I problemi della nuova narrativa di Star Wars

L’universo narrativo di Star Wars è sempre stato fonte di grande fascino e passione per milioni di fan in tutto il mondo. Tuttavia, da quando la Disney ha acquisito i diritti della saga, le reazioni dei fan sono state contrastanti e spesso negative. Molti si sono lamentati della qualità delle nuove produzioni, accusandole di essere poco originali, incoerenti e prive di epica. Ma cosa significa esattamente questo? E perché le nuove storie non riescono a convincere i fan più esigenti?

Star Wars e l’epica

Star Wars nasce come un omaggio alla narrativa fantasy, alla fiaba e all’epica. George Lucas si ispira a miti, leggende e archetipi universali per creare un mondo fantastico ambientato nello spazio, dove si scontrano il bene e il male, la luce e l’oscurità, l’ordine e il caos. Il protagonista è un eroe che deve compiere un’impresa straordinaria, affrontando prove, ostacoli e nemici. Lungo il suo cammino, l’eroe incontra alleati, mentori, amici e rivali, che lo aiutano o lo ostacolano nella sua missione. L’eroe deve anche affrontare una crisi interiore, che lo porta a mettere in discussione se stesso, i suoi valori e il suo destino. Questo è il famoso “cammino dell’eroe”, un modello narrativo che si ritrova in molte opere letterarie e cinematografiche.

Nella trilogia originale di Star Wars, l’eroe è Luke Skywalker, un giovane contadino che scopre di essere il figlio di Darth Vader, il più temibile signore dei Sith. Luke deve imparare a usare la Forza, un potere misterioso che pervade l’universo, e a combattere contro l’Impero Galattico, una tirannia spietata che vuole dominare la galassia. Luke si unisce alla Ribellione, un movimento di resistenza guidato dalla principessa Leia Organa, e diventa amico di Han Solo, un contrabbandiere spaziale, e Chewbacca, un guerriero wookiee. Insieme affrontano avventure pericolose e spettacolari, come la distruzione della Morte Nera, la base spaziale dell’Impero; la battaglia di Hoth, dove i ribelli devono sfuggire all’attacco delle forze imperiali; la fuga da Bespin, dove Luke affronta per la prima volta Vader; e la battaglia di Endor, dove Luke deve decidere se uccidere o salvare suo padre.

Nella trilogia prequel di Star Wars, l’eroe è Anakin Skywalker, il padre di Luke. Anakin è un bambino schiavo che viene liberato da Obi-Wan Kenobi, un maestro Jedi che lo prende come suo apprendista. Anakin dimostra di avere grandi doti nella Forza e nel pilotaggio, ma anche una personalità impulsiva e ribelle. Anakin si innamora segretamente di Padmé Amidala, una giovane regina e senatrice della Repubblica Galattica. Anakin deve affrontare le minacce dei Separatisti, una fazione che vuole rompere con la Repubblica; del Conte Dooku, un ex Jedi passato al lato oscuro della Forza; e del Generale Grievous, un cyborg comandante dei droidi da battaglia. Anakin deve anche fare i conti con le sue paure, le sue ambizioni e le sue tentazioni, che lo portano a tradire i Jedi e ad allearsi con Palpatine, il cancelliere supremo della Repubblica che si rivela essere il malvagio Sith Darth Sidious.

In entrambe le trilogie si può notare come l’epica sia presente sia nel piano esterno sia in quello interno della narrazione. Il piano esterno riguarda le azioni e gli eventi che coinvolgono i personaggi e il mondo in cui vivono. Il piano interno riguarda i sentimenti e i pensieri dei personaggi e il loro sviluppo psicologico. Entrambi i piani sono importanti per creare una storia avvincente e coinvolgente, che faccia emozionare e riflettere lo spettatore. Inoltre, entrambe le trilogie hanno degli antagonisti forti e credibili, che rappresentano una minaccia reale e costante per gli eroi. L’Impero, Vader, Palpatine, Dooku e Grievous sono nemici temibili e carismatici, che mettono in difficoltà gli eroi e li costringono a dare il meglio di sé.

Star Wars e la Disney

La situazione cambia radicalmente con la trilogia sequel di Star Wars, prodotta dalla Disney dopo l’acquisizione dei diritti della saga nel 2012. La trilogia sequel è ambientata trent’anni dopo la fine della trilogia originale e segue le vicende di una nuova generazione di eroi e di nemici. I protagonisti sono Rey, una giovane raccoglitrice di rottami che scopre di avere un legame con la Forza; Finn, un ex stormtrooper che si ribella al Primo Ordine, il successore dell’Impero; Poe Dameron, un pilota ribelle; e Kylo Ren, il figlio di Han Solo e Leia Organa, che ha abbracciato il lato oscuro della Forza e si è unito al Primo Ordine. I quattro devono affrontare le forze del Primo Ordine, guidate dal misterioso Leader Supremo Snoke, e la minaccia del ritorno di Palpatine, che vuole creare un Impero Eterno.

La trilogia sequel ha ricevuto molte critiche da parte dei fan di Star Wars, che l’hanno accusata di essere poco originale, incoerente e priva di epica. Vediamo perché.

Poco originale: la trilogia sequel riprende molti elementi della trilogia originale, senza aggiungere nulla di nuovo o di sorprendente. La trama è sostanzialmente la stessa: un gruppo di ribelli deve combattere contro una potenza militare superiore che vuole dominare la galassia; un giovane eroe scopre di avere un legame con la Forza e deve affrontare il suo destino; un cattivo mascherato si rivela essere il figlio di uno dei protagonisti precedenti; una super arma spaziale viene distrutta dai ribelli; un vecchio maestro Jedi si sacrifica per aiutare gli eroi; un imperatore malvagio cerca di sedurre l’eroe al lato oscuro della Forza. La sensazione è quella di assistere a una copia sbiadita della trilogia originale, senza la stessa freschezza e originalità.

Incoerente: la trilogia sequel non ha una visione unitaria e coerente della storia e dei personaggi. Ogni film sembra andare per conto suo, senza seguire una linea narrativa chiara e logica. Il primo film, Il risveglio della Forza, introduce dei personaggi e delle situazioni interessanti, ma lascia molte domande senza risposta: chi è Snoke? Da dove viene il Primo Ordine? Qual è il ruolo della Nuova Repubblica? Chi sono i genitori di Rey? Perché Luke si è isolato? Il secondo film, Gli ultimi Jedi, cerca di rispondere a queste domande in modo sorprendente e provocatorio, ma anche deludente e frustrante: Snoke muore senza spiegare chi sia; il Primo Ordine distrugge la Nuova Repubblica senza incontrare resistenza; i genitori di Rey sono dei nullità; Luke si è isolato perché ha perso fiducia nei Jedi; Kylo Ren tradisce Snoke ma non si redime. Il terzo film, L’ascesa di Skywalker, cerca di rimediare ai problemi del secondo film, ma lo fa in modo confuso e forzato: Snoke era una creazione di Palpatine; il Primo Ordine è solo una parte dell’Impero Eterno di Palpatine; i genitori di Rey erano dei nobili Jedi; Luke si scusa per aver abbandonato i suoi amici; Kylo Ren si redime grazie all’amore di Rey. Il risultato è una trilogia che non ha una direzione precisa e che cambia continuamente idea su cosa voglia raccontare.

Priva di epica: la trilogia sequel non riesce a creare

Questo schema narrativo che fa acqua da tutte le parti come una rete Gungam, è presente in molte altre opere Star Wars. Prendiamo per esempio ” The book of Boba Feet”. Boba Fett, trasformatosi da temuto e spietato cacciatore di taglie in un generoso benefattore decide  di difendere il  suo dominio dalla gilda. Il nemico è agguerrito, la situazione disperata. Si decide di dar retta alla prima hippy che passa e organizzare il proprio QG nel posto meno difendibile del pianeta perchè loro hanno ragione e gli altri torto. Gli alleati tradiscono Feet, ma questo sembra non cambiare le carte in tavola. Scendono in campo due droidi protetti da scudi. Droidi di questo genere più piccoli e meno armati misero Qui Gon e Obi Wan in una “situazione di stallo”, ma in questo caso nessuno si pone il problema. Il gruppo spara con armi di piccolo calibro, i droidi rispondono al fuoco ma non muore nessuno.

Infine proviamo ad analizzare la fine di Episodio IX. Palpatine ha rimesso in moto la sua flotta “nascosta”. Migliaia di Star Destroyer che risorgono dalle viscere del pianeta. Gli equipaggi risorgono anch’essi con le navi così non è chiaro se siano poveri diavoli rimasti li ad aspettare da decenni senza acqua ne cibo ma con divise impeccabili o più credibili fantasmi di forza. Il geniale pirata Poe inizia ad ingaggiare la flotta rendendosi conto che “Forse” non potrà farcela da solo e si pente della sua protervia. Poi la flotta viene ingaggiata da naviglio vario. Non serve nemmeno una nave da guerra. Palpatine è un idiota perchè la sua flotta non vale niente. A nulla servono i fulmini di forza se non a danneggiare la sua stessa inutile flotta.

Ci si ferma quindi a pensare: Davvero quei 15-20 ribelli ( ribelli di cosa poi?) scampati a Craig hanno potuto ricostruire da soli la resistenza al primo ordine? E se non erano i soli allora la resistenza si sarebbe potuta ricostruire anche con il loro sacrificio. Così come Boba Fett in realtà aveva già vinto la battaglia, visto che nonostante tutto sia andato storto, alla fine comunque ha trionfato senza alcun vero danno. Infine, e questo rende tutta la trilogia sequel “inutile” ci si chiede: che razza di pericolo poteva essere il ritorno di Palpatine se sarebbe bastato un singolo manipolo di astronavi armate alla bene e meglio e senza un comando militare per sbaragliare la sua intera flotta?

Star Wars Episodio VIII – Gli Ultimi Jedi… in 8 punti

– Luke Skywalker : “ Maestro Yoda. “
– Yoda : “ Giovane Skywalker. “
– Luke Skywalker : Metto fine a tutto questo. L’albero, il testo, i Jedi. Darò tutto alle fiamme.
– Yoda : “ Ah, Skywalker. Mancato mi sei. “
– Luke : “ Quindi è tempo… che l’Ordine dei Jedi scompaia. “
– Yoda : “ Tempo è. Che tu guardi oltre una pila di vecchi libri. Mmmh?
– Luke Skywalker : “ I sacri testi dei Jedi !!! “
– Yoda : “ Oh, letti li hai tu ? “
– Luke Skywalker : “ Be’, ma … “
– Yoda : “ Avvincenti certi non sono. Sì, sì, sì. Saggezza essi contengono, ma in quella biblioteca non c’era niente che la giovane Rey già non di suo possedesse.
Skywalker, l’orizzonte ancora tu guardi. Ma qui, ora, mmm? Il bisogno che hai sotto il tuo naso. “
– Luke Skywalker : “ Sono stato debole. Incauto. “
– Yoda : “ Perso Ben Solo, tu hai. Perdere Rey, non dobbiamo. “
– Luke Skywalker : “ Io non sarò mai quello che lei vuole che io sia ! “
– Yoda : “ Le mie parole ascoltato non hai? Trasmetti ciò che imparato hai. Vigore, controllo, mmh… Ma debolezza, follia, fallimento, anche.
Sì, fallimento, soprattutto. Il più grande Maestro, il fallimento è.
Luke, noi siamo il terreno su cui essi crescono. Questo è il vero fardello di tutti i Maestri”.

1) Ottavo film della Saga di Guerre Stellari, il secondo film della Sequel Trilogy dopo l’acquisizione da parte di Disney di Lucasfilm del 2012 e sicuramente il più discusso, quello che ha letteralmente diviso in due il fandom, tra sostenitori e detrattori. Ci tengo subito a precisarlo : personalmente sono dell’opinione che The Last Jedi non sia un brutto film, anzi, ma attinge ad un registro che non appartiene al 100% a quello che il canone di Star Wars ci ha sempre abituato. Quando penso a The Last Jedi, subito mi viene in mente il termine Distruption, perché questa stata, ovvero una rottura voluta che porta all’innovazione, cosa che ha trovato l’approvazione in chi voleva qualcosa di nuovo e il totale disappunto per quella parte del fandom amante della linea narrativa classica. A differenza però di alcuni registi ai quali sono state affidate le sorti di brand cinematografici importanti, che non avevano piena conoscenza del materiale originale, Brian Johnson Star Wars lo conosce e come, e tutte le scelte che ha adottato le ha scritte con la consapevolezza della nuova direzione che voleva dare alla storia e al tempo Disney adorava la sua visione.I concetti di Force User e Force Sensitive, le nuove abilità legate alla Forza che creano un interconnessione fisica con chi vi è connesso, la Resistenza divenuta simbolo nella galassia di un a qualcosa di più delle singole persone che ne fanno parte, sono tutte idee al 100% di Rian Johnson. Tutto questo è legato ai gusti personali, per questo c’è chi lo adora e chi lo detesta, ma a mio avviso il problema di questo episodio è della Trilogia Sequel in generale, no è Rian Johnson, ma la casa madre, che non ha mantenuto continuità nel progetto di questa trilogia. Non si può fare un primo capitolo che inizia con un personaggio chiave che dice “ Senza Jedi non ci può essere pace ed equilibrio nella galassia “ e poi nel secondo capitolo buttare tutto alle ortiche … Inoltre, viviamo in un epoca social, le notizie fanno il giro del mondo alla velocità della luce e le bugie hanno sempre più le gambe corti. Mi spiego meglio : quando uscì il film circolava l’indiscrezione secondo la quale in questo episodio ci sarebbe stato un colpo di scena incredibile, il più grande dai tempi di “Io sono tuo padre”, e appena visto il film m stavo scervellando su quale fosse questo colpo di scena, senza capire. Poi nel making of di Episodio VIII ( realizzato prima dell’uscita di Episodio IX ) senti dalle parole di Johnson che il colpo di scena stesse proprio nelle origine di Rey, nel atto che in realtà fosse figlia di nessuno di importante, che dovesse per conto suo trovare un posto in questa storia. Dopo le reazioni del fandom, retromarcia, Kylo Ren “ stava a scherza’ “ e in realtà Rey è la nipote di Voldemort, ehm, scusate, Palpatine. Così come la regia di Episodio IX che era già stata affidata a Colin Trevorrow ( il quale più volte ha affermato di non aver mai sentito sta roba del ritorno di Palpatine ) ma che poi “ per riparare “ è stata ridata a JJ Abrams. Insomma, io non ce l’ho con Rian Johnson, ma sulla disomogeneità legata al progetto. Sarei curioso di vedere altro Star Wars diretto da Johnson, vedere in quale direzione vorrebbe espandere la galassia lontana lontana, avrei però preferito però che non avesse messo mano alla saga principale e a personaggi canonici per i quali, personalmente, immaginavo tutt’altro sviluppo. Senza contare che il Maestro Starwarsiano della Distruption, alias Rian “Johnson il Distruggitore”, in un solo episodio ha fatto fuori Luke Skywalker, l’Ammiraglio Ackbar, Il Leader Supremo Snoke e il Capitano Phasma … mica roba da poco. Detto questo, nel rivedere questo film, stand alone, nella sua totalità, svincolato da retroscena e a mie ( elevate ) aspettative, l’ho trovato un bel film, con una componente di avventura molto elevata e ricco di scene molto toccanti, oggettivamente Luke e Yoda e Luke e Leia, se si mette da parte la guerra che uno ha fatto alla pellicola sono scene che ti arrivano dentro.


2) Per la rubrica “ Non tutti sanno che “ :
– L’Ultimo Jedi : come già detto Johnson oltre che a dirigere il film, lo ha anche scritto e per l’autore il titolo “ The Last Jedi “ era al singolare, ovvero L’Ultimo Jedi, intendendo Luke Skywalker. Lucasfilm/Disney alla fine invece ha optato per un significato del titolo al plurale, trasformandolo in Gli Ultimi Jedi.
– Rose e l’amica nerd di Rian Johnson : Rose è stato un personaggio voluto al 100% da Rian Johnson, il quale si è ispirato ad una sua amica dei tempi della scuola. Johnson voleva una figura all’interno della Resistenza che fosse aiuto agli eroi, forte ma dall’aspetto comune e dall’animo sensibile.
– Non si abbandonano gli animali : Il reparto artistico che si occupava della realizzazione delle creature, ha avuto un gran da fare poiché Johnson teneva molto al design e alla perfetta realizzazione di tutti i vari esseri che dovevano popolare la pellicola. Un problema è sorto per le scene girate su Skelling Island, l’isola di Luke, dove Johnson affezionato alla scena del “tricheco azzurro”, nonostante le imponenti dimensioni del pupazzo, lo ha fatto trasportare appositamente in elicottero sull’isola.

 

3) Una delle cose che non amo di questo film è l’inserimento della comicità in diverse scene. L’universo di Star Wars ha sempre attinto al registro dell’ironia, non della comicità ( Irvin Kershner docet, lo ha sempre detto,fin dai tempi de L’Impero Colpisce Ancora ). In questo episodio invece equivoci sulla pronuncia dei nomi (Hux/Fax) suore mondine rana e le loro gag, ferri da stiro volanti, etc. etc.

4) Rey alla porta di casa di Luke : “ Sono Rey della Resistenza, ho lasciato la patente sul tavolo, accanto alla frutta “. Semi cit.

 

5) Il film ha alcuni dialoghi e alcune frasi che definiscono i personaggi niente male: “ La speranza è come l’alba. Se ci credi solo quando la puoi vedere non supererai mai la notte. “ Leia
6) Critiche a parte, il prologo prepara all’azione ed è in linea con la saga di Star Wars:

Tanto tempo fa in una galassia lontana lontana…
Il PRIMO ORDINE impera. Dopo aver decimato la pacifica Repubblica, il Leader Supremo Snoke ora schiera le sue spietate legioni per impadronirsi del controllo militare della galassia. Solo i combattenti per la RESISTENZA del generale Leia Organa si oppongono alla crescente tirannia, certi che il Maestro Jedi Luke Skywalker tornerà e restituirà una scintilla di speranza alla lotta. Ma la Resistenza è stata scoperta. Mentre il Primo Ordine si dirige verso la base ribelle, i coraggiosi eroi preparano una fuga disperata…

 

7) PRO E CONTRO DI QUESTO EPISODIO:
PRO EPISODIO :
– Sacrificio iniziale, mi riporta con la mente a Rogue One
– Leia è bellissima
– Lezione di Luke
– C3PO che mostra a Luke Ologramma di Obi-Wan … un tocco di classe
– Interconnessione tra Kylo Ren e Rey
– Battaglia di Crait
– La Resistenza/Ribellione con simbolo nella galassia
– Luke sul finale è un Jedi potentissimo e ritrova la luce
– Il bacio di Luke a Leia
– I bambini sul finale
CONTRO EPISODIO
– Trama non in continuità con episodio precedente
– Aver confuso in diversi momenti comicità con ironia
– Lancio della spada di Luke. Posso capire il significato del gesto,ma a mio avviso andava girata diversamente
– Hux all’inizio del film ridotto ah “macchietta” ( e con occhiaie allucinanti )
– Testacoda di Poe con X-Wind ad inizio episodio … non siamo su GTA
– I Porg … dio ce ne salvi e liberi

8 ) Consiglio a tutti, specialmente a chi come me al cinema non ha amato questo episodio, di rivederlo a distanza di tempo, da soli, osservando non tanto le scene/parti che non piacciono, ma tutto il resto. Potreste rimanere sorpresi.

La Maledizione della Morte Nera

Ossia, come Star Wars sta diventando sempre più simile al brand “Pirati dei Caraibi”. La tanto paventata “rottura” con gli schemi narrativi classici Guerre Stellari, si può considerare perfettamente realizzata con Gli ultimi Jedi. Il film ha avuto moltissime critiche, ma anche numerosi difensori, pronti a giurare che, in fondo, le tematiche non siano poi così cambiate rispetto alle trilogie precedenti. E in fondo è vero, però è innegabile che qualcosa sia cambiato: qualcuno lo ha visto come un ammodernamento, qualcun altro un vero e proprio tradimento. Ma cosa è cambiato veramente? Non tanto la trama quanto i linguaggi  del film,  ossia il modo con cui raccontare la  storia e comunicare le emozioni. Ecco qui c’è stato un grande distacco:  questo è un film tutto Disney, tutta “nuova scuola”.

Lo stile Disney di ”Pirati dei Caraibi”. 15 anni fa la Disney lanciò un ”La maledizione della prima luna”. Una storia d’avventura, al limite dell’horror, sviluppata in un ambientazione fantasy piratesca, ma condita di azione e comicità. L’idea alla base della pellicola, era nata al termine di un periodo di dissapore con lo studio Pixar, che fino ad allora era stato il traino dei nuovi film Disney.  La compagnia aveva deciso di puntare  su prodotti alternativi, diversificando, per non essere troppo assoggettata alla Pixar. Così da un’idea maturata  già negli anni novanta per rilanciare le aeree tematiche dei suoi parchi di divertimento, nacque il concetto pirati.  Ma non doveva essere un film di pirati ”vecchio stile”, né un film storico, ma più un film d’azione che ammiccasse un po’ a tutti. Il film fu un successo che contese al film prodotto dalla stessa Disney ”La ricerca di Nemo”, uscito il mese prima, il titolo di campione del box office dell’anno.  La formula scanzonata e comica de ”I pirati dei Caraibi” e successivi si dimostrò essere un’idea di assoluto successo, capace di catturare il pubblico più giovane, e i giovani adulti, grazie ai colpi di scena, alle battute continue e alle scene d’azione a volte così eccessive da sforare volutamente nel ridicolo, ma con una trama alle spalle complessa e strutturata.

Uno stile vincente. Lo stile  di Pirati dei Caraibi si è dimostrato un mood vincente: Azione, battute e personaggi un po’ fuori dalla righe, ma anche colpi di scena, cammei importanti, spezzoni  dark, in un frammistarsi di situazioni serie e  comiche. Potremmo quasi definirlo un super genere, in cui confluisce un po’ di tutto: una strizzata d’occhio a Indiana Jones, una alle saghe fantasy come ”Il signore degli anelli”, una ai film di pirati, una agli horror classici, ecc, ecc . A pensarci bene ricorda un pò’ anche lo stile dei film Marvel, (sempre Disney) e il brand Trasformers (Dreamworks/Paramount). Ne siamo ormai pieni. Qualcuno avrà pensato: “il sistema funziona, ha creato un  nuovo brand super redditizio (i 5 film di PoC hanno incassato oltre 4 miliardi di dollari), ha rilanciato un vecchio brand (Marvel), rilanciato i fumetti, portato miliardi in merchandising. Un brand come Star Wars, che piace tanto ai trentenni, ma non fa cosi breccia sulle nuove generazioni non può che avvalersi di questa formula magica

Il linguaggio della nuova trilogia. Così, basta poco per rendersi conto di come  il  linguaggio della nuova trilogia sia fortemente influenzato da questo mood: prendiamo la scena in cui Luke rifiuta la spada che reverentemente Rey gli porge: è assolutamente fuori dal contesto del personaggio, del modus operandi Jedi, dal senso della scena, ma strappa una risata. Perché? Perché è inattesa: tutti ricordiamo la scena in cui Obi-Wan consegna a Luke la spada come fosse una reliquia. Abbiamo aspettative simili, rompere le aspettative fa ridere.  Così fanno ridere gli allenamenti di Rey, che danneggiano continuamente oggetti  delle custodi, fa ridere la ricca comparsa che, ubriaca, continua a inserire monetine in BB8; addirittura  strappano un sorriso alcune scene di interazione mentale tra Rey e Kylo Ren, che invece narrativamente dovrebbero essere  cariche di suspense. Ci sono molte altre analogie, come l’esecuzione di Finn e Rose (scena vista in tutti i film) o ancora  il lungo inseguimento tra le navi del primo ordine e dei ribelli, ricordano tanto gli scontri navali tra vascelli, tra colpi radi sparati da lontano e la nave inseguita che cerca di distanziare i propri inseguitori. Certo, nei primi film di Star Wars non mancavano le battute, ma avevano una funzione differente: lì servivano ad aggiungere spessore alla trama, erano insomma strumentali, qui invece servono a rompere la tensione, facendo venire meno la funzione drammatica; in questo modo non c’è mai un vero dramma, non c’è una tensione emotiva che potrebbe rendere il film troppo ”cruento”. Pirati dei Caraibi parla di assassinii, tagliagole e guerra, ma non è mai cruento. Nemmeno i cattivi fanno davvero paura.

Ma i parallelismi più evidenti sono nei personaggi. Anche in  Pirati dei Caraibi ci sono tre protagonisti: Jack Sparrow, abilissimo capitano della Perla Nera, dalla lingua lunga che sembra cavarsela sempre per il rotto della cuffia, Elisabeth Swann, vero motore della trama e degli eventi, e l’unica che in ogni momento sembra sapere cosa sia giusto e cosa sia sbagliato, e Will Turner, abile fabbro e spadaccino, costretto, suo malgrado, a seguire gli altri due in un alternarsi di vicende ed equivoci. Jack è un protagonista strano, quasi una spalla comica a volte; è l’unico dei tre che conosce l’ambiente dei pirati e le sue regole,  dove tutti lo conoscono, nel bene o nel male.  È un personaggio con i suoi scopi che funziona bene anche da solo ha sempre vicino una spalla (tipo la scimmietta). Al contrario sia  Will che  Elisabeth sono personaggi strappati al loro ”mondo” che devono imparare a convivere con  usi differenti, esplorando e conoscendo nuovi personaggi.  Ma, mentre Elisabeth cerca di prendere subito il controllo della situazione, Will è restio a farlo e vorrebbe tornare a casa. Elisabeth è dettata da forti motivazioni personali, Will o cerca di salvare Elisabeth o è schiacciato dagli eventi. Un’altra caratteristica di Jack è essere spesso un deus ex machina delle vicende, ossia il suo intervento è sempre provvidenziale, in un modo o nell’altro ma non muove lui la trama, né il personaggio sembra evolversi.  Aggiungiamo poi altri due elementi: un cattivo ricorrente che man mano si dimostra essere un alleato (Norringhton o Barbossa) e altri cattivi che si  dimostrano spietati ma assolutamente incapaci,  che non fanno mai realmente paura essendo ala caricatura di loro stessi (Bekett delle Indie Orientali).

Ora vediamo i parallelismi. Come Jack, Poe è spocchioso, lesto di lingua, agisce impulsivamente ma se la cava sempre; i suoi interventi sono sempre provvidenziali, e nessuna delle sue azioni controverse ha mai conseguenze. Inoltre, è lui ad avere il controllo della situazione e nel suo ambiente tutti lo conoscono, infatti uno dei suoi ruoli è quello di inserire  Finn e Rey nella resistenza e supportarli. Finn non interviene attivamente durante tutto il film, anche qui è un deus ex machina: appare e risolve situazioni. Dal canto suo Rey è il motore degli eventi: spinge Finn a seguirla, decide di trovare Luke, è animata da una grande forza di animo e  la sua curiosità la spinge ad innescare una serie di eventi. Come Elisabeth è importante per altri personaggi perché è figlia del governatore, cosi Rey è importante perché ha “qualcosa”. Al contrario, Finn è invece sempre sul punto di voler tornare indietro, e l’unica cosa che lo spinge a rimanere sembra proprio essere Rey.  I parallelismi tra Kylo Ren e Norringhton sono meno palesi, ma la base è simile: pur essendo  entrambi personaggi tormentati tra il loro senso del dovere e un sentimento verso Rey/Elisabeth, non riescono a portare a termine i loro compiti (Kylo comunque deve in qualche modo mantenere lo stile dei suoi predecessori). È invece quasi totale la  sovrapposizione tra Hux e l’infido Beckett: entrambi troppo sicuri di sé, entrambi incapaci di prendere decisioni sensate davanti agli imprevisti, entrambi vanagloriosi della potenza delle loro navi, dei loro uomini, dei loro mezzi, entrambi viscidi e probabilmente codardi. Nessuno di loro incute alcun timore al pubblico. Nessun bambino piangerà vedendo Kylo Ren, come poteva succedere con Palpatine, Darth Vader o Darth Maul.

E i vecchi personaggi? Ma in questo schema non si tiene conto di Luke, Han e Leia (e Chewie). Come si può non tenerne conto? Perché contano poco: purtroppo  la presenza dei vecchi personaggi è solo un lungo  cammeo atto a far da passaggio di testimone. A pensar male si potrebbe dire che  sono quasi volutamente offuscati, spenti. Di Luke se ne è parlato fin troppo, e credo sia inutile ripetersi. Leia è una caricatura di se stessa, e non per la prestazione di Carry Fisher, come alcuni maligni dicono, bensì per evidenti scelte di regia. È più matura, sì, è più prudente, sì, ed è giusto che sia così. Ma il problema è che non appare  carismatica, non è una leader, sembra più una grande ”mamma” della resistenza che un generale operativo: è  proprio un problema di taglio del personaggio. Anche Han Solo, di gran lunga il più carismatico dei tre, nonostante l’abilità di Henry,  non viene sfruttato al 100%: sembra sempre un po’ in disparte messo lì a dar spazio ai nuovi arrivati.

Ma i pirati in Star Wars funzioneranno? Difficile dirlo, perché Guerre Stellari non è un prodotto nuovo. Ha il suo linguaggio, anzi ha creato il suo linguaggio e lo ha imposto al mondo. Non è una saga che si presta a essere cambiata così. Il rischio è che Star Wars perda i suoi fan più accaniti e  diventi un film come tutti gli altri, capace, sì, di macinare numeri, ma senza più il suo valore. Pensiamoci bene: siamo sicuri che, tra 30 anni Pirati dei Caraibi o Avengers saranno dei cult anche solo lontanamente avvicinabili a quello che è stato Star Wars per noi? Perché Star Wars è stato un successo? Non perché parlasse di astronavi, non perché ci fosse il dualismo bene o male, ma perché ha scavato un sentiero nella storia del cinema, un suo sentiero, fatto di musiche e di emozioni. Lucas ha saputo creare emozioni attraverso le musiche, le inquadrature; parliamoci chiaramente: cosa sarebbe Darth Vader senza la marcia imperiale, senza il suo incedere imperioso, senza il rispettoso silenzio rotto dai profondi  respiri che precedeva ogni sua frase? Quando noi spettatori ci renderemo conto che quello che fa grande un film sono le emozioni , anche il ”super genere” Pirati dei Caraibi si esaurirà.

Gli Ultimi Jedi all’Ospedale Niguarda di Milano

Giovedi 11 gennaio 2018, le Legioni di costuming ufficialmente riconosciute da LucasFilm,  tornano all’Ospedale Niguarda di Milano grazie Medicinema. Questa volta parteciperanno alla proiezione del film Star Wars – Gli Ultimi Jedi  presso la sala cinematografica dell’ospedale.  La giovane e coraggiosa Rey ha mosso i suoi primi passi in Il Risveglio della Forza. Il suo epico viaggio proseguirà insieme a Finn, Poe e Luke Skywalker nel prossimo capitolo della saga di Guerre Stellari. Star Wars Episodio VIII: Gli ultimi Jedi, scritto e diretto da Rian Johnson, e porterà avanti le vicende narrate in Star Wars: Il Risveglio della Forza.

Medicinema Italia è un’associazione italiana che nasce nel 2013 ispirandosi all’esperienza di MediCinema UK, charity attiva nel Regno Unito dal 1996. E’ una Onlus (organizzazione non lucrativa di utilità sociale), iscritta all’elenco della Regione Lombardia, dove ha la propria sede legale. L’ambito di attività è nazionale, in progressiva espansione dopo le prime esperienze a Milano e Roma. Dal 2014 ha il patrocinio del Ministero della Salute, dal 2016 gode del sostegno della Direzione Generale Cinema del Minsitero per i Beni e le Attività Culturali per le attività di promozione cinematografica. L’utilizzo del cinema come elemento evasivo e di distrazione diventa una “cura” per alleviare  la sofferenza fisica e mentale. L’applicazione di questo metodo e il suo costante monitoraggio negli ambiti pediatrici, psichiatrici, geriatrici, pre e post-chirurgici, nelle terapie riabilitative, intensive e nelle lunghe degenze, è un intervento che genera un beneficio e un’innovazione nel trattamento clinico, affiancando la tradizionale terapia medica. Per info: http://www.medicinema-italia.org/

La 501st Italica Garrison il distaccamento Italiano della 501st Legion, un’organizzazione mondiale di appassionati di Star Wars che possiedono ed indossano i loro costumi di natura “imperiale”. La mission del gruppo, che ad oggi conta oltre 7000 membri attivi in più di 100 Garrison suddivise in tutto il mondo, si riassume in 3 punti fondamentali: promuovere Star Wars, celebrare la sua mitologia e promuovere il marchio, dando ai fan una comunità nella quale farlo; portare nella realtà il fascino dei costumi della saga, studiando, realizzando ed indossando questi costumi, per soddisfazione personale (hobby) e per l’intrattenimento del pubblico che può finalmente interagire dal vivo con gli spettacolari personaggi della saga; – contribuire alla comunità utilizzando questi costumi e le nostre risorse collaborando con associazioni benefiche, visite negli ospedali e contribuendo con raccolte fondi destinate ad aiutare chi è meno fortunato di noi. Nel 2013 le attività della 501st hanno raccolto ben 16 milioni di dollari in tutto il mondo! http://www.501italica.com/

La Rebel Legion è una organizzazione internazionale di costuming di Star Wars, creata da e per chi è interessato nel replicare costumi relativi al mondo di Star Wars: Jedi, piloti e truppe ribelli, principesse e anche Wookiee…non manca nessuno! Grazie alla serietà dimostrata ed all’accuratezza dei costumi, la Rebel Legion è stata riconosciuta ufficialmente dalla LucasFilm come principale associazione mondiale di costuming per i “ribelli” di Star Wars. La Rebel Legion è cresciuta fino a diventare l’organizzazione internazionale che è oggi: più di 2000 membri in oltre 28 paesi in tutto il mondo, con 57 basi di diversi stati, diventando il primo gruppo di costumi ribelli nella comunità starwarsiana. Rebel Legion Italian Base, nata del 2005, è la sezione italiana del gruppo internazionale di costuming ribelle Star Wars. http://www.rebellegionitalianbase.it/

Star Wars: Episodio VIII – Gli Ultimi Jedi

Dopo la morte di Han Solo, la principessa Leia continua a comandare la lotta della Resistenza contro l’Impero e la giovane Rey vola sull’isola ove Luke Skywalker si è rifugiato in totale isolamento. Nel frattempo Kylo Ren – Ben Solo mostra i suoi sentimenti contraddittori verso la Forza Oscura e quella Buona verso le quali è incoraggiato rispettivamente dal grande imperatore e dal proprio DNA, quello appunto di Leia e di Han Solo. Sul fronte dei ribelli, infine, Finn e Rose Tico (nuovo personaggio) vanno alla ricerca di “apricodici” nell’attesa di uno scontro finale ove tutti i personaggi si incontreranno in uno scenario esplosivamente epico.

Star Wars: Gli ultimi Jedi (Star Wars: The Last Jedi), noto anche come Star WarsEpisodio VIII – Gli ultimi Jedi, è uscito nelle sale solo il 15 dicembre 2017, siretto e diretto da Rian Johnson, il film è prodotto da Kathleen Kennedy e Ram Bergman, mentre J.J. Abrams, Jason McGatlin e Tom Karnowski sono i produttori esecutivi.

In Star Wars: Gli Ultimi Jedi,il pubblico ha potuto ritrovare sul grande schermo Mark Hamill, Carrie Fisher, Adam Driver, Daisy Ridley, John Boyega, Oscar Isaac, Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Anthony Daniels, Gwendoline Christie e Andy Serkis.  A questi si aggiunge il premio Oscar Benicio Del Toro, la candidata all’Academy Award Laura Dern e la talentuosa Kelly Marie Tran.La squadra creativa include alcuni dei più grandi talenti dell’industria cinematografica, tra cui Steve Yedlin (Direttore della fotografia), Bob Ducsay (Montatore), Rick Heinrichs (Scenografo), Peter Swords King (Hair e Make-Up Designer) e Mary Vernieu (Direttore del casting negli Stati Uniti). Inoltre, Pippa Anderson (Co-produttrice, vicepresidentessa della post-produzione), Neal Scanlan (Supervisore creativo delle creature e dei droidi), Michael Kaplan (Costume designer), Jamie Wilkinson (Responsabile degli oggetti di scena), Chris Corbould (Supervisore degli effetti speciali), Rob Inch (Stunt coordinator), Ben Morris (Supervisore degli effetti visivi) e Nina Gold (Direttrice del casting nel Regno Unito) torneranno a far parte del team.

The Last Jedi è un film che rappresenta totalmente ed anche in modo superbo quello che è il modo di fare cinema di oggi: in poche parole si tratta di un’opera al passo con i tempi che corrono, veloce e spettacolare negli effetti speciali ed allo stesso tempo superficiale e a tratti eccessiva, nonché troppo comica. Si tratta del capitolo della Saga che più di tutti si discosta dalla Trilogia Originale e lo fa in modo sfacciato, come a dire “Ho comprato la Lucasfilm ed ora faccio come voglio io!” Ci sta, è apprezzabile, ma quando ci si scontra con dei mostri sacri forse l’esagerazione non è la via giusta.

In generale è un film piacevole sotto molti punti di vista e che, seppur lungo (dura più di due ore e mezza), riesce a catturare l’attenzione e a tenere lo spettatore incollato alla sedia fino all’ultima scena.

L’ottavo capitolo si collega al settimo in un modo nuovo per la Saga: ossia si riparte lì dove avevamo lasciato i protagonisti, con Rey che finalmente riesce a trovare Luke. Dopo un opening crawl più soddisfacente di Episodio VII e le classiche inquadrature delle navicelle nello spazio, The Last Jedi FINALMENTE ci mostra Luke Skywalker. Per due anni tutti ci siamo chiesti quali sarebbero state le sue prime parole: che cosa dirà Luke? Avrà sentito arrivare Rey? Quale sarà la sua reazione alla vista della spada laser di suo padre? Noi non vi daremo le risposte, ma anzi vi daremo un consiglio: se pensate di ritrovare il Luke di Ep. VI, scordatevelo!

Rian Johnson mette in scena qualcosa di nuovo e decisamente meno profondo rispetto a ciò che siamo abituati: con la sfrontatezza di chi vuole tagliare con la tradizione e la freschezza propria di un produzione moderna, il regista porta sul grande schermo un eroe decaduto, oscuro, che ha perso la speranza e l’obiettivo della sua esistenza. Il risultato, almeno per noi, è deludente sia per le aspettative che inesorabilmente tutti noi avevamo (ricordiamo che l’ultima volta che abbiamo visto Luke Skywalker in azione sul grande scherzo era il lontano 1983) sia per la nuova strada che si è voluto far intraprendere al concetto di Forza.

La filosofia che ci ha accompagnato per tutta la vita ha oggi un nuovo sapore, probabilmente più fresco ma allo stesso tempo privo di magia, quella stessa che con quel “La Forza sarà con te, sempre..” pronunciato da un magistrale Obi-Wan Kenobi, ci ha fatto innamorare della Saga. The Last Jedi fa totalmente a pezzi il mito e con lui un’intera generazione di Jedi e Sith.

Se Il Risveglio della Forza era stato criticato perché troppo simile a Guerre Stellari e privo di un certo coraggio da parte del suo regista, questo nuovo capitolo si piazza al polo opposto: sfacciato, eccessivo e a tratti sconveniente, Gli Ultimi Jedi sembra voler prendersi gioco del fandom, ridicolizzando tutto ciò che per i veri appassionati è sacro ed intoccabile. Ci verrebbe quasi da riprendere le parole di Han Solo “I Jedi, i Sith.. è tutto vero!” Sì, è vero fino a quando non si va a vedere Ep. VIII. Incidendo una bella X sopra l’intera Trilogia Originale e, secondo noi, anche sull’Universo di Star Wars, The Last Jedi si eleva con superbia imponendo allo spettatore di andare oltre, di voltare pagina, di lasciare il passato alle spalle e guardare senza speranza al futuro.

Potrebbe sembrare un manifesto per le nuove generazioni e forse è proprio di questo che si tratta. Spieghiamoci meglio. In questa recensione non punteremo il dito verso la Disney o verso la Lucasfilm, sia chiaro. Nessuno più di noi apprezza il lavoro che dagli anni ’30 questa compagnia sta portando avanti, accompagnandoci mano nella mano lungo il percorso della nostra vita: classici d’animazione, saghe cinematografiche, merchandising e comics fanno della Disney una delle più grandi e migliori case di produzione della storia.

Se The Last Jedi è un film che non risulta in linea con i precedenti ma soprattutto con ciò che il fandom(quello vero, conservatore, quello che ancora si emoziona e piange davanti ai film della Saga) vuole vedere, non è un problema della Disney. O meglio, non è una questione legata ai mezzi, ai registi o agli sceneggiatori della Disney. Si tratta di scelte, ed in questo caso, di scelte ben precise ed ovvie. I nuovi capitoli della Saga nascono per le nuove generazioni, per far continuare il mito e, perché no, per vendere merchandising (cosa che si è sempre fatta, fin dagli anni ’80 essendo Lucas l’inventore del cosiddettomerchandising).

Il problema di fondo è che nel cercare di proporre qualcosa di nuovo, di giovane e fresco, si è perso di vista l’insieme di cose che hanno reso grande la Saga: il tempo, il silenzio, il percorso, la saggezza, l’amicizia, l’amore… la famiglia. I nuovi capitoli sono svuotati dei valori principali, dei capisaldi senza i quali nel lontano 1977 Guerre Stellari non sarebbe diventato ciò che è oggi. E non vogliamo parlare di blockbuster, vogliamo parlare di una Saga che è in grado di emozionare, di unire le persone di tutto il mondo, di farle sognare: la storia di un percorso, della lotta tra bene e male, di rabbia, gioia, perdono.. di redenzione.

Ep. VII ed VIII non sono brutti film ma mancano di emozione ed è per questo che un vero fan non può immedesimarsi in essi: non bastano le battaglie, non bastano gli effetti speciali e non basta sguainare una spada per fare un film di Star Wars. Ci vuole saggezza e maestria nello scegliere i tempi, i dialoghi, le musiche ed in generale la storia.

I nuovi capitoli hanno fallito e continueranno a fallire perché non sono in grado di dare al pubblico qualcuno o qualcosa nei quali immedesimarsi. Non c’è la speranza della Ribellione, l’oppressione dell’Impero, non c’è il percorso dell’eroe e, infine, non c’è l’amore.

In generale perciò si può affermare che a mancare è proprio la storia che, ancora una volta, risulta essere stata cambiata in corsa tra un episodio e l’altro. Vi ricordate il primo trailer de Il Risveglio della Forza e le parole dette da un Luke che poi non abbiamo visto?

La Forza scorre potente nella mia famiglia. In mio padre, in mia sorella, in me. E anche tu hai questi poteri.

Una frase esplicita che ci ha suggerito quello che stavamo aspettando: il ritorno di Luke, del maestro, dell’eroe, dell’ultimo Jedi. Poi sappiamo che le cose sono andate diversamente ma questo ci fa capire che non esiste una linea nella trama e che anzi si tratta di prodotti lanciati sul mercato per cercare di arrivare ad un pubblico sempre più ampio. Quello che il fandom ha aspettato per lungo tempo non è arrivato e non crediamo arriverà mai a questo punto.

Lasciando da parte la filosofia per un attimo, torniamo a parlare concretamente del film. Gli effetti speciali sono eccezionali e le scene di battaglia nello spazio sono in linea con i film precedenti (anche se comunque meno avvincenti), il montaggio è davvero notevole e la fotografia in alcuni punti superba. Purtroppo il film non si scrolla di dosso una comicità scadente e inutile ai fini della storia: ancora una volta le battutine fanno da padrone e rovinano l’essenza di un film che in realtà risulta essere più cupo dei precedenti.

La caratterizzazione dei personaggi è pressoché assente così come una ricerca stilistica in termini di linguaggio e di movimenti. I protagonisti sono buttati qua e là senza un motivo valido giusto per creare confusione e cercare di dare alla trama un minimo di spina dorsale. Solo Rey e Kylo Ren sono maturati e più profondi ma questo non basta per non rendere molte dello loro scene ridicole e forzate. Le seconde file sono ricche di nuovi personaggi, alcuni inutili ed alcuni lasciati ai margini della storia perché già inutili in Ep. VI.

Ancora una volta TLJ manca di colonna sonora nei momenti critici: non si tratta di un problema legato al grande John Williams, bensì di scelte. E su un film che vuole rompere con il passato, ci sta anche la musica non ricopra più il ruolo principale che aveva prima.

In poche parole Gli Ultimi Jedi è un film nuovo che non aggiunge niente di nuovo alla Saga e men che meno alla storia (forse più confusa di prima). Un film che agli appassionati farà perdere qualche anno di vita ma che a tutti gli altri piacerà ed anche parecchio.

In finale, vogliamo aggiungere anche un piccola nota riguardante molti dei commenti che abbiamo letto in giro, ossia “Star Wars ha fatto bene a cambiare, si è evoluto, guarda ad una nuova generazione”. Non scherziamo amici, si tratta della Saga più famosa del cinema, con il fandom più grande a livello planetario, unisce molteplici generazioni sotto un’unica grande bandiera, un faro nella notte per grandi e piccini… Non ha bisogno di essere sorpassata. Se la Disney vuole puntare ad un pubblico giovane sfornando film con trame imbarazzanti, non vuol dire che gli adulti di domani devono per forza crescere con questa nuova trilogia.

No! The Last Jedi non è un film per i bambini di oggi, è solamente un film per i tempi di oggi. E vi spieghiamo il perché. Ad oggi ci sono bimbi/e che vanno dai 4 ai 12 anni che già sono appassionati della Saga e della Trilogia Originale e si vestono da Vader e da Principessa Leia: ebbene si, personaggi di 40 anni fa, personaggi che ancora oggi riescono ad appassionare nonostante siano cambiati i tempi. Secondo noi non c’è bisogno di strizzare l’occhio ad un pubblico che fino ad oggi non si è appassionato solo per vantarsi di arrivare lì dove non si era riusciti in passato, perché si tratta di un target che anche solo leggendo la scritta Star Wars non andrà a vedere il film. Star Wars è nato 40 anni fa e chi si appassiona oggi non può prescindere dalla Trilogia Originale e dai prequel.

Chi non ti ha voluto nel corso di questi 40 anni, non ti vorrà nemmeno ora, ma soprattutto non ti merita. Il fandom, così come i film, è sacro e va rispettato anche se ancora attaccato a “vecchie religioni”: non è necessario per forza stravolgere, cancellare, massacrare o stuprare tutto ciò che ci ha emozionato in quella galassia lontana lontana. Le nuove generazioni, se propense a questa grande Saga, la ameranno già dalla prima visione di Star Wars Una Nuova Speranza.

Durante le fasi di produzione del film, a proposito del proprio personaggio Luke Skywalker,  Mark Hamill, è stato protagonista di uno scambio di critiche verso la sceneggiatura scritta da Rian Johnson. In un articolo di Vanity Fair dedicato a Star Wars, egli avrebbe dichiarato

“… sono sostanzialmente contrario a praticamente tutto quello che Rian Johnson deciso per il mio personaggio” “Detto questo, dopo aver tirato fuori dal petto quello che sentivo, il mio lavoro era quello di prendere quello che Johnson aveva creato e fare del mio meglio per realizzare quello che ha in mente”. Questa analisi molto negativa è stata però corretta dallo stesso attore sul red carpet dei Tony Awards con una dichiarazione molto chiara e “politicamente corretta”: “Non ho ancora visto tutto il nuovo Star Wars, solo dei pezzi per le varie sessioni di doppiaggio … Rian Johnson è un filmmaker straordinario … Ho avuto un po’ di problemi… perché tutti hanno citato solo la parte in cui dicevo di non trovarmi in accordo con Rian circa le sue scelte per il personaggio di Luke Skywalker. La questione è che sono rimasto sorpreso da come lui ha “letto”Luke. E mi ci è voluto un po’ per abituarmi al suo modo di pensare…”

 

Il regista Rian Johnson, in un’intervista con Collider, ha descritto le sue fonti di ispirazione, in particolare citando tre film che sono stati per lui molto importanti per scrivere e girare le scene del nuovo episodio della saga creata da George Lucas.

Uno dei tre film citati nell’intervista è Caccia al ladro (To Catch a Thief), un film del 1955 diretto da Alfred Hitchcock. La storia narra del riscatto del protagonista Cary Grant dopo aver passato la vita come ladro di preziosi: in particolare in una scena l’attore ferma un suo “ex collega” cercando di spiegargli l’importanza di vivere in maniera socialmente accettabile. Ovviamente è diretto il confronto con il personaggio di Finn che deve ancora dimostrare di aver abbandonato per sempre il suo retaggio da soldato d’assalto del Primo Ordine: per farlo si metterà alla caccia di un super villain interpretato da Benicio del Toro.

Cielo di fuoco (Twelve O’Clock High) è un film con Gregory Peck del 1949 diretto da Henry King, basato su un romanzo di Beirne Lay Jr. e Sy Bartlett. Una pellicola che aveva già influenzato il maestro George Lucas per le scene di combattimento aereo di Star Wars: Una Nuova Speranza, in particolare per la missione finale suicida che accomuna i due film. A quanto pare il Generale Leia Organa invierà Poe Dameron e il vice ammiraglio Holdo ad abbattere un gigantesco Star Destroyer, probabilmente quello in cui risiede il Leader Supremo Snoke. A quanto pare però, ma mettiamo mani, zampe e proboscidi davanti, la missione sarà fallimentare!

Tre samurai fuorilegge (Sanbiki no samurai) è un film giapponese del 1964 di di Hideo Gosha. La pellicola è incentrata sulla figura di un Ronin, un  Samurai che non risponde ad alcun padrone. Costretto alla fuga e ricercato, trova rifugio in una stalla nella quale tre uomini umili origini hanno rapito la figlia del malvagio feudatario del villaggio:un atto di ribellione morale contro lo sfruttamento della povera gente da parte dei signori feudatari. Secondo Nerdist, del film di Gosha sono state prese come riferimento le crude scene di duello con le katane / spade laser.

Il pianeta Ahch-To, il primo tempio Jedi e le sue Custodi

Cosa si nasconde sul pianeta Ahch-To, luogo scelto da Luke Skywalker per il suo esilio volontario? Nell’Universo Espanso legato alla saga di Star Wars,  Ahch-To è un pianeta dell’orlo esterno che sembra una grande sfera azzurra, essendo composto quasi totalmente da acqua. In questo grande oceano ogni tanto si stagliano piccole isole rocciose che ricordano le coste irlandesi… Ed infatti è lì che sono state girate le scene ambientate su Ahch-to. Questo pianeta, già nell’Universo Espanso era considerato uno dei possibili luoghi di nascita dell’ordine Jedi, anche se pochi vi erano stati. L’attribuzione non era confermata perché già al tempo dell’antica repubblica, scolari e studiosi si interrogavano su quale fosse il pianeta di origine dei Jedi. Le storie erano contraddittorie e molti pianeti potevano essere considerati sede del tempo originario, come Tython, Coruscant, sede del senato galattico, Ossus e Jedha,  dove venivano estratti i cristalli delle spade laser, e ora devastato dai colpi di prova della prima Morte Nera.

Nel film  “Il risveglio della forza” Han Solo afferma che Luke fosse partito in cerca del primo e mitico tempio jedi, lasciando intendere che  tale ricerca non fosse affatto semplice. Possiamo quindi credere che anche arrivare a Ahch-To sia stato assai difficile per Luke; anzi probabilmente Luke è stato il primo a recarvisi da secoli, visto che nemmeno Yoda ne doveva essere conoscenza (almeno da vivo). Sappiamo anche che Luke ha nascosto la sua ubicazione dando una parte della rotta al suo amico Lor San Tekka (che probabilmente, visto il suo passato da esploratore, ha aiutato a trovare il pianeta) e una al suo inseparabile droide R2-D2. Alla fine del film scopriamo che Luke si era ritirato su un’isola apparentemente deserta. Curiosamente ci si rende conto che Rey sapeva già dove trovare Luke. Infatti, nella scena in cui Kylo Ren la interroga, lui dice di vedere tra i ricordi di lei  un’isola sperduta in un mare.

In Episodio VIII, “Gli Ultimi Jedi” capiamo che Luke si trova nel primo tempio Jedi, nei cui pressi sono custoditi degli antichissimi libri. Per quanto il nome del pianeta non venga mai specificato nel film, questo viene esplicitato nel  libro Star Wars The Last Jedi: The Visual Dictionary, per questo non abbiamo dubbi che si tratti di Ahch-To. L’ex-giovane Skywalker aveva scelto questo luogo per isolarsi dal mondo e riflettere sui propri errori. Luke, però, non è solo sull’isola perché oltre ai Porg, sorta di invadenti pulcinella di mare alieni, il tempio e la piccola biblioteca sono vegliati dalle sacre “Custodi”, (in inglese Caretakers, ossia letteralemente “Curatrici”), che mantengono in ordine il tempio sacro. Anche se, viste le condizioni in cui versa il tempio posto, non pare che si diano poi un gran da fare…

Il tempio appare composto da due zone distinte. La prima è scavata dentro una roccia a picco sul mare, con almeno una sala leggermente più ampia delle altre, avente un mosaico circolare nel suo centro, (o forse una vecchia fontana); e dotata di  una terrazza a picco sul mare, su cui è presente un piccolo altare. Terrazza e altare appaiono allineati nella direzione in cui i due soli tramontano. Questa parte del tempio è, per stessa ammissione di Luke, legata alla parte chiara della forza, e, per questo, da lui usata per meditare. Sarà in seguito la sede dei primi insegnamenti di Rey sul cammino Jedi. Singolarmente, però, il tempio possiede anche un controaltare oscuro: un pozzo coperto di alghe che porta in mare. In questo luogo ctonio, probabilmente sotto la prima stanza, c’è una parete di cristallo. Il pozzo oscuro  attrae sia Rey che Luke, ma dei due, solo lei ha il coraggio di entrarvi. Questo lascia pensare che, forse,  i primi Jedi avevano la capacità, dimenticata in seguito, di creare il famoso “Equilibrio nella forza”, equilibrio che passa anche dal lato oscuro, che però i Jedi non contemplano. Oltre a questi due luoghi vi è un altro luogo sacro:  il tronco cavo di un grande e antico albero, stranamente estraneo all’ambiente dell’isola (è l’unico albero presente), in cui sono conservati da secoli i primi codici Jedi.

Ma l’elemento più curioso sono proprio le “Custodi di Ahch-To”: tutte femmine e appartenenti a una razza anfibia autoctona. L’idea chiave dietro la loro creazione, a detta del loro ideatore, Jake Lunt Davies, erano “puffin people” (popolo di pulcinelle di mare)  e “nuns” (suore),  quindi siamo di fronte ad alieni simili delle Pulcinelle di mare che ricordano delle suore. Infatti il tempio doveva sembrare un monastero in decadimento dove le “Caretakers” vivevano come suore di clausura, devote alla chiesa Jedi. L’aspetto pensato inizialmente ha poi lasciato il passo al look un po’ più rettiliano, e divenuto poi un’idea base per la creazione dei “Porg”. Le custodi non si occupano solamente di mantenere il tempio, ma anhche la memoria storica dei primi ordini Jedi, e probabilmente li assistevano in alcune cerimonie. Partiti i Jedi, l’ordine monastico ha continuato a mantenere viva la loro tradizione.

 

La Forza è Con Noi al Trecastagni di Catania

Il 21 dicembre dalle 21.00 alle 22.00 Rebel Legion Italian Base e 501st Italica Garrison parteciperanno a un evento che si terrà presso Teatro comunale di Trecastagni, a Catania.  Quest’anno “La Forza è con noi” Teatro comunale di Trecastagni, gli  Amici delle stelle e l’Associazione Genitori Siciliani per l’Integrazione hanno dato vita al primo Musical Italiano che rappressenti l’intera saga di Star Wars, una carrellata che va dal I° al VI° episodio.  Dopo il successo avuto il 28 agosto per al IV Memorial dedicato a Giulio Marco Santangelo si è deciso di riproporlo a dicembre quasi in contemporanea all’uscita del nuovo episodio. Con la straordinaria partecipazione della Scuola di Danza LIA DANCE Zafferana Etnea (CT) che ormai dal 2015 ha sposato il progetto.

L’Associazione Genitori Siciliani per l’Integrazione è un’associazione di volontariato per l’inclusione sociale dei Diversamente Abili sul territorio siciliano. https://twitter.com/Agesi

La 501st Italica Garrison il distaccamento Italiano della 501st Legion, un’organizzazione mondiale di appassionati di Star Wars che possiedono ed indossano i loro costumi di natura “imperiale”. La mission del gruppo, che ad oggi conta oltre 7000 membri attivi in più di 100 Garrison suddivise in tutto il mondo, si riassume in 3 punti fondamentali: promuovere Star Wars, celebrare la sua mitologia e promuovere il marchio, dando ai fan una comunità nella quale farlo; portare nella realtà il fascino dei costumi della saga, studiando, realizzando ed indossando questi costumi, per soddisfazione personale (hobby) e per l’intrattenimento del pubblico che può finalmente interagire dal vivo con gli spettacolari personaggi della saga; – contribuire alla comunità utilizzando questi costumi e le nostre risorse collaborando con associazioni benefiche, visite negli ospedali e contribuendo con raccolte fondi destinate ad aiutare chi è meno fortunato di noi. Nel 2013 le attività della 501st hanno raccolto ben 16 milioni di dollari in tutto il mondo! http://www.501italica.com/

La Rebel Legion è una organizzazione internazionale di costuming di Star Wars, creata da e per chi è interessato nel replicare costumi relativi al mondo di Star Wars: Jedi, piloti e truppe ribelli, principesse e anche Wookiee…non manca nessuno! Grazie alla serietà dimostrata ed all’accuratezza dei costumi, la Rebel Legion è stata riconosciuta ufficialmente dalla LucasFilm come principale associazione mondiale di costuming per i “ribelli” di Star Wars. La Rebel Legion è cresciuta fino a diventare l’organizzazione internazionale che è oggi: più di 2000 membri in oltre 28 paesi in tutto il mondo, con 57 basi di diversi stati, diventando il primo gruppo di costumi ribelli nella comunità starwarsiana. Rebel Legion Italian Base, nata del 2005, è la sezione italiana del gruppo internazionale di costuming ribelle Star Wars. http://www.rebellegionitalianbase.it/

Star Wars: asta di beneficenza stellare all’Ospedale Lotti

In collaborazione con l’Associazione 3D, che gestisce laboratori artistico-espressivi per giovani con disabilità psico-fisica del centro “Poliedro” e la biblioteca interna dell’ospedale Lotti di Pontedera (PI) , la Rebel Legion Italian Base, la 501 Italica Garrison insiema  alla The Galactic Academy Varykino Campus Italia parteciperanno a un evento benefico.  Si tratta di un’asta benefica di quadri realizzati dai giovani artisti di Poliedro, che servirà a finanziare i laboratori artistico-espressi del prossimo anno. L’asta si svolgerà nell’atrio dell’ospedale, ospitati dai responsabili della biblioteca interna.  Oltre a questo sarà possibile svolgere una visita nel reparto pediatrico, portando palloncini e piccoli regali ai giovanissimi pazienti.  Le Legioni avranno il compito di presidiare l’ingresso per fare accoglienza ai visitatori e familiari, e presenziare durante l’asta, poi alle 19.30 ci sarà la visita in reparto.

Poliedro è uno spazio di incontro e di integrazione rivolto principalmente ai cittadini con disabilità medio lieve ma anche un centro civico per tutti. http://www.centropoliedro.it 

La 501st Italica Garrison il distaccamento Italiano della 501st Legion, un’organizzazione mondiale di appassionati di Star Wars che possiedono ed indossano i loro costumi di natura “imperiale”. La mission del gruppo, che ad oggi conta oltre 7000 membri attivi in più di 100 Garrison suddivise in tutto il mondo, si riassume in 3 punti fondamentali: promuovere Star Wars, celebrare la sua mitologia e promuovere il marchio, dando ai fan una comunità nella quale farlo; portare nella realtà il fascino dei costumi della saga, studiando, realizzando ed indossando questi costumi, per soddisfazione personale (hobby) e per l’intrattenimento del pubblico che può finalmente interagire dal vivo con gli spettacolari personaggi della saga; – contribuire alla comunità utilizzando questi costumi e le nostre risorse collaborando con associazioni benefiche, visite negli ospedali e contribuendo con raccolte fondi destinate ad aiutare chi è meno fortunato di noi. Nel 2013 le attività della 501st hanno raccolto ben 16 milioni di dollari in tutto il mondo! http://www.501italica.com/

La Rebel Legion è una organizzazione internazionale di costuming di Star Wars, creata da e per chi è interessato nel replicare costumi relativi al mondo di Star Wars: Jedi, piloti e truppe ribelli, principesse e anche Wookiee…non manca nessuno! Grazie alla serietà dimostrata ed all’accuratezza dei costumi, la Rebel Legion è stata riconosciuta ufficialmente dalla LucasFilm come principale associazione mondiale di costuming per i “ribelli” di Star Wars. La Rebel Legion è cresciuta fino a diventare l’organizzazione internazionale che è oggi: più di 2000 membri in oltre 28 paesi in tutto il mondo, con 57 basi di diversi stati, diventando il primo gruppo di costumi ribelli nella comunità starwarsiana. Rebel Legion Italian Base, nata del 2005, è la sezione italiana del gruppo internazionale di costuming ribelle Star Wars. http://www.rebellegionitalianbase.it/

La Galactic Academy è un club mondiale gratuito di costuming Star Wars riservato esclusivamente a bambini e ragazzi. Il gruppo nasce nel 2009 da Albin Johnson, creatore anche della 501st Legion, per permettere alle nuove generazioni di fan di Star Wars di mostrare passione ed entusiasmo e partecipare attivamente agli eventi ufficiali in costume. Chiunque abbia meno di 18 anni ed ama vestirsi come un personaggio imperiale o ribelle di Star Wars è il benvenuto tra i cadetti. In Italia è presente il Varykino Campus, che ovviamente fa parte del club mondiale e dove i giovani membri possono divertirsi ed essere con orgoglio in una grande comunità di appassionati, con eventi a tema, gallerie online di immagini, tanti costumi e giochi. https://www.facebook.com/groups/237936389707447/

Le Legioni con i bambini del Niguarda

In collaborazione con il blog Star Wars Libri & Comics e MediCinema Onlus le Legioni ufficialmente riconosciute da LucasFilm, la Rebel Legion Italian Base e la 501st Italica Garrison, partecipano a un evento di beneficenza all’Ospedale Niguarda di Milano – Reparto pediatrico e neurologia spinale. Durante la visita nei reparti si regaleranno libri e fumetti a tema Star Wars ai bambini e ai ragazzi ricoverati con finale nell’auditorium dell’Ospedale con il saluto del primario.  Si tratta del progetto che sta raccogliendo fondi per la costruzione della sala cinema all’interno dell’ospedale per permettere ai malati di vedere i film in uscita nelle sale.

Medicinema Italia è un’associazione italiana che nasce nel 2013 ispirandosi all’esperienza di MediCinema UK, charity attiva nel Regno Unito dal 1996. E’ una Onlus (organizzazione non lucrativa di utilità sociale), iscritta all’elenco della Regione Lombardia, dove ha la propria sede legale. L’ambito di attività è nazionale, in progressiva espansione dopo le prime esperienze a Milano e Roma. Dal 2014 ha il patrocinio del Ministero della Salute, dal 2016 gode del sostegno della Direzione Generale Cinema del Minsitero per i Beni e le Attività Culturali per le attività di promozione cinematografica. L’utilizzo del cinema come elemento evasivo e di distrazione diventa una “cura” per alleviare  la sofferenza fisica e mentale. L’applicazione di questo metodo e il suo costante monitoraggio negli ambiti pediatrici, psichiatrici, geriatrici, pre e post-chirurgici, nelle terapie riabilitative, intensive e nelle lunghe degenze, è un intervento che genera un beneficio e un’innovazione nel trattamento clinico, affiancando la tradizionale terapia medica. Per info: http://www.medicinema-italia.org/

La 501st Italica Garrison il distaccamento Italiano della 501st Legion, un’organizzazione mondiale di appassionati di Star Wars che possiedono ed indossano i loro costumi di natura “imperiale”. La mission del gruppo, che ad oggi conta oltre 7000 membri attivi in più di 100 Garrison suddivise in tutto il mondo, si riassume in 3 punti fondamentali: promuovere Star Wars, celebrare la sua mitologia e promuovere il marchio, dando ai fan una comunità nella quale farlo; portare nella realtà il fascino dei costumi della saga, studiando, realizzando ed indossando questi costumi, per soddisfazione personale (hobby) e per l’intrattenimento del pubblico che può finalmente interagire dal vivo con gli spettacolari personaggi della saga; – contribuire alla comunità utilizzando questi costumi e le nostre risorse collaborando con associazioni benefiche, visite negli ospedali e contribuendo con raccolte fondi destinate ad aiutare chi è meno fortunato di noi. Nel 2013 le attività della 501st hanno raccolto ben 16 milioni di dollari in tutto il mondo! http://www.501italica.com/

La Rebel Legion è una organizzazione internazionale di costuming di Star Wars, creata da e per chi è interessato nel replicare costumi relativi al mondo di Star Wars: Jedi, piloti e truppe ribelli, principesse e anche Wookiee…non manca nessuno! Grazie alla serietà dimostrata ed all’accuratezza dei costumi, la Rebel Legion è stata riconosciuta ufficialmente dalla LucasFilm come principale associazione mondiale di costuming per i “ribelli” di Star Wars. La Rebel Legion è cresciuta fino a diventare l’organizzazione internazionale che è oggi: più di 2000 membri in oltre 28 paesi in tutto il mondo, con 57 basi di diversi stati, diventando il primo gruppo di costumi ribelli nella comunità starwarsiana. Rebel Legion Italian Base, nata del 2005, è la sezione italiana del gruppo internazionale di costuming ribelle Star Wars. http://www.rebellegionitalianbase.it/

Le Legioni tornano al Bambino Gesù

Il 14 dicembre le Legioni sono stata invitate nuovamente all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma per un nuovo evento benefico prima di Natale. Insieme alla 501st Italica Garrison, i ragazzi della Rebel Legion Italian Base faranno visita ai bambini ricoverati nel reparto di oncologia pediatrica per donare sorrisi e piccoli omaggi.

Il Bambino Gesù è il più grande Policlinico e Centro di ricerca pediatrico in Europa, collegato ai maggiori centri internazionali del settore. Al suo interno lavorano quasi 2.600 tra medici, ricercatori, infermieri, tecnici ospedalieri e impiegati. Anche il numero di pazienti curati è molto grande, per un totale di oltre 1milione e 550mila prestazioni ogni anno a bimbi e ragazzi di tutto il mondo. Le dimensioni di una città, abitata da bambini che vengono curati, seguiti e assistiti, che sono al centro di un’offerta sanitaria accessibile, completa e di qualità.

La 501st Italica Garrison il distaccamento Italiano della 501st Legion, un’organizzazione mondiale di appassionati di Star Wars che possiedono ed indossano i loro costumi di natura “imperiale”. La mission del gruppo, che ad oggi conta migliaia di membri attivi in più di 100 Garrison suddivise in tutto il mondo, si riassume in 3 punti fondamentali: promuovere Star Wars, celebrare la sua mitologia e promuovere il marchio, dando ai fan una comunità nella quale farlo; portare nella realtà il fascino dei costumi della saga, studiando, realizzando ed indossando questi costumi, per soddisfazione personale (hobby) e per l’intrattenimento del pubblico che può finalmente interagire dal vivo con gli spettacolari personaggi della saga; – contribuire alla comunità utilizzando questi costumi e le nostre risorse collaborando con associazioni benefiche, visite negli ospedali e contribuendo con raccolte fondi destinate ad aiutare chi è meno fortunato di noi. Nel 2013 le attività della 501st hanno raccolto ben 16 milioni di dollari in tutto il mondo! http://www.501italica.com/

La Rebel Legion è una organizzazione internazionale di costuming di Star Wars, creata da e per chi è interessato nel replicare costumi relativi al mondo di Star Wars: Jedi, piloti e truppe ribelli, principesse e anche Wookiee…non manca nessuno! Grazie alla serietà dimostrata ed all’accuratezza dei costumi, la Rebel Legion è stata riconosciuta ufficialmente dalla LucasFilm come principale associazione mondiale di costuming per i “ribelli” di Star Wars. La Rebel Legion è cresciuta fino a diventare l’organizzazione internazionale che è oggi: più di 2000 membri in oltre 28 paesi in tutto il mondo, con 57 basi di diversi stati, diventando il primo gruppo di costumi ribelli nella comunità starwarsiana. Rebel Legion Italian Base, nata del 2005, è la sezione italiana del gruppo internazionale di costuming ribelle Star Wars. http://www.rebellegionitalianbase.it/

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