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[spoiler alert!] Doctor Who 2025:Il finale shock della seconda stagione che rivoluziona il Whoniverse

C’è un preciso istante nella vita di ogni Whovian in cui realizzi che anche nel tempo, quello dentro la TARDIS, qualcosa è cambiato. È successo il 31 maggio 2025. Una data che i fan di Doctor Who difficilmente dimenticheranno, perché ha segnato non solo la fine della seconda stagione della nuova era della serie, ma anche un terremoto emotivo e narrativo che ha scosso l’intero Whoniverse. Con un finale che ha lasciato tutti a bocca aperta, il Quindicesimo Dottore – interpretato da un Ncuti Gatwa in stato di grazia – si è rigenerato in… Rose Tyler. Sì, proprio lei. Quella Rose. Billie Piper. La compagna che nel 2005 ha rilanciato il mito di Doctor Who accanto al Nono e al Decimo Dottore. E ora è lei a indossare le chiavi della TARDIS.

Facciamo un passo indietro. Il viaggio che ci ha portato a questo colpo di scena ha preso il via il 25 dicembre 2024 con lo speciale natalizio Joy to the World, una puntata intensa e ricca di promesse che ha gettato le basi per una stagione composta da otto episodi, andata in onda su BBC One dal 12 aprile al 31 maggio 2025 e trasmessa in contemporanea su Disney+ anche qui in Italia. Sin dall’inizio, questa seconda stagione ha dimostrato di avere un’identità forte, fatta di emozioni sincere, misteri intricati, viaggi temporali avventurosi e quel mix di umorismo e malinconia che solo Doctor Who sa offrire.

Il Quindicesimo Dottore di Ncuti Gatwa ha conquistato tutti con la sua combinazione di energia contagiosa, vulnerabilità disarmante e un pizzico di ironia irresistibile. Accanto a lui, la nuova compagna Belinda Chandra, interpretata da una splendida Varada Sethu, ha portato una ventata d’aria fresca. Il loro incontro è stato tutto fuorché ordinario: su un pianeta che porta il nome di Belinda, governato da un’IA legata a un ex fidanzato – perché sì, i drammi sentimentali ti seguono anche tra le stelle. L’episodio The Robot Revolution ha subito stabilito la cifra della stagione: relazioni complesse, viaggi nel profondo dell’animo e un equilibrio perfetto tra fantascienza e introspezione.

Man mano che gli episodi si susseguono, ci ritroviamo proiettati in luoghi sempre più suggestivi: dal 51° secolo a un interstellare concorso canoro (che l’Eurovision scansate proprio), fino a un episodio completamente animato che, fidatevi, è destinato a diventare cult. Ma al di là della spettacolarità, è la scrittura ad aver brillato. Russell T Davies e il suo team hanno confezionato una stagione audace, stratificata, con trame che intrecciano riferimenti storici e futuristici, senza mai perdere di vista il cuore umano della serie.

Il rapporto tra il Dottore e Belinda è il motore emotivo dell’intera stagione. Non è solo una relazione di complicità o di guida, ma una danza continua tra due anime che si interrogano, si scontrano, si rivelano. Il mistero sul perché la TARDIS non riesca a riportare Belinda sulla Terra nel 2025 diventa una metafora del disorientamento, dell’impossibilità di tornare indietro nella vita reale, e accompagna ogni loro scelta.

Non mancano i ritorni importanti, come quello di Ruby Sunday (Millie Gibson), la compagna della precedente stagione, che riemerge in un contesto ancora più enigmatico. E il cast secondario è un piccolo gioiello nerd: Rose Ayling-Ellis, Christopher Chung, Alan Cumming (sempre magnetico) e, soprattutto, Archie Panjabi nei panni di un villain che ci ha fatto tremare più di una volta. Una minaccia sfaccettata, elegante e spietata, capace di rendere la sfida finale un crescendo emotivo e spettacolare.

E poi si arriva lì. A The Reality War. Un finale in due parti che ci ha spezzato e ricomposto il cuore. Il Dottore contro la Rani. Una guerra psicologica e temporale per evitare il ritorno di Omega e la creazione di una nuova razza di Signori del Tempo. Il Quindicesimo Dottore si sacrifica per salvare una bambina, Poppy, e ristabilire la realtà, ma al prezzo della propria esistenza. È un addio struggente, e al tempo stesso coerente con la visione umana e coraggiosa che Gatwa ha saputo dare al personaggio. Non a caso, la sua performance gli è valsa un BAFTA Cymru Award e l’ammirazione di pubblico e critica.

Ma nessuno poteva prevedere cosa sarebbe successo dopo. La rigenerazione non ci regala un volto sconosciuto. Ma uno familiare. Rose Tyler. L’icona. L’amore. La leggenda. Billie Piper emerge tra le luci azzurre della rigenerazione e pronuncia un semplice “Oh, hello!” che riscrive le regole del gioco. È davvero lei il Sedicesimo Dottore? O si tratta di una forma alternativa, un ricordo fisico del passato, una manifestazione di qualcosa di nuovo e ancora più grande?

BBC Studios e Bad Wolf hanno tenuto il segreto in maniera impeccabile. Nemmeno una foto rubata dal set, nessun leak sostanzioso. La sorpresa è stata totale. Billie Piper e la pagina ufficiale di Doctor Who hanno pubblicato un video del momento della rigenerazione, ma senza confermare ufficialmente il suo ruolo come nuovo Dottore. Un’ombra di mistero che non fa che alimentare teorie, speculazioni, sogni.

Russell T Davies ha dichiarato: “Billie ha cambiato la televisione nel 2005, e ora lo ha fatto di nuovo”. Parole che risuonano come una promessa. Piper stessa, emozionata, ha detto che tornare è stato come “riattivare un muscolo che non sapeva di avere ancora”. E non è un caso che proprio in questi mesi Rose Tyler stia vivendo una rinascita anche nel formato audio, grazie a Big Finish, con nuove avventure al fianco del Nono Dottore di Christopher Eccleston.

Nel frattempo, Ncuti Gatwa ha salutato il personaggio con parole toccanti su Instagram, ringraziando le colleghe Varada Sethu e Millie Gibson e definendo i fan “il vero cuore dello show”. Un addio sentito, forse prematuro per molti, ma che apre la strada a una delle fasi più imprevedibili della storia della serie.

Sappiamo che ci sarà una terza stagione – i contratti con Disney+ parlano chiaro: 26 episodi garantiti – ma non sappiamo ancora con che forma, volto, tono. Sappiamo solo che Doctor Who è tornato a farci sentire come la prima volta: confusi, eccitati, innamorati.

Insomma, il tempo non si ferma mai nella TARDIS. Ma ora ha preso una piega inaspettata. Il Dottore con il volto di Rose Tyler è una provocazione affascinante o una scelta nostalgica? Un colpo di genio narrativo o un tuffo troppo profondo nel passato? Diteci la vostra nei commenti, condividete questo articolo con i vostri amici Whovian e, come sempre, tenete d’occhio il cielo: Doctor Who ci porterà dove nessun Dottore è mai giunto prima.

“Nel nome della Luna. Origini, rivoluzioni ed eredità di Sailor Moon”, a cura di Anna Specchio

Per chi, come me, è cresciuta con gli occhi sgranati davanti alla TV durante gli anni ’90, mentre la sigla italiana di Sailor Moon risuonava con la forza di un incantesimo, l’arrivo di un saggio come Nel nome della Luna. Origini, rivoluzioni ed eredità di Sailor Moon, curato da Anna Specchio per Società Editrice La Torre, rappresenta qualcosa di più di una pubblicazione accademica. È un atto d’amore, una dichiarazione generazionale, un momento di riscoperta e consapevolezza per tutte noi che abbiamo trovato nelle guerriere sailor qualcosa che andava ben oltre i glitter e le magie.

Sailor Moon non è stato solo un anime o un manga. È stato un catalizzatore di cambiamento, un portale verso nuovi modi di pensare il mondo, il genere, l’identità, l’amicizia e il potere delle emozioni. E il saggio curato da Anna Specchio ne è la dimostrazione. Con le sue oltre 300 pagine fitte di riflessioni, studi e interpretazioni, questo volume raccoglie il contributo di una vera e propria squadra di studiose e studiosi che fanno parte di quella che viene definita “Generazione Sailor Moon”, ovvero quella fetta di pubblico cresciuta a pane e trasformazioni con le protagoniste in divisa scolastica e bacchetta magica alla mano.

La bellezza di questo saggio sta nel suo approccio interdisciplinare: letteratura, sociologia, studi di genere, cultura pop e media si intrecciano in un dialogo ricco e sfaccettato che restituisce tutta la profondità di un’opera troppo spesso liquidata come semplice intrattenimento per bambine. Ma Sailor Moon è stato — ed è tuttora — molto di più. È stato il primo contatto per molte persone con tematiche LGBTQ+, è stato uno specchio in cui leggere un’idea di femminilità forte, complessa, dolce e combattiva al tempo stesso, è stato un esempio di eroismo collettivo, dove l’unione fa davvero la forza.

Il libro non si limita a una celebrazione nostalgica. Entra nelle pieghe del testo originale di Naoko Takeuchi, si sofferma sulle differenze tra manga e anime, analizza l’adattamento italiano e la sua ricezione, e soprattutto si interroga su come le Sailor abbiano influenzato — e continuino a farlo — il nostro immaginario collettivo. A trent’anni dalla prima trasmissione italiana, queste eroine continuano a brillare come stelle nel firmamento della cultura pop.

Tra le firme che animano il saggio troviamo voci autorevoli e appassionate come quelle di Luca Paolo Bruno, Giacomo Calorio, Marta Fanasca, Deborah Giustini, Leone Locatelli, Asuka Ozumi, Cristian Pallone, Andrea Pancini, Giuseppe Previtali, Alessandra Righetto, Anna Specchio stessa e Sara Tongiani, il tutto introdotto da una prefazione firmata da Paola Scrolavezza, altra figura centrale negli studi giapponesi in Italia. È un coro variegato e competente che affronta l’universo di Sailor Moon da ogni angolazione possibile, dalle origini giapponesi fino all’impatto sulle nuove generazioni.

Anna Specchio, docente di Lingua e Letteratura Giapponese all’Università di Torino, non è nuova a lavori di grande rigore ma anche di profonda sensibilità verso i temi femminili e queer. I suoi studi, così come le sue traduzioni di autrici come Murata Sayaka e Kashimada Maki, riflettono un interesse costante verso la narrazione come spazio di esplorazione identitaria e politica. In Nel nome della Luna, Specchio riesce a orchestrare una sinfonia di voci che rende giustizia alla complessità dell’opera di Takeuchi, ma anche al vissuto di tutte quelle persone che, grazie a Usagi e compagne, hanno trovato coraggio, rappresentazione, sogni e determinazione.

Questo saggio è un invito a rileggere Sailor Moon con occhi nuovi e maturi, a capire perché ci ha segnato tanto e perché ancora oggi è un punto di riferimento per chi cerca eroine vere, non perfette ma autentiche. E se ancora vi capita di canticchiare “Sailor Moon, la luna splende su di noi”, sappiate che non siete soli. Quel legame, quella scintilla, quella luna non si è mai spenta.

Nel nome della Luna. Origini, rivoluzioni ed eredità di Sailor Moon sarà disponibile in anteprima dal 20 maggio 2025 sul sito di Società Editrice La Torre, e io non posso che consigliarvene caldamente la lettura. Perché ogni generazione ha i suoi miti fondanti, e Sailor Moon, con le sue battaglie, le sue lacrime e il suo cuore immenso, è senza dubbio uno dei nostri.

Se anche voi avete combattuto il male col potere dell’amicizia e vi siete sentiti parte di una squadra magica, condividete questo articolo e raccontatemi nei commenti cosa ha significato per voi Sailor Moon. Nel nome della Luna… vi aspetto!

Chi è Wiccan il figlio perduto di Wanda Maximoff?

Nel vasto e affascinante universo Marvel, dove le storie si intrecciano e i personaggi evolvono, c’è una figura che ha recentemente catturato l’attenzione dei fan: Wiccan, interpretato da Joe Locke nella serie Agatha All Along su Disney+. Questo giovane supereroe non è solo una brillante aggiunta al Marvel Cinematic Universe (MCU), ma porta con sé una storia ricca e complessa, che affonda le radici nei fumetti Marvel.

Billy Kaplan, conosciuto come Wiccan, è un personaggio che incarna le sfide dell’adolescenza e la responsabilità del potere, ma lo fa in un modo unico e toccante. Creato da Allan Heinberg e illustrato da Jim Cheung, Billy debutta nel 2005 in Young Avengers #1. La sua prima apparizione segna l’inizio di un viaggio che lo porterà a diventare uno dei membri chiave dei Young Avengers e a essere parte di squadre iconiche come Strikeforce e New Avengers. Con i suoi straordinari poteri magici, Wiccan si distingue non solo per la sua eredità, essendo figlio della potente Scarlet Witch, ma anche per la sua crescita e il suo percorso in un mondo di supereroi.

La storia di Billy è intrisa di colpi di scena e rivelazioni sorprendenti. La sua vita cambia radicalmente quando scopre di essere la reincarnazione di uno dei figli perduti di Wanda Maximoff (alias Scarlet Witch) e Visione. Insieme al fratello gemello Tommy (alias Speed), Billy intraprende un viaggio alla scoperta delle sue origini e del suo legame con la magia. Questo potere non solo lo lega indissolubilmente alla madre biologica, ma lo catapulta in un mondo fatto di battaglie epiche e misteri soprannaturali. Tuttavia, la sua vita non è solo fatta di azione: deve anche affrontare le sfide personali, come la sua relazione con Hulkling, il giovane mutaforma con cui condivide non solo l’amore, ma anche un destino eroico.

Billy cresce in una famiglia ebrea riformata che lo educa ai valori di rispetto e giustizia. Nonostante ciò, è un ragazzo che subisce il bullismo a scuola. La sua salvezza arriva dall’ammirazione per gli Avengers, un gruppo di supereroi che rappresentano l’ideale di forza e coraggio che Billy desidera emulare. Il cambiamento arriva quando incontra Scarlet Witch al di fuori della Avengers Mansion. Wanda, senza rivelargli il loro legame di sangue, gli offre parole di incoraggiamento, spronandolo a non arrendersi mai. Il suo potere magico si manifesta per la prima volta in un momento di autodifesa, quando scaglia un fulmine contro i bulli. Questo evento segna l’inizio di una nuova fase della sua vita, in cui Billy esplora le sue straordinarie capacità magiche. La sua connessione con la magia, simile a quella della madre, è immediata e potente. Da quel momento in poi, Billy impara a volare, evocare fulmini e lanciare incantesimi, manifestando una forza straordinaria.

La sua carriera di supereroe prende una piega significativa quando viene reclutato da Iron Lad per unirsi ai Young Avengers. La squadra, composta da giovani eroi, riconosce in lui un potenziale straordinario. Billy, inizialmente, adotta il nome di Asgardian, ispirato a Thor, uno dei suoi eroi preferiti. Con il tempo, però, si rende conto che la sua magia è più affine a quella di Scarlet Witch e decide di assumere l’identità di Wiccan, un nome che riflette la sua connessione con la stregoneria e le antiche arti magiche. Accanto a lui c’è Hulkling, con cui costruisce una relazione sentimentale che diventa uno dei pilastri della sua vita, culminando in un matrimonio epico che ha segnato la storia nei fumetti Marvel.

Un tema ricorrente nella storia di Wiccan è la continua ricerca di identità. Billy è un adolescente con poteri che sfidano la comprensione umana e spesso si trova a mettere in discussione chi è davvero. In Avengers: The Children’s Crusade, Wiccan e Speed intraprendono una missione per trovare la loro madre biologica, Scarlet Witch. Questo viaggio li porta ad affrontare le difficoltà del loro oscuro passato e la loro connessione con il demone Mephisto, che influenzerà il loro destino in modo determinante.

Oltre alle sue abilità magiche, che lo rendono uno dei personaggi più potenti dell’universo Marvel, Wiccan è anche un simbolo di lotta e crescita. La sua connessione con Wanda, la madre, e la sua continua ricerca di sé stesso lo rendono un eroe complesso e affascinante. Il suo potere, che include la manipolazione della realtà e il controllo delle menti, non è casuale, ma riflette direttamente l’eredità magica di sua madre. Questo legame lo rende uno degli eroi più promettenti del MCU.

Wiccan gioca anche un ruolo fondamentale nella rappresentazione dei personaggi LGBTQ+ nei fumetti Marvel. La sua relazione con Hulkling è una delle più importanti nella storia del fumetto, non solo per il modo in cui rappresenta un amore tra due uomini, ma anche come simbolo del cambiamento culturale che Marvel sta abbracciando. Il loro matrimonio è diventato un momento storico, non solo per i fan, ma per l’intera industria dei fumetti, poiché offre una rappresentazione positiva e forte di una relazione omosessuale.

Nel MCU, Wiccan ha trovato una nuova vita. Nella serie WandaVision, una versione giovanile di Billy Maximoff è apparsa, offrendo solo un accenno del potenziale del personaggio. Con la miniserie Agatha All Along in arrivo nel 2024, interpretato da Joe Locke, i fan sperano di vedere l’evoluzione di Wiccan, che promette di espandere ulteriormente il suo ruolo e la sua importanza nella narrativa Marvel.

Billy Kaplan, come Wiccan, è un simbolo di lotta interiore, crescita e accettazione. La sua storia, che lo porta da ragazzo confuso e bullizzato a uno degli eroi più potenti del suo tempo, rappresenta un messaggio universale per chiunque abbia mai lottato per trovare il proprio posto nel mondo. Tra magia, amore e battaglie cosmiche, Wiccan ci ricorda che la vera forza non risiede solo nel potere, ma nella capacità di accettare se stessi, con tutte le proprie complessità e contraddizioni.

Il Pride Month secondo Panini

A giugno sventola la bandiera arcobaleno del Pride Month, il mese che celebra l’inclusività, festeggiando le conquiste e l’orgoglio queer e ribadendo che la libertà di essere se stessi deve valere per chiunque, nessuno escluso. Anche quest’anno Panini Comics, da sempre in prima linea nel proporre storie che abbraccino l’unicità di chiunque le legga, rinnova l’appuntamento con le più belle antologie queer targate DC, Marvel e imperdibili proposte Planet Manga.

  

Si parte con Marvel Pride 2024, antologia che propone un nuovo viaggio negli angoli più disparati dell’Universo Marvel, sulle orme dei personaggi più amati della comunità LGBTQIA+ dei fumetti. Firmata da un parterre di veterani come Al Ewing e Steve Foxe e nuove promesse italiane come Roberta Ingranata e Lorenzo Susi, è l’antologia perfetta per emozionarsi con racconti coinvolgenti che parlano di amore e accettazione. Il volume è  arricchito dalla prefazione del content creator Stefano Cavada.

DC Pride 2024 è la raccolta pensata per celebrare i magnifici personaggi LGBTQIA+ del mondo DC. Eroi esperti come Lanterna Verde, Robin, Flash e Batwoman sono pronti ad allearsi con nuove leve come Circuit Breaker ed Envoy per dimostrare che, anche nei momenti più difficili, condividere le proprie insicurezze con altre persone può essere d’aiuto a superarle. Cosa accadrà però quando John Constantine incontrerà Jon Kent, il figlio di Superman? O quando Crush, la figlia di Lobo, dovrà confrontarsi con Harley Quinn e Poison Ivy? Le storie contenute in questo volume da collezione sono realizzate da fumettisti di primo piano come Leah Williams, Tim Sheridan, Alyssa Wong, Paulina Ganucheau e da artisti italiani come Giulio Macaione ed Enrica Eren Angiolini. La prefazione è curata da Jul Maroh. Ad arricchire la proposta anche un’avventura inedita scritta dalla superstar Grant Morrison (Animal Man) che parla di amore e Multiverso.

Anche Planet Manga celebra il Pride Month con tre novità in uscita giovedì 13 giugno: Uo To Mizu: Come un pesce nell’acqua, Home Far Away: Verso casa e The Girl That Can’t Get a Girlfriend. Up To Mizu: Come un pesce nell’acqua è la nuova deliziosa storia di Gengoroh Tagame (Our True Colors). Akira dice sempre quello che pensa, senza riserve. Koji lascia che a esprimere i suoi sentimenti siano i piatti che prepara. In un invitante viaggio tra i sapori della cucina, mentre il mondo sembra impazzito a causa della pandemia di Covid-19, Gengoroh Tagame descrive scene di quotidianità e la nascita dell’amore tra due persone che sembrano fatte l’una per l’altra.

Per i fan dei boys’ love arriva Home Far Away: Verso Casa, nuovo capolavoro di Teki Yatsuda. Stati Uniti, anni Novanta: Alain e Hayden, travolti da un’attrazione mai provata, decidono di fuggire lasciandosi tutto alle spalle. Riusciranno a trovare insieme un luogo da poter chiamare casa? Una storia dal sapore rétro delle più struggenti fughe d’amore

Infine, per gli amanti dei webtoon, The Girl That Can’t Get a Girlfriend, un’ironica e struggente autobiografia dell’autrice Mieri Hiranishi. Goffa, nerd e senza alcuna esperienza in campo sentimentale: per Mieri, studentessa giapponese trasferitasi negli Stati Uniti, ogni cotta sembra destinata a rimanere platonica. Finché non incontra Ash, che ricambia i suoi sentimenti. È l’inizio di un viaggio, dalla scoperta dell’immensa felicità che deriva dall’essere corrisposti alla prima devastante delusione. Un racconto su amore, solitudine e sul significato di “lieto fine”.

Cinque proposte assolutamente da non perdere per celebrare al meglio il Pride Month in compagnia di Panini Comics.

Helluva Boss Stagione 2: VivziePop alza la posta in gioco nell’Inferno più scatenato del web

Se siete come me, allora Helluva Boss non è solo “una serie animata online”, è un appuntamento fisso con il caos infernale più dissacrante, irriverente e sfacciatamente emozionante che il panorama delle webserie ci abbia mai regalato. Dopo averci conquistato con una prima stagione che mescolava humor nero, drama sentimentale e un’estetica visivamente esplosiva, la seconda stagione di Helluva Boss è qui per alzare l’asticella — e lo sta facendo in grande stile.

Creato dall’incontenibile mente di Vivienne Medrano, alias VivziePop, Helluva Boss continua a prosperare nello stesso universo di Hazbin Hotel (che nel frattempo ha avuto la sua trionfale premiere su Prime Video), ma riesce a brillare di una luce tutta sua. L’agenzia infernale I.M.P. (Immediate Murder Professionals) torna più folle che mai, pronta a infilarsi in missioni ancora più sbagliate e drammi personali che non ti aspetteresti mai di vedere raccontati con tanto cuore… in mezzo a una pioggia di sangue cartoon.

Produzione tra ritardi e promesse mantenute

Dopo l’enorme successo della prima stagione, la produzione della seconda è stata confermata ufficialmente il 14 novembre 2020, con la promessa — udite udite — di un rilascio degli episodi più regolare. Promessa mantenuta? Direi quasi. L’anteprima è arrivata il 30 luglio 2022, e da allora abbiamo già potuto gustarci sette episodi (al momento in cui scrivo), su un totale previsto di dodici.

Certo, non tutto è filato liscio come l’olio: l’avvio della produzione di Hazbin Hotel ha inevitabilmente rallentato la macchina infernale di Helluva Boss, causando ritardi soprattutto per episodi attesissimi come “Seeing Stars” ed “Exes and Oohs”. Ma onestamente? Se questo è il prezzo da pagare per l’amore e la cura maniacale che VivziePop mette in ogni frame, io sono pronta a pagarlo dieci volte.

Un assaggio degli episodi: caos, emozioni e character development a palate

Questa seconda stagione non si limita a riproporre la formula della prima. No, qui siamo davanti a un approfondimento emotivo vero e proprio dei nostri demoni preferiti. Il pilot “Il Circo” ci porta direttamente nel passato di Stolas, con scene toccanti tra padre e figlio che mai avrei pensato di vedere in un cartone ambientato all’Inferno. “Seeing Stars” ribadisce quanto Octavia sia uno dei personaggi più struggenti della serie, mentre “Exes and Oohs” scava nelle radici familiari di Moxxie, consegnandoci momenti di puro cringe alternati a pugni dritti nello stomaco.

Con “Western Energy”, assistiamo a un rapimento in pieno stile spaghetti western che rivela vulnerabilità inedite in Stolas, mentre “Unhappy Campers” e “Oops” spingono ancora più in là la dinamica fra Blitzo e Fizzarolli, fra scazzottate, ostaggi e vecchi rancori che riemergono con la delicatezza di un treno deragliato.

E poi arriva “Il Magnifico Musical Speciale di Mezza Stagione di Mammon (con Fizzarolli)”, un’esplosione psichedelica di clown infernali, competizioni grottesche e spettacolo puro che mi ha lasciato a bocca aperta. Se pensavate che VivziePop avesse esaurito le idee dopo la prima stagione, pensateci due volte: questo episodio è una masterclass di animazione folle e narrativa assurda.

Gli episodi in arrivo — “Tour delle Scuse”, “Figli di Fantasmi”, “Mente” e “Peccati” — sono ancora avvolti nel mistero, ma le premesse sono talmente ghiotte che ormai l’attesa diventa una dolce tortura settimanale.

Nuove chicche di produzione: piccoli dettagli, grande amore

Tra le chicche nerd che solo i veri fan possono apprezzare, segnalo il nuovo logo animato di SpindleHorse alla fine di ogni episodio, una vera delizia visiva. Oppure il pentagramma rotante nei disclaimer iniziali che adesso si muove in modo più fluido e stiloso.
Anche la durata degli episodi è aumentata, permettendo alle storie di respirare e ai personaggi di evolversi senza fretta. E vi dirò: ogni secondo in più è un regalo.

Per i più attenti, il trailer ufficiale rilasciato il 17 dicembre 2021 aveva già dato qualche assaggio della qualità da capogiro che ci aspettava, con storyboard e animazioni a metà strada tra il grezzo e il definitivo. Rivederlo oggi dopo aver visto gli episodi fa quasi venire la pelle d’oca.

Helluva Boss: la consacrazione definitiva

Con la seconda stagione, Helluva Boss non è più “la serie sorella di Hazbin Hotel”: è un fenomeno a sé stante. Una webserie che riesce a essere spietatamente irriverente, teneramente malinconica e incredibilmente visivamente ambiziosa allo stesso tempo.

VivziePop e il suo team di SpindleHorse stanno ridefinendo il concetto di animazione indipendente su YouTube, dimostrando che non servono i budget dei colossi hollywoodiani per creare qualcosa di autenticamente potente. Helluva Boss è fatto con amore, follia e sangue — proprio come ci piace.

Se siete appassionati di serie animate dissacranti, se amate i mondi dark pieni di sarcasmo ma anche di sentimenti autentici, o se semplicemente volete vedere cosa succede quando un gruppo di assassini infernali affronta traumi emotivi peggiori delle loro stesse vittime… allora questa stagione di Helluva Boss è un must assoluto.

Non vedo l’ora di scoprire dove ci porteranno Blitzo, Stolas, Moxxie, Millie, Loona e tutti gli altri pazzi infernali nei prossimi episodi. E ricordate: in Helluva Boss, l’unica cosa più spaventosa della morte è… l’amore.

Brenna – La Fiamma di Alex L. Mainardi

Con Brenna – La Fiamma, volume conclusivo della Trilogia del Viaggiatore, che con Blink – La Scintilla e ChaosLess  Fuori dal Tempo danno vita al Traveler Universe, Alex L. Mainardi accompagna il lettore tra miti norreni ed egizi, disabilità, personaggi LGBTQ+, cultura pop e perfino citazioni di cinecomic. Il volume è arricchito dalle splendide illustrazioni di  Miriam Barbieri, Siriana Crastolla, Filippo Munegato e Ilaria Trombi.

Chi è il bizzarro inquilino dai capelli scuri e i penetranti occhi verdi che vive nell’appartamento sopra Siris? Cosa nascondono i suoi modi prevaricanti e le sue convinzioni, talmente arcaiche da farlo sembrare di un altro tempo, quasi di un altro universo? Nella Londra dei giorni nostri, subito dopo la pandemia, l’aspirante scrittrice Siris e i suoi amici, avranno a che fare con le stranezze del nuovo “ospite”, un dio… divenuto mortale. Non certo per sua volontà, tanto che egli stesso ritiene la perdita dei suoi poteri alla stregua di una menomazione. Riusciranno una “ragazza-su-ruote” e una ex divinità in crisi esistenziale, a trovare un punto d’incontro, abbracciandosi e accogliendosi l’un l’altra, imparando ad amarsi e accettarsi completamente, al di là del Bene e del Male?

“Brenna – La Fiamma” di Alex L. Mainardi è un paranormal romance che trae spunto dalla mitologia norrena, e in particolare dalla figura del Dio delle Storie e degli Inganni Loki, per parlare dell’importanza della diversità, della libertà di essere sé stessi e del bisogno di essere accettati per quello che si è davvero, nella nostra verità più intima. Il romanzo, accompagnato da piacevoli illustrazioni in bianco e nero, è narrato da due punti di vista in prima persona: quello di Siris, una ragazza piena di vita, e quello di uno smarrito Loki, divenuto suo malgrado un essere mortale. Siris coltiva l’ambizione di diventare una scrittrice di narrativa fantasy; affetta dall’Atassia di Friedreich, una malattia degenerativa del sistema nervoso che provoca mancanza di coordinazione nei movimenti, è in sedia a rotelle ma ciò non le impedisce di vivere un’esistenza piena, di perseguire i suoi sogni e di avere amici che la amano senza pregiudizi. Siris e Loki sono in apparenza due personaggi diametralmente opposti eppure, nel corso dell’opera, scopriranno di avere molto in comune: condividono infatti lo stesso bisogno di ribellarsi al loro destino e di affermarsi nella loro autenticità; entrambi, inoltre, hanno sperimentato la perdita e la solitudine, e si sono sentiti spesso incompresi e “difettosi”. È la diversità il ponte che li unisce: un valore che condividono con altri personaggi straordinari, come mrs. Smith, colei che vede e dunque sa, o la drag queen Bibi, sotto le cui sembianze si nasconde una figura insospettabile.
Dopo un avvincente prologo ambientato nella mitica Asgard, che ci racconta del Ragnarok, ovvero il “Crepuscolo degli Dei”, ci si sposta su Midgard, la nostra Terra, e più precisamente nella Londra post-pandemia: qui incontriamo Siris e il suo nuovo vicino di casa, Seth Blackny, che in realtà è proprio il nostro ex Dio norreno. Seth assomiglia terribilmente al Loki Laufeyson dei film Marvel: Siris è da sempre ossessionata da quel personaggio, e il suo vicino ne condivide ogni dettaglio, perfino l’enigmatico e ipnotico sguardo. Il loro rapporto è turbolento all’inizio: Seth cerca di conquistarla con il suo irresistibile charme ma lei non cede alle sue ingannevoli lusinghe; col trascorrere del tempo, però, entrambi riescono a leggere nel cuore dell’altro, anche grazie alla capacità di Siris di penetrare senza timore nell’oscura mente di Loki.

Tra ironia e romanticismo, tra personaggi della mitologia norrena come Hel – la Signora della Morte, e anche della mitologia egizia come Anubi – la divinità con la testa di sciacallo, l’autore di questo affascinante romanzo ci conduce in un viaggio attraverso il profondo cambiamento di Siris e Loki: due anime complementari e libere, due cercatori di quella splendente fiamma il cui nome è Amore.

 Alex L. Mainardi è natə e vive a Parma, dove si dedica attivamente alla scrittura. Appassionatə di mitologia e archeologia, scrive di narrativa e, dopo aver pubblicato due saghe letterarie e una serie di libri illustrati, dal 2018 fa parte di Casa Ailus, collettivo di autori e illustratori che realizzano diverse pubblicazioni in vari ambiti del fantastico. Con una rara malattia genetica degenerativa, l’Atassia di Friedreich, ha l’hobby del Cosplay dal 2003, infatti quando non è al lavoro partecipa alle fiere come cosplayer, ovviamente… sedia a rotelle compresa! E’ così che porta personalmente avanti la mission di inclusione delle persone con disabilità all’interno dell’universo Nerd, riassunto nel neologismo e hashtag da lei stessa creato: #cosplability

 

Hina Change di Gaku Kajikawa

L’imbranata e bullizzata Hina e il bellissimo Ren sembrano non avere niente in comune, ma sono in realtà legati da un’abilità speciale: possono scambiare i propri corpi! Le cose si complicano al presentarsi dei primi amori adolescenziali… Arriva in libreria, fumetteria e in tutti gli store online a marchio J-POP Manga a partire dal 23 agosto la miniserie Hina Change di Gaku Kajikawa! La storia di Hina e Ren sarà disponibile in un esclusivo box da collezione contenente i tre volumi della serie completa.

“È un rapporto intricato.
Ma come tutti anche noi
abbiamo bisogno l’uno dell’altra.
Io ho bisogno di Ren
E Ren ha bisogno del mio perdono”.

Hina e Ren, storici amici d’infanzia e oggi compagni di liceo, condividono il dono magico di potersi scambiare i corpi. Un giorno, senza averci riflettuto troppo sopra, Ren trasferisce la propria mente nel corpo di Hina e, alla “guida” di questo, approccia il ragazzo del quale, segretamente, è innamorato. Colma d’affetto nei confronti dell’amico, Hina non se la prende e anzi gli promette che potrà usare il suo corpo ogni volta che vorrà. Un accordo che potrebbe prendere per entrambi una piega inattesa e dal sapore dolceamaro.

Un appassionante teen drama a tema LGBTQI+ che unisce elementi fantastici e reali per esplorare tutte le sfumature dell’amore, anche quelle più tossiche e oscure. Tra sentimenti celati e tabù da infrangere, Hina Change sarà disponibile in uno splendido cofanetto da collezione a partire dal 23 agosto in libreria, fumetteria e in tutti gli store online!

Helluva Boss: il ritorno all’Inferno di Hazbin Hotel

Helluva Boss è una meravigliosa webserie animata statunitense creata da Vivienne Medrano, una talentuosa regista, scrittrice e produttrice. La serie è una storia completamente nuova ma ambientata nello stesso Inferno di Hazbin Hotel, un altro famossimo lavoro creato da Medrano.

L’episodio pilota di Helluva Boss è stato pubblicato il 25 novembre 2019 mentre il primo episodio della prima stagione, composta da 8 episodi prodotto da SpindleHorse Toons, è uscito il 31 ottobre 2020. La serie viene distribuita sul canale YouTube di Medrano, come le sue altre creazioni animate.  La seconda stagione, è iniziata il 30 luglio 2022 e ci regalerà ben dodici episodi della nostra amata storia infernale. E c’è di più, sono confermate altre due stagioni che arriveranno a breve, portando ancora più allegria e caos nel mondo di Helluva Boss.

La trama di Helluva Boss

La web  serie racconta le straordinarie avventure di quattro demoni: Blitzø, Moxxie, Millie e Loona, i quali sono al servizio di nientemeno che la I.M.P. (Immediate Murder Professionals). Sì, avete capito bene, si tratta di una società di assassinio, ma nell’inferno!

La I.M.P. ha un’avvincente e inquietante offerta per i suoi clienti: la possibilità di eliminare i loro nemici terreni attraverso l’uso di portali magici. Questi portali sono gentilmente forniti da Stolas, un affascinante principe infernale che ha stretto un patto con Blitzø. E così, i nostri eroici demoni si trovano a dover affrontare diverse missioni in ogni episodio. Le loro imprese variano dal sbarazzarsi di una maestra infedele al salvataggio di Stolas da un rapimento. Tuttavia, queste missioni non sono mai cosa semplice e lineare, ma sono costantemente complicate da imprevisti, rivali o addirittura dai problemi personali dei protagonisti. Questa stupefacente serie animata ci offre una panoramica delle diverse situazioni con cui i nostri adorabili personaggi devono vedersela sia nel loro lavoro che nella vita. Gli episodi alternano abilmente momenti di azione, umorismo, violenza e anche dramma, tenendo gli spettatori sempre sul filo del loro sedile.

Sebbene la maggior parte della storia si svolga nell’inferno, possiamo anche gettare uno sguardo sulla Terra in alcune scene. L’animazione di Helluva Boss è semplicemente sbalorditiva, con uno stile colorato e dinamico che si adegua perfettamente ai vari toni e atmosfere delle storie. Inoltre, la serie è accompagnata da una colonna sonora coinvolgente e da canzoni originali, alcune delle quali sono state scritte da rinomati cantanti come Kesha.

Un successo infernale!

Il successo di Helluva Boss è stato travolgente, sia tra i critici che tra il pubblico. Nonostante la sua dimensione “cartoon-style”, la serie ha incantato tutti con la sua animazione impeccabile, la colonna sonora coinvolgente, un doppiaggio da brividi, un umorismo travolgente, una trama intrigante e una galleria di personaggi indimenticabili.

Vale la pena sottolineare che Helluva Boss ha raccolto numerosi elogi per la sua rappresentazione inclusiva delle persone LGBTQ, in particolare per la relazione appassionata e bisessuale tra Blitzo e Stolas. Tuttavia, non possiamo ignorare il fatto che la serie abbia anche ricevuto qualche controversia per la sua violenza, il linguaggio colorito e alcune rappresentazioni stereotipate.

E’ inoltre interessante notare che, nonostante siamo affezionati a lei, la sessualità di Millie, uno dei personaggi principali, rimane un mistero. Tuttavia, c’è un accenno che lascia intendere che possa essere bisessuale, proprio come suo marito Blitzo. Non c’è dubbio che Helluva Boss ha ricevuto un’accoglienza calda dalla critica. Anche se il pilot di Hazbin Hotel e Helluva Boss sono stati criticati per il loro umorismo immaturo e fastidioso, restano comunque esempi brillanti di passione per l’animazione. In particolare, il primo episodio della serie è stato lodato da vari animatori per la presenza di numerosi momenti musicali, creando un effetto simile ad Animaniacs e Family Guy. Anche se il secondo episodio mostra un tono più serio rispetto al primo, non mancano le risate e le scenette piccanti che rendono la serie ancora più intrigante.

Tuttavia, nonostante i detrattori, la maggior parte dei fan ha apprezzato lo stile e il tono unici di Helluva Boss, considerandola originale e divertente. La serie ha persino ricevuto premi e riconoscimenti per la sua qualità e originalità. Ha conquistato l’Ursa Major Awards come migliore serie drammatica nel 2021 e nel 2022, e ha anche ottenuto una nomination agli Streamy Awards come migliore serie animata nel 2023. Potrebbe accumulare ulteriori premi e riconoscimenti in futuro, grazie alla sua popolarità e al suo impatto culturale. In effetti, sembra che Helluva Boss abbia conquistato il regno degli anime e si sia stabilita come una forza da non sottovalutare nel mondo dell’animazione.

I Collegamenti con Hazbin Hotel

Secondo quanto affermato dalla stessa Medrano, sebbene entrambe le serie condividano l’ambientazione infernale, Hazbin Hotel si concentra sulla redenzione e sulle conseguenze, mentre Helluva Boss si focalizza sulla vita quotidiana e sui personaggi che popolano il sottosuolo.

È importante notare che “Helluva Boss” non è né uno spin-off né un prequel di “Hazbin Hotel”, ma una narrazione a sé stante con una trama e dei personaggi completamente differenti. Tuttavia, tra le due serie ci sono alcuni collegamenti e riferimenti, che potremmo considerare piccoli tesori nascosti per gli spettatori attenti. Ecco alcuni esempi:

Già nel primo episodio di “Helluva Boss”, si possono notare delle simbologie relative a “Hazbin Hotel”. Ad esempio, uno sfondo mostra un poster con il logo dell’albergo, suggerendo una possibile connessione tra le due storie. Ancora nello stesso episodio, sulla scrivania del protagonista Blitzø, possiamo vedere una foto di Sir Pentious, un personaggio molto apprezzato di “Hazbin Hotel”.

La musica gioca un ruolo importante anche come riferimento tra le due serie. Infatti, mentre si ascolta una radio nell’episodio 1 della prima stagione di “Helluva Boss”, si può sentire la canzone “Inside of Every Demon is a Rainbow” cantata da Charlie in “Hazbin Hotel”, creando un legame emozionale per i fan più attenti. Sempre nello stesso episodio, una scritta sulla parete del bagno dice “Alastor was here”, facendo riferimento a uno dei personaggi più iconici di “Hazbin Hotel”, noto come il demone della radio.

Nel secondo episodio della prima stagione di “Helluva Boss”, Angel Dust, un personaggio principale di “Hazbin Hotel”, compare su un cartello pubblicitario sullo sfondo. Oltre a ciò, una scritta sulla parete del bar recita “Vaggie + Charlie”, riferendosi alla coppia di personaggi di “Hazbin Hotel”.

Nel terzo episodio della prima stagione di “Helluva Boss”, uno sfondo mostra un poster con il volto di Husk, un altro personaggio principale di “Hazbin Hotel”. Inoltre, sulla parete di un negozio è possibile leggere la scritta “Happy Hotel”, riferendosi al nome originale dell’albergo gestito da Charlie in “Hazbin Hotel”.

Tutti questi riferimenti e collegamenti possono essere considerati easter egg per i fan, elementi che aggiungono profondità e connettività tra le due serie. Mentre “Hazbin Hotel” ha conquistato i cuori di molti spettatori con la sua trama intricata e i personaggi indimenticabili, “Helluva Boss” sembra avere il potenziale per creare una propria identità grazie alla sua focalizzazione sulla vita quotidiana nell’inferno. Sono entrambe opere che promettono di affascinare il pubblico con mondi fantastici e storie avvincenti.

The Owl House – Aspirante strega: una serie animata accattivante che sta conquistando il pubblico

La magia della Disney Television Animation colpisce ancora con la meravigliosa serie animata The Owl House – Aspirante strega. La serie, trasmessa per la prima volta negli Stati Uniti il 10 gennaio 2020 su Disney Channel, ha finalmente raggiunto anche l’Italia attraverso il servizio streaming Disney+ a partire dal 5 febbraio 2021.

Immergendosi in un affascinante mondo fantasy pieno di streghe, magia, mostri e creature strane, The Owl House è una miscela perfetta che coinvolge un protagonista normale catapultato in un altro mondo fantastico. Ciò che rende questa serie veramente unica è l’ambientazione affascinante e i personaggi estremamente carismatici che catturano immediatamente l’attenzione del pubblico.

La trama ruota attorno a Luz, una giovane adolescente che, mentre si prepara per il campo estivo Reality Check Camp, si imbatte in un portale che la trasporta magicamente in un’altra dimensione chiamata Isole Bollenti. Qui, Luz fa amicizia con Eda, una strega ribelle soprannominata “Donna gufo”, e King, un piccolo demone. Nonostante non possieda poteri magici, Luz decide di perseguire il suo sogno di diventare una strega e diventa apprendista di Eda, trovando in questo mondo straordinario una nuova famiglia.

La seconda stagione prende il via direttamente dagli eventi della prima, con i protagonisti uniti nella missione di riportare Luz nel mondo umano, aiutare Eda a confrontarsi con i suoi demoni interiori e scoprire la verità sul passato di King. Nella terza stagione, il focus si sposta sul viaggio di Luz nel tentativo di salvare le Isole Bollenti dalla minaccia di Belos e del Collezionista.

Il mondo di The Owl House è un luogo unico e affascinante, dove le antiche creature chiamate Titani si sono estinte nella dimensione infernale del Regno dei demoni, formando gli arcipelaghi delle Isole Bollenti con i loro cadaveri in decomposizione. Questi Titali, di cui i loro poteri si sono riversati nell’ambiente, hanno creato la magia, che è divisa in quattro elementi principali: luce, ghiaccio, piante e fuoco. Streghe e demoni si sono evoluti, assorbendo la magia direttamente nel loro corpo grazie a ghiandole speciali, e hanno popolato le Isole. Le streghe, inoltre, hanno creato degli amici amuleti, totem senzienti che funzionano come animali domestici e fonte di magia esterna per potenziare le loro abilità magiche. Ma non tutto è fantastico e gioioso, poiché l’imperatore Belos ha instaurato un regime oppressivo che limita l’uso della magia, diffondendo un messaggio negativo sulle streghe e salendo al potere.

Durante la messa in onda della serie, attenti spettatori hanno notato molti indizi sulla rappresentazione di personaggi LGBTQ+. La creatrice della serie, Dana Terrace, ha risposto a un tweet di un fan che sottolineava l’atteggiamento di Amity nei confronti di Luz in un’immagine di un episodio, confermando che la scena non aveva spiegazioni eterosessuali. Anche il supervisore dell’animazione, Spencer Wan, ha scherzato definendo quella scena “la cosa gay” e ha condiviso l’animazione su Twitter. Inoltre, nell’episodio 15 è stato mostrato che Willow ha due padri. La Terrace ha affrontato le difficoltà di includere elementi LGBTQ+ in una serie di Disney Channel, ma ha lottato per introdurre personaggi queer fin dall’inizio. Alex Hirsch, creatore della serie Gravity Falls coinvolto nello sviluppo di The Owl House, ha affrontato sfide simili nell’includere elementi LGBTQ+ nella sua serie. Svariati gruppi LGBTQ+ hanno elogiato The Owl House per aver dato voce a personaggi e storie di questa comunità.

The Owl House rappresenta un passo importante per la Disney nel campo della rappresentazione LGBTQ+, dimostrando una crescente apertura verso dibattiti inclusivi su temi così rilevanti. La serie offre personaggi ben sviluppati come Luz ed Amity, che sono stati accolti con entusiasmo dal pubblico e dalla critica. La Disney sta dimostrando di essere consapevole dell’importanza di una rappresentazione inclusiva e sta prendendo in seria considerazione le voci dei suoi spettatori.

La serie si distingue per una serie di punti di forza, come i suoi personaggi ben caratterizzati che catturano l’attenzione del pubblico fin dall’inizio. Ogni personaggio è unico e affascinante a modo suo, contribuendo ad arricchire la trama in modi sorprendenti. Inoltre, The Owl House presenta una serie di misteri intriganti, che alimentano l’entusiasmo e lasciano i fan desiderosi di scoprire cosa riserveranno le stagioni future. La protagonista, Luz, è una figura simpatica e coinvolgente che trasmette un’incredibile energia positiva, rendendo il suo percorso di crescita e autoaffermazione emozionante da seguire.

Alcuni punti deboli della serie potrebbero riguardare episodi considerati “riempitivi” o poco rilevanti per la trama generale. Tuttavia, la serie si riscatta con una regia di altissimo livello, che rende ogni momento visivamente splendido e coinvolgente.

Inoltre, The Owl House affronta tematiche importanti come l’abbandono e le relazioni tossiche con i genitori, toccando corde emotive profonde che possono conquistare il cuore dei suoi spettatori. La terza stagione promette sviluppi ancora più intriganti, ma per ora eviteremo di svelare troppo per non rovinare le sorprese.

The Owl House è una serie animata che sta davvero lasciando il segno, e la sua rappresentazione onesta e inclusiva è un passo avanti significativo per la Disney. Non vediamo l’ora di scoprire cosa riserverà il futuro per Luz e i suoi amici nelle Isole Bollenti.

L’evoluzione della rappresentazione LGTBQ+ nel mondo dei videogiochi

La rappresentazione delle persone LGTBQ+ all’interno dei videogiochi è un tema rilevante che merita attenzione. Nel corso degli anni, questi personaggi sono stati oggetto di stereotipi e rappresentazioni negative, spesso associati al crossdressing, alla violenza o alla malattia mentale. Spesso i personaggi LGTBQ+ sono stati spesso dipinti come confusi, ambigui, effeminati o come predatori, perpetuando pregiudizi e stereotipi dannosi. Fortunatamente, negli ultimi anni, l’industria dei videogiochi ha cominciato ad abbandonare questi cliché, introducendo personaggi LGTBQ+ più realistici e positivi, che riflettono la diversità e la complessità delle esperienze umane.

Essendo questo sito di natura “Nerd” ci scusiamo anticipatamente con i gentili lettori per eventuali inesattezze legate all’attivismo LGTBQ+ e alla rappresentazione di genere: siamo dunque iperdisponibili a correzzioni, aggiustamenti e riscritture nel massimo rispetto di ogni persona.

Anni 80’ e 90’

Nintendo, una delle principali aziende di sviluppo di videogiochi, è sempre stata attenta alle linee guida sul contenuto dei suoi giochi sin dagli anni ’80. La società ha cercato di evitare temi controversi o offensivi, come la religione, la politica o la sessualità. Nonostante ciò, uno dei primi personaggi transgender a fare la sua apparizione in un videogioco di massa è stato Strutzi, conosciuto anche come Birdo, che è stato introdotto nel gioco “Super Mario Bros. 2” nel 1988 e appare anche nei successivi titoli della serie. Questo personaggio è descritto nel manuale del gioco come “un ragazzo che crede di essere una ragazza” e che “preferisce essere chiamato Birdetta”. Questo dimostra la lungimiranza di Nintendo nel rappresentare la diversità sessuale fin dai suoi primi anni di attività.

Un altro personaggio LGBTQIA+ degno di menzione nella serie di Mario è Ombretta, che appare in “Paper Mario: Il portale millenario”. Questo personaggio è una maga che si innamora del protagonista Mario e lo aiuta nella sua avventura. Tuttavia, Ombretta nasconde un segreto: in realtà è un uomo travestito da donna. Questa rivelazione avviene alla fine del gioco, quando Ombretta si dichiara a Mario e viene respinta. La presenza di questi personaggi all’interno dei giochi di Mario mostra ancora una volta l’impegno di Nintendo nell’includere rappresentazioni diverse all’interno delle sue opere.

Un altro esempio degno di nota è Poison, presente nel gioco Final Fight. La questione dell’identità di genere di questo personaggio ha acceso un acceso dibattito nel corso degli anni. Inizialmente creato come donna, il personaggio è successivamente stato considerato transgender per evitare controversie legate al concetto di violenza contro le donne nei videogiochi. Tuttavia, la questione è diventata ancora più complessa nel tempo: in un secondo momento, Poison è stata rappresentata come transgender negli Stati Uniti e come cisgender in Giappone. Il produttore Yoshinori Ono ha cercato di fornire dei chiarimenti sull’identità di genere di Poison in un’intervista, affermando che nel contesto occidentale il personaggio è transgender dopo aver effettuato l’operazione di riassegnazione di genere, mentre in Giappone è pre-operazione. Tuttavia, successivamente ha ritrattato queste affermazioni, lasciando la responsabilità al giocatore di formarsi la propria opinione su questo argomento controverso.

L’era moderna

È un vero sollievo notare come, nel corso dei decenni, l’ormai prevalente machismo nei videogiochi si stia gradualmente dissipando grazie a continue nuove uscite che presentano protagoniste femminili forti e determinate. Questa inclusività ha finalmente aperto le porte a una maggiore presenza di personaggi LGBTQIA+ all’interno dei videogiochi. Ecco alcuni esempi di videogiochi che hanno affrontato in modo positivo e innovativo la tematica LGBTQIA+:

Life is Strange

La serie di videogiochi Life is Strange ha spinto i confini della rappresentazione LGTBQ+ nei videogiochi. Nel primo episodio, intepretiamo Maxine “Max” Caulfield, una studentessa di 18 anni che si scopre essere bisessuale. Il gioco si concentra sulla sua scoperta di poter riavvolgere il tempo e sulla sua lotta per salvare la sua città natale dalla distruzione imminente. Tuttavia, ciò che distingue davvero Life is Strange è la relazione romantica che si sviluppa tra Max e la sua amica d’infanzia Chloe. L’amore tra di loro è al centro della trama e quando Chloe si trova in pericolo, Max scopre il suo potere di manipolare il tempo. Il gioco offre al giocatore la possibilità di scegliere il destino dei due personaggi, dando loro un’agenzia e una profondità emotiva rare nei videogiochi.

The Last of Us

The Last of Us è un altro gioco che ha affrontato in modo eccellente l’orientamento sessuale dei suoi personaggi. Nel gioco originale e nel DLC The Last of Us: Left Behind, Ellie, la giovane protagonista, esplora la sua sessualità, sviluppando un interesse romantico per la sua amica Riley. Nel seguito, The Last of Us II, Ellie instaura una relazione con Dina, e le due crescono insieme un bambino. Il gioco introduce anche un personaggio transgender di nome Lev, che forma un’alleanza con Abby, una delle antagoniste del gioco. Questi personaggi sono rappresentati in modo realistico e sensibile, mostrando le sfide e le gioie delle loro vite in un mondo post-apocalittico.

Metal Gear Solid3

Il colonnello Yevgeny Borisovitch Volgin è un personaggio ambiguo e provocatorio, che usa la sua posizione di potere per soddisfare i suoi desideri sessuali. La sua relazione con il personaggio Raiden ha sollevato polemiche e ha contribuito a portare una complessità inaspettata al personaggio, evitando gli stereotipi del settore. Il gioco affronta anche il tema dell’identità di genere con il personaggio di Eva, una spia che si finge una donna per infiltrarsi nella base nemica.

Horizon Zero Dawn

Aloy è un’ispirazione per molti giocatori LGBTQ. Il suo personaggio feroce e indipendente rifiuta di essere definito da stereotipi di genere. Aloy affronta molti dei problemi e delle esperienze delle persone queer nel mondo di oggi, diventando così un’icona per la comunità LGBT. Il gioco presenta anche altri personaggi LGBTQ, come Petra, una donna lesbica che si innamora di Aloy, e Vanasha, una donna bisessuale che ha una relazione con il principe Avad.

The Outer Worlds

In The Outer Worlds, il personaggio di Parvati Holcomb si distingue per la sua rappresentazione realistica come una biromantica asessuale. Parvati è descritta come un membro dell’equipaggio del giocatore e si innamora di un altro ingegnere di nome Junlei. La rappresentazione di Parvati è incredibilmente autentica, probabilmente perché lo scrittore del gioco, Kate Dollarhyde, è una donna biromantica asessuale. Il gioco ha anche vinto il Premio Media GLAAD 2020 come miglior videogioco per l’inclusione di Parvati.

Overwatch

Overwatch ha fatto storia con il personaggio di Tracer, che è apertamente lesbica. Nel fumetto “Reflections”, viene rivelato che Tracer ha una fidanzata di nome Emily. La rappresentazione di Tracer come una donna forte e indipendente, con una relazione lesbica unica nel suo genere, ha sfidato gli stereotipi dei giochi d’azione. Il gioco presenta anche altri personaggi LGBTQ, come Soldier 76, che è gay, e Symmetra, che è autistica.

The Witcher 3: Wild Hunt

Il personaggio di Ciri in The Witcher 3: Wild Hunt è attratto dalle donne, come si può notare durante una missione del gioco. Questa rappresentazione di una protagonista queer nel mondo fantasy dei videogiochi è stata accolta positivamente. Il gioco offre anche al giocatore la possibilità di scegliere tra diverse opzioni romantiche per il personaggio principale Geralt, tra cui donne e uomini.

Dragon Age: Inquisition

Dragon Age: Inquisition ha introdotto il personaggio di Dorian Pavus, uno dei primi a essere apertamente gay nei videogiochi. La rappresentazione di Dorian ha segnato un importante passo avanti per l’uguaglianza nella comunità dei giocatori. Dorian è un mago che proviene da una società conservatrice che condanna l’omosessualità. Il suo arco narrativo lo porta a confrontarsi con il suo padre che vuole “curarlo” con un rituale magico. Il giocatore può scegliere di avere una relazione romantica con Dorian o semplicemente essere suo amico.

Final Fantasy VII Remake

Final Fantasy VII Remake ha riscritto in una delle scene più controverse del capitolo originale del gioco. Nella versione classica, c’era un momento in cui Cloud si trovava in una situazione compromettente, rafforzando gli stereotipi negativi sugli omosessuali degli anni ’90. Ma nel remake, questa scena è stata completamente rivisitata, eliminando gli elementi che potevano essere considerati offensivi. Inoltre, un bordello presente nel gioco è stato trasformato in un elegante night club gestito da un nuovo personaggio chiamato Anyan Kunyan, che pronuncia una frase molto inclusiva durante una danza con Cloud. Questa scena è stata applaudita dalla comunità LGBTQIA+.

Dragon Quest XI

 Dragon Quest XI ha sorpreso i giocatori con una parata piena di colori e ballerini piumati, inclusa in un JRPG. In questa parata, spicca Sylvian, un personaggio che rappresenta lo stereotipo dell’omosessuale effeminato ed eccentrico. Tuttavia, è stato apprezzato perché è un personaggio positivo con una storia interessante, e per una volta non cade vittima di un destino tragico e doloroso come spesso accade in altri giochi.

Tell Me Why

Tell Me Why è stato elogiato per la sua rappresentazione positiva e approfondita del personaggio transgender Tyler Ronan. Il team di sviluppo ha lavorato a stretto contatto con membri della comunità transgender per garantire un’accurata rappresentazione. Tyler è il protagonista del gioco insieme alla sua sorella gemella Alyson. I due devono affrontare il loro passato traumatico e scoprire la verità sulla morte della loro madre. Il gioco affronta anche temi come l’accettazione di sé, la famiglia e la comunità.

Apex Legends

Makoa Gibraltar in Apex Legends è un esempio di personaggio LGBTQ che rappresenta la forza e la fiducia indipendentemente dal sesso o dall’orientamento sessuale. Gibraltar è un combattente che partecipa a un torneo mortale per proteggere i suoi cari. Il suo profilo rivela che ha una relazione con un altro uomo di nome Nikolas. Il gioco presenta anche altri personaggi LGBTQ, come Loba, una donna bisessuale che cerca vendetta per l’omicidio dei suoi genitori, e Fuse, un uomo panessuale che ama le esplosioni.

Tanti passi ancora da fare…

Negli ultimi anni si è assistito a un’importante evoluzione dei videogiochi, con sempre più personaggi appartenenti alla comunità LGBTQ+. Questo fenomeno, sebbene con alti e bassi in termini di rappresentazione e qualità, rappresenta un significativo passo avanti verso una società più inclusiva. Gli sviluppatori di videogiochi, attraverso la creazione di rappresentazioni realistiche e diverse delle persone LGBTQ+, possono contribuire a contrastare i pregiudizi del passato e a promuovere un clima di accettazione.

Tuttavia, nonostante i progressi, l’industria dei videogiochi continua a essere fortemente influenzata dal punto di vista dell’uomo bianco eterosessuale cisgender. Le sviluppatrici, così come le figure appartenenti alla comunità LGBTQIA+ e ad altre categorie marginalizzate, trovano ancora difficoltà nel farsi spazio nel mercato e far sentire la propria voce. Questa mancanza di rappresentanza si riflette anche nelle produzioni videoludiche, che spesso si concentrano su protagonisti maschili eterosessuali e stereotipi di padre di famiglia. Le protagoniste femminili, quando presenti, sono spesso oggetto di sessualizzazione smodata.

Nonostante ciò, i gamer appartenenti alla comunità LGBTQIA+ e le donne gamer sono numerosi, tanto che all’interno della comunità si è diffuso il termine “gaymer” per identificare gli appassionati omosessuali di videogiochi, così come per le donne è stato coniato il termine “gamergirl”. Tuttavia, la tossicità dell’ambiente videoludico è ancora presente, come dimostra uno studio che ha rivelato come più della metà delle giocatrici nasconda la propria identità per evitare molestie.

Le sue labbra erano rosse, rosse come le fiamme…

«Le sue labbra erano rosse, rosse come le fiamme…». La rappresentazione LGBTQ+ nel fumetto e nel cinema di animazione giapponese di Camil Ristè parte da una ricostruzione storica della vita editoriale di mangaanime e riviste queer e, attraverso un attento studio del linguaggio, ricostruisce l’evoluzione di questi media e del loro pubblico.

La campagna crowdfunding di MY Self su Eppela

È iniziata su Eppela la campagna crowdfunding per il cortometraggio “MY Self”, che vede la partecipazione dell’autrice fantasy, Licia Troisi. “MY Self” è un cortometraggio di genere fantasy, basato sul tema LGBTQ+ e rappresenta la fase dell’accettazione da parte del protagonista della propria omosessualità. Questo cortometraggio è anche visto come un viaggio per la ricerca di sé stesso. L’obiettivo è quello di contribuire a sensibilizzare sull’argomento LGBTQ+ e per farlo, il corto verrà distribuito il più possibile attraverso proiezioni in Associazioni e presentato ai Festival inerenti al tema. Inoltre, saranno organizzate delle mattine con i ragazzi delle scuole in modo che il messaggio del progetto possa arrivare a più persone possibili.

Il progetto è nato dal make-up artist Tommaso Paolicchi che ha coinvolto la giovane regista e pittrice Lavinia Andreini e insieme, hanno dato vita al progetto. La crew è composta dai videomaker e fotografi Michele Celli e Alessandro Rizzello che spesso lavorano con Lavinia Andreini, dal sassofonista e compositore Omar Daini, dalla disegnatrice Rebecca Tozzetti e dalla scrittrice e traduttrice Valentina Braccini. Mentre il cast è formato dai giovani attori: Lorenzo Sorbi, selezionato anche quest’anno dal Festival cinematografico CinemadaMare e da Niccolò Belli, attore che lo abbiamo visto nella serie tv “Succession3” prodotta da HBO e Lucky Red.

Il progetto è patrocinato dal Comune di Lucca, Fondazione Kennedy Italia, l’Associazione Arcigay, l’Associazione LuccAut, l’Associazione Polyedric Visions, We Are Youth Movement (WAYM), Minì Italia e da Crea Fx. Una preziosa collaborazione è nata con il brand fiorentino We Are Youth Movement (WAYM). Infatti, per questo progetto, il protagonista indosserà una T-shirt di WAYM realizzata appositamente per il cortometraggio e una parte del ricavato verrà donata in beneficenza all’Associazione Italiana Arcigay.Anche l’azienda Minì Italia ha preso parte al progetto. Minì essendo il simbolo di natura e di crescita, accompagnerà il protagonista di “MY Self” durante la ricerca di sé stesso.

Per chi sosterrà il progetto, potrà ricevere alcune ricompense, tra le quali, alcune firmate dall’autrice Licia Troisi. Quindi per supportare il progetto “MY Self – Accetta la grande avventura di essere te stesso”, e per scoprire come poterne far parte, vi invitiamo a visitare la pagina del cortometraggio sul sito di Eppela: eppela.com/projects/8589.

Trevor: Il Musical per il Pride Month

Per celebrare il Pride Month, Disney+ ha diffuso il trailer del film Trevor: Il Musical. Prodotto da RadicalMedia, Trevor: Il Musical è la versione filmata della produzione teatrale di Off-Broadway, che segue un affascinante tredicenne, forza della natura e con una fervida immaginazione. Mentre affronta l’adolescenza nel 1981, Trevor lotta per trovare la propria identità e determinare il proprio posto in un mondo difficile. Quando un incidente imbarazzante a scuola lo porta improvvisamente sotto gli occhi di tutti, Trevor deve trovare il coraggio di tracciare la propria strada. Una storia profondamente commovente e divertente sulla scoperta di sé e sul potere dell’accettazione, Trevor: Il Musical parla di come vivere la propria vita al meglio con tanta passione… e un tocco di stile. Il musical è basato sul cortometraggio Trevor, vincitore di un premio Oscar nel 1995, che ha ispirato la fondazione dell’organizzazione no-profit The Trevor Project per la prevenzione del suicidio giovanile LGBTQ. Trevor: Il Musical debutterà venerdì 24 giugno in streaming su Disney+.

Il tredicenne Holden William Hagelberger interpreta il protagonista “Trevor”. La compagnia di Trevor: Il Musical è composta da 19 membri e comprende anche Mark Aguirre, Aaron Alcaraz, Ava Briglia, Sammy Dell, Tyler Joseph Gay, Ellie Kim, Colin Konstanty, Brigg Liberman, Diego Lucano, Alyssa Emily Marvin, Isabel Medina, Echo Deva Picone, Dan Rosales, Aryan Simhadri, Yasmeen Sulieman, Sally Wilfert, Aeriel Williams e Jarrod Zimmerman.
 
Trevor: Il Musical presenta libretto e testi di Dan Collins (“Southern Comfort”) e musiche di Julianne Wick Davis (“Southern Comfort”). La regia è di Marc Bruni (“Beautiful: The Carole King Musical”) e le coreografie di Josh Prince (“Beautiful: The Carole King Musical”). Trevor: Il Musical è prodotto per Off Broadway da Roy Furman e John Ambrosino/Josie Bray/Mark Woods. La versione filmata del musical, che arriverà in esclusiva su Disney+, è stata diretta da Robin Mishkin Abrams. Le riprese sono state prodotte da RadicalMedia con Jon Kamen, Dave Sirulnick, Meredith Bennett e Jonathan Meyers in veste di produttori esecutivi. Il cortometraggio Trevor, vincitore di un premio Oscar, è stato diretto da Peggy Rajski, prodotto da Randy Stone e scritto da Celeste Lecesne. La prima mondiale di Trevor: Il Musical è andata in scena al The Writers Theatre, Chicago IL. The Trevor (Original Cast Recording) è disponibile per il pre-save e il pre-order con due brani “Overture / Do You Know” e “On With the Show” disponibili in streaming su ghostlightrecords.lnk.to/TrevorPR. L’album completo sarà pubblicato da Ghostlight Records il 24 giugno.

Il Trevor Project è l’organizzazione più grande del mondo per la prevenzione al suicidio e per interventi di crisi per giovani LGBTQ (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali, queer e questioning). L’organizzazione lavora negli Stati Uniti per salvare giovani vite offrendo supporto attraverso programmi gratuiti e confidenziali di prevenzione al suicidio e interventi di crisi sulle piattaforme più utilizzate dai giovani: aiuto telefonico 24/7, messaggi e chat visitando il sito TheTrevorProject.org/Get-Help. L’organizzazione gestisce anche TrevorSpace, il più grande social network sicuro per giovani LGBTQ e porta avanti programmi innovativi di educazione, ricerca e patrocinio.

Berlin di Alexiel Dubois

Un salto nel passato nella Berlino del 1888 dove una linea di confine invisibile delimita le usanze diurne “normalmente” accettate da quelle notturne nei locali tipo l’Eldorado, dove uomini e donne si ritrovano per vivere ogni tipo di trasgressione. Protagonista principale del romanzo “Berlin” di Alexiel Dubois è Achill Dubois, giovane nobile della Berlino di fine Ottocento che conduce una vita dissipata tra locali omosessuali, alcol e droghe.

Ricco, bello e annoiato, Achill vive nel lusso e negli agi derivanti dalla sua famiglia. Non ha crucci, se non un cattivo rapporto con il padre, che in quanto pansessuale lo considera un “invertito”; ma il giovane non gli presta attenzione, e continua a vivere la sua esistenza tra sfarzo, vita notturna in locali ambigui e vizi. Ha invece un ottimo rapporto con il fratello, Khaos, che cerca pazientemente di mediare agli screzi tra i due. In questo contesto si inserisce il rapporto di Achill con il suo fidanzato di lunga data, Reginar Schultz. Amante della bella vita, del lusso e della ricchezza, Reginar, gelosissimo di Achill, pretende solo il meglio. Anche lui, come il suo compagno, non ha un buon rapporto con i suoi genitori: la madre è asfissiante, ossessionata dal figlio. Durate una delle solite serate, Achill incontra Leonard Wagner, un giovane militare di umili origini.  Achill, in quanto tenente dell’esercito, sarebbe un suo superiore, ma il giovane nobile non si cura né della differenza di rango, né di quella di ruoli, anzi…

Per scrivere Berlin l’autrice ha preso ispirazione dal saggio storico Gay Berlin di Robert Beachy e alle tematiche LGBTQ+ di cui si parla nel romanzo. Questo è un viaggio nella storia, ma anche e soprattutto un manifesto della libertà d’espressione e dell’accettazione del prossimo alleggerita da ogni pregiudizio. Berlin è l’esordio letterario di Alexiel Dubois, un romanzo storico pubblicato delle Edizioni Horti di Giano. Disponibile dal 3 giugno 2022 sul sito dell’editore, in tutti gli store online e nelle librerie.

Alexiel Dubois, autrice sotto pseudonimo, nasce a Roma nel 1989. Ha da sempre avuto una passione smodata per le materie umanistiche, in special modo arte, poesia, letteratura e storia; questo l’ha portata a frequentare un liceo artistico romano e poi un corso di laurea in fashion design. La sua passione per l’arte, il sapere e la manualità hanno fatto sì che proseguisse con i suoi studi in moda, accessori e marketing. La sua voglia di esprimersi attraverso la scrittura, nata fin da bambina, l’ha portata a partecipare a diversi corsi di scrittura. Dopo ciò ha deciso di mettere insieme tutte le sue passioni e si è cimentato nel campo del romanzo storico.

 

The A-Z of Awesome: l’alfabeto Lego per il  Pride Month:

Lego ha annunciato di “A-Z of Awesome”, una campagna in corso fino al 2023 che utilizza le costruzioni Lego per celebrare l’inclusività e abbracciare l’espressione di sé nella comunità LGBTQIA+. La A-Z sarà sviluppata in creazioni Lego per aiutare le famiglie LGBTQIA+ a utilizzare il gioco per avere conversazioni aperte sulle loro identità. Affinché l’alfabeto sia creato nel modo più autentico e significativo possibile, i disegni di ogni lettera saranno realizzati da membri della comunità LGBTQIA+, tra cui fan Lego , giovani e meno giovani, membri della comunità e dipendenti Lego.

Lanciato durante il Pride Month, l’alfabeto mira a creare comprensione e accettazione della comunità LGBTQIA+ e delle diverse abbreviazioni utilizzate. “The A-Z of Awesome” mira a presentare il vocabolario della comunità in modo più ampio attraverso un mezzo divertente e giocoso. Il Gruppo Lego invita a presentare le opere, compresa una spiegazione del significato che la costruzione ha per il suo creatore, che sarà pubblicata su un sito web dedicato lego.com/AtoZ.

 Alero Akuya, VP of Brand Development, the Lego Group, ha dichiarato:

“La cosa meravigliosa dei mattoncini Lego è che possono essere una potente forma di espressione personale, in quanto si può costruire qualsiasi cosa si possa immaginare. Sappiamo anche che le persone amano parlare di ciò che costruiscono, quindi abbiamo pensato che sarebbe stato un ottimo mezzo per stimolare conversazioni importanti e talvolta difficili sull’identità…”Non vediamo l’ora di vedere cosa ci invieranno i fan con costruzioni straordinarie e storie bellissime. Speriamo che la loro creatività e la nostra campagna A-Z of Awesome ispirino persone di tutte le età e contribuiscano a creare una maggiore consapevolezza e accettazione. Vogliamo mostrare alla gente che con più amore e comprensione le persone possono essere se stesse”.

L’ispirazione creativa per questa campagna è nata dalla constatazione di GLAAD che quasi la metà (45%) delle persone non LGBTQIA+ trova confuse le conversazioni sull’identità di genere. La direttrice esecutiva di GLSEN Melanie Willingham-Jaggers, ha dichiarato:

“Con l’inizio del Pride Month, è il momento ideale per le famiglie per iniziare nuove conversazioni sull’orientamento sessuale, l’identità di genere e l’espressione di genere… A volte può sembrare opprimente o confusionario iniziare una conversazione sulle identità LGBTQ+, ma non è necessario essere esperti per fornire ai bambini il vocabolario accurato di cui hanno bisogno per parlare di questi temi con compassione e rispetto. Tutti i bambini traggono beneficio dall’apprendimento della diversità del mondo che li circonda e una rappresentazione positiva delle identità LGBTQ+, sia nei programmi scolastici che nel gioco, aiuta i giovani a sentirsi pronti a impegnarsi in modo significativo nelle loro comunità. Siamo orgogliosi di sostenere la campagna “The A-Z of Awesome” del Gruppo Lego come potente strumento per costruire un ambiente più tollerante e inclusivo per le famiglie e i giovani LGBTQ+”.

L’attivista intersessuale e collaboratrice di “A-Z of Awesome”, Pidgeon Pagonis, ha commentato la campagna: 

“Crescendo ricordo di aver provato questo senso di vergogna, come se ci fosse qualcosa di sbagliato in me, o nelle cose che desidero o voglio. Questo progetto è importante perché potrebbe esserci una persona intersessuale che ama costruire con i mattoncini Lego e questo può aiutarla a vedersi rappresentata. Per me sarebbe stata una svolta vedermi riflessa nelle storie dei media e della cultura popolare”.

Con una recente ricerca di GLAAD che mostra come il 59% dei giovani LGBTQ sia stato discriminato in base all’orientamento sessuale e/o all’identità di genere, in aumento rispetto al 46% del 2020, mentre GLSEN riporta che l’81% dei giovani LGBT è stato molestato verbalmente solo nell’ultimo anno e quasi il 69% riferisce di essersi sentito insicuro a causa del proprio orientamento sessuale, il Gruppo Lego continua a impegnarsi a lungo termine per sensibilizzare l’opinione pubblica attraverso campagne a sostegno della comunità.

La campagna 2022 per il Pride Month riunisce i seguenti elementi:

  • La campagna A-Z viene lanciata per invitare la comunità LGBTQIA+ a esprimere la propria identità attraverso la costruzione creativa coi mattoncini. La campagna servirà da invito all’azione affinché altri inviino le loro costruzioni e le loro storie per completare l’alfabeto. Le costruzioni selezionate saranno aggiunte alla A-Z durante il resto dell’anno, per poi presentare l’alfabeto completo entro la fine del 2022.
  • Il Gruppo Lego donerà 1 milione di dollari a organizzazioni partner esistenti e nuove a sostegno della comunità LGBTQIA. Tenete d’occhio la rivelazione di questi nuovi partner su https://www.lego.com/sustainability/people/diversity-and-inclusion/.
  • Parteciperemo agli eventi Pride, ad esempio a Londra e Monaco, organizzando attività di costruzione divertenti ed educative.
  • I nostri gruppi di difesa dei dipendenti LBGTQIA+ stanno organizzando attività per i dipendenti Lego, come il Drag Queen Story Time presso il nostro stabilimento in Messico e presso la nostra sede di Enfield negli Stati Uniti, oltre a sessioni interne con consulenti esterni della comunità.

Questa campagna si basa sul sostegno che il Gruppo Lego ha dato alla comunità LGBTQIA+ negli ultimi anni. Questo ha incluso il sostegno alla comunità LGBTQIA+ con la costruzione di una parata dell’orgoglio in miniatura all’interno della zona di attività per famiglie al Pride di Londra nel 2019. Nel 2020 ha stretto una partnership con l’organizzazione benefica britannica Diversity Role Model, che lavora per promuovere l’inclusione e l’empatia attraverso laboratori educativi nelle scuole, e con l’organizzazione statunitense GLSEN, che lavora per creare ambienti di apprendimento più sicuri e affermativi per gli studenti e i giovani LGBTQ+. Nel 2021, Lego  è diventato sponsor ufficiale del World Pride di Copenaghen, dove ha allestito un’area dedicata alle attività per le famiglie e ha presentato il suo set per l’inclusività Everyone is Awesome, oltre a presentare in anteprima il suo iconico set Queer Eye, che è stato rilasciato più tardi nel corso dell’anno.

Collaboriamo anche con Workplace Pride e Stonewall su base continuativa per utilizzare i loro strumenti, le loro intuizioni e i loro consigli per formare i nostri processi interni per la rappresentanza e l’inclusione LGBTQIA+; e con Open for Business per sostenere l’inclusione LGBTQIA+ a livello globale.L’obiettivo globale del Lego Group è quello di aumentare la rappresentanza in tutto il suo portafoglio. Ciò riguarda i prodotti, i programmi e il marketing in tutte le dimensioni, per riflettere il mercato diversificato e globale in cui opera.

Per ulteriori informazioni lego.com/en-it/rebuild-the-world/a-to-z-of-awesome.

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