Dune: Prophecy – Tutto quello che c’è da sapere sulla serie tv prequel

Cari amanti di Dune, preparatevi a immergervi nuovamente nell’universo straordinario creato da Frank Herbert grazie al prossimo arrivo della serie televisiva Dune: Prophecy su HBO Max, a completamento dei film di Denis Villeneuve.

L’attesa per Dune: Prophecy, originariamente conosciuta come Dune: Sisterhood, è grande e sebbene al momento non sia stata comunicata una data di uscita precisa, sia Warner Bros Discovery che la piattaforma di streaming Max hanno confermato che lo show debutterà nell’ultimo trimestre del 2024, esclusivamente su Max. In Italia, potrebbe essere disponibile su Sky e NOW, come spesso accade per le serie HBO, ma essendo questa una produzione Max, la distribuzione potrebbe seguire altre modalità, come accaduto in passato per altre serie della piattaforma.

“Dune: Prophecy” si svolge nell’immensa cosmogonia di Dune, ideata dal rinomato scrittore Frank Herbert, ben 10.000 anni prima del dominio di Paul Atreides. La trama segue le vicende di due sorelle Harkonnen, impegnate nella lotta contro le forze che mettono a repentaglio il destino dell’umanità, mentre danno vita alla leggendaria setta destinata a diventare famosa come Bene Gesserit.

La superstar indiana Tabu, nome completo Tabassum Hashmi Khan, si calerà nei panni di una delle sorelle in un nuovo progetto che promette scintille. Il suo personaggio promette di essere tutto fuorché noioso: forte, intelligente e seducente. Ah, e non dimentichiamoci del piccolo dettaglio che è stata un tempo l’amante dell’imperatore. Il ritorno di questo personaggio alle porte del potere metterà a dura prova gli equilibri nella capitale, e possiamo solo immaginare cosa succederà! Tabu, una delle grandi del cinema indiano ma non solo, si unisce a un cast stellare che comprende nomi del calibro di Emily Watson, interpretando Valya Harkonnen, Sarah-Sofie Boussnina nei panni della Principessa Ynez, e altri talenti del cinema e della TV come Shalom Brune Franklin, Faoileann Cunningham, Aoife Hinds, Chloe Lea, Travis Fimmel, Mark Strong, Jade Anouka e Chris Mason.

Questo progetto è una sorta di spin-off dei film di Villeneuve, nato dopo che la Legendary Entertainment ha ottenuto i diritti sia per la televisione che per il cinema del franchise nel 2016. L’annuncio ufficiale è arrivato nel 2019 grazie alla Legendary Television, confermando anche che il regista sarà coinvolto come produttore esecutivo.

La produzione di “Dune: Prophecy” ha avuto alcuni intoppi, con una ripartenza quasi da zero nel 2023, ma sembra che le cose si siano finalmente sistemate. Le riprese si sono svolte a Budapest e in Giordania, gli stessi luoghi principali dei film, e si sono concluse nel dicembre 2023. La mente dietro tutto sarà la showrunner Alison Schapker, anche se non sappiamo ancora quando potremo gustarci questa serie prequel sul piccolo schermo. Tuttavia, sembra probabile che arriverà prima del terzo capitolo ufficiale di Dune.

Sogni e incubi del terzo capitolo di Dune “Il Messia di Dune”

Il secondo capitolo della saga Dune, diretto con maestria da Denis Villeneuve, si chiude in modo sorprendente e tragico, lasciando il pubblico in trepida attesa per il terzo film. La complicata storia tra Chani e Paul Atreides si conclude con una separazione dovuta a incomprensioni, mentre Paul si prepara a intraprendere una guerra per reclamare il trono di Imperatore. La rabbia espressa dal personaggio di Zendaya alla fine della Parte Due è intensa e Villeneuve ha dichiarato di avere già in mente come gestire il terzo film, attualmente in fase di scrittura. Il regista ha sottolineato che c’è un grande potenziale nel prossimo capitolo e si mostra entusiasta riguardo alle decisioni prese per il suo sviluppo.

La Guerra Santa imminente sarà il fulcro del prossimo capitolo della saga, portando Paul ad ottenere il titolo di imperatore dopo aver conquistato il potere con l’aiuto dei Fremen. Le visioni premonitrici di Paul in Dune – Parte Due anticipano i futuri eventi e le tensioni che il suo potere porterà con sé, creando un’atmosfera carica di suspense e dramma. Mentre le Grandi Case sono costrette a sottomettersi a Paul, il suo potere si rafforza, causando divergenze e conflitti che influenzeranno il suo regno. Il terzo film si annuncia dunque ricco di azione, trame intricate e colpi di scena, promettendo di appassionare i fan della saga.

Denis Villeneuve ha annunciato che il terzo film, intitolato “Messia di Dune”, segnerà la conclusione della sua partecipazione all’adattamento cinematografico delle opere di Dune. Il regista ha chiarito che il suo obiettivo è dare una nuova interpretazione della storia, più fedele alla visione originale di Frank Herbert, sottolineando che il personaggio di Paul Atreides non è destinato a essere un semplice eroe. Il regista ha spiegato che i romanzi successivi alla saga principale di Dune si spingono verso un territorio più esoterico, lontano dalle sue intenzioni cinematografiche. Questa visione chiara e concreta della saga è il motivo per cui Villeneuve concluderà il suo coinvolgimento con “Messia di Dune”.

In una intervista rilasciata qualche giorno fa, Villeneuve ha anche espresso il desiderio di prendersi una breve pausa dal mondo di Dune dopo aver dedicato gli ultimi sei anni alla realizzazione dei primi due film. Il regista ha tenuto a precisare come imprescindibile l’importanza di avere una solida sceneggiatura prima di iniziare la produzione, al fine di evitare possibili imprevisti. Questo periodo di pausa e riflessione è per garantire che se dovesse tornare indietro per realizzare il terzo capitolo di Dune, il risultato finale sia ancora migliore della Parte Due.

Invece, Rebecca Ferguson ha recentemente le sue preoccupazioni riguardo al terzo film della saga: l’attrice, nota per il suo ruolo di Lady Jessica nella saga, ha sottolineato le sfide che il regista Denis Villeneuve dovrà affrontare per portare a termine il progetto. Ferguson ammette che il processo creativo per il terzo film sarà delicato, considerando fattori come la sceneggiatura, il budget e la disponibilità degli attori. Villeneuve ha già iniziato a lavorare sulla storia del terzo film, ma secondo l’attrice è improbabile che l’adattamento sia fedele al romanzo originale. Rebecca Ferguson ha anche espresso il suo desiderio di vedere Timothée Chalamet trasformarsi in un verme sulla scena, anche se ammette di non aver letto i romanzi originali. In ogni caso, l’attrice sembra fiduciosa che il terzo film di Dune sarà all’altezza delle aspettative dei fan.

I volumi da non perdere per approfondire il secondo capitolo di Dune

Panini Comics presenta quattro opere eccezionali per esplorare il fantastico mondo della saga di culto ora al cinema con il secondo capitolo di Dune, diretto da Denis Villeneuve, con un cast stellare che include Timothée Chalamet e Zendaya.

Per coloro che desiderano immergersi ancora di più nell’universo di Dune, Panini Comics ha creato alcuni volumi imprescindibili. Dune: La Graphic Novel Ufficiale del Film ti catapulta nell’avvincente storia di Paul Atreides e del suo destino straordinario. Con un’introduzione di Brian Herbert e Kevin J. Anderson, autori dei romanzi prequel di Dune, questo volume di 136 pagine è un vero gioiello da non perdere.

L’arte e l’anima di Dune – parte II ti offre un dietro le quinte straordinario su come è nato il progetto Dune, con dettagli sui costumi intricati e gli effetti visivi innovativi che hanno reso il film di Villeneuve un candidato agli Oscar. Con interviste esclusive al cast tecnico e artistico, questo volume di 240 pagine è un must per tutti gli appassionati.

Dune: Le Acque del Kanly è un’avvincente opera che adatta brillantemente un racconto breve di Brian Herbert e Kevin J. Anderson, disegnato da Francesco Mortarino. Gurney Halleck, dopo la Battaglia di Arrakeen, è determinato a vendicarsi degli Harkonnen a ogni costo. Alleato con contrabbandieri di spezie, avrà l’opportunità di colpire il suo nemico, ma a quale prezzo?

Infine, Dune: Casa degli Harkonnen 1 è il secondo romanzo prequel di Dune adattato per la prima volta da Brian Herbert, Kevin J. Anderson e Michael Shelfer. Esplora il passato per scoprire come le oscure scelte degli Harkonnen abbiano plasmato il loro futuro, mentre Leto Atreides si trova di fronte a decisioni strazianti e il Barone Harkonnen complotta contro i suoi avversari. Chi osserva il Duca Atreides da lontano? Scoprilo in questo avvincente volume.

La recensione di Dune – Il potere celato

Dimenticatevi di andare a vedere un film di Michael Bay, Dune è un film di Denis Villeneuve. Spesso nell’andare al cinema per vedere opere tratte da romanzi o saghe di alto livello dimentichiamo per un attimo che l’autore della pellicola ha un suo stile personale. Il Dune di Lynch, per quanto deturpato e tagliato dalla produzione che lo riteneva troppo lungo, ne è un esempio. Questo è un film di un regista che ci ha abituati a ritmi moderati ma anche ad un elevatissimo impatto visivo e sonoro. Dune non è da meno! È un film poderoso, potente… come la spezia del deserto, mentre sei in sala, tutt’intorno è Dune; permea l’aria stessa. La potenza delle immagini ti viene addosso come un gigantesco verme delle sabbie mentre le musiche di Hans Zimmer ti penetrano la pelle come vento del deserto.

Dune | Main Trailer Italiano

Uscendo dal campo delle metafore l’opera di Villeneuve è un capolavoro d’impatto sonoro e visivo. La realizzazione di questo film era un sogno per il regista canadese ed è stato naturale che quando la produttrice, Mary Parent, lo ha saputo lo ha immediatamente contattato. L’incontro è stato breve e caratterizzato da una comune visione per rendere al meglio il romanzo di Frank Herbert.  Nel realizzare quest’opera il regista ha messo insieme una squadra di Premi Oscar o candidati tali ed un cast superquotato. La maggior parte dello staff creativo e tecnico è composto da persone con le quali Villeneuve aveva già lavorato in Arrival e Blade Runner: 2049. I nuovi volti dietro la macchina da presa sono il direttore della fotografia Graig Fraser (conosciuto per Rogue One), la costumista tre volte nominata all’Oscar Jacqueline West ed il secondo costumista Robert Morgan, conosciuto per la trilogia de Il cavaliere oscuro.

Le scenografie di Patrice Vermette sono ben studiate e l’ispirazione agli Ziqqurat del deserto, per la realizzazione della fortezza di Arrakeen, è stata essenziale per mettere in evidenza la “residenza del potere”. I costumi sono molto elaborati e ricchi di dettagli, gli stili differenziati.

Gli attori sono eccellenti nei loro ruoli. Una menzione d’onore però va a Stellan Skarsgard che interpreta magistralmente il Barone Vladimir Harkonnen in tutta la sua placida spietatezza e disgustosa brutalità. L’attore mostra una gestione vocale e attoriale fino ad ora evidente come la punta di un iceberg.

Il film narra una storia incentrata sul rapporto che si ha con il potere! Il potere che viene dimostrato, quello che viene subìto, quello immaginato, quello desiderato e quello che passa inosservato! Con questo Dune entri in un universo crudo e decadente dove le grandi famiglie lottano per il controllo di Arrakis e quindi per la gestione della Spezia, la più potente e richiesta sostanza della galassia. Ma ci sono altri poteri di cui si percepisce la presenza: c’è in primis l’imperatore il cui volere/potere influenza le azioni di tutti, c’è la sorellanza Bene Gesserit la cui potenza sta nella pazienza e nella capacità di manipolare intere culture nei secoli. Poi ci sono i fremen… ed il loro deserto che cela un potere che andremo a scoprire solo nel prossimo film. Come nel Trono di Spade il reale protagonista della storia è il Potere, come lo si interpreta e che rapporto si ha con esso. C’è anche chi vorrebbe guardare oltre… ma fa ancora, suo malgrado, troppo parte di questo gioco. La pellicola ha un altro pregio. Ripristina e dà valore alla cultura Fremen dell’acqua ed ai linguaggi segreti del Bene Gesserit aspetti poco evidenti nelle precedenti trasposizioni.

Per chi conosce il romanzo suggeriamo di dimenticare molti dettagli perché assenti, la pellicola lascerà probabilmente insoddisfatti. Villeneuve racconta in questa prima parte una frazione dell’avventura. Ma consigliamo di godersi l’eccezionale resa da Oscar.

Per chi non ha mai letto l’opera di Herbert questo film lascerà molto mistero, curiosità e attesa di scoprire qualcosa di più sul Bene Gesserit, sui Fremen e sull’imperatore!

Save Ralph: il cartone che difende gli animali

Registi di Hollywood e star del cinema hanno unito le forze con Humane Society International (HSI) per produrre il toccante cortometraggio animato in stop-motion “Save Ralph”, con l’obbiettivo di fermare i test cosmetici sugli animali a livello globale. Anche se vietata in 40 paesi, questa pratica è ancora perfettamente legale nella maggior parte del mondo, e sta persino tornando in auge in Europa, sottoponendo migliaia di animali a sofferenze e morte inutili. Taika Waititi, Ricky Gervais, Zac Efron, Olivia Munn, Pom Klementieff, Tricia Helfer e altri si sono uniti per aiutare HSI a cambiare questa situazione, prestando le loro voci per il corto “Save Ralph”, che mira a far luce sulla sofferenza inflitta agli animali e a coinvolgere il pubblico e i decisori politici nella missione di HSI per porvi fine. Lo scrittore e regista Spencer Susser (“Hesher”, “The Greatest Showman”), il produttore Jeff Vespa (“Voices of Parkland”) e la società di produzione AllDayEveryDay hanno collaborato con lo studio Arch Model, del modellista Andy Gent, alla produzione per dare vita a Ralph. Il film è stato lanciato anche in portoghese, spagnolo, francese e vietnamita, con la partecipazione di Rodrigo Santoro, Denis Villeneuve, Rosario Dawson, H’Hen Nie e Diem My 9x che danno voce ai personaggi nelle rispettive lingue, e con il messaggio di sostegno di Maggie Q.

 

Save Ralph con sottotitoli in italiano

Troy Seidle, Vicepresidente di Humane Society International per la ricerca senza animali, ha dichiarato:

“Save Ralph è un campanello d’allarme per i cittadini e i legislatori europei che credono che i test cosmetici sugli animali appartengano al passato dell’Unione Europea. Non è così. Gli è semplicemente stato dato un nuovo nome: ‘valutazione delle sostanze chimiche’, ma per gli animali è la stessa sofferenza. Le decisioni di eseguire nuovi test sugli animali non vengono dalle aziende, infatti alcune delle principali marche di cosmetici e ingredienti sono furiose e contrarie a questi test… La richiesta, infatti, proviene dall’Agenzia Europea delle Sostanze Chimiche che sta usando la legge europea sulle sostanze chimiche per aggirare lo storico divieto dell’UE sui test cosmetici sugli animali. I regolatori richiedono nuovi test di avvelenamento chimico, che distruggono la vita di migliaia di animali, per ingredienti cosmetici che sono stati usati in modo sicuro per anni. Al giorno d’oggi ci sono moltissimi approcci affidabili e senza animali per garantire la sicurezza dei prodotti, perciò non ci sono scuse per far soffrire animali come Ralph, in qualsiasi tipo di test cosmetico.”

Nel film, il coniglio portavoce della campagna HSI, Ralph, doppiato da Taika Waititi, viene intervistato e seguito nella sua routine quotidiana come “cavia” in un laboratorio di tossicologia. La campagna #SaveRalph di HSI affronta l’inquietante questione della sperimentazione animale in un modo originale e inaspettato, presentando la storia di un coniglio, per far luce sulla situazione di innumerevoli conigli e altri animali che in questo momento soffrono nei laboratori, in Europa e nel mondo. Coinvolge gli spettatori per aiutare a vietare definitivamente i test cosmetici sugli animali.

Il direttore di “Save Ralph”, Spencer Susser ha detto: 

“Gli animali nei laboratori, sottoposti ai test cosmetici, non hanno scelta ed è nostra responsabilità fare qualcosa al riguardo. Quando si è presentata l’opportunità di creare una nuova campagna per Humane Society International, ho sentito che lo stop-motion era il modo perfetto per trasmettere il messaggio. Quando vedi l’orribile realtà del modo in cui vengono trattati gli animali, non puoi fare a meno di guardare altrove. Quello che speravo di fare con questo film era creare qualcosa che trasmettesse un messaggio senza essere troppo pesante. Spero che il pubblico si innamori di Ralph e voglia lottare per lui e per gli altri animali come lui, in modo da poter bandire i test sugli animali una volta per tutte.”

Secondo il modellista e scenografo Andy Gent:

“La bellezza dell’animazione è che si può dare vita a storie molto complesse, in modo positivo ed educativo. Con il nostro mondo in miniatura, fatto di modelli e pupazzi, e usando il cinema in stop-motion speriamo di portare l’attenzione sulla necessità di fermare i test cosmetici sugli animali. Siamo tutti molto appassionati a quello che facciamo e mi piacerebbe pensare che il progetto per salvare Ralph avrà un grande impatto.”

Taika Waititi, su Twitter prima del lancio: 

“C’è una cosa fantastica in arrivo. Se non lo guardi e lo ami allora odi gli animali e non possiamo più essere amici. #SaveRalph.”

Ricky Gervais ha commentato:

“I test sugli animali mi fanno arrabbiare. Non c’è nessuna giustificazione per spruzzare sostanze chimiche negli occhi dei conigli o alimentare a forza i topi solo per fare rossetti e shampoo. La scienza si è evoluta nell’offrire soluzioni senza animali per porre fine a questa terribile crudeltà. È ora che l’umanità si metta al passo con i tempi.”

Tricia Helfer ha detto: 

“Sono un’amante degli animali da molti anni, quindi sono onorata di prestare la mia voce all’importante e commovente campagna di HSI per porre fine alla crudeltà dei test cosmetici sugli animali. Anche se abbiamo fatto progressi in alcuni paesi, a livello globale ci sono ancora migliaia di animali innocenti come Ralph che vengono fatti soffrire ogni giorno. Ora è il momento di cambiare le cose.”

A livello globale, la campagna è focalizzata su sedici paesi considerati prioritari, tra cui Brasile, Canada, Cile, Messico, Sudafrica e dieci nazioni del sud-est asiatico, mentre le organizzazioni partner di HSI, Humane Society of the United States e Humane Society Legislative Fund, si concentrano sulla legislazione negli Stati Uniti. “Save Ralph” accenderà i riflettori su tutti questi paesi, spingendoli verso il futuro senza crudeltà che il pubblico e i consumatori si aspettano.

Dune di Frank Herbert

Dune, un’epica opera di Frank Herbert, irrompe nella scena letteraria del 1965 con un impatto devastante. Acclamato come un capolavoro della fantascienza, si fa strada verso la gloria, guadagnandosi il prestigioso premio Nebula e il rinomato premio Hugo. Questi sono solo i primi sussulti di un’onda di prosperità che travolgerà l’universo letterario. Spaccando i cuori degli appassionati di fantascienza, Dune si erge come il faro di una mitica saga. I dibattiti frenetici scuotono gli animi delle persone, mentre si annusa l’attesa per i successivi cinque romanzi che andranno a comporre il ciclo di Dune. Ma la morte inesorabile non fermerà la corsa di questo fenomeno letterario, poiché il figlio di Frank Herbert, Brian Herbert, lavora instancabilmente per dare vita a nuove serie che danzano tra le stelle dell’universo di Dune.

Preceduto dalle sue prime due incarnazioni, Dune World e The Prophet of Dune, che hanno illuminato le pagine dell’ex rivista Analog (ex Astounding Magazine) tra il 1963 e il 1965, il romanzo di Herbert fiorisce nel 1965 con la sua forma definitiva. L’autore tessitore di trame dipinge una storia intrisa di una battaglia per l’ecosistema tra le dinastie Atreides e Harkonnen. La posta in gioco è l’egemonia su Arrakis, un pianeta arido e infame, la cui notorietà è legata indissolubilmente alla produzione, raccolta e raffinazione del prezioso Melange, noto anche come Spezia. Tale sostanza ha le redini della struttura della società galattica tra le sue mani, i cui segreti e impatti si dipanano attraverso le pagine del romanzo principale e delle sue opere successive.

Nel fervore di questo universo narrativo, Dune sorprende alzando la sua voce in un grido di trionfo. Testimonianza del suo dominio incontrastato, il romanzo si erge come il campione di vendite indiscusso del genere fantascientifico, con un incredibile totale di 12 milioni di copie. Una potenza inarrestabile, che ha conquistato cuori e menti, abbattendosi come una tempesta sul panorama letterario.

L’influenza di Dune, e dell’intera serie creata da Herbert, è palpabile e profonda, permeando l’immaginario collettivo. Nessuno può sfuggire alla sua presa soffocante, a partire dall’illustre Guerre stellari che, nella sua magnificenza, ha ceduto ad essa. Per anni, l’idea di una trasposizione cinematografica di Dune ha perseguitato i sogni dei suoi fedeli seguaci. Le aspettative si sono accese, raggiungendo il culmine negli anni ’70 con il visionario Jodorowsky. Ma è stato solo nel 1984 che un titanico kolossal, diretto da David Lynch, ha finalmente visto la luce, tentando di comprimere in 137 minuti l’intera potenza travolgente del primo romanzo. L’immortalità della saga si è trasferita nei videogiochi, dando vita a un’esperienza interattiva senza precedenti. E, nel corso del 2000, una miniserie televisiva intitolata Dune – Il destino dell’universo ha preso forma, con l’obiettivo di restare fedele ai dettagli del romanzo originale, lasciando un seguito nel 2002.

Ma il 2021 ha portato con sé una nuova promessa. Il regista Denis Villeneuve si è gettato nel vortice di Dune, dirigendo una trasposizione basata sulla prima parte del romanzo, scatenando l’attesa e l’ansia tra i fanatici del culto. Un nuovo capitolo, che promette di portare lo spettatore oltre le stelle e dentro l’abisso di un mondo mai visto prima.

Dune continua a ergersi come una gigantesca entità nel firmamento della letteratura, acquisendo progressivamente una forma misteriosa e affascinante. La sua storia si insinua nelle menti dei lettori, trafiggendo il loro spirito e trascinandoli in un turbine di passione e meraviglia. Un romanzo destinato a rimanere indelebile nella memoria collettiva, in un’epoca ricca di meraviglie e incertezze.

Arrival di Denis Villeneuve

Arrival è un film di fantascienza del 2016 diretto da Denis Villeneuve, basato sul racconto Storia della tua vita di Ted Chiang. Il film narra la storia di Louise Banks, una linguista che viene reclutata dall’esercito americano per comunicare con una specie aliena che ha fatto la sua comparsa sulla Terra in dodici astronavi. Insieme al fisico Ian Donnelly, Louise cerca di decifrare il linguaggio degli alieni, chiamati eptapodi, e di capire il motivo della loro visita. Nel frattempo, la tensione tra le nazioni aumenta e il rischio di una guerra globale si fa sempre più concreto.

Arrival è un film che esplora i temi della comunicazione, della memoria, del tempo e del destino. Il film si distingue per la sua atmosfera suggestiva, la sua fotografia elegante e la sua colonna sonora avvolgente. Il film è anche una riflessione sul ruolo della scienza e dell’umanità di fronte all’ignoto e alla paura. La protagonista Amy Adams offre una performance intensa e commovente, mentre Jeremy Renner e Forest Whitaker sono efficaci nei loro ruoli di supporto. Il film è stato accolto con grande favore dalla critica e dal pubblico, ricevendo otto nomination agli Oscar, tra cui miglior film, miglior regia e miglior sceneggiatura non originale.

Arrival è un film che merita di essere visto e rivisto, perché ogni visione può rivelare nuovi significati e sfumature. È un film che stimola la mente e il cuore, che ci fa riflettere sul nostro posto nell’universo e sul valore della vita. È un film che ci ricorda che il linguaggio è il dono più prezioso che abbiamo, perché ci permette di condividere le nostre esperienze, i nostri sentimenti e i nostri sogni. Arrival è un film che ci insegna a guardare il mondo con occhi diversi, perché come dice Louise Banks: “Non esiste inizio o fine. C’è solo il cambiamento”.

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