Fantastic Max

Ritornando al discorso delle “serie perdute”, volevo rimembrare una vecchia serie animata americana che qui da noi in Italia e stata trasmessa solo in pochi passaggi televisivi, anche se a parer mio, ne avrebbe meritato un numero maggiori.

La serie in questione si chiama Fantastic Max, qui nel nostro paese è stata tradotta semplicemente con il titolo Fantastico Max, prodotta alla fine degli anni 80’ da una collaborazione tra la Kalisto Ltd. E la Hanna-Barbera Productions e la sceneggiatura fu un lavoro a quattro mani da parte di Judy Rothman e Robin Lyons della Siriol Animation ed è una serie di genere di avventure nello spazio con molto ampio alla commedia, in quanto il protagonista è un bambino di pochi mesi al comando di un razzo spaziale.

Furono realizzati un totale di 26 episodi riuniti in un una sola ed unica stagione e in Italia venne trasmessa sulle emittenti regionali all’interno del circuito per bambini di Junior TV.

Fantastic Max Intro

Trama

Le vicende sono tutte incentrate su un bambino di pochi mesi di nome Maxwell Young, un giorno nella stanza del piccolo protagonista, da un lontano pianeta giunge un alieno speciale a forma di pupazzo di nome Verne, egli infatti è dotato di poteri magici e così dona al piccolo Maxwell il dono della parola e una prodigiosa intelligenza.

Da quel momento, quando scende la notte mentre tutti dormono, il piccolo Maxwell smette di essere il bambino cocco di mamma e papà e veste i panni di “Fantastico Max” un avventuroso astronauta al comando di un razzo spaziale a forma di biberon che ha modellato lo stesso Max a cui Verne grazie ai suoi magici poteri a reso reale, così Max, Verne e Latta un robot giocattolo, che sembra fare il verso al famoso C3PO di Star Wars; a cui Verne su desiderio di Max ha dato vita, i tre vivono straordinarie e a volte pericolose avventure nel cosmo, ma che alla fine si risolvono sempre con un bellissimo lieto fine con il rientro a casa di Max Verne e Latta in tempo prima che mamma e papà si sveglino all’insaputa delle meravigliose avventure che vive il loro piccolo “angioletto”, a volte nelle sue avventure partecipa Rompella (Zoe nella versione originale) la sorella maggiore di Max, che alla fine di ogni avventura prima che ella possa rivelare la verità ai genitori, Verne la fa cadere in un sonno profondo facendole dimenticare tutto lasciando il dubbio che esso sia stato solo un lungo e bellissimo sogno.

Serie divertente con una buona dose di ironia, dinamica ed avventurosa, ricca di vivacità, alcuni episodi però si sono un po’ persi per via dell’adattamento e sembrano essere ripetitivi e a volte con battute forzate, ma a parte questo piccolo problema diciamo tecnico, era una serie che avrebbe a parer mio meritato molti più passaggi televisivi anche nelle reti nazionali all’interno di palinsesti più importanti come Bim Bum Bam.

Pokémon. Il gioco che ha creato un’industria

Pokémon è una delle serie di videogiochi più famose e longeve di tutti i tempi. Nata nel 1996 in Giappone, la saga ha conquistato milioni di fan in tutto il mondo, dando vita a un’industria multimiliardaria che comprende film, anime, manga, giocattoli, carte collezionabili e molto altro.

Le origini di Pokémon

L’ideatore di Pokémon è Satoshi Tajiri, un appassionato di videogiochi e di insetti fin da bambino. Tajiri aveva il sogno di creare un gioco che permettesse ai giocatori di collezionare e scambiare creature fantastiche, ispirandosi ai suoi ricordi di infanzia, quando catturava e osservava gli insetti nei campi vicino a casa sua.

Per realizzare il suo progetto, Tajiri fondò nel 1989 la società Game Freak, insieme al suo amico e disegnatore Ken Sugimori. Dopo alcuni anni di sviluppo, Tajiri presentò la sua idea alla Nintendo, la famosa azienda produttrice di console e videogiochi. Inizialmente, la Nintendo non fu molto entusiasta del concetto di Pokémon, ma decise di finanziare il progetto, affidando la supervisione a Shigeru Miyamoto, il celebre creatore di Mario e Zelda.

Nel 1996, dopo sei anni di lavoro, uscirono in Giappone i primi due giochi della serie per la console portatile Game Boy. I giochi permettevano ai giocatori di esplorare un mondo immaginario, chiamato Kanto, popolato da 151 diverse specie di Pokémon, ognuna con le sue caratteristiche, abilità e debolezze. Lo scopo del gioco era quello di catturare il maggior numero possibile di Pokémon, allenarli, farli evolvere e sfidare altri allenatori, sia virtuali che reali, grazie alla possibilità di collegare due Game Boy tramite un cavo.

Il successo dei giochi fu immediato e travolgente. In pochi mesi, Pokémon divenne un fenomeno di massa, che coinvolse non solo i bambini, ma anche gli adolescenti e gli adulti. La Nintendo decise quindi di espandere il franchise, creando una serie animata, un film, un manga, un gioco di carte collezionabili e una miriade di prodotti derivati. Pokémon si diffuse rapidamente anche al di fuori del Giappone, arrivando in America, in Europa e in altre parti del mondo.

L’evoluzione di Pokémon

Da allora, la serie di Pokémon non si è mai fermata, continuando a rinnovarsi e a crescere. Ogni nuova generazione di giochi ha introdotto nuove regioni da esplorare, nuovi Pokémon da catturare, nuove meccaniche di gioco, nuove modalità online e nuove funzionalità, sfruttando le potenzialità delle diverse console Nintendo.

Ad oggi, sono usciti otto generazioni di giochi principali, per un totale di 898 Pokémon esistenti. L’ultima generazione, composta dai giochi Pokémon Spada e Pokémon Scudo, è ambientata nella regione di Galar, ispirata al Regno Unito, e ha introdotto il fenomeno delle Dynamax, che permette ai Pokémon di ingigantirsi e potenziarsi durante le lotte.

Oltre ai giochi principali, sono stati pubblicati anche numerosi spin-off, che hanno esplorato generi e stili diversi, come i puzzle game, i giochi di ruolo, i giochi di avventura, i giochi di strategia e i giochi di realtà aumentata. Tra questi, spicca il caso di Pokémon GO, uscito nel 2016, che ha permesso ai giocatori di catturare i Pokémon nel mondo reale, usando lo smartphone e il GPS. Pokémon GO ha riscosso un enorme successo, diventando uno dei giochi più scaricati e giocati di sempre, e ha contribuito a rilanciare l’interesse per il franchise.

Anche le altre forme di media legate a Pokémon hanno continuato a prosperare.

La serie animata, che segue le avventure di Ash Ketchum, un giovane aspirante maestro Pokémon, e del suo fedele Pikachu, ha raggiunto la 23esima stagione, con oltre 1100 episodi trasmessi. I film, che raccontano storie originali o alternative rispetto alla serie, sono arrivati a 23, con l’ultimo, Pokémon: I segreti della giungla, uscito nel 2020. Il manga, che segue le vicende di diversi protagonisti, ognuno ispirato a un personaggio dei giochi, ha superato i 50 volumi pubblicati. Il gioco di carte collezionabili, che riproduce le meccaniche delle lotte tra Pokémon, ha venduto oltre 30 miliardi di carte in tutto il mondo.

I segreti del successo di Pokémon

Ma quali sono i fattori che hanno reso Pokémon una delle serie più amate e durature della storia dei videogiochi? Ci sono diverse possibili spiegazioni, ma possiamo individuare alcuni elementi chiave che hanno contribuito alla sua popolarità.

Il fascino dei Pokémon.

I Pokémon sono creature affascinanti, che suscitano curiosità, simpatia e affetto nei giocatori. Ogni Pokémon ha un design unico, che si ispira a animali, piante, oggetti o miti, e una personalità distintiva. I Pokémon sono inoltre in grado di evolversi, cambiando aspetto e potenza, e di comunicare con i loro allenatori e tra di loro, creando un legame emotivo con il pubblico.

La varietà e la profondità del gameplay.

I giochi di Pokémon offrono una grande varietà e profondità di esperienze di gioco, che si adattano ai gusti e alle esigenze di diversi tipi di giocatori. Si può scegliere di seguire la trama principale, che richiede di affrontare le palestre, le sfide e i nemici che si incontrano lungo il percorso, oppure di dedicarsi alla cattura e alla collezione di tutti i Pokémon esistenti, o ancora di approfondire gli aspetti più tecnici e strategici delle lotte, come le statistiche, le mosse, le abilità, i tipi e le nature dei Pokémon. Si può inoltre interagire con altri giocatori, sia in locale che online, scambiando i Pokémon, sfidandosi in lotte, partecipando a tornei e eventi speciali, o semplicemente chiacchierando e condividendo le proprie esperienze.

L’immersione e l’identificazione nel mondo di Pokémon.

I giochi di Pokémon creano un mondo immaginario, ricco e dettagliato, in cui il giocatore si immerge e si identifica. Il giocatore si sente parte di un’avventura, in cui può esplorare luoghi diversi e affascinanti, incontrare personaggi interessanti e carismatici, scoprire segreti e misteri, e soprattutto vivere il suo sogno di diventare un maestro Pokémon. Il mondo di Pokémon è inoltre in continua espansione e aggiornamento, con nuove regioni, nuovi Pokémon e nuove storie da scoprire, che mantengono vivo l’interesse e la curiosità dei fan.

La nostalgia e la trasversalità del pubblico.

Pokémon è una serie che ha accompagnato diverse generazioni di giocatori, che hanno iniziato a giocare da bambini e hanno continuato a farlo da adulti, trasmettendo la loro passione anche ai figli o ai nipoti. Pokémon è in grado di suscitare sentimenti di nostalgia e di appartenenza, che si basano sui ricordi e sulle emozioni legate ai primi giochi, ai primi Pokémon, ai primi amici con cui si giocava. Pokémon è inoltre una serie che non ha barriere di età, di genere, di cultura o di lingua, che può essere apprezzata da chiunque, in qualsiasi parte del mondo, grazie alla sua semplicità, alla sua universalità e alla sua allegria.

Conclusione

Pokémon è una serie che ha saputo conquistare il cuore di milioni di giocatori in tutto il mondo, grazie alla sua originalità, alla sua varietà, alla sua immersività e alla sua trasversalità. Pokémon è più di un semplice gioco, è un’esperienza, un sogno, una passione, che si rinnova e si arricchisce di generazione in generazione, senza perdere il suo fascino e la sua magia. Pokémon è una serie che ha creato un’industria, ma soprattutto ha creato una comunità, una famiglia, che condivide lo stesso amore per queste meravigliose creature. Pokémon è una serie che ha fatto la storia dei videogiochi, e che continuerà a farla, per sempre.

La linea di giocattoli di “Diaclone il Grande”

Con questo articolo, voglio introdurre un nuovo argomento, che interesserà molti di voi, mentre ad altri farà venire in mente i “bei vecchi tempi” con nostalgia, ricordando momenti allegri passati a divertirci senza pensieri; l’argomento in questione, riguarda i vecchi giocattoli che vennero prodotti “anta” anni fa, di qualunque genere, robot, soldatini, astronavi, giochi da tavolo, bambole et simili; seppur molti di essi in confronto alle linee odierne di giocattoli erano grezzi, sgraziati e in molti casi con i movimenti ridotti all’essenziale, nonostante le loro “imperfezioni” hanno regalato momenti di felicità e di gioia e al giorno d’oggi sono diventati veri e proprio oggetti cult.

La Storia

“Nel 198x, venne scoperta una nuova forma di energia “cento volte più forte dell’energia atomica” essa vene chiamata “Frizon”, dieci anni dopo nel 199x le nazioni della Terra si sono unificate in cinque gruppi coordinati del blocco europeo, denominato “Rand-Masters”, ma la pace raggiunta venne violentemente scossa dai terribili attacchi dell’Impero insettoide Warda, il cui unico scopo è depredare ogni fonte di energia nell’universo. Per contrastare gli attacchi alieni, un gruppo di coraggiosi i Dianauti combattono il nemico a bordo dei loro avveniristici mezzi, al comando del Diaclone il Grande”.

Diaclone Robot Base Commercial (ENG SUB)

La linea “nostalgica” di giocattoli che voglio introdurre oggi è quella di “Diaclone il Grande”.  Realizzata dall’azienda di giocattoli giapponese Takara nei primi anni ottanta e distribuita quasi in contemporanea in Italia dalla GiG, la serie Diaclone era composta da un vario assortimento di mezzi e veicoli, comprensivi anche di piloti.

Il bello di questa linea di giocattoli, non era solo il loro design vario e fantascientifico, ma che all’interno di ogni confezione vi era un piccolo libretto illustrato con una storia creata apposta per spiegare le “origini” del Diaclone e dei loro nemici, in pratica questa era una linea di giocattoli con una trama fatta e finita, e quando si giocava, almeno parlo per me, ci si divertiva a inventare mitici scontri tra le due fazioni.

Diaclone: "Battle Buffalo vs. Walk Insector"

Questi giocattoli erano realizzati in metallo e plastica che li rendevano abbastanza robusti da poter resistere a molti urti, in più molti di essi avevano una funzione a molla che rendeva il giocattolo più dinamico, i piloti denominati “Dianauti” erano anch’essi realizzati a metà tra metallo e plastica e il volto riproduceva fattezze umane. Erano in vari colori e ai piedi dei piloti vi erano dei magneti, così che essi potevano essere attaccati alle parti in metallo dei veicoli da combattimento.

Vennero in seguito realizzati dei veicoli trasformabili in robot, con sempre annessi i piloti, alcuni di essi erano delle automobili e degli aerei da combattimento, altri invece erano dei dinosauri trasformabili sempre in robot, a differenza della serie originale Diaclone, quest’ultimi a parte i dinosauri, riproducevano veicoli veramente esistenti, come la Lancia Stratos, la Fairlady, l F-15 Eagle, infatti è da questa linea che prese il via la serie dei Transformers.

Qui di seguito la descrizione di uno questi spettacolari veicoli:

Diaclone Pubblicità Gig 1980 | the 80s database

DIACLONE il GRANDE

È il centro di comando mobile delle forze Dianauti, un enorme robot, che si trasforma in base mobile e grazie ai cingoli posti nei piedi, può spostarsi senza sforzo. Il pettorale centrale si apre rivelando all’interno del Diaclone un centro di comando dove alloggiano i piloti ed è pieno di spettacolari dettagli molto particolareggiati. Ad arricchire il tutto, vi sono tutta una serie di accessori, armi e veicoli di supporto.

 

 

Negli ultimi anni la Tomy Takara ha realizzato un reboot, che pur modernizzando il design, ha mantenuto integra la storia e il fascino che la serie Diaclone aveva in quegli anni.

Ecco qui uno dei tanti video promozionali del reboot

ダイアクロン 全機出撃せよ! <DIACLONE:Mission for the future frontiers>

 

 

 

 

Dino-Riders animated series

Oltre la fantascienza, una delle mie passioni preferite, sono i Dinosauri, quei grossi rettili che dominavano la Terra più di 70 milioni di anni fa, che io chiamo amorevolmente “Pachi”, infatti posseggo una bella collezione di modellini e di libri riguardante i miei adorati Pachi, e ovviamente non mi perdo un film, una serie oppure un documentario o una produzione cartacea riguardante tale argomento. Quindi immaginatevi quando mi trovo davanti qualcosa che mescola insieme fantascienza e dinosauri, sono con il morale alle stelle.

Per questo oggi vi introduco una serie animata, che, nonostante le premesse, non ha avuto un grande seguito qui in Italia, i mitici Dino-Riders.

Questa serie venne realizzata verso la fine degli anni 80, frutto di una molteplice produzione nella quale parteciparono la Marvel Production, Tyco Toys e per le animazioni se ne occuparono la Hanho Heung-Up Co. Ltd e la AKOM Productions Ltd. Studi di animazioni sudcoreani. La serie era nata principalmente come un mezzo promozionale per l’omonima linea di giocattoli della Tyco Toys e venne realizzata una sola stagione per un totale di 14 episodi, negli USA la serie è stata trasmessa presentandola come facente parte del Marvel Action Universe, mentre in Italia venne trasmessa solo sulle reti locali come ad esempio Odeon Tv. Vennero poi realizzate altre due serie per promuovere la linea di giocattolo Ice Age, l’Era Glaciale, inedite nel nostro paese.

Sigla Italiana Dino Riders

Lo spazio profondo è scosso da una guerra furibonda scoppiata tra due razze aliene, gli spietati Rulons, predatori spaziali che constano di varie razze aliene che hanno creato un impero utilizzando la forza bruta e la paura, e gli illuminati Valoriani, una razza umanoide dotata di straordinari poteri telepatici. La guerra pende dalla parte dei Rulons che lanciano un furioso attacco distruttivo sul pianeta Valoria, la patria dei Valoriani, per fortuna però una parte della popolazione riesce a sfuggire all’attacco e si dirige verso lo spazio profondo, però Krulos l’imperatore dei Rulons per riempire la sua brama di potere e conquista, parte con la sua ammiraglia per cercare e catturare i Valoriani superstiti. Durante lo scontro tra le due astronavi, Quasar il capo dei Valoriani decide di attivare lo S.T.E.P. un potente proiettore di energia spaziale in grado di compiere balzi di anni luce, però qualcosa va storto e lo S.T.E.P. viene danneggiato così che non solo l’astronave dei Valorian ma anche quella dei Rulons vengono avvolte dall’energia del congegno, ma invece di effettuare un balzo di anni luce nello spazio, lo effettuano anche nel tempo, ritrovandosi così nel nostro sistema solare di 65 milioni di anni fa. Le astronavi dei Valoriani e dei Rulons si separano e precipitano entrambe sulla Terra, e qui le due fazioni si ritrovano davanti un mondo preistorico e ostile come non ne avevano mai visti, dominati da enormi rettili, i dinosauri. Quasar e il resto della popolazione di Valoria, decidono di rimanere sul pianeta, in quanto la loro patria oramai non esiste più, e grazie alle loro facoltà telepatiche potenziate dall’Amplified Mental Projector abbreviato in AMP, riescono a comunicare coi dinosauri e pian piano riescono a creare un sodalizio di reciproco aiuto, utilizzando la tecnologia Valoriana e l’enorme mole e forza dei dinosauri pian piano creano un nuovo posto dove vivere intorno ai resti della loro astronave. Di contro l’imperatore Krulos, avendo un intero impero da comandare e mondi da tiranneggiare, saputo che anche i Valoriani si sono salvati, vuole impossessarsi dello S.T.E.P. Per ritornare al suo dominio, e per farlo grazie ai loro dispositivi di lavaggio del cervello, soggiogano i dinosauri e li utilizzano come armi da contrapporre ai Valoriani. Visto l’imminente attacco, i Valoriani si accordano tramite l’AMP coi loro amici dinosauri e, avendo adattato le loro armi con i dinosauri, partono al contrattacco. Dopo un furioso scontro, i Rulons ne escono sconfitti, e Quasar e i suoi amici Valoriani e i loro alleati dinosauri si dichiarano protettori del pianeta e si nominano Dino-Riders.

Dino Riders Intro Opening Theme

Questa serie da un punto di vista “storico” possiamo definirla Anacronistica, non per via della presenza delle razze aliene dei Valeriani e dei Rulons, ma per via della presenza stessa dei dinosauri, visto che vi sono rappresentate all’interno della serie animata razze che appartengono a periodi differenti, come ad esempio vi è la presenza del Tyrannosaurus Rex che appartiene al periodo del Cretaceo insieme a quella del Dimetrodon che invece si estinse nel periodo del Permiano molto prima del T-Rex, e così altre specie.

https://www.youtube.com/watch?v=eqUvAhrb86Y

A parte questo, la serie era molto divertente ed intrigante, anche perché essendo abbinata ad una linea di giocattoli, la rendeva ancora più desiderabile, in quanto nel mio caso, era bello ricostruire le battaglie tra Rulons e Valoriani dopo averle viste in televisione, e poi i dinosauri hanno sempre avuto il loro fascino.

Rainbow Brite: La serie animata di Iridella


Accade solitamente che, con l’uscita di una serie animata, coincide anche il lancio della serie di giocattoli ad essa dedicata, però vi sono dei casi dove avviene il contrario: dove viene realizzata la serie animata ispirata alla serie di giocattoli. Una di queste serie, che qui da noi ha avuto pochi passaggi televisivi, ma che secondo me era molto carina è la serie Rainbow Brite, conosciuta da noi come Iridella, nata a metà degli anni ’80, frutto della collaborazione tra la DIC Enterprise la Hallmark e la casa di giocattoli Mattel, venne realizzata una stagione composta da 13 episodi più un lungometraggio animato intitolato Iridella e il Ladro di Stelle, il tutto ispirato alla linea omonima di bambole e peluche.

New Rainbow Brite Intro

Nelle profondità del cielo, oltre l’arcobaleno, alla sua fine vi è un paese magico e fatato, il mitico “Paese dell’Arcobaleno”, in questo mondo di magia, regnano i 7 colori da cui prende forma l’arcobaleno e gli amici dei colori con l’aiuto dei folletti dal pelo colorato, estraggono i cristalli di luce il cui potere sotto forma di polvere di stelle, permette di mantenere vivi i colori in tutto il creato. Ma un giorno il signore oscuro denominato Spirito delle Tenebre con l’aiuto dei suo sgherri Murky Cupo e Lurky Guffo, riescono a conquistare il paese dell’Arcobaleno, rendendolo una terra arida e priva di colore, però con l’aiuto dello spirito delle stelle, una bambina terrestre di nome Ciuffetta, giunse nel paese dell’Arcobaleno e grazie alla sua magica cintura, liberagli amici dei colori e i folletti tenuti prigionieri dallo spirito delle tenebre e a sconfiggerlo definitivamente, così facendo Ciuffetta diviene la nuova Guardiana del Paese dell’Arcobaleno e prende il nome di Iridella e insieme al suo amico Stella Bianca, un cavallo magico parlante, viaggiano in giro per il mondo a distribuire la polvere di stelle e a rendere felici tutti i bambini colorando la loro vita di allegria.

Pochi episodi ma molto ben fatti, sia dal punto di vista della trama che dell’animazione, divertenti gli intermezzi dei cattivi protagonisti Murky e Lurky che aggiungono comicità a una serie di per sé già divertente, ma le risate non bastano mai. Anche la linea di giocattoli e di fumetti omonima non era male e non dispiacerebbe che ne facessero un remake mantenendo lo stile e la dinamicità del periodo.

PlayDay 2017, il Festival del Gioco

Sabato 27 maggio, dalle 12.00 alle 24.00, presso gli spazi di Base Milano (Via Bergognone 24), si terrà la quinta edizione di PlayDay, la giornata dedicata al gioco per tutta la  famiglia. Le aziende di Assogiocattoli mettono gratuitamente a disposizione i loro giochi per una giornata da passare all’insegna del divertimento con mamma e papà.

Il Festival del Gioco per tutta la famiglia è espressione del progettoGioco, cibo per la mente”, che Assogiocattoli porta avanti come propria missione etica in collaborazione con Pepita Onlus attraverso la campagna “Non nasconderti dal gioco, nasconditi per gioco!”. L’iniziativa vuole sensibilizzare genitori, bambini e “addetti ai lavori” sull’importanza del gioco in famiglia come percorso educativo per imparare a rispettare le regole e creare i presupposti per una convivenza serena. Partendo da una dimensione ludica e creativa si può far riflettere sul valore del gioco come alternativa “meno tecnologica” e più costruttiva del “fare” insieme.

Grazie alla collaborazione delle più importanti aziende produttrici e distributrici di giocattoli, associate di Assogiocattoli, saranno messi a disposizione del pubblico tantissimi giochi adatti ai più piccini e ai più grandi, per tutte le fasce di età, dai giochi da tavolo, alle costruzioni, ai giochi elettronici.  Per tutta la giornata si terranno mini tornei e dimostrazioni per tutti i gusti. Inoltre, grazie alla presenza di animatori esperti di giochi, mamma e papà potranno “imparare a giocare” con i loro figli condividendo un’esperienza unica sia dal punto di vista ludico che formativo.Si potrà così giocare con tanti giochi famosi e meno noti, per i bambini, per i ragazzi e per gli adulti, dai grandi marchi alle piccole realtà specializzate…..tanto divertimento per tutti, ma non solo.

A PlayDay non ci saranno solo i migliori giochi da tavolo in commercio, da provare liberamente con i propri figli o amici, ma anche una serie di iniziative e curiosità tutte collegate al mondo del gioco. Si potrà provare Quantum Race, la versione gigante di un gioco ideato dal fisico Fabio Chiarello del CNR (Centro Nazionale delle Ricerche) che vi spiegherà in modo divertente le principali regole della fisica quantistica, oppure DROP, un gioco sviluppato dal Politecnico di Milano all’interno di un progetto europeo di sensibilizzazione all’utilizzo dell’acqua.

Il PlayDay sarà anche un’occasione unica per venire alla scoperta di nuovi talenti del game design e scoprire come il gioco sia parte integrante dei programmi di studio di scuole, istituti e Università. Saranno presenti molti studenti che vi faranno provare le loro creazioni in anteprima assoluta. Giochi di strategia, “escape room” e anche giochi con “realtà aumentata”. Se tra di loro ci sarà il grande successo del futuro, voi potrete dire di averlo visto in anteprima!

Il PlayDay non è però solo un luogo di divertimento, ma anche un’occasione per incontrare i professionisti del settore. Se volete un consiglio, se avete un’idea nel cassetto ma non sapete come presentarla, se siete curiosi di conoscere qualcosa di più della storia del gioco, troverete Spartaco Albertarelli, game designer professionista con oltre 30 anni di esperienza alle spalle, al quale fare tutte le domande che volete.

Le attività di gioco, coordinate dagli animatori di Pepita Onlus, prevedono di
verse tipologie di gioco adatte a bambini e ragazzi, con particolare attenzione al gioco per tutti in un’ottica di inclusione sociale. Sono previsti giochi di imitazione, laboratori di modellismo, attività creative e ricreative, in cerchio e in movimento e saranno guidate dagli animatori di Pepita Onlus nelle varie aree gioco/laboratorio attrezzate. Tutti potranno divertirsi!

playday

Assogiocattoli è l’Associazione italiana che raduna le imprese di addobbi e ornamenti natalizi, giocattoli, giochi e modellismo, articoli di puericultura. Nata nel 1947, l’Associazione conta oggi 207 soci che rappresentano le principali aziende dei settori di riferimento. Attraverso il Salone Internazionale del Giocattolo, Assogiocattoli organizza ogni anno G! come Giocare, manifestazione che si rivolge ai bambini e alle loro famiglie con l’obiettivo di promuovere il giocattolo, inteso come strumento non solo ludico, ma anche formativo per il processo di crescita e lo sviluppo della personalità del bambino.

Per info: http://playdays.it/

Museo del Giocattolo dei Monti Lepini

Il Museo del Giocattolo dei Monti Lepini nasce come una delle attività principali (di ricerca e di gioco) della ludoteca “Orso rosso” di Sezze creata dalla cooperativa “Luigi Di Rosa” nei primi anni 80. Il “Museo del Giocattolo Territoriale” viene formalmente istituito nel 1993. Nel 1998, con il Piano Regionale dei Musei, il Museo del Giocattolo usufruisce per la prima volta di contributi regionali e viene inserito nel sistema museale regionale. Nell’anno 2000 viene pubblicato il primo catalogo della raccolta con illustrazioni a colori e schede conoscitive di circa 100 giocattoli. Ogni oggetto ludico viene presentato con il nome in dialetto e con quello classico. Vi è poi una parte dedicata alla storia, alle curiosità ed agli aneddoti relativi. Ancora, si indicano tutte le fasi di costruzione ed i materiali che sono utili per eseguire le operazioni e, infine, si presentano tutti i modi di giocare collegati a quei giocattoli.

Il Museo dei Giocattoli Territoriali dei Monti Lepini nasce da una ricerca, iniziata nel 1983, dagli animatori della Ludoteca comunale “Orso Rosso” di Sezze (LT).Per una istituzione educativa, sociale e culturale come la ludoteca, che ha al centro dei suoi interessi le attività ludiche e gli strumenti del gioco infantile di ieri e di oggi, è di fondamentale importanza lo studio e la ricerca del mondo ludico di “una volta”. La realizzazione della prima Mostra viene promossa dal Consorzio delle Biblioteche dei Monti Lepini, nel 1984, sulla base di una ricerca effettuata con i ragazzi delle scuole medie e gli anziani di Sezze, Cori, Norma, Carpineto Romano, Bassiano, Maenza, Roccagorga, Priverno e Roccasecca dei Volsci. Da quell’anno il Museo, il primo in Italia, trova sede presso i locali della ludoteca “Orso Rosso” e nel 1984 viene istituito, con Delibera del Consiglio Comunale n° 84 del 28/06/1993, come Museo Comunale.

E’ possibile visitare il museo la mattina su prenotazione. Per questo motivo esso è meta privilegiata delle scuole, dalle Elementari all’Università, di tutta la Regione Lazio ed ogni anno si registrano circa 2.000 presenze. I giocattoli vengono presentati dai ludotecari in modo ludico-didattico raccontando la storia di ciascuno, gli aneddoti, i nomi in dialetto, i materiali e le tecniche di costruzione e, ovviamente, si può giocare con gli stessi. Inoltre si offre la possibilità di ricostruire i giocattoli, utilizzando i materiali e gli strumenti del laboratorio della ludoteca.
Nel Museo si trovano i giocattoli della tradizione ludica popolare che venivano costruiti e non quelli che si potevano acquistare. L’origine di molti giocattoli che si possono vedere si perde, ovviamente, nella notte dei tempi, visto che i bambini da sempre giocano. I materiali utilizzati erano quelli offerti dalla natura o scartati dagli adulti e recuperati per strada: sassi, rami, canne, stracci, tappi, bottoni, ferro, cartoni, frutti, ecc.

Attraverso la ricostruzione dei giochi di una volta (flauti, palloni, archi, spade, bambole, trottole, carrettini, barchette, oggetti volanti, ecc.) i bambini hanno la possibilità di potenziare le loro capacità creative e costruttive, impegnandosi in attività espressivo-manuali oggi sempre più svalorizzate a livello educativo e culturale. Inoltre si crea, con questo tipo di ricerca e di attività, un reale e significativo incontro intergenerazionale: i bambini si rivolgono con interesse agli anziani per riscoprire giochi e giocattoli di una volta e gli anziani hanno modo di trasmettere conoscenze alle nuove generazioni e di sentirsi attivi e valorizzati.

Per info:

Indirizzo: Ludoteca Comunale, l.go Bruno Buozzi, 5
Telefono: 0773-803797

http://www.setino.it/ludus.htm

Offerte didattiche per gruppi e scuole: si propone, per uscite didattiche di ½ giornata, un pacchetto completo di 5,00 € a persona, con la possibilità di scegliere 2 possibili percorsi:

  • Percorso tradizionale, comprendente l’ingresso al museo; una visita guidata interattiva nelle sale espositive alla scoperta di giochi e giocattoli della tradizione lepina; visione, nella saletta cinematografica del museo, di un filmato originale girato nel 1956 relativo alla vita quotidiana e ai giochi di alcuni bambini del territorio setino; un’attività di laboratorio per la realizzazione di giocattoli tradizionali realizzati con materiale naturale e di recupero da portare a casa.
  • Percorso“C’era una volta”, comprendente l’ingresso al museo; una visita guidata interattiva nelle sale espositive alla scoperta di giochi e giocattoli della tradizione lepina; una lettura animata ad alta voce di antiche leggende e fiabe in versione originale accompagnata da proiezione di immagini in movimento in magica atmosfera di luci, suoni e colori; un laboratorio creativo per la realizzazione di burattini, bambole o manufatti ispirati ai personaggi e alle vicende delle fiabe narrate.

E’ possibile concordare uscite didattiche di un’intera giornata con percorsi a tema (i giochi degli antichi romani; il gioco e le stagioni; l’arte del riciclo; Museo in Musica con realizzazione di giocattoli sonori e strumenti musicali), attività aggiuntive (“Itineraringioco” nei vicoli e nelle piazze del paese con cacce al tesoro o giochi di strada; visita ad una tipica Capanna del Contadino e attività all’aperto con realizzazione di intrecci di vimini) e laboratori connessi alle varie programmazioni scolastiche.

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