Il calendario delle principali festività Nerd

Chi dice che i Nerd sono solitari e antisociali verrà sbugiardato da quante festività ogni anno sono dedicate al popolo “dei secchioni”. Oltre alle “festività comandata” come il Capodanno, Pasqua, Natale, Halloween, San Valentino, l’Epifania e la Festa della mamma o del papà, ci sono davvero tantissime “giornate” speciali, internazionali, mondiali, galattiche che vanno ricordate per essere celebrate e abbiamo provato a creare un intenso calendario con le principali festività per veri nerd con qualche spunto per festeggiarle al meglio!

Gennaio

Febbraio

Marzo

Aprile

Maggio

Giugno

Luglio

Agosto

Settembre

Ottobre

Novembre

Dicembre

Musica e mito: il Signore degli Anelli e le sue influenze musicali

Il Signore degli Anelli, l’opera fantasy più famosa e amata di tutti i tempi, ha ispirato generazioni di lettori, scrittori, artisti e anche musicisti. Il mondo immaginario creato da J.R.R. Tolkien, popolato da elfi, nani, hobbit, orchi, maghi e altre creature fantastiche, ha affascinato molti compositori e cantanti, che hanno tratto spunto dalle sue storie, dai suoi personaggi e dai suoi temi per creare brani musicali di diversi generi e stili.

Quest’anno ricorre il 50° anniversario della morte di Tolkien, avvenuta il 2 settembre 1973 a Bournemouth, in Inghilterra. In questo articolo, vogliamo rendere omaggio al grande scrittore britannico ripercorrendo alcune delle sue influenze musicali più significative e interessanti.

La colonna sonora dei film di Peter Jackson

La prima e più ovvia fonte di ispirazione musicale legata al Signore degli Anelli è la colonna sonora dei film di Peter Jackson, che hanno portato sul grande schermo la trilogia tra il 2001 e il 2003, ottenendo un enorme successo di pubblico e di critica. La musica è stata composta dal canadese Howard Shore, che ha creato un’opera sinfonica di grande impatto ed emozione, utilizzando diversi temi musicali associati ai vari popoli, luoghi e sentimenti della Terra di Mezzo. Shore si è avvalso di due importanti orchestre sinfoniche, la London Philharmonic e la New Zealand Symphony, oltre ad alcune voci soliste, tra cui spicca quella dell’irlandese Enya, che ha interpretato il brano May It Be, nominato agli Oscar come migliore canzone originale.

Shore ha dichiarato di essersi ispirato alla musica del 1700/1800, in particolare al romanticismo di Richard Wagner, che usava la tecnica del leitmotiv, cioè dei temi musicali ricorrenti legati a persone, luoghi o situazioni. Tra i brani più celebri e apprezzati della colonna sonora, possiamo citare The Sound of the Shire, che evoca l’atmosfera pacifica e casalinga degli hobbit, One Ring to Rule Them All, che esprime il potere oscuro e inquietante dell’anello, The Company of the Ring, che rappresenta il tema principale del primo film e il senso di avventura e di missione della compagnia, e The Realm of Gondor, che accompagna uno dei momenti più drammatici e commoventi della saga.

Il rock e il metal ispirati a Tolkien

Oltre alla colonna sonora dei film, il Signore degli Anelli ha influenzato molti artisti e band appartenenti al genere rock e metal, che hanno trovato nella saga di Tolkien una fonte di ispirazione per le loro liriche, i loro concept album e i loro nomi. Tutto nasce dall’interesse suscitato dalla trilogia nel mondo universitario britannico e nei college americani a partire dagli anni ’60. Uno dei primi esempi di brani ispirati a Tolkien è To Isengard, contenuta nel disco solista di Jack Bruce Songs for a Tailor, pubblicato nel 1969.

Tra le band più famose che hanno omaggiato Tolkien, possiamo ricordare i Led Zeppelin, che hanno inserito diversi riferimenti al Signore degli Anelli nelle loro canzoni, come Ramble On, Misty Mountain Hop e The Battle of Evermore. Anche i Pink Floyd hanno fatto cenno a Tolkien in alcuni dei loro brani, come The Gnome, che secondo alcuni fan sarebbe ispirata agli hobbit, e The Nile Song, che citerebbe il fiume Anduin.

Anche molte band rock e metal hanno dedicato brani e interi album alla mitologia creata da J.R.R. Tolkien. Ad esempio, i Rush hanno intitolato una canzone del loro album Fly By Night a Granburrone, chiamandola Rivendell. I Camel, invece, hanno incluso nel loro album Mirage una canzone intitolata Nimrodel – a) The procession b) The White Rider. Gli Styx hanno invece dedicato una canzone chiamata Lords of the Ring all’opera di Tolkien, inserendola nel loro album Pieces of Eight.

I Blind Guardian e i Summoning sono solo alcune delle band metal che hanno trovato ispirazione nelle opere di J.R.R. Tolkien. Ma qual è la ragione dietro questa connessione tra il genere musicale e l’autore del Signore degli Anelli?I Blind Guardian, gruppo tedesco di grande successo, hanno dedicato molte canzoni e persino un album intero alla mitologia della Terra di Mezzo. Il loro disco Nightfall in Middle-Earth, basato sul Silmarillion, è considerato un classico del genere. Ma non sono gli unici ad aver trovato nelle storie di Tolkien una fonte d’ispirazione. Gli austriaci Summoning hanno pubblicato ben otto album e un EP completamente basati sui lavori dell’autore britannico. La musica dei Summoning è caratterizzata da un mix affascinante di atmosfere sinfoniche e screaming black-metal, creando un contrasto unico che coinvolge l’ascoltatore in un viaggio epico. Nonostante la loro musica possa sembrare di nicchia, è in grado di offrire momenti di pura epicità.

Nel panorama del black  metal, numerosi gruppi hanno tratto ispirazione da Tolkien per il loro nome o per i testi delle loro canzoni. Ad esempio, i Gorgoroth hanno preso il loro nome dall’omonimo altopiano di Mordor, mentre il progetto musicale Burzum dell’artista norvegese Varg Vikernes deve il suo nome a una parte dell’iscrizione sull’Anello in Lingua Oscura. Anche gruppi come gli Amon Amarth hanno dedicato interi album o singole canzoni all’universo tolkeniano.

Ma perché il metal e Tolkien sono così intimamente legati? Il metal ha da sempre avuto un immaginario fatto di battaglie ed eroi, elementi che si trovano anche nelle opere di Tolkien. La sua Terra di Mezzo è un teatro infinito di epos e leggende, che esalta la passione per le avventure eroiche. Non è un caso che molte band metal abbiano scelto il loro nome basandosi su luoghi o personaggi del mondo creato dallo scrittore britannico.

Altre influenze musicali

Oltre al rock e al metal, anche altri generi musicali hanno mostrato di apprezzare e di essere influenzati dal Signore degli Anelli. Ad esempio, il cantautore Leonard Nimoy, noto per aver interpretato il personaggio di Spock nella serie Star Trek, ha dedicato una canzone agli hobbit, intitolata The Ballad of Bilbo Baggins, pubblicata nel 1967. Anche il rapper statunitense MC Lars ha omaggiato Tolkien con una canzone chiamata Rapbeth (Foul is Fair), che mescola elementi del Signore degli Anelli e di Macbeth di Shakespeare.

Tra gli artisti internazionali, il musicista svedese Bo Hansson ha realizzato nel 1973 un album strumentale interamente basato su Il Signore degli Anelli. Anche il compositore francese Patrice Deceuninck ha avviato un progetto musicale ispirato al capolavoro di Tolkien, completando il primo album, intitolato The Ring Bearer part I, incentrato sulla Compagnia dell’Anello. A differenza delle sue altre opere prevalentemente elettroniche, per questo album Deceuninck si è avvalso di una vera orchestra.

Infine, non possiamo dimenticare l’influenza che Tolkien ha avuto sulla musica classica e contemporanea. Tra i compositori che si sono ispirati al Signore degli Anelli, possiamo ricordare il finlandese Aulis Sallinen, che ha scritto un’opera lirica basata sul primo libro della trilogia, intitolata The Hobbit, andata in scena nel 2012, il tedesco Johann de Meij, che ha composto una sinfonia per banda in cinque movimenti, ognuno dedicato a un elemento della saga, come Gandalf, Gollum e la compagnia dell’anello, eseguita per la prima volta nel 1988, e il polacco Andrzej Panufnik, che ha scritto una suite per orchestra da camera chiamata Sinfonia di Sfere, che contiene una sezione intitolata Il Signore degli Anelli, ispirata alla lotta tra il bene e il male.

Il 26 marzo è il “Leonard Nimoy Day”: Lunga vita e prosperità!

Dal 26 marzo 2021 si festeggia il “Leonard Nimoy Day” istituito dal sindaco di Boston, Marty Walsh, in occasione dei 90 anni dalla sua nascita, come tributo all’attore che interpreta Spock in Star Trek TOS.  Ma non è la prima “onorificenza” che la città attribuisce al suo Vulcaniano DOC, poiché già nel 2012 la Boston University gli aveva assegnato una laurea ad honorem. Il sindaco Walsh ha dichiarato che Nimoy “ha portato onore alla sua città natale con i suoi successi e ha dato all’immigrato, al rifugiato e agli oppressi un eroe da seguire… Incoraggiò tutti i bostoniani a riconoscere l’impegno e la dedizione di Leonard Nimoy per le arti e l’impatto eterno che ha lasciato sulla comunità”. Inoltre, Nimoy è stato commemorato anche dalla comunità degli astronomi che chiamarono un asteroide scoperto il 16 agosto 1971, Mr. Spock, mentre una luna di Plutone fu chiamata Vulcan e, nel 2021, un nuovo asteroide: 4864 Nimoy è parte della fascia di asteroidi tra Marte e Giove.

 

Nimoy, morto il 27 febbraio 2015 a Bel Air, è nato nel quartiere del West End di Boston da genitori immigrati ebrei ucraini. Cresciuto in un appartamento iniziò a recitare nei teatri della comunità dall’età di otto anni, debuttando però solo a 20 anni. Dopo due anni nell’esercito degli Stati Uniti, stava ancora ottenendo pezzi piccoli, spesso non accreditati, come un operatore di telex dell’esercito Assalto alla terra (1954). La sua parte nei panni di Narab, un marziano finalmente amico della Terra, nella scena conclusiva del banale serial della Repubblica Zombies of the Stratosphere (1952), in qualche modo prefigurò il ruolo che gli avrebbe reso un nome familiare: Mr. Spock, il funzionario scientifico metà umano / metà vulcaniano di Star Trek (1966), una delle serie televisive di maggior successo di tutti i tempi. La sua interpretazione gli è valsa tre nomination agli Emmy e ha iniziato la sua carriera come scrittore e regista in particolare, Rotta verso la Terra (1986), la storia di un salvataggio di megattera che ha dimostrato il maggior successo dei film di Star Trek. I crediti teatrali includono “Fiddler on the Roof”, “Oliver”, “Camelot” e “Equus”. Ha ospitato la famosa serie televisiva In Search of… (1976) e Ancient Mysteries (1994), autore di numerosi volumi di poesie e guest star in due episodi di I Simpson (1989). Negli ultimi anni della sua carriera, ha interpretato Mustafa Mond nel racconto di NBC Aldous Huxley ‘S Brave New World (1998), ha doppiato Sentinel Prime nel film di successo Transformers 3 (2011), e ha nuovamente interpretato Spock in due nuovi film di Star Trek, Star Trek (2009) e Into Darkness – Star Trek (2013).

 

 

Boston: il 26 Marzo è la Giornata di Spock

Boston rende un tributo speciale all’attore Leonard Nimoy, che avrebbe compiuto 90 anni alla fine di questo mese. Il sindaco Marty Walsh ha dichiarato che il compleanno di Spock, il 26 marzo, sarà da oggi in poi nominato il “Leonard Nimoy Day” diventando festa civica della città America. Non è la prima “onorificenza” che la città attribuisce al suo Vulcaniano DOC, già nel 2012 la Boston University aveva assegnato a Nimoy una laurea ad honorem.

Nimoy, morto nel 2015, è nato nel quartiere del West End di Boston. Sarà sempre ricordato per aver interpretato il vulcaniano Spock dalle orecchie a punta nella serie originale e nei film di“Star Trek,” e, sopratutto, per aver abbracciato il motto del personaggio vulcaniano “Lunga vita e prosperità”.

 

Il sindaco Walsh ha dichiarato che Nimoy “ha portato onore alla sua città natale” con i suoi successi e “ha dato all’immigrato, al rifugiato e agli oppressi un eroe da seguire … incoraggio tutti i bostoniani a riconoscere l’impegno e la dedizione di Leonard Nimoy per le arti e l’impatto eterno che ha lasciato sulla comunità:

La figlia di Nimoy, Julie, ha condiviso la notizia del proclama sui social media.

 

Un bambino di nome Naboo Nimoy

Naboo è un pianeta immaginario della saga fantascientifica di Guerre stellari, collocato vicino all’Orlo Esterno della Galassia è un pianeta composto da verdi pianure, praterie, profondi laghi, grandi paludi e fiumi. Il suo nucleo è molto particolare, essendo coperto per l’85 per cento di superficie acquea, con una struttura interna percorsa da numerose gallerie sottomarine che collegano tutte le zone del sottosuolo del pianeta.

Popolato da umanoidi e simpatici Gungan, questa volta il pianeta torna a far parlare di sé perché una coppia di genitori ha deciso di chiamare il proprio figlio Naboo.

Succede in Italia, precisamente nel comune di Nasino (Savona), dove l’anagrafe ha accettato la richiesta di questa coppia di chiamare il loro figlio col nome del pianeta natale di Padmé e Palpatine. Ma non finisce qui, in quanto i genitori, appassionati di fantascienza, hanno dato come secondo nome al bambino: Nimoy, esattamente lui Leonard Nimoy, lo Spock di Star Trek.

Uno dei primi nati di questo nuovo anno è già finito sulle pagine dei giornali, suo malgrado e ha anche un fratellino di cui non sappiamo però il nome.

Molti sono i casi di genitori che hanno chiamato i propri figli con nomi legati alla saga di Star Wars, troviamo Anakin, Rey, Lei(l)a, anche qualche Kylo, ma Naboo è forse da considerate il top di una scelta, forse sconsiderata, ma chi siamo noi per dirlo? Possiamo solo sperare che il bambino non venga bullizzato troppo per questa scelta.

Star Trek II – L’ira di Khan

Star Trek II – L’ira di Khan (Star Trek II: The Wrath of Khan), noto nel fandom anche con l’acronimo TWOK o la sigla ST II, è un film di fantascienza del 1982 diretto da Nicholas Meyer. Il film è stato scritto da Meyer, Harve Bennett e Jack B. Sowards, ed è stato prodotto dalla Paramount Pictures.

Il film è stato il secondo della serie di Star Trek ad essere prodotto, ma il primo ad avere una trama completamente originale. La trama segue l’equipaggio della USS Enterprise mentre si imbarca in una missione per salvare i suoi amici dalle grinfie di Khan Noonien Singh, un ex-criminale che cerca vendetta contro il capo dell’Enterprise, il Capitano Kirk. Uno dei punti salienti del film è la performance di Ricardo Montalbán, che riprende il ruolo di Khan dalla serie televisiva di Star Trek del 1967. Montalbán è efficace nel mostrare la sete di vendetta di Khan, il suo odio e la sua follia.

La regia di Nicholas Meyer è straordinaria e crea una tensione costante, mantenendo lo spettatore sulla punta delle sue dita mentre cerca di capire cosa accadrà successivamente. Il ritmo del film è equilibrato, con azione intensa ben bilanciata con momenti più tranquilli di sviluppo del personaggio e di approfondimento della trama. Ma ciò che rende veramente grande Star Trek II – L’ira di Khan è l’approfondimento dei personaggi. La trama mostra come il Capitano Kirk abbia difficoltà a gestire il suo passato, il suo attaccamento alle persone che ama e la sua carriera di ufficiale della Flotta Stellare. Spock, il primo ufficiale dell’Enterprise, affronta il destino del suo pianeta natale e cerca la sua posizione all’interno del suo ruolo nell’equipaggio.

Il film ha anche una canzone premiata con il premio Oscar, “Theme from Star Trek II: The Wrath of Khan” di James Horner. La colonna sonora contribuisce a creare un’atmosfera di suspense, emozione e azione.

In sintesi, Star Trek II – L’ira di Khan è un film che appassiona, emoziona e intrattiene allo stesso tempo. La trama intelligente, la regia di Meyer, le performance di Montalbàn e la colonna sonora di Horner contribuiscono a creare una miscela perfetta di fantascienza, azione, emozione e umanità. Se sei appassionato di Star Trek o più in generale di film di fantascienza, questo film non ti deluderà.

La conferenza stampa Star Trek Beyond e il progetto del prossimo film!

Star Trek Beyond incontra i giornalisti a Los Angeles: nelle ultime ore c’è stata la conferenza stampa di lancio del film, all’evento hanno partecipato, tra gli altri, anche il produttore J.J. Abrams, il regista Justin Lin, la produttrice esecutiva Lindsey Weber e il co-autore del film Doug Jung. Si è parlato del futuro della saga e cosa sarebbe successo, a livello di narrazione, all’eroico Pavel Chekov dopo la prematura dipartita di Anton Yelchin.

Il nuovo Dott. McCoy, Karl Hurban, ha ricordato l’amico e il collega scomparso dichiarando:

“… è stato devastante perdere un membro della nostra famiglia. Ora dovremmo celebrare, non questo film, ma la bellissima persona che era, l’uomo ricco di talento…” ,L’ormai mitico Simon Pegg, Mr. Scotty e autore della pellicola: “Vederlo nel film, così vitale, come è sempre stato in tutti i suoi film… è così che lo ricorderemo ed è qualcosa di cui dovremmo essere felici. Lo ricorderemo sempre così”. Il produttore Stellare J.J. Abrams ha ammesso che l’argomento è stato già oggetto di accanite discussioni: “Vi dico solo che non rimpiazzeremo Anton. Non ci sarà un recasting. Non riesco a immaginare una cosa del genere e penso che Anton si meriti un trattamento migliore”.

Non si è ancora giunta all’idea definitiva: tra le altre, purtroppo, è stata vagliata l’eventualità che Pavel Chekov venga a mancare nel tempo che intercorre tra Star Trek Beyond e il prossimo film. Riguardo alle domande di introdurre, dalla serie animata, il personaggio alieno di Arex, il produttore ha eclissato dichiarando che è troppo presto per parlarne.

Sempre per quanto riguarda il concetto di “memoria storica”, il nuovo Spock, Zachary Quinto, ha invece manifestato il suo omaggio verso il suo storico predecessore Leonard Nimoy:

“Era importante per tutti noi onorare la sua eredità. Penso che Simon e Doug abbiano fatto un bellissimo lavoro incorporando il suo lascito nella storia del film”. Lo stesso Pegg ha confermato l’importanza e la presenza di Nimoy nel nuovo corso della saga: “Volevamo farlo perché questi tre nuovi film sono un po’ un arco narrativo di quel Spock. Non si tratta di dire che il primo Spock è morto o, cosa che abbiamo comunque fatto, dedicare a lui il film. Volevamo che il primo Spock fosse d’ispirazione al nostro Spock. L’abbiamo reso parte integrante della storia.”

Approfondendo lo storytelling del nuovo corso, Simon Pegg ha voluto ribadire il concetto di base di questa nuova serie:

“Abbiamo voluto creare una versione ibrida della serie classica, unita a eventi spettacolari e molto cinematografici. Volevamo soddisfare tutti coloro che conoscono i 50 anni di storia con un buon film di Star Trek. E anche chi non ne sa nulla sarà ovviamente il benvenuto”. Per realizzare il suo lavoro, insieme al co-autore Doug Jung, Pegg si è documentato moltissimo sia rivedendo più volte tutta la serie classica sia approfondendo sulle numerose enciclopedie online dedicate alla saga della Uss Enterprise. Su quello che succederà nel prossimo futuro alla saga creata 50 anni fa da Gene Roddenberry, Abrams è stato molto puntuale:”La risposta è un sì al 100%” Star Trek 4 si farà!”

Già da oggi, ufficialmente la Paramount, a conclusione di questa conferenza stampa di Los Angeles, forte delle critiche positive ricevute, ha liberato dall’embargo di “non pubblicazione” sulle recensioni e sulle sinossi di Star Trek Beyond, precedentemente richiesta fino al 21 Luglio 2016.

Star Trek IV: Rotta verso la Terra

Rotta verso la Terra (Star Trek IV: The Voyage Home), noto nel fandom anche con le sigle TVH o ST IV, è il quarto capitolo della serie cinematografica di Star Trek, uscito nelle sale nel 1986. Diretto da Leonard Nimoy, che interpreta anche il personaggio di Spock, questo film ha rappresentato un grande successo al botteghino grazie alla sua accattivante trama e alla brillante interpretazione del cast.

La storia del film vede l’equipaggio dell’Enterprise tornare sulla Terra per cercare di salvare il pianeta dall’imminente estinzione. Un gruppo di enormi creature marine, chiamate Cetacei, sono la chiave del problema, ma si trovano nel futuro, impossibilitando la loro salvaguardia. Per risolvere la situazione, l’equipaggio decide di viaggiare indietro nel tempo fino al 1986, per recuperare delle balene giganti e riportarle al presente. La trama del film è avvincente ed emozionante, portando lo spettatore in un viaggio nel tempo ed esplorando temi importanti come la conservazione dell’ambiente e la cooperazione internazionale. Oltre alla componente sci-fi, il film riesce a toccare corde emotive e sociali, senza mai perdere di vista l’umorismo che caratterizza la serie.

Star Trek IV: Rotta verso la Terra mette in luce anche la bravura degli attori che interpretano i personaggi. William Shatner, nella parte del capitano Kirk, si dimostra una volta di più in grado di ispirare coraggio e leadership, mentre Leonard Nimoy, riprendendo la parte di Spock, riesce a combinare umanità ed estraneità nelle sue performance. Il resto del cast, composto da DeForest Kelley, James Doohan, George Takei, Walter Koenig, Nichelle Nichols e Persis Khambatta, è altrettanto notevole nella recitazione. A completare la bellezza del film sono le spettacolari sequenze di effetti speciali, che rendono concreti gli elementi fantascientifici della trama. Dalla visione futuristica dell’Enterprise alle creature marine, tutto è perfettamente realizzato e convincente.

In sintesi, Star Trek IV: Rotta verso la Terra è un film imperdibile per tutti gli amanti della serie Star Trek e della cinema di fantascienza in generale. Con la sua trama interessante, il suo cast di talento e la sua messa in scena spettacolare, il film rappresenta un’autentica pietra miliare del genere e continua a essere amato dai fan di tutto il mondo, anche a 35 anni dalla sua uscita.

Star Trek V – L’ultima frontiera

Star Trek V – L’ultima frontiera (Star Trek V: The Final Frontier), noto nel fandom anche con le sigle TFF e ST V,  è il quinto film della celebre serie di Star Trek, uscito nelle sale nel 1989. Il film è stato diretto da William Shatner, l’attore che interpreta il leggendario capitano Kirk della nave USS Enterprise.

La trama del film è basata sulla ricerca dell’origine dell’esistenza, e il viaggio che il Capitano Kirk e il suo equipaggio intraprendono per scoprire la verità. La storia si apre con l’introduzione di Sybok, il fratellastro di Spock, interpretato dall’attore Laurence Luckinbill. Sybok è un vulcaniano che ha abbandonato il logorio della razionalità per abbracciare la fede, e ha l’ambizione di trovare la “Città di Sha Ka Ree”, una leggendaria località situata all’estremità della galassia, dove si dice che si trovi Dio. Il film è pieno di sorprese e momenti emozionanti, con scene di combattimento spettacolari, intrighi politici e momenti di umorismo. La scena più memorabile del film è una rappresentazione fantastica del volo di Kirk e Spock in una roccia spaziale, con un tema musicale travolgente e una fotografia eccezionale.

Nonostante il successo della serie e il coinvolgimento di William Shatner come regista, Star Trek V – L’ultima frontiera è stato accolto con scarso entusiasmo dai critici e dal pubblico. Molti hanno giudicato il tema di ricerca religiosa poco compatibile con la serie di Star Trek, cui la fantascienza e la tecnologia sono stati sempre le forze trainanti. Inoltre, molti fan hanno notato una scarsa coerenza con le precedenti opere della serie, e alcune degli elementi di storytelling del film sono sembrati implausibili. Tuttavia, nonostante le critiche negative, Star Trek V – L’ultima frontiera rimane una prova apprezzabile della creatività di William Shatner e del successo di Star Trek come una delle saghe fantascientifiche più amate del mondo. Il film è anche ricordato per la presenza di molte celebrità del mondo della fantascienza, tra cui George Takei (Sulu), Nichelle Nichols (Uhura) e Walter Koenig (Chekov).

In definitiva, Star Trek V – L’ultima frontiera non è probabilmente il capitolo migliore della serie cinematografica, ma rimane comunque un film d’avventura divertente e coinvolgente, con alcune scene indimenticabili e un cast affiatato di attori straordinari. La serie televisiva e cinematografica continua a conquistare e appassionare milioni di fan attraverso il mondo, dimostrando che la visione utopica di un futuro dove l’umanità ha superato le divisioni sulla Terra e si è unita per esplorare l’universo è sempre stata e rimane attuale e potente.

Star Trek VI: Rotta verso l’ignoto

Rotta verso l’ignoto (Star Trek VI: The Undiscovered Country), noto nel fandom anche con l’acronimo TUC o la sigla ST VI, è il sesto film della celebre saga di Star Trek. Uscito nel 1991, è stato diretto da Nicholas Meyer e prodotto da Leonard Nimoy. Il film è stato un successo commerciale e di critica, diventando uno dei preferiti dai fan della serie. La trama del film segue l’equipaggio dell’Enterprise nella sua ultima avventura insieme. Dopo la distruzione di Praxis, un satellite artificiale controllato dai Klingon, l’impero Klingon sta per crollare. Il cancelliere Klingon Gorkon propone un trattato di pace con la Federazione, ma viene assassinato poco dopo. Il capitano Kirk e il suo equipaggio devono indagare sulla morte di Gorkon e impedire la guerra tra la Federazione e l’Impero Klingon.

Il film presenta numerosi temi importanti, come la pace tra le nazioni, la tolleranza e la responsabilità personale. In particolare, il personaggio di Kirk ha la possibilità di confrontarsi con il suo passato e i suoi pregiudizi nei confronti dei Klingon. Il film offre anche una raffigurazione dettagliata della politica interna dell’Impero Klingon, mostrando la sua corruzione e la sua instabilità.

Star Trek VI: Rotta verso l’ignoto è noto anche per le sue scene d’azione spettacolari e i suoi effetti speciali avanzati per l’epoca. La colonna sonora, composta da Cliff Eidelman, è stata particolarmente apprezzata per la sua modernità e la sua audacia.

Il cast del film è composto principalmente dai membri del cast della serie televisiva originale di Star Trek. William Shatner, Leonard Nimoy, DeForest Kelley, James Doohan, George Takei, Walter Koenig e Nichelle Nichols riprendono tutti i loro ruoli. Kim Cattrall, che interpreterà successivamente il personaggio di Samantha Jones in Sex and the City, fa il suo debutto nella saga di Star Trek nel ruolo della tenente Valeris.

In conclusione, Star Trek VI: Rotta verso l’ignoto è uno dei film più amati dagli appassionati della saga. Con la sua storia avvincente, il suo cast eccezionale e i suoi effetti speciali all’avanguardia, rappresenta un’ottima scelta per tutti coloro che desiderano immergersi nell’universo di Star Trek.

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