Per la festa della mamma a Zoomarine si gioca con la storia

Giocare con la storia, si può! Nel mondo colorato di Zoomarine d’altronde tutto è possibile ed ecco che domenica 12 maggio 2024 l’appuntamento con la festa della mamma sarà reso ancora più speciale dall’atteso ritorno dell’evento a tema Medioevo, che lo scorso anno ha riscosso un grandissimo successo. Per un giorno, infatti, cavalieri, dame e musici, usciranno fuori simbolicamente dalle pagine dei libri grazie alla presenza dei protagonisti di una delle rievocazioni storiche più antiche e famose d’Italia: La Giostra Cavalleresca di Sulmona che si terrà nell’incantevole località abruzzese, patria di Ovidio e città dei confetti, il  27 e 28 luglio tra migliaia di visitatori.

Nel parco a due passi da Roma i bambini potranno rivivere le antiche gesta e calarsi per un giorno nei panni degli storici personaggi fino a sfidarsi tra gare di destrezza con tanto di lancia. Ad accompagnarli nel Regno di Camelot saranno proprio le mamme, che potranno condividere una simpatica esperienza con lo scopo di  consolidare quella complicità che rende così importante il legame tra mamme e figli. A distanza di secoli il fascino di questa epoca resta immutato e il popolo di Sulmona, fiero delle proprie tradizioni, farà rivivere al pubblico un tuffo nel passato grazie al corteo pronto a sfilare, con tanto di chiarine e tamburi, tra le vie del parco per ravvivare ancor più il clima festoso.

Epilogo della giornata, che prevede attrazioni e piscine aperte, percorsi educazionali alla scoperta degli animali, show dei tuffatori e tante altre sorprese da vivere e gustare come la nuova area Zoorassica, sarà lo svolgimento della celebre Cordesca: un gioco di squadra nel quale ognuno potrà tifare per il proprio borgo o sestiere (che dopo il parco di Torvaianica si svolgerà a Sulmona nel mese di giugno). Chi conquisterà l’ambito Palio?

Una giornata da non perdere anche perché le mamme hanno in omaggio l’ingresso al Parco, un menù pranzo e un programma “Incontra i Delfini” a fronte di un biglietto da € 18 acquistato nella promozione online. Info e prenotazioni zoomarine.it.

Pink*: giocare per abbattere il patriarcato!

In occasione della Festa della Donna, parliamo di Pink un gioco da tavolo femminista* che sta spopolando tra le attiviste e le giocatrici più progressiste.

Cos’è Pink?*

Creato da tre donne, Pink* è un gioco di ambientazione e critica sociale che affronta temi come la disparità di genere, le discriminazioni e il sessismo.

Come si gioca?

Da 2 a 6 giocatrici si muovono su tre plance componibili, raccogliendo risorse e affrontando le sfide del patriarcato. Il tutto con l’aiuto di carte “azione” che rappresentano gesti di autodeterminazione e buone pratiche per decostruire gli stereotipi di genere.

Perché giocare a Pink?*

Pink* non è solo un gioco divertente, ma un vero e proprio strumento di sensibilizzazione. Permette di:

  • Riflettere sulle discriminazioni di genere: il gioco mette in luce le barriere che le donne incontrano nella vita quotidiana, come il sessismo, il razzismo, l’abilismo e la transfobia.
  • Imparare a decostruire gli stereotipi: le carte “azione” propongono esempi concreti di come contrastare il patriarcato nella vita di tutti i giorni.
  • Condividere esperienze e creare una comunità: Pink* è un’occasione per confrontarsi con altre donne e attiviste, rafforzando la rete di supporto femminista.

Oltre il gioco:

Pink* è solo un tassello nella lotta per l’emancipazione femminile. La vera sfida è portare avanti questa battaglia nella vita di tutti i giorni, con azioni concrete e impegno costante.

In questa Festa della Donna, prendiamo spunto da Pink per riflettere sulle discriminazioni di genere e giocare insieme per un futuro più equo e inclusivo!*

Altri spunti di riflessione:

  • Quali sono le sfide che le donne affrontano nel tuo ambiente di lavoro o di studio?
  • Come puoi utilizzare la tua voce e il tuo potere per contrastare il patriarcato?
  • In che modo puoi supportare le altre donne nella lotta per l’uguaglianza?

Fatti sentire!

Condividi le tue esperienze e opinioni sui social media usando l’hashtag #PinkGiocoFemminista.

Insieme, possiamo cambiare le cose!

Perché la Mimosa è il simbolo dell’8 marzo?

L’8 marzo è il giorno in cui si festeggia la Giornata della donna. Sulla scelta di questa data circolano diverse “fake news” ormai davvero datate ma che continuano a mostrare il loro fittizio potere emotivo. Parrebbe che, nel lontano 8 marzo 1908, ben 129 lavoratrici dell’industria tessile di nome “Cotton” di New York City furono uccise in un incendio appiccato dallo stesso proprietario mentre le operaie stavano protestando contro le pessime condizioni di lavoro imposte dalla fabbrica. Non è mai esistita una fabbrica a NY dal nome Cotton.

Un vero incendio si svolse purtroppo qualche anno dopo, sempre a marzo. Il giorno tragico fu il 25 e siamo nel 1911, la fabbrica, questa volta reale, si chiamava “Triangle” e il rogo causò la morte di 123 donne e 23 uomini. La commemorazione di questa storia, tragica e reale, però non sancì la nascita della festa della donna e l’8 marzo.

Già il 3 maggio 1908 a New York venne allestita una conferenza “Woman’s Day”, un evento antesignano alla “festa della donna” così come la conosciamo. Solo un anno più tardi, il 23 febbraio, si decise di commemorare il convegno decretandone una festa. Nel 1910, in seguito alla Conferenza delle donne Socialiste di Copenhagen, la festa divenne, per così dire, “internazionale” ma i singoli paesi non si erano ancora “messi d’accordo” sulla data ufficiale. Solo nel 1977, l’Assemblea generale delle Nazioni Unite istituì ufficialmente, con la risoluzione 32/142, “United Nations Day for Women” ovvero la  “Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale”.

Perché fu scelta proprio la mimosa?

La scelta fu effettuata dalle donne italiane che decisero che la mimosa fosse la pianta ideale per rappresentarle.
Fu infatti scelta nel 1946 dall’U.D.I. (Unione Italiana Donne) che era alla ricerca di un fiore per celebrare la prima festa della donna al termine del conflitto mondiale. Ma la mimosa ricopriva un ruolo nella vita quotidiana anche prima che venisse decretata come fiore simbolo delle donne. Gli indiani d’America, infatti, regalavano un piccolo mazzo di mimose quando decidevano di dichiarare guerra o amore. Le ragazze britanniche erano solite appuntare un rametto mimosa sulle loro giacche per accentuare la loro femminilità. Invece, gli aborigeni australiani ne avevano scoperto delle proprietà curative e le utilizzavano per preparare decotti per curare alcuni disturbi.

I motivi che spinsero le donne italiane a scegliere questo fiore per le loro feste sono meno storici, ma più pratici. Le mimose sono fiori poco costosi che crescono spontaneamente. È così facile trovare dei piccoli rametti che possono appuntati a giacche o camicie. Inoltre i rami della mimosa fioriscono a fine inverno e il giallo intenso stempera fortemente i colori spenti dell’inverno, anticipando così la tipica allegria primaverile. L’unico aspetto negativo è che, purtroppo, le mimose tagliate non durano a lungo. Tuttavia, si può prolungare la loro durata utilizzando due gocce di limone nell’acqua in cui sono immerse, esponendole alla luce.

Wonder Women. Il fumetto è femmina

Wonder Women. Il fumetto è femmina: dall’8 marzo fino al 09 aprile 2024 sarà possibile visitare una mostra speciale nelle stazioni del Minimetrò di Perugia: un’iniziativa celebrativa dedicata alle grandi fumettiste della storia e ai personaggi femminili più iconici del fumetto. L’evento, organizzato da Minimetrò e Biblioteca delle Nuvole, si inserisce nel contesto della festa della donna.

Le opere selezionate dalla Biblioteca delle Nuvole saranno esposte presso le stazioni del Minimetrò per un mese, permettendo al pubblico di immergersi nel mondo dei fumetti creato da talentuose autrici. La mostra sarà inaugurata sabato 9 marzo alle ore 11 presso la Stazione Pincetto, con la presenza di 8 artiste di Becoming X – Art+Sound Collective e le loro opere.

Queste talentuose artiste indosseranno le magliette dell’Associazione Un’Idea per la Vita di Laura Cartocci per sensibilizzare sul tema della prevenzione. Un’occasione unica per scoprire e celebrare il contributo delle donne nel mondo del fumetto, rendendo omaggio alle figure femminili che hanno reso indimenticabili le storie raccontate attraverso le strisce disegnate.

Il calendario delle principali festività Nerd

Chi dice che i Nerd sono solitari e antisociali verrà sbugiardato da quante festività ogni anno sono dedicate al popolo “dei secchioni”. Oltre alle “festività comandata” come il Capodanno, Pasqua, Natale, Halloween, San Valentino, l’Epifania e la Festa della mamma o del papà, ci sono davvero tantissime “giornate” speciali, internazionali, mondiali, galattiche che vanno ricordate per essere celebrate e abbiamo provato a creare un intenso calendario con le principali festività per veri nerd con qualche spunto per festeggiarle al meglio!

Gennaio

Febbraio

Marzo

Aprile

Maggio

Giugno

Luglio

Agosto

Settembre

Ottobre

Novembre

Dicembre

Piccole Donne con Minni e Paperina

Il famosissimo romanzo di Louisa May Alcott, Piccole Donne, libro di riferimento per generazioni di giovani ragazze, è il titolo scelto da Giunti Editore – divisione Disney Libri, per celebrare la Giornata Internazionale della Donna 2022. In occasione dell’8 marzo sarà infatti in vendita al prezzo di € 12,00 il nuovo volume della collana Letteratura a fumetti, che comprende un’inedita storia illustrata ispirata al romanzo e la parodia a fumetti Piccole Grandi Papere di Silvia Ziche e Marco Bosco, per la prima volta pubblicata come raccolta completa.

L’inedito racconto illustrato, scritto da Tea Orsi e ispirato ai romanzi Piccole Donne e Piccole Donne Crescono, vede protagonisti i disegni dello Studio Goodname, che ha posto particolare attenzione allo studio delle ambientazioni e del colore, permettendo ai personaggi Disney un’interpretazione estremamente elegante. In questa prima parte del libro, le protagoniste sono le cugine March: Clarabella è Meg, la cugina maggiore, Minni veste i panni della determinata Jo, grande appassionata di letteratura, Paperetta Yé-Yé impersona la dolce Beth e infine Amy, che ama la pittura, è interpretata da Paperina.

Scritta da Marco Bosco, con i disegni di Silvia Ziche, la saga a fumetti Piccole Grandi Papere vede invece protagoniste nei panni delle sorelle Quarch un pool di papere decisamente grintose: Paperina, Brigitta, Miss Paperett, Paperetta Yé-Yé, che vivono insieme a Nonna Papera. Zio Paperone e Paperino sono i Laurenbeck (alias i Lawrence), mentre Rockerduck riveste il ruolo del cattivo antagonista, accecato dalla fame di ricchezza, che mette a dura prova le quattro sorelle. Nel corso della storia, di oltre 100 pagine, emergono pregi e difetti delle protagoniste che, proprio come nel romanzo originale, hanno un talento da coltivare: chi la passione per la scrittura (Paperina-Daisy), chi per la musica (Brigitta-Bridget), chi per l’arte (Paperetta Yé-Yé-Pamela) e chi per i bambini (Miss Paperett-Mill). Anche Paperino-Donald, il giovane vicino di casa alle prese con il rigido Zio Paperone-Mr Laurenbeck, scoprirà la sua passione per la recitazione.

Nella parodia a fumetti, grazie al duo Bosco-Ziche, l’originale viene rivisitato in chiave ironica o umoristica, senza comunque perdere di vista i valori fondanti del romanzo come la famiglia, l’impegno, l’altruismo, la crescita interiore. Marco Bosco ha rappresentato delle papere forti e credibili, distanti dai cliché, capaci di affrontare sfide ardite e inedite; Silvia Ziche anche questa volta con il suo tratto ha saputo metterne in luce debolezze, vanità e la grande grinta che le accomuna attraverso una gamma di pose uniche e tipiche del suo stile inconfondibile.

Questo volume rende omaggio a un classico senza tempo della narrativa per ragazzi, conciliando i tratti originali delle protagoniste con le personalità uniche delle eroine disneyane che le impersonano e si aggiunge alla fortunata collana Letteratura a fumetti. Disney Piccole Donne è completato da un’interessante introduzione, che fornisce informazioni e curiosità sull’opera originale, sull’autrice e sulla genesi del racconto e della parodia.

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