La recensione di Dune – Il potere celato

Dimenticatevi di andare a vedere un film di Michael Bay, Dune è un film di Denis Villeneuve. Spesso nell’andare al cinema per vedere opere tratte da romanzi o saghe di alto livello dimentichiamo per un attimo che l’autore della pellicola ha un suo stile personale. Il Dune di Lynch, per quanto deturpato e tagliato dalla produzione che lo riteneva troppo lungo, ne è un esempio. Questo è un film di un regista che ci ha abituati a ritmi moderati ma anche ad un elevatissimo impatto visivo e sonoro. Dune non è da meno! È un film poderoso, potente… come la spezia del deserto, mentre sei in sala, tutt’intorno è Dune; permea l’aria stessa. La potenza delle immagini ti viene addosso come un gigantesco verme delle sabbie mentre le musiche di Hans Zimmer ti penetrano la pelle come vento del deserto.

Dune | Main Trailer Italiano

Uscendo dal campo delle metafore l’opera di Villeneuve è un capolavoro d’impatto sonoro e visivo. La realizzazione di questo film era un sogno per il regista canadese ed è stato naturale che quando la produttrice, Mary Parent, lo ha saputo lo ha immediatamente contattato. L’incontro è stato breve e caratterizzato da una comune visione per rendere al meglio il romanzo di Frank Herbert.  Nel realizzare quest’opera il regista ha messo insieme una squadra di Premi Oscar o candidati tali ed un cast superquotato. La maggior parte dello staff creativo e tecnico è composto da persone con le quali Villeneuve aveva già lavorato in Arrival e Blade Runner: 2049. I nuovi volti dietro la macchina da presa sono il direttore della fotografia Graig Fraser (conosciuto per Rogue One), la costumista tre volte nominata all’Oscar Jacqueline West ed il secondo costumista Robert Morgan, conosciuto per la trilogia de Il cavaliere oscuro.

Le scenografie di Patrice Vermette sono ben studiate e l’ispirazione agli Ziqqurat del deserto, per la realizzazione della fortezza di Arrakeen, è stata essenziale per mettere in evidenza la “residenza del potere”. I costumi sono molto elaborati e ricchi di dettagli, gli stili differenziati.

Gli attori sono eccellenti nei loro ruoli. Una menzione d’onore però va a Stellan Skarsgard che interpreta magistralmente il Barone Vladimir Harkonnen in tutta la sua placida spietatezza e disgustosa brutalità. L’attore mostra una gestione vocale e attoriale fino ad ora evidente come la punta di un iceberg.

Il film narra una storia incentrata sul rapporto che si ha con il potere! Il potere che viene dimostrato, quello che viene subìto, quello immaginato, quello desiderato e quello che passa inosservato! Con questo Dune entri in un universo crudo e decadente dove le grandi famiglie lottano per il controllo di Arrakis e quindi per la gestione della Spezia, la più potente e richiesta sostanza della galassia. Ma ci sono altri poteri di cui si percepisce la presenza: c’è in primis l’imperatore il cui volere/potere influenza le azioni di tutti, c’è la sorellanza Bene Gesserit la cui potenza sta nella pazienza e nella capacità di manipolare intere culture nei secoli. Poi ci sono i fremen… ed il loro deserto che cela un potere che andremo a scoprire solo nel prossimo film. Come nel Trono di Spade il reale protagonista della storia è il Potere, come lo si interpreta e che rapporto si ha con esso. C’è anche chi vorrebbe guardare oltre… ma fa ancora, suo malgrado, troppo parte di questo gioco. La pellicola ha un altro pregio. Ripristina e dà valore alla cultura Fremen dell’acqua ed ai linguaggi segreti del Bene Gesserit aspetti poco evidenti nelle precedenti trasposizioni.

Per chi conosce il romanzo suggeriamo di dimenticare molti dettagli perché assenti, la pellicola lascerà probabilmente insoddisfatti. Villeneuve racconta in questa prima parte una frazione dell’avventura. Ma consigliamo di godersi l’eccezionale resa da Oscar.

Per chi non ha mai letto l’opera di Herbert questo film lascerà molto mistero, curiosità e attesa di scoprire qualcosa di più sul Bene Gesserit, sui Fremen e sull’imperatore!

Dune – Tra le sabbie del mito: intervista all’autore

«Dune – Tra le sabbie del mito» è un saggio di Filippo Rossi che consigliamo di leggere in attesa del film di Villeneuve. Il romanzo Dune (1965) ha rivoluzionato il genere fantascientifico e influenzato numerosi  media, dalla musica al cinema, dalla letteratura all’arte a 35 anni dalla scomparsa di Frank Herbert, Rossi ci regala un’analisi a tutto campo della sua opera best-seller assoluto della fantascienza e fonte d’ispirazione.  Dune è stato il primo romanzo di fantascienza a diventare popolare fuori dal genere,  e per questo si può considerare genitore delle grandi narrazioni e delle saghe fantascientifiche. Il suo autore, Frank Herbert, ha introdotto tematiche mai affrontate prima, con una scrittura degna di un grande romanzo classico basata su dati scientifici. Ed è grazie a quest’opera che l’ editoria ha riconosciuto il potenziale economico della fantascienza. Incredibile l’influenza esercitata nel corso dei decenni a livello globale, da  Star Wars di George Lucas ai Pink Floyd di Roger Waters, e numerosissime le trasposizioni in altri media, tra libri, videogiochi, produzioni musicali e cinematografiche. Lo stesso David Lynch ne trasse un film nel 1984, e c’è grande attesa per l’ultima versione del regista Villeneuve con protagonista Timothée Chalamet. Ad analizzare questo straordinario fenomeno, il lungo e meticoloso lavoro di ricerca condotto da Filippo Rossi, autore del corposo saggio Dune – Tra le sabbie del mito edito da Edizioni NPE, disponibile qui e in tutte le librerie d’Italia.

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Di seguito l’intervista che Edizioni NPE ha avuto il piacere di realizzare in occasione dell’uscita del volume.

Quando è nata l’idea di Dune – Tra le sabbie del mito?

Il mio saggio è l’espressione cosciente di un percorso intrapreso fin dalla prima lettura di questa epopea, e poi lungo le continue riletture. L’idea è infatti nata proprio trentacinque anni fa: avevo quindici anni (la stessa età di Paul Atreides nel romanzo capostipite) e aprivo il libro per la prima volta. Non è un caso che il lavoro per le Edizioni NPE esca al compiersi dei miei cinquant’anni esatti. A ogni rilettura di Dune ho sempre più sentito il bisogno di un approccio analitico sia ai complessi testi originali di Herbert, che alle tante opere multimediali ispirate. Il saggio è allora la risposta a questa necessità, oserei dire vitale. Mi sono fatto le ossa con tre libri dedicati a Star Wars e Superman. L’uscita nell’ottobre 2021 del nuovo film Dune di Denis Villeneuve (e, nel frattempo, dei tanti libri sequel del figlio Brian Herbert) è stata ed è l’occasione per raccogliere il materiale accumulato in una vita di studio.

Era mai stato realizzato qualcosa di simile?

Un saggio di questa portata sull’opera di Frank Herbert, come sul suo capolavoro seminale, non è mai stato pubblicato prima in Italia – e, mi azzardo ad affermare, nel mondo.

Che lavoro di ricerca ha richiesto la scrittura del saggio?

Una ricerca puntigliosa, forsennata e maniacale durata decenni, condotta in tutto il mondo, su numerose piattaforme, diversi ambiti e in varie modalità, analizzando le influenze ricevute e trasmesse, sviscerando ogni più intuitivo collegamento multidisciplinare. Non senza l’aiuto indispensabile di altri appassionati prescelti (in prima linea il fan Massimo Moro, che ritengo giusto citare) e di alcuni esperti di vari settori: religione, psicologia, filosofia, scienze biologiche, fisica teorica.

Quali aspetti della saga duniana hai analizzato?

Ogni singolo aspetto della fantascienza herbertiana viene approfondito, sia dal punto di vista letterario che dal punto di vista contenutistico; partendo dall’opera originale di Herbert padre e figlio, passando per il mondo della fantascienza pre, durante e post Dune, per arrivare a giochi estratti, musica ispirata, fumetti adattati, serie televisive e cinema dedicati. Pennello ogni sfumatura di oltre mezzo secolo di saga duniana, collegata a un secolo di science fiction: nel corso di questi ultimi due anni è cresciuto un mastodonte di seicento pagine, composto dal fluido ematico della ricerca e della passione.

In che modo il romanzo di Frank Herbert ha influenzato le diverse forme d’arte?

Il romanzo Dune (1965) e il totale letterario/extra-letterario che ne è nato hanno indubbiamente un’influenza enorme su vari artisti in tutto il mondo. Si tratta della summa allucinata delle tensioni profetiche a cavallo di questi due secoli (o millenni). La visione speculativa, sia essa filosofica, etnica, politica, psicologica, mistica o profetica, di Frank Herbert – in particolare presente nel primo romanzo – lo avvicina ai grandi del pensiero umano, dai tragici greci a William Shakespeare, da Carl Gustav Jung a Philip K. Dick. Non stupisce che il grande cinema (George Lucas con Star Wars, e tutti i grandi autori visionari delle ultime cinque decadi) e la grande musica (i Pink Floyd di Roger Waters in primis, il cui rock psichico arriva addirittura al prossimo colossal di Villeneuve) siano stati profondamente influenzati dalla sua opera.

Ci sono esempi anche recenti (o in programma per il futuro)?

Il famoso ciclo fantasy delle Cronache del Ghiaccio e del Fuoco di George R.R. Martin (adattato per la tv ne Il Trono di Spade) e la tetralogia letteraria dei Canti di Hyperion di Dan Simmons sono stati certamente influenzati dal Dune di Herbert. Come del resto il leggendario ciclo francese a fumetti dell’Incal di Jodorowsky e Moebius. Ma sono pochi, indispensabili esempi tra i mille possibili: si tratta di un’opera certamente irripetibile che ha inseminato tutto il fantastico mondiale tra arte, libri, fumetti e live action.

Il volume contiene illustrazioni?

Numerose! Quelle che ho realizzato in prima persona sono frutto di un portfolio personale tematico, cresciuto nel corso degli anni e già apprezzato dagli addetti ai lavori nel campo del fumetto e dell’illustrazione. Queste si uniscono a molti altri esempi di arte mondiale duniana, fornendo un supporto grafico imprescindibile per cogliere le infinite suggestioni del ciclo di Herbert. In effetti il volume per le Edizioni NPE è una storia mistica sia per parole che per immagini – visto il mio percorso professionale – che intende accompagnare per mano il lettore in un vero percorso iniziatico. L’analisi a tutto campo, in un crescendo emotivo, fa toccare la grandezza epica dell’Universo concepito da Herbert e continuato dai suoi eredi. Grazie a livelli su livelli di arricchimenti concettuali, voglio illuminare chiunque mi segua sulle pagine per renderlo un vero cultore della saga più grande di tutte.

Perché ne consiglieresti la lettura?

È l’opera che avrei voluto trovare sugli scaffali subito dopo aver letto per la prima volta Dune.

Tratto e continua a leggere sul sito di Edizioni NPE

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