La recensione Nimona, il lungometraggio d’animazione di Netflix in corsa per l’Oscar

Nimona, il film diretto da Nick Bruno e Troy Quane, è un’avventura epica che parla di amicizia e accettazione di sé e degli altri in situazioni imprevedibili. Tratto dall’omonima graphic novel di Nate Diana “ND” Stevenson, il film è prodotto da Netflix e da alcune case produttrici meno conosciute che hanno saputo realizzare un prodotto interessante e coinvolgente.

Nimona | Trailer ufficiale | Netflix Italia

La trama di Nimona segue Ballister Cuoreardito, un cavaliere di un mondo fantasy futuristico, vittima di un’accusa ingiusta di un crimine che non ha commesso. L’unica persona che può aiutarlo a dimostrare la sua innocenza è Nimona, un’adolescente dispettosa che ama il caos e che è una mutaforma, la stessa creatura che Ballister è stato addestrato a distruggere. In un regno ostile, Nimona diventa l’unica alleata su cui Ballister può contare, e insieme si lanciano in una serie di avventure per dimostrare la sua innocenza e portare un po’ di scompiglio. Nonostante una trama semplice e facilmente intuibile, Nimona si difende bene grazie all’azione, all’umorismo e alle trovate divertenti che catturano lo spettatore. L’ambientazione, che mescola elementi medioevali e futuristici, rende il film una fiaba moderna e affascinante che conquista il pubblico.

Nimona | Official Teaser | Netflix

I personaggi sono ben caratterizzati, in particolare Ballister e Nimona, che si trasformano e crescono durante le avventure che vivono insieme.  L’animazione in CGI richiama lo stile dell’animazione classica, esaltando le trasformazioni di Nimona e le scene d’azione coinvolgenti. Le musiche sottolineano i momenti più importanti della storia.

Il politicamente corretto ha quindi avuto la meglio anche su questo lavoro? Nimona è indubbiamente un film che porta su schermo alcune tematiche della comunità LGBTQIA+; molte delle quali però possono anche essere interpretate semplicemente come un messaggio di libertà e uguaglianza. Tutto il resto, compreso il rapporto d’amore tra i due cavalieri, è trattato in maniera così semplice ed innestato così bene nel contesto di questa fiaba moderna che quasi si perde nella frenesia della visione.

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Nimona: la recensione

Scritto da MarcoF  

“Queer”: un termine fluido per una generazione fluida

Oggi parliamo di un termine che sentiamo sempre più spesso: “queer”. Ma cosa significa davvero? Qual è la sua storia? E perché è così importante per la comunità LGBTQIA+?

Le origini di “queer”

La parola “queer” ha una lunga storia, che risale al XVI secolo. In origine, era usata come termine offensivo per indicare qualcuno di “strano” o “bizzarro”. Nel corso del XX secolo, però, il termine è stato rivendicato dalla comunità LGBTQIA+ come un modo per autoidentificarsi e celebrare la propria diversità.

Un significato in continua evoluzione

Oggi, “queer” è un termine fluido e inclusivo che può assumere diverse sfumature. Può essere usato per:

  • Riferirsi a qualsiasi persona che non si identifica come eterosessuale o cisgender.
  • Descrivere una persona che non si conforma alle norme di genere o sessualità tradizionali.
  • Indicare un’identità di genere o sessuale che non è ancora definita o che è in continua evoluzione.

Perché “queer” è importante?

Il termine “queer” è importante per diverse ragioni:

  • È un termine inclusivo che abbraccia la diversità all’interno della comunità LGBTQIA+.
  • Sfida le etichette e le categorie fisse di genere e sessualità.
  • Promuove l’accettazione di sé e la libertà di essere chi si è.

Un termine per una generazione fluida

In un mondo sempre più fluido e aperto, “queer” è un termine che rappresenta perfettamente la generazione di oggi. Una generazione che non ha paura di essere sé stessa e che sfida le convenzioni.

Quindi, la prossima volta che sentite la parola “queer”, non pensate a un insulto. Pensate a un termine di orgoglio, di inclusione e di libertà.

Saint Seiya: una saga che sfida i confini del genere

Saint Seiya, conosciuto in Italia come I Cavalieri dello Zodiaco, è una saga di anime e manga creata nel 1986 da Masami Kurumada, esordita con il manga Saint Seiya – I Cavalieri dello zodiaco di 28 volumi, a cui sono seguiti un primo adattamento animato per la TV, I Cavalieri dello zodiaco, di 114 episodi, prodotto da Toei Animation fra il 1986 e il 1989, quattro film d’animazione per il cinema, una serie di OAV, diversi sequel manga e numerose serie spin-off. La storia narra le avventure di un gruppo di guerrieri chiamati Cavalieri (o Saint), che indossano armature ispirate alle costellazioni dello zodiaco e combattono per proteggere la dea Atena dalle forze del male. La saga si divide in varie saghe, ambientate in diversi luoghi e tempi, che vedono i Cavalieri affrontare nemici sempre più potenti e pericolosi, come i Cavalieri di Asgard, i Generali di Nettuno, gli Specter di Ade e i divini Thanatos e Hypnos.

Tra i numerosi personaggi che popolano la saga, alcuni si distinguono per la loro ambiguità o fluidità di genere, sfidando gli stereotipi e le aspettative della società. Se fossero stati creati negli ultimi anni, questi personaggi potrebbero essere considerati LGBTQIA+, ovvero persone che non si identificano esclusivamente come eterosessuali o cisgender, ma che esprimono il loro orientamento sessuale e il loro genere in modi diversi e personali. Ecco alcuni esempi che, ripetiamo, possono essere descritti in questa luce grazie alla consapevolezza odierna su queste tematiche ma che sono stati pensati da Kurumada in un periodo ben diverso, quasi sfidando gli stereotipi classici dell’animazione nipponica anni ’80.

Shun di Andromeda

Shun di Andromeda è uno dei personaggi principali e più amati di Saint Seiya. È il Cavaliere di Bronzo di Andromeda, il fratello minore di Ikki, il Cavaliere di Fenice, ed è dotato di una grande sensibilità e gentilezza. Il suo aspetto fisico è delicato e androgino, con lunghi capelli verdi e occhi chiari. La sua armatura è di colore rosa e la sua arma principale sono le catene di Andromeda, che usa sia per attaccare che per difendersi. Shun è spesso oggetto di scherno e discriminazione da parte degli altri Cavalieri, che lo ritengono debole e femminile. Tuttavia, Shun dimostra di avere una grande forza d’animo e di essere capace di combattere con coraggio e determinazione quando necessario. Shun rappresenta un modello di mascolinità alternativa, che non si basa sulla violenza e sull’aggressività, ma sulla compassione e sull’empatia.

Shun è anche il personaggio che ha la relazione più profonda e intensa con il suo fratello Ikki, che lo ha cresciuto e protetto da bambino, e che lo ama più di ogni altra cosa. Il loro legame fraterno è talmente forte che sfiora l’incesto, come suggeriscono alcune scene iconiche e dialoghi tra i due.

Shun è anche il personaggio che ha la relazione più ambigua e misteriosa con il suo nemico Hades, il dio degli inferi. Infatti, Shun è il prescelto per ospitare lo spirito di Hades, che si reincarna nel suo corpo ogni duecento anni per scatenare la guerra santa contro Atena. Shun e Hades hanno una connessione speciale, che va oltre il semplice possesso. Hades sembra provare una sorta di affascinamento o attrazione per Shun, che lo porta a risparmiarlo più volte e a cercare di convincerlo a unirsi a lui. Shun, dal canto suo, prova una profonda angoscia e sofferenza per essere il veicolo di Hades, ma anche una certa curiosità e compassione per il dio solitario e triste. La loro relazione è una delle più complesse e drammatiche della saga, e può essere vista come una metafora di una lotta interiore tra il bene e il male, ma anche come una possibile storia d’amore tra due esseri opposti e complementari.

Aphrodite dei Pesci

Aphrodite dei Pesci è il Cavaliere d’Oro dei Pesci, il più bello tra i Cavalieri d’Oro, con un viso angelico e una chioma turchina. La sua armatura è decorata con fiori e pesci, e le sue tecniche di combattimento si basano sull’uso di rose velenose o esplosive. Aphrodite è un personaggio ambiguo e controverso, che si schiera con il Grande Sacerdote e i suoi piani malvagi, ma che nutre anche un profondo rispetto per Atena e i suoi ideali. Aphrodite sfida i canoni di bellezza e di genere, mostrando che l’aspetto esteriore non è sempre indice della personalità o dell’orientamento di una persona.

Hilda di Polaris

Hilda di Polaris è la sacerdotessa di Odino e la protettrice di Asgard, il regno dei guerrieri nordici. Hilda è una donna forte e carismatica, che governa Asgard con saggezza e giustizia. La sua armatura è composta da una corazza dorata e da un elmo con due iconiche ali, che le conferiscono un aspetto imponente e maestoso. Hilda è una guerriera valorosa, che combatte con una spada e con il potere del cosmo. Hilda è anche una vittima, in quanto viene posseduta da un anello malefico che le altera la mente e la spinge a dichiarare guerra ad Atena e ai suoi Cavalieri. Hilda è un personaggio che unisce i tratti tipici del genere femminile, come la bellezza e la dolcezza, a quelli tipici del genere maschile, come la forza e il coraggio.

Perché questi personaggi erano così inediti per quel periodo storico

Questi personaggi erano così inediti per quel periodo storico perché sfidavano i cliché e gli stereotipi del manga e dell’anime degli anni ’80, che spesso erano dominati dal machismo e dal sessismo. Il machismo è un’ideologia che esalta la virilità e la superiorità dell’uomo sulla donna, e che si manifesta in atteggiamenti di violenza, aggressività, dominio e controllo. Il sessismo è una forma di discriminazione basata sul genere, che si esprime in pregiudizi, stereotipi e disparità di trattamento tra uomini e donne.

Nel manga e nell’anime degli anni ’80, il machismo e il sessismo erano spesso presenti in vari modi, come ad esempio:

  • La rappresentazione dei protagonisti maschili come eroi forti, coraggiosi, combattivi e spesso violenti, che usavano la forza fisica o le armi per risolvere i conflitti e proteggere le donne.
  • La rappresentazione delle protagoniste femminili come eroine belle, dolci, passive e spesso in pericolo, che avevano bisogno dell’aiuto o della salvezza degli uomini, e che si occupavano principalmente dell’amore o della famiglia.
  • La presenza di scene di fanservice, ovvero di immagini o situazioni che mostravano le donne in modo sessualizzato, con abiti succinti, pose provocanti o sottoposte a molestie o violenze.
  • La scarsa presenza o la marginalizzazione di personaggi che non si conformavano ai ruoli di genere tradizionali, che venivano ridicolizzate e caricaturizzate divenendo spesso i cattivi delle serie.

I personaggi che oggi potremo definire “liquidi” di Saint Seiya, invece, erano inediti perché proponevano una rappresentazione diversa e originale del genere, che andava oltre le categorie binarie e fisse, e che invitava a riflettere sulla complessità e sulla diversità dell’essere umano. Questi personaggi esprimevano il loro genere in modi diversi e personali, combinando tratti tipicamente maschili e femminili, o sfuggendo a una definizione univoca. Questi personaggi mostravano anche che l’aspetto esteriore non era sempre indice della personalità o dell’orientamento di una persona, e che la forza o la debolezza non dipendevano dal genere, ma dal carattere e dalle circostanze. Questi personaggi, infine, offrivano un modello di identificazione e di empatia per le persone che si sentivano diverse o escluse dalla società, e che cercavano di affermare la loro individualità e la loro libertà.

L’importanza e l’impatto di questi personaggi

Questi personaggi hanno avuto un’importanza e un impatto notevoli sia nella storia di Saint Seiya che nel panorama del manga e dell’anime in generale. Nella storia di Saint Seiya, questi personaggi hanno contribuito a rendere la trama più ricca e variegata, introducendo temi e conflitti profondi e drammatici, come il rapporto tra fratelli, la lotta tra il bene e il male, il destino e la libertà, l’amore e il sacrificio. Questi personaggi hanno anche influenzato lo sviluppo e la crescita degli altri personaggi, sia come alleati che come nemici, creando delle relazioni dinamiche e significative. Questi personaggi hanno anche dimostrato il loro valore e il loro coraggio, combattendo per le loro cause e per le loro convinzioni, e sacrificandosi per salvare il mondo o le persone che amavano.

Nel panorama del manga e dell’anime, questi personaggi hanno rappresentato una novità e una sfida, rompendo gli schemi e le convenzioni del genere shōnen, che era il genere predominante e più popolare in quel periodo. Questi personaggi hanno aperto la strada a una maggiore diversità e inclusione nel mondo dell’animazione giapponese, offrendo una visibilità e una voce alle persone LGBTQIA+, che spesso erano ignorate o discriminate dalla società. Questi personaggi hanno anche ispirato e influenzato altri autori e opere, che hanno ripreso e approfondito i temi e le caratteristiche dei personaggi di Saint Seiya, creando delle storie originali e innovative.

In conclusione, possiamo affermare che i personaggi di Saint Seiya sono stati dei personaggi rivoluzionari e importanti, che hanno arricchito e innovato la saga di Saint Seiya e il mondo del manga e dell’anime. Questi personaggi hanno offerto una rappresentazione diversa e originale del genere, che va oltre le categorie binarie e fisse, e che invita a riflettere sulla complessità e sulla diversità dell’essere umano. Questi personaggi hanno anche mostrato il loro valore e il loro coraggio, combattendo per le loro cause e per le loro convinzioni, e sacrificandosi per salvare il mondo o le persone che amavano. Questi personaggi, infine, hanno offerto un modello di identificazione e di empatia per le persone che si sentivano diverse o escluse dalla società, e che cercavano di affermare la loro individualità e la loro libertà. Questi personaggi sono dei veri e propri eroi, che meritano il nostro rispetto e la nostra ammirazione.

Il Launch Party di Gamer Girl di Valerie Notari: 23 ottobre 2023

Il prossimo 23 ottobre 2023, nella cornice di Industrie Fluviali a Roma, si terrà un evento imperdibile per tutti gli appassionati di e-sports, cosplay e gaming professionistico: il “Launch Party” di “Gamer Girl“, il nuovissimo romanzo di Valerie Notari, edito da Mondadori. Valerie Notari, in arte Imriel, è una scrittrice transgender e una veterana del cosplay italiano. Nel 2014 ha rappresentato il nostro paese all’EuroCosplay e due anni dopo ha fatto parte del team italiano al World Cosplay Summit di Nagoya. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo, Cosplay Girl (Mondadori). Oltre alla scrittura, è appassionata di giochi di ruolo e videogame, soprattutto di League of Legends, che ha ispirato, tra l’altro, la storia raccontata in questo suo secondo romanzo. È molto presente sui social per sensibilizzare su temi a lei cari, in particolare i diritti LGBTQIA+.

Nel suo secondo romanzo, “Gamer Girl“, l’autrice si è ispirata alla sua grande passione per i giochi di ruolo e i videogiochi per raccontare la storia di Giulia, una diciassettenne che all’apparenza sembra timida e fragile, ma viene considerata da molti come la “ragazza strana”. Con il suo aspetto nascosto dietro a felpe oversize, Giulia desidera talvolta solo scomparire e non dover più fare i conti con litigi infiniti tra i suoi genitori, la perdita di complicità con sua sorella o sopportare il bullismo e l’indifferenza dei suoi compagni di scuola. La giovane trova però la sua dimensione in un gaming bar chiamato il “Challenger”, dove può dedicarsi alla sua grande passione: League of Legends. In questo nascondiglio segreto, Giulia scopre di essere un talento incredibile, nonostante sia solo una giocatrice amatoriale. Grazie a questa capacità, un giorno le si presenta l’opportunità di partecipare a un torneo importante, dove attira l’attenzione dello staff di un’importante accademia di gaming. Le viene fatta una proposta a cui nessuno potrebbe dire di no. Questa opportunità potrebbe essere una grande sfida per Giulia, ma forse è giunto il momento di raccogliere il coraggio e affrontare le proprie paure.

Durante il “Launch Party” del 23 ottobre, Valerie Notari avrà l’occasione di intrattenersi in una conversazione con Vladimir Luxuria e Gianluca Falletta, considerato il papà del Cosplay italiano. Insieme, presenteranno questa straordinaria nuova opera che sicuramente farà parlare di sé.

GamerGirl di Valerie Notari

GamerGirl è un romanzo incentrato sulla vicenda personale di Giulia, una ragazza trans di diciassette anni con una passione forsennata per i videogame online. Quando inaspettatamente viene reclutata da un team professionistico di League of Legends, l’impatto col mondo tradizionalmente maschile degli e-sports la costringerà a uscire dal letargo emotivo e sociale in cui era precipitata a causa del bullismo e delle dinamiche tossiche della sua famiglia, ad affrontare i suoi demoni e trovare il proprio posto nel mondo.

“Quando ho iniziato a scrivere la storia di Giulia, non sapevo ancora di essere io stessa una ragazza trans. Anzi, presi la cosa come una sfida, quella di riuscire a raccontare dall’interno il punto di vista di una persona con un’esperienza così diversa dalla mia” – racconta l’autrice Valerie Notari – “Invece, più mi addentravo nella sua mente e nelle sue emozioni, più facevo ricerca per poterle esprimere al meglio, più mi ritrovavo in ciò che leggevo e scrivevo. Tramite lei e grazie alla mia passione per il cosplay e i videogiochi, ho unito i puntini e risolto un enigma lungo una vita intera: quello di chi fossi davvero”.

La stesura stessa del romanzo è stato un percorso difficile e molto doloroso per Valerie Notari: le paure della sua protagonista e le sue si sono fuse a più riprese e solo ritirandosi per un periodo fra le Alpi francesi l’autrice è riuscita a sbrogliare la matassa.

In quelle settimane ho scritto tutta la seconda parte di GamerGirl e preso la decisione di iniziare la transizione medica. League of Legends stesso ha giocato un ruolo fondamentale nel mio percorso, in particolare il personaggio di Caitlyn, che è stato il mio comfort cosplay e mi ha fatto da scudo nei giorni peggiori. Nel romanzo, per Giulia, quel personaggio è diventato Jinx”.

Naturalmente poi libro è cambiato rispetto alla prima bozza scritta di getto tra le lacrime e ansie di un periodo emotivamente molto duro. Sono subentrate la consapevolezza e le esperienze dei primi mesi di transizione di Valerie, che le hanno permesso di raccontare infine la storia che voleva, una storia di speranza e rivincita, di autoaffermazione e forza di reagire.

“Una storia che spero potrà risuonare nel cuore di tutte le persone che, almeno una volta nella vita, si sono sentite sbagliate”.

Valerie Notari, in arte Imriel, è una scrittrice transgender e una veterana del cosplay italiano. Nel 2014 ha rappresentato il nostro paese all’EuroCosplay e due anni dopo ha fatto parte del team italiano al World Cosplay Summit di Nagoya. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo, Cosplay Girl (Mondadori). Oltre alla scrittura, è appassionata di giochi di ruolo e videogame, soprattutto di League of Legends, che ha ispirato, tra l’altro, la storia raccontata in questo suo secondo romanzo. È molto presente sui social per sensibilizzare su temi a lei cari, in particolare i diritti LGBTQIA+. 

Princ3ls. Danza, passione e Cosplay

Princ3ls, conosciuta anche come “Princess Elsie”, è una talentuosa cosplayer la cui passione inizia nel 2016. Il suo nome “princ3ls” deriva dall’insieme di princess (dovuto al suo sentirsi una principessa, nello stile ed atteggiamento, venendo spesso chiamata in tal modo anche da amici e familiari) ed Els, diminutivo del suo nome. Fin da piccola ha sempre amato esprimersi attraverso la danza, difatti è anche una ballerina di danza classica e moderna. Elsie ha unito la sua passione per la danza e per il cosplay iniziando a registrare svariate dance cover interpretando i suoi personaggi preferiti. Ha sempre avuto la passione per quei vestiti e trucchi considerati da chiunque stravaganti, e quando, per puro caso, scoprì l’esistenza del cosplay fu amore a prima vista.

Decise di partecipare alla sua prima fiera, il Fantaexpo di Salerno, arrangiando il suo primissimo cosplay, che fu Kotori Minami da Love Live, semplicemente utilizzando i propri capelli e vestiti trovati nel suo armadio. L’esperienza la travolse e la fece innamorare di quel magico mondo, così inizio a prendere parte ad altre fiere, tra cui il Romics di Roma, ingegnando un secondo cosplay, Shinx da Pokemon, per poi girare tutta l’Italia partecipando al Comicon di Napoli, al Lucca comics & games, al Rimini Comix, alla Festa dell’Unicorno a Vinci, al Torino Comix e così via.

Con gli anni Elsie ha iniziato a migliorare sempre di più i propri cosplay, crescendo anche sui vari social media, in particolare su Instagram e Tiktok dove oggi conta un totale di oltre 80k followers. Viene riconosciuta soprattutto per alcuni personaggi iconici, per chi la segue, come Misa Amane da Death Note o Seraphine da League of Legends. La scelta che la porta ad interpretare determinati personaggi non è casuale anzi, di solito preferisce personaggi nei quali si rivede nei tratti estetici o caratteriali, ad esempio si rivede nello stile gotico di Misa ma allo stesso tempo nel carattere solare da idol di Seraphine, un dualismo che però la identifica anche nella realtà.

Attraverso i social Princ3ls, oltre ad esprimere se stessa, cerca di battersi per i suoi ideali facendo divulgazione di vario tipo, dalle questioni LGBTQIA+ (facendone parte), parlando poi del body positivity, ma anche sull’importanza della prevenzione e promozione della salute e benessere mentale.

L’importante per Elsie è divertirsi nel fare ciò che l’appassiona e la fa star bene, ignorando le critiche e i giudizi che si possono ricevere, spesso dettati dall’ignoranza o dalla paura del ‘’diverso’’, senza mai lasciarsi affliggere. È ciò che consiglia anche a chi vuole iniziare a fare cosplay: non bisogna avere paura del giudizio altrui, quel giudizio che arriverebbe in qualunque caso, qualsiasi cosa si faccia, tanto vale quindi permettere a noi stessi di realizzarci e provare qualsiasi esperienza che possa metterci a nostro agio, e magari anche renderci orgogliosi!

Se volete approfondire il talento di questa bravissima cosplayer vi invitiamo a visitare i suoi profili ufficiali Instagram, Tiktok e Twitch.

Hiraeth. L’ultimo viaggio di Yuhki Kamatani

Hiraeth. L’ultimo viaggio (Hiraeth wa Tabiji no Hate) è la nuova opera di Yuhki Kamatani in cui torna a leggerezza e il realismo magico di Oltre le Onde: l’ultimo viaggio per affrontare un tema delicato come l’accettazione della perdita e la necessità di imparare a convivere con il vuoto di chi non c’è più.

Mika, una giovane studentessa, sta affrontando con enorme difficoltà il lutto per la perdita della sua migliore amica. Disperata e sola, in preda a quel sentimento di nostalgia e rimpianto che i gallesi chiamano hiraeth, è determinata a ricongiungersi con lei… nell’aldilà. Tuttavia, prima che possa accadere l’irreparabile, la ragazza viene salvata da due viaggiatori: un misterioso dio senza nome e un immortale, Hibino, che segue il dio nella speranza di scoprire da lui come porre fine alla propria esistenza. Insieme ai due nuovi compagni, Mika inizia così un viaggio verso Yomi, la terra dei morti, luogo mitico in cui speranza e disperazione si intrecciano. Ma anche di fronte alle meraviglie e alla magia che le si sono ora schiuse davanti, riuscirà la giovane a trovare una via d’uscita dal suo dolore?

Yuki Kamatani, dopo Oltre le Onde, ci porta in un toccante racconto di viaggio e scoperta di sé stessi, dove i ricordi passati e quelli futuri si intrecciano per dare un senso alla volontà di vivere.

L’evoluzione della rappresentazione LGTBQ+ nel mondo dei videogiochi

La rappresentazione delle persone LGTBQ+ all’interno dei videogiochi è un tema rilevante che merita attenzione. Nel corso degli anni, questi personaggi sono stati oggetto di stereotipi e rappresentazioni negative, spesso associati al crossdressing, alla violenza o alla malattia mentale. Spesso i personaggi LGTBQ+ sono stati spesso dipinti come confusi, ambigui, effeminati o come predatori, perpetuando pregiudizi e stereotipi dannosi. Fortunatamente, negli ultimi anni, l’industria dei videogiochi ha cominciato ad abbandonare questi cliché, introducendo personaggi LGTBQ+ più realistici e positivi, che riflettono la diversità e la complessità delle esperienze umane.

Essendo questo sito di natura “Nerd” ci scusiamo anticipatamente con i gentili lettori per eventuali inesattezze legate all’attivismo LGTBQ+ e alla rappresentazione di genere: siamo dunque iperdisponibili a correzzioni, aggiustamenti e riscritture nel massimo rispetto di ogni persona.

Anni 80’ e 90’

Nintendo, una delle principali aziende di sviluppo di videogiochi, è sempre stata attenta alle linee guida sul contenuto dei suoi giochi sin dagli anni ’80. La società ha cercato di evitare temi controversi o offensivi, come la religione, la politica o la sessualità. Nonostante ciò, uno dei primi personaggi transgender a fare la sua apparizione in un videogioco di massa è stato Strutzi, conosciuto anche come Birdo, che è stato introdotto nel gioco “Super Mario Bros. 2” nel 1988 e appare anche nei successivi titoli della serie. Questo personaggio è descritto nel manuale del gioco come “un ragazzo che crede di essere una ragazza” e che “preferisce essere chiamato Birdetta”. Questo dimostra la lungimiranza di Nintendo nel rappresentare la diversità sessuale fin dai suoi primi anni di attività.

Un altro personaggio LGBTQIA+ degno di menzione nella serie di Mario è Ombretta, che appare in “Paper Mario: Il portale millenario”. Questo personaggio è una maga che si innamora del protagonista Mario e lo aiuta nella sua avventura. Tuttavia, Ombretta nasconde un segreto: in realtà è un uomo travestito da donna. Questa rivelazione avviene alla fine del gioco, quando Ombretta si dichiara a Mario e viene respinta. La presenza di questi personaggi all’interno dei giochi di Mario mostra ancora una volta l’impegno di Nintendo nell’includere rappresentazioni diverse all’interno delle sue opere.

Un altro esempio degno di nota è Poison, presente nel gioco Final Fight. La questione dell’identità di genere di questo personaggio ha acceso un acceso dibattito nel corso degli anni. Inizialmente creato come donna, il personaggio è successivamente stato considerato transgender per evitare controversie legate al concetto di violenza contro le donne nei videogiochi. Tuttavia, la questione è diventata ancora più complessa nel tempo: in un secondo momento, Poison è stata rappresentata come transgender negli Stati Uniti e come cisgender in Giappone. Il produttore Yoshinori Ono ha cercato di fornire dei chiarimenti sull’identità di genere di Poison in un’intervista, affermando che nel contesto occidentale il personaggio è transgender dopo aver effettuato l’operazione di riassegnazione di genere, mentre in Giappone è pre-operazione. Tuttavia, successivamente ha ritrattato queste affermazioni, lasciando la responsabilità al giocatore di formarsi la propria opinione su questo argomento controverso.

L’era moderna

È un vero sollievo notare come, nel corso dei decenni, l’ormai prevalente machismo nei videogiochi si stia gradualmente dissipando grazie a continue nuove uscite che presentano protagoniste femminili forti e determinate. Questa inclusività ha finalmente aperto le porte a una maggiore presenza di personaggi LGBTQIA+ all’interno dei videogiochi. Ecco alcuni esempi di videogiochi che hanno affrontato in modo positivo e innovativo la tematica LGBTQIA+:

Life is Strange

La serie di videogiochi Life is Strange ha spinto i confini della rappresentazione LGTBQ+ nei videogiochi. Nel primo episodio, intepretiamo Maxine “Max” Caulfield, una studentessa di 18 anni che si scopre essere bisessuale. Il gioco si concentra sulla sua scoperta di poter riavvolgere il tempo e sulla sua lotta per salvare la sua città natale dalla distruzione imminente. Tuttavia, ciò che distingue davvero Life is Strange è la relazione romantica che si sviluppa tra Max e la sua amica d’infanzia Chloe. L’amore tra di loro è al centro della trama e quando Chloe si trova in pericolo, Max scopre il suo potere di manipolare il tempo. Il gioco offre al giocatore la possibilità di scegliere il destino dei due personaggi, dando loro un’agenzia e una profondità emotiva rare nei videogiochi.

The Last of Us

The Last of Us è un altro gioco che ha affrontato in modo eccellente l’orientamento sessuale dei suoi personaggi. Nel gioco originale e nel DLC The Last of Us: Left Behind, Ellie, la giovane protagonista, esplora la sua sessualità, sviluppando un interesse romantico per la sua amica Riley. Nel seguito, The Last of Us II, Ellie instaura una relazione con Dina, e le due crescono insieme un bambino. Il gioco introduce anche un personaggio transgender di nome Lev, che forma un’alleanza con Abby, una delle antagoniste del gioco. Questi personaggi sono rappresentati in modo realistico e sensibile, mostrando le sfide e le gioie delle loro vite in un mondo post-apocalittico.

Metal Gear Solid3

Il colonnello Yevgeny Borisovitch Volgin è un personaggio ambiguo e provocatorio, che usa la sua posizione di potere per soddisfare i suoi desideri sessuali. La sua relazione con il personaggio Raiden ha sollevato polemiche e ha contribuito a portare una complessità inaspettata al personaggio, evitando gli stereotipi del settore. Il gioco affronta anche il tema dell’identità di genere con il personaggio di Eva, una spia che si finge una donna per infiltrarsi nella base nemica.

Horizon Zero Dawn

Aloy è un’ispirazione per molti giocatori LGBTQ. Il suo personaggio feroce e indipendente rifiuta di essere definito da stereotipi di genere. Aloy affronta molti dei problemi e delle esperienze delle persone queer nel mondo di oggi, diventando così un’icona per la comunità LGBT. Il gioco presenta anche altri personaggi LGBTQ, come Petra, una donna lesbica che si innamora di Aloy, e Vanasha, una donna bisessuale che ha una relazione con il principe Avad.

The Outer Worlds

In The Outer Worlds, il personaggio di Parvati Holcomb si distingue per la sua rappresentazione realistica come una biromantica asessuale. Parvati è descritta come un membro dell’equipaggio del giocatore e si innamora di un altro ingegnere di nome Junlei. La rappresentazione di Parvati è incredibilmente autentica, probabilmente perché lo scrittore del gioco, Kate Dollarhyde, è una donna biromantica asessuale. Il gioco ha anche vinto il Premio Media GLAAD 2020 come miglior videogioco per l’inclusione di Parvati.

Overwatch

Overwatch ha fatto storia con il personaggio di Tracer, che è apertamente lesbica. Nel fumetto “Reflections”, viene rivelato che Tracer ha una fidanzata di nome Emily. La rappresentazione di Tracer come una donna forte e indipendente, con una relazione lesbica unica nel suo genere, ha sfidato gli stereotipi dei giochi d’azione. Il gioco presenta anche altri personaggi LGBTQ, come Soldier 76, che è gay, e Symmetra, che è autistica.

The Witcher 3: Wild Hunt

Il personaggio di Ciri in The Witcher 3: Wild Hunt è attratto dalle donne, come si può notare durante una missione del gioco. Questa rappresentazione di una protagonista queer nel mondo fantasy dei videogiochi è stata accolta positivamente. Il gioco offre anche al giocatore la possibilità di scegliere tra diverse opzioni romantiche per il personaggio principale Geralt, tra cui donne e uomini.

Dragon Age: Inquisition

Dragon Age: Inquisition ha introdotto il personaggio di Dorian Pavus, uno dei primi a essere apertamente gay nei videogiochi. La rappresentazione di Dorian ha segnato un importante passo avanti per l’uguaglianza nella comunità dei giocatori. Dorian è un mago che proviene da una società conservatrice che condanna l’omosessualità. Il suo arco narrativo lo porta a confrontarsi con il suo padre che vuole “curarlo” con un rituale magico. Il giocatore può scegliere di avere una relazione romantica con Dorian o semplicemente essere suo amico.

Final Fantasy VII Remake

Final Fantasy VII Remake ha riscritto in una delle scene più controverse del capitolo originale del gioco. Nella versione classica, c’era un momento in cui Cloud si trovava in una situazione compromettente, rafforzando gli stereotipi negativi sugli omosessuali degli anni ’90. Ma nel remake, questa scena è stata completamente rivisitata, eliminando gli elementi che potevano essere considerati offensivi. Inoltre, un bordello presente nel gioco è stato trasformato in un elegante night club gestito da un nuovo personaggio chiamato Anyan Kunyan, che pronuncia una frase molto inclusiva durante una danza con Cloud. Questa scena è stata applaudita dalla comunità LGBTQIA+.

Dragon Quest XI

 Dragon Quest XI ha sorpreso i giocatori con una parata piena di colori e ballerini piumati, inclusa in un JRPG. In questa parata, spicca Sylvian, un personaggio che rappresenta lo stereotipo dell’omosessuale effeminato ed eccentrico. Tuttavia, è stato apprezzato perché è un personaggio positivo con una storia interessante, e per una volta non cade vittima di un destino tragico e doloroso come spesso accade in altri giochi.

Tell Me Why

Tell Me Why è stato elogiato per la sua rappresentazione positiva e approfondita del personaggio transgender Tyler Ronan. Il team di sviluppo ha lavorato a stretto contatto con membri della comunità transgender per garantire un’accurata rappresentazione. Tyler è il protagonista del gioco insieme alla sua sorella gemella Alyson. I due devono affrontare il loro passato traumatico e scoprire la verità sulla morte della loro madre. Il gioco affronta anche temi come l’accettazione di sé, la famiglia e la comunità.

Apex Legends

Makoa Gibraltar in Apex Legends è un esempio di personaggio LGBTQ che rappresenta la forza e la fiducia indipendentemente dal sesso o dall’orientamento sessuale. Gibraltar è un combattente che partecipa a un torneo mortale per proteggere i suoi cari. Il suo profilo rivela che ha una relazione con un altro uomo di nome Nikolas. Il gioco presenta anche altri personaggi LGBTQ, come Loba, una donna bisessuale che cerca vendetta per l’omicidio dei suoi genitori, e Fuse, un uomo panessuale che ama le esplosioni.

Tanti passi ancora da fare…

Negli ultimi anni si è assistito a un’importante evoluzione dei videogiochi, con sempre più personaggi appartenenti alla comunità LGBTQ+. Questo fenomeno, sebbene con alti e bassi in termini di rappresentazione e qualità, rappresenta un significativo passo avanti verso una società più inclusiva. Gli sviluppatori di videogiochi, attraverso la creazione di rappresentazioni realistiche e diverse delle persone LGBTQ+, possono contribuire a contrastare i pregiudizi del passato e a promuovere un clima di accettazione.

Tuttavia, nonostante i progressi, l’industria dei videogiochi continua a essere fortemente influenzata dal punto di vista dell’uomo bianco eterosessuale cisgender. Le sviluppatrici, così come le figure appartenenti alla comunità LGBTQIA+ e ad altre categorie marginalizzate, trovano ancora difficoltà nel farsi spazio nel mercato e far sentire la propria voce. Questa mancanza di rappresentanza si riflette anche nelle produzioni videoludiche, che spesso si concentrano su protagonisti maschili eterosessuali e stereotipi di padre di famiglia. Le protagoniste femminili, quando presenti, sono spesso oggetto di sessualizzazione smodata.

Nonostante ciò, i gamer appartenenti alla comunità LGBTQIA+ e le donne gamer sono numerosi, tanto che all’interno della comunità si è diffuso il termine “gaymer” per identificare gli appassionati omosessuali di videogiochi, così come per le donne è stato coniato il termine “gamergirl”. Tuttavia, la tossicità dell’ambiente videoludico è ancora presente, come dimostra uno studio che ha rivelato come più della metà delle giocatrici nasconda la propria identità per evitare molestie.

Intervista a Valentino Notari, autore di “Cosplay Girl”

Ultimamente, su queste pagine abbiamo pubblicizzato l’uscita di Cosplay Girl, il primo romanzo che racconta il mondo dei cosplayer – edito da Mondadori – dellə nostrə amicə Valentino Notari. A un anno dalla sua uscita, abbiamo voluto approfondire un po’ la conoscenza del libro e di chi lo ha scritto con questa intervista. Speriamo di aver fatto cosa gradita, anche perché Valentino si merita tutto il meglio che possa accadere dal suo libro e dalla vita, in generale.

Valentino Notari, in arte Imriel, è un veteranə del cosplay italiano. Adora viaggiare e scoprire culture nuove e questo lə ha spintə da sempre a visitare parecchi eventi all’estero e a partecipare alle gare internazionali. Ha rappresentato il nostro paese all’Eurocosplay nel 2014 e, assieme alla sua compagna Daisy, al World Cosplay Summit nel 2016. Da allora, vengono regolarmente invitati come ospiti da convention in tutto il mondo. Spesso utilizzano il cosplay e i social per fare attivismo su questioni importanti, come i diritti LGBTQIA+ e il tema ambientale.

Presentati e parla un po’ di te

Sono unə cosplayer con la passione per la scrittura, che sogna di fare di quest’ultima il suo lavoro principale. Amo viaggiare e conoscere nuove persone e culture, ovviamente sono super-nerd e adoro in particolare anime, cinema e videogiochi, specialmente online. Neanche a dirlo, leggo molto, anche se ultimamente non quanto vorrei.

Come nasce la tua passione per il cosplay?

Ho cominciato nel 2002 grazie a un’altra mia grande passione, quella per Star Wars. Mia madre mi portò alla prima dell’Attacco dei Cloni al Cinema Adriano e quando vidi decine di persone vestite dai personaggi della saga la mia reazione fu: “Ehi, voglio farlo anch’io!”
Così mi iscrissi a uno dei vari fan club dell’epoca e, pochi mesi dopo, visitai la mia prima fiera del fumetto. Lì scoprii l’esistenza del cosplay vero e proprio e da allora non ho mai più smesso.

Qual è stato il tuo primo cosplay?

Obi-Wan Kenobi nella versione della Minaccia Fantasma, anche se parlando di cosplay in senso stretto, forse è meglio considerare Tidus di Final Fantasy X come il primo.

Quali sono stati i tuoi cosplay usciti meglio?

Oddio, è una domanda difficile. Quelli di cui sono più soddisfattə sono senz’altro Nobunaga di Pokèmon Conquest, che ho portato sul palco del World Cosplay Summit in Giappone, e V da Cybperpunk 2077, un personaggio che ha avuto un ruolo chiave nel mio percorso di affermazione di genere. Ma ce ne sono tanti altri, come Junkrat di Overwatch, Sanji di One Piece, il mio anime preferito, e recentemente Caitlyn di Arcane.

Hai un ricordo particolare legato a uno dei tuoi cosplay? Che magari lo rende il tuo preferito?

Senz’altro i dieci giorni trascorsi al WCS a Nagoya assieme alla mia compagna, Daisy. Rappresentare l’Italia al campionato del mondo è stato senz’altro un onore immenso, ma la cosa che ricordo con più piacere di quell’esperienza sono i legami di amicizia che abbiamo stretto con persone di tutto il mondo, che condividono la nostra passione. Con alcuni team ci sentiamo praticamente tutte le settimane, ci vediamo alle fiere all’estero quando possibile e condividiamo un rapporto che oserei definire fraterno.

Partecipi a tutte le fiere?

Credo sarebbe fisicamente impossibile, ma ne frequento parecchie, anche tre o quattro ogni mese. Amo particolarmente recarmi ad alcune fiere europee, come l’MCM London Comicon, dove ogni anno riesco a rivedere gente che altrimenti sento solo sui social.

Hai vinto qualche premio o riconoscimento per i tuoi cosplay?

Fino a qualche anno fa gareggiavo molto, spesso con buoni risultati. Ultimamente preferisco concentrarmi più sulla creazione di contenuti, come foto e video, da condividere online, ma i due highights della mia carriera competitiva sono senz’altro la qualificazione all’Eurocosplay nel 2014 e al World Cosplay Summit nel 2016, due esperienze che mi hanno cambiato come persona e come cosplayer.

Questa passione ti ha portato a scrivere un romanzo: Cosplay Girl. Come è nata l’idea?

Come ho raccontato all’inizio, scrivere è da sempre il mio sogno. Qualche anno fa ho iniziato a lavorare con il mio agente, Francesco Gungui, che mi ha aiutato a presentare un’idea in Mondadori. Nel file che gli abbiamo inviato c’era anche qualcosina su di me, sulla mia passione per il cosplay, e uno degli editor mi lanciò quest’imbeccata sulla possibilità di scriverci una storia. Dopo due settimane, avevo in mente l’intera trama. E’ stato come se fosse sempre stata lì, in attesa di essere scoperta.

Ti va di parlarci un po’ della trama (senza spoiler)?

Il romanzo parla di Alice, una ragazza di vent’anni con una grande passione per il cosplay, che sogna di partecipare al World Cosplay Summit. E’ una persona fragile, con un passato di bullismo che la perseguita dagli anni del liceo, e durante la storia si trova ad affrontarne lo spettro quando anche nella community cosplay inizia a subire attacchi pesanti. La sua è una vicenda di crescita e scoperta di sé, di autoaffermazione, che avviene anche grazie all’incontro con Federica, una cosplayer di fama mondiale con cui intreccia una relazione che la porterà a capire di essere attratta anche dalle donne, e con cui tenterà la selezione mondiale per realizzare il suo sogno.

Dove possiamo acquistare il libro? Esiste una versione digitale?

Il libro è disponibile in tutte le librerie e ovviamente sui principali store online. Si può acquistare la versione Kindle a questo link: amazon.it/Cosplaygirl-Valentino-Notari-ebook/dp/B08YFL4VHH.

Stai avendo un buon riscontro con il libro?

Oh sì, non potrei esserne più felice. In un anno e mezzo dalla sua uscita ho ricevuto una quantità immensa di messaggi e apprezzamenti di lettori, e anche qualche utile critica costruttiva in vista dei miei progetti futuri. La cosa più bella è quando qualche cosplayer mi scrive di essersi rivistə in Alice e nella sua storia, in quelle dinamiche a volte splendide e altre meno che caratterizzano questo mondo meraviglioso. Ma ancora di più, ho apprezzato messaggi di persone che mi hanno confessato di aver trovato la forza di fare coming out grazie al mio romanzo. Queste sono le cose che mi ricordano sempre perché amo scrivere.

Pensi di scrivere altro in futuro?

Sono già al lavoro su un nuovo libro. Non posso svelare granché, se non che si tratterà di un altro teen drama, sarà molto nerd e avrà di nuovo tematiche LGBTQIA+.

Purtroppo, il belpaese non sempre si mostra attento alle nuove tendenze giovanili. E il cosplay, anche se ormai c’è da più di 20 anni, ancora tarda a crescere a livello professionale, ma possiamo vedere coi nostri occhi che l’attenzione verso di esso però sta crescendo. Voglio dire, siamo passati dall’avere 2/3 fiere l’anno, all’avere anche più fiere nella stessa città, con edizioni invernali e estive etc. In più aggiungi la grande vetrina rappresentata dai Social Network, in particolare Instagram e TikTok. Pensi che tutto questo gioverà anche al “mercato” cosplay e quindi i cosplayer potranno campare della loro passione, come qualsiasi modello o modella “tradizionali”?
Molta gente già ci riesce. Io non concordo con chi ritiene questo allargamento della community un male, anzi. Ritengo che il mondo del cosplay sia cresciuto in tutti i sensi negli ultimi anni, diventando un luogo sempre più inclusivo e piacevole per chi ne fa parte. Le dinamiche tossiche che esistono oggi esistevano anche quando eravamo quattro gatti, oggi siamo semplicemente di più e quindi tutto è più complesso, ma anche le possibilità di fare amicizia e trovare il proprio posto all’interno di questo universo si sono moltiplicate. TikTok in particolare sta dando un apporto incredibile, ha creato un nuovo modello di cosplayer e un nuovo modo di essere creativi con questa passione, che personalmente trovo splendido. E il fatto che sia così in voga fra le nuove generazioni è la dimostrazione che il cosplay come mondo non può che continuare a crescere.

Cosa vuoi dire ai lettori di Satyrnet che vogliono approcciarsi al mondo del cosplay?

Di divertirsi, trovare il proprio modo di fare cosplay e non farsi scoraggiare dalle difficoltà o dal gatekeeping che, nonostante tutto, purtroppo è presente anche fra noi.

Per approfondire il talento di Valentino, vi invitiamo a visitare i suoi profili ufficiali: instagram.com/imrielcosplaydeviantart.com/imriel87

Fatti (ancora più) forza, Nakamura!

Fatti (ancora più) forza, Nakamura! di Syundei, l’atteso s equel di “Fatti forza, Nakamura!”, la dolce commedia scolastica con protagonista l’impacciato Nakamura.

Il timidissimo sedicenne Nakamura ha finalmente trovato il coraggio di rivolgere la parola al suo amato compagno di classe, Hirose. I due ora sono diventati amici ma, quando vede Hirose scambiare tocchi e gesti confidenziali con altri, il povero Nakamura rischia che la testa gli esploda! Perché non può esserci lui in quel quadretto? Povero ragazzo, essere così vicino alla persona che ti piace può essere una tortura tanto quanto osservarlo da lontano, se lui non ricambia i tuoi sentimenti… Su, Nakamura, fatti (ancora più) forza! Dopo il successo dell’esilarante primo volume, proseguono con un nuovo one shot le irresistibili avventure del goffo protagonista di Syundei, ancora una volta in bilico tra Boy’s love e commedia.

 

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