Il primo aprile è il Satyr Day

Il primo aprile non è solo la festività legata allo Scherzo più famoso dell’anno! Per noi di Satyrnet e per tutti i “nerd e otaku” italiani questo data è famosi per gli entusiasti eventi che celebrano il compleanno del nostro fondatore Gianluca Falletta. No, non è uno scherzo ne una idea totalemente autoreferenziale: Gianluca Falletta, alias Satyr, in trent’anni di carriera, è stato il promotore di tutta quella cultura geek che noi viviamo ogni giorni. Papà del Cosplay in Italia, le storiche feste “del primo di Aprile” hanno segnato la nascita e la diffusione del fenomeno del Cosplay nel nostro paese e, in generale, i primi timidi passi della condivisione della pop culture.

Chi è Gianluca Falletta?

Gianluca, un creativo specializzato, anzi, focalizzato sul mondo dell’entertainment e dell’amusement, ha iniziato la sua vita dedicata al divertimento nel 1999, fondando il nostro sito, Satyrnet.it. Questa realtà, che nel 2003 ha dato origine ad un’omonima associazione culturale, è di fatto il portale di riferimento per il “mondo nerd” italiano: per tutte quelle community di appassionati di fumetti, cartoni animati, film e videogiochi che, iniziavano ad affacciarsi sulla rete e nei primissimi eventi di settore. Proprio su questo sito ha mosso i primi timidi passi, in Italia, il fenomeno “cosplay”, questa passione, importata sol Levante, per la quale gli appassionati entrano letteralmente nei panni dei propri beniamini mediali, interpretandone le caratteristiche fisiche e psicologiche in una sorta di gioco di Ruolo creativo. Dai primi 20 cosplayer di fine anni ’90, ora, nel nostro paese si contano decine di migliaia di appassionati che considerano Gianluca, con estremo amore e rispetto, il “papà del cosplay Italiano”.

Ciò che spinge Gianluca a fare quello che fa è assai semplice, romantico e, forse, scontato: scrivere per regalare emozioni, sorrisi, idee e ricordi indelebili.

Chi sono i Satyr?

I Satiri  sono creature mitologiche della Grecia classica e poi dell’Antica Roma. Raffigurati come uomini barbuti con le fattezze caprine, dalle ritorte corna frontali, erano considerati geni dei boschi, delle acque e dei monti, da loro simboleggianti insieme con le Ninfe, con le quali partecipavano alle feste del dio Bacco. Il satiro è dunque una personificazione della forza vitale della natura, connessa con il culto dionisiaco e del dio Pan. Nell’antica Roma, i satiri erano anche custodi di una grande saggezza e non era raro che venissero loro fatte delle offerte perchè aiutassero negli studi, nelle ricerche o facessero scoprire qualcosa.

Perchè “Satyr”?

Il soprannome “Satyr” fu scelto da Gianluca Falletta fu scelto proprio per la “somiglianza” con la figura in primo piano nel celebre quadro di Peter Paul Rubens “Satyr and Girl”. Nella bottega di Rubens, copie o variazioni di questo satiro venivano spesso realizzate dai suoi allievi e colleghi per motivi di studio e per commissioni. Questo dipinto è probabilmente una copia del quadro della Gemäldegalerie di Dresda. Il dipinto appartiene alla Collezione Schönborn-Buchheim, è in prestito permamente alla Residenzgalerie di Salisburgo.

Perchè festeggiare il “Satyr Day”?

Perchè non è solo un compleanno, è un omaggio a quel carattere sardonico e a quella filosofia di vita che non solo contraddistinge Gianluca ma, in generale, tutti gli appassionati di Pop Culture in Italia! Il satiro simboleggia la forza vitale, il rispetto della natura, la voglia di vivere serenamente le proprie passioni, l’istinto a volere donare agli altri divertimento ed emozioni. Tutti noi dunque siamo Satyri… ed è giusto ricordarlo almeno una volta l’anno!

Il pesce di aprile: una tradizione antica e divertente

Il primo aprile è il giorno in cui si celebra il pesce di aprile, una tradizione che consiste nel fare degli scherzi a parenti, amici, colleghi o sconosciuti, cercando di ingannarli con delle bugie o delle bizzarrie.

Dove nasce questa usanza e come si diffonde nel mondo?

Le origini del pesce di aprile sono incerte e diverse teorie sono state proposte per spiegarle. Una delle più accreditate fa risalire la nascita del pesce di aprile al 1582, quando in Francia fu introdotto il calendario gregoriano, che spostò il Capodanno dal 25 marzo al 1° gennaio. Chi non si adeguò al cambiamento e continuò a festeggiare il nuovo anno nella vecchia data fu preso in giro con degli scherzi, tra cui quello di attaccare dei pesci di carta sulla schiena o di regalare dei pacchi vuoti. Il nome “poisson d’avril” (pesce d’aprile) deriverebbe dal fatto che in quel periodo era vietato pescare per la stagione della fregola e quindi i pesci erano considerati dei doni di poco valore¹.

Un’altra teoria fa risalire il pesce di aprile all’antica Roma, dove il 25 marzo si celebrava l’Hilaria, una festa dedicata alla dea Cibele, in cui si facevano delle parodie e delle burle. In questa occasione si usava anche lanciare dei pesci secchi alle persone per sorprenderle. Alcuni studiosi hanno anche trovato delle analogie tra il pesce di aprile e il mito greco di Proserpina, la figlia di Cerere rapita da Ade e cercata invano dalla madre, ingannata da una ninfa.

Il pesce di aprile è una tradizione diffusa in molti paesi del mondo, anche se con nomi e modalità diverse. In Inghilterra e negli Stati Uniti si parla di “April Fool’s Day” (giorno degli sciocchi di aprile) e gli scherzi devono essere fatti entro mezzogiorno, altrimenti lo sciocco è chi li fa. In Spagna e nei paesi latinoamericani si parla invece di “Día de los Santos Inocentes” (giorno dei santi innocenti) e la data è il 28 dicembre, in ricordo dei bambini uccisi da Erode. In Brasile si parla di “Dia da mentira” (giorno della bugia) e gli scherzi sono spesso legati a notizie false o esagerate. In Giappone si parla di “Wanpaku Dori” (giorno dei monelli) e gli scherzi sono spesso legati a cibi o bevande.

Il pesce di aprile è quindi una tradizione antica e divertente, che ci permette di scherzare con le persone che ci stanno vicino e di ridere delle nostre debolezze e credulità. L’importante è che gli scherzi siano fatti con spirito bonario e senza offendere o danneggiare nessuno. E voi, avete già pensato a cosa fare per il prossimo pesce di aprile?

Il 25 Marzo è il “Tolkien reading Day”

Il 25 Marzo è il Tolkien reading Day (la giornata della lettura di Tolkien) che prende ispirazione al giorno in cui avvenne la caduta di Sauron nella Guerra dell’Anello e che segna anche il passaggio dalla Terza alla Quarta Era. Il primo “Tolkien reading Day” fu organizzato dalla Tolkien Society nel 2003 per incoraggiare i fan a celebrare e promuovere la vita e le opere di J.R.R. Tolkien.

John Ronald Reuel Tolkien, nato il 3 gennaio del 1892 presso Bloemfontein capoluogo dello Stato Libero dell’Orange è forse l’autore che più ha influenzato la cultura popolare dell’ultimo secolo. Le sue opere sono arrivate anche alle generazioni più giovani, grazie alle trasposizioni cinematografiche del regista Peter Jackson.

Prima di diventare un importante professore di Oxford e prima di scrivere i suoi capolavori, J.R.R. Tolkien era un giovane studioso di filologia inglese, arruolatosi volontario per combattere in Francia nella Prima Guerra Mondiale ha vissuto gli orrori della trincea che lo portarono a cambiare profondamente, ripudiò infatti i conflitti e dedicò tutta la sua vita all’amore per sua moglie Edith, all’insegnamento e alla creazione letteraria.

Durante il  periodo di insegnamento ad Oxford iniziò la stesura dei primi lavori realizzando l’intero nucleo narrativo della Saga dell’Anello. Il primo libro è “Lo Hobbit”, pubblicato nel 1936 che rappresenta l’inizio di un epico e iconico ciclo di romanzi che Tolkien scriverà in circa quindici anni, considerato da subito considerato una pietra miliare del genere, Lo Hobbit fu il fulcro dell’elaborazione del regno immaginario che lo renderà famoso e celebre in tutto il mondo.  Il Signore degli Anelli,  ambientato alla fine della Terza Era dell’immaginaria Terra di Mezzo, è stato scritto a più riprese tra il 1937 e il 1949, fu pubblicato in tre volumi tra il 1954 e il 1955.  Vincitore dell’International Fantasy Award e del Prometheus Hall of Fame Award, il romanzo è stato dichiarato ​​libro preferito del millennio dai clienti Amazon nel 1999 e il romanzo più amato della Gran Bretagna di tutti i tempi dalla BBC The Big Read nel 2003. Il suo adattamento cinematografico vede un cast stellare che includeva Elijah Wood, Viggo Mortensen, Ian McKellen, Liv Tyler, Sean Astin e Orlando Bloom. La trilogia de Il Signore degli Anelli ha ottenuto 17 premi Oscar, incluso quello per il miglior film. Dopo “Il Signore degli Anelli”, Tolkien scrive anche diversi saggi sulla fiaba e sui miti celtici (“Tree and Leaf”, “Albero e Foglia”, 1955), racconti brevi (“On Fairy-Stories” e “Leaf by Niggle”, rispettivamente del 1938 e 1939) e infine due romanzi lunghi, ovvero “The Adventures of Tom Bombadil” (1962) e “The Homecoming of Beorthnoth Beorhthelm’s Son” (1975). John Ronald Reuel Tolkien muore a Bounemouth, presso lo Hampshire, il 2 settembre 1973.

La bellezza de Il Signore degli Anelli e di tutte le opere ambientate ad Arda (Il SimarillionI figli di HurinRacconti IncompiutiLe Avventure di Tom BombadilBeren e Luthien) hanno il potere e la bellezza di una fiaba senza tempo, di una verità sempre attuale, hanno la forza della vita che scorre incessante e luminosa, increspata da pericoli e difficoltà ma sempre ricca di speranza. Amata da un pubblico mondiale e apprezzata da molti artisti (fra cui si ricordino i Beatles, ammiratori estasiati dell’opera i quali ne proposero, molto prima dei film di Peter Jackson, la trasposizione cinematografica al grande Stanley Kubrick, con la clausola di far parte del cast), l’opera di Tolkien è oggi custodita e costantemente rielaborata dal figlio Christopher, al quale il padre ha affidato tutto il suo patrimonio letterario e grazie al cui impegno e dedizione molte opere hanno visto la luce della pubblicazione postuma. Entusiasmante, coinvolgente e meravigliosa, quella de Il Signore degli Anelli è un’avventura al di là del tempo e dello spazio, dove realtà e immaginazione si fondono dando vita ad un sogno interminabile.

Equinozio di Primavera tra scienza e leggenda

Il 20 marzo 2024, alle ore 04:06 (emisfero boreale) si celebra l’Equinozio di Primavera, ovvero quando, in astronomia, il Sole attraversa, passando dall’emisfero australe a quello boreale, raggiunge il punto vernale, ovvero l’intersezione tra l’eclittica e l’equatore celeste. Gli equinozi sono due volte durante l’anno solare e in quel momento il periodo diurno, ovvero quello di esposizione alla luce del Sole, e quello notturno sono uguali, giungendo i raggi solari perpendicolarmente all’asse di rotazione della Terra. In entrambi gli equinozi infatti, la nostra Stella passa a sud del tropico del Cancro e a nord di quello del Capricorno: allo zenit equatoriale il sole si trova declinato di 66°33′ su entrambi i tropici e di 23° 27′ su entrambi i circoli polari.  Gli equinozi occorrono a marzo e a settembre del calendario civile; insieme ai solstizi, marcano il momento di avvicendamento delle stagioni astronomiche sulla Terra. La Primavera astronomica non coincide sempre con quella tradizionale sancita dal calendario gregoriano, ma varia dal 19 al 21 marzo, a seconda del moto terrestre: la Terra infatti non è perfettamente sferica e cambia il suo asse di rotazione, anche se in maniera infinitesimale. Negli ultimi 19 anni è caduto il 21 marzo solo due volte: nel 2003, nel 2007.

La parola equinozio deriva dal latino aequinoctium, ovvero “notte uguale”  e sancisce il giorno, appunto, in cui luce e tenebra si equivalgono nell’economia della giornata. Questo momento sancisce l’inizio della “bella stagione”, dell’allungarsi delle giornate fino al 21 Giugno, al solstizio d’estate

Sin dai tempi antichi, questo giorno ha un valore simbolico estremamente forte: rappresenta il concetto di “rinascita” della terra dopo il gelo invernale, la vittoria della luce contro l’oscurità e, più in generale, una nuova vita naturale che può dare nuova forza all’essere umano.

In Mesopotamia, a ragion veduta, questo giorno corrispondeva all’inizio del nuovo anno, similmente anche nel calendario Bahà’i (Iran) si festeggia il Naw – Ruz, ovvero il capodanno: dopotutto, in astrologia, coincide con il mese del segno dell’Ariete, primo segno zodiacale. Nell’antico Egitto si celebra il Sham El Nessim, la festa della rinascita. Nella tradizione Induista, l’equinozio di Primavera coincide con l’Holi, l’ormai celebre (e abusata) Festa dei Colori che rappresenta la vittoria del Bene contro il male in cui il concetto di caste viene annullato e si festeggia senza restrizioni sociali con le note polvere colorate. Rappresenta il primo giorno dell’anno per i tamil e i bengali segue lo zodiaco Hindu ed è celebrato rispetto all’equinozio di primavera siderale. Quello tamil viene festeggiato nello Stato Tamil Nadu nell’India del Sud, l’altro viene festeggiato in Bangladesh e nello Stato del Bengala Ovest nell’India dell’est. Nella Terra del Sol Levante, l’Equinozio è tutt’ora una festa nazionale dedicata alla famiglia e ai morti coincidendo con la fioritura dei ciliegi.

Nell’originale calendario latino di Giulio Cesare, l’equinozio di primavera cadeva il 25 marzo. La ragione dell’odierno spostamento al 21 marzo  si lega a Gregorio XIII che, con il suo calendario, intendeva ripristinare l’allineamento fra date del calendario ed eventi astronomici. Quindi la riforma gregoriana non recuperò i tre giorni del 29 febbraio degli anni 100, 200 e 300 né il quarto giorno, che si era già aggiunto a causa del caos nell’applicazione del giorno bisestile intervenuta fra l’omicidio di Cesare e il definitivo decreto di riordino di Augusto dell’anno 8. Fu così che l’equinozio fu stabilmente spostato di quattro giorni rispetto alla sua data originaria. Anche nel cristianesimo, si utilizza l’equinozio per calcolare la Pasqua, secondo le fasi lunari e all’equinozio di Primavera si collega anche la festività cristiana dell’Annunciazione che è stata fissata dalla Chiesa esattamente nove mesi prima della nascita di Gesù, ricordata nel calendario cristiano il giorno del 25 dicembre, in quanto il momento dell’Annunciazione dell’Angelo a Maria coincide, per i credenti, con il momento del concepimento di Cristo per opera dello Spirito Santo.

La Festa di San Patrizio tra storia e leggende

Il 17 marzo di ogni anno si celebra in Italia la festa irlandese di San Patrizio, patrono d’Irlanda, con grandi cortei, celebrazioni e abbondante consumo di birra. Tuttavia, questa festa, che si svolge nel trionfo del colore verde simbolo dell’Irlanda, non ha origini antiche come si potrebbe pensare e non è nata in Irlanda, ma negli Stati Uniti. La forma attuale della festa, basata su cortei, serate musicali e bevute di birra, è stata introdotta dalle comunità irlandesi emigrate negli Stati Uniti nella seconda metà dell’Ottocento. Successivamente, la festa si è affermata in Irlanda assumendo anche significati nazionalisti e si è diffusa anche in altri Paesi, inclusa l’Italia.

La celebrazione di San Patrizio è diventata una festa nazionale in Irlanda nel 1903 e si è intensificata durante la lotta per l’indipendenza dal Regno Unito. Tra le tradizioni associate alla festa ci sono i cortei pubblici, la musica tradizionale e il consumo di cibo e bevande irlandesi, in particolare la birra Guinness. Inoltre, la festa di San Patrizio si è diffusa in tutto il mondo dove risiedono comunità irlandesi, come nel Regno Unito, e di recente anche in altri Paesi, come l’Italia, dove le birrerie organizzano serate a tema per attirare clienti e celebrare l’orgoglio irlandese.

La Leggenda di San Patrizio

San Patrizio, meglio conosciuto come Maewyin Succat, è stato un vescovo nato nella Britannia Romana nel 385 d.C. È stato grazie a lui che il cristianesimo si è diffuso in Irlanda: intorno all’anno 431, quando la popolazione locale praticava principalmente culti celtici, ha iniziato le sue missioni di evangelizzazione e in pochi anni è riuscito a portare la nuova religione in tutto il territorio. San Patrizio è morto il 17 marzo 461. Uno dei simboli associati a San Patrizio è il trifoglio, poiché secondo una leggenda diffusasi nel XVIII secolo, il santo lo avrebbe usato per spiegare il concetto della Trinità alla popolazione irlandese.

È importante distinguere la realtà dalle leggende quando si racconta la storia di San Patrizio, in quanto ci sono molte storie fantastiche che circondano questa figura celebre. Una di queste è la leggenda della cacciata dei serpenti dall’Irlanda da parte di San Patrizio. Si racconta che il santo abbia scagliato una campana da una collina per scacciare i serpenti dall’isola. Anche se la veridicità di questa storia è incerta, ciò che è certo è che oggi non ci sono serpenti sull’isola, né ce ne sono mai stati in Nuova Zelanda, nonostante le leggende.

San Patrizio conosceva la cultura irlandese e durante la sua missione di evangelizzazione ha cercato di combinare la nuova fede cristiana con le credenze celtiche. Ad esempio, si dice che abbia introdotto il sole, un simbolo celtico potente, nella croce cristiana per facilitare l’accettazione di tale icona. Altre leggende, come quella del biancospino che fiorisce d’inverno grazie a San Patrizio, o del Pozzo di San Patrizio che si dice conducesse all’Inferno, al Purgatorio e persino al Paradiso, aggiungono fascino alla figura del santo.

Si narra anche di miracoli attribuiti a San Patrizio, come la maledizione di un campo che divenne arido e sabbioso o la guarigione di un cieco. Prima di morire, un angelo avrebbe predetto che due buoi selvaggi avrebbero preceduto il carro funebre di San Patrizio e avrebbero scelto il suo luogo di sepoltura, che risultò essere a Downpatrick.

La figura di San Patrizio è ricca di leggende e miracoli, ma la sua importanza nella diffusione del cristianesimo in Irlanda e la sua capacità di unire la fede cristiana con le tradizioni celtiche lo rendono una figura fondamentale nella storia religiosa dell’isola.

Sogni d’oro, oggi è la Giornata mondiale del sonno

Ogni venerdì che precede l’equinozio di primavera, ricorre la Giornata Mondiale del Sonno (World Sleep Day), un evento che ha lo scopo di consolidare la consapevolezza dell’importanza del sonno e dei suoi disturbi. La Giornata mondiale del sonno è un evento organizzato a partire dal 2008 dalla Commissione della Giornata mondiale del sonno della World Association of Sleep Medicine (WASM) il cui scopo è quello di celebrare i benefici di un sonno salutare e di richiamare l’attenzione sulle problematiche legate ai disturbi del sonno, nonché di promuoverne la prevenzione e gestione.

 

10 consigli per dormire meglio

    1. Evitare cibi pesanti, piccanti o eccessivamente zuccherati 4 ore prima di mettersi a letto;
    2. Usare una biancheria da letto pulita e comoda;
    3. Regolare quotidianamente un orario per andare a dormire e per svegliarsi;
    4. Evita la caffeina preferibilmente 6 ore prima di andare a dormire;
    5. Trovare la giusta temperatura della camera da letto per favorire il sonno e mantenere la stanza ben ventilata;
    6. Fare allenamento regolarmente, ma non subito prima di andare a dormire;
    7. Cercare di eliminare tutti i rumori fastidiosi e bloccare più luce ambientale possibile;
    8. Non fare mai una “pennichella” che duri più di 45 minuti;
    9. Riservare il letto per dormire (e divertirvi con il vostro partner) ma non ci si lavora, studia e gioca;
    10. Evitare di “ubbriacarsi” e di eccedere con sostanze alcoliche 4 ore prima di coricarsi e … non fumare a letto!

Il 17 marzo 2017, la Giornata mondiale del sonno ha iniziato ad avere risonanza mediatica anche grazie a un Tweet del famoso attore indiano Amitabh Bachchan che, attraverso il suo account @SrBachchan, seguito da oltre 25 milioni di utenti, ha comunicato che il proprio in quella giornata si sarebbe festeggiata “(…) la Giornata Mondiale del Sonno… qualunque cosa significhi !!“. Così è nato il trend relativo a questa giornata con migliaia di condivisioni e commenti di persone di tutto il mondo. Primi, grandi sostenitori della Giornata Mondiale del Sonno sono stati Liborio Parrino, MD, Professore Associato di Neurologia presso l’Università di Parma, Italia e Antonio Culebras, MD, Professore di Neurologia, Upstate Medical University, e Consulente, The Sleep Center, Community General Hospital, Syracuse, New York, USA.

World Sleep Day 2022 Slogan Heard Around the World

L’obiettivo di questo festeggiamento non è “passare la giornata a sonnecchiare” ma ricordare i benefici del sonno nell’economia della vita di una persona e i gravi  danni che possono sussistere per la sua mancanza di sonno: dopotutto “dormire” è un’attività che occupa un terzo della nostra vita. Numerosi studi scientifici stanno dimostrando il legame tra qualità del sonno e stato di salute di un individuo. La scarsità di sonno, come la frammentazione dello stesso, è legata ad un maggior rischio di eventi cardiovascolari, come ictus ed infarto del miocardio, di demenza precoce, rischio di morbo di Alzehimer, ed anche una maggior possibilità di incorrere in patologie tumorali. Risulta chiaro quindi come una buona salute del sonno sia importante per un invecchiamento in salute.

L’importanza del dormire bene è ormai un tema sempre più sentito dagli italiani e non solo; ma come cambia il rapporto con il sonno nei diversi paesi?

La pennichella nella penisola

In occasione della Giornata Mondiale del Sonno, Emma – The Sleep Company, attraverso una recente ricerca,  ha rivelato alcuni dati curiosi sul sonno degli italiani, sempre più stanchi e insoddisfatti della qualità del proprio riposo. Solo il 44,8% ha, infatti, dichiarato di riuscire a dormire tra le 7 e le 8 ore a notte e ben il 69% degli intervistati dichiara di avere un sonno leggero, caratterizzato da risvegli continui e ripetuti durante la notte. Per facilitare l’addormentarsi esistono numerose tecniche diverse ma, nonostante ciò, ben il 42,6% degli italiani dichiara di non avere un rituale particolare per prendere sonno più in fretta e in maniera naturale.

Tra i metodi preferiti, la ricerca ha evidenziato: la lettura di un libro o di una rivista (28%), l’ascolto di playlist musicali e realizzate appositamente per il sonno (12%) o l’ascolto di podcast e audiolibri (10,6%). Nonostante il boom del trend ASMR, solo il 6,6% degli italiani dichiara di utilizzare questa tipologia di video/audio prima di dormire. Filippo Calderaro, Sleep Expert italiano per Emma, ha confermato una problematica che riscontrano molti italiani: l’utilizzo dello smartphone prima di andare a dormire. Dall’analisi condotta è emerso, infatti, come ben il 56,2% degli italiani utilizzi il proprio cellulare poco prima di abbandonarsi tra le braccia di Morfeo, abitudine che influisce negativamente sulla qualità del sonno a causa dell’esposizione alle luci blu

La siesta spagnola

Gli spagnoli si differenziano dal resto dell’Europa in fatto di sonno per un’abitudine diventata molto popolare e oggetto spesso di battute: la siesta. Gli spagnoli sono infatti soliti fare un pisolino subito dopo pranzo, tra le 14.00 e le 16.00, per agevolare la digestione e riprendersi dopo un pasto abbondante a base di tapas. Al di fuori delle grandi città, la maggior parte delle aziende e negozi chiude in questa finestra di tempo, così che i dipendenti possano andare a casa, godersi il pranzo con la propria famiglia e riposare. I lavoratori, infatti, tornano in ufficio più tardi rispetto al resto d’Europa e finiscono di lavorare intorno alle 21.

Gli “inemuri” Giapponesi

I Giapponesi sono un popolo di grandi lavoratori, con ritmi serrati che impediscono di poter dormire le canoniche 8 ore a notte, e proprio per questo in Giappone è consentito (e consigliato) dormire sul posto di lavoro, a scuola, in attesa dei mezzi pubblici e persino durante le riunioni. Questa “arte” è ben diversa da quelli che potremmo definire dei classici “sonnellini” e si chiama Inemuri. Secondo la cultura e la tradizione locale, addormentarsi in pubblico non è visto come un segno di pigrizia ma, al contrario, è indice di duro lavoro e studio, così stancante da non riuscire a rimanere sveglio.

La Germania e i cuscini EXTRA

Il cuscino è forse uno degli oggetti della camera da letto più personali che ci sia, c’è a chi piace molto basso, a chi morbido e soffice mentre altri necessitano di cuscini appositi come quelli per la cervicale. In Germania però sembra esserci un amore spassionato per i cuscini maxi e di forma quadrata, generalmente di misura 80×80 centimetri, con imbottitura di piumino o piuma d’oca.
Keanu Raab, Sleep Expert tedesco per Emma spiega il motivo di questo simpatico aneddoto: “L’abitudine di utilizzare cuscini di grandi dimensioni dura oramai da secoli e la ragione per molti è la possibilità di piegare il cuscino rendendolo comodo da abbracciare e in grado di supportare tutto il corpo e non solo la testa.”
Ma la passione per il corredo notte dei tedeschi non finisce qui! A causa del clima molto rigido in Germania le coppie sono solite avere due piumini singoli anche sul letto matrimoniale. L’abitudine nasce dalla necessità di mantenere la temperatura corporea sempre costante senza il rischio del “furto della coperta” da parte del partner.

I pisolini “rinfrescanti” in Islanda

In Islanda e in molti paesi Scandinavi il sonnellino all’aperto è molto comune e considerato salutare, soprattutto per i bambini e neonati. Si ritiene infatti che la natura e il rumore del vento aiutino nel rilassamento e a cullare i bimbi in un sonno profondo. Questa pratica è molto comune anche d’inverno e non è raro vedere passeggini e carrozzine parcheggiati fuori dai negozi e ristoranti con bimbi ben coperti che riposano tranquilli. Tutto ciò è possibile anche grazie al basso tasso di criminalità del Paese, che permette ai genitori di lasciar dormire serenamente i propri bimbi all’aria aperta.

L’ultima tendenza negli Stati Uniti: Rumore bianco, marrone e rosa

L’America sappiamo essere sempre un passo avanti in fatto di trend, anche per quanto riguarda il sonno! L’ultima tendenza nata su TikTok ha come protagonista non solo il rumore bianco, conosciuto e ampiamente utilizzato per l’addormentamento, ma anche quello marrone, verde e rosa. La differenza sostanziale sta nel suono più basso e la potenza delle frequenze: quello rosa, ad esempio, somiglia molto al suono di una cascata, mentre quello marrone diminuisce di frequenza ogni ottava, imitando il suono della pioggia o dell’acqua della doccia.
Emma Merritt, Sleep Expert americana per Emma ritiene che l’ascolto di rumori rilassanti possa aiutare nel processo di addormentamento “Ci sono ancora pochi studi che possono confermare l’effettiva correlazione tra rumori bianchi e qualità del sonno, ma è una tendenza che sta prendendo piede e che effettivamente aiuta molte persone non solo a dormire meglio ma anche a ridurre ansia e stress durante le attività di tutti i giorni. Io, per esempio, tendo ad utilizzarlo per addormentarmi meglio dopo una giornata molto impegnativa o stressante accompagnato da una bella camomilla calda.”

Trattdo da: Emma – The Sleep Company

Cos’è il White Day?

Molti di voi sicuramente saranno a conoscenza di questo giorno che in Giappone è strettamente collegato con San Valentino: si tratta del White Day che oggi viene celebrato anche in Corea del Sud e Taiwan.

In Giappone la festa di San Valentino segue un preciso rituale: il 14 febbraio le ragazze offrono del cioccolato al ragazzo che amano. Se costui accetta ricambierà il 14 marzo, ossia appunto il white day. Solitamente il dono è un pacchetto di cioccolato bianco (da qui il nome white day), ma anche altra oggettistica dai colori tenui. Più costoso di quello di San Valentino se ha un valore più alto di quello della donna vuol dire che il sentimento è ricambiato.

Come per il cioccolato di San Valentino, anche per il white day esistono tre categorie di doni:

  • honmei-choko (“cioccolato del favorito”) che si consegna alla persona amata
  • tomo-choko (“cioccolato dell’amico”) regalato agli amici
  • giri choco (“cioccolato d’obbligo”), dato per convenzione sociale a colleghi e compagni

Il white day è stato introdotto nel 1978 dall’Associazione nazionale delle industrie dolciarie come risposta a San Valentino e rappresenta un’estensione del Marshmallow day, inventato nel 1977 dalla Ishimura manseido, un’azienda confettiera di Fukuoka che il 14 marzo vendeva agli uomini confezioni regalo di marshmallow da usare come risposta al cioccolato del 14 febbraio.

In molti anime e manga si vede quanto i ragazzi e le ragazze tengano a questi due giorni, specialmente se sono di carattere più timido per cui approfittano di questi doni come forma di comunicazione non verbale

3,14: il Giorno del Pi greco

Il Giorno del Pi greco o Pi Day che si celebra il 14 marzo, ha come scopo quello di incoraggiare i giovani verso lo studio della matematica. Nella stessa giornata in molti paesi viene celebrata anche la giornata mondiale della matematica.

Il giorno 14 marzo è stato scelto per via del suo valore approssimato di “3,14”, 3 indica il mese e il 14 il giorno. Si possono anche aggiungere i due numeri successivi (3,1415) in modo da stabilire un orario per l’inizio del giorno del Pi greco, fissandolo appunto alle ore 15:00. In Italia si è iniziato a celebrare a partire dal 2017 .

Il Pi Day è stato celebrato per la prima volta nel 1988 all’Exploratorium di San Francisco, per iniziativa del fisico statunitense Larry Shaw, soprannominato “Principe del Pi greco”. In quell’occasione oltre a un corteo vi fu anche la vendita di torte, vista l’assonanza con la parola “pie”.

Il valore del Pi greco fino alla 100ª cifra decimale:

3,1415926535897932384626433832795028841971693993751058209749445923078164062862089986280348253421170679

In ambito scolastico si inizia a studiare questa lettera greca in geometria per i problemi e formule del cerchio. Il Pi greco, che è una delle costanti matematiche più note, è il rapporto tra la lunghezza della circonferenza di un cerchio e quella del suo diametro. Pi greco è un numero irrazionale (un decimale senza fine e senza schema ripetitivo) che è più spesso approssimato con il decimale 3,14 o la frazione 22/7.

Il 10 marzo è il Mario Day

Anche Super Mario, il leggendario idraulico italiano di casa Nintendo ha la sua “giornata dedicata”. Infatti, ogni anno, il Mario Day si festeggia il 10 Marzo: una data scelta ovviamente per l’assonanza visiva con il calendario “Mar-10”!

Ma come è nata la leggenda del baffuto con la salopette rossa che da decenni è entrato nell’immaginario collettivo? Shigeru Miyamoto nel 1981, è il creatore di un gioco che avrebbe scosso in maniera definitiva l’industria videoludica: Donkey Kong. Tra i presonaggi del gioco appare un eroe baffuto e colorato il cui scopo è salvare la sua fidanzata Pauline dalle grinfie della cattivissima scimmia giganti: il suo nome era Jumpman! Solo nel 1983 si decise di cambiare nome al personaggio con quello che tutti conosciamo. Il nome “Mario” è stato scelto in onore di Mario Segale, un imprenditore americano di origine italiana che assomigliava al personaggio e che era il proprietario dello stabile affittato da Nintendo negli Stati Uniti.

Grazie a questo “cambio in corso d’opera” ecco arrivare il successo planetario che lo vede protagonista “Mario Bros”, seguito giusto un paio di anni dopo (quattro per noi poveri europei) dal seguito “Super Mario Bros”. Finalmente i giochi sono arrivati a “casa”: con Mario arriva anche la leggendaria prima console NES (Nintendo Entertainment System). Il gioco ha venduto ben 40.24 milioni di unità in tutto il mondo!

Forse non tutti sanno che il cognome completo dei fratelli Mario e Luigi è “Mario”, quindi Mario Mario e Luigi Mario sono i loro nomi completi. Luigi è il fratello gemello di Mario, anche se fisicamente differiscono notevolmente. Bowser, il cattivo della saga, inizialmente doveva essere un bue invece di un tartaruga, e le sue corna sono un rimasuglio di questo design originale.

Dai mitici anni ’80 ad adesso, Mario e suo fratello Luigi sono stati protagonisti di centinaia di titoli videoludici creando un vero franchise globale ricco di personaggi memorabili come Yoshi, Daisy, Peach, Wario etc. etc.. Divenuto una vera e propria icona Pop è uno dei pochi personaggi ad avere ben due stelle nelle street delle Celebrità di Hollywood, sia nella famosa “Walk of Fame” che nella parallela “Walk of Game”. Mario ha fatto numerose apparizioni in altri videogiochi, come i Rabbids o le Olimpiadi con Sonic. La voce iconica di Mario, doppiata da Charles Martinet, è diventata una delle più riconoscibili nel mondo dei videogiochi. Questo talentuoso doppiatore ha convinto i responsabili con un provino indimenticabile, anche se quasi non è riuscito a presentarsi in tempo.

Mario ha reso Nintendo il colosso che tutti conosciamo traghettando l’azienda in tutto il suo processo evolutivo, salvandola spesso dai periodi di crisi: un evergreen che non conosce ostacoli… dunque approfittiamo del 10 marzo per festeggiarlo in maniera epica!

Perché la Mimosa è il simbolo dell’8 marzo?

L’8 marzo è il giorno in cui si festeggia la Giornata della donna. Sulla scelta di questa data circolano diverse “fake news” ormai davvero datate ma che continuano a mostrare il loro fittizio potere emotivo. Parrebbe che, nel lontano 8 marzo 1908, ben 129 lavoratrici dell’industria tessile di nome “Cotton” di New York City furono uccise in un incendio appiccato dallo stesso proprietario mentre le operaie stavano protestando contro le pessime condizioni di lavoro imposte dalla fabbrica. Non è mai esistita una fabbrica a NY dal nome Cotton.

Un vero incendio si svolse purtroppo qualche anno dopo, sempre a marzo. Il giorno tragico fu il 25 e siamo nel 1911, la fabbrica, questa volta reale, si chiamava “Triangle” e il rogo causò la morte di 123 donne e 23 uomini. La commemorazione di questa storia, tragica e reale, però non sancì la nascita della festa della donna e l’8 marzo.

Già il 3 maggio 1908 a New York venne allestita una conferenza “Woman’s Day”, un evento antesignano alla “festa della donna” così come la conosciamo. Solo un anno più tardi, il 23 febbraio, si decise di commemorare il convegno decretandone una festa. Nel 1910, in seguito alla Conferenza delle donne Socialiste di Copenhagen, la festa divenne, per così dire, “internazionale” ma i singoli paesi non si erano ancora “messi d’accordo” sulla data ufficiale. Solo nel 1977, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite istituì ufficialmente, con la risoluzione 32/142, “United Nations Day for Women” ovvero la  “Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale”.

Perché fu scelta proprio la mimosa?

La scelta fu effettuata dalle donne italiane che decisero che la mimosa fosse la pianta ideale per rappresentarle.
Fu infatti scelta nel 1946 dall’U.D.I. (Unione Italiana Donne) che era alla ricerca di un fiore per celebrare la prima festa della donna al termine del conflitto mondiale. Ma la mimosa ricopriva un ruolo nella vita quotidiana anche prima che venisse decretata come fiore simbolo delle donne. Gli indiani d’America, infatti, regalavano un piccolo mazzo di mimose quando decidevano di dichiarare guerra o amore. Le ragazze britanniche erano solite appuntare un rametto mimosa sulle loro giacche per accentuare la loro femminilità. Invece, gli aborigeni australiani ne avevano scoperto delle proprietà curative e le utilizzavano per preparare decotti per curare alcuni disturbi.

I motivi che spinsero le donne italiane a scegliere questo fiore per le loro feste sono meno storici, ma più pratici. Le mimose sono fiori poco costosi che crescono spontaneamente. È così facile trovare dei piccoli rametti che possono appuntati a giacche o camicie. Inoltre i rami della mimosa fioriscono a fine inverno e il giallo intenso stempera fortemente i colori spenti dell’inverno, anticipando così la tipica allegria primaverile. L’unico aspetto negativo è che, purtroppo, le mimose tagliate non durano a lungo. Tuttavia, si può prolungare la loro durata utilizzando due gocce di limone nell’acqua in cui sono immerse, esponendole alla luce.

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