Sogni d’oro, oggi è la Giornata mondiale del sonno

Ogni venerdì che precede l’equinozio di primavera, ricorre la Giornata Mondiale del Sonno (World Sleep Day), un evento che ha lo scopo di consolidare la consapevolezza dell’importanza del sonno e dei suoi disturbi. La Giornata mondiale del sonno è un evento organizzato a partire dal 2008 dalla Commissione della Giornata mondiale del sonno della World Association of Sleep Medicine (WASM) il cui scopo è quello di celebrare i benefici di un sonno salutare e di richiamare l’attenzione sulle problematiche legate ai disturbi del sonno, nonché di promuoverne la prevenzione e gestione.

 

10 consigli per dormire meglio

    1. Evitare cibi pesanti, piccanti o eccessivamente zuccherati 4 ore prima di mettersi a letto;
    2. Usare una biancheria da letto pulita e comoda;
    3. Regolare quotidianamente un orario per andare a dormire e per svegliarsi;
    4. Evita la caffeina preferibilmente 6 ore prima di andare a dormire;
    5. Trovare la giusta temperatura della camera da letto per favorire il sonno e mantenere la stanza ben ventilata;
    6. Fare allenamento regolarmente, ma non subito prima di andare a dormire;
    7. Cercare di eliminare tutti i rumori fastidiosi e bloccare più luce ambientale possibile;
    8. Non fare mai una “pennichella” che duri più di 45 minuti;
    9. Riservare il letto per dormire (e divertirvi con il vostro partner) ma non ci si lavora, studia e gioca;
    10. Evitare di “ubbriacarsi” e di eccedere con sostanze alcoliche 4 ore prima di coricarsi e … non fumare a letto!

Il 17 marzo 2017, la Giornata mondiale del sonno ha iniziato ad avere risonanza mediatica anche grazie a un Tweet del famoso attore indiano Amitabh Bachchan che, attraverso il suo account @SrBachchan, seguito da oltre 25 milioni di utenti, ha comunicato che il proprio in quella giornata si sarebbe festeggiata “(…) la Giornata Mondiale del Sonno… qualunque cosa significhi !!“. Così è nato il trend relativo a questa giornata con migliaia di condivisioni e commenti di persone di tutto il mondo. Primi, grandi sostenitori della Giornata Mondiale del Sonno sono stati Liborio Parrino, MD, Professore Associato di Neurologia presso l’Università di Parma, Italia e Antonio Culebras, MD, Professore di Neurologia, Upstate Medical University, e Consulente, The Sleep Center, Community General Hospital, Syracuse, New York, USA.

World Sleep Day 2022 Slogan Heard Around the World

L’obiettivo di questo festeggiamento non è “passare la giornata a sonnecchiare” ma ricordare i benefici del sonno nell’economia della vita di una persona e i gravi  danni che possono sussistere per la sua mancanza di sonno: dopotutto “dormire” è un’attività che occupa un terzo della nostra vita. Numerosi studi scientifici stanno dimostrando il legame tra qualità del sonno e stato di salute di un individuo. La scarsità di sonno, come la frammentazione dello stesso, è legata ad un maggior rischio di eventi cardiovascolari, come ictus ed infarto del miocardio, di demenza precoce, rischio di morbo di Alzehimer, ed anche una maggior possibilità di incorrere in patologie tumorali. Risulta chiaro quindi come una buona salute del sonno sia importante per un invecchiamento in salute.

L’importanza del dormire bene è ormai un tema sempre più sentito dagli italiani e non solo; ma come cambia il rapporto con il sonno nei diversi paesi?

La pennichella nella penisola

In occasione della Giornata Mondiale del Sonno, Emma – The Sleep Company, attraverso una recente ricerca,  ha rivelato alcuni dati curiosi sul sonno degli italiani, sempre più stanchi e insoddisfatti della qualità del proprio riposo. Solo il 44,8% ha, infatti, dichiarato di riuscire a dormire tra le 7 e le 8 ore a notte e ben il 69% degli intervistati dichiara di avere un sonno leggero, caratterizzato da risvegli continui e ripetuti durante la notte. Per facilitare l’addormentarsi esistono numerose tecniche diverse ma, nonostante ciò, ben il 42,6% degli italiani dichiara di non avere un rituale particolare per prendere sonno più in fretta e in maniera naturale.

Tra i metodi preferiti, la ricerca ha evidenziato: la lettura di un libro o di una rivista (28%), l’ascolto di playlist musicali e realizzate appositamente per il sonno (12%) o l’ascolto di podcast e audiolibri (10,6%). Nonostante il boom del trend ASMR, solo il 6,6% degli italiani dichiara di utilizzare questa tipologia di video/audio prima di dormire. Filippo Calderaro, Sleep Expert italiano per Emma, ha confermato una problematica che riscontrano molti italiani: l’utilizzo dello smartphone prima di andare a dormire. Dall’analisi condotta è emerso, infatti, come ben il 56,2% degli italiani utilizzi il proprio cellulare poco prima di abbandonarsi tra le braccia di Morfeo, abitudine che influisce negativamente sulla qualità del sonno a causa dell’esposizione alle luci blu

La siesta spagnola

Gli spagnoli si differenziano dal resto dell’Europa in fatto di sonno per un’abitudine diventata molto popolare e oggetto spesso di battute: la siesta. Gli spagnoli sono infatti soliti fare un pisolino subito dopo pranzo, tra le 14.00 e le 16.00, per agevolare la digestione e riprendersi dopo un pasto abbondante a base di tapas. Al di fuori delle grandi città, la maggior parte delle aziende e negozi chiude in questa finestra di tempo, così che i dipendenti possano andare a casa, godersi il pranzo con la propria famiglia e riposare. I lavoratori, infatti, tornano in ufficio più tardi rispetto al resto d’Europa e finiscono di lavorare intorno alle 21.

Gli “inemuri” Giapponesi

I Giapponesi sono un popolo di grandi lavoratori, con ritmi serrati che impediscono di poter dormire le canoniche 8 ore a notte, e proprio per questo in Giappone è consentito (e consigliato) dormire sul posto di lavoro, a scuola, in attesa dei mezzi pubblici e persino durante le riunioni. Questa “arte” è ben diversa da quelli che potremmo definire dei classici “sonnellini” e si chiama Inemuri. Secondo la cultura e la tradizione locale, addormentarsi in pubblico non è visto come un segno di pigrizia ma, al contrario, è indice di duro lavoro e studio, così stancante da non riuscire a rimanere sveglio.

La Germania e i cuscini EXTRA

Il cuscino è forse uno degli oggetti della camera da letto più personali che ci sia, c’è a chi piace molto basso, a chi morbido e soffice mentre altri necessitano di cuscini appositi come quelli per la cervicale. In Germania però sembra esserci un amore spassionato per i cuscini maxi e di forma quadrata, generalmente di misura 80×80 centimetri, con imbottitura di piumino o piuma d’oca.
Keanu Raab, Sleep Expert tedesco per Emma spiega il motivo di questo simpatico aneddoto: “L’abitudine di utilizzare cuscini di grandi dimensioni dura oramai da secoli e la ragione per molti è la possibilità di piegare il cuscino rendendolo comodo da abbracciare e in grado di supportare tutto il corpo e non solo la testa.”
Ma la passione per il corredo notte dei tedeschi non finisce qui! A causa del clima molto rigido in Germania le coppie sono solite avere due piumini singoli anche sul letto matrimoniale. L’abitudine nasce dalla necessità di mantenere la temperatura corporea sempre costante senza il rischio del “furto della coperta” da parte del partner.

I pisolini “rinfrescanti” in Islanda

In Islanda e in molti paesi Scandinavi il sonnellino all’aperto è molto comune e considerato salutare, soprattutto per i bambini e neonati. Si ritiene infatti che la natura e il rumore del vento aiutino nel rilassamento e a cullare i bimbi in un sonno profondo. Questa pratica è molto comune anche d’inverno e non è raro vedere passeggini e carrozzine parcheggiati fuori dai negozi e ristoranti con bimbi ben coperti che riposano tranquilli. Tutto ciò è possibile anche grazie al basso tasso di criminalità del Paese, che permette ai genitori di lasciar dormire serenamente i propri bimbi all’aria aperta.

L’ultima tendenza negli Stati Uniti: Rumore bianco, marrone e rosa

L’America sappiamo essere sempre un passo avanti in fatto di trend, anche per quanto riguarda il sonno! L’ultima tendenza nata su TikTok ha come protagonista non solo il rumore bianco, conosciuto e ampiamente utilizzato per l’addormentamento, ma anche quello marrone, verde e rosa. La differenza sostanziale sta nel suono più basso e la potenza delle frequenze: quello rosa, ad esempio, somiglia molto al suono di una cascata, mentre quello marrone diminuisce di frequenza ogni ottava, imitando il suono della pioggia o dell’acqua della doccia.
Emma Merritt, Sleep Expert americana per Emma ritiene che l’ascolto di rumori rilassanti possa aiutare nel processo di addormentamento “Ci sono ancora pochi studi che possono confermare l’effettiva correlazione tra rumori bianchi e qualità del sonno, ma è una tendenza che sta prendendo piede e che effettivamente aiuta molte persone non solo a dormire meglio ma anche a ridurre ansia e stress durante le attività di tutti i giorni. Io, per esempio, tendo ad utilizzarlo per addormentarmi meglio dopo una giornata molto impegnativa o stressante accompagnato da una bella camomilla calda.”

Trattdo da: Emma – The Sleep Company

Cos’è il White Day?

Molti di voi sicuramente saranno a conoscenza di questo giorno che in Giappone è strettamente collegato con San Valentino: si tratta del White Day che oggi viene celebrato anche in Corea del Sud e Taiwan.

In Giappone la festa di San Valentino segue un preciso rituale: il 14 febbraio le ragazze offrono del cioccolato al ragazzo che amano. Se costui accetta ricambierà il 14 marzo, ossia appunto il white day. Solitamente il dono è un pacchetto di cioccolato bianco (da qui il nome white day), ma anche altra oggettistica dai colori tenui. Più costoso di quello di San Valentino se ha un valore più alto di quello della donna vuol dire che il sentimento è ricambiato.

Come per il cioccolato di San Valentino, anche per il white day esistono tre categorie di doni:

  • honmei-choko (“cioccolato del favorito”) che si consegna alla persona amata
  • tomo-choko (“cioccolato dell’amico”) regalato agli amici
  • giri choco (“cioccolato d’obbligo”), dato per convenzione sociale a colleghi e compagni

Il white day è stato introdotto nel 1978 dall’Associazione nazionale delle industrie dolciarie come risposta a San Valentino e rappresenta un’estensione del Marshmallow day, inventato nel 1977 dalla Ishimura manseido, un’azienda confettiera di Fukuoka che il 14 marzo vendeva agli uomini confezioni regalo di marshmallow da usare come risposta al cioccolato del 14 febbraio.

In molti anime e manga si vede quanto i ragazzi e le ragazze tengano a questi due giorni, specialmente se sono di carattere più timido per cui approfittano di questi doni come forma di comunicazione non verbale

3,14: il Giorno del Pi greco

Il Giorno del Pi greco o Pi Day che si celebra il 14 marzo, ha come scopo quello di incoraggiare i giovani verso lo studio della matematica. Nella stessa giornata in molti paesi viene celebrata anche la giornata mondiale della matematica.

Il giorno 14 marzo è stato scelto per via del suo valore approssimato di “3,14”, 3 indica il mese e il 14 il giorno. Si possono anche aggiungere i due numeri successivi (3,1415) in modo da stabilire un orario per l’inizio del giorno del Pi greco, fissandolo appunto alle ore 15:00. In Italia si è iniziato a celebrare a partire dal 2017 .

Il Pi Day è stato celebrato per la prima volta nel 1988 all’Exploratorium di San Francisco, per iniziativa del fisico statunitense Larry Shaw, soprannominato “Principe del Pi greco”. In quell’occasione oltre a un corteo vi fu anche la vendita di torte, vista l’assonanza con la parola “pie”.

Il valore del Pi greco fino alla 100ª cifra decimale:

3,1415926535897932384626433832795028841971693993751058209749445923078164062862089986280348253421170679

In ambito scolastico si inizia a studiare questa lettera greca in geometria per i problemi e formule del cerchio. Il Pi greco, che è una delle costanti matematiche più note, è il rapporto tra la lunghezza della circonferenza di un cerchio e quella del suo diametro. Pi greco è un numero irrazionale (un decimale senza fine e senza schema ripetitivo) che è più spesso approssimato con il decimale 3,14 o la frazione 22/7.

Il 10 marzo è il Mario Day

Anche Super Mario, il leggendario idraulico italiano di casa Nintendo ha la sua “giornata dedicata”. Infatti, ogni anno, il Mario Day si festeggia il 10 Marzo: una data scelta ovviamente per l’assonanza visiva con il calendario “Mar-10”!

Ma come è nata la leggenda del baffuto con la salopette rossa che da decenni è entrato nell’immaginario collettivo? Shigeru Miyamoto nel 1981, è il creatore di un gioco che avrebbe scosso in maniera definitiva l’industria videoludica: Donkey Kong. Tra i presonaggi del gioco appare un eroe baffuto e colorato il cui scopo è salvare la sua fidanzata Pauline dalle grinfie della cattivissima scimmia giganti: il suo nome era Jumpman! Solo nel 1983 si decise di cambiare nome al personaggio con quello che tutti conosciamo. Il nome “Mario” è stato scelto in onore di Mario Segale, un imprenditore americano di origine italiana che assomigliava al personaggio e che era il proprietario dello stabile affittato da Nintendo negli Stati Uniti.

Grazie a questo “cambio in corso d’opera” ecco arrivare il successo planetario che lo vede protagonista “Mario Bros”, seguito giusto un paio di anni dopo (quattro per noi poveri europei) dal seguito “Super Mario Bros”. Finalmente i giochi sono arrivati a “casa”: con Mario arriva anche la leggendaria prima console NES (Nintendo Entertainment System). Il gioco ha venduto ben 40.24 milioni di unità in tutto il mondo!

Forse non tutti sanno che il cognome completo dei fratelli Mario e Luigi è “Mario”, quindi Mario Mario e Luigi Mario sono i loro nomi completi. Luigi è il fratello gemello di Mario, anche se fisicamente differiscono notevolmente. Bowser, il cattivo della saga, inizialmente doveva essere un bue invece di un tartaruga, e le sue corna sono un rimasuglio di questo design originale.

Dai mitici anni ’80 ad adesso, Mario e suo fratello Luigi sono stati protagonisti di centinaia di titoli videoludici creando un vero franchise globale ricco di personaggi memorabili come Yoshi, Daisy, Peach, Wario etc. etc.. Divenuto una vera e propria icona Pop è uno dei pochi personaggi ad avere ben due stelle nelle street delle Celebrità di Hollywood, sia nella famosa “Walk of Fame” che nella parallela “Walk of Game”. Mario ha fatto numerose apparizioni in altri videogiochi, come i Rabbids o le Olimpiadi con Sonic. La voce iconica di Mario, doppiata da Charles Martinet, è diventata una delle più riconoscibili nel mondo dei videogiochi. Questo talentuoso doppiatore ha convinto i responsabili con un provino indimenticabile, anche se quasi non è riuscito a presentarsi in tempo.

Mario ha reso Nintendo il colosso che tutti conosciamo traghettando l’azienda in tutto il suo processo evolutivo, salvandola spesso dai periodi di crisi: un evergreen che non conosce ostacoli… dunque approfittiamo del 10 marzo per festeggiarlo in maniera epica!

Perché la Mimosa è il simbolo dell’8 marzo?

L’8 marzo è il giorno in cui si festeggia la Giornata della donna. Sulla scelta di questa data circolano diverse “fake news” ormai davvero datate ma che continuano a mostrare il loro fittizio potere emotivo. Parrebbe che, nel lontano 8 marzo 1908, ben 129 lavoratrici dell’industria tessile di nome “Cotton” di New York City furono uccise in un incendio appiccato dallo stesso proprietario mentre le operaie stavano protestando contro le pessime condizioni di lavoro imposte dalla fabbrica. Non è mai esistita una fabbrica a NY dal nome Cotton.

Un vero incendio si svolse purtroppo qualche anno dopo, sempre a marzo. Il giorno tragico fu il 25 e siamo nel 1911, la fabbrica, questa volta reale, si chiamava “Triangle” e il rogo causò la morte di 123 donne e 23 uomini. La commemorazione di questa storia, tragica e reale, però non sancì la nascita della festa della donna e l’8 marzo.

Già il 3 maggio 1908 a New York venne allestita una conferenza “Woman’s Day”, un evento antesignano alla “festa della donna” così come la conosciamo. Solo un anno più tardi, il 23 febbraio, si decise di commemorare il convegno decretandone una festa. Nel 1910, in seguito alla Conferenza delle donne Socialiste di Copenhagen, la festa divenne, per così dire, “internazionale” ma i singoli paesi non si erano ancora “messi d’accordo” sulla data ufficiale. Solo nel 1977, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite istituì ufficialmente, con la risoluzione 32/142, “United Nations Day for Women” ovvero la  “Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale”.

Perché fu scelta proprio la mimosa?

La scelta fu effettuata dalle donne italiane che decisero che la mimosa fosse la pianta ideale per rappresentarle.
Fu infatti scelta nel 1946 dall’U.D.I. (Unione Italiana Donne) che era alla ricerca di un fiore per celebrare la prima festa della donna al termine del conflitto mondiale. Ma la mimosa ricopriva un ruolo nella vita quotidiana anche prima che venisse decretata come fiore simbolo delle donne. Gli indiani d’America, infatti, regalavano un piccolo mazzo di mimose quando decidevano di dichiarare guerra o amore. Le ragazze britanniche erano solite appuntare un rametto mimosa sulle loro giacche per accentuare la loro femminilità. Invece, gli aborigeni australiani ne avevano scoperto delle proprietà curative e le utilizzavano per preparare decotti per curare alcuni disturbi.

I motivi che spinsero le donne italiane a scegliere questo fiore per le loro feste sono meno storici, ma più pratici. Le mimose sono fiori poco costosi che crescono spontaneamente. È così facile trovare dei piccoli rametti che possono appuntati a giacche o camicie. Inoltre i rami della mimosa fioriscono a fine inverno e il giallo intenso stempera fortemente i colori spenti dell’inverno, anticipando così la tipica allegria primaverile. L’unico aspetto negativo è che, purtroppo, le mimose tagliate non durano a lungo. Tuttavia, si può prolungare la loro durata utilizzando due gocce di limone nell’acqua in cui sono immerse, esponendole alla luce.

Giornata Mondiale senza Facebook

Febbraio è proprio il mese della disintossicazione dal web e dai social. Dopo lo “Sconnessi Day“, il 28 febbraio si celebra la “Giornata Mondiale senza Facebook”, un movimento nato in Francia proprio per contrastare la cyber dipendenza e ricordare al fondatore Mark Zuckerberg che gli utenti sono importanti per la vita della piattaforma molto più che gli algoritmi! Putroppo, nonostante l’interesse mediatico su questa iniziativa, questa giornata si rivela essere sempre un clamoroso flop, non essendo più gli utenti avvezzi alla vita al di fuori delle bacheche virtuali!

Facebook, il social network più utilizzato in Italia e nel mondo, si è oramai “impossessato” delle nostre vite, confermando appunto il fenomeno della dipendenza da esso. Anche solo guardare passivamente le notizie fa parte di questo meccanismo: trascorriamo su Facebook in media due ore al giorno, confermandoci al primo posto in Europa tra gli amanti dei social network.

L’obiettivo è quello di diffondere l’idea che per vivere meglio è necessario tornare a guardare il mondo intorno a sé. Esiste anche un gruppo su Facebook dedicato all’iniziativa anche se appare contraddirsi da solo. Facebook si è rivelato molto importante al fine della promozione di eventi attraverso la costituzione di campagne di comunicazione.

E purtroppo non è solo Facebook a causare dipendenza negli avventori, come è possibile vedere dai numeri sempre in crescita delle altre piattaforme a partire da Whatsapp, per passare attraverso Snapchat, Instagram, che ha raggiunto lo stesso numero degli utenti di Twitter e TikTok.

Sconnessi Day: perché e come partecipare alla giornata senza tecnologia

Il 22 febbraio è il giorno in cui si celebra lo Sconnessi Day, una giornata dedicata a staccare la spina dai dispositivi elettronici e riscoprire il valore delle relazioni umane. Si tratta di un’iniziativa nata nel 2010 negli Stati Uniti, con lo scopo di sensibilizzare le persone sui rischi della dipendenza dalla tecnologia e suggerire loro delle alternative più sane e gratificanti.

Lo Sconnessi Day si basa su 10 principi, che invitano a evitare l’uso di smartphone, tablet, computer, televisione e altri apparecchi tecnologici per 24 ore, e a dedicarsi invece ad attività come leggere, scrivere, meditare, fare sport, giocare, cucinare, fare volontariato, passare del tempo con la famiglia e gli amici, e così via. L’idea è di ritrovare il contatto con se stessi e con gli altri, senza le distrazioni e le pressioni della vita digitale.

Lo Sconnessi Day non è solo una sfida personale, ma anche un movimento globale che coinvolge migliaia di persone in tutto il mondo. Negli anni, sono stati organizzati eventi di disconnessione in diverse città, come New York, Los Angeles, Londra, Parigi, Berlino, Tel Aviv e molte altre. Anche alcune celebrità e aziende hanno aderito all’iniziativa, come Richard Branson di Virgin e OnePlus, dimostrando che anche il mondo degli affari può beneficiare di una pausa dalla tecnologia.

Ma perché partecipare al Sconnessi Day? Quali sono i vantaggi di staccare la spina per un giorno?

Ecco alcuni motivi per provare questa esperienza:

  • Ridurre lo stress: la tecnologia può essere fonte di stress, ansia e frustrazione, sia per il sovraccarico di informazioni che per le aspettative sociali. Staccare la spina può aiutare a rilassarsi, respirare e ritrovare la calma.
  • Migliorare la salute: la tecnologia può avere effetti negativi sulla salute fisica e mentale, come disturbi del sonno, mal di testa, problemi alla vista, postura scorretta, isolamento, depressione e altro. Staccare la spina può favorire il riposo, il movimento, l’attenzione e l’umore.
  • Aumentare la creatività: la tecnologia può inibire la creatività, limitando la capacità di immaginare, sognare, inventare e risolvere problemi. Staccare la spina può stimolare la fantasia, la curiosità, l’espressione e l’innovazione.
  • Rafforzare le relazioni: la tecnologia può interferire con le relazioni umane, creando distanza, incomprensione, gelosia e conflitti. Staccare la spina può migliorare la comunicazione, l’empatia, l’affetto e la fiducia.
  • Apprezzare la vita: la tecnologia può distogliere l’attenzione dal presente, facendo perdere di vista le cose importanti e belle della vita. Staccare la spina può aiutare a vivere il momento, a godere dei piccoli piaceri e a essere grati.

Come partecipare allo Sconnessi Day?

Non c’è una regola fissa, ma solo una raccomandazione: spegnere o mettere in modalità aereo tutti i dispositivi tecnologici per 24 ore, dal tramonto del 21 febbraio al tramonto del 22 febbraio. Poi, scegliere come trascorrere il tempo a propria discrezione, seguendo i propri interessi, passioni e bisogni. Si può partecipare da soli, in coppia, in famiglia o in gruppo, a casa o fuori, in città o in natura. L’importante è disconnettersi dal web e connettersi con se stessi e con gli altri.

Se ti senti pronto a provare questa sfida, unisciti allo Sconnessi Day e scopri cosa succede quando stacchi la spina. Potresti rimanere sorpreso dai risultati e decidere di ripetere l’esperienza più spesso. O magari potresti capire che non ne hai bisogno, perché sai già come gestire il tuo rapporto con la tecnologia in modo equilibrato e consapevole. In ogni caso, il Sconnessi Day è un’occasione per riflettere sul tuo stile di vita e sulle tue priorità, e per fare un regalo a te stesso e alle persone che ami. Buona disconnessione! 😊

World Thinking Day: 10 film per celebrarlo!

Il 22 febbraio si celebra il World Thinking Day o Thinking Day (Giornata del pensiero), in ambito scout coinvolge tutte le Guide del mondo. È un giorno dedicato alla riflessione sul senso del Guidismo rivolgendo un pensiero anche alle altre Guide presenti nel mondo. Anche gli Scout partecipano solitamente al Thinking Day, in questo giorno tutti gli esploratori e guide del mondo in sono soliti donare simbolicamente un penny, (ndr una moneta di valore variabile a seconda del paese), da destinare per lo sviluppo o il sostegno del guidismo nei paesi in difficoltà.

Infatti, in questo stesso giorno, che coincide con l’anniversario di nascita di Robert Baden-Powell, molte associazioni dell’Organizzazione Mondiale del Movimento Scout (OMMS) festeggiano il B.-P. Day o Founder’s Day, una giornata commemorativa dedicata a Baden-Powell. Le associazioni che aderiscono sia all’AMGE che all’OMMS, come ad esempio l’AGESCI e il CNGEI, in questa data festeggiano il Thinking Day anche con la loro componente maschile. In Italia alcune associazioni non riconosciute parlano di Giornata del Ricordo.

Per celebrare questa giornata, L’Associazione Mondiale Guide ed Esploratrici (AMGE) sceglie un tema di rilevanza internazionale insistendo in particolare sui Paesi su cui focalizzare l’attenzione dell’evento; l’obiettivo è quello di far riflettere i ragazzi di tutte le età attraverso diversi strumenti educativi, sulla particolare tematica scelta, trasformandosi da evento a opportunità per conoscere gli usi e i costumi degli altri paesi. L’AMGE ha anche organizzato il Thinking Day Fund, un fondo che si propone di raccogliere i penny di scout e guide per finanziare progetti per aiutare Guide e Scout in tutto il mondo.

Pellicole su Geni più o meno incompresi

Quali sono i dieci film su menti geniali da vedere assolutamente, anche come fonte di ispirazione? Per accontentare ogni sensibilità, abbiamo cercato di pescare tra film sulla fisica, sui geni informatici e del computer, su scienziati e film geniali in chiave filosofica e letteraria.

I ragazzi di via Panisperna

La straordinaria avventura umana e intellettuale del gruppo di giovani scienziati italiani che negli anni Trenta, sullo sfondo del Fascismo imperante, collaborarono con Enrico Fermi alla realizzazione di alcune delle più importanti ricerche sperimentali nel campo della fisica nucleare del secolo scorso. È il film di Gianni Amelio con Ennio Fantastichini, Andrea Prodan, Laura Morante e Virna Lisi, “I ragazzi di via Panisperna”, in onda sabato 11 aprile alle 21.10 su Rai Storia per il ciclo “Cinema Italia”. Soggetto di Gianni Amelio con Vincenzo Cerami. Sceneggiatura di Gianni Amelio con Alessandro Sermoneta. Due Ciak d’oro per il montaggio (Roberto Perpignani) e i costumi (Lina Nerli Taviani).

Scene Film: I Ragazzi di Via Panisperna

Genio per amore

A metà degli anni ’50, Albert Einstein studia, ricerca e insegna nell’università di Princeton. Catherine è la sua intelligentissima nipote che è fidanzata con uno psicologo del quale lo zio non ha molta stima dal punto di vista dei sentimenti. Convinto che sua nipote debba trovare di meglio, individua il principe azzurro in Ed, un meccanico della vicina officina. Per far sì che Catherine si accorga di lui, Einstein e il suo gruppo di amici scienziati fanno in modo che Ed presenti uno studio sulla fisica e una nuova invenzione in facoltà. A poco a poco Catherine si innamora.

GENIO PER AMORE | Teaser trailer italiano

La teoria del tutto

Università di Cambridge, 1963. Stephen Hawking è un promettente laureando in Fisica appassionato di cosmologia, studia Lettere con specializzazione in Francese e Spagnolo ed è follemente innamorato di una ragazza incontrata ad una festa. Tra i due nasce una incredibile storia d’amore destinata a durare nel tempo, ma anche a cambiare col tempo. Del resto il tempo è l’argomento preferito di Stephen, che di cognome fa Hawking, e lascerà il segno nella storia della scienza.

La Teoria del Tutto - Trailer italiano ufficiale

The Imitation Game

Durante l’inverno del 1952, le autorità britanniche entrarono nella casa del matematico, criptoanalista ed eroe di guerra Alan Turing per indagare su una segnalazione di furto con scasso. Finirono invece per arrestare lo stesso Turing con l’accusa di “atti osceni”, incriminazione che lo avrebbe portato alla devastante condanna per il reato di omosessualità. Le autorità non sapevano che stavano arrestando il pioniere della moderna informatica. Noto leader di un gruppo eterogeneo di studiosi, linguisti, campioni di scacchi e agenti dei servizi segreti, ha avuto il merito di aver decifrato i codici indecifrabili della macchina tedesca Enigma durante la II Guerra Mondiale.

THE IMITATION GAME - TRAILER ITALIANO UFFICIALE HD

A Beautiful Mind

Forbes Nash Jr e’ un giovane, timido ed eccentrico matematico che grazie alle sue geniali teorie riesce a raggiunge la fama e un prestigioso posto da ricercatore al Mit. In piena guerra fredda la sua abilita’ nel decifrare codici segreti attira l’attenzione del Pentagono. Ma le sue manie di persecuzione lo spingono verso la malattia mentale e il ricovero in ospedale dove viene sottoposto a sedute di elettroshock e a massicce dosi di farmaci. Grazie all’amore della moglie Alicia riesce a tornare all’universita’ e, ormai settantenne, viene insignito del premio Nobel.Un libro, un film…Questo film e’ tratto dal libro “Il genio dei numeri. Storia di John Forbes Nash jr, matematico e folle” di Nasar Sylvia

A beautiful mind - trailer ita HD

Basta che funzioni

Boris Yelnikoff, un tempo fisico di fama mondiale ed ora uomo anziano che ha gia’ fallito un tentato suicidio (in seguito al quale la moglie lo ha lasciato), e’ in lotta con il mondo. Non c’e’ nulla che consideri positivo e anche le lezioni di scacchi che impartisce a giovani allievi divengono un’occasione di scontro. Finche’, un giorno, non incappa in Melody, una giovane miss di provincia che e’ fuggita nella Grande Mela e dorme in strada. Il burbero Boris cede alle sue richieste e acconsente ad ospitarla per una notte che si trasformera’ in mesi sino a divenire un matrimonio. Ma non tutto potrà proseguire pacificamente perche’ Marietta, la frustrata madre di Melody, riesce a rintracciare la figlia. E non e’ per nulla contenta di quelle nozze.

basta che funzioni trailer ita

Will Hunting – Genio ribelle

Il ventenne Will Hunting vive in un quartiere di periferia nella città di Boston, e come questo anche lui si trova ai margini di un mondo nel quale non si riconosce. Le sue giornate sono composte da lavori precari e uscite insieme agli amici Chuckie, Morgan e Billy. Quelli con loro sono gli unici momenti davvero felici per il giovane, altrimenti insicuro sul proprio futuro e tormentato dal proprio violento passato. È proprio durante una serata con gli amici che incontra la dolce Skylar, studentessa di Harvard di cui si innamora, venendo ricambiato. Mentre vive questo grande sconvolgimento sentimentale, però, Will va incontro ad una serie di eventi che cambieranno per sempre la sua vita.

will hunting - genio ribelle trailer italiano

L’arte di vincere

Assunto come general manager della squadra di baseball degli Oakland’s Athletics, Billy Beane cerca di trovare in un complesso sistema computerizzato d’analisi statistica il modo di trovare i giocatori migliori da mettere sotto contratto e da schierare. Per tornare finalmente a vincere.

L'Arte di Vincere - Trailer ufficiale italiano

L’uomo che vide l’infinito

L’uomo che vide l’infinito (The Man Who Knew Infinity) è un film del 2015 scritto e diretto da Matt Brown, basato sulla biografia di Srinivasa Ramanujan, genio della matematica scritta da Robert Kanigel. Nel 1913, Ramanujan, genio indiano della matematica, completamente autodidatta, visito’ il Trinity College di Cambridge, dove strinse un legame con il suo mentore, leccentrico professore, G.H. Hardy e lotto’ contro i pregiudizi, per rivelare al mondo il suo genio matematico.

Dev Patel è L'uomo che vide l'infinito | Trailer italiano ufficiale [HD]

Steve Jobs

La pellicola, con protagonista Michael Fassbender, si basa sulla biografia autorizzata Steve Jobs, scritta da Walter Isaacson e pubblicata nel 2011. Si tratta del secondo film biografico su Steve Jobs dopo Jobs di Joshua Michael Stern del 2013.. Scommettere contro il sistema e guadagnarci. È quello che ha fatto un piccolo gruppo di speculatori visionari che hanno intuito che cosa stava succedendo sul mercato prima dello scoppio della crisi mondiale nel 2008 e ne hanno approfittato, facendo a volte precipitare gli eventi e uscendone vincenti.

STEVE JOBS di Danny Boyle - Trailer italiano ufficiale

A serious man

Larry Gopnik, un professore ebreo del Midwest, vive in un tranquillo quartiere della periferia di Minneapolis. La sua esistenza subisce una brusca svolta quando la moglie Judith decide di lasciarlo. Larry apprende con sconforto che Judith ha una relazione con un vecchio amico di famiglia, Sy Ableman, ma non puo’ fare a meno di constatare che negli ultimi tempi la situazione e’ diventata invivibile: da quando suo fratello, un uomo inetto e incapace di provvedere a se stesso, si e’ insediato nel loro soggiorno e non ne vuole sapere di andarsene. Mentre e’ alle prese con il proprio dolore, Larry deve fronteggiare un figlio in piena crisi adolescenziale, una vicina di casa tutto pepe, e uno studente che sta cercando di minare la sua carriera. Forse l’unica soluzione e’ quella di rivolgersi ai rabbini…

A Serious Man - Official Trailer

Flash of Genius

1967, Robert Kearns, é un professore universitario con l\’hobby di inventare cose utili. Durante il suo tempo libero riuscì così a progettare un marchingegno che poteva cambiare le abitudini di milioni di automobilisti, il tergicristallo. Qualcuno però si appropriò della sua idea e l’uomo, deciso a fa r rispettare i suoi diritti, si imbarcò in una causa contro un colosso dell’industria…

Flash of Genius Official Trailer #1 - Greg Kinnear Movie (2008) HD

The Social Network

In una sera d’autunno del 2003, lo studente di Harvard Mark Zuckerberg, un genio dell’informatica, navigando tra blog e linguaggi di programmazione, crea quella che diventerà una rete sociale globale che rivoluzionerà la comunicazione. In soli sei anni si troverà ad essere il più giovane miliardario della storia… ma per lui il successo porterà anche complicazioni sia personali, sia legali.

THE SOCIAL NETWORK - Official Trailer [2010] (HD)

Il 21 febbraio è il Cosplay Day: la giornata della materializzazione della Fantasia

Proprio il 21 febbraio del 1981 in Giappone, corrisponde, secondo molti, la fatidica data in cui far risalire la nascita di un fenomeno, diffusosi poi durante il decennio successivo anche in occidente, e conosciuto con il nome di Cosplay. In quei giorni infatti, in occasione dell’ uscita del primo lungometraggio della serie Gundam, migliaia di giapponesi si radunarono di fronte ai cinema di alcune città nipponiche travestite come i personaggi della serie cinematografica. Questa vasta ed inattesa mobilitazione popolare destò da subito un grande interesse nei media, che iniziarono a parlare della possibile nascita e diffusione di un nuovo fenomeno sociale in Giappone: “giocare a Gundam”.

La pratica del cosplay, a più di quarant’anni dalla sua nascita consiste, oggi come allora, nell’ indossare un costume che rappresenti un personaggio riconoscibile in un determinato ambito, interpretandone fisionomia e caratteristiche comportamentali. I personaggi rappresentati, data l’origine orientale del fenomeno, hanno a che fare per lo più con il mondo dei manga, anime e videogame, anche se la pratica si è estesa negli ultimi anni ai protagonisti di giochi di ruolo, libri, e ai membri delle band giapponesi pop e rock. Tale tendenza, relativa nella sua fase iniziale al solo mondo dei fumetti, si e’ estesa più che ad altri ambiti principalmente a quello dei video-game, basandosi oggi su due principali modelli di riferimento: “Naruto e Final Fantasy”.

Il termine cosplay, coniato per definire questo nuovo fenomeno sociale sorto durante gli anni ‘80, rappresenta una contrazione delle parole inglesi costume (costume ) e play (giocare/interpretare/recitare). Si tratta quindi di un’ accurata e divertente interpretazione dei propri personaggi preferiti, inscenata non solo nell’ ambito di manifestazioni pubbliche come i convegni su anime e manga, ma anche in forma privata con amici e conoscenti appassionati di cosplay. Cosa che avviene settimanalmente in un quartiere di Tokyo, Harajuku, dove i migliori cosplayers giapponesi si danno appuntamento, ogni fine settimana, per mostrare a loro stessi e ai curiosi presenti le proprie creazioni. Creazione e materializzazione della fantasia, dell’ intangibile; è questa la principale differenza tra il cosplay e la pratica del vestirsi in costume diffusa negli Stati Uniti ed in Europa

Non si tratta quindi, come ad esempio per i fanatici della saga di “Star Trek”, di una reinterpretazione di attori e personaggi in carne ed ossa, bensì della trasposizione di personaggi fantastici nel mondo reale e della possibilità di toccare con mano qualcosa che prima era possibile solo con l’ immaginazione. Al di la di tali differenze, il potere mediatico e la capillare diffusione delle opere cinematografiche made in USA, hanno portato anche in Giappone alla nascita di cosplayers ispirati a celebri opere occidentali, quali: “Il Signore degli Anelli” o “Harry Potter”. Oltre al termine cosplay, oggi giorno universalmente riconosciuto ed utilizzato per definire il fenomeno nato in Giappone nei primi anni ’80, si parla anche a volte di cross-players. Derivante da cross-dressing e cosplayer, il termine viene usato per definire coloro che inscenano personaggi del sesso opposto al loro, anche se non è universalmente accettato.

Oltre alla minuziosa riproposizione della fisionomia dei personaggi inscenati, attraverso la creazione di abiti che esigono un grande dispendio in termini di tempo e denaro, un altro elemento cardine del cosplay consiste nel rappresentarne anche le caratteristiche comportamentali. Si tratta di vere e proprie scenette, tendenti a riproporre fedelmente gesti, modi di fare dei personaggi o addirittura determinati passaggi di film, fumetti o serie da cui sono tratti. Tale pratica, che resta comunque marginale in Giappone, ha raggiunto una discreta diffusione in altri paesi in cui si pratica il cosplay. È possibile infatti assistere durante gare o raduni, a complesse reinterpretazioni corredate anche da colonne sonore ed accessori che ripropongono fedelmente ambientazioni e caratteristiche delle fonti originali di riferimento. Il cosplay si presenta quindi come una complessa e variegata mescolanza di più categorie: fandom, tribalismo, street style, performance ecc….

Tant’è che a tal proposito, Jenkins parla dello sviluppo di una vera e propria “cultura della convergenza”. Tra le varie categorie definite in precedenza, il fandom (letteralmente regno degli appassionati) rappresenta sicuramente un elemento cardine della cultura cosplay. La parola fan, dal latino fanaticus, ha avuto per molto tempo una connotazione negativa, definendo un falso adoratore, privo di qualsivoglia distanza critica nonché dotato di una mentalità staccata dalla realtà. Questo perché, come sosteneva lo stesso Jenkins, le preferenze dei fan erano considerate anomale e minacciose da chi voleva mantenere intatti gli standard culturali dominanti. Il fan era quindi considerato privo del buon gusto borghese, nonché tendente a violare le gerarchie culturali prestabilite.

A tal proposito Bourdieu, citato anche da Jenkins, sosteneva:

“i fan, incuranti del copyright, raccolgono materiali della cultura di massa da rielaborare ad uso personale come basi per le loro creazioni culturali ed interazioni sociali, attuando un raggruppamento di gusti che il gusto borghese dominante vorrebbe separati”.

Nelle vesti di veri e propri “bracconieri della cultura di massa”, i fan si tramutano da fruitori passivi in attivi produttori e manipolatori di senso, giungendo così a rendere ancor più labili i confini tra fatti e finzioni. Trasformando l’ esperienza in complessa cultura partecipativa, costruiscono la loro identità socio-culturale tramite prestiti ed influssi dell’ immaginario di massa, riuscendo anche a dar voce a determinate preoccupazioni cui i media non prestano troppa attenzione. Sempre a proposito dei fan, Fiske parla dello sviluppo di una vera e propria “economia culturale ombra”, caratterizzata da una propria produzione e distribuzione e tendente a condividere alcune caratteristiche con l’industria culturale.

Secondo Fiske infatti, i prodotti creati dai fan darebbero un’ identità non solo a loro stessi, ma anche alla comunità di cui fanno parte. Al di la di quanto detto fin’ora risulta innegabile l’importanza rivestita oggigiorno dai fan club, i quali sarebbero in grado di svolgere un’ importantissima funzione di interfaccia tra organizzazioni produttive, star ed audiance, riuscendo a creare canali e relazioni. Tale mission e’ oggi semplificata e resa più agevole dalla diffusione dei nuovi media che forniscono ai fan club molte più possibilità di fare rete, nonché di tramutarsi in veri e propri opinion maker. Data questa breve ma sufficientemente approfondita analisi, si può facilmente comprendere come il cosplay abbia a che fare con una cultura proveniente dal basso, ma soprattutto dalla passione. Oltretutto, a quasi trent’ anni dalla sua nascita, sembra ormai fuorviante definire quale semplice emulazione di manga, anime o videogame, quello che oggi si può definire a tutti gli effetti un fenomeno socio-culturale globale in forte ascesa.

Foto di Alessandra Angelini, Pamy, Sonia Moriccioni, Giada Colistra, Peppe Labate, Gianni Liuzzi

Il 17 febbraio è la Festa Nazionale del Gatto

Sebbene ci siano date diverse la Festa Nazionale del Gatto ricorre il 17 febbraio ed è stata istituita nel 1990. Nel 2002, invece, the International Fund for Animal Welfare ha stabilito come World Cat Day l’8 agosto. Per comune decisione delle maggiori associazioni feline, dopo tanto discutere, si è stabilito che la moderna giornata mondiale del gatto debba essere il 17 febbraio.

Difficile non cedere alla tentazione di chiedersi “ma perché proprio questo anonimo giorno?

La giornalista Claudia Angeletti ha richiesto ai lettori della rivista “Tuttogatto” di stabilire un giorno da dedicare ai gatti. La proposta vincitrice fu quella della signora Oriella Del Col che ha scelto una data ben precisa corredandola di motivazioni molto significative:

  • febbraio è il mese del segno zodiacale dell’ Acquario, ossia degli spiriti liberi così come vengono definiti i felini, inoltre è definito, secondo cultura popolare, “il mese dei gatti e delle streghe”
  • il numero 17, nella tradizione italiana, è collegato alla sfortuna, così come il gatto (nero) anche se sappiamo, ovviamente, che questa cosa è priva di fondamento, inoltre è l’anagramma del numero romano XVII che si trasforma in “VIXI” “sono vissuto” quindi “sono morto”. Il gatto, sempre secondo alcune leggende, può avere altre vite, quindi il 17 diventa “1 vita per 7 volte”.

Secondo alcuni la scelta del giorno 17 sarebbe invece da interpretare così: 1 volta morirò e 7 vivrò. Una teoria, quest’ultima, comprovata dal fatto che nei paesi nordici il numero 17 porta fortuna proprio perché significa “vivere una vita per sette volte”. C’è invece chi sostiene che la scelta del giorno si debba all’iniziativa della giornalista Claudia Angeletti, che nel 1990 si adoperò per creare questa ricorrenza. Sia come sia, ricordiamoci, il 17 febbraio, di fare gli auguri al nostro micio… magari aprendo una di quelle scatolette golose che gli piacciono tanto.

Il gatto nella storia

Nell’Antico Egitto i gatti erano considerati delle divinità: la dea Bastet aveva il corpo da donna e il viso da gatto. A Pompei alcuni mosaici ne testimoniano la presenza nella società romana. Nel Medioevo, in Europa, i gatti vennero associati alla stregoneria, fatto che scomparve nel Rinascimento. Ne era un grande appassionato il poeta Francesco Petrarca, a cui viene attribuito l’aforisma “L’umanità si può suddividere grosso modo in due categorie: coloro che amano i gatti e coloro che vengono puniti dalla vita“.

 

Il gatto nell’ era moderna

Come sappiamo, numerosi personaggi appartenenti al mondo dello spettacolo o della scienza erano appassionati di gatti: da Freddie Mercury a Margherita Hack, dal premio Nobel per la Letteratura Doris Lessing a David Bowie, ma anche Pablo Neruda, Fernanda Pivano e Anna Magnani.

Nel mondo del cinema, dell’animazione e dei fumetti abbiamo molto materiale sui gatti a partire da Garfield,  nasce negli USA grazie a Jim Davies fu pubblicato in una raccolta di volumi che rimase in cima alla classifica americana dei best seller per oltre 100 settimane e lo troviamo anche in altre strisce tra cui i Peanuts e ha vinto pure qualche Emmy.

Isidoro, fu creato nel 1973 per mano di George Gately, e le sue avventure apparirono tra gli anni ’70 e ’80 sulla testata Disney. Sempre in casa Disney dal 1925 abbiamo Pietro Gambadilegno è il criminale della serie di Topolino. Degli stessi anni sono anche Krazy Kat, impegnato a lottare con il suo eterno rivale Topo Ignazio, e Felix the Cat, la star dell’animazione prima dell’arrivo di Topolino. Negli anni Quaranta abbiamo il gatto Tom creato da Hanna & Barbera e Silvestro, star della serie Looney Tunes della Warner Bros. Negli anni ’80 Birba, il gatto che di Gargamella. Ancora abbiamo il gatto spaziale Doraemon, Luna e Artemis in Sailor Moon, Giuliano in Kiss Me Licia. Ancora nati da mamma Disney troviamo Lucifero in Cenerentola, Gli Aristogatti, il gatto eroe della Carica dei 101 e Figaro, il micetto di Pinocchio. Il Gatto con gli stivali visto in Shrek è un don Giovanni ispirato alla figura di D’Artagnan. Anche ne I Simpson, di Matt Groening vediamo sia  Palla di neve, il gatto di famiglia che Grattachecca, che Bart e Lisa vedono in tv.

Per il cinema d’animazione giapponese ricordiamo La ricompensa del gatto (The Cat Returns), prodotto dallo Sudio Ghibli e diretta da Hiroyuki Morita.

Data's Cat Spot Compilation All Appearances

In Star Trek troviamo Spot, la meravigliosa gatta rossa che riesce a far piangere Data. Brent Spiner, ha dichiarato che il gatto è, a suo parere, il peggior tipo di attore con cui poter lavorare, perché non collaborativo. Sempre nella serie classica appare una gattina nera con dotata di poteri telepatici e in grado di trasformarsi in una donna. In Discovery abbiamo invece la Maine Coone Ruggine. Nelle serie tv abbiamo anche l’indimenticabile Salem in Sabrina, sia nella versione pupazzosa e ironica sia in pelo e ossa nella versione Netflix.

Altro micio che diviene famoso è quello che appare ne “il Padrino“, in braccio a Don Vito, intento ad ascoltare le suppliche di un uomo che gli chiede di uccidere due persone. Il micio, venne poi adottato dallo stesso Marlon Brando. Un altro gatto “magico” è Cagliostro  il gatto nero, compagno di avventure della strega interpretata da Kim Novak nel film Una strega in paradiso del 1958. Sempre dall’universo Disney proviene il film F.B.I: Operazione gatto, diretto dallo stesso regista di Mary Poppins nel 1965. Ma non finisce qui perché abbiamo anche Orione, che porta un’intera galassia al collo in MIB. Restando in tema alieni oltre Sigourney Wevear, nel film di Ridley Scott anche Jones, o Jonesy, il gatto-mascotte degli astronauti della Nostromo riuscirà a salvarsi.

Aiutante del custode di HogwartsMrs Purr un’altra Maine Coon, pattuglia i corridoi della scuola per controllare i giovani maghi. In Harry Potter e la camera dei segreti, verrà pietrificata.

Captain Marvel Cat  - Goose - All Scenes 2019

Il filmCaptain Marvel” ha conquistato il pubblico di tutto il mondo grazie alla protagonista Brie Larson, ma anche grazie alla gatta Goose. Ritrovata da Nick Fury (Samuel L. Jackson), e presa in custodia da Carol Danvers. Il nome scelto per l’animale, è quello di uno dei protagonisti del film “Top Gun” anche se nel fumetto il felino era stato battezzato Chewie.

Di gatti in pelo e ossa abbiamo A spasso con Bob, ispirato a una vicenda realmente accaduta che racconta la rinascita di un musicista di strada tossicodipendente grazie al gatto Bob. Purtroppo Bob è morto recentemente dopo essere stato investito. Esistono anche dei libri che raccontano le avventure di Bob e James.

Il felino più famoso della letteratura è sicuramente lo Stregatto, nato nel 1865 dalla mente del professor Lewis Carroll. Una leggenda dell’epoca narra dell’esistenza di gatto fantasma che si aggirava per le campagne inglesi. Ma è probabile che lo scrittore si sia ispirato alla razza British Shorthair, un felino a pelo corto, dal musetto sorridente. Del 1996 è invece Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare, di Luis Sepúlveda da cui è stato tratto un bellissimo lungometraggio diretto da Enzo D’Alò. Passando ad un genere più dark va ricordato il racconto di Edgar Allan Poe: Il gatto nero.

Socks the Cat Rocks the Hill (SNES) Playthrough - NintendoComplete

Nel mondo dei videogiochi abbiamo Socks the Cat Rocks the Hill nato per SNES, la console Nintendo ha come protagonista il first cat, il micio di proprietà di Bill e Hillary Clinton, ma venne cancellato a causa del fallimento della società produttrice. Il progetto è stato poi recuperato dal collezionista Tom Curtin e dall’editore Adam Welch che lo hanno lanciato con una campagna Kickstarter.

Per Atari nasce nel 1983, Alley Cat. Il protagonista è un gatto randagio il cui scopo è l’esecuzione di alcune attività dentro case di estranei.

Un altro prodotto per gamer gattofili è la app Neko Atsume, che ha inspiegabilmente raggiunto un numero altissimo di giocatori e il cui scopo è quello di attirare 51 gattini nel proprio giardino virtuale. Il successo è stato tanto da indurre la AMG Entertainment a produrre un live-action movie ispirato dal gioco.

Ovviamente, di primo acchitto, tra i felini più famosi al mondo, soprattutto per gli innumerevoli gadget di ogni forma e fattura, dovremmo trovare l’intramontabile Hello Kitty, ideata dalla designer Yuko Shimizu. Vi stupirà sapere che questa simpatica creatuina alla quale sono stati dedicati oggetti di ogni genere, dalle chitarre elettriche agli aeroplani, dai ristoranti fino a parchi giochi, in realtà NON è un gatto, ma una bambina inglese di circa 8 anni dal nome “Kitty White“. Nonostante il vostro stupore in merito a questa rivelazione, l’immagine iconica di Hello Kitty è divenuta traino di iniziative sociali e culturali: nel 1984 Hello Kitty diviene Ambasciatrice Unicef, nel 2004 è nominata Amica Speciale dei Bambini, sempre per Unicef, e nel 2008 è eletta Ambasciatrice del Turismo Giapponese.

Se come Kitty White anche voi vi sentite anche voi un po’ “gatti” (oltre che gattari!) esiste una particolare moda, ovviamente importata dal Giappone, in cui otaku, ragazze appassionate di anime e amanti della cultura giapponese hanno scelto di esprimere “verso l’esterno” le proprie passioni abbracciando l’estetica “Cat Girl“. Questa particolare interpretazione è conosciuta anche con il termine “Neko Chan” che, a differenza del Cosplay “tradizionale”, non si riferisce esclusivamente ad un personaggio specifico di un anime o di un manga ma, piuttosto, ad una figura generica della cultura giapponese “gattonizzata“.

 

Immagine di copertina di Risachantag

Exit mobile version