Lo Star Wars Day 2024 @ Vigamus

Il 4 maggio si celebra lo “Star Wars Day“, una data molto attesa da tutti gli appassionati della saga fantascientifica creata da George Lucas. Questo giorno è un’opportunità per i fan di tutto il mondo di onorare una delle serie cinematografiche più amate e iconiche di sempre. La scelta del 4 maggio come data per lo “Star Wars Day” è legata a un gioco di parole sul celebre saluto “May the Force be with you” (“che la Forza sia con te”). In inglese, “May the Fourth” (quattro maggio) suona infatti molto simile a “May the Force”, dando origine a questa tradizione.

Proprio per omaggiare questa celebrazione, sabato 4 maggio 2024, il Museo del Videogioco “Vigamus” a Roma ospiterà un evento dedicato alla celebrazione della saga. Dalle 10 alle 20, il museo diventerà un punto di ritrovo per gli appassionati, offrendo la possibilità di incontrare personaggi come Jedi, Sith, Ribelli e Imperiali. L’evento sarà animato dall’associazione culturale “Raiders of the Lost 80’s“, che proporrà una giornata ricca di avventure e intrattenimento. Questa galattica associazione è nata nel 2019 dall’incontro di due amici appassionati della cultura degli anni ’80. Dopo aver fatto parte di diversi gruppi di costuming, hanno deciso di creare una realtà dedicata alla celebrazione di quel decennio leggendario, ricco di film indimenticabili, musica coinvolgente e serie TV divenute iconiche.

Il Museo del Videogioco “Vigamus” è un’attrazione situata nel cuore di Roma, che permette ai visitatori di esplorare la storia dei videogiochi e conoscere i visionari che hanno plasmato questo medium. Dalle opere classiche del passato ai pezzi unici donati dalle star del settore, come il cabinato originale di Space Invaders e i Master Disk di Doom, il museo offre uno sguardo completo sull’evoluzione di questa forma d’arte in continua trasformazione.

Lo “Star Wars Day” al Museo del Videogioco “Vigamus” si preannuncia un’esperienza unica per i fan della saga e per chiunque voglia immergersi nelle atmosfere della Forza. Un’opportunità da non perdere per celebrare il mondo di Star Wars in una giornata dedicata all’intrattenimento e alla cultura pop.

Cartoon Fest @ Snodo Mandrione: 4 febbraio 2024

Caro lettore, hai mai sognato di immergerti nel fantastico mondo dei cartoni animati e dei fumetti? Hai desiderato vestirti come il tuo personaggio preferito e vivere un’esperienza unica? Se la risposta è sì, allora non puoi perderti il Cartoon Fest @ Snodo Mandrione, un evento straordinario che si terrà il 4 febbraio 2024 alle 12:00! Questa sarà la prima edizione di un evento completamente dedicato ai cartoni animati, ai fumetti e alle persone di tutte le età. Quindi metti subito in agenda la data e preparati a divertirti!

Che cosa ti aspetta?

Beh, il programma completo è ancora in via di definizione, ma posso darti un assaggio di quello che potrai vivere. Ci saranno giveaway con fantastici premi, cibo, musica e intrattenimento per tutta la famiglia. Insomma, un’occasione da non perdere per trascorrere una giornata piena di divertimento e animazione!

Se sei un appassionato di cosplay, avrai l’opportunità di vestirti come il tuo personaggio preferito e partecipare a un contest organizzato in collaborazione con i Raiders of the lost 80’s. Metti alla prova la tua conoscenza dei classici dell’animazione con un quiz sui cartoni animati degli anni ’80. Se ti piace il mondo dei manga e degli anime, vivrai un’esperienza unica al MaidCafè, dove potrai essere servito come se fossi all’interno di un manga o di un anime.

Durante l’evento si svolgerà la presentazione del libro: A Black Carol – A ghost story of fascism di Maria Chiara Giannolla che sarà intervista da Francesca Torre. L’autrice, fumettista e docente di Storia e Filosofia, dopo aver compiuto studi classici ed essersi laureata e dottorata in Filosofia Estetica, si diploma alla “Scuola Romana dei Fumetti”. Terminati gli studi, comincia a lavorare come grafica, illustratrice freelance e storyboard artist, realizzando locandine, grafiche, copertine, pitture murali e contributi vari, soprattutto per la scena artistica underground e indipendente. In un secondo momento approda al fumetto con serie web e progetti editoriali, propri e in collaborazione con sceneggiatori. Nel 2018 debutta sul web con il suo primo fumetto da autrice completa “Miss Unicorn” che in pochi mesi diviene rivista cartacea autoprodotta. Nel 2020 realizza il fumetto “Più rosso d’amor. Storia di Valerio Verbano” che, nel 2021, viene pubblicato su “ANTIFA!nzine” #5. Nel 2021 pubblica il fumetto “A Black Carol. A ghost story of fascism” per Momo Edizioni. Nel 2023 realizza la storia a fumetti “Non al denaro”, per l’inserto a fumetti di “Domani Editoriale”, intitolato “Il baratto” (numero di febbraio). Nel 2015 fonda e dirige, a Roma, la Scuola Popolare “Fumetto e Illustrazione Lab Puzzle”, dove attualmente insegna. La moderatrice, Francesca Torre, inizia a collaborare con Panini Comics come proofreader. Inoltre, da redattrice della sezione fumetti del sito Stay Nerd, scrive nel 2020 un articolo sulle molestie nel mondo del fumetto italiano, a cui segue la co-fondazione del collettivo Moleste nell’ottobre dello stesso anno. Cura per Arf! Festival il ciclo di incontri Women in Comics di introduzione all’omonima mostra a Palazzo Merulana di Roma. Nel 2021 è tra le firme dell’antologia “Fai Rumore” di cui coordina anche il progetto editoriale per Il Castoro Editore. Attualmente è al lavoro sulla sua prima graphic novel e su una collaborazione con Emergency, sempre nell’ambito della divulgazione a fumetti. È nella redazione della rivista Smack! dedicata al fumetto e alla parità di genere.

Inoltre, durante l’evento, sarà presente con alcune performance, il Korekara Maid Cafè è un gruppo formato da 6 Maid ed ha lo scopo di reinterpretare in chiave europea (nello specifico Romana) il fenomeno Maid Cafè orientale.Maid Yako, Maid Yami, Maid Aki, Maid Yuuki, Maid Kanna e Maid Fuyu vi accoglieranno e giocheranno con voi come se fa nella capitale e soprattutto con lo stile de ‘a maggica. Dolcezza, purezza e spensieratezza si fondono con sfrontatezza e ironia pungente.Nel Korekara vive la dualità e la cultura di due luoghi straordinari allo stesso modo ma diversi sotto tanti aspetti: Il Giappone e l’Italia.

Per coloro che amano ballare, un’opportunità da non perdere sarà il Cartoon Dance, dove potrai scatenarti sulla pista con le canzoni più allegre e famose delle serie animate. I bambini avranno la possibilità di partecipare a laboratori speciali sui supereroi, dove scopriranno i loro poteri e potranno persino creare il loro supereroe.Se sei un fan del film della Pixar “Coco”, potrai immergerti nella magia della musica e della famiglia nella zona dedicata al film. Inoltre, potrai partecipare a conferenze con i creatori di fumetti e workshop per imparare a disegnare i tuoi personaggi preferiti.

Hai un’anima da investigatore? Non perderti l’Escape Room, un’avventura cartoon piena di mistero in cui dovrai risolvere indizi per trovare l’assassino. I bambini potranno anche partecipare a laboratori speciali su Harry Potter e sui cartoni animati in generale, per scoprire il meraviglioso mondo della magia e dei personaggi più amati.

L’evento si terrà presso lo Snodo Mandrione in via del Mandrione 63, il 4 febbraio dalle 12:00 alle 21:00. L’ingresso sarà con offerta libera, quindi potrai partecipare a tutte le attività e goderti l’intero festival. Il Cartoon Fest @ Snodo Mandrione , l’evento dell’anno per tutti gli amanti dei cartoni animati, dei fumetti e per i giovani di tutte le età. Non perderti questa fantastica opportunità di divertimento e animazione.

Cosplay Sotto le Stelle: 7 Agosto 2022 

Dopo il successo de La Notte Bianca della Cultura Pop, ecco il secondo appuntamento estivo made in Cassino Fantastica:Comics & Cosplay Sotto le Stelle 2022″ al Parco divertimenti Viaggio nel tempo. L’evento è realizzato in collaborazione con il parco divertimenti e Mondadori Bookstore Cassino.

Domenica 7 Agosto 2022, nel cuore del Parco Divertimenti a tema sui Vaggi nel tempo, a due passi dal Centro Storico di Aquino (Fr) si svolgerà  una serata dedicata ai comics, ai manga, al cosplaye a tutto quello che è Cultura Pop! Sarà una giornata memorabile, che i nostri fotografi ed il servizio di stampa live vi aiuteranno a conservare per sempre.

Con il biglietto di ingresso (gratuito per i cosplayer) si potrà visitare anche il parco divertimenti e i suoi spettacoli oltre a godervi Comics & Cosplay Sotto le Stelle.

Nella splendida cornice verde del Vallone, tra Dinosauri giganti e animatronici, quattro aree tematiche dedicate a Preistoria, Antico Egitto, Far West e Nativi Americani, ognuna impreziosita con maestose luminarie giganti a tema, Mr Cartoon e Dasinger Z  saranno gli eccezionali artisti protagonista dei live musicali. I nostri due eroi canteranno, in uno spettacolo diviso in due parti, le versioni italiane e originali dei nostri anime preferiti! Inoltre, tra gli eccezionali artisti interpreti di questa incredibile performance che inizia alle 20 ci saranno anche i grandi EFTM Crew! Dal punto di vista dello spettacolo, durante l’evento, si esibiranno anche i mitici Raiders of the lost 80’s a proporre animazione ispirata a Ritorno al Futuro, anni 80 quiz e djset! Ospite dell’evento anche Valentino Notari che presenterà il suo fortunato Romanzo Cosplay Girl“. A proposito di cosplay: al parco divertimenti Viaggio nel tempo potrete incontrare anche Sonny Cosplay con la sua iconica interpretazione del Cappellaio Matto; la Gara Cosplay è fissata per le ore 21 e Sonny Cosplay sarà in giuria!

 

Programma 

Ore 18.00 > DJSet e quiz anni ’80 con i Riders of the Lost 80’s e tema Ritorno al Futuro;
Ore 19.00 > Presentazione del romanzo “Cosplay Girl” (Mondadori) di Valentino Notari, firmacopie con l’autore;
Ore 20.00 > Concerto Live La Notte delle Sigle – Parte 1 con Dasinger ZMr. Cartoon e EFTM Crew;
Ore 21.00 > Gara Cospaly – in giuria Valentino Notari e Sonny Cosplay;
Ore 22.00 > Concerto Live La Notte delle Sigle – Parte 2 con Dasinger ZMr. Cartoon e EFTM Crew.
 

 

Raggiungere “Cosplay Sotto le Stelle 2022” è facile! Il parco divertimenti Viaggio nel Tempo si trova in via S. Costanzo, Vallone di Aquino, Aquino (FR), uscita Pontecorvo, autostrada RM-NA, Disponibile Servizio Pullman da Cassino.

Qui tutte le info sull’evento e il programma completocassinofantastica.it/…/86-comics-cosplay…; qui tutte le info sul parco divertimenti:
 

La Casa di Sam Raimi

Nonostante nel 1981 fosse uscito nelle sale americane un po’ in sordina e fu inizialmente molto criticato per il contenuto ritenuto dai più, troppo violento, La Casa di Sam Raimi riuscì ad ottenere in poco tempo il successo meritato. Dopo pochi anni venne considerato come il Classico dei film Horror e se ci pensiamo, è il perfetto scenario per una storia terrificante: una vecchia casa isolata in un bosco, collegata alla civiltà solamente da un ponte di legno marcio, un gruppo di amici, la cui più insospettabile è colei dalla quale si dovranno difendere i poveri protagonisti della nostra storia, una cantina che racchiude un segreto antico, che risveglierà il male assoluto. Costato solamente 350 mila dollari, il film ne incassò 2,5 milioni contro ogni pronostico.

La casa  -  1981 - Trailer Italiano

Partito come progetto quasi utopistico, il film prese il via dopo la visione, da parte della casa di produzione del cortometraggio “Within the Woods” che fungeva da prologo della saga. Il film, girato da un giovanissimo Sam Raimi con i suoi amici Bruce Campbell e Robert Tarpet (rispettivamente il protagonista e il produttore de La Casa) non era altro che una breve storia di 4 amici che si ritrovavano in questa casa nel bosco e trovando un coltello sacrificale, scatenavano le forze del male. Questo bastò alla casa produttrice e ai fratelli Coen, che si unirono alla produzione, per finanziare il progetto dell’allora ventenne Raimi. Il film aveva un copione molto ridotto, infatti la maggior parte delle battute e delle scene vennero improvvisate durante le riprese, che venivano effettuate durante i fine settimana. Anche gli effetti speciali e le tecniche di ripresa, furono improvvisate sul set, ma proprio da una di queste improvvisazioni, nacque una tecnica che Raimi poi usò nei sequel di questo film: la Shakeycam. Questa tecnica non era altro che una sorta di Steadicam, che a differenza di quest’ultima, doveva dare un effetto tremolante. Ricordiamo tutti la fuga della giovane Cheryl dal demone che non vedremo mai in viso, ma che rincorrerà per il bosco la ragazza con la sua corsa forsennata. Da qui il risultato stupendo della Shakey.

Sempre parlando del bassissimo budget del film, le riprese, vennero effettuate, per la parte esterna in uno chalet abbandonato che purtroppo prese fuoco dopo le riprese per un incendio, mentre gli interni vennero girati nelle case di campagna del produttore Tarpet e nel seminterrato della casa di Raimi. La macchina con cui arrivano i protagonisti alla “Casa” era la vecchia macchina di Raimi che lui considerava la sua portafortuna e che infatti ha inserito in tutti i suoi film, anche i più recenti.

Dopo essere stato consacrato come il padre del genere “Find Footage” horror, la pellicola vedrà un seguito nel 1987 con “La Casa2”. Un sequel che era già nell’aria durante le riprese del primo film, nel quale Raimi avrebbe voluto portare il suo protagonista nel medioevo attraverso un portale spazio-temporale. Dopo un flop cinematografico dovuto ad un film diretto e co-prodotto con i fratelli Coen, decise di tornare alla sua “vecchia gloria” per non affossare la sua carriera da regista. Decise così di giare un sequel che potrebbe essere considerato quasi un reboot in chiave molto più splatter e quasi comica rispetto al primo film. Il film ottenne un ottimo risultato al botteghino e delle critiche positive nonostante fu definito un film “bizarro”.

Fu sull’onda di questo successo che nel 1992 Raimi riesce a coronare il sogno di concludere la sua trilogia trasformandola dall’horror-splatter dei primi due film alla comicità slapstick solo accennata nei prequel. In questo film, che potrebbe essere definito “molto più che bizzarro” vediamo il nostro protagonista, diventato uno sbruffone molto pieno di sé, ma anche molto impacciato, che combatte in un medioevo infestato da non morti e streghe che lui stesso contribuirà a far risvegliare pronunciando in modo errato le fatidiche parole “Klatù, Barada, Nikto” (parole note agli amanti della fantascienza perché introdotte sul grande schermo dal film Ultimatum alla Terra e riprese da George Lucas in Star Wars Episodio 6 – Il Ritorno dello Jedi per classificare tre razze aliene alla mercè di Jabba the Hutt).

Il film, nonostante il trailer lo annunciasse solo come film horror, ottenne successo tra gli amanti del genere, ma anche tra coloro che erano distanti anni luce da questo tipo di film. Per anni, il terzo capitolo della saga venne osannato come capolavoro e ne venne richiesto un seguito che inizialmente venne preso in considerazione da Raimi, ma che fu poi accantonato. Solo negli ultimi anni, un Bruce Campbell in formissima si rimette la famosa camicia azzurra, il suo “bastone di fuoco” in una mano e la sua motosega nell’altra, sfoggiando il suo sorriso migliore, per ri-interpretare l’impacciato e sbruffone addetto al reparto ferramenta dei Magazzini Smart, nella serie TV Ash vs. The Evil Dead, ambientata 30 anni dopo gli eventi de “L’armata delle tenebre”.

Che dire, una storia lunga più di 30 anni che ha stregato tutti ed ha ispirato valanghe di film horror, ma che non è mai riuscita a tirare fuori un degno avversario che riuscisse a superarla.. (forse solo “Quella casa nel bosco” riesce ad essere un film che arriva al pari del primo capitolo della saga ndr.).

di Riccardo Rossetti

tratto da

 

Delitto al Ristorante Cinese

“Delitto al Ristorante Cinese” film del 1981 diretto da Bruno Corbucci, è il secondo film della serie “Delitti” e l’ottavo film della saga dell’ispettore di Polizia Nico Giraldi (personaggio creato dallo sceneggiatore Mario Amendola e dallo stesso Bruno Corbucci, un ex ladro divenuto dapprima maresciallo della Polizia di Stato ed infine Ispettore).

“Pocoto pocoto…….pocoto un par de c….!”

Alzi la mano chi, almeno una volta nella vita, non ha pronunciato questa frase memorabile, che resta scolpita negli annali come una delle frasi più conosciute, simbolo ed  icona trash del  cinema popolare italiano.

Le vicende raccontate in “Delitto al Ristorante Cinese” sono più o meno le stesse degli altri film della serie. L’ennesimo caso di omicidio, stavolta di un cliente del ristorante cinese Tai Tung, che l’autopsia dichiarerà morto per avvelenamento da ingestione di arsenico. Coinvolti nel delitto, loro malgrado, saranno anche i lavoranti del locale, il ruspante e verace Bombolo, il cameriere napoletano Vincenzo Quagliarulo e il nuovo cuoco arrivato dall’Estremo Oriente, Ciu Ci Ciao. Le indagini, affidate come sempre all’ispettore Giraldi, porteranno quest’ultimo a smascherare una fitta rete di spie in cui è implicato proprio il viscido titolare del ristorante, Chan Zeng Piao.

 

Delitto al ristorante cinese - Trailer

Quello al ristorante cinese è indubbiamente uno dei capitoli più divertenti girati da Corbucci, un film che conserva come sempre una forte anima trasteverina,  senza ricorrere però alla solita dose di comicità irriverente e a tratti volgare,  grazie anche alla fantastica trovata di presentare un ispettore Giraldi ingessato e costretto a rispettare un voto religioso che gli proibisce di dire parolacce.

Per la prima volta il film propone Tomas Milian in una doppia veste: non solo quella del colorito e sfacciato Ispettore di polizia, ma anche quella del cuoco cinese Ciu Ci Ciao doppiato dallo stesso Tomas Milian (figura che ricorda un altro personaggio interpretato sempre dall’attore cubano, Sakura detto Il Giallo, uno dei protagonisti del film western “ Il bianco, il giallo, il nero” dell’altro fratello Corbucci, Sergio.)

La pellicola ritrova le storiche spalle di Bombolo ed Enzo Cannavale che, pur recitando in altri titoli della serie, non riprendono i loro vecchi ruoli. Difatti Bombolo non è qui chiamato Venticello o Bertarelli Franco, ma viene chiamato col suo vero soprannome,  e Cannavale non impersona l’emigrato pizzaiolo Salvatore Esposito (al fianco di Giraldi nel film Squadra Antigangsters ) ma il simpatico cameriere napoletano Vincenzo Quagliarulo.

Nel film recitano poi, oltre a Olimpia Di Nardo  nel ruolo della moglie di Giraldi, Angelina, anche Sergio Di Pinto nei panni di Oscaretto il fotografo (che interpreterà poi nel successivo Delitto in Formula 1 il cognato dell’ispettore finito nei guai per un furto d’auto), l’attore e stuntman Massimo Vanni nel ruolo del brigadiere Gargiulo e Marcello Martana  nel ruolo del commissario Trentini. Da sottolineare la presenza nel cast di Giacomo Furia , grande interprete della commedia italiana anni ’40 e ’50,  che ha lavorato nel corso della sua carriera con i più grandi del nostro cinema, da Anna Magnani a Sophia Loren, passando per Totò e  Peppino de Filippo.

Come sfondo ritroviamo sempre la nostra amata e bistrattata Roma, con i suoi vicoli, la sua storia i suoi personaggi e le sua costante bellezza. La Fontana di Trevi, Vicolo del Forno, Ponte Sant’Angelo, Piazza delle Coppelle e la famossima Viale Cal….Viale Caz….ehm…Viale Carso!!!!

Degna di nota anche la famosa scena in cui Bombolo e Ciu Ci Ciao vengono prelevati di notte da un inquietante automobilista che propone loro un impiego stagionale presso un certo Hotel Shining (simpatico omaggio al celebre film horror di Stanley Kubrik uscito un anno prima, nel 1980.)

Delitto al Ristorante Cinese si conferma come sempre un evergreen della cinematografia trash italiana, da acquistare e custodire gelosamente nella propria bacheca, un fantastico ed irriverente b-movie che, nonostante il tempo che passa, mantiene inalterata la sua verve comica ed è come un vino che più invecchia e più diventa buono…anzi a proposito di vino, vi lascio con una fantastica ricetta presente nel film…il famigerato Riso Imbottito :

“Si plende bistuli, si taglia chicco, si plende pinza, folmichina dentlo chicco, chiudi….leghi bene bene sennò si spapalanza, tili, tili, tagliale…fatto!”

di Roberta Guarneri

tratto da

Fracchia la belva umana

Fracchia la belva umana è un film del 1981 diretto da Neri Parenti con un eccezionale Paolo Villaggio. Pochi sanno che questa pellicola è un remake dell’americano “Tutta la città ne parla” (The Whole Town’s Talking), di John Ford, con protagonista Edward G. Robinson (1935). Per molti di noi Fracchia la Belva Umena, come lo chiamava con la sua cadenza  pugliese il commissario Auricchio, è un film comico che ha fatto storia e un ricordo  esilarante della nostra gioventù.

Fracchia la Belva Umana - TRAILER - Neri Parenti

Fracchia è stato una delle prime creazioni di Paolo Villaggio, ancora prima del  famoso ragioniere. Le sue prime apparizioni televisive risalgono al 1968 in Quelli della Domenica,  grazie a Maurizio Costanzo che lo scopre durante uno dei suoi spettacoli di Cabaret a  Genova, città d’origine di Villaggio.  Fracchia era un nevrotico, uno che di fronte ad una ragazza che gli piaceva non  riusciva a spiccicar parola e di fronte al capufficio si cagava addosso.  Ed è una malattia molto comune, cioè un eccesso di paura, di timidezza. Così descriveva Villaggio il personaggio di Fracchia.  In uno dei suoi sketch in Quelli della Domenica, spalleggiato da altri membri del cast  come capitava spesso, come Gian o Renato Pozzetto, Fracchia curiosamente, cita uno  dei suoi colleghi, un certo Fantozzi, un cognome senza nessun significato, almeno  fino al 1971, uscita del primo libro di Villaggio.

Nel 1969 Fracchia avrà una trasformazione importante e intorno a lui inizierà a  crearsi quel mondo che poi ritroveremo nel film. Nei suoi Sketch viene affiancato da Gianni Agus, che interpreta la sua controparte, a  volte nel ruolo del severo e irascibile direttore, ma anche nel ruolo di un  intraprendente e deciso venditore, dove viene introdotto il tormentone della poltrona  sacco, sulla quale Fracchia tenta invano di sentirsi a suo agio, rotolandosi  puntualmente per terra.

Nel 1975, sulla scia del fortunatissimo film su Fantozzi, Villaggio ripropone il  personaggio di Fracchia in televisione nella serie Giandomenico Fracchia – Sogni  proibiti di uno di noi, una serie composta da 4 puntate della durata di un’ora, insieme a Gianni Agus nella parte del cavalier Acetti, Ombretta Colli nella parte della  Signorina Ruini, e Gigi Reder.

Passano altri 6 anni e finalmente Fracchia arriva sul grande schermo, in Fracchia la  Belva Umana. Film diretto dall’immancabile Neri Parenti, nel cast ritroviamo facce vecchie come  Agus e Reder, facce meno vecchie come Anna Mazzamauro che interpreterà l’amore  di Fracchia, la Signora Corvino e una faccia nuovissima per il film di Villaggio, il Re  dei film Cult e Sexy all’Italiana, Lino Banfi.  Villaggio e Banfi insieme formano una coppia esplosiva, questo film è solo l’inizio di  una serie di film che li vedrà insieme ( Scuola di Ladri, I Pompieri, Com’ è dura  l’avventura, Pappa e Ciccia e tanti altri…).

Fracchia la Belva Umana racconta le disavventure di un uomo piccolo borghese,  come lo definisce la Signora Corvino. Lavora presso un’azienda di merendine di cioccolato ed è vittima degli scherzi dei  suo colleghi e le sfuriate del suo capo il dottor Orimbelli che vede il ritorno di Gianni  Agus questo ruolo. A causa della sua somiglianza fisica con un pericoloso criminale, soprannominato La  belva umana, responsabile di numerosi omicidi e ricercato dalle forze dell’ordine,  viene arrestato ben tre volte in una sola notte, da Carabinieri, Polizia di Stato e  DIGOS. Fracchia viene quindi continuamente scambiato per il criminale ricercato e trattato  come tale, fino a quando la polizia decide di fornirgli uno speciale lasciapassare, che  gli permetterà di essere identificato come l’innocente Fracchia. A un certo punto però la vera belva umana viene in contatto con Fracchia e capisce di  poter sfruttare la somiglianza a suo vantaggio; come prima cosa la belva si  impossessa della casa di Fracchia e del lasciapassare per continuare indisturbato a  svolgere le proprie attività illecite. In alcuni casi, però, è Fracchia a dover uscire e sostituire il criminale, portando con sé  il documento, come quando è costretto ad incontrare la terribile madre del criminale,  ex prostituta di origini siciliane interpretato da un fantastico Gigi Reder, e a  partecipare ad una rapina in banca organizzata in precedenza dalla Belva Umana con  i suoi complici: Neuro interpretato da Francesco Salvi, Massimo Boldi nei panni di  Pera e Tino il più duro dei tre è Roberto della Casa. Alla fine la polizia decide di far ricoverare la madre della belva umana in una clinica,  sperando che il figlio, essendole molto legato, la vada a trovare, e in questa occasione  sarà possibile catturarlo. La belva però capisce il trucco e costringe Fracchia ad andare al posto suo. Nel conflitto a fuoco finale vengono uccisi entrambi e si ritrovano nell’aldilà, dove a  Fracchia e alla belva verrà nuovamente richiesto di esibire il lasciapassare, di cui però  la Belva si era già appropriato lasciando a Fracchia una busta piena di frammenti di  giornale, quindi il criminale va in Paradiso e Fracchia finisce all’inferno.

In Fracchia la Belva Umana vengono riproposti tanti Sketch creati per la serie  televisiva degli anni 70, tra le tante quella con il capoufficio e la sua difficoltà a  restare seduto nella poltrona sacco. Paolo Villaggio non era invidioso dei suoi colleghi e dava spazio agli altri attori dei  suoi film, talmente tanto che Fracchia rischia quasi di passare in secondo piano, vista  la forte presenza scenica che possiede il commissario Auricchio insieme al suo  secondo De Simone. Banfi durante un’intervista radiofonica del luglio 2017 per ricordare il suo amico  appena scomparso, racconta che fu chiamato inizialmente per fare un’apparizione e  sarebbe stato indicato nella locandina come “ con la partecipazione di…” e poi  inconsapevolmente diventa coprotagonista.

Fracchia la Belva Umana   Lino Banfi   Benvenuti a sti frocioni

La famosa scena del ristorante nasce da un’improvvisazione di Banfi. Il copione voleva tutt’altro, dopo lo stornello che sbeffeggia i carabinieri in borghese  appena giunti per arrestare la belva nel ristorante, Auricchio avrebbe dovuto  rispondere: ah che ciò a dire? Arrestatelo sto stronzone. Invece dopo la parte cantata, Banfi stette al gioco e improvvisò: continua continua. L’attore generico che faceva finta di suonare la chitarra, spiazzato dalla battuta fuori  copione di Auricchio, non sapeva che fare, Neri Parenti da dietro la cinepresa con  accanto Villaggio che assistevano alla scena, invitavano all’attore generico a continuare e a stare al gioco di Lino. L’attore Pugliese improvvisò tutto in quel momento, inventandosi musica e parole: Non sono frocione, non sono sono fri fri, sono commissario e ti faccio un culo così.

Ignazio Scalas

tratto da

L’originale Total Recall (Atto Di Forza)

Iniziamo con il dire che la gestazione di Total Recall (Atto Di Forza) copre un lasso di tempo prossimo ai 10 anni! La prima stesura, infatti, risale ad inizio degli anni ’80 ad opera di Dan O’Bannon e Ronald Shusett, gli autori di Alien che si basarono sul racconto “We Can Remember It For You Wholesale” di Philip K. Dick, ma l’impresa di trovare un finanziatore si protasse negli anni, cosa che portò a circa 40 stesure.

A metà degli anni ’80 il produttore Dino De Laurentis acquisì i diritti e pensava di far ricoprire il ruolo del protagonista, Douglas Quaid, a Richard Dreyfuss o in alternativa a Patrick Swayze, arrivo ad annunciare l’uscita come produzione di lancio della De Laurentis Entertainment, ma anche questo progetto fallì. Fu poi il turno di David Paul Cronenberg a cui De Laurentis affido la sceneggiatura redatta dai due autori di Alien, anche Cronenberg ci mise del suo e in anno fece dodici stesure della sceneggiatura, la visione del film che aveva Cronenberg era una sorta di “Spider su Marte” e contrastava con quella di Shusett che invece vedeva il film più come “I Predatori dell’Arca Perduta su Marte”, le divergenze divennero insanabili al punto che Cronenberg lasciò il progetto. Tuttavia è proprio nelle stesure del regista di che prese vita l’idea dei mutanti marziani, di Kuato, vittime delle radiazioni “dolose” questa è la parte che si discosta maggiormente dal racconto di Dick oltre al fatto di svolgersi su Marte.

L’ennesimo colpo al progetto del film viene poi con il fallimento della De Laurentis Entertainment, ma e proprio questo il punto di svolta, Arnold Schwarzenegger venuto a conoscenza del progetto si era già proposto come protagonista ma senza successo, lavorando al film “Predator” propose il progetto al produttore Joel Silver, anche questo progetto non prese mai il via. Arnold non si arrende e riprova con la Carolco Pictures, a cui propone anche la regia di Paul Verhoeven che Schwarzenegger reclutò, poi, personalmente per dirigere il film essendo rimasto colpito da RoboCop, finalmente il film arriva nelle sale nel 1990!

Distopico come pochi, considero Total Recall come uno dei film più iconici e interessanti subito alle spalle dei monumentali Star Wars, Blade Runner, un film fortemente voluto da tanti e per tanto, a cominciare proprio da Arnold, buona azione per tutto il film, lascia con il dubbio di chi sia stato e di cosa abbia fatto veramente, questo forse l’unico vero significativo punto di contatto insieme all’impianto della memoria con il romanzo a cui si ispira.

Come ogni film che lascia il segno, ci sono delle immagini che rimarranno sempre nella mia memoria, facile pensare alla donna del locale a Venusville (come chiamare un quartiere a luci rosse su un pianeta rosso?) con tre seni, probabilmente questa immagine l’hanno impressa in molti in testa, proprio a proposito di testa ecco le altre due immagini che mi hanno sempre fatto effetto memoria di questo film, l’estrazione del dispositivo di rilevamento dalla narice e l’apertura della maschera da donna indossata all’arrivo su Marte, con la sua apertura a strati, idea meravigliosa.

Di idee, ispirazioni questo film ne ha date diverse, inizialmente doveva esserci un sequel, ispirato sia ai mutanti marziani, sia ad un altro romanzo di Philip K. Dick ( Rapporto di minoranza) non se ne fece nulla ma spinse sulla realizzazione di “Minority Report” con Tom Cruise. L’altro film ispirato, o meglio dovrei dire dell’ispirato regista Paul Verhoeven, è Basic Istinct, furono proprio le scene di lotta tra Schwarzenegger e Sharon Stone a suggerire un film in cui ci fosse un donna forte e passionale come Lori, la moglie di Quaid.

Atto di Forza (1990) - TRAILER ITALIANO

Aggiungo, infine, un po’ di curiosità raccolte nel web riguardo il film.

  • Schwarzenegger aveva sopranominato la Stone “Female Terminator”. Ci sono voluti 15 burattinai per controllare Kuato, Il trucco era così ben fatto che le persone si avvicinavano all’attore Marshall Campana per chiedere se avesse veramente un gemello-freak.
  • Arnold Schwarzenegger ha subito diversi infortuni durante le riprese. Si è rotto un dito della mano destra e la maggior parte delle scene girate successivamente sono state realizzate con la mano ferita fuori dallo schermo.
  • All’inizio il film era stato vietato X-rating dalla MPAA (Motion Picture Association of America) per l’eccessiva violenza. Sono state editate alcune scene per togliere la censura. Una delle scene ri-editate per ottenere un R-rating è stata la sparatoria in cui Quaid usa un corpo umano per ripararsi dai proiettili.
  • Durante la produzione tutto l’equipe si è ammalata a causa di un’intossicazione alimentare, con l’eccezione di Arnold Schwarzenegger e Ronald Shusett. Schwarzenegger mangiava cibo americano perché tre anni prima si era ammalato durante la produzione di Predator, in Messico. Shusett aveva preso precauzioni particolari come lavarsi i denti con acqua bollita o in bottiglia e insistendo nell’avere ogni settimana la vitamina B12. Il cast lo prendeva in giro per questo… finché si sono ammalati tutti.

Marco Martelozzo

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Michael Mayers: il volto del Capitano Kirk

Che cosa accomuna uno dei serial killer più longevi della storia del cinema con una delle facce più iconiche della fantascienza? Oggi faremo un mini approfondimento su di una chicca del cinema che forse in pochi conoscono e che non ci permetterà di vedere con gli stessi occhi di prima due pietre miliari del cinema e della tv.

“Spazio: Ultima Frontiera” con questo incipit iniziava una delle serie classiche degli anni ’60, Star Trek, ma in pochi sanno che fu proprio questa serie a dare vita al “VOLTO” di un altro mostro sacro dell’horror. Nel 1975 una nota casa di produzione di maschere per halloween creò, sull’onda del successo televisivo, la maschera del Capitano Kirk. Questa ebbe un enorme successo all’uscita e per parecchi anni ogni bambino che aveva sognato di voler viaggiare a bordo dell’Enterprise, aveva esaudito un piccolo sogno nel cassetto, ma nessuno si sarebbe mai aspettato che quello stesso successo si sarebbe potuto triplicare grazie ad un piccolo “make up” che l’avrebbe trasformata nel 1978 in una della maschere più iconiche dei film horror.

Fu grazie a John Carpenter che, per vestire il suo serial killer Michael Mayers nella serie di Halloween, scelse degli abiti da meccanico e di coprirgli il viso dipingendo di bianco la faccia del nostro amato Kirk, per farlo diventare uno spietato assassino dal volto inespressivo che semina morte e panico nella sua città natale: Haddonfield. Carpenter ha raccontato in un’intervista:

«Siamo andati in un negozio di maschere su Hollywood Boulevard, abbiamo acquistato la maschera del Capitano Kirk, l’abbiamo colorata con lo spray e ingradito l’apertura degli occhi. E quella è diventata la maschera di Michael.»

Fu probabilmente questa mancanza di espressività della maschera a convincere Carpenter; non che il volto del nostro amato William Shatner, interprete del Capitano Kirk, non ne avesse, ma la sua riproduzione in latex evidentemente aveva questa peculiarità, che ha permesso al fenomeno di Michael Mayers di spopolare negli anni ’80 e di durare oltre 40 anni, con ben otto remakes (uno in arrivo quest’anno) e 2 reboot della saga. Ad oggi, le maschere originali del nostro amato Kirk si trovano a prezzi non troppo elevati e molti collezionisti le comprano per poi trasformarle nell’originale prima maschera di Michael Mayers. Su YouTube ci sono interi canali dedicati ai metodi di trasformazione da capitano dell’Enterprise a maniaco omicida.

Adesso immaginate il Capitano Kirk, con la sua maschera pittata di bianco e un coltello da cucina affilatissimo, aggirarsi per i corridoi di una delle astronavi più famose del cinema e della tv, con in sottofondo la musica ansiogena, magistralmente scritta e suonata dallo stesso Carpenter, che ha accompagnato per 40 anni gli efferati omicidi del nostro Mayers.  Lunga Vita e Prosperità… forse non così lunga…

Riccardo Rossetti

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Il concerto tributo a John Williams chiude Videocittà 2021

Da mercoledì 15 a domenica 19 settembre, Videocittà 2021 ritorna nel quartiere Eur di Roma per cinque giorni di musica, immagini, visioni, arte. L’evento conclusivo del 19 settembre avrà un duplice sorpresa. Direct 2 Brain presenterà l’evento speciale: “Oltre la Linea – Anime 4.0”, che indaga il delicato tema del challenge web estremo e a seguire, sullo sfondo del Palazzo dei Congressi, avrà luogo il tributo a John Williams, direttore d’orchestra,direttore d’orchestra, compositore, cinque volte Premio Oscar per la migliore colonna sonora, ha collaborato con registi di fama assoluta come Steven Spielberg, George Lucas e Chris Columbus. Sue sono musiche indimenticabili, dalla saga di Star Wars a Schindler’s List, da Indiana Jones a E.T. l’extraterrestre, Lo squalo e Jurassic Park, da Salvate il Soldato Ryan a Superman e Harry Potter.

Sarà il Maestro Michelangelo Galeati a dirigere l’Orchestra del Conservatorio Santa Cecilia, composta da oltre sessanta musicisti, in una coinvolgente selezione da questo repertorio ricco di emozioni, amato da tutti i cinefili. Un’occasione imperdibile per ripercorrere la storia del cinema attraverso colonne sonore evocative e di grande impatto emozionale, arricchito dalle proiezioni sulla spettacolare facciata del Palazzo dei Congressi realizzate da Studio Cliche.

L’Orchestra del Conservatorio Santa Cecilia di Roma è composta da giovani musicisti, allievi ed ex-allievi del Conservatorio romano, e da anni è presente nel tessuto culturale della città, realizzando concerti in collaborazione con Istituzioni, Musei e Accademie. Nel 2020 è stata protagonista del Concerto di Natale presso la Camera dei Deputati, evento ripreso anche nei palinsesti RAI.

Michelangelo Galeati, direttore d’orchestra e violoncellista, è docente del Conservatorio Santa Cecilia di Roma, dove si occupa anche di progetti culturali e musicali a livello Europeo. La sua attività artistica lo ha portato in Sud America, Europa, Russia e Cina, dirigendo progetti sinfonici, multimediali e operistici. Nel corso degli anni ha diretto più volte in Austria e Germania, dove è stato direttore ospite dell’Orchestra di Trier e dell’orchestra dei Berliner Symphonikern nella prestigiosa Philharmonie di Berlino. Michelangelo Galeati si è dedicato anche alla valorizzazione, revisione e diffusione del repertorio meno noto dell’800 strumentale italiano, incidendo tre monografie incentrate sulla musica cameristica di Rossini, Donizetti e Mercadante per la casa discografica Musikstrasse.

Durante lo straordinario evento saranno presenti i ragazzi dell’Associazione Raiders of the lost 80’s con i loro meravigliosi costumi ispirati alla saga di Star Wars. L’associazione è un punto di riferimento per gli appassionati dei “favolosi anni’80” e per la cultura nerd in generale: Indiana Jones, Star Wars, Ritorno al Futuro, Star Trek, Ghostbusters: Raiders of the lost 80’s, con le sue attività live e digitali, ha proprio l’obiettivo di accumunare “passioni” estremamente eterogene ma collegate, tutte, ad un decade davvero spettacolare. Un’associazione multi tematica, a tutto tondo, dove si potesse parlare, non solo di cinema, ma di serie TV, di cartoni animati, di musica, di attualità dell’epoca, della moda. Raiders of the lost 80’s è un’associazione attiva sul territorio laziale, almeno fino a quando si è potuto realizzare con serate a tema in locali, feste, fiere e gare Cosplay. Nei periodi di Lockdown i ragazzi sono stati vicini ai soci e ai followers con dirette Facebook in cui hanno proposto quiz online con premi gustosi. Le attività online continueranno ancora finché non si potrà tornare ad abbracciarci dal vivo, perché i Raiders hanno voglia di divertirsi, ma soprattutto di far divertire. In un solo anno i Raiders of the lost 80’s sono balzati ad un incredibile team di 80 iscritti, ma queste persone non sono solo un numero. Sono membri attivi a tutti gli effetti, che hanno messo anima e cuore in quello che hanno fatto, nei costumi che si sono impegnati a creare e indossare agli eventi.

Quando in TV c’era la Filmation…

Miei cari Predatori Del Tempo, per citare il nome di una nota serie animata giapponese della Tastunoko, che siete figli di quegli anni fatti di spensieratezza, consumismo e tanta tanta esagerazione! Quando eravate pischelli/e, e ancora andavate a scuola, quante volte vi è capitato di vedere in TV, all’inizio della sigla di un cartone animato, un logo scandito da rapide inconfondibili note ove appariva la parola Filmation scritta a colori?

Magari a quell’età non ci facevate caso, ma proprio grazie a questo logo, simbolo di una società di produzione TV, siete cresciuti vedendo le sue tante serie. Eh già… quelle belle serie animate, fatte di eroi, eroine e personaggi bizzarri che in quei tempi potevano essere soltanto una striscia di fumetto.In quest’articolo, vorrei proprio raccontarvi un po’ di curiosità e segreti di questa casa di produzione che in USA era considerata il contraltare di Hanna & Barbera, proprio quella che ha lanciato i Flinstones e Scooby Doo. Ed è proprio grazie alla Filmation che molti dei vostri giocattoli e action figures sono riusciti a prendere vita, diventando dei veri amici che hanno allietato i vostri pomeriggi durante l’ora della merenda, magari facendo una pausa durante i compiti. Per conoscerla meglio, dovremo partire dal 1962, quando si chiamava Filmation Associates ed era rappresentata da una semplice scritta bianca con una O che, al suo interno, aveva un faccino con due antennine simpatiche.

Mighty Mouse (The original cartoon theme intro)

Eppure quella scritta semplice, semplice è stata il simbolo di tante avventure dei vostri eroi preferiti: da Tarzan, ai super eroi della Dc Comics come Superman, Batman e Robin, Capitan Marvel, la Justice League, per giungere a Flash Gordon, Zorro, Lassie, Lion Ranger e addirittura, Jerry Lewis! Ricordiamo anche Sport Billy che era un cartone spaziale a tema sportivo che ispirò fumetti e videogiochi e fu adottato dalla FIFA come mascotte del Fair Play per i Mondiali, dato che il suo sport preferito era proprio il calcio. Queste sono solo alcune delle serie che sfornò all’inizio della sua ascesa. Addirittura fecero una riedizione di cartoni anni ’40 come Mighty Mouse ovvero Super Mouse e le gazze Heckle e Jeckle (anche se a me parevano più delle cornacchie), seguita da un papero vampiro casinista chiamato Quackula, e non dimentichiamo, visto il grande successo del telefilm, anche le avventure dell’equipaggio dell’Enterprise di Star Trek composta da 22 episodi, con le voci originali degli attori.

https://youtu.be/9hseFdKcCD4

Ma, torniamo al 1962, quando 2 amici, un produttore e doppiatore: Lou Sheimer di origine ebraica, laureato in storia dell’arte assieme all’animatore Harold Sutherland, decisero di unire le loro capacità, visti i loro trascorsi alla Larry Harmon Pictures, dove avevano lavorato sui cartoni di Braccio di Ferro e Bozo, per creare un loro primo studio di animazione di nome “True Line, realizzando così il loro primo lavoro per la Sib Production. Quando quest’ultima fu acquistata dalla Paramount Pictures, nel settembre di quell’anno, alla True Line arrivò un nuovo socio: Norm Prescott, che all’epoca era un semplice DJ radiofonico e la società cambiò nome proprio in Filmation Associates, iniziando a occuparsi di spot pubblicitari per la TV. Lou Sheimer divenne in seguito produttore esecutivo. Se ci pensate, pare la trama di un film: 3 amici-soci che grazie alle loro idee e alla loro squadra di disegnatori e animatori riuscirono a raccontarci storie di intrattenimento, portando sul piccolo schermo personaggi dei fumetti o noti attori del tubo catodico in versione animata.

Perfino Bill Cosby (accantoniamo i suoi recenti fatti di cronaca nera che tutti noi ahimè conosciamo) si rivolse alla Filmation per produrre una serie animata di genere comico-educativo su un personaggio da lui creato, il mitico Albertone, in USA conosciuto come Fat Albert (per via della sua corporatura massiccia) insieme a una banda di amici di colore: i Cosby Kids e che in Italia fu trasmesso nel 1986: era un cartone nato per raccontare l’infanzia dell’attore presso il quartiere di Philadelphia, narrando ogni puntata a suon di tanti Hey Hey Hey (guarda caso Albertone in lingua originale era doppiato proprio da lui).

L’animazione di ogni prodotto della Filmation si riconosce subito. Grande uso del rotoscopio, tecnica all’epoca molto usata, soprattutto dalla Disney e da Ralph Basky: Richiedeva scene girate da attori veri le cui azioni, poi, venivano ricalcate su un piano di disegno, un po’ come si fa con la carta lucida. Vedere certi visi animati con espressività così realistiche faceva una certa impressione (anche se ora, a distanza di anni, si vede che alcuni movimenti dei personaggi non risultano normali, ma abbastanza macchinosi e a volte rallentati). Cospicuo, però, era il risparmio economico delle animazioni. Per fare una battuta, la Filmation è stata proprio una società di animazione a risparmio energetico, anche se a detta di molti era più incentrata sulla quantità che sulla qualità grafica, puntando però su sceneggiature ben scritte. Basta vedere come venivano riutilizzate le stesse azioni per ogni personaggio e poi come, in ogni episodio, venivano riutilizzate le trasformazioni. Gli sfondi erano comunque delle opere d’arte, ed erano il frutto di un grandissimo lavoro in cui i disegnatori posizionavano un foglio di acetato sopra all’illustrazione e usavano il contorno nero per
rimarcare l’immagine di sfondo e questo contribuiva a creare scene davvero memorabili, tanto da essere definiti i pionieri del tridimensionale. Tuttavia, come tutte le società che si rispettano, la Filmation ebbe i suoi passaggi di proprietà: dalla TelePrompTer Company, all’inizio degli anni ’70, per poi passare alla Westinghouse nel 1982 e nell’89 alla L’Oreal! Si proprio il brand noto in tutto il mondo per i prodotti di bellezza. Sarà proprio Louis Sheimer negli anni ’80 a essere la vera anima di questa azienda, anzi io direi il “boss”. Ci ha lasciati nel 2013 ma nel frattempo ha dato tantissimo: ha curato le colonne sonore e prestato la voce a parecchi personaggi, basti citare, ad esempio, il gorilla Grunt dei The Ghost Busters o Orco il mago pasticcione dei Masters. Anche la figlia doppiava… Della serie tutto in famiglia. Può darsi che avranno chiamato a doppiare pure qualche dipendente o l’usciere… chi lo sa…

Quando i toys designer della Mattel, noto marchio di fabbrica dei vostri giocattoli d’infanzia, come Big Jim e Barbie, volevano escogitare un modo per far comprare più giocattoli e action figures ai bambini, si rivolgevano strategicamente proprio alla Filmation, che era diventata la loro ancora di salvezza a livello di vendite. Prima della Mattel, ci fu la Galoob, che in Italia era distribuita dal marchio GIG. All’epoca funzionava cosi, prima usciva il giocattolo e se questo non vendeva a sufficienza allora entrava in gioco la Filmation col relativo cartone, a sistemare tutto, e, aggiungerei, che era una strategia usata moltissimo anche da altri marchi concorrenti come la Hasbro.

BLACKSTAR Cartoon Intro

Tra i cartoni, inoltre, come non ricordare Blackstar, agli inizi degli anni ’80, una mini serie di 13 puntate, che a mio parere, sembrava una versione primordiale di He-Man e che aveva come protagonista un astronauta terrestre precipitato su un pianeta sconosciuto e diventato una sorta di guerriero a cavallo di un drago volante che combatteva contro Overlord. Entrambi impugnavano una spada stranissima che sembrava più una stalattite che, però, era chiamata spada stellare! Peccato che, riguardo a questa serie, le relative action figures, non comparivano tutte nel cartone animato e, a volte, alcuni personaggi non erano proprio realizzati e somiglianti come nella serie, ma da bambini ci si accontentava. Il momento più florido della Filmation fu il 1985.

He-Man e i dominatori dell'universo - Sigla Iniziale e Finale

Finalmente in TV furono trasmesse le gesta eroiche dei Masters Of The Universe (per il potere di Greyskull!) La Mattel per contrastare la Kenner, reduce del successo della trilogia di Star Wars, voleva che i bambini potessero avere una sorta di potere magico nelle loro mani, anzi nei loro giochi! E così nacquero i Dominatori Dell’Universo, con protagonista il muscoloso e biondo Nino D’Angelo oops… He-Man! Ma a differenza di come erano stati concepiti i personaggi, nel blister, infatti, si trovava anche un mini-comic che raccontava una storia, la Filmation stravolse completamente tutto. Per la Mattel il protagonista doveva essere un barbaro su un lontano pianeta (guarda caso il creatore Marc Taylor si era ispirato a Conan del disegnatore Frank Frazetta) mentre la squadra del nostro Lou, lo rese più fiabesco, ed ecco che fu introdotto il principe Adam, che all’urlo di “a me il potere!”, con la sua spada, diventava l’uomo più potente dell’universo e tramutava una tigre timida dal pelo verde a strisce gialle, nel corazzato Battle Cat. I bambini impazzivano nel vedere quelle battaglie tra giocattoli, simulate nella propria cameretta, impersonando anche le scene più divertenti e comiche, come gli errori di magia di Orco, che prendevano di mira il povero Duncan/Manatarms, o i ‘cazziatoni’ di Skeletor ai suoi scagnozzi.

Rivolgendosi a un pubblico così giovane, ogni puntata veniva raccontata come se fosse una lezione di vita. Alcuni protagonisti (i buoni) invitavano gli spettatori a comportarsi bene. Questo ‘sistema’ venne ripreso anche da altre serie successive. La Mattel voleva dare spazio anche alle bambine e decise di introdurre una He-Man femmina, anzi no She-Woman, ma alla fine si chiamò She-Ra, la principessa del potere ed è cosi’ che usci la mini bambola con vestitino intercambiabile e pettine per pettinarla e per collegarla al principe Adam, la Filmation trovò la soluzione di introdurla come sua sorella Adora. Sfruttando, poi, delle figures menzionate nella serie classica dei Masters, ecco Hordak che, da semplice action figure dalle fattezze vampiresche, diventò proprio il nemico principale di She-Ra, nonché mentore di Skeletor.

Ghostbusters Filmation - Sigla.Iniziale (1986)

La Filmation faceva della comicità o meglio della demenzialità il suo asso nella manica, anche quando prendeva in giro una scuola di super eroi come la Hero Hight. Questa fantacomicità la usò soprattutto in The Ghost Busters, serie che si rifà a un telefilm, sempre della casa, del 1975 che si chiamava The Ghost Busters, con Forrest Tucker e Larry Storch. La serie animata del 1986 aveva invece per protagonisti i figli: Jack ed Eddie, insieme al gorilla Grunt, in originale Travis (nel telefilm era interpretato da Bob Burns!), sempre a caccia di fantasmi, capitanati da Malefix. E per i collezionisti di giocattoli va detto che avere tra le mani il giocattolo della Fanta Buggy, la mitica autovettura parlante del team, distribuita dalla Shaper Toys, è una gran fortuna, perché al giorno d’oggi vale, anche senza scatola originale, un capitale! E ora vi svelo un segreto! E’ grazie a questa serie che nove anni dopo Ivan Raitman poté utilizzare il titolo Ghostbusters (senza spazio) per il suo celebre film, accordandosi con la Filmation, pagando 500 mila dollari e una percentuale sui profitti in cambio dell’uso del nome. La Columbia, per non confondere, decise di sviluppare una serie animata ispirata al film, ribattezzata “The Real Ghostbusters”, per cui nell’86 le due serie debuttarono parallelamente.

Bravestarr - Opening - Sigla iniziale

Alla fine degli anni ’80, la Mattel ci riprova con la Filmation a fare un altro sodalizio Giocattolo/Cartone, ma questa volta lo scenario spaziale è western steampunk. Nel 1988 debutta infatti “Bravestarr” che sarà l’ultimo lavoro animato di questa azienda. Questa volta non abbiamo un barbaro ma uno sceriffo indiano chiamato Marshall Bravestarr, discendente da un’antica famiglia di nativi americani che può evocare la forza dell’orso, la velocità del puma, l’udito del lupo e la vista del falco e ha come fedele compagno un destriero di nome TrentaTrenta, che, a differenza di Gringer, si trasforma in un cavallo umanoide munito del suo fucile: Sara Jane. Questa serie, seppur di ambientazione diversa, ricorda molto quella dei Masters. I nemici sono abbastanza simili, seppur in versione cowboy. Il ‘villain’ di turno, invece di essere un cattivone col teschio, è uno zombie, e si chiama Tex Hex. Se He-Man aveva Teela come alleata, qui c’è il giudice donna Joy McBride (JB), che ha un debole per Marshall, c’è uno sciamano che ricorda la maga Sourceress del castello di Greyskull, non c’è un inventore come Duncan, ma il barman alieno del Saloon, di nome Handle Bar, poi c’è un vice sceriffo buffo, di una razza autoctona somigliante a talpe, di nome Fuzz che fa pasticci come Orco. Insomma una fotocopia dei Masters in salsa western, con la solita buona morale in ogni puntata, che per la prima volta affrontò temi anche abbastanza seri, come la droga, come avvenne nell’episodio 26 e che purtroppo non ha un lieto fine. Nonostante tutto, questa serie non ottenne il successo sperato, tanto da far ritirare dal mercato alcune figures che dovevano essere proposte, tra cui il giudice donna. Di questa serie di giocattoli furono realizzati solo sette pezzi, con l’aggiunta della diligenza, lo Skull Walker e il Fort Kerium.

Peccato che la Filmation non esista più, ma i tempi cambiano e anche le animazioni, per cui non ci resta altro che tenerci quel tanto che ci hanno lasciato, fatto anche di slogan memorabili, di musiche e sigle che ancora canticchiamo sotto la doccia o ci tornano in mente quando ci capita di trovare in un mercatino anche un solo pupazzo di qualcuna delle serie. Perché diciamolo, va bene Mazinga, va bene Goldrake, Candy Candy, Lady Oscar, le Maghette, i Puffi, ma nella nostra e vostra infanzia la Filmation è stata una compagnia che ha utilizzato personaggi nati quasi sempre per altri media ma che sono diventati i beniamini della vita di tantissimi ragazzini dell’epoca e li ricordiamo e li portiamo nei nostri cuori ancora oggi che bambini non siamo più.

Gianluca Pistoia

tratto da

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