alle simulazioni professionali. L’evoluzione della VR ha spinto molte industrie a esplorare nuove possibilità, come nel caso dell’addestramento militare o delle simulazioni di volo. Seppur non ancora completamente immersiva, la VR è già in grado di offrire esperienze sorprendenti, grazie alla capacità di manipolare ambienti e oggetti in modo altamente realistico.

La realtà mista (MR), un altro aspetto cruciale di XR, combina il meglio della realtà aumentata (AR) e della virtualità aumentata (AV), creando ambienti dove il digitale e il fisico non sono più separati, ma interagiscono in tempo reale. Ad esempio, già da qualche anno l’uso di dispositivi come gli HoloLens di Microsoft ha rivoluzionato settori come il design, la progettazione e la formazione. In ambito educativo, la MR offre opportunità senza precedenti per simulare esperienze che altrimenti sarebbero difficili da realizzare, come esperimenti scientifici o ricostruzioni storiche. Anche nel campo dell’intrattenimento, giochi come “Pokémon Go” e “Mario Kart Live: Home Circuit” utilizzano la realtà mista per unire l’interazione fisica e virtuale in modi mai visti prima.

Infine, la realtà aumentata (AR) continua a guadagnare terreno, con applicazioni che arricchiscono la nostra esperienza quotidiana con informazioni aggiuntive, visibili solo attraverso dispositivi come smartphone e occhiali AR. Dai navigatori GPS ai giochi interattivi, la AR è destinata a diventare una parte fondamentale del nostro vivere quotidiano, portando la tecnologia sempre più vicino alla nostra percezione sensoriale. La realtà estesa dunque rappresenta una delle frontiere più affascinanti e promettenti della tecnologia moderna. Con l’evoluzione delle interazioni uomo-computer e l’emergere di dispositivi sempre più sofisticati, siamo solo all’inizio di un viaggio che promette di rivoluzionare il nostro modo di vivere, lavorare e interagire con il mondo che ci circonda. Se il metaverso ha aperto la strada, l’XR ci offre ora un palcoscenico molto più ampio, dove il confine tra il reale e il virtuale è sempre più sfumato e le possibilità sono infinite.

Il metaverso verso la prossima rivoluzione: un nuovo modo per guadagnare nei mondi virtuali

Coderblock, la tech company made in Italy ha annunciato l’apertura della Season 1 di vendita di terreni virtuali edificabili presentando anche “Coderblock Ads” e Creator Marketplace, le nuove piattaforme di monetizzazione per i Creator! Il Metaverso assume sempre più un ruolo fondamentale nel cambiare la vita quotidiana e l’economia delle persone tentando di fornire una rappresentazione virtuale di un mondo reale caratterizzato anche da aspetti legati ai social network, alla gamification, al commercio online, o a una combinazione di essi. Secondo Emergen Research si prevede che il mercato globale del metaverso riesca a crescere fino a 280 miliardi di dollari entro il 2025. Infatti secondo molti analisti di mercato e studi internazionali sta già attirando l’interesse di aziende e consumatori di tutto il mondo, nonostante molti dei suoi applicativi siano ancora in fase di sviluppo e la curva di adozione dei consumatori sia ancora nella fase iniziale.

In questa visione florida, Coderblock non si presenta impreparato e annuncia l’apertura della Season 1 ufficiale delle proprie land. Dopo il grande successo della pre-sale dello scorso febbraio (dove in poche settimane si è arrivati al sold out) e dopo l’opening della versione Alpha del suo Open World, la tech company decide di tornare sul mercato per rimodellare le opportunità di investimento nel settore del virtual real estate grazie alla compravendita di terreni edificabili.

Ben 3.000 le land in vendita che saranno situate nella mappa centrale del pianeta e circonderanno Hexagon City, ovvero la capitale di Coderblock. Un ritorno alle origini, questo, perché Hexagon è stata la prima piazza virtuale popolata dagli utenti nel metaverso di Coderblock durante le prime closed beta a luglio 2022 e durante la prima Open Beta di Coderblock nel dicembre dello stesso anno. Lo scorso anno, era solo una piazza, ma tra non molto sarà messa a disposizione l’intera città, che a sua volta sarà collegata in maniera stretta alla Lore, ovvero la storia alla base del videogioco di Coderblock, il cui prologo è stato annunciato da pochissimi giorni.

Con l’acquisto di una o più land, che potrà essere eseguito sia tramite criptovaluta (USDC/USDT) sia con carta di credito, i proprietari avranno la possibilità di personalizzarle e brandizzarle in totale libertà grazie al builder, lo strumento online che consente di costruire, sul proprio territorio NFT, gli scenari che al meglio rappresentano i propri obiettivi, attraverso un ricco catalogo contenente più di 1.000 edifici e props 3D, oltre alla possibilità di caricare ulteriori modelli 3D personalizzati.

A quanto pare, la Season 1 di Coderblock promette una nuova esperienza ricca di novità e vantaggi a partire dalla scelta della posizione del proprio lotto all’interno del mondo virtuale e alla possibilità di poter utilizzare il proprio NFT certificato come nuovo touchpoint per incrementarne, non solo i guadagni, ma anche le opportunità di lead generation. Inoltre, sarà possibile avvalersi del Creator Marketplace, ovvero la piattaforma interamente dedicata alla creazione di esperienze virtuali capace di curare il matchmaking e il contatto diretto tra creator e brand al fine di favorire profitto tramite le sponsored experiences.

Ma le novità non finiscono qui perchè, al fine di creare valore all’interno della propria land, ogni proprietario potrà realizzare creative quest experiences per coinvolgere quanti più utenti possibile e avvalersi di “Coderblock Ads”, la nuova piattaforma di advertising che permetterà di guadagnare in maniera diretta attraverso le interazioni dei diversi visitatori sul proprio terreno.

Non è più una novità che l’opportunità di acquistare terreni virtuali possa rappresentare un ottimo investimento per il futuro capace di generare guadagni e moltiplicare nel tempo il valore iniziale delle land acquistate; oltre alla possibilità di affittarle o addirittura rivenderle proprio come un real estate. Infatti, l’idea di metaverso di Coderblock è proprio quella di estendere il mondo reale a quello virtuale così da permettere a tutti – che siano semplici utenti o aziende – di accrescere le proprie opportunità di business costruendo la propria storia, come spiega il CEO, Danilo Costa:

«Il metaverso si presenta come una realtà digitale in cui le persone possono interagire tra loro e con il mondo circostante in modo immersivo con potenzialità importanti e soprattutto scalabili. Con la nuova Season di vendita abbiamo deciso di fare un altro passo avanti verso la nostra visione a lungo termine, dando ai Landowner un nuovo strumento di guadagno diretto dalle proprie land. Coderblock ADS nasce per creare ulteriore valore sui lotti virtuali di Coderblock attraverso un sistema che consentirà ai proprietari di diventare, oltre che Creators, dei publisher, ospitando e distribuendo sulle proprie land campagne advertising dei diversi brand che investiranno in pubblicità. Coderblock ADS e Creator Marketplace permetteranno, infatti, di creare una vera e propria economia che renderà il nostro mondo virtuale un luogo immersivo in cui il gaming incontrerà il business nelle infinite opportunità del 3D internet».

Per approfondire, iscrivetevi al sito ufficiale: coderblock.com/metaverse/signup?referral=satyrnet

Ai Metaverse: Il progetto di Coderblock per il CES 2024

Coderblock, l’azienda italiana che si è affermata nell’innovazione tecnologica, sarà tra le protagoniste del Consumer Technology Association 2024, l’importante evento che si tiene a Las Vegas dal 9 al 12 gennaio 2024 e che riunisce i principali attori del settore tecnologico internazionale. Durante questa edizione del Ces, Coderblock avrà l’opportunità di presentare ai professionisti del settore il suo Ai Metaverse, una nuova logica di guadagno nel settore immobiliare virtuale. L’azienda è riuscita a trasformare il mondo virtuale in un asset immobiliare tangibile, aprendo così nuove prospettive nel settore del business. Inoltre, sarà presentato anche un nuovo videogioco in fase di sviluppo, che si preannuncia come un modello di impatto diretto per l’intero settore.

La presenza di Coderblock al CES 2024 sarà fondamentale per ridefinire l’intera industria IT globale. L‘azienda potrà mostrare al mondo intero le infinite possibilità del suo universo immersivo e consolidare la sua posizione come portavoce dell’innovazione Made in Italy.

Inoltre, Coderblock ha creato uno spazio virtuale all’interno del suo metaverso, che permetterà alle startup italiane presenti al CES di mostrare i propri prodotti e servizi. Questo darà loro l’opportunità di mettere in luce le competenze tecnologiche italiane sul mercato americano. Il fondatore e CEO di Coderblock, Danilo Costa, ha sottolineato l’obiettivo di questa iniziativa: massimizzare la visibilità delle startup italiane, valorizzare la comunità italiana e dimostrare le potenzialità del metaverso come strumento per creare nuove opportunità di business. La presenza di Coderblock al CES 2024 è quindi un passo fondamentale per far emergere l’Italia come protagonista dell’evento di Las Vegas e per esplorare nuove frontiere nell’esperienza del cliente, nella fidelizzazione e negli investimenti nel mondo virtuale.

Grazie al suo Ai Metaverse, Coderblock sarà il palcoscenico digitale per i principali attori del settore tecnologico italiano, scelti dall’Italian Trade Agency. Aziende come BES TESTTM, Ganiga, Coverride, ArtCentrica, Alert-Genius, Kintana, Sport Business Lab Consultancy, TokNox, INNOVA, Alert Genius e M2TEST Srl presenteranno le loro innovazioni sia nella realtà fisica che nel metaverso italiano. Questa sarà un’occasione unica per queste aziende per farsi notare e attirare nuovi investimenti nel mondo virtuale.

Readyverse, il metaverso ufficiale di Ready Player One, arriverà nel 2024

Ready Player One, il celebre romanzo di fantascienza di Ernest Cline e il suo adattamento cinematografico diretto da Steven Spielberg avranno presto una nuova vita nel metaverso. Si chiama The Readyverse ed è il progetto annunciato da Readyverse Studios, una nuova società fondata da Shara Senderoff e Aaron McDonald, co-fondatori di Futureverse, una piattaforma leader nelle tecnologie di intelligenza artificiale e metaverso. Al team si sono uniti anche Ernest Cline, autore e creatore del franchise Ready Player One, e Dan Farah, produttore del film omonimo.

The Readyverse sarà una piattaforma interattiva e dinamica di esperienze digitali interconnesse, basata sul web3, la nuova versione decentralizzata di internet che utilizza la blockchain e le criptovalute. Il web3 permette agli utenti di avere il controllo dei propri dati, della propria identità e dei propri beni digitali, senza intermediari centralizzati. In questo modo, i fan di Ready Player One potranno esplorare le loro storie e le loro proprietà intellettuali preferite nel metaverso, in modo sicuro, aperto e interoperabile.

Il primo accordo stipulato da Readyverse Studios è con Warner Bros. Discovery, che ha concesso in esclusiva i diritti di web3 del franchise di Ready Player One. Questo significa che solo nel Readyverse sarà possibile vivere le avventure di Wade Watts e degli altri protagonisti del romanzo e del film, ambientate nel mondo virtuale di OASIS. Inoltre, Readyverse Studios ha ottenuto i diritti esclusivi di web3 per tutte le future opere di Ernest Cline, che potranno essere trasposte nel metaverso.

Ma Ready Player One non sarà l’unica proprietà intellettuale presente nel Readyverse. La società ha infatti annunciato che presto saranno rivelati altri marchi e franchise che si uniranno al progetto, creando un ecosistema ricco e variegato di mondi, personaggi e contenuti.

Shara Senderoff, co-fondatrice di Futureverse e CEO di Readyverse Studios, ha dichiarato: 

“Readyverse Studios sta gettando le basi per trasformare la promessa del metaverso aperto descritto nel romanzo di Cline Ready Player One e nell’adattamento cinematografico di successo in una realtà tangibile; un’esperienza di metaverso aperto multi-mondo, multi-IP e interoperabile per i consumatori di massa. Nessuna IP ha plasmato la cultura e la conversazione globale sul metaverso più di Ready Player One… Il Readyverse sosterrà i principi del metaverso aperto, ovvero proprietà digitale dimostrabile, infrastruttura di proprietà della comunità, decentralizzazione, sicurezza e interoperabilità. Il Readyverse sarà costruito utilizzando la vasta piattaforma tecnologica di Futureverse… Grazie al sofisticato stack tecnologico di Futureverse, in fase di sviluppo da oltre 5 anni, Readyverse Studios è pronto a fare da pioniere nel mercato dei metaversi, che ha il potenziale di raggiungere un valore di 13.000 miliardi di dollari entro il 2030, secondo un recente rapporto di Citi. L’infrastruttura scalabile e facile da usare di Readyverse e gli strumenti per la creazione di contenuti generati dall’intelligenza artificiale consentiranno sia ai titolari di proprietà intellettuale sia ai consumatori di creare esperienze coinvolgenti e immersive.”

Per realizzare il Readyverse, Readyverse Studios si avvarrà della vasta piattaforma tecnologica di Futureverse, che offre strumenti innovativi per la generazione di contenuti basati sull’intelligenza artificiale, come personaggi, oggetti, animazioni e musica. Grazie al sofisticato stack tecnologico di Futureverse, in fase di sviluppo da oltre 5 anni, Readyverse Studios è pronto a fare da pioniere nel mercato dei metaversi, che ha il potenziale di raggiungere un valore di 13.000 miliardi di dollari entro il 2030, secondo un recente rapporto di Citi.

Il Readyverse sosterrà i principi del metaverso aperto, ovvero proprietà digitale dimostrabile, infrastruttura di proprietà della comunità, decentralizzazione, sicurezza e interoperabilità. Questo significa che gli utenti potranno portare con sé i propri avatar, i propri beni e le proprie identità da un mondo all’altro, senza vincoli o limitazioni imposte da terze parti. Inoltre, potranno partecipare alla governance della piattaforma, esprimendo le proprie preferenze e influenzando le decisioni.

Il lancio del Readyverse è previsto per il 2024, ma già da ora è possibile registrarsi sul sito ufficiale per ricevere aggiornamenti e informazioni sul progetto. Non vediamo l’ora di esplorare il Readyverse insieme a voi nel 2024!