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Lena Dunham torna dietro la macchina da presa con Good Sex: Natalie Portman guida il cast della nuova rom-com targata Netflix

Nel variegato universo delle commedie romantiche, tra cliché ormai logori e trame che sembrano riciclate da un algoritmo un po’ stanco, ogni tanto arriva una ventata d’aria fresca. Questa volta, la folata ha il volto inconfondibile di Natalie Portman e la penna audace di Lena Dunham. Good Sex è il titolo della nuova romcom prodotta da Netflix che promette di rimescolare le carte del genere e portare qualcosa di autentico, irriverente e profondamente umano sul nostro schermo. Ed è difficile non prestare attenzione quando nomi come Dunham, Portman, Meg Ryan e Rashida Jones compaiono nella stessa frase.

Ma facciamo un passo indietro.

Una rom-com fuori dagli schemi

Lena Dunham, figura cardine della cultura pop contemporanea e creatrice di quella piccola rivoluzione generazionale chiamata Girls, torna con un nuovo progetto cinematografico: Good Sex. Dopo aver firmato un accordo esclusivo con Netflix, l’autrice newyorkese è pronta a raccontarci una storia in equilibrio tra ironia, vulnerabilità e verità, che esplora l’intimità e il desiderio femminile con lo stile diretto e disarmante che la contraddistingue.

La trama ruota attorno ad Ally, una terapista di coppia di 40 anni interpretata da una Natalie Portman in stato di grazia. Dopo aver chiuso una lunga relazione fallimentare, Ally si ritrova – più per necessità che per voglia – a rientrare nel turbolento e spietato mondo degli appuntamenti a New York. Una città che corre veloce, fatta di app, matching, appuntamenti mordi e fuggi e relazioni che evaporano come nebbia al sole. Ma per Ally, tutto cambia quando incrocia due uomini: uno di 20 anni, l’altro di 50. Due esperienze di vita completamente diverse, due modi opposti di intendere l’amore, il sesso, la complicità.

E da qui parte il cuore del racconto: esiste davvero una formula per il “buon sesso”?

Un cast da sogno per un film che vuole osare

Se Portman è il fulcro emotivo del film, attorno a lei ruota un cast stellare che aggiunge spessore e aspettative al progetto. Rashida Jones, che molti ricordano per Parks and Recreation ma che ha dimostrato grande sensibilità anche in Black Mirror, interpreta una figura chiave nella vita di Ally, probabilmente una collega o amica confidente, come suggeriscono le prime indiscrezioni. Il ritorno di Meg Ryan, icona assoluta delle romcom anni ’90 (Harry ti presento Sally, C’è posta per te), è un colpo al cuore per ogni nostalgico del genere. A completare il quadro, troviamo Mark Ruffalo, attore poliedrico capace di spaziare tra supereroi e ruoli intimisti, e Tucker Pillsbury – noto nel mondo musicale come Role Model – qui al suo debutto sul grande schermo.

Il film è prodotto da MountainA, la casa di produzione fondata da Natalie Portman e Sophie Mas, insieme a Good Thing Going Productions di Lena Dunham e Michael Cohen. Tra i produttori esecutivi spiccano nomi come Tim Bevan, Michael Sledd e Michaela Celella, garanzia di un approccio curato e ambizioso al progetto.

Non solo romanticismo: una riflessione sul desiderio e sull’età

Quello che rende Good Sex particolarmente interessante, almeno sulla carta, è la sua intenzione di affrontare il sesso e l’amore con una prospettiva spesso trascurata dal mainstream: quella di una donna adulta, indipendente, complessa, che non cerca un happy ending fiabesco ma un senso, un’identità, un’autenticità.

Nel 2025, parlare di sesso – soprattutto in chiave femminile – resta ancora un gesto coraggioso. E farlo con umorismo, intelligenza e profondità è una sfida che solo poche creatrici sanno affrontare con successo. Lena Dunham è sicuramente tra queste. Il suo stile narrativo, che fonde autobiografismo, satira sociale e sguardo femminista, si preannuncia perfettamente in linea con i tempi che viviamo: confusi, incerti, ma anche affamati di storie vere.

Quando potremo vederlo?

La data di uscita ufficiale non è ancora stata annunciata, ma è molto probabile che Good Sex arrivi su Netflix tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026. Nel frattempo, la curiosità cresce e le aspettative si fanno sentire, anche grazie alla progressiva diffusione di immagini promozionali, teaser e dettagli di backstage che cominciano a trapelare online.

Una nuova voce per la rom-com moderna?

La commedia romantica è un genere che ha bisogno di reinventarsi. Dopo decenni di stereotipi e finali telefonati, serve qualcosa che parli davvero alle nuove generazioni – e anche a quelle precedenti, che hanno imparato a convivere con relazioni liquide, desideri mutevoli e identità in divenire. Good Sex potrebbe essere la risposta. Una rom-com che osa, che diverte ma anche destabilizza, che non si accontenta del lieto fine ma va a fondo, fino al cuore delle cose.

Dopo tutto, il “buon sesso” – come il buon cinema – è quello che ci fa sentire vivi.

Fountain of Youth: Guy Ritchie porta l’azione e l’avventura su Apple TV+ con un cast stellare

Guy Ritchie, il regista che ha conquistato il pubblico con il suo stile frizzante e la sua abilità nel creare narrazioni avvincenti, è pronto a lanciare un nuovo progetto che mescola azione, avventura e il suo inconfondibile tocco di comicità. Il film si intitola “Fountain of Youth” (La Fontana della Giovinezza) ed è un heist movie che promette di incantare gli spettatori con una caccia al tesoro in giro per il mondo e il mito immortale della leggendaria fonte che dona l’eterna giovinezza. Scritto da James Vanderbilt, il film sarà disponibile su Apple TV+ a partire dal 23 maggio 2025 e si preannuncia come uno degli eventi cinematografici più attesi dell’anno.

La trama di “Fountain of Youth” segue due fratelli, interpretati da John Krasinski e Natalie Portman, che, dopo una lunga separazione, decidono di allearsi per intraprendere una missione epica: trovare la mitica Fontana della Giovinezza. Un viaggio che li porterà a seguire indizi storici e leggendari in un’avventura globale piena di pericoli, misteri e, come da tradizione nei film di Ritchie, anche molti momenti comici. Krasinski, noto per il suo ruolo in “The Office” e nella serie “Jack Ryan”, interpreta Luke Purdue, il fratello maggiore, mentre Portman, che ha affascinato il pubblico con le sue performance in “Black Swan” e nella saga di “Thor”, veste i panni della sorella minore, Charlotte Purdue, un personaggio dal carattere forte e determinato.

Al loro fianco, un cast stellare che aggiunge ulteriore profondità al film: Eiza González, che ha già lavorato con Ritchie in “The Ministry of Ungentlemanly Warfare”, Domhnall Gleeson (famoso per la trilogia sequel di “Star Wars”), Carmen Ejogo, Stanley Tucci e Laz Alonso. Ogni attore porta con sé un carisma unico che si mescola perfettamente con l’energia dinamica e la scrittura frizzante tipiche dei film di Guy Ritchie, che ama inserire dialoghi rapidi e situazioni imprevedibili anche nelle storie più intense.

La ricerca della Fontana della Giovinezza non è solo una semplice caccia al tesoro, ma un viaggio che cambierà la vita dei protagonisti. Come accade spesso nei film di Ritchie, l’avventura non è solo fisica, ma anche emotiva e psicologica. I fratelli Purdue si troveranno a fare i conti con i loro passati, con la loro relazione complicata e, forse, con una verità che preferirebbero non conoscere. Ma cosa accade quando finalmente si trova la Fontana della Giovinezza? E perché c’è chi è disposto a tutto pur di impedire che la leggenda diventi realtà?

Da quello che si può intuire dalle prime immagini del trailer, “Fountain of Youth” promette di essere un mix esplosivo di azione mozzafiato, mistero avvincente e, ovviamente, una buona dose di ironia. Il film, infatti, sembra essere una fusione perfetta tra il classico spirito d’avventura di “Indiana Jones”, la ricerca intrigante di “National Treasure” e l’intelligenza misteriosa dei romanzi di Dan Brown. La combinazione di enigmi storici e un’ambientazione globale ricca di pericoli, segreti e sorprese, incorniciata dallo stile unico di Guy Ritchie, non può che attrarre il pubblico in cerca di un’avventura entusiasmante.

“Fountain of Youth” non è solo una pellicola che promette di conquistare gli appassionati di azione e commedie intelligenti, ma rappresenta anche una delle prime grandi scommesse di Apple TV+. La piattaforma, che ha saputo ritagliarsi un posto di rilievo nel panorama dello streaming con titoli come “Ted Lasso” e “The Morning Show”, si prepara a lanciare una nuova era con questo film che, con il suo cast d’eccezione e la regia di un maestro del genere come Guy Ritchie, si preannuncia come un evento da non perdere.

Le riprese di “Fountain of Youth” sono iniziate nel 2024 e si sono svolte in alcune delle location più suggestive del mondo, tra cui Bangkok, Vienna e Liverpool, per garantire una realizzazione su scala globale. Il film si inserisce perfettamente nella strategia di Apple TV+ di offrire contenuti originali di altissima qualità, in grado di soddisfare un pubblico sempre più esigente e affamato di storie coinvolgenti. “Fountain of Youth” promette di essere un’avventura emozionante che saprà conquistare i cuori degli spettatori con il suo mix di storia, azione, mistero e ironia. Guy Ritchie è pronto a portare il pubblico in un viaggio che sfida il tempo, mescolando leggende antiche e temi contemporanei in un film che non mancherà di sorprendere. Con un cast straordinario e una trama che tiene il fiato sospeso, il film si candida a diventare uno dei titoli più discussi del 2025. Non resta che segnare sul calendario: “Fountain of Youth” arriverà su Apple TV+ il 23 maggio 2025, pronto a regalare una nuova, indimenticabile avventura.

Gardacon 2025: La Grande Fiera del Fumetto e del Videogioco Torna a Montichiari!

Gli appassionati di fumetti, videogiochi e cultura pop possono già segnare la data: il 22 e 23 marzo 2025 il Centro Fiera Montichiari ospiterà la nona edizione di Gardacon, l’evento imperdibile per nerd, gamer e collezionisti. Con una locandina d’autore firmata da Kira -chan, la manifestazione si prepara a regalare due giorni di puro divertimento, con un’offerta ancora più ricca e coinvolgente rispetto alle edizioni precedenti.

Situata strategicamente tra le province di Brescia, Verona e Mantova, Gardacon è una vera e propria celebrazione della cultura nerd, un punto d’incontro per gli appassionati di fumetti, videogiochi, cosplay e social media. La fiera offre un’esperienza a 360 gradi, con oltre 20.000 metri quadrati di intrattenimento puro.

Videogiochi e Retrogaming: Un Tuffo nella Storia del Gaming

Gli amanti del gaming troveranno centinaia di postazioni con i titoli più amati del momento, tornei competitivi e un’immensa area dedicata al retrogaming. Dai classici arcade su cabinato alle console storiche, passando per computer vintage e titoli cult, i visitatori potranno riscoprire il fascino del passato videoludico e testare le ultime novità del settore.

Fumetti e Artist Alley: Incontra i Tuoi Autori Preferiti

Oltre 40 autori di fumetti saranno presenti per incontri, autografi e disegni dal vivo. L’Artist Alley offrirà uno spazio dedicato ai talenti emergenti e ai grandi nomi del panorama fumettistico, permettendo agli appassionati di scoprire nuove opere e portarsi a casa pezzi unici.

Cosplay, Spettacoli e Show dal Vivo

Gardacon si prepara a stupire ancora una volta con il suo spettacolare cosplay contest, dove i migliori costumi e performance saranno premiati da una giuria d’eccezione. Gli amanti del cosplay potranno godersi un weekend all’insegna della creatività con C’mon Cosplay, tra gare emozionanti e servizi pensati appositamente per loro, come camerini dedicati e l’area SOS Cosplay per gli ultimi ritocchi.

Ma non sarà solo il cosplay a rendere unica questa edizione di Gardacon! Gli appassionati di musica e divertimento potranno sfidarsi al karaoke sulle sigle di anime e musical o partecipare alla versione nerd di Sarabanda, mettendo alla prova la loro conoscenza delle colonne sonore più iconiche.

L’evento ospiterà inoltre alcuni dei volti più amati del mondo dello spettacolo. Sabato 22 marzo salirà sul palco la regina delle sigle animate, Cristina D’Avena, pronta a far rivivere le emozioni della nostra infanzia con i suoi brani indimenticabili. Domenica 23 marzo sarà invece il turno di Giorgio Vanni e la sua band, I Figli di Goku, che faranno cantare e ballare tutti con le sigle di Dragon Ball, Pokémon, Detective Conan e tanti altri classici.

Non mancheranno anche grandi nomi del doppiaggio, che saranno protagonisti dell’evento “Amarcord”, il riconoscimento dedicato ai grandi doppiaggi del passato. Tra gli ospiti speciali ci saranno Renato Novara, la voce di Monkey D. Rufy, Elisabetta Spinelli, indimenticabile Bunny di Sailor Moon, e Claudia Catani, che ha dato voce a icone come Dana Scully di X-Files e Angelina Jolie in Maleficent. A loro si uniranno altre leggende del settore come Ilaria Stagni, Federica De Bortoli, Gianni Bersanetti e Giorgio Locuratolo, pronti a condividere aneddoti e ricordi con il pubblico.

Aree Interattive e Mostra Mercato

Non mancheranno le aree tematiche, con spazi dedicati a fantascienza, modellismo, magia e costruzioni con mattoncini. I visitatori potranno sfidarsi nei board games, esplorare mondi virtuali e scoprire gadget esclusivi. La mostra mercato offrirà una selezione vastissima di fumetti, action figure, collezionabili e memorabilia imperdibili.

Gardacon 2025 si preannuncia come un evento straordinario, capace di far sognare ogni appassionato del mondo nerd. Segui tutti gli aggiornamenti per non perdere le novità e preparati a un weekend indimenticabile!

Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith

Nel 2025, “Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith” celebra un anniversario fondamentale, uno di quegli eventi che non solo i fan della saga attendevano con trepidazione, ma che il cinema stesso ricorda come una delle svolte narrative più coraggiose mai viste. A distanza di vent’anni dall’uscita nelle sale, l’ultimo capitolo della trilogia prequel ritornerà nei cinema, facendo riaffiorare nel cuore degli spettatori quei ricordi legati alla tragica metamorfosi di Anakin Skywalker in Darth Vader. Una trasformazione che, sebbene inevitabile, ha segnato un passaggio iconico nel mito di Star Wars, scolpendosi indelebilmente nella memoria collettiva del pubblico.

Uscito nel 2005, “La vendetta dei Sith” rappresenta il punto d’arrivo di una lunga parabola narrativa, la quale, sin dall’inizio dei prequel, aveva tracciato il destino di uno degli eroi più complessi e tormentati della storia del cinema. Diretto da George Lucas, il film è la chiave di volta che unisce la trilogia originale agli eventi precedenti, spiegando la caduta dell’Ordine Jedi, la creazione dell’Impero Galattico e la tragedia di Anakin Skywalker. Siamo di fronte a una storia che finalmente esprime in pieno il suo lato oscuro, come promesso da Lucas, che da tempo aveva annunciato come l’episodio finale sarebbe stato il più cupo e violento dell’intera saga.

L’uscita del film fu un evento in sé: presentato fuori concorso al 58° Festival di Cannes nel maggio del 2005, fu distribuito nelle sale statunitensi e internazionali il 19 maggio. In Italia, l’uscita avvenne il giorno successivo, il 20 maggio, con un’anteprima che incantò i fan. I numeri parlano chiaro: “La vendetta dei Sith” è uno dei film più redditizi della storia del cinema, collocandosi al quindicesimo posto della classifica globale e al secondo posto tra i film della saga di Star Wars, preceduto solo da “La minaccia fantasma”. Nonostante l’esito dei primi due episodi prequel, che non sempre avevano soddisfatto i fan più critici, “La vendetta dei Sith” è stato accolto con un respiro di sollievo, considerato superiore ai suoi predecessori anche per il modo in cui riprende e collega gli eventi del primo episodio della trilogia originale, “Una nuova speranza”, senza sminuirne la continuità narrativa.

La trama si sviluppa in un contesto turbolento, con la galassia dilaniata dalle Guerre dei Cloni. Il conflitto tra la Repubblica e i separatisti è giunto al suo culmine, e l’ombra del Lato Oscuro della Forza si fa sempre più concreta. L’intero episodio è incentrato sull’ascesa e la caduta di Anakin Skywalker, un uomo tormentato dai suoi dubbi, dalla paura di perdere ciò che ama, e dall’inesorabile attrazione verso il Lato Oscuro. La sua transizione verso Darth Vader è il cuore pulsante della pellicola, ma è anche un viaggio nel conflitto interiore, in cui le sue decisioni, spesso motivate da nobili ideali, sono inevitabilmente distorte dalla manipolazione del Cancelliere Palpatine, che rivela la sua vera natura di Darth Sidious.

Il film dipinge un quadro inquietante di una Repubblica in declino, schiacciata dal potere crescente di un Cancelliere che, in realtà, è un maestro Sith, architetto di una catena di eventi che porteranno alla creazione dell’Impero Galattico. La lotta tra bene e male non è mai stata così ambigua e tragica. I Jedi, simbolo di giustizia e speranza, si trovano ad affrontare la corruzione insita nel sistema che loro stessi hanno protetto per anni. Anakin, ormai lontano dalle radici della sua umanità, è un protagonista la cui caduta, pur essendo frutto di una manipolazione meticolosa, ci mostra la fragilità della sua morale e il costo devastante della paura.

La tensione tra i Jedi e Palpatine esplode con la nomina di Anakin come rappresentante personale del Cancelliere presso il Consiglio, una mossa che lo allontana progressivamente dai suoi ideali e dai suoi alleati. L’intreccio delle sue emozioni – paura, gelosia, ambizione – lo porta ad un punto di non ritorno: la promessa di salvare la sua amata Padmé dall’imminente morte si trasforma nell’argomento decisivo per la sua alleanza con il Lato Oscuro. La scena all’Opera Galattica, in cui Palpatine gli racconta la storia di Darth Plagueis, è una delle più affascinanti e sinistre dell’intera saga, un momento in cui il seduttore Sith rivela il lato oscuro della Forza come una via per ottenere l’immortalità, seducendo il giovane Jedi con promesse di potere assoluto.

La svolta finale arriva quando Anakin, incapace di decidere chi salvare tra Palpatine e Mace Windu, sceglie il primo, siglando la sua fedeltà a Darth Sidious. Il colpo che sferrato contro Windu non solo è l’inizio della sua discesa nell’abisso, ma sancisce il suo destino: diventerà Darth Vader, il servo del Lato Oscuro, l’esecutore della sua rovina e quella della Repubblica.

L’assalto al Tempio Jedi, l’Ordine 66, la morte di Obi-Wan e l’esilio dei pochi sopravvissuti sono il culmine di una serie di eventi che segnano la fine di un’era. Ma è sul pianeta Mustafar, con il tragico duello finale tra Obi-Wan e Anakin, che l’aspetto viscerale e definitivo della tragedia di Skywalker prende forma. La lotta tra i due amici d’infanzia, ora nemici giurati, è tanto fisica quanto emotiva. L’animo di Anakin è ormai corrotto: nel tentativo di uccidere Padmé, raggiunge l’apice della sua rovina, perdendo se stesso, le sue braccia e le sue gambe, e trasformandosi nel mostro che da sempre temeva di diventare. Il suo corpo, orribilmente deturpato, diventa la carne che servirà ad ospitare la maschera di Darth Vader, simbolo di una trasformazione che non riguarda solo l’aspetto fisico, ma l’anima stessa.

“La vendetta dei Sith” non è solo un film d’azione: è una riflessione sul potere, sul sacrificio e sul destino. Concludendo la trilogia prequel, il film non solo spiega la transizione tra l’era della Repubblica e quella dell’Impero, ma dipinge una tragedia senza pari, dove il destino dei personaggi è segnato dalla loro incapacità di sfuggire a forze più grandi di loro. È, in effetti, un viaggio nella luce e nell’oscurità, un’epica che continuerà a risuonare nei cuori dei fan di Star Wars, e che, con il suo ritorno nelle sale, riaccende la memoria di quella galassia lontana lontana che ci ha stregato.

Leon: il thriller poetico e controverso di Luc Besson compie trent’anni

Il 18 novembre 1994 debuttava nelle sale Léon di Luc Besson, destinato a diventare uno dei film più iconici degli anni ’90 sorprendendo il pubblico e la critica con un film che mescolava azione, dramma, sentimenti e violenza in una storia originale e coinvolgente. Il protagonista è Léon (Jean Reno), un sicario italoamericano che vive da solo a New York, dedicandosi al suo mestiere con freddezza e professionalità. La sua vita cambia quando incontra Mathilda (Natalie Portman), una ragazzina di dodici anni che abita nello stesso palazzo e che ha appena perso la famiglia, massacrata da un agente corrotto della DEA, Norman Stansfield (Gary Oldman). Léon decide di accogliere Mathilda e di addestrarla a diventare una killer, mentre tra i due nasce un legame profondo e ambiguo.

Leon è un film che ha fatto discutere per la sua rappresentazione della violenza e della relazione tra i due protagonisti, che sfiora il tabù della pedofilia. Besson ha dichiarato di essersi ispirato alla sua esperienza personale, avendo conosciuto la sua futura moglie, l’attrice Maïwenn, quando lei aveva quindici anni e lui trentadue. Il regista ha anche affermato di aver scritto il ruolo di Léon pensando a Jean Reno, con cui aveva già lavorato in Nikita e Il grande blu, e di aver scoperto Natalie Portman in un casting, rimanendo colpito dalla sua maturità e dal suo talento. Gary Oldman, invece, ha dato vita a uno dei cattivi più memorabili del cinema, interpretando Stansfield come un personaggio psicopatico e drogato, capace di uccidere con sadismo e ironia.

Leon è stato accolto positivamente dalla critica e dal pubblico, diventando un successo commerciale e un cult movie. Il film ha ottenuto sette nomination ai César, il premio più prestigioso del cinema francese, vincendone tre: miglior regia, miglior montaggio e miglior musica. Ha ricevuto anche una nomination al Golden Globe per la miglior attrice non protagonista a Natalie Portman, che ha debuttato sul grande schermo con questo film e che ha poi avuto una brillante carriera, vincendo un Oscar per Il cigno nero. Jean Reno e Gary Oldman hanno confermato la loro fama di grandi attori, partecipando a numerosi film di successo in Francia e negli Stati Uniti.

Leon: un film che ha influenzato la cultura popolare

A trent’anni dalla sua uscita, Leon resta un film che ha lasciato il segno nella storia del cinema e nella cultura popolare. Il personaggio di Léon è diventato un’icona del cinema d’azione, con il suo look da killer silenzioso e solitario, il suo cappotto lungo, i suoi occhiali da sole e la sua pianta in vaso, simbolo della sua umanità. Il personaggio di Mathilda è diventato un modello di ragazza ribelle e coraggiosa, con il suo taglio di capelli alla garçonne, il suo berretto da baseball, la sua sigaretta e la sua pistola. Il personaggio di Stansfield è diventato un esempio di villain carismatico e spietato, con il suo abito elegante, il suo distintivo e la sua pillola blu.

Il film ha ispirato numerosi registi, sceneggiatori e artisti, che hanno ripreso alcuni elementi della trama, dei personaggi o dello stile di Besson. ma anche la musica, la letteratura e i videogiochi

“The Gallerist”: Natalie Portman e Jenna Ortega pronte a scardinare il sistema dell’arte in un thriller visionario firmato Cathy Yan

Di solito, quando si parla di cinema d’autore al femminile, si finisce sempre per snocciolare gli stessi pochi nomi, come se le donne dietro (e davanti) alla macchina da presa fossero eccezioni e non una realtà creativa potentissima. Ma per fortuna il vento sta cambiando, e il nuovo progetto “The Gallerist” sembra voler cavalcare questa rivoluzione. Diretto da Cathy Yan – regista già nota per Birds of Prey e per aver firmato uno degli episodi più intensi di Succession – questo film promette di essere un thriller audace, sensuale e perfettamente sintonizzato sui temi dell’identità, della mercificazione e, ovviamente, dell’arte… quella vera e quella disturbante. E ad accendere ulteriormente i riflettori su The Gallerist sono due nomi che, a modo loro, rappresentano due generazioni di icone femminili nel cinema: Natalie Portman e Jenna Ortega. Le due attrici sono in trattative finali per entrare nel cast, e già solo l’idea di vederle condividere lo schermo fa tremare le pareti delle gallerie d’arte – e quelle del patriarcato hollywoodiano.

Un cadavere per capolavoro: la trama è pura provocazione

La storia di The Gallerist è tanto affascinante quanto disturbante: una gallerista, interpretata da Natalie Portman, disposta a tutto pur di vendere una “nuova opera” all’Art Basel di Miami… anche a spacciare un cadavere come pezzo d’arte contemporanea. Un’idea che suona come un pugno nello stomaco – ma anche come una lucida satira sul mercato dell’arte e sui suoi limiti morali. E chi meglio della Portman per interpretare una donna sospesa tra l’ambizione e la follia? L’attrice, che di recente ha fatto parlare di sé per la sua intensa performance in May December (che le è valsa una nomination ai Golden Globe), non ha mai avuto paura di osare, di sfidare la narrazione dominante, e di portare in scena personaggi complessi, spesso tormentati. The Gallerist potrebbe essere un nuovo tassello fondamentale in quella sua lunga battaglia per ridefinire il ruolo delle donne nel cinema.

L’alleanza generazionale: Jenna Ortega, la nuova musa dark

Accanto a lei, la talentuosa e ormai lanciatissima Jenna Ortega, che sta dimostrando di essere molto più di un’icona goth per la generazione Z. Dopo aver dato nuova linfa alla famiglia Addams in Mercoledì (e in attesa della seconda stagione), e dopo le incursioni nei territori dark di Beetlejuice 2 e Death of a Unicorn, Jenna è pronta a confrontarsi con ruoli ancora più profondi e provocatori.

La chimica tra Portman e Ortega è palpabile anche fuori dal set: durante un’intervista per Interview Magazine, le due attrici hanno condiviso riflessioni molto intime sulla femminilità, la fama precoce e l’industria che tende ancora oggi a sessualizzare le attrici bambine. Portman ha raccontato di aver vissuto un’adolescenza cinematografica segnata da un’immagine pubblica iper-sessualizzata sin dai tempi di Léon. “La sessualità è una parte fondamentale dell’essere bambina, ma volevo che restasse dentro di me, non proiettata su di me”, ha confidato. Un discorso potente, necessario, e che ci ricorda quanto sia importante creare spazi sicuri e rispettosi per le nuove generazioni di artiste. Ortega, dal canto suo, ha sempre ribadito di non voler “ereditare” personaggi maschili: niente 007 in versione femminile, le donne meritano storie e franchise originali.

Un cast variegato e una regista con una visione forte

The Gallerist sarà anche un thriller, ma ha tutta l’aria di voler essere molto di più: un’esplorazione psicologica, una critica sociale, una provocazione artistica. E a dare ulteriore spessore al progetto c’è un cast che definire interessante è poco. Accanto a Portman e Ortega troviamo la leggendaria Catherine Zeta-Jones, lo straordinario Sterling K. Brown (che abbiamo amato in This Is Us), il camaleontico Daniel Brühl, il brillante Zach Galifianakis e persino Charli XCX, popstar dal cuore indie pronta a esplorare nuovi territori espressivi. La sceneggiatura è firmata da Cathy Yan insieme a James Pedersen, mentre la produzione è curata da un dream team che include la stessa Portman con la sua MountainA (insieme alla fedele Sophie Mas), Jonathan King, Ash Sarohia, Tom McCarthy, Rae Baron e Zola Elgart Glassman.

Le riprese si sono svolte tra dicembre 2024 e febbraio 2025 e il film è attualmente in post-produzione. La data d’uscita è ancora avvolta nel mistero, ma si parla del 2025 o, al massimo, dei primi mesi del 2026. Una lunga attesa, certo, ma se il risultato sarà all’altezza delle premesse, sarà valsa la pena.

Una riflessione su arte, identità e potere femminile

Quello che mi affascina di più di The Gallerist, però, non è solo la trama o il cast stellare. È il sottotesto. Parliamo di un’opera che sembra voler scuotere le coscienze, esplorando fino a che punto siamo disposti a spingerci per definire qualcosa come “arte”. Chi decide cosa è arte? E quanto c’è di morboso nella nostra ossessione per l’estetica, anche quando è costruita sul dolore, sul corpo, sulla morte? In mano a Cathy Yan – che ha già dimostrato di saper raccontare l’assurdo e il grottesco con uno sguardo femminile, critico e coloratissimo – questo film potrebbe davvero diventare un piccolo cult contemporaneo. E io, personalmente, non vedo l’ora di lasciarmi travolgere dalla sua visione.

Star Wars: Episodio I – La minaccia Fantasma

Il 2024 sarà un anno di celebrazioni per Star Wars, poiché segnerà il 25º anniversario dell’uscita di uno dei film che ha segnato una svolta nella saga: Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma. Questo film è stato è il quarto film (primo, nella linea temporale) e ha fatto il suo debutto cinematografico il 19 maggio 1999, sedici anni dopo l’ultimo film della trilogia originale, Il ritorno dello Jedi. Diretto da George Lucas, che ha anche scritto la sceneggiatura, il film è stato un grande evento per i fan della saga e ha introdotto una nuova generazione di personaggi e una magia molto apprezzata dalle persone.

Il cast del film includeva attori del calibro di Liam Neeson, Ewan McGregor, Natalie Portman, Jake Lloyd e molti altri. La trama seguiva le avventure del maestro Jedi Qui-Gon Jinn e del suo apprendista Obi-Wan Kenobi, mentre cercavano di proteggere la regina Amidala in un pericoloso viaggio attraverso la galassia.

Ma il film ha anche introdotto uno dei personaggi più iconici della saga: il giovane Anakin Skywalker, interpretato da Jake Lloyd. Anakin era un umile schiavo su Tatooine con un’incredibile sensibilità alla Forza, ma ancora lontano dall’essere avviato al cammino dei Jedi.

Le relazioni sono tese tra la Federazione dei Mercanti ed il pianeta di Naboo. Il Senato , decide di inviare come ambasciatori il Maestro Jedi Qui-Gon Jinn ed il suo allievo Obi-Wan Kenobi, ormai giunto alla fine dell’addestramento, dalla giovane regina del pianeta, Amidala, in modo da scongiurare una eventuale guerra. Purtroppo, i negoziati di pace non hanno luogo perché i rappresentanti della Federazione, consigliati dal perfido Darth Sidious, decidono di eliminare i due Jedi, i quali riescono tuttavia a fuggire sfuttando una delle navi da sbarco della federazione. Sul pianeta i due Jedi hanno uno strano incontro con un idigeno, Jar Jar che quida gli eroi nella citta’ sottomarina dei Gungan. Nel frattempo, i droidi da combattimento della Federazione sbarcano sul pianeta e catturano la Regina, che pero’ grazie all’aiuto di Qui-Gon ed Obi-Wan, scampati per miracolo ad un viaggio sottomarino, riece a fuggire con la sua nave per dirigersi a Coruscant, sede del governo centrale, per chiarire la sua posizione al senato. Prima di lasciare il pianeta per recarsi a Coruscant, Qui-Gon deve confrontarsi con Darth Maul, il terribile allievo di Darth Sidious.

Ma la nave stellare, essendo stata colpita proprio in fase di decollo, perde di energia. Qui Gon non ha altra scelta di porta la comitiva nel vicino pianeta di Tatooine per le doverose riparazioni alla nave. Qui i protagonisti incontrano un giovane schiavo, Anakin Skywalker, che li aiuta ad acquistare i pezzi di ricambio per la loro astronave vincendo una pod-race. La Forza e’ potente in lui e Qui-Gon si batte per ottenere la sua liberta’, desiderando di istruirlo. La comitiva giunge a Coruscant. Amidala, consigliata dal senatore Palpatine, chiede e ottiene una mozione di sfiducia verso l’attuale cancelliere. Intanto Anakin viene portato davanti al consiglio Jedi. Il capo di tale assemblea, il venerabile maestro Yoda, decide che il bambino non può essere indirizzato verso le vie della Forza, essendo titubante del futuro del ragazzo stesso.

Amidala, Jar Jar, due Jedi e il giovane Skywalker decidono di tornare su Naboo per porre fine personalmente all’assedio da parte della Federazione. Una volta tornata sul pianeta, la regina ottiene l’aiuto dei Gungan per combattere contro i droidi schierati dalla Federazione e riconquista il controllo di Naboo. I buffi anfibi organizzano una grande battaglia, e senza armi sofisticate hanno la meglio sulla DROIDE ARMATA. In questo scontro risulta fondamentale l’apporto di Anakin, che da solo distrugge l’astronave che controlla i droidi. Durante le battaglie, Qui-Gon e Obi-Wan devono scontrarsi con Darth Maul, il quale, dopo un epico scontro riesce ad uccidere il Maestro ma finisce per soccombere di fronte all’abilita’ del suo talentuoso allievo. In punto di morte, Qui-Gon chiede a Obi-Wan di occuparsi di Anakin e di indirizzarlo verso il Lato Luminoso della Forza, in modo da farne un valoroso Cavaliere Jedi.

Una delle cose che il film è stato più apprezzato dei fan era l’introduzione di personaggi iconici come Jar Jar Binks, il Gungan alieno ben intenzionato e invadente, e il maestro Jedi Qui-Gon Jinn, interpretato da Liam Neeson. Mentre Jar Jar Binks è stato criticato per l’essere troppo infantile e irritante, la performance di Neeson è stata ampiamente apprezzata.

Il film è stato pieno di effetti speciali e scene d’azione emozionanti, particolarmente quella dell’epica battaglia sui campi di battaglia di Naboo e la spettacolare corsa dei pod nell’arena di Tatooine. Inoltre, il duello finale tra Qui-Gon Jinn, Obi-Wan Kenobi e Darth Maul è stato uno dei momenti più memorabili del film, con la colonna sonora di John Williams che ha posto in evidenza l’intensità dell’azione. Tuttavia, il film non ha soddisfatto completamente le aspettative dei fan della saga, alcuni hanno criticato lo sviluppo del personaggio di Anakin, mentre altri ritenevano che Jar Jar Binks fosse troppo irksome. Inoltre, la presenza di CGI ovunque ha ricevuto alcune critiche per l’accantonamento dell’uso degli sfondi reali. Nonostante i suoi difetti, Star Wars: Episodio I – La minaccia Fantasma è stato un successo al botteghino, incassando $1,027 miliardi in tutto il mondo.

Nonostante abbia avuto colpi di scena e critiche, Star Wars: Episodio I – La minaccia Fantasma è comunque riuscito nell’intenzione di essere un film emozionante e divertente, con scene iconiche e memorabili e un nuovo cast di personaggi che hanno conquistato il cuore dei fan del franchise.

Le Vacanze Romane di Natalie Portman per Thor: Love and Thunder 

Per celebrare la presenza nelle sale italiane del film Marvel Studios Thor: Love and Thunder, Natalie Portman è stata protagonista di un iconico video musicale e di un servizio fotografico presso il Parco Archeologico di Ostia Antica.

Per il video musicale, che vuole essere una celebrazione del women empowerment presente anche nel film, sono state selezionate 100 musiciste rock: 15 batterie, 19 bassi, 40 chitarre, 18 tastiere e 8 violini del Saint Louis College of Music, tra le più rinomate realtà didattiche musicali di eccellenza di respiro europeo. Dirette dal Direttore Stefano Mastruzzi, insieme nella fantastica location del Capitolium di Ostia Antica, tempio romano costruito durante il regno di Adriano (120 d.C.), hanno suonato l’arrangiamento del brano Sweet Child O’ Mine, uno dei più grandi successi rock dei Guns N’ Roses protagonista della colonna sonora del film Marvel Studios Thor: Love and Thunder.

Inoltre, l’attrice premio Oscar Natalie Portman è stata protagonista di un iconico servizio fotografico tra le rovine di Ostia Antica: tra le location scelte per lo shooting, Il Mosaico delle Terme dei Sette Sapienti, Schola del Traiano e le Terme del Foro. Durante l’età imperiale, Ostia Antica fu un importantissimo centro commerciale e portuale e oggi, insieme a Pompei, è il sito archeologico più grande del pianeta con un’area di 150 ettari.

 
Sempre in occasione dell’arrivo del film nelle sale italiane, Natalie Portman ha stupito il pubblico e i fan con una visita a sorpresa al The Space Cinema Moderno di Roma: gli spettatori hanno accolto con grande entusiasmo l’attrice che li ha salutati e augurato loro una buona visione.

Inoltre, Natalie Portman ha sorpreso alcuni bambini, bambine e famiglie del network di Famiglie Arcobaleno e Sport Senza Frontiere, charity partner di lunga data di Disney Italia. In particolare, i bambini e le bambine hanno potuto incontrare l’attrice e porle domande sul film a seguito di una proiezione, in italiano con sottotitoli in ucraino, a loro dedicata. Oltre alle Famiglie Arcobaleno, supportate dall’omonima associazione che lotta per il riconoscimento di ogni tipo di famiglia, l’iniziativa ha coinvolto anche un gruppo di famiglie ucraine seguite da Sport Senza Frontiere nel centro estivo Joy for Ukraine, che accoglie 160 persone per promuove l’inclusione sociale attraverso lo sport, corsi di italiano, counselling psicologico e attività ludico ricreative.

“La mia vita con John F. Donovan” di Xavier Dolan

 

Ancora una volta un cast d’eccezione per Xavier Dolan: in La mia vita con John F. Donovan ad affiancare la star de Il trono di spade Kit Harington, Jacob Tremblay e i premi Oscar Natalie Portman, Kathy Bates e Susan Sarandon.

Un film che segna il debutto hollywoodiano di Dolan e che vede riportati sul grande schermo tutti i temi che lo hanno reso famoso nel mondo: la relazione madre/figlio, l’omosessualità, l’infanzia. Rupert Turner (Ben Schnetzer), giovane attore, decide di raccontare la vera storia di John F. Donovan (Kit Harington), star della televisione americana scomparsa dieci anni prima, che in una corrispondenza epistolare gli aveva aperto le porte del cuore, svelando i turbamenti di un segreto celato agli occhi di tutti. Ne ripercorre così la vita e la carriera, dall’ascesa al declino, causato da uno scandalo tutto da dimostrare.

DAL 27 GIUGNO AL CINEMA

un film di

XAVIER DOLAN

 

con

KIT HARINGTON

NATALIE PORTMAN

JACOB TREMBLAY

KATHY BATES

SUSAN SARANDON

THANDIE NEWTON

BEN SCHNETZER

Thor: The Dark World

“Thor: The Dark World”, diretto da Alan Taylor, è il secondo capitolo della saga dedicato al Dio del Tuono, ed è il film numero otto dell’universo cinematografico Marvel. Questo seguito, che segue il primo “Thor” del 2011, è un’opera che unisce dramma, avventura e una buona dose di azione cosmica, tutti elementi che hanno conquistato il pubblico e gli appassionati dei supereroi.

Il film si apre con un prologo che ci riporta migliaia di anni indietro, quando Bor, il padre di Odino, ha sconfitto gli elfi oscuri guidati da Malekith. Questi ultimi ambivano a ottenere l’Aether, una sostanza fluida e potentissima capace di riportare l’universo alla sua oscurità primordiale durante un raro allineamento planetario noto come “Convergenza”. Per prevenire una catastrofe, Bor decide di nascondere l’Aether nel cosiddetto “mondo oscuro” e Malekith, sconfitto ma non annientato, fugge. Nel presente, la trama si svolge principalmente su Asgard e sulla Terra, dove Thor, interpretato da Chris Hemsworth, ei suoi alleati, inclusi i guerrieri e Lady Sif, sono impegnati a mantenere il ritmo nei Nove Regni devastati dai Marauders. La vita di Thor viene sconvolta quando Jane Foster, interpretata da Natalie Portman, scopre un’anomalia gravitazionale a Londra che la trasporta nel mondo oscuro. Qui, Jane viene posseduta dall’Aether, e Thor, avvisato da Heimdall, la porta ad Asgard per curarla. La risurrezione dell’Aether segna la rinascita di Malekith e dei suoi elfi oscuri. Questi, attraverso una serie di eventi drammatici, minacciano Asgard e costringono Thor a intraprendere un viaggio per fermarli. Dopo la tragica morte della regina Frigga e il conseguente funerale, Thor decide di allearsi con Loki, interpretato da Tom Hiddleston, il quale è stato imprigionato per i suoi crimini precedenti sulla Terra. La trama si intensifica quando Loki, inizialmente un traditore, si dimostra essenziale per affrontare la minaccia di Malekith. Il film culmina in una battaglia finale che si svolge a Greenwich, durante il quale Thor e Jane affrontano Malekith ei suoi seguaci in una lotta drammatica per salvare l’universo. Le scene post-crediti aggiungono ulteriori spunti per il futuro dell’universo Marvel, con l’Aether che viene affidato al Collezionista e la rivelazione che Loki ha preso il posto di Odino.

La cinematografia di Taylor è uno dei punti di forza del film: le scene di battaglia sono spettacolari, e le ambientazioni, sia su Asgard che nei mondi oscuri, sono visivamente mozzafiato. La regia di Taylor riesce a dare un senso di epicità e grandezza che si sposa bene con la narrazione drammatica e le dinamiche familiari che sono centrali nella saga di Thor.Chris Hemsworth, nel ruolo di Thor, conferma la sua interpretazione definitiva del personaggio, bilanciando perfettamente forza e debolezza. Tom Hiddleston, con la sua interpretazione di Loki, continua ad essere uno dei punti salienti della serie, con la sua ambiguità e il suo carisma che arricchiscono ogni scena in cui appare. Anthony Hopkins e Rene Russo offrono interpretazioni intense e ricche di emozione, aggiungendo profondità ai personaggi di Odino e Frigga. Malekith, interpretato da Christopher Eccleston, è un cattivo dalla notevole presenza scenica, sebbene il suo background e le motivazioni potrebbero essere approfonditi ulteriormente. Eccleston porta sullo schermo un antagonista minaccioso, ma il personaggio, pur avendo una certa carica, sembra rimanere un po’ nell’ombra rispetto ad altri villain dell’universo Marvel.

“Thor: The Dark World” si rivela così un capitolo solido e coinvolgente della saga Marvel, capace di mescolare avventura cosmica e dramma familiare con grande maestria. Con una regia che esalta la grandiosità dei mondi rappresentati e una trama che approfondisce le relazioni tra i personaggi principali, il film si conferma una tappa fondamentale nel percorso narrativo dell’universo Marvel, promettendo nuove sfide e avventure per i nostri eroi.

Thor di Kenneth Branagh

Thor, diretto da Kenneth Branagh nel 2011, è un film che ha conquistato il grande schermo. Ispirato al personaggio dei fumetti Marvel e al dio della mitologia norrena, Thor è il quarto film del Marvel Cinematic Universe ed è interpretato dall’affascinante Chris Hemsworth nel ruolo del protagonista. Il cast include anche Natalie Portman, Tom Hiddleston, Stellan Skarsgård, Kat Dennings, Clark Gregg, Colm Feore, Ray Stevenson, Idris Elba, Jaimie Alexander, Rene Russo e Anthony Hopkins.

La trama del film ruota attorno al protagonista Thor, che, dopo aver scatenato una guerra con i Giganti di Ghiaccio a causa della sua arroganza, viene esiliato da suo padre Odino e spedito sulla Terra, chiamata anche Midgard. Thor fa la conoscenza di Jane Foster, una giovane e brillante scienziata, e insieme a lei cerca un modo per tornare ad Asgard, la sua patria. Nel frattempo, deve anche affrontare suo fratello Loki, che si è impossessato del trono di Asgard. La pellicola si conclude con una scena dopo i titoli di coda diretta da Joss Whedon.

Inizialmente, l’unione tra Kenneth Branagh e Thor può sembrare bizzarra, considerando che il regista è noto per le sue performance teatrali di spessore, soprattutto quelle delle opere di Shakespeare. Tuttavia, Branagh ha avuto un legame con i fumetti Marvel sin dagli anni ’60, attratto dai vivaci colori delle copertine e in particolare da quella di “The Mighty Thor”.La vera affinità tra Branagh e Thor risiede nella natura tragica della storia del personaggio, scritta da Stan Lee e Jack Kirby. Thor è un eroe muscoloso e coraggioso, ma anche estremamente arrogante, convinto di avere sempre ragione grazie alla sua immensa forza. Questa sua arroganza lo porta a commettere atti sconsiderati e a provocare conflitti, che lo portano all’esilio e alla perdita dei suoi poteri.

Durante il suo tempo sulla Terra, Thor impara importanti lezioni di umiltà e umanità, grazie all’amore che sviluppa per Jane Foster. Tuttavia, il suo ritorno ad Asgard e il recupero del trono non sono così semplici, poiché suo fratello Loki tramava alle sue spalle per prendere il suo posto come re. Ciò rende il film una sorta di Caino e Abele con un supereroe come protagonista.

Branagh ha cercato di restare fedele al linguaggio e al tono dei fumetti originali, utilizzando un linguaggio ricco e leggero, talvolta simile a quello delle opere di Shakespeare ambientate nelle corti nobiliari. Inoltre, ha dato grande importanza all’architettura nel film, mescolando tradizioni del modernismo con elementi dell’arte norvegese, creando così un mondo visivamente sorprendente.

Thor è un personaggio molto amato dai fan dei fumetti e rappresenta anche un simbolo di eroismo personale che affascina il pubblico. Non è solo un supereroe muscoloso, ma anche un personaggio complesso che deve affrontare le proprie debolezze e imparare importanti lezioni di vita. L’attore Chris Hemsworth confessa di aver sempre sognato di interpretare un supereroe fin da bambino, ed è entusiasta di far parte del mondo Marvel sul grande schermo. Nonostante le sfide che il personaggio di Thor affronta nel film, Hemsworth tornerà presto a vestire i panni dell’eroe nel prossimo capitolo della Marvel, “The Avengers”, diretto da Joss Whedon, che riunirà tutti i supereroi della casa in un’epica avventura. In conclusione, l’unione tra i due mondi di Kenneth Branagh e Thor può sembrare inizialmente improbabile, ma si rivela invece un’affinità elettrica. Grazie a un mix di teatro shakespeariano, fumetti Marvel, e una buona dose di umanità, la collaborazione tra Branagh e Thor ha dato vita a un film che riesce a essere sia un’epica avventura supereroistica che una tragedia intima.

Star Wars: Episodio II – L’attacco dei Cloni

“Star Wars: Episodio II – L’attacco dei Cloni” è stato uno dei film più attesi del 2002. Diretto da George Lucas, questo secondo episodio della nuova trilogia racconta la storia che ha portato all’inizio della Guerra dei Cloni, il conflitto che ha scosso tutta la galassia.

E’ un periodo difficile per la Repubblica, alcuni sistemi si stanno staccando stanchi di sopportare le rigide regole diplomatiche e il continuo intervento dei Cavalieri Jedi nei loro affari. Questi separatisti sono guidati dal misterioso conte Dooku, il maestro Jedi di Qui Gon, che ha deciso di abbandonare l’uso della Forza per dedicarsi alle questioni politiche. Per paura di un’invasione il senato della repubblica cerca di approvare la nascita di un potente esercito per dare aiuto ai Jedi in battaglia. Ma i senatori Bail Organa e Padme Naberrie (ex regina di Naboo) cercano di opporsi per non scatenare una guerra civile. La stessa Padme, sempre accompagnata dal fido R2D2, decide di recarsi a Coruscant per votare contro questa delibera ma viene attaccata da un misterioso assalitore.

Palpatine decide di dare alla giovane senatrice due speciali guardie del corpo, il maestro Jedi Obi-Wan Kenobi ed il suo padawan Anakin Skywalker, vecchi amici della stessa Padme. I due riescono ben presto ad identificare l’assalitore nella persona di Zam Wessel, una cacciatrice di taglie mutaforme. Ma proprio mentre i due Jedi cercano di interrogarla entra in scena il suo complice, uccide Zam e scappa velocemente. Mentre Anakin scorta Padme alla natia Naboo, dove la senatrice potrà rimanere al sicuro, Obi-Wan scopre da alcuni indizi lasciati dal cacciatore, che il suo equipaggiamento proviene da un pianeta sconosciuto, Camino e decide di recarvisi. Giunto sul posto scopre che gli abitanti di Camino stanno costruendo un esercito di cloni per la repubblica da un uomo di nome Jango Feet, il Jedi non ha difficoltà ad identificare questo personaggio come il misterioso complice e assassino di Zam. Obi-Wan contatta il maestro Yoda, che rimane sconcertato ed incredulo sulla costruzione di questo esercito, non campendo chi possa avere ordinato ai clonatori la sua creazione, e consiglia al Jedi di catturare Feet ed interrogarlo. Ma il cacciatore di taglie e il suo giovane figlio Boba sfuggono dopo un epica battaglia al maestro Kenobi e si rifugiano in un pianeta di nome Geonosis. Intanto su Naboo tra Anakin e Padme nasce un sentimento particolare che conquista immediatamente il cuore dei due giovani. Ma Anakin in sogno scopre che su madre sta soffrendo e decide di recarsi con la sua amata sul pianeta Tatooine per rivedere la madre. Arrivati sul pianeta vengono accolti dai vecchi amici Watto e il droide C3-PO, Anakin scopre che la madre si è sposata con un certo Lars ma è stata catturata da circa un mese dai predoni Tusken. Anakin si reca di gran carriera con la sua moto-scooter dai predoni, abbraccia per l’ultima volta la madre che spira fra sue braccia e in impeto d’ira stermina i predoni di Tatooine.

Intanto Obi-Wan scopre che su Geoinosis, la federazione dei Mercanti ed i separatisti stanno costruendo un enorme esercito di droidi per portare un attacco alla repubblica, manda un messaggio ad Anakin e al consiglio Jedi per avvertigli del problema e per chiedere soccorsi, ma proprio prima che riesca a fuggire viene catturato dal Conte Dooku,.  Il vecchio Jedi gli propone a Obi-Wan di unirsi a lui per scongiurare il pericolo che il signore dei Sith, Darth Sidious, prenda il controllo sul senato, il giovane jedi non accetta credendo che Dooku stesse mentendo. Su Coruscant, la capitale, si decide quindi che è opportuno utilizzare l’esercito dei Cloni creato su Camino per difendersi dall’aggressione dei separatisti e vengono dati al cancelliere Palpatine pieni poteri speciali.

Intanto, Anakin su Naboo è come impazzito per la morte della madre,  ma quando riceve il messaggio del maestro corre in suo aiuto su Geonosis. Padme e Anakin però non hanno più fortuna di Obi-Wan e vengono anch’essi catturati. Tutto questo mente i droidi R2 e C3Po danno veramente spettacolo con una serie di gag spassosissime nelle quali C3Po, fatto a pezzi  viene trasformato in due droidi da combattimento della federazione. Padme ed Anakin vengono condannati all’Arena, durante il tragitto, la senatrice, sicura dell’imminente morte, rivela il suo amore per il giovane Padawan porgendoli un ultimo (almeno secondo lei) appassionante bacio. Nell’arena i due vengono incatenati insieme ad Obi-Wan, che in tono sarcastico ringrazia il suo discepolo di essere giunto in suo soccorso. Vengono introdotte nell’arena 3 mostruose creature, ma con infinita scaltrezza i tre eroi riescono non solo a liberarsi, ma anche ad vere la meglio suoi mostri. Intervengono allora decine di droidi da combattimento, per porre fine alla vita dei tre protagonisti. Ma in quel momento, il consiglio Jedi imbocca nell’arena per salvare i tre malcapitati. La battaglia è ardua e cruenta, molti Jedi muoiono ma con loro anche il cacciatore Jango Feet, trafitto dalla lama viola del maestro Windu. Ma 20 Jedi, se pur potenti non possono competere contro  l’intero esercito della federazione. Proprio quando il Conte Dooku chiede la resa ai Windu, ecco che interviene Yoda con il neonato esercito della repubblica e dar man forte ai Jedi.

L’esercito dei droidi è in rotta e Dooku, salvati i piani dell’arma finale dei Geonosis (la Morte Nera !!!!!!!!!!!!!!!),  fugge verso il suo hangar per scappare dal pianeta. Obi-Wan e Anakin lo inseguono e una volta raggiuntolo lo sfidano con risultanti davvero pessimi, il vecchio conte ha acquisito i poteri dei Sith e la sua lama brilla di colore rosso. Kenobi giace ferito a terra, accanto a lui il suo discepolo Anakin al quale è stato mozzato un braccio. Dooku sta per partire, quando sopraggiunge lo stesso Yoda che era stato a suo tempo suo maestro. I due iniziano a combattere in uno scontro tra l’epico e l’impossibile, ma il conte con un astuto quanto bieco stratagemma distrae Yoda e riesce a fuggire, rintanandosi a Coruscant nella reggia del suo nuovo maestro Darth Sidious. Mentre il Consiglio Jedi si riunisce per decidere come affrontare questo ritorno massiccio del Lato Oscuro nella Galassia, a Naboo, Padme e Anakin, con un braccio nuovo di zecca, coronano il loro sogno d’amore e si sposano con i due droidi R2 e C3 Po (ritornato integro) come testimoni.

L’episodio II è stato un punto di svolta per la saga di Star Wars. Ha introdotto il personaggio di Dooku e dato maggiori approfondimenti sui personaggi di Anakin e Amidala. Il film ha anche presentato il personaggio di Jango Fett, l’originale possessore dell’armatura del famoso Boba Fett. “Star Wars: Episodio II – L’attacco dei Cloni” è stato apprezzato per la sua storia più complessa e per i miglioramenti apportati alla tecnologia digitale. Sebbene non sia stato accolto calorosamente dalla critica, il film ha continuato il successo della saga di Star Wars e ha preparato il terreno per il culmine della trilogia con “Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith“.

Padmé Amidala: regina, guerriera, madre

Padmé Amidala è un personaggio del franchise di Star Wars, presente nella trilogia prequel e interpretata da Natalie Portman. Padmé è una delle figure più importanti della saga, essendo la moglie del Cavaliere Jedi Anakin Skywalker e la madre di Luke Skywalker e Leia Organa, due dei più grandi eroi della galassia. Padmé è stata una leader coraggiosa e idealista, che ha servito come Regina e poi Senatrice di Naboo, e che ha lottato per la pace e la democrazia nella Repubblica Galattica. La sua vita e la sua morte hanno avuto conseguenze drammatiche per il destino della galassia, segnata dalla nascita dell’Impero Galattico e dalla caduta degli Jedi.

Questo articolo ripercorre la biografia di Padmé Amidala, analizzando il suo ruolo e la sua personalità nelle diverse fasi della sua esistenza, dalla sua ascesa al potere come Regina di Naboo, alla sua relazione segreta con Anakin Skywalker, fino alla sua tragica fine su Polis Massa.

Regina di Naboo

Padmé Naberrie nacque nel 46 BBY (Before the Battle of Yavin) in un villaggio di montagna sul pianeta Naboo, da una famiglia di nobili origini. Fin da bambina, Padmé dimostrò una notevole intelligenza, sensibilità e spirito di servizio, dedicandosi al volontariato e alla politica. A soli otto anni, aiutò gli abitanti del mondo di Shadda-bi-Boran ad evacuare il loro sistema stellare morente; a undici anni divenne Allieva Legislatrice, e si distinse all’interno del Programma Legislativo Giovanile tanto da essere eletta a soli dodici anni supervisore della città di Theed, capitale di Naboo.

La tradizione di Naboo, che non aveva pregiudizi riguardo l’età degli individui ai vertici del potere, facilitò l’ascesa al potere di Padmé. Nel 32 BBY, a soli quattordici anni, Padmé fu eletta democraticamente Regina di Naboo, assumendo il nome regale di Amidala. Come Regina, Padmé si impegnò a difendere gli interessi e i valori del suo popolo, promuovendo la cultura, l’arte, l’educazione e la cooperazione tra le diverse specie che abitavano il pianeta, in particolare i Gungan, una razza anfibia spesso in conflitto con gli umani.

Invasione di Naboo

Poco dopo la sua elezione, Padmé dovette affrontare una grave crisi politica, causata dal blocco commerciale imposto dalla Federazione dei Mercanti, un’organizzazione criminale che agiva sotto l’influenza di un misterioso signore dei Sith, Darth Sidious. La Federazione, infatti, voleva costringere Naboo a firmare un trattato che avrebbe legittimato la sua occupazione militare del pianeta, in cambio della fine del blocco. Padmé, tuttavia, si rifiutò di cedere al ricatto, e resistette all’invasione con l’aiuto di due Jedi, Qui-Gon Jinn e Obi-Wan Kenobi, inviati dal Cancelliere Supremo Finis Valorum per negoziare una soluzione pacifica.

I due Jedi riuscirono a liberare Padmé e alcuni dei suoi fedeli, e la portarono a bordo della loro nave, con l’intento di raggiungere il pianeta Coruscant, sede del Senato Galattico, per chiedere aiuto alla Repubblica. Durante il viaggio, però, la nave fu danneggiata dal fuoco nemico, e dovette atterrare sul pianeta Tatooine per effettuare delle riparazioni. Qui, Padmé conobbe per la prima volta Anakin Skywalker, un giovane schiavo dotato di una straordinaria sensibilità alla Forza, che si offrì di aiutarli vincendo una pericolosa gara di pod. Padmé rimase colpita dal coraggio e dalla gentilezza di Anakin, e instaurò con lui un legame di amicizia e di affetto.

Battaglia di Naboo

Dopo aver lasciato Tatooine, Padmé e i Jedi arrivarono finalmente su Coruscant, dove Padmé si presentò davanti al Senato per denunciare la situazione di Naboo e chiedere l’intervento della Repubblica. Tuttavia, il Senato si dimostrò inefficiente e corrotto, e il Cancelliere Valorum fu destituito da una mozione di sfiducia promossa dal Senatore di Naboo, Palpatine, che si candidò come suo successore. Padmé, delusa e frustrata, decise di tornare su Naboo per organizzare una resistenza armata contro la Federazione, con l’aiuto dei Jedi e dei Gungan, con cui stipulò un’alleanza storica. Padmé, infatti, riconobbe il capo dei Gungan, Boss Nass, come sovrano legittimo di Naboo, e gli chiese il suo aiuto in cambio della promessa di una futura convivenza pacifica tra i due popoli.

Padmé e i suoi alleati elaborarono un piano per liberare Naboo: i Gungan avrebbero attirato le forze della Federazione in una battaglia campale, mentre un gruppo di piloti avrebbe attaccato la nave comando nemica dallo spazio, e Padmé e i Jedi avrebbero assaltato il palazzo reale per catturare i leader della Federazione e costringerli a ritirarsi. Il piano, però, incontrò diverse difficoltà: i Gungan furono sopraffatti dai droidi da battaglia, i piloti non riuscirono a penetrare lo scudo della nave comando, e i Jedi dovettero affrontare un temibile Sith, Darth Maul, che uccise Qui-Gon Jinn e ferì Obi-Wan Kenobi. Padmé, però, non si arrese, e con l’aiuto di alcuni dei suoi guardie e di Anakin, che si era infiltrato nella nave comando, riuscì a raggiungere la sala del trono e a disarmare i leader della Federazione, ponendo fine all’invasione. Obi-Wan, poi, riuscì a sconfiggere Darth Maul, e Anakin distrusse la nave comando, disattivando tutti i droidi da battaglia. La battaglia di Naboo si concluse con una vittoria dei nativi, che celebrarono la loro liberazione e la loro unione con una grande festa.

Senatrice di Naboo

Padmé Amidala fu una senatrice di Naboo nel Senato Galattico, dopo aver completato il suo mandato come regina del suo pianeta. Come senatrice, Padmé si impegnò a difendere i valori di pace, giustizia e democrazia, e si oppose alla creazione di un esercito della Repubblica e alle misure autoritarie del cancelliere Palpatine. Padmé fu una delle fondatrici del Movimento dei Lealisti, un gruppo di senatori fedeli al cancelliere e alla Repubblica, e del Gruppo Delegati, un’organizzazione segreta che si opponeva alla deriva dittatoriale del cancelliere. Padmé fu anche una delle principali sostenitrici del dialogo con i separatisti, che avevano scatenato la guerra dei cloni contro la Repubblica. Padmé fu una senatrice rispettata e influente, che si guadagnò l’ammirazione e l’amicizia di molti suoi colleghi, come Bail Organa, Mon Mothma, Onaconda Farr e Jar Jar Binks.

Relazione con Anakin Skywalker

Durante il suo soggiorno su Naboo, Padmé si riavvicinò ad Anakin, e i due iniziarono a provare dei sentimenti reciproci, che però erano proibiti dal Codice Jedi, che vietava agli Jedi di avere legami affettivi. Padmé cercò di resistere al suo amore per Anakin, ma non riuscì a negare i suoi sentimenti, soprattutto quando i due furono catturati dai separatisti su Geonosis, e condannati a morte nell’arena. Prima di affrontare il loro destino, Padmé confessò ad Anakin di amarlo, e i due si baciarono. Fortunatamente, i due furono salvati dall’arrivo di Obi-Wan e di un esercito di cloni, creato segretamente su Kamino da un misterioso Jedi, Sifo-Dyas. La battaglia di Geonosis segnò l’inizio della Guerra dei Cloni, un conflitto galattico tra la Repubblica e i separatisti, guidati dal Conte Dooku, un ex Jedi caduto al Lato Oscuro.

Dopo la battaglia, Padmé e Anakin si sposarono segretamente su Naboo, con la sola presenza di C-3PO e R2-D2 come testimoni. I due dovettero però separarsi subito dopo, per dedicarsi ai loro rispettivi ruoli nella guerra. Padmé continuò a svolgere il suo lavoro di senatrice, cercando di trovare una soluzione pacifica al conflitto, e opponendosi alle misure autoritarie e restrittive imposte dal Cancelliere Palpatine, che aveva ottenuto dei poteri speciali dal Senato per gestire la crisi. Padmé si unì al Comitato per la Pace, un gruppo di senatori che promuovevano il dialogo con i separatisti, e fondò il Gruppo Delegati, un’organizzazione segreta che si opponeva alla deriva dittatoriale del Cancelliere.

Padmé e Anakin si incontrarono raramente durante la guerra, e comunicarono principalmente tramite ologrammi. I due si amavano profondamente, ma il loro matrimonio era costantemente minacciato dalle circostanze e dai segreti. Padmé, infatti, non sapeva che Anakin era tormentato da incubi premonitori, che gli mostravano la sua morte durante il parto. Anakin, invece, non sapeva che Padmé era incinta di due gemelli, che aveva scoperto durante una visita medica. Padmé cercò di rassicurare Anakin, dicendogli che il loro amore li avrebbe protetti, ma Anakin era sempre più spaventato e insicuro, e iniziò a dubitare della lealtà di Padmé e degli Jedi.

Fine della guerra e morte

Nel 19 BBY, la guerra dei cloni giunse al suo culmine, con l’attacco dei separatisti a Coruscant, e il rapimento del Cancelliere Palpatine da parte del Generale Grievous, il comandante dei droidi. Anakin e Obi-Wan riuscirono a salvare il Cancelliere, e a uccidere il Conte Dooku, su ordine di Palpatine. Padmé fu felice di rivedere Anakin, e gli rivelò di essere incinta. Anakin fu inizialmente felice, ma poi fu di nuovo assalito dai suoi incubi, che gli facevano temere di perdere Padmé come aveva perso sua madre. Palpatine, che in realtà era il signore dei Sith Darth Sidious, si approfittò della paura di Anakin, e gli disse che esisteva un modo per salvare Padmé dalla morte: il Lato Oscuro della Forza. Palpatine gli rivelò di essere un Sith, e gli offrì di diventare suo apprendista, promettendogli di insegnargli il segreto per sconfiggere la morte. Anakin, sconvolto, denunciò Palpatine agli Jedi, ma poi cambiò idea, e lo aiutò a sfuggire all’arresto, tradendo gli Jedi e giurando fedeltà a Sidious, che lo battezzò Darth Vader.

Padmé assistette impotente alla caduta della Repubblica e degli Jedi, che furono sterminati da Palpatine con l’Ordine 66, un comando segreto che costrinse i cloni a rivoltarsi contro i loro generali. Padmé cercò di contattare Anakin, ma non ricevette risposta. Allora, decise di recarsi su Mustafar, il pianeta vulcanico dove Anakin si era recato per eliminare i leader dei separatisti, su ordine di Palpatine. Padmé fu accompagnata da Obi-Wan, che si era nascosto a bordo della sua nave, e che voleva affrontare Anakin per fermare la sua follia. Padmé arrivò su Mustafar, e implorò Anakin di tornare con lei, dicendogli che lo amava e che lo avrebbe aiutato a redimersi. Anakin, però, era ormai completamente dominato dal Lato Oscuro, e credette che Padmé lo avesse tradito portando Obi-Wan con sé. Anakin, allora, strangolò Padmé con la Forza, e la lasciò priva di sensi. Obi-Wan, poi, ingaggiò un duello con Anakin, che si concluse con la sconfitta e la mutilazione di quest’ultimo. Obi-Wan prese Padmé e la portò su Polis Massa, una base medica, dove Padmé diede alla luce due gemelli, che chiamò Luke e Leia, prima di morire. Le cause della sua morte non furono fisiche, ma psicologiche: Padmé aveva perso la volontà di vivere, dopo aver visto l’uomo che amava diventare un mostro.

Eredità

La morte di Padmé Amidala fu un evento tragico, che segnò la fine di un’era e l’inizio di un’altra. Padmé fu una delle ultime vittime della guerra dei cloni, e una delle prime vittime dell’Impero Galattico, che si instaurò subito dopo la sua scomparsa. Padmé fu anche una delle principali cause della caduta di Anakin Skywalker, che divenne il malvagio Darth Vader, il braccio destro di Palpatine. Anakin, infatti, si lasciò sedurre dal Lato Oscuro nella speranza di salvare Padmé, ma in realtà la condannò a morte con le sue azioni. Anakin, però, non seppe mai che Padmé aveva dato alla luce due figli, che furono nascosti da Obi-Wan e dal Maestro Jedi Yoda, per proteggerli dall’Impero e dal loro stesso padre.

Padmé, però, non fu solo una vittima, ma anche una eroina, che lasciò un’eredità di speranza e di luce nella galassia. Padmé fu una leader coraggiosa e idealista, che si batté per la pace e la democrazia, e che ispirò molte persone con il suo esempio. Padmé fu anche una madre amorevole, che diede alla luce due figli destinati a cambiare il destino della galassia. Luke e Leia, infatti, ereditarono da Padmé il suo spirito ribelle e il suo senso di giustizia, e divennero due dei più grandi eroi della galassia, che guidarono l’Alleanza Ribelle contro l’Impero, e che riuscirono a redimere Anakin, che si sacrificò per salvare Luke da Palpatine, e per distruggere il Lato Oscuro.

Padmé non doveva morire!

Padmé Amidala è stata una figura straordinaria, che ha vissuto una vita ricca di eventi e difficoltà, lasciando un’impronta indelebile nella storia della galassia. Una regina, una senatrice, una moglie e una madre, nonché una leggenda. Il suo bagliore luminoso non si è mai spento, rendendola un’icona senza tempo. La sua morte è uno dei momenti più strazianti della saga, ma ha segnato il percorso di Anakin verso il male. Tuttavia, i piani originali di George Lucas non includevano la morte di Padmé. Secondo l’idea iniziale, lei avrebbe dovuto sopravvivere al parto e nascondersi su Alderaan con Leia, morendo poi per cause sconosciute. Questo avrebbe reso la trama meno cupa e avrebbe risolto un importante buco di trama.

Nel “Episodio VI – Il ritorno dello Jedi“, quando Luke e Leia scoprono di essere gemelli, il Jedi chiede alla principessa di loro madre. Leia ricorda chiaramente sua madre, anche se era ancora bambina quando l’ha persa. Questo ha sempre lasciato perplessi i fan, poiché sembra contraddire la morte prematura di Padmé. Una teoria popolare sostiene che la sensibilità di Leia alla Forza le abbia permesso di conservare i ricordi della madre, ma questo argomento non funziona completamente poiché anche Luke è sensibile alla Forza, eppure non ha alcun ricordo di Padmé. La morte di Padmé in “Episodio III” ha creato un problema di continuità, mentre il piano originale di Lucas avrebbe reso il passaggio tra la trilogia prequel e la trilogia originale più fluido. Lucas non ha mai chiarito completamente perché abbia scelto una fine così tragica per Padmé, ma la sua sofferenza e la sua fine prematura hanno reso il percorso di Anakin/Vader ancora più intenso e drammatico. Perdere l’amore della sua vita è stata una svolta cruciale per il personaggio e ha accentuato la sua attrazione verso il Lato Oscuro.

V for Vendetta

Parlando del film “V for Vendetta” bisogna premettere che non ci troviamo di fronte ad un comune action movie, ma a qualcosa di differente. Il film dei fratelli Wachowsky fa parte di quella nuova generazione di pellicole che uniscono un virtuosismo tecnico ad una grande profondità di temi e contenuti. Queste vengono spesso premiate per la fotografia, il montaggio e la regia, ma poco compresi dal grande pubblico, in quanto trattano  temi complicati e, alle volte, disturbanti. L’argomento che accomuna le produzioni di questi registi è, come in questo caso, la Vendetta.

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