Roman Caput Mundi 2024

Al via a Roma il Roman Caput Mundi 2024, torneo internazionale di volley LGBT che si svolgerà il 26 e il 27 aprile 2024. La competizione è organizzata dalla RoMan Volley, che è la società di pallavolo LGBT più grande d’Italia, ha ottenuto il patrocinio del Comune di Roma, della Regione Lazio e del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli.

Quarantacinque squadre da Italia, Francia, Svizzera, Inghilterra, Belgio, Malta si ritroveranno nella capitale. Questi gli ulteriori numeri dell’evento: 320 iscritti, 100 accompagnatori, 7 campi divisi in 3 centri sportivi per un weekend di sport e inclusione.

Venerdì 26 aprile le squadre si ritroveranno al 692 Secret Garden per un aperitivo di benvenuto e per la registrazione. Alla serata parteciperà anche lo scrittore e attivista Emiliano Reali (IG @realiemiliano) che per l’occasione regalerà dei suoi libri ai partecipanti con l’intento di creare una sinergia tra il mondo dello sport e quello della cultura:

“Mi sembrava un’ottima occasione per incrociare cultura e sport nell’ottica dell’inclusione e dell’apertura a tutte le individualità, poi da ex giocatore di pallavolo non potevo mancare!”.

Sabato 27 aprile, invece, dopo una giornata sui campi avranno luogo una cena e un grande party di chiusura al Circolo degli Illuminati.

Perché sport e cultura, oggi come non mai, devono unire anziché dividere.

Il 9 aprile è la Giornata Mondiale dell’Unicorno

Il 9 aprile è stato scelto per festeggiare l’insolita Giornata Mondiale dell’Unicorno (Unicorn Day)! Simbolo di purezza e nobiltà, l’Unicorno è una creatura che è diventata negli ultimi anni, anche grazie ai social network, una figura iconica di un mondo fiabesco e incantato fatto di magia, unicità e, soprattutto, tolleranza.

Marieke van der Poel, fondatrice di Proef, azienda specializzata nell’individuazione delle prossime tendenze, spiega in un’intervista sul San Francisco Chronicle.

 “Se si pensa all’influenza di Instagram e a quanti vogliano presentare se stessi come una persona divertente, è facile capire come colori glitterati o tinte pastello possano essere la scelta giusta … La tecnologia porta a una fuga dalla realtà, ma rende anche più popolari i colori forti e tutte quelle cose che appaiono interessanti sullo schermo”.

Nato dalle storie tradizionali sumeriche, indiane e cinesi, che lo descrivevano dotato di poteri taumaturgici e in grado di apparire solo in caso di eventi straordinari, l’Unicorno è stato trasformato, anche a causa di malintesi linguistici, in un animale forte, pericoloso, dalle sembianze di bufalo (per gli Arabi) e poi di Cavallo Bianco (per il Cristianesimo e, in generale per l’occidente). La religione cristiana fa dell’unicorno un simbolo di castità, purezza, verginità; il carro del trionfo della Castità è trainato da Unicorni. Può anche essere raffigurato con un paio di ali e chiamato alicorno, crasi tra unicorno e Pegaso.

Detto anche Liocorno (mai salito sull’Arca di Noè come cita la famosa canzone per bambini), l’Unicorno si distingue dalla sua controparte ippica per un unico, grande corno a spirale posto in mezzo alla fronte, detto Alicorno. Nella mitologia occidentale, si pensava che rimuovendolo, l’animale avrebbe perso i suoi poteri magici (era un potente anti-veleno) e sarebbe morto. La pratica dell’uso come antidoto dei corni di unicorno (in realtà rari denti di narvalo, corna di orice o falsi costruiti ad hoc) ha avuto una certa diffusione nell’Europa Medioevale: ad esempio, nell’inventario del tesoro papale di Papa Bonifacio VIII del 1295, veniva riportata menzione di quattro corne di unicorni, lunghe e contorte (…) utilizzati per fare l’assaggio di tutto ciò che era presentato al Papa. Per ottenere un magico corno di un Unicorno, Lorenzo il Magnifico pagò 6.000 fiorini; Papa Giulio III 90.000 corone, la Repubblica di Venezia 30.000 ducati. Nel 1533 Clemente VII ne offrì uno a Francesco I; Mazzarino ne possedeva due, uno dei quali era lungo 213,36 centimetri e valeva 2.000 sterline. Ma il più famoso è quello che, nel 802, Carlo Magno ricevette in regalo dal califfo Haroun Al Rashid.

La sua effigie compare nei bestiari medievali che ricordano le leggendarie qualità dell’animale, a cominciare dal potere del suo corno di scoprire e neutralizzare i veleni ma con l’avvento dell’era moderna, la creatura cominciò a uscire da tali volumi “leggendari” per entrare nelle prime opere “scientifiche” di sistematica naturalistica; tuttavia, nel corso del XIX secolo, l’impossibilità di trovare un esemplare indirizzerà la scienza naturalistica a escludere definitivamente l’unicorno dalla lista degli animali esistenti.

Simbolo araldico degli Estensi a Ferrara e dei Borromeo a Milano, l’Unicorno, anzi il Leocorno, era (ed è tutt’ora) uno dei protagonisti del Palio delle contrade di Siena: tra le 17 contrade ve n’è appunto una rappresentata da un cavallo col corno in testa. Similmente, anche nel Palio di Ferrara, la contrada di Santa Maria in Vado Porta, come effigie del suo rione, un unicorno sui colori giallo e viola. La leggenda narra che l’impresa della contrada fosse la purificazione delle acque del Po ottenuta proprio grazie a un unicorno, che con i suoi poteri magici rese la zona di Ferrara florida e irrigabili i campi.

L’Unicorno è stato più volte raffigurato nel corso dei secoli nell’Arte, come simbolo di purezza verginale. Citiamo il dipinto di Luca Longhi, La dama e l’unicorno (1550 ca.), conservato presso il Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo, e l’Affresco la Vergine con l’unicorno, opera di Domenichino, esposto al Palazzo Farnese (1602 ca.). Due unicorni sono anche stati raffigurati in una delle Cappelle della chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore di Milano, nella quale viene rappresentato il suffragio universale.

 

Legend (1985) - Unicorn Scene

L’immagine dell’unicorno compare nella letteratura in diversi prodotti mediali. Di solito, l’unicorno viene raffigurato seguendo i tratti comuni alla tradizione, a volte con aggiunte o modifiche riguardanti poteri magici e comportamento: ad esempio, nel libro Harry Potter e la Pietra Filosofale è citata la presenza nella Foresta proibita di un unicorno, il cui sangue avrebbe il potere di rendere immortali tutti coloro che lo bevono. Nel libro L’ultimo Unicorno di Peter S. Beagle questa creatura mitologica ha invece il potere di mantenere rigogliosa un’intera foresta e di riportare in vita chi è morto da poco tempo. Si discosta invece dalla tradizione Guy Gavriel Kay che nella Trilogia di Fionavar crea Imraith-Nimphais, un unicorno alato di colore rosso, la cui nascita è stata voluta da una dea come guerriero contro Rakoth Maugrim il Distruttore. Altri esempi sono L’unicorno nero di Terry Brooks, La fine del mondo e il paese delle meraviglie di Haruki Murakami, Il cavallino bianco di Elizabeth Goudge. Umberto Eco, invece, nel romanzo Il nome della rosa lo descrive in questi termini: “Ma l’unicorno è una menzogna?”. Nell’Industria cinematografica come non citare l’Unicorno di Legend che ha realizzato una grande magia: non adatto a sconfiggere il Male, ha lanciato la carriera sfolgorante di Tom Cruise oppure il film che ha segnato il ritorno di Steven Spielberg alla regia “Le avventure di Tintin – Il segreto dell’Unicornoun film d’animazione del 2011. Per quanto riguarda invece l’ambito musicale, Lady Gaga lo ha utilizzato come iconadel suo secondo album Born This Way dedicandogli anche la traccia Highway Unicorn (Road to Love). Tanto è l’amore per questa creatura che  per l’artista italo-americana si è fatta tatuare un Unicorno sulla coscia, a simboleggiare il suo appoggio alla comunità lgbt+.

 

FESTA dell'UNICORNO | Cosplay Fantasy Fest | Filmed by Mirko Malavolta

Anche ai giorni nostri esistono dunque rappresentazioni iconiche di questa creatura: in primis non possiamo non citare il grande evento estivo che si svolge ogni anno in Toscana, per la precisione a Vinci (Firenze), la Festa dell’unicorno: una tre giorni dedicata al mondo fantasy, con matrimoni elfici, disfide magiche, le sireneidi, la parata degli Elfi. Oltre 400 spettacoli, distribuiti nelle otto aree di cui si compone la manifestazione: ogni sera un concerto diverso con ospiti attesissimi e conosciuti nel panorama nerd o band epic metal.

UNICORN CAFE in Thailand 🦄 🌈

A Bangkok c’è la Unicorn Café, un risto bar interamente a tema unicorno. Una statua di un enorme unicorno troneggia all’ingresso del locale che è tematizzato, all’interno, con creature dai colori pastello di ogni forma e dimensione: sulla carta da parati, sui divani, sul soffitto. Anche i tantissimi dolci propositi sono in linea con questo mood spensierato: tutti iper colorati e, ovviamente, che garantiscono un glicemico. Nel locale si può noleggiare il pigiama da Unicorno, per essere in perfetto stile con il cafe!

 

Floating Unicorn Island Is Straight Out Of A Dream

Nelle Filippine c’è l’Inflatable Island, un gigantesco parco giochi galleggiante di oltre 4.200 mq, tutto a tema unicorno. Inflatable Island, che si affaccia sul Mare Cinese Meridionale, nella Baia di Subic, offre un nutrito menu di attrazioni: scivoli gonfiabili, torri, ponti, altalene ed anche un trampolino per tuffarsi a pochi metri dalla spiaggia! Per la realizzazione del progetto è stato fatto un investimento di circa 20 milioni di dollari. Qui troneggia l’Unicornzilla, l’unicorno gonfiabile più grande del mondo.

Probabilmente, grazie l’espressione anglosassone “unicorns and rainbows” ovvero “va tutto bene, tutto fantastico”, vuoi per la sua dimensione asessuata, quasi angelica, l’unicorno ha iniziato ad essere associato alla bandiera arcobaleno della comunità lgbt+, come portavoce di slogan finalizzati a superare il concetto di genere durante i gay pride.

Ewit e Aranel. E la maledizione degli elfi

Il mondo fantasy creato da Alessandra Mistretta nel suo primo libro “Ewit e Aranel e la maledizione degli elfi” edito da Porto Seguro, promette di trasportare i lettori in un’avventura magica e avvincente. Mistretta, pittrice di talento che fa il suo debutto nel mondo della letteratura, si distingue per la sua capacità di affrontare tematiche importanti come la disforia di genere e la disabilità attraverso le vicende dei suoi personaggi.

Aranel è intrappolata in un corpo maschile che non le appartiene, che non sente suo. Vessata continuamente dai bulli del Regno di Aleris, intraprende un viaggio fantastico di città in città, alla ricerca di qualcuno o qualcosa che possa spezzare la sua maledizione. Tra meravigliose creature e truffatori senza dignità, Aranel si ritrova a dover sventare una cospirazione ai danni del Conte, che ha sancito la sua pena di morte. Ma la bontà del suo animo frammentato tra due corpi, tra due identità, supera ogni infamia e bassezza che una società bigotta come quella del Regno di Aleris le pone davanti per ostacolarla.

Le illustrazioni presenti nel libro amplificano la storia di Mistretta rendendo la narrazione più coinvolgente per un pubblico di tutte le età. Attraverso Ewit e Aranel, l’autrice promuove l’inclusione e il rispetto per le diversità, spronando i lettori a credere nelle proprie capacità e a seguire il proprio cuore.

Con il suo libro e le sue illustrazioni, Alessandra Mistretta si candida a diventare una voce autorevole nella letteratura fantasy, trasmettendo un messaggio positivo e inclusivo che invita i lettori a esplorare il mondo fantastico di Ewit e Aranel.

“Queer”: un termine fluido per una generazione fluida

Oggi parliamo di un termine che sentiamo sempre più spesso: “queer”. Ma cosa significa davvero? Qual è la sua storia? E perché è così importante per la comunità LGBTQIA+?

Le origini di “queer”

La parola “queer” ha una lunga storia, che risale al XVI secolo. In origine, era usata come termine offensivo per indicare qualcuno di “strano” o “bizzarro”. Nel corso del XX secolo, però, il termine è stato rivendicato dalla comunità LGBTQIA+ come un modo per autoidentificarsi e celebrare la propria diversità.

Un significato in continua evoluzione

Oggi, “queer” è un termine fluido e inclusivo che può assumere diverse sfumature. Può essere usato per:

  • Riferirsi a qualsiasi persona che non si identifica come eterosessuale o cisgender.
  • Descrivere una persona che non si conforma alle norme di genere o sessualità tradizionali.
  • Indicare un’identità di genere o sessuale che non è ancora definita o che è in continua evoluzione.

Perché “queer” è importante?

Il termine “queer” è importante per diverse ragioni:

  • È un termine inclusivo che abbraccia la diversità all’interno della comunità LGBTQIA+.
  • Sfida le etichette e le categorie fisse di genere e sessualità.
  • Promuove l’accettazione di sé e la libertà di essere chi si è.

Un termine per una generazione fluida

In un mondo sempre più fluido e aperto, “queer” è un termine che rappresenta perfettamente la generazione di oggi. Una generazione che non ha paura di essere sé stessa e che sfida le convenzioni.

Quindi, la prossima volta che sentite la parola “queer”, non pensate a un insulto. Pensate a un termine di orgoglio, di inclusione e di libertà.

Saint Seiya: una saga che sfida i confini del genere

Saint Seiya, conosciuto in Italia come I Cavalieri dello Zodiaco, è una saga di anime e manga creata nel 1986 da Masami Kurumada, esordita con il manga Saint Seiya – I Cavalieri dello zodiaco di 28 volumi, a cui sono seguiti un primo adattamento animato per la TV, I Cavalieri dello zodiaco, di 114 episodi, prodotto da Toei Animation fra il 1986 e il 1989, quattro film d’animazione per il cinema, una serie di OAV, diversi sequel manga e numerose serie spin-off. La storia narra le avventure di un gruppo di guerrieri chiamati Cavalieri (o Saint), che indossano armature ispirate alle costellazioni dello zodiaco e combattono per proteggere la dea Atena dalle forze del male. La saga si divide in varie saghe, ambientate in diversi luoghi e tempi, che vedono i Cavalieri affrontare nemici sempre più potenti e pericolosi, come i Cavalieri di Asgard, i Generali di Nettuno, gli Specter di Ade e i divini Thanatos e Hypnos.

Tra i numerosi personaggi che popolano la saga, alcuni si distinguono per la loro ambiguità o fluidità di genere, sfidando gli stereotipi e le aspettative della società. Se fossero stati creati negli ultimi anni, questi personaggi potrebbero essere considerati LGBTQIA+, ovvero persone che non si identificano esclusivamente come eterosessuali o cisgender, ma che esprimono il loro orientamento sessuale e il loro genere in modi diversi e personali. Ecco alcuni esempi che, ripetiamo, possono essere descritti in questa luce grazie alla consapevolezza odierna su queste tematiche ma che sono stati pensati da Kurumada in un periodo ben diverso, quasi sfidando gli stereotipi classici dell’animazione nipponica anni ’80.

Shun di Andromeda

Shun di Andromeda è uno dei personaggi principali e più amati di Saint Seiya. È il Cavaliere di Bronzo di Andromeda, il fratello minore di Ikki, il Cavaliere di Fenice, ed è dotato di una grande sensibilità e gentilezza. Il suo aspetto fisico è delicato e androgino, con lunghi capelli verdi e occhi chiari. La sua armatura è di colore rosa e la sua arma principale sono le catene di Andromeda, che usa sia per attaccare che per difendersi. Shun è spesso oggetto di scherno e discriminazione da parte degli altri Cavalieri, che lo ritengono debole e femminile. Tuttavia, Shun dimostra di avere una grande forza d’animo e di essere capace di combattere con coraggio e determinazione quando necessario. Shun rappresenta un modello di mascolinità alternativa, che non si basa sulla violenza e sull’aggressività, ma sulla compassione e sull’empatia.

Shun è anche il personaggio che ha la relazione più profonda e intensa con il suo fratello Ikki, che lo ha cresciuto e protetto da bambino, e che lo ama più di ogni altra cosa. Il loro legame fraterno è talmente forte che sfiora l’incesto, come suggeriscono alcune scene iconiche e dialoghi tra i due.

Shun è anche il personaggio che ha la relazione più ambigua e misteriosa con il suo nemico Hades, il dio degli inferi. Infatti, Shun è il prescelto per ospitare lo spirito di Hades, che si reincarna nel suo corpo ogni duecento anni per scatenare la guerra santa contro Atena. Shun e Hades hanno una connessione speciale, che va oltre il semplice possesso. Hades sembra provare una sorta di affascinamento o attrazione per Shun, che lo porta a risparmiarlo più volte e a cercare di convincerlo a unirsi a lui. Shun, dal canto suo, prova una profonda angoscia e sofferenza per essere il veicolo di Hades, ma anche una certa curiosità e compassione per il dio solitario e triste. La loro relazione è una delle più complesse e drammatiche della saga, e può essere vista come una metafora di una lotta interiore tra il bene e il male, ma anche come una possibile storia d’amore tra due esseri opposti e complementari.

Aphrodite dei Pesci

Aphrodite dei Pesci è il Cavaliere d’Oro dei Pesci, il più bello tra i Cavalieri d’Oro, con un viso angelico e una chioma turchina. La sua armatura è decorata con fiori e pesci, e le sue tecniche di combattimento si basano sull’uso di rose velenose o esplosive. Aphrodite è un personaggio ambiguo e controverso, che si schiera con il Grande Sacerdote e i suoi piani malvagi, ma che nutre anche un profondo rispetto per Atena e i suoi ideali. Aphrodite sfida i canoni di bellezza e di genere, mostrando che l’aspetto esteriore non è sempre indice della personalità o dell’orientamento di una persona.

Hilda di Polaris

Hilda di Polaris è la sacerdotessa di Odino e la protettrice di Asgard, il regno dei guerrieri nordici. Hilda è una donna forte e carismatica, che governa Asgard con saggezza e giustizia. La sua armatura è composta da una corazza dorata e da un elmo con due iconiche ali, che le conferiscono un aspetto imponente e maestoso. Hilda è una guerriera valorosa, che combatte con una spada e con il potere del cosmo. Hilda è anche una vittima, in quanto viene posseduta da un anello malefico che le altera la mente e la spinge a dichiarare guerra ad Atena e ai suoi Cavalieri. Hilda è un personaggio che unisce i tratti tipici del genere femminile, come la bellezza e la dolcezza, a quelli tipici del genere maschile, come la forza e il coraggio.

Perché questi personaggi erano così inediti per quel periodo storico

Questi personaggi erano così inediti per quel periodo storico perché sfidavano i cliché e gli stereotipi del manga e dell’anime degli anni ’80, che spesso erano dominati dal machismo e dal sessismo. Il machismo è un’ideologia che esalta la virilità e la superiorità dell’uomo sulla donna, e che si manifesta in atteggiamenti di violenza, aggressività, dominio e controllo. Il sessismo è una forma di discriminazione basata sul genere, che si esprime in pregiudizi, stereotipi e disparità di trattamento tra uomini e donne.

Nel manga e nell’anime degli anni ’80, il machismo e il sessismo erano spesso presenti in vari modi, come ad esempio:

  • La rappresentazione dei protagonisti maschili come eroi forti, coraggiosi, combattivi e spesso violenti, che usavano la forza fisica o le armi per risolvere i conflitti e proteggere le donne.
  • La rappresentazione delle protagoniste femminili come eroine belle, dolci, passive e spesso in pericolo, che avevano bisogno dell’aiuto o della salvezza degli uomini, e che si occupavano principalmente dell’amore o della famiglia.
  • La presenza di scene di fanservice, ovvero di immagini o situazioni che mostravano le donne in modo sessualizzato, con abiti succinti, pose provocanti o sottoposte a molestie o violenze.
  • La scarsa presenza o la marginalizzazione di personaggi che non si conformavano ai ruoli di genere tradizionali, che venivano ridicolizzate e caricaturizzate divenendo spesso i cattivi delle serie.

I personaggi che oggi potremo definire “liquidi” di Saint Seiya, invece, erano inediti perché proponevano una rappresentazione diversa e originale del genere, che andava oltre le categorie binarie e fisse, e che invitava a riflettere sulla complessità e sulla diversità dell’essere umano. Questi personaggi esprimevano il loro genere in modi diversi e personali, combinando tratti tipicamente maschili e femminili, o sfuggendo a una definizione univoca. Questi personaggi mostravano anche che l’aspetto esteriore non era sempre indice della personalità o dell’orientamento di una persona, e che la forza o la debolezza non dipendevano dal genere, ma dal carattere e dalle circostanze. Questi personaggi, infine, offrivano un modello di identificazione e di empatia per le persone che si sentivano diverse o escluse dalla società, e che cercavano di affermare la loro individualità e la loro libertà.

L’importanza e l’impatto di questi personaggi

Questi personaggi hanno avuto un’importanza e un impatto notevoli sia nella storia di Saint Seiya che nel panorama del manga e dell’anime in generale. Nella storia di Saint Seiya, questi personaggi hanno contribuito a rendere la trama più ricca e variegata, introducendo temi e conflitti profondi e drammatici, come il rapporto tra fratelli, la lotta tra il bene e il male, il destino e la libertà, l’amore e il sacrificio. Questi personaggi hanno anche influenzato lo sviluppo e la crescita degli altri personaggi, sia come alleati che come nemici, creando delle relazioni dinamiche e significative. Questi personaggi hanno anche dimostrato il loro valore e il loro coraggio, combattendo per le loro cause e per le loro convinzioni, e sacrificandosi per salvare il mondo o le persone che amavano.

Nel panorama del manga e dell’anime, questi personaggi hanno rappresentato una novità e una sfida, rompendo gli schemi e le convenzioni del genere shōnen, che era il genere predominante e più popolare in quel periodo. Questi personaggi hanno aperto la strada a una maggiore diversità e inclusione nel mondo dell’animazione giapponese, offrendo una visibilità e una voce alle persone LGBTQIA+, che spesso erano ignorate o discriminate dalla società. Questi personaggi hanno anche ispirato e influenzato altri autori e opere, che hanno ripreso e approfondito i temi e le caratteristiche dei personaggi di Saint Seiya, creando delle storie originali e innovative.

In conclusione, possiamo affermare che i personaggi di Saint Seiya sono stati dei personaggi rivoluzionari e importanti, che hanno arricchito e innovato la saga di Saint Seiya e il mondo del manga e dell’anime. Questi personaggi hanno offerto una rappresentazione diversa e originale del genere, che va oltre le categorie binarie e fisse, e che invita a riflettere sulla complessità e sulla diversità dell’essere umano. Questi personaggi hanno anche mostrato il loro valore e il loro coraggio, combattendo per le loro cause e per le loro convinzioni, e sacrificandosi per salvare il mondo o le persone che amavano. Questi personaggi, infine, hanno offerto un modello di identificazione e di empatia per le persone che si sentivano diverse o escluse dalla società, e che cercavano di affermare la loro individualità e la loro libertà. Questi personaggi sono dei veri e propri eroi, che meritano il nostro rispetto e la nostra ammirazione.

GamerGirl di Valerie Notari

GamerGirl è un romanzo incentrato sulla vicenda personale di Giulia, una ragazza trans di diciassette anni con una passione forsennata per i videogame online. Quando inaspettatamente viene reclutata da un team professionistico di League of Legends, l’impatto col mondo tradizionalmente maschile degli e-sports la costringerà a uscire dal letargo emotivo e sociale in cui era precipitata a causa del bullismo e delle dinamiche tossiche della sua famiglia, ad affrontare i suoi demoni e trovare il proprio posto nel mondo.

“Quando ho iniziato a scrivere la storia di Giulia, non sapevo ancora di essere io stessa una ragazza trans. Anzi, presi la cosa come una sfida, quella di riuscire a raccontare dall’interno il punto di vista di una persona con un’esperienza così diversa dalla mia” – racconta l’autrice Valerie Notari – “Invece, più mi addentravo nella sua mente e nelle sue emozioni, più facevo ricerca per poterle esprimere al meglio, più mi ritrovavo in ciò che leggevo e scrivevo. Tramite lei e grazie alla mia passione per il cosplay e i videogiochi, ho unito i puntini e risolto un enigma lungo una vita intera: quello di chi fossi davvero”.

La stesura stessa del romanzo è stato un percorso difficile e molto doloroso per Valerie Notari: le paure della sua protagonista e le sue si sono fuse a più riprese e solo ritirandosi per un periodo fra le Alpi francesi l’autrice è riuscita a sbrogliare la matassa.

In quelle settimane ho scritto tutta la seconda parte di GamerGirl e preso la decisione di iniziare la transizione medica. League of Legends stesso ha giocato un ruolo fondamentale nel mio percorso, in particolare il personaggio di Caitlyn, che è stato il mio comfort cosplay e mi ha fatto da scudo nei giorni peggiori. Nel romanzo, per Giulia, quel personaggio è diventato Jinx”.

Naturalmente poi libro è cambiato rispetto alla prima bozza scritta di getto tra le lacrime e ansie di un periodo emotivamente molto duro. Sono subentrate la consapevolezza e le esperienze dei primi mesi di transizione di Valerie, che le hanno permesso di raccontare infine la storia che voleva, una storia di speranza e rivincita, di autoaffermazione e forza di reagire.

“Una storia che spero potrà risuonare nel cuore di tutte le persone che, almeno una volta nella vita, si sono sentite sbagliate”.

Valerie Notari, in arte Imriel, è una scrittrice transgender e una veterana del cosplay italiano. Nel 2014 ha rappresentato il nostro paese all’EuroCosplay e due anni dopo ha fatto parte del team italiano al World Cosplay Summit di Nagoya. Nel 2021 ha pubblicato il suo primo romanzo, Cosplay Girl (Mondadori). Oltre alla scrittura, è appassionata di giochi di ruolo e videogame, soprattutto di League of Legends, che ha ispirato, tra l’altro, la storia raccontata in questo suo secondo romanzo. È molto presente sui social per sensibilizzare su temi a lei cari, in particolare i diritti LGBTQIA+. 

Eppure vogliono cambiarti di Lord Baltimora

Da marzo 2023 in tutte le librerie online sarà disponibile il primo romanzo di Lord Baltimora, che racconta le vicende di alcuni ragazzi all’interno di un istituto. Il giovane autore di Palermo, classe 2002, con il primo dei suoi romanzi si pone l’obiettivo di arricchire la letteratura italiana con tematiche LGBT.

Il libro tratta l’amore omosessuale di alcuni ragazzi inserito nelle dinamiche scolastiche. Il non essere compresi, la paura e il tenere segreto il tutto, smuovono diverse problematiche. Ai  lettori viene offerta una chiave di lettura diversa del mondo omosessuale.

La storia è incentrata sulla vita di Daniele Marino, un giovane che ha la fama di essere uno spezza cuori. Il più carino omosessuale dell’istituto, il più figo. Un’amante senza pietà, spinto da un’insana voglia di divertimento. Eppure le sue prede sono convinte di poterlo cambiare, anche Tommaso, il suo ex ragazzo, che ne ha subite di tutti i colori vuole riprovarci. Daniele è sempre stato così.

Ci sarà davvero qualcuno in grado di poterlo ridimensionare?

Daniele non è il classico adolescente popolare della città. A scuola non si fa che parlare di lui: di quanto sia figo, di quanto sia carino, di quanto sia brutale. Sì, perché qualcuno di più brutale di lui in amore si fa fatica a trovare. Daniele è gay, ma non per questo si fa scrupoli a conquistare e spezzare centinaia di cuori degli sfortunati coetanei caduti nella trappola della sua innata persuasione.

Le ragazze dicono sia la sensualità, e la dannazione per coloro che non possono averlo, scesa in terra. Tuttavia non si comporta così per cattiveria. Il suo gioco è guidato soltanto dalla noia che avverte dentro di se, nel frequentare, organizzare cene e andare a letto con le nuove prede per trovare una sorta di divertimento.

E se qualche ex, di coloro sconfitti in amore, dovesse per caso alzare la cresta non ci penserebbe due volte a chiamare in soccorso il proprio amico Joyce. Che per tutti loro possiede delle “assicurazioni”. Chiunque abbia a che fare con Daniele è estremamente convinto di essere quello giusto, quello che finalmente cambierà il suo modo di fare, colui che magari potrebbe trasformarlo in un ragazzo serio.

Lord Baltimora è nato a Palermo nel 2002. Studente e giovane adolescente come tanti altri, all’età di 15 anni ha iniziato la sua avventura nell’ambito della scrittura dopo essere stato un accanito lettore. Il personale compito è quello di arricchire la letteratura con tematiche LGBT, illuminando di ragione quante più menti possibili.

In & Out. L’eccezionale commedia con Kevin Kline compie 25 anni!

Il 13 Gennaio 1998, esattamente 25 anni fa, usciva nelle sale italiane una commedia meravigliosa chiamata In & Out. Diretto da Frank Oz e interpretato da Kevin Kline, Matt Dillon, Tom Selleck e Joan Cusack, il film ha ricevuto una nomination al Premio Oscar per la miglior attrice non protagonista.

In & Out è stato uno dei pochi film commedia hollywoodiani dell’epoca a trattare il tema dell’omosessualità, e ha ottenuto grande notorietà per il bacio di 12 secondi tra Kevin Kline e Tom Selleck. La pellicola è una divertente, brillante ed elegante commedia sentimentale, ricca di stereotipi, superficialità e una velata satira sociale. Il film si ispira al discorso di Tom Hanks alla vittoria dell’Oscar per Philadelphia, in cui dedicò il premio ai suoi amici gay Rawley Farnsworth e John Gilkerson, definendoli due uomini meravigliosi.

In & Out - Trailer

Il film ruota attorno alla storia di Howard Brackett, un insegnante di letteratura inglese amato dai suoi studenti e appassionato di poesia e di Barbra Streisand. Howard, pronto a sposare la sua fidanzata Emily Montgomery, si trova in una piccola cittadina dell’Indiana chiamata Greenleaf. L’attesa per l’esito della candidatura all’Oscar del suo ex allievo Cameron Drake è palpabile in città, soprattutto dopo che questi vince il prestigioso premio e dedica la sua vittoria al professor Brackett, rivelando al mondo intero che egli è gay. La reazione degli abitanti di Greenleaf e di coloro che conoscono Howard è di sconvolgimento, ma soprattutto lo stesso insegnante è sorpreso dalla dichiarazione del suo ex allievo. Inizia un periodo di confusione e interrogativi per Howard, che cerca in ogni modo di dimostrare la sua eterosessualità, anche tentando di consumare per la prima volta un rapporto sessuale con Emily. Tuttavia, Howard si rende conto di non poter farlo.

L’arrivo in città di un reporter gay, Peter Malloy, sconvolge ulteriormente la vita di Howard, che riceve consigli e supporto dal giornalista. Anche se inizialmente rifiuta di riconoscere la sua vera identità, la situazione si complica durante il suo matrimonio con Emily, quando alla domanda se sposarla risponde di essere gay. La comunità di Greenleaf si schiera a fianco di Howard, manifestando il loro sostegno e accettazione nei suoi confronti. Alla fine, Howard viene licenziato dalla scuola ma, nonostante tutto, partecipa alla cerimonia di consegna dei diplomi dei suoi studenti per dimostrare il suo supporto verso di loro.

Il film si conclude con una celebrazione dalla quale partecipano tutti i personaggi, inclusi i genitori di Howard, Cameron e Emily. Howard viene premiato da Cameron con il suo Oscar, simbolo di accettazione e sostegno. La scena si conclude con una festa in cui tutti ballano e si divertono insieme, dimostrando che l’amore e l’accettazione possono superare ogni pregiudizio.

In & Out - Test

In & Out sdogana la tematica gay in una produzione per il grande pubblico, sfidando con ritmo frizzante le regole sociali del tempo. La pellicola rappresenta la prima vera e propria presa di posizione collettiva contro l’omofobia. La scena cult in cui tutti gli abitanti del paese si alzano in difesa del professore, esclamando: “Anch’io sono gay!”, rimane memorabile.

Nonostante siano trascorsi venticinque anni dalla sua uscita, il film ancora oggi invita alla riflessione attraverso il percorso del suo protagonista, che con difficoltà si muove verso l’accettazione di sé e quella dei suoi familiari circa il proprio orientamento sessuale. La maschilità culturale è mostrata in modo caricato nella scena in cui Howard riascolta un “corso di virilità” in audiocassette, cercando risposte sulla sua identità sessuale. In & Out è un cult che funziona perché tratta una tematica fondamentale come l’omosessualità senza risultare pesante o irriverente. La società può essere cambiata, ma il messaggio del film resta attuale.

L’evoluzione della rappresentazione LGTBQ+ nel mondo dei videogiochi

La rappresentazione delle persone LGTBQ+ all’interno dei videogiochi è un tema rilevante che merita attenzione. Nel corso degli anni, questi personaggi sono stati oggetto di stereotipi e rappresentazioni negative, spesso associati al crossdressing, alla violenza o alla malattia mentale. Spesso i personaggi LGTBQ+ sono stati spesso dipinti come confusi, ambigui, effeminati o come predatori, perpetuando pregiudizi e stereotipi dannosi. Fortunatamente, negli ultimi anni, l’industria dei videogiochi ha cominciato ad abbandonare questi cliché, introducendo personaggi LGTBQ+ più realistici e positivi, che riflettono la diversità e la complessità delle esperienze umane.

Essendo questo sito di natura “Nerd” ci scusiamo anticipatamente con i gentili lettori per eventuali inesattezze legate all’attivismo LGTBQ+ e alla rappresentazione di genere: siamo dunque iperdisponibili a correzzioni, aggiustamenti e riscritture nel massimo rispetto di ogni persona.

Anni 80’ e 90’

Nintendo, una delle principali aziende di sviluppo di videogiochi, è sempre stata attenta alle linee guida sul contenuto dei suoi giochi sin dagli anni ’80. La società ha cercato di evitare temi controversi o offensivi, come la religione, la politica o la sessualità. Nonostante ciò, uno dei primi personaggi transgender a fare la sua apparizione in un videogioco di massa è stato Strutzi, conosciuto anche come Birdo, che è stato introdotto nel gioco “Super Mario Bros. 2” nel 1988 e appare anche nei successivi titoli della serie. Questo personaggio è descritto nel manuale del gioco come “un ragazzo che crede di essere una ragazza” e che “preferisce essere chiamato Birdetta”. Questo dimostra la lungimiranza di Nintendo nel rappresentare la diversità sessuale fin dai suoi primi anni di attività.

Un altro personaggio LGBTQIA+ degno di menzione nella serie di Mario è Ombretta, che appare in “Paper Mario: Il portale millenario”. Questo personaggio è una maga che si innamora del protagonista Mario e lo aiuta nella sua avventura. Tuttavia, Ombretta nasconde un segreto: in realtà è un uomo travestito da donna. Questa rivelazione avviene alla fine del gioco, quando Ombretta si dichiara a Mario e viene respinta. La presenza di questi personaggi all’interno dei giochi di Mario mostra ancora una volta l’impegno di Nintendo nell’includere rappresentazioni diverse all’interno delle sue opere.

Un altro esempio degno di nota è Poison, presente nel gioco Final Fight. La questione dell’identità di genere di questo personaggio ha acceso un acceso dibattito nel corso degli anni. Inizialmente creato come donna, il personaggio è successivamente stato considerato transgender per evitare controversie legate al concetto di violenza contro le donne nei videogiochi. Tuttavia, la questione è diventata ancora più complessa nel tempo: in un secondo momento, Poison è stata rappresentata come transgender negli Stati Uniti e come cisgender in Giappone. Il produttore Yoshinori Ono ha cercato di fornire dei chiarimenti sull’identità di genere di Poison in un’intervista, affermando che nel contesto occidentale il personaggio è transgender dopo aver effettuato l’operazione di riassegnazione di genere, mentre in Giappone è pre-operazione. Tuttavia, successivamente ha ritrattato queste affermazioni, lasciando la responsabilità al giocatore di formarsi la propria opinione su questo argomento controverso.

L’era moderna

È un vero sollievo notare come, nel corso dei decenni, l’ormai prevalente machismo nei videogiochi si stia gradualmente dissipando grazie a continue nuove uscite che presentano protagoniste femminili forti e determinate. Questa inclusività ha finalmente aperto le porte a una maggiore presenza di personaggi LGBTQIA+ all’interno dei videogiochi. Ecco alcuni esempi di videogiochi che hanno affrontato in modo positivo e innovativo la tematica LGBTQIA+:

Life is Strange

La serie di videogiochi Life is Strange ha spinto i confini della rappresentazione LGTBQ+ nei videogiochi. Nel primo episodio, intepretiamo Maxine “Max” Caulfield, una studentessa di 18 anni che si scopre essere bisessuale. Il gioco si concentra sulla sua scoperta di poter riavvolgere il tempo e sulla sua lotta per salvare la sua città natale dalla distruzione imminente. Tuttavia, ciò che distingue davvero Life is Strange è la relazione romantica che si sviluppa tra Max e la sua amica d’infanzia Chloe. L’amore tra di loro è al centro della trama e quando Chloe si trova in pericolo, Max scopre il suo potere di manipolare il tempo. Il gioco offre al giocatore la possibilità di scegliere il destino dei due personaggi, dando loro un’agenzia e una profondità emotiva rare nei videogiochi.

The Last of Us

The Last of Us è un altro gioco che ha affrontato in modo eccellente l’orientamento sessuale dei suoi personaggi. Nel gioco originale e nel DLC The Last of Us: Left Behind, Ellie, la giovane protagonista, esplora la sua sessualità, sviluppando un interesse romantico per la sua amica Riley. Nel seguito, The Last of Us II, Ellie instaura una relazione con Dina, e le due crescono insieme un bambino. Il gioco introduce anche un personaggio transgender di nome Lev, che forma un’alleanza con Abby, una delle antagoniste del gioco. Questi personaggi sono rappresentati in modo realistico e sensibile, mostrando le sfide e le gioie delle loro vite in un mondo post-apocalittico.

Metal Gear Solid3

Il colonnello Yevgeny Borisovitch Volgin è un personaggio ambiguo e provocatorio, che usa la sua posizione di potere per soddisfare i suoi desideri sessuali. La sua relazione con il personaggio Raiden ha sollevato polemiche e ha contribuito a portare una complessità inaspettata al personaggio, evitando gli stereotipi del settore. Il gioco affronta anche il tema dell’identità di genere con il personaggio di Eva, una spia che si finge una donna per infiltrarsi nella base nemica.

Horizon Zero Dawn

Aloy è un’ispirazione per molti giocatori LGBTQ. Il suo personaggio feroce e indipendente rifiuta di essere definito da stereotipi di genere. Aloy affronta molti dei problemi e delle esperienze delle persone queer nel mondo di oggi, diventando così un’icona per la comunità LGBT. Il gioco presenta anche altri personaggi LGBTQ, come Petra, una donna lesbica che si innamora di Aloy, e Vanasha, una donna bisessuale che ha una relazione con il principe Avad.

The Outer Worlds

In The Outer Worlds, il personaggio di Parvati Holcomb si distingue per la sua rappresentazione realistica come una biromantica asessuale. Parvati è descritta come un membro dell’equipaggio del giocatore e si innamora di un altro ingegnere di nome Junlei. La rappresentazione di Parvati è incredibilmente autentica, probabilmente perché lo scrittore del gioco, Kate Dollarhyde, è una donna biromantica asessuale. Il gioco ha anche vinto il Premio Media GLAAD 2020 come miglior videogioco per l’inclusione di Parvati.

Overwatch

Overwatch ha fatto storia con il personaggio di Tracer, che è apertamente lesbica. Nel fumetto “Reflections”, viene rivelato che Tracer ha una fidanzata di nome Emily. La rappresentazione di Tracer come una donna forte e indipendente, con una relazione lesbica unica nel suo genere, ha sfidato gli stereotipi dei giochi d’azione. Il gioco presenta anche altri personaggi LGBTQ, come Soldier 76, che è gay, e Symmetra, che è autistica.

The Witcher 3: Wild Hunt

Il personaggio di Ciri in The Witcher 3: Wild Hunt è attratto dalle donne, come si può notare durante una missione del gioco. Questa rappresentazione di una protagonista queer nel mondo fantasy dei videogiochi è stata accolta positivamente. Il gioco offre anche al giocatore la possibilità di scegliere tra diverse opzioni romantiche per il personaggio principale Geralt, tra cui donne e uomini.

Dragon Age: Inquisition

Dragon Age: Inquisition ha introdotto il personaggio di Dorian Pavus, uno dei primi a essere apertamente gay nei videogiochi. La rappresentazione di Dorian ha segnato un importante passo avanti per l’uguaglianza nella comunità dei giocatori. Dorian è un mago che proviene da una società conservatrice che condanna l’omosessualità. Il suo arco narrativo lo porta a confrontarsi con il suo padre che vuole “curarlo” con un rituale magico. Il giocatore può scegliere di avere una relazione romantica con Dorian o semplicemente essere suo amico.

Final Fantasy VII Remake

Final Fantasy VII Remake ha riscritto in una delle scene più controverse del capitolo originale del gioco. Nella versione classica, c’era un momento in cui Cloud si trovava in una situazione compromettente, rafforzando gli stereotipi negativi sugli omosessuali degli anni ’90. Ma nel remake, questa scena è stata completamente rivisitata, eliminando gli elementi che potevano essere considerati offensivi. Inoltre, un bordello presente nel gioco è stato trasformato in un elegante night club gestito da un nuovo personaggio chiamato Anyan Kunyan, che pronuncia una frase molto inclusiva durante una danza con Cloud. Questa scena è stata applaudita dalla comunità LGBTQIA+.

Dragon Quest XI

 Dragon Quest XI ha sorpreso i giocatori con una parata piena di colori e ballerini piumati, inclusa in un JRPG. In questa parata, spicca Sylvian, un personaggio che rappresenta lo stereotipo dell’omosessuale effeminato ed eccentrico. Tuttavia, è stato apprezzato perché è un personaggio positivo con una storia interessante, e per una volta non cade vittima di un destino tragico e doloroso come spesso accade in altri giochi.

Tell Me Why

Tell Me Why è stato elogiato per la sua rappresentazione positiva e approfondita del personaggio transgender Tyler Ronan. Il team di sviluppo ha lavorato a stretto contatto con membri della comunità transgender per garantire un’accurata rappresentazione. Tyler è il protagonista del gioco insieme alla sua sorella gemella Alyson. I due devono affrontare il loro passato traumatico e scoprire la verità sulla morte della loro madre. Il gioco affronta anche temi come l’accettazione di sé, la famiglia e la comunità.

Apex Legends

Makoa Gibraltar in Apex Legends è un esempio di personaggio LGBTQ che rappresenta la forza e la fiducia indipendentemente dal sesso o dall’orientamento sessuale. Gibraltar è un combattente che partecipa a un torneo mortale per proteggere i suoi cari. Il suo profilo rivela che ha una relazione con un altro uomo di nome Nikolas. Il gioco presenta anche altri personaggi LGBTQ, come Loba, una donna bisessuale che cerca vendetta per l’omicidio dei suoi genitori, e Fuse, un uomo panessuale che ama le esplosioni.

Tanti passi ancora da fare…

Negli ultimi anni si è assistito a un’importante evoluzione dei videogiochi, con sempre più personaggi appartenenti alla comunità LGBTQ+. Questo fenomeno, sebbene con alti e bassi in termini di rappresentazione e qualità, rappresenta un significativo passo avanti verso una società più inclusiva. Gli sviluppatori di videogiochi, attraverso la creazione di rappresentazioni realistiche e diverse delle persone LGBTQ+, possono contribuire a contrastare i pregiudizi del passato e a promuovere un clima di accettazione.

Tuttavia, nonostante i progressi, l’industria dei videogiochi continua a essere fortemente influenzata dal punto di vista dell’uomo bianco eterosessuale cisgender. Le sviluppatrici, così come le figure appartenenti alla comunità LGBTQIA+ e ad altre categorie marginalizzate, trovano ancora difficoltà nel farsi spazio nel mercato e far sentire la propria voce. Questa mancanza di rappresentanza si riflette anche nelle produzioni videoludiche, che spesso si concentrano su protagonisti maschili eterosessuali e stereotipi di padre di famiglia. Le protagoniste femminili, quando presenti, sono spesso oggetto di sessualizzazione smodata.

Nonostante ciò, i gamer appartenenti alla comunità LGBTQIA+ e le donne gamer sono numerosi, tanto che all’interno della comunità si è diffuso il termine “gaymer” per identificare gli appassionati omosessuali di videogiochi, così come per le donne è stato coniato il termine “gamergirl”. Tuttavia, la tossicità dell’ambiente videoludico è ancora presente, come dimostra uno studio che ha rivelato come più della metà delle giocatrici nasconda la propria identità per evitare molestie.

Chi è Arne Renfieldmaish Bartowsky?

Arne Bartowsky che alcuni ricorderanno con il nome @Renfieldmaish, è un micro influencer e cosplayer Transgender che si muove nel mondo Otaku/Cosplay ed Lgbt a colpi di ironia. Lo scopo dei suoi contenuti multimediali è infatti quello di strappare una risata mentre si porta informazione. Arne è una persona attiva su social come Tik Tok, Instagram etc. Luoghi in cui nel corso degli anni si è formata una sua vera e propria community safe appassionata di manga e anime. Collabora con Let’s Cosplay ormai da anni cercando di contribuire in ogni modo alla crescita del progetto insieme agli altri validissimi membri dello staff.
 
Exit mobile version