La recensione di Dune – Il potere celato

Dimenticatevi di andare a vedere un film di Michael Bay, Dune è un film di Denis Villeneuve. Spesso nell’andare al cinema per vedere opere tratte da romanzi o saghe di alto livello dimentichiamo per un attimo che l’autore della pellicola ha un suo stile personale. Il Dune di Lynch, per quanto deturpato e tagliato dalla produzione che lo riteneva troppo lungo, ne è un esempio. Questo è un film di un regista che ci ha abituati a ritmi moderati ma anche ad un elevatissimo impatto visivo e sonoro. Dune non è da meno! È un film poderoso, potente… come la spezia del deserto, mentre sei in sala, tutt’intorno è Dune; permea l’aria stessa. La potenza delle immagini ti viene addosso come un gigantesco verme delle sabbie mentre le musiche di Hans Zimmer ti penetrano la pelle come vento del deserto.

Dune | Main Trailer Italiano

Uscendo dal campo delle metafore l’opera di Villeneuve è un capolavoro d’impatto sonoro e visivo. La realizzazione di questo film era un sogno per il regista canadese ed è stato naturale che quando la produttrice, Mary Parent, lo ha saputo lo ha immediatamente contattato. L’incontro è stato breve e caratterizzato da una comune visione per rendere al meglio il romanzo di Frank Herbert.  Nel realizzare quest’opera il regista ha messo insieme una squadra di Premi Oscar o candidati tali ed un cast superquotato. La maggior parte dello staff creativo e tecnico è composto da persone con le quali Villeneuve aveva già lavorato in Arrival e Blade Runner: 2049. I nuovi volti dietro la macchina da presa sono il direttore della fotografia Graig Fraser (conosciuto per Rogue One), la costumista tre volte nominata all’Oscar Jacqueline West ed il secondo costumista Robert Morgan, conosciuto per la trilogia de Il cavaliere oscuro.

Le scenografie di Patrice Vermette sono ben studiate e l’ispirazione agli Ziqqurat del deserto, per la realizzazione della fortezza di Arrakeen, è stata essenziale per mettere in evidenza la “residenza del potere”. I costumi sono molto elaborati e ricchi di dettagli, gli stili differenziati.

Gli attori sono eccellenti nei loro ruoli. Una menzione d’onore però va a Stellan Skarsgard che interpreta magistralmente il Barone Vladimir Harkonnen in tutta la sua placida spietatezza e disgustosa brutalità. L’attore mostra una gestione vocale e attoriale fino ad ora evidente come la punta di un iceberg.

Il film narra una storia incentrata sul rapporto che si ha con il potere! Il potere che viene dimostrato, quello che viene subìto, quello immaginato, quello desiderato e quello che passa inosservato! Con questo Dune entri in un universo crudo e decadente dove le grandi famiglie lottano per il controllo di Arrakis e quindi per la gestione della Spezia, la più potente e richiesta sostanza della galassia. Ma ci sono altri poteri di cui si percepisce la presenza: c’è in primis l’imperatore il cui volere/potere influenza le azioni di tutti, c’è la sorellanza Bene Gesserit la cui potenza sta nella pazienza e nella capacità di manipolare intere culture nei secoli. Poi ci sono i fremen… ed il loro deserto che cela un potere che andremo a scoprire solo nel prossimo film. Come nel Trono di Spade il reale protagonista della storia è il Potere, come lo si interpreta e che rapporto si ha con esso. C’è anche chi vorrebbe guardare oltre… ma fa ancora, suo malgrado, troppo parte di questo gioco. La pellicola ha un altro pregio. Ripristina e dà valore alla cultura Fremen dell’acqua ed ai linguaggi segreti del Bene Gesserit aspetti poco evidenti nelle precedenti trasposizioni.

Per chi conosce il romanzo suggeriamo di dimenticare molti dettagli perché assenti, la pellicola lascerà probabilmente insoddisfatti. Villeneuve racconta in questa prima parte una frazione dell’avventura. Ma consigliamo di godersi l’eccezionale resa da Oscar.

Per chi non ha mai letto l’opera di Herbert questo film lascerà molto mistero, curiosità e attesa di scoprire qualcosa di più sul Bene Gesserit, sui Fremen e sull’imperatore!

L’arte e l’anima di Dune

Dune, trasposizione cinematografica dell’omonimo bestseller di Frank Herbert, per la regia del visionario Denis Villeneuve (Blade Runner 2049) è finalmente realtà. L’attesissima pellicola, presentata Fuori Concorso in anteprima mondiale alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, arriverà nelle sale italiane dal 16 settembre. Per approfondire ogni aspetto della genesi del film, Panini Comics propone L’arte e l’anima di Dune, un imperdibile artbook firmato dalla produttrice esecutiva Tanya Lapointe che permetterà ai lettori di immergersi completamente nella realizzazione del lungometraggio.

Viaggio mitico ed emozionante di un eroe, Dune racconta la storia di Paul Atreides, giovane brillante e talentuoso che deve raggiungere il più pericoloso pianeta dell’universo per assicurare un futuro alla sua famiglia e al suo popolo. Mentre forze malvagie si fronteggiano in un conflitto per ottenere il controllo della più preziosa risorsa esistente sul pianeta – una spezia capace di sbloccare tutte le potenzialità della mente umana – solo coloro che vinceranno le proprie paure riusciranno a sopravvivere.

Dalla scelta del cast alla straordinaria progettazione degli ambienti e delle creature, fino agli incredibili effetti speciali, in L’arte e l’anima di Dune non verrà tralasciato nessun dettaglio nell’illustrare la minuziosa realizzazione di quello che si prospetta un successo al box office. Nell’artbook si racconta l’approccio visionario di Denis Villeneuve alla trasposizione sul grande schermo del classico di fantascienza di Frank Herbert, ed è un compendio essenziale per chiunque voglia apprezzare al meglio l’ultimo capolavoro del regista.

Inoltre, dal 30 settembre sarà disponibile, in libreria, fumetteria e online, anche Dune – Casa degli Atreides 1, il prequel a fumetti di Dune, adattato dai romanzi basati sugli appunti di Herbert e scritti da Brian Herbert e Kevin J. Anderson. Disegnato da Dev Pramanik, Dune – Casa degli Atreides ci porta all’inizio del fantastico mondo di Dune.

Dune: graphic novel e romanzo prequel

Mondadori anticipa l’uscita italiana dell’attesissimo “Dune“, il  lungometraggio firmato da Denis Villeneuve, annunciato,   in Anteprima Mondiale assoluta, fuori concorso, alla 78° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia con due interessanti proposte, ambedue disponibili dal 31 agosto. Viaggio mitico ed emozionante di un eroe, Dune narra la storia di Paul Atreides, giovane brillante e dotato di talento, nato per andare incontro a un destino più grande della sua immaginazione, che deve raggiungere il più pericoloso pianeta dell’universo per assicurare un futuro alla sua famiglia e al suo popolo. Mentre forze malvage combattono per l’esclusivo possesso della più preziosa risorsa esistente sul pianeta — una spezia capace di liberare tutte le potenzialità della mente umana — solo coloro i quali sapranno sconfiggere le proprie paure sopravvivranno.

Nella collana Oscar Ink verrà pubblicato il primo volume della Graphic Novel “Dune” , adattamento a fumetti del romanzo di Frank Herbert, firmato da  Brian Herbert, figlio dell’autore,  e Kevin J. Anderson ( adattamento) e  Raúl Allén e Patricia Martin ( disegni). La cover è di un ispirato Bill Sienkiewicz. Brian Herbert e Kevin Anderson adattano, in tre parti, il seminale romanzo di Frank Herbert accompagnati da due validissimi interpreti come Raúl Allén e Patricia Martin. Ricordiamo che la traduzione dell’opera è opera di Marco Cedric Farinelli.

Sempre  a partire dal 31 agosto, pubblicherà anche l’interessante romanzoDune: il Duca di Caladan“, il romanzo firmato sempre da Brian Herbert e Kevin J. Anderson  dedicato a Leto Atreides. Vero e proprio prequel di Dune.
Leto Atreides, duca di Caladan, padre del Muad’Dib. Tutti conoscono le vicende che hanno portato alla sua caduta e all’ascesa di suo figlio Paul. Ma chi erano il tranquillo governatore di Caladan e la sua concubina lady Jessica? E come ha fatto il duca di un piccolo pianeta marginale a conquistare il favore imperiale, suscitare l’ira di Casa Harkonnen e porsi in rotta di collisione con il proprio destino? Questa è la sua storia. Leto serve il Trono del Leone d’Oro con pazienza e lealtà. Mentre gli altri sono occupati con intrighi e macchinazioni, il duca di Caladan agisce. Ma i suoi potenti nemici iniziano a pensare che stia andando oltre il suo ruolo, e che Casa Atreides si stia elevando troppo. Circondato da avversari invisibili, Leto si trova davanti un’ardua decisione: il dovere e l’onore valgono il sacrificio della vita, della famiglia, dell’amore?

Dune e Star Wars: gemelli a confronto

«Senza Dune, Guerre Stellari non sarebbe mai esistito.» George Lucas

Dune, romanzo scritto nel 1963 da Frank Herbert si può facilmente paragonare, per il genere fantascienza, a ciò che rappresenta il Signore degli Anelli per il fantasy. Una vera e propria prietra miliare che non solo a scritto le basi per il canone di un genere ma è diventato un fenomeno di cultura mediale collettiva. Prima del libro di Herbert il genere fantascienza mancava, in un certo senso, di “emotività” essendo volto alla celebrazione di un’ipotetica, futura tecnologia, che di umano e di “magia affettiva” aveva ben poco. Le storie appassionati a carattere fantascientifico erano invece rivolte la maggior parte delle volte ad una critica sociale contemporanea, scritta in prossimi futuri. Con Dune si è raggiunti invece una profondità letteraria consona alla “letteratura alta”.

Un po’ come è successo, nel cinema, proprio con la saga Star Wars di George Lucas.

L’attaccamento del regista e creativo americano per le opere di Frank Herbert è risaputo e le citazioni verso la saga degli Atredis erano notevolmente presenti sin dalle prime stesure di Episodio IV. Infatti oltre al palese concetto dell’Impero Galattico, nella prima stesura di Star Wars erano presenti diversi case feudali legate al governo centrale.

Leia era in fuga dall’impero per proteggere un favoloso tesoro: non i “piani della Morte Nera” ma un carico di “AuraSpezia”. Un carico simile era quello di proprietà di Jabba The Hutt, perso dal Millenium Falcon in fuga dagli Star Destoyer. Più recentemente, anche nei videogiochi di Star Wars, è molto presente la Spezia come carico dei contrabbandieri. Tra l’altro, lo stesso nome di Jabba ricordava l’ago avvelenato “Gom Jabbar“.

Nell’Impero Colpisce Ancora e ne Il Ritorno dello Jedi, Han solo dovrà affrontare 2 “vermoni intergalattici”, chiaro riferimento ai Vermi cavalcati dai Fremen sul pianeta Dune.

La crescita spirituale di Luke Skywalker ricorda molto quella di Paul Atredis, entrambi riescono ad accedere a grandi poteri insiti nel proprio sangue. Dopotutto anche Tatooine assomiglia tantissimo ad Arrakis.

Anche il termine Jedi porta con se un chiaro riferimento al ciclo di Dune di Frank Herbert: Giedi Prime era il pianeta della casata Harkonnen. Nella sceneggiatura originale di George Lucas, inoltre, Jedi erano indicati talvolta come Jedi Bendu: un altro riferimento a Dune, dove la sorellanza delle Bene Gesserit prepara le sue adepte con l’addestramento Prana-Bindu.

Ma sopratutto ciò che lega le due saghe, è lo spirito delle due opere, una fantascienza epica capace di generare un mito e scrivere i canoni per le opere future di settore: anche se ormai del Ciclo di Dune non se ne parla più tantissimo, molte cose che crediamo scontate nella fantascienza sono nate proprio dalla penna di Frank Herbert.

Fantawestern

Il Fantawestern nasce dalla combinazione di elementi western con il mondo del fantascientifico, fantasy ma anche horror. Nel tipico ambiente western ottocentesco si innestano elementi anacronistici che vengono giustificati in vario modo, ad esempio scenari post apocalittici o innesti steampunk. Facciamo un breve excurus citando solo alcuni degli innumerevoli capolavori e non, che spaziano dal cinema, alla tv, ai fumetti e manga che rientrano in questo settore.

Il precursore è di questo filone è il racconto The Huge Hunter, or the Steam Man of the Prairies di Edward S. Ellis, mentre nel cinema abbiamo il serial del 1935 The Phantom Empire.

In un ambiente più “nerd” troviamo questa contaminazione in Wild Wild West e anche in Ritorno al futuro Parte 3, Ghost Rider e, ovviamente Cowboys & Aliens, il discusso il lungometraggio del 2011 diretto da “favoloso” Jon Favreau con Harrison Ford e Daniel Craig,  basato sull’omonimo romanzo grafico di Scott Mitchell Rosenberg. Inoltre è in produzione un nuovo film per la regia di Chloé Zhao, che vedrà una reinterpretazione della figura di Dracula, sempre in chiave fantawestern. Nessuna novità, invece, sull’annunciato The Pinkerton di J.J. Abrams, un western dai toni soprannaturali incentrato sull’agenzia investigativa Pinkerton.

Passando allo spazio troviamo Star Trek, presentato da Roddenberry come “Carovane verso le stelle” facendo riferimento alla serie televisiva  Carovane verso il West, ma anche il primo Star Wars, Una Nuova Speranza, Episodio IV, insomma l’originale pellicola del ’77 di George Lucas ha rappresentato per molti una rivisitazione in chiave fantascientifica dei classici film western: in particolare lo scenario di Tatooine, pianeta desertico che ha dato i “natali” alla famiglia Skywalker e il personaggio del contrabbandiere  Han Solo, con il suo abbigliamento da “cowboy” e il suo iconico duello Greedo nella Cantina di Mos Eisley … che somiglia a un saloon. E come non soffermarsi al personaggio di Boba Fett, con la dichiarazione di Jeremy Bulloch che ha rivelato una somiglianza, a livello interpretativo, con la figura dell’Uomo senza Nome interpretato da Clint Eastwood, ma anche il più recente The Mandalorian, la fortunata serie di Disney+, creata sempre dal profilico Jon Favreau cui si nota l’influenza di Akira Kurosawa e di Sergio Leone. A proposito di opere che sono servite come “ispirazione” alla saga di Lucas, anche Dune, il film di David Lynch, tratto dalla saga letteraria di Frank Patrick Herbert, è considerato da molti critici come “western interstellare”, cioè annoverato tra i film di fantascienza avventurosa che “hanno invaso gli spazi un tempo occupati da film come Il grande cielo o Sentieri selvaggi”.

Per quanto riguarda i manga e anime sono sicuramente da citare Trigun, Outlaw Star e Cowboy Bebop. Nelle serie tv trovano posto, tra le altre, Doctor Who, il già citato Star Trek, Streghe, Supernatural, Firefly, Westworld.

Dune – Tra le sabbie del mito: intervista all’autore

«Dune – Tra le sabbie del mito» è un saggio di Filippo Rossi che consigliamo di leggere in attesa del film di Villeneuve. Il romanzo Dune (1965) ha rivoluzionato il genere fantascientifico e influenzato numerosi  media, dalla musica al cinema, dalla letteratura all’arte a 35 anni dalla scomparsa di Frank Herbert, Rossi ci regala un’analisi a tutto campo della sua opera best-seller assoluto della fantascienza e fonte d’ispirazione.  Dune è stato il primo romanzo di fantascienza a diventare popolare fuori dal genere,  e per questo si può considerare genitore delle grandi narrazioni e delle saghe fantascientifiche. Il suo autore, Frank Herbert, ha introdotto tematiche mai affrontate prima, con una scrittura degna di un grande romanzo classico basata su dati scientifici. Ed è grazie a quest’opera che l’ editoria ha riconosciuto il potenziale economico della fantascienza. Incredibile l’influenza esercitata nel corso dei decenni a livello globale, da  Star Wars di George Lucas ai Pink Floyd di Roger Waters, e numerosissime le trasposizioni in altri media, tra libri, videogiochi, produzioni musicali e cinematografiche. Lo stesso David Lynch ne trasse un film nel 1984, e c’è grande attesa per l’ultima versione del regista Villeneuve con protagonista Timothée Chalamet. Ad analizzare questo straordinario fenomeno, il lungo e meticoloso lavoro di ricerca condotto da Filippo Rossi, autore del corposo saggio Dune – Tra le sabbie del mito edito da Edizioni NPE, disponibile qui e in tutte le librerie d’Italia.

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Di seguito l’intervista che Edizioni NPE ha avuto il piacere di realizzare in occasione dell’uscita del volume.

Quando è nata l’idea di Dune – Tra le sabbie del mito?

Il mio saggio è l’espressione cosciente di un percorso intrapreso fin dalla prima lettura di questa epopea, e poi lungo le continue riletture. L’idea è infatti nata proprio trentacinque anni fa: avevo quindici anni (la stessa età di Paul Atreides nel romanzo capostipite) e aprivo il libro per la prima volta. Non è un caso che il lavoro per le Edizioni NPE esca al compiersi dei miei cinquant’anni esatti. A ogni rilettura di Dune ho sempre più sentito il bisogno di un approccio analitico sia ai complessi testi originali di Herbert, che alle tante opere multimediali ispirate. Il saggio è allora la risposta a questa necessità, oserei dire vitale. Mi sono fatto le ossa con tre libri dedicati a Star Wars e Superman. L’uscita nell’ottobre 2021 del nuovo film Dune di Denis Villeneuve (e, nel frattempo, dei tanti libri sequel del figlio Brian Herbert) è stata ed è l’occasione per raccogliere il materiale accumulato in una vita di studio.

Era mai stato realizzato qualcosa di simile?

Un saggio di questa portata sull’opera di Frank Herbert, come sul suo capolavoro seminale, non è mai stato pubblicato prima in Italia – e, mi azzardo ad affermare, nel mondo.

Che lavoro di ricerca ha richiesto la scrittura del saggio?

Una ricerca puntigliosa, forsennata e maniacale durata decenni, condotta in tutto il mondo, su numerose piattaforme, diversi ambiti e in varie modalità, analizzando le influenze ricevute e trasmesse, sviscerando ogni più intuitivo collegamento multidisciplinare. Non senza l’aiuto indispensabile di altri appassionati prescelti (in prima linea il fan Massimo Moro, che ritengo giusto citare) e di alcuni esperti di vari settori: religione, psicologia, filosofia, scienze biologiche, fisica teorica.

Quali aspetti della saga duniana hai analizzato?

Ogni singolo aspetto della fantascienza herbertiana viene approfondito, sia dal punto di vista letterario che dal punto di vista contenutistico; partendo dall’opera originale di Herbert padre e figlio, passando per il mondo della fantascienza pre, durante e post Dune, per arrivare a giochi estratti, musica ispirata, fumetti adattati, serie televisive e cinema dedicati. Pennello ogni sfumatura di oltre mezzo secolo di saga duniana, collegata a un secolo di science fiction: nel corso di questi ultimi due anni è cresciuto un mastodonte di seicento pagine, composto dal fluido ematico della ricerca e della passione.

In che modo il romanzo di Frank Herbert ha influenzato le diverse forme d’arte?

Il romanzo Dune (1965) e il totale letterario/extra-letterario che ne è nato hanno indubbiamente un’influenza enorme su vari artisti in tutto il mondo. Si tratta della summa allucinata delle tensioni profetiche a cavallo di questi due secoli (o millenni). La visione speculativa, sia essa filosofica, etnica, politica, psicologica, mistica o profetica, di Frank Herbert – in particolare presente nel primo romanzo – lo avvicina ai grandi del pensiero umano, dai tragici greci a William Shakespeare, da Carl Gustav Jung a Philip K. Dick. Non stupisce che il grande cinema (George Lucas con Star Wars, e tutti i grandi autori visionari delle ultime cinque decadi) e la grande musica (i Pink Floyd di Roger Waters in primis, il cui rock psichico arriva addirittura al prossimo colossal di Villeneuve) siano stati profondamente influenzati dalla sua opera.

Ci sono esempi anche recenti (o in programma per il futuro)?

Il famoso ciclo fantasy delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R.R. Martin (adattato per la tv ne Il Trono di Spade) e la tetralogia letteraria dei Canti di Hyperion di Dan Simmons sono stati certamente influenzati dal Dune di Herbert. Come del resto il leggendario ciclo francese a fumetti dell’Incal di Jodorowsky e Moebius. Ma sono pochi, indispensabili esempi tra i mille possibili: si tratta di un’opera certamente irripetibile che ha inseminato tutto il fantastico mondiale tra arte, libri, fumetti e live action.

Il volume contiene illustrazioni?

Numerose! Quelle che ho realizzato in prima persona sono frutto di un portfolio personale tematico, cresciuto nel corso degli anni e già apprezzato dagli addetti ai lavori nel campo del fumetto e dell’illustrazione. Queste si uniscono a molti altri esempi di arte mondiale duniana, fornendo un supporto grafico imprescindibile per cogliere le infinite suggestioni del ciclo di Herbert. In effetti il volume per le Edizioni NPE è una storia mistica sia per parole che per immagini – visto il mio percorso professionale – che intende accompagnare per mano il lettore in un vero percorso iniziatico. L’analisi a tutto campo, in un crescendo emotivo, fa toccare la grandezza epica dell’Universo concepito da Herbert e continuato dai suoi eredi. Grazie a livelli su livelli di arricchimenti concettuali, voglio illuminare chiunque mi segua sulle pagine per renderlo un vero cultore della saga più grande di tutte.

Perché ne consiglieresti la lettura?

È l’opera che avrei voluto trovare sugli scaffali subito dopo aver letto per la prima volta Dune.

Tratto e continua a leggere sul sito di Edizioni NPE

Dune di Frank Herbert

Dune, un’epica opera di Frank Herbert, irrompe nella scena letteraria del 1965 con un impatto devastante. Acclamato come un capolavoro della fantascienza, si fa strada verso la gloria, guadagnandosi il prestigioso premio Nebula e il rinomato premio Hugo. Questi sono solo i primi sussulti di un’onda di prosperità che travolgerà l’universo letterario. Spaccando i cuori degli appassionati di fantascienza, Dune si erge come il faro di una mitica saga. I dibattiti frenetici scuotono gli animi delle persone, mentre si annusa l’attesa per i successivi cinque romanzi che andranno a comporre il ciclo di Dune. Ma la morte inesorabile non fermerà la corsa di questo fenomeno letterario, poiché il figlio di Frank Herbert, Brian Herbert, lavora instancabilmente per dare vita a nuove serie che danzano tra le stelle dell’universo di Dune.

Preceduto dalle sue prime due incarnazioni, Dune World e The Prophet of Dune, che hanno illuminato le pagine dell’ex rivista Analog (ex Astounding Magazine) tra il 1963 e il 1965, il romanzo di Herbert fiorisce nel 1965 con la sua forma definitiva. L’autore tessitore di trame dipinge una storia intrisa di una battaglia per l’ecosistema tra le dinastie Atreides e Harkonnen. La posta in gioco è l’egemonia su Arrakis, un pianeta arido e infame, la cui notorietà è legata indissolubilmente alla produzione, raccolta e raffinazione del prezioso Melange, noto anche come Spezia. Tale sostanza ha le redini della struttura della società galattica tra le sue mani, i cui segreti e impatti si dipanano attraverso le pagine del romanzo principale e delle sue opere successive.

Nel fervore di questo universo narrativo, Dune sorprende alzando la sua voce in un grido di trionfo. Testimonianza del suo dominio incontrastato, il romanzo si erge come il campione di vendite indiscusso del genere fantascientifico, con un incredibile totale di 12 milioni di copie. Una potenza inarrestabile, che ha conquistato cuori e menti, abbattendosi come una tempesta sul panorama letterario.

L’influenza di Dune, e dell’intera serie creata da Herbert, è palpabile e profonda, permeando l’immaginario collettivo. Nessuno può sfuggire alla sua presa soffocante, a partire dall’illustre Guerre stellari che, nella sua magnificenza, ha ceduto ad essa. Per anni, l’idea di una trasposizione cinematografica di Dune ha perseguitato i sogni dei suoi fedeli seguaci. Le aspettative si sono accese, raggiungendo il culmine negli anni ’70 con il visionario Jodorowsky. Ma è stato solo nel 1984 che un titanico kolossal, diretto da David Lynch, ha finalmente visto la luce, tentando di comprimere in 137 minuti l’intera potenza travolgente del primo romanzo. L’immortalità della saga si è trasferita nei videogiochi, dando vita a un’esperienza interattiva senza precedenti. E, nel corso del 2000, una miniserie televisiva intitolata Dune – Il destino dell’universo ha preso forma, con l’obiettivo di restare fedele ai dettagli del romanzo originale, lasciando un seguito nel 2002.

Ma il 2021 ha portato con sé una nuova promessa. Il regista Denis Villeneuve si è gettato nel vortice di Dune, dirigendo una trasposizione basata sulla prima parte del romanzo, scatenando l’attesa e l’ansia tra i fanatici del culto. Un nuovo capitolo, che promette di portare lo spettatore oltre le stelle e dentro l’abisso di un mondo mai visto prima.

Dune continua a ergersi come una gigantesca entità nel firmamento della letteratura, acquisendo progressivamente una forma misteriosa e affascinante. La sua storia si insinua nelle menti dei lettori, trafiggendo il loro spirito e trascinandoli in un turbine di passione e meraviglia. Un romanzo destinato a rimanere indelebile nella memoria collettiva, in un’epoca ricca di meraviglie e incertezze.

Dune: House Atreides

Il timore maggiore che ho avuto avvicinandomi a questo libro è che avrei notato troppo la differenza con i libri di Frank Herbert;  sono stato gradevolmente sorpreso nel notare che non è così: Brian Herbert riesce a mantenere il medesimo stile del padre, senza però scimmiottarlo o copiarlo pedestremente. In questo modo, la narrazione scivola via piacevolmente dando ad un appassionato della saga quale sono io la sensazione di essere a casa, sensazione che, lo ammetto, non avrei mai sperato di provare leggendo libri diversi da quelli scritti da Frank Herbert.

La narrazione inizia qualche decennio prima degli eventi narrati in Dune, con Leto Atreides giovincello, il barone Harkonnen ancora nel vigore degli anni e Shaddam ancora principe pretendente al trono di Imperatore. Ci sono ovviamente anche molti personaggi che non rivedremo nella saga classica, ma che sono importanti per questa narrazione. Come in ogni libro di Dune che si rispetti ci sono piani dentro piani dentro piani… che si dipanano lungo tutta la narrazione e che alla fine convergono in un unico flusso narrativo unitario, in cui ogni evento non è a se stante, ma ha ripercussioni sull’Universo Conosciuto. In questa recensione non voglio rivelare nulla della narrazione per evitare di rovinare il gusto della lettura, gusto che, se si eccettuano un paio di passi, è del tutto appagato con questo libro. Tuttavia mi permetto di anticipare che la fine di House Atreides non coincide con l’inizio di Dune e che alcune storie sono ben lungi dall’essere concluse in questo libro, la qual cosa lascia ben sperare che ci potrebbero essere altri… sequel del prequel, ovvero altri libri destinati a colmare il vuoto narrativo tra House Atreides e Dune.

Leggendo la nota conclusiva di Brian Herbert scopriamo anche che sono in lavorazione sia il seguito di Chapterhouse: Dune sia una riedizione dell’oramai introvabile Dune Encyclopedia, le cui quotazioni sul mercato dell’usato partono da 50 US$ per le edizioni più brutte a oltre 300 US$ per quelle intatte e più rare. Questo libro potrebbe essere quindi l’inizio di un ampliamento della saga di Dune, per la gioia degli appassionati di questo incredibile universo.

tratto da delos 52

delos.fantascienza.com/delos52/libri.html

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