Argylle – La Superspia, il nuovo film di spionaggio di Matthew Vaughn con Henry Cavill

Henry Cavill ha fatto il suo ritorno nel mondo dello spionaggio con “Argylle”, il nuovo film diretto da Matthew Vaughn in uscita su Apple TV+. Nella pellicola, Cavill interpreta Argylle, una spia di alto livello coinvolta in un pericoloso complotto internazionale che mette a repentaglio la sicurezza del mondo intero.

Argylle | Official Trailer - In Cinemas February 1 (Universal Studios) - HD

La trama di “Argylle”, ispirata al libro ancora non pubblicato di Ellie Conway, offre una nuova prospettiva al genere degli spionaggi, regalando al pubblico un’avvincente storia di intrighi e tradimenti. Il cast del film include nomi illustri come Dua Lipa, Sam Rockwell, Bryce Dallas Howard, Bryan Cranston, Catherine O’Hara, John Cena e Samuel L. Jackson, che contribuiscono a creare un ricco e coinvolgente mondo di personaggi.

Matthew Vaughn, noto per il suo lavoro nel franchise dei “Kingsman”, dimostra ancora una volta la sua maestria nella creazione di atmosfere suggestive e intriganti. Con “Argylle”, Vaughn porta sullo schermo una storia avvincente che mescola azione, suspense e umorismo in modo magistrale, tenendo lo spettatore con il fiato sospeso fino all’ultima scena.

In definitiva, “Argylle” si conferma come un capolavoro di intrattenimento che non delude le aspettative, regalando al pubblico un’esperienza cinematografica avvincente e coinvolgente che conferma Vaughn come uno dei registi più talentuosi della sua generazione.

Maneki Neko: il gatto portafortuna che conquista il mondo

Il Maneki Neko, l’iconico il gatto portafortuna giapponese, è un simbolo di prosperità e fortuna che si è diffuso dalle case giapponesi ai negozi di tutto il mondo, diventando un’icona riconoscibile e amata da molti. Questa statuetta raffigura un gatto con la zampa alzata, come se stesse salutando. Si crede che questo gesto possa attrarre fortuna e ricchezza, contribuendo a portare prosperità a chi lo possiede.

Le origini del Maneki Neko risalgono al XVII secolo, anche se le sue vere radici sono avvolte nel mistero e nella leggenda. Si narra di storie affascinanti, come quella di un gatto che salvò un samurai da un fulmine attirando la sua attenzione con la zampa alzata.

Esistono diverse tipologie di Maneki Neko, ognuna con un significato specifico legato al colore, alla posizione della zampa alzata e agli oggetti che tiene in mano. Ad esempio, il colore Bianco rappresenta la purezza, il Nero allontana gli spiriti maligni, il Rosso porta fortuna in amore, il Verde porta fortuna alla salute e l’Oro porta fortuna in denaro. La zampa destra alzata attira fortuna e denaro, mentre la zampa sinistra alzata attira clienti e successo. Gli oggetti che può tenere in mano, come una moneta d’oro, un pesce o un bastone da monaco, simboleggiano differenti aspetti della fortuna.

Il Maneki Neko è diventato un vero e proprio simbolo di cultura pop, comparendo in film, serie tv e videogiochi. È amato non solo in Giappone, ma anche in tutto il mondo, diventando un souvenir popolare tra i turisti che visitano il Paese del Sol Levante.

Per chi desidera acquistare un Maneki Neko, è possibile trovarlo in negozi di oggettistica giapponese, online o nei negozi di souvenir in Giappone. È un regalo originale e portafortuna che può fare felice chiunque lo riceva. In conclusione, il Maneki Neko è molto più di una semplice statuetta: è un simbolo di fortuna, prosperità e positività che continua a conquistare i cuori di chiunque lo incontri.

La storia dell’umanità e dei gatti: un legame antico e misterioso

I gatti sono creature affascinanti e misteriose che hanno accompagnato gli esseri umani per secoli. La loro presenza nella storia è stata significativa e diversificata, e i gatti sono stati oggetto di adorazione, superstizione, persecuzione e venerazione in diverse culture e periodi storici. Esplorare il ruolo dei gatti nella storia ci offre un’interessante prospettiva sulla relazione tra gli esseri umani e questi animali.

L’origine del gatto domestico

A differenza dei cani, i gatti non sono stati addomesticati di proposito da noi, hanno iniziato a convivere con noi in una sorta di partnership che si è sviluppata naturalmente grazie ai benefici reciproci che le specie hanno osservato. Si ritiene che il primo contatto tra i gatti e gli esseri umani sia avvenuto circa 10.000 anni fa, con la nascita dei primi insediamenti agricoli in Medio Oriente. I gatti selvatici, progenitori dei gatti domestici, erano attratti dai granai dove si accumulavano i raccolti, e in cambio offrivano il loro servizio di cacciatori di roditori. Gli esseri umani apprezzavano questa collaborazione e iniziavano a tollerare e poi a proteggere i gatti, che a loro volta si abituavano alla presenza umana e diventavano più socievoli e mansueti.

Il testo che mi hai inviato racconta di una delle prime testimonianze storiche dell’arrivo dei gatti in Europa, intorno al 3.000 a.C., quando i greci li scoprirono grazie ai fenici, che li portavano sulle loro navi come controllori dei topi. I greci rimasero estasiati da quella strana bestia, che era la soluzione perfetta all’annoso problema dei topi che mangiavano il grano e danneggiano un’economia totalmente agricola. Fino a quel momento avevano eliminato i topi usando donnole, faine e puzzole, animali selvatici, fastidiosi, spesso maleodoranti; invece questo strano e nuovo animaletto non puzza, si deterge ogni giorno, non è aggressivo con gli uomini, quando non caccia dorme pacifico ed è anche molto elegante da guardare.

Il gatto nell’antico Egitto: un animale sacro

Ma se i greci furono i primi a conoscere i gatti in Europa, furono gli egizi a renderli celebri in tutto il mondo antico. L’antico Egitto fu la prima civiltà a considerare i gatti come animali sacri, venerati e protetti. I gatti erano associati alla dea Bastet, che simboleggiava la maternità, la fertilità e la protezione. Essi erano talmente apprezzati che quando un gatto moriva, la famiglia indossava abiti di lutto e si radeva le sopracciglia per esprimere il proprio dolore. I gatti venivano anche mummificati e sepolti in appositi cimiteri, spesso con offerte di cibo e giocattoli. Gli egizi proibivano l’esportazione dei gatti, ma alcuni di essi riuscirono a raggiungere altre terre grazie ai mercanti e ai viaggiatori che li apprezzavano per la loro bellezza e la loro utilità.

Gli egizi chiamavano i gatti “Mau” sia per il loro verso sia perché la parola Mau rimanda al vedere e gli egizi credevano che il gatto, capace di vedere al buio, potesse vedere anche oltre la vita, nel regno delle tenebre. Il gatto era quindi considerato un simbolo di saggezza e di misticismo, e alcuni sacerdoti lo usavano come oracolo per interpretare i segni divini.

Il gatto nel Medioevo: un animale maledetto

Durante il Medioevo in Europa, tuttavia, l’immagine del gatto cambiò drasticamente. I gatti vennero associati all’occulto, alle streghe e alla magia nera. Sono stati spesso perseguitati e uccisi in massa durante l’isteria della caccia alle streghe. La persecuzione dei gatti è stata in parte attribuita alla loro relazione con i culti pagani e alla diffusione del Cristianesimo, che demonizzava gli antichi simboli religiosi. Ma è stata anche una conseguenza della paura e dell’ignoranza che dominavano quell’epoca, in cui si credeva che i gatti fossero i famigli delle streghe, capaci di trasformarsi e di comunicare con il diavolo. I gatti neri, in particolare, erano considerati portatori di sventura e di malocchio, e venivano spesso bruciati vivi o torturati in pubblico.

La crudeltà verso i gatti ebbe però anche delle ripercussioni negative per l’umanità, poiché la diminuzione della popolazione felina favorì la proliferazione dei topi, che a loro volta diffusero la peste bubbonica, una delle più devastanti epidemie della storia, che uccise circa un terzo della popolazione europea tra il 1347 e il 1351.

Il gatto nel Rinascimento: un animale ammirato

Dopo il buio del Medioevo, il Rinascimento portò una nuova luce sulla cultura e sull’arte in Europa, e anche i gatti ne beneficiarono. Durante il Rinascimento, i gatti erano molto apprezzati nelle corti europee. Erano amati per la loro grazia, la loro eleganza e il loro spirito indipendente. I gatti divennero soggetti di opere d’arte e vennero spesso raffigurati nelle tele dei grandi maestri, e furono fonte di ispirazione per poeti e scrittori.

Il Rinascimento fu anche il periodo in cui i gatti iniziarono a diffondersi in altre parti del mondo, grazie alle esplorazioni e alle conquiste dei navigatori europei. I gatti venivano portati sulle navi come controllori dei topi, ma anche come compagni di viaggio e come doni per le popolazioni locali. Così i gatti arrivarono in America, in Asia e in Africa, dove si mescolarono con le specie autoctone e diedero origine a nuove razze e varietà.

Il gatto nell’età moderna: un animale domestico

Nel corso della storia moderna, i gatti sono diventati compagni domestici popolari in tutto il mondo. La loro natura indipendente, affettuosa e misteriosa li rende amati da molte persone. I gatti hanno anche giocato un ruolo importante nel mondo dell’arte e della letteratura. Sono stati raffigurati in romanzi, film e opere teatrali, spesso come personaggi affascinanti e enigmatici.

La presenza dei gatti nella storia non si limita solo alla sfera domestica. Nei secoli scorsi, i gatti sono stati utilizzati come cacciatori di roditori sulle navi, nei monasteri e in altri ambienti in cui era necessario controllare le infestazioni di topi. La loro capacità di cacciare e uccidere i roditori li ha resi compagni preziosi per l’umanità, soprattutto nel controllo delle malattie associate ai roditori.

Oggi i gatti sono tra gli animali domestici più diffusi al mondo, con una popolazione stimata di oltre 600 milioni di esemplari.

Stray è finalmente disponibile su macOS

Stray, il gioco indipendente che ha conquistato il pubblico e la critica ai The Game Awards 2022, continua a riscuotere consensi e apprezzamenti da parte dei giocatori di tutto il mondo. Dopo aver debuttato su Steam, PS4 e PS5 lo scorso luglio, il titolo sviluppato da BlueTwelve Studio e pubblicato da Annapurna Interactive è arrivato anche su Xbox One, Xbox Series X e Series S ad agosto, e ora è finalmente disponibile anche su macOS, la piattaforma di Apple.

STRAY | Launch Trailer

Stray è un’avventura in terza persona che ci mette nei panni di un gatto randagio, che si ritrova a esplorare una misteriosa città sotterranea popolata da robot, macchine e creature ostili chiamate Zurk. Il nostro obiettivo è quello di trovare una via di uscita da questo mondo decadente e pericoloso, con l’aiuto di un drone intelligente di nome B-12, che ci accompagnerà e ci assisterà lungo il percorso. Il gioco ci offre una storia coinvolgente e ricca di colpi di scena, in cui scopriremo il destino degli esseri umani che un tempo abitavano la città, e il ruolo che il nostro gatto ha in questo scenario. Il gameplay si basa sull’interazione con l’ambiente, che ci permette di sfruttare le abilità feline del protagonista per saltare, arrampicarsi, nascondersi e distruggere oggetti. Inoltre, grazie a B-12, potremo raccogliere oggetti utili, hackerare dispositivi tecnologici e risolvere enigmi ambientali. Il tutto è reso ancora più immersivo dalle splendide animazioni del gatto, che riproducono fedelmente i suoi movimenti e le sue espressioni, e dalla colonna sonora originale composta da Yann van der Cruyssen.

Per poter giocare a Stray su Mac, è necessario avere macOS 12 e un sistema con un chip M1 o superiore, che garantiscono una maggiore fluidità e qualità grafica. Il gioco supporta l’inglese come unica lingua per l’audio, ma offre la possibilità di scegliere tra 16 lingue diverse per l’interfaccia e i sottotitoli, tra cui l’italiano. Questa opzione è disponibile sia sulla versione Steam che su quella Mac App Store, dove però non è specificata nella pagina del gioco.

L’arrivo di Stray su macOS rappresenta un’ottima notizia per gli appassionati di videogiochi che possiedono un Mac, in quanto dimostra l’interesse di Apple per questo settore, che negli ultimi anni ha visto un notevole incremento di qualità e varietà. Con l’introduzione dei chip Silicon, infatti, Apple ha potenziato le prestazioni dei suoi dispositivi e ha facilitato la compatibilità con i giochi sviluppati per altre piattaforme. Inoltre, Apple ha creato il Game Porting Kit, uno strumento che permette agli sviluppatori di convertire facilmente i loro giochi su macOS, senza doverli riscrivere da zero. Grazie a queste iniziative, Apple si propone come un’alternativa valida e competitiva nel mercato dei videogiochi, offrendo ai suoi utenti un’esperienza di gioco sempre più ricca e soddisfacente.

La storia del rapporto tra gatti e umani

Circa diecimila anni fa, alcuni gatti selvatici dell’Africa si avvicinarono a un villaggio di agricoltori. Era un luogo sospetto e pericoloso per loro, perché gli umani a volte ricorrevano ai bastoni per tenere lontani gli animali dai loro recinti. Tuttavia, vicino alle capanne c’erano delle buche in cui veniva conservato il grano. Erano ben protette, ma non abbastanza per tenere a distanza i topi che infestavano la zona.

Per quei gatti, l’occasione di fare scorpacciate di roditori era troppo ghiotta. Si misero in agguato vicino alle buche dei cereali. Gli umani li videro, ma anziché scacciarli, li lasciarono fare. Anzi, alla fine misero anche una ciotola con del pesce, quasi a voler ringraziare i felini per il loro lavoro. Quei mici antichi non si spostarono più tanto lontano dal villaggio.

Probabilmente è così che è cominciato il rapporto tra esseri umani e gatti, un rapporto basato inizialmente sulla reciproca convenienza, per poi diventare una vera e propria relazione basata su coccole, fusa, strofinamenti e miagolii.

Un percorso lungo millenni, fatto di conoscenza e anche di adattamento da parte principalmente del nostro felino.

Sarah Brown, nel suo libro “Tutti i segreti del gatto” (Aboca, 2023), ci racconta questa storia affascinante.

Un’evoluzione reciproca

Frutto di più di trent’anni di studi sul comportamento sociale dei gatti, il libro di Brown non è il solito vademecum fatto di curiosità, aneddoti e banalità varie. Ci vuole invece raccontare come da felini schivi e solitari, discendenti dai gatti selvatici nordafricani, i gatti sono riusciti a insinuarsi nei nostri cuori convincendoci a tenerli al caldo, nutriti e coccolati.

Ma come hanno fatto? È semplice: hanno imparato a parlare con noi!

Come scrive Sarah Brown: “I gatti hanno compiuto una formidabile impresa imparando a comunicare tra loro e con gli umani per cavarsela nel modo migliore in un mondo come il nostro: antropocentrico, affollato e ipersociale. Sono riusciti a sintonizzarsi con un linguaggio molto diverso, quello umano, e hanno modificato il loro limitato repertorio comunicativo per adattarsi al nostro, catturare la nostra attenzione e farci capire cosa vogliono. I gatti ci capiscono molto meglio di quanto la maggior parte delle persone non creda, e molto meglio di quanto noi capiamo loro”.

Una comunicazione complessa

Basandosi sulle proprie ricerche e scoperte, ma anche sul lavoro di altri scienziati, l’autrice approfondisce proprio i segreti finora inesplorati della comunicazione felina. Ci mostra come i gatti abbiano arricchito il loro linguaggio originario, basato sugli odori, con nuovi segnali e suoni più adatti alla vita con gli esseri umani e con gli altri gatti.

Esplora nel dettaglio le diverse forme di comunicazione: le vocalizzazioni, i segnali della coda, gli odori, gli sfregamenti e i movimenti delle orecchie. Il miagolio, ad esempio, è usato raramente tra gatti adulti ed è in realtà un’invenzione felina per conversare con le persone.

Un futuro imprevedibile

Insomma, “Tutti i segreti del gatto” è un testo che apre orizzonti nuovi a chiunque di noi possieda un gatto oppure più di uno. Ma è anche un libro capace di svelarci la complessità del mondo animale cui abitualmente conviviamo e che troppo spesso immaginiamo a nostra immagine e somiglianza, sul modello degli animaletti dei film della Disney.

Un volume ricco ed esaustivo che Sarah Brown chiude con una domanda affascinante: “La comunicazione gatto-uomo ha raggiunto il culmine della sua evoluzione? Sembra improbabile, visto il talento dei gatti nell’adattarsi al nostro mondo”. Nel futuro dovremmo allora avere a che fare con mici chiacchieroni?

Stray, il videogioco di successo diventerà un film d’animazione

Stray, il videogioco di avventura e platform sviluppato da BlueTwelve Studio e pubblicato da Annapurna Interactive, è stato un successo internazionale, vincendo numerosi premi, tra cui il Golden Joystick Awards come videogioco dell’anno PlayStation e il The Game Awards come miglior debutto per un progetto indipendente. Ora, la casa di produzione Annapurna ha annunciato che il titolo sarà adattato in un film d’animazione.

Il film seguirà la storia di un gatto randagio che si ritrova in una città post-apocalittica abitata da robot. Il gatto dovrà trovare un modo per tornare in superficie, ma la strada sarà piena di pericoli.

Il film sarà diretto da Robert Baird e Andrew Millstein, entrambi ex veterani di Disney Animation. Baird ha dichiarato che il film sarà “un concetto narrativo secondo cui l’ottimismo è una forma di resistenza”.

L’annuncio dell’adattamento di Stray in un film d’animazione è una notizia che ha entusiasmato i fan del videogioco. Il titolo è stato apprezzato per la sua storia emozionante, il gameplay coinvolgente e il design artistico unico. Sarà interessante vedere come il film trasporterà sul grande schermo l’atmosfera e l’esperienza di gioco di Stray.

Copycat: l’avventura narrativa in cui un gatto randagio dovrà riconquistare la sua casa

Copycat è un’avventura narrativa in cui un gatto randagio dovrà riconquistare la sua casa dopo che un imitatore gliel’ha rubata. Il gioco sarà disponibile per PC, PlayStation, Xbox, Nintendo Switch e Mac.

Copycat – Official Announcement Trailer

Dopo il successo di Stray, gli amanti dei gatti hanno un nuovo titolo da aspettare: Copycat.

In Copycat, i giocatori dovranno interpretare Dawn, un gatto randagio che viene adottato da una donna anziana di nome Olive. Tuttavia, la loro felicità viene presto sconvolta quando un imitatore randagio ruba il posto di Dawn in casa.

Il gioco è un’avventura narrativa in cui le scelte dei giocatori influenzeranno il corso della storia. I giocatori dovranno esplorare la città, risolvere enigmi e interagire con i personaggi per scoprire la verità sull’imitatore e riconquistare la casa di Olive.

Copycat è un gioco che promette di offrire un’esperienza coinvolgente e ricca di emozioni per gli amanti dei gatti e dei giochi d’avventura.

Zadgriman, il vero supereroe degli animali abbandonati

Per trovare un vero supereroe, a volte non serve aprire un albo DC-Comics o vedere in streaming un capolavoro Marvel: sempre più spesso basta andare nelle strade e scoprire chi quotidianamente si adopera per combattere reali situazioni di difficoltà. In Messico, tra i quartieri di Michoacán, ecco apparire Zadrigman, un ragazzo di 25 anni che, con calzamaglia, maschera e mantallo, cerca di dare il suo contributo fattivo per salvare gli animali abbandonati e in difficoltà.

In una dichiarazione che ha riportato il magazine “QuotidianoNazionale”, l’eroe messicano ha così descritto la sua missione:

“Ho imparato diverse cose in questo viaggio …  ma la cosa principale è che in alcune città ci sono più maltrattamenti sugli animali, ma molte persone combattono per gli animali, lì ho capito che anche se a volte uno vuole gettare la spugna, questa può essere una missione di vita per molti”.

Sono già due anni che l’eroe mascherato, insieme al suo fedelissimo cane Duke, ha iniziato la sua eroica quest alla ricerca di cani e gatti in pericolo o che sono stati abbandonati dai loro padroni o che vivono in condizioni di disagio, salvandoli dalla fame e da una probabile brutta fine.

Per seguire le sue avventure non bisogna andare in fumetteria o accedere a piattaforma di streaming, ma basta andare sul suo account Instagram o cercarlo su Tik Tok o Facebook: per supportarlo, insiste anche un Paypal per ricevere donazioni e raccogliere fondi per aiutare e curare gli animali domestici senza famiglia.

 

What’s Michael di Makoto Kobayashi

What’s Michael tornerà in Italia a marzo con 5 volumi da oltre 200 pagine impreziositi da una particolare sovraccoperta “morbidosa” effetto pelo, che renderà la Miao Edition ancora più irresistibile. E non è tutto: a questi si aggiungerà un sesto volume totalmente inedito e completamente a colori, che chiuderà in felina bellezza le avventure dell’impertinente ed egocentrico gattone creato dal maestro Makoto Kobayashi – famoso in Italia grazie anche alla serie animata, andata in onda nel 1988 con il titolo Ciao, io sono Michael. Mettetevi comodi, armatevi di croccantini e preparatevi a godere delle sue strampalate e flessuose avventure!

Tra moine e struggenti miagolii nella speranza di ottenere del cibo, la quotidianità di Michael appare semplice e spensierata, ma non è sempre così. Gli può infatti capitare di cadere da un balcone al sesto piano, di essere attaccato da Godzilla o persino di dover combattere contro dei mostri! È una vita davvero elettrizzante e per affrontarla serve un cuore d’acciaio. Come se non bastasse, in agguato c’è sempre il peggior nemico di Michael, la dispettosissima Kayoko!

Le numerose storie brevi che compongono ogni volume vedono il susseguirsi di personaggi diversi, ma il protagonista rimane sempre lui: Michael – “il signor gatto” – una sorta di archetipo del felino più amato in assoluto che si fa beffe del genere umano ma, contemporaneamente, ne acquisisce alcuni vizi che lo caratterizzano. Il manga alterna scene realistiche di vita quotidiana a episodi fantasiosi. Sarà possibile quindi seguire Michael alle prese con una preda sfuggente e allo stesso tempo vederlo impersonare un criminale, un giocatore di baseball e persino un supereroe.

Makoto Kobayashi è un fumettista giapponese. Debutta come mangaka nel 1978, vincendo lo Shonen Magazine Newcomer Manga Award. Tra le sue opere, 1 2 no Sanshiro (1978), What’s Michael? (1984), Porompompin (1998) e il recente JJM – Joshi Judoubu Monogatari, iniziato nel 2016 e tuttora in corso.

 

Gatti Neri Gatti Bianchi

Dal 1990, per volontà delle più importanti associazioni feline, il 17 febbraio si festeggia la Giornata Nazionale del Gatto. A Milano e a Roma, il festival “La città dei gatti” presenta una serie di iniziative dedicate ai catofili, ospitate nei luoghi ad alto tasso di “felinità” delle due città, che raccontano il gatto non solo come amico dell’uomo, ma come protagonista della cultura, del tempo libero, della musica e dell’arte. WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano (Viale Campania 12) partecipa all’iniziativa con una mostra unica dedicata ai gatti neri e bianchi più famosi del cinema, dell’animazione e dell’immaginario. Il progetto, realizzato in collaborazione con UrbanPet, Radio Bau, Youpet.it e Feliway, verrà presentato, in concomitanza con l’inaugurazione della mostra, sabato 17 febbraio, alle ore 17.00, con un incontro speciale nel quale verranno assegnati il premio UrbanCat e il premio Anna Magnani al regista Bruno Bozzetto (autore del bellissimo “Valzer triste”), alla giornalista Maria Luisa Cocozza conduttrice del programma l’Arca di Noè su Canale5, all’Associazione Mondo Gatto di Milano e alla Colonia Felina del Verano di Roma.

Con i loro movimenti sinuosi, la loro instancabile voglia d’indipendenza, l’innaturale quanto giustificata superbia, la magia ammaliante del loro sguardo i gatti hanno da sempre colpito l’immaginazione degli artisti, non ultima quella dei grafici, dei fumettisti e degli animatori. A partire dal celebre gatto nero che campeggiava sui manifesti de Le Chat Noir, uno dei locali più celebri della Parigi di fine ottocento, fino ai gatti ancora oggi utilizzati in pubblicità è stato tutto un fiorire di segni grafici e artistici che in oltre cento anni di grafica hanno omaggiato i felini più amati dall’uomo. Non ultimi sono arrivati il fumetto e il cinema d’animazione che hanno spesso eletti a protagonisti di serie di successo gatti di ogni tipo, con preferenza per i gatti neri per via della loro silhouette ben definibile sulla carta e sullo schermo: non è un caso se il primo gatto a cartoni animati della storia fosse un micio nero, il mitico Felix (1917), così come era nero (o meglio nera visto che si trattava di una gatrta) il primo micio protagonista di una serie di strisce a fumetti, ossia Krazy Kat (1910).

All’epoca i cartoon erano in bianco e nero, esattamente come il cinema, e si preferiva utilizzare personaggi dai contorni netti e ben definiti, magari simpatici animaletti, possibilmente domestici e familiari. Naturale quindi che un bel gattone nero sia diventato la più grande star dei cartoon degli anni Venti, talmente famoso da essere il primo micio ad essere trasmesso in televisione. Stiamo parlando naturalmente di Felix, che con il suo umorismo surreale e l’utilizzo creativo del mondo che lo circondava seppe conquistare il pubblico, prima di essere scalzato da un certo topo di nome Mickey Mouse…Proprio negli stessi anni, sulle pagine dei fumetti, si affermava invece un gatto (o forse una gatta) perdutamente innamorata di un topo che lo (o la?) ricambiava tirandole costantemente sulla zucca un grosso mattone: sono Krazy Kat e il topo Ignatz, protagonisti di una delle saghe a fumetti più originali e irripetibili della storia del fumetto. È con questi personaggi che prende le sue mosse la mostra Gatti Neri Gatti Bianchi, un divertente percorso inedito sulle orme dei gatti più famosi del cinema, del fumetto e dell’immaginario. Un posto molto speciale è tutto per un gatto che non è nato nel fumetto, ma nella letteratura: parliamo di Plutone, il gatto nero protagonista di uno dei racconti più celebri dello scrittore statunitense Edgar Allan Poe, pubblicato per la prima volta nel 1843 e ripetutamente adattato anche nei fumetti. Forse è proprio a Plutone che si ispira Tiziano Sclavi per il magico gatto Cagliostro, presenza ricorrente delle avventure di Dylan Dog. A Plutone e a tutti i gatti neri e bianchi protagonisti della letteratura è dedicato il catalogo “Gatti Neri Gatti Bianchi” edito in coedizione da WOW Spazio Fumetto ed Excalibur.

A volte la natura felina di un personaggio non è conosciuta da tutti: anche Gambadilegno, l’eterno rivale di Topolino, è un grosso gattone! E sempre in casa Disney come dimenticare il tenero Figaro, il gatto di Geppetto che dopo essere comparso nel capolavoro dell’animazione Pinocchio è diventato il micio di casa di Minni. La passione del fumetto per i gatti neri prosegue fino ai nostri giorni, come dimostra la saggia Luna, micia consigliera dell’eroina giapponese Sailor Moon, o il duro detective Blacksad, che si muove in un mondo popolato da animali di ogni genere ma ispirato ai romanzi hard-boiled degli anni Cinquanta. Ultimo arrivato in questo mondo di gatti di carta è Il Gatto Pepè, un simpatico micio filosofo, protagonista di strisce create da Denis Battaglia pubblicate sul web e sulla rivista digitale Sbam!

I gatti bianchi sono meno, forse perché il gatto nero nell’immaginario collettivo porta con sé una vasta simbologia che fumettisti e animatori implicitamente intendevano citare. Ci sono però esponenti di tutto rispetto anche tra i gatti bianchi, primo tra tutti uno dei più grandi successi felini della storia: Simon’s Cat, simpaticissimo gatto bianco che nato per una serie di cartoni ideati per il web ha conquistato tutto il mondo con la sua simpatia e la sua fedele rappresentazione di cosa vuole dire avere un gatto in giro per casa. Sempre dal web arriva Due cuori e una gatta, divertente serial a fumetti ideato dall’italiano Stefano “Kaneda” Gargano. Ma non mancano anche gatti bianchi diventati classici, come Duchessa e Minu degli Aristogatti.

A fare da collante tra le due sezioni, un altro amatissimo gatto caratterizzato dall’essere un po’ bianco e un po’ nero: lo sfortunato gatto Silvestro, impegnato in un’eterna caccia al canarino Titti, che si conclude sempre così male da costringere il nipote Silvestrino a nascondere il muso sotto un sacchetto di carta. Ogni gatto sarà raccontato da didascalie e “rappresentato” da disegni, albi a fumetti, gadget e video, in un viaggio inedito e divertente alla scoperta del lato “felino” del fumetto e del cinema.

Come accade fin dal 2012 anche nel 2018 il Museo del fumetto di Milano festeggia la Giornata Nazionale del Gatto a suo modo. In occasione dell’inaugurazione della mostra Gatti Neri Gatti Bianchi, sabato 17 febbraio alle ore 17.00, verrà consegnato il Premio UrbanCat che viene conferito agli amici dei gatti che si sono contraddistinti per il loro contributo nel raccontare la vita urbana dei mici attraverso con la loro creatività. Quest’anno il premio viene attribuito a Bruno Bozzetto, in occasione anche del suo ottantesimo compleanno, per la sua sensibilità nei confronti degli animali e soprattutto dei gatti. Il premio gli viene attribuito per aver raccontato, nel cartone animato “Valzer triste”, episodio del suo film “Allegro non troppo” (1976), il rapporto tra il gatto e la città degli uomini con grande poesia e per aver realizzato, con protagonista il suo mitico Signor Ross, l’etichetta della birra artigianale “Amico Gatto” prodotta per sostenere l’omonima associazione catofila di Vimercate. Un secondo premio viene attribuito alla giornalista Maria Luisa Cocozza che con grande tenacia dal 2013 conduce su Canale 5 la rubrica del Tg5 “L’Arca di Noè”, prima (e unica) trasmissione crossmediale presente in tv, in edicola e sul web dedicata ai nostri amici animali. Il terzo premio Urban Cat, dedicato da Radio Bau e Youpet.it ad Anna Magnani (gattofila per eccellenza), viene attribuito, a Milano, all’associazione Mondo Gatto che, dal 1985 nel suo rifugio di via Schievano accoglie e cura tanti gatti meno fortunati. A Roma, invece, il premio sarà consegnato il 24 febbraio durante l’incontro di presentazione della mostra sul battello Accademia Spettacolo Italia, alla Colonia Felina del Verano, la più grande d’Europa. Con l’attribuzione di questi premi il festival La città dei gatti vuole raccontare il rapporto tra i mici e l’arte ma anche, e soprattutto, il loro rapporto con la città e la vita urbana di ogni giorno. Proprio in quest’ottica in collaborazione con Feliway® la dottoressa Sabrina Giussani esplorerà il rapporto tra l’uomo e i gatti. Nel suo racconto Tu & Io: convivere con un gatto, infatti, ci guiderà alla scoperta dell’evoluzione di questa vita a sei zampe partendo dalla domesticazione per arrivare a farci scoprire le novità sulle capacità cognitive e comunicative dei nostri amici mici.

La mostra Gatti Neri Gatti Bianchi si inserisce all’interno del palinsesto del festival La città dei gatti, che dal 17 febbraio al 31 marzo animerà la città di Milano con mostre, incontri e appuntamenti. Ma non solo: la mostra Gatti Neri Gatti Bianchi verrà clonata ed esposta a Roma. Infatti, a partire dal 17 febbraio, la mostra sarà presentata in un allestimento particolare, ospitato sul battello Accademia Spettacolo Italia ancorato sulle banchine del Tevere (lungotevere Arnaldo da Brescia scesa ponte Regina Margherita) e sarà al centro di incontri, dibattiti e spettacoli (ovviamente tutti dedicati ai gatti e alla loro multiforme presenza nell’arte) per i “Gattomaniaci”. Il 24 febbraio, durante la presentazione de La città dei gatti verrà attribuito il premio UrbanCat/Anna Magnani alla Colonia Felina del Verano, la più grande d’Europa.

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