Maido: a Roma l’Okonomiyaki a suon di anime!

Maido, il locale di street-food giapponese, dopo il successo di Milano e Torino, sbarca anche a Roma in Via Urbana 122. L’opening del 12 Giugno è molto atteso da tutto il popolo degli otaku capitolini, che non vedo l’ora di gustare le prelibatezze da “strada” di Osaka ascoltando i brani e le sigle dei propri anime preferiti!

Ma cosa è l’Okonomiyaki? Vi ricordate di Marrabbio, il papà di Licia nell’omonimo anime “Kiss me Licia”? Il cuoco era il titolare di un piccolo ristorante di Okonomiyaki a Osaka (manga) o Tokyo (anime) di cui il Gatto Giuliano andava ghiotto. Si tratta di una frittella di grano salata, piatto tipico, appunto, di Osaka, preparata sulla piastra teppan e “gestita” tramite le icone spatole kote che ricorda, nella forma, il pancake americano. Vi sono diverse varianti di questa pietanza, fra le quali si è distinta quella cucinata nella regione del Kansai, tanto che frequentemente l’okonomiyaki viene chiamato la “pizza di Osaka” proprio come in Kiss me Licia! L’okonomiyaki è dunque un elemento della cultura giapponese; oltre che nella serie diventata famosa in Italia per la trasposizione “live action” con Cristina D’avena, questa specialità appare spesso in tante altre manga e anime giapponesi. Citiamo ad esempio Ranma ½, dove Ukyo Kuonji, spasimante del protagonista, è un’abile cuoca di tale cibo, tanto da girare sempre con un enorme spatola, ed essere proprietaria di un piccolo locale dove cucina tale piatto. Anche in Smile Pretty Cure!, una delle protagoniste (Akane Hino) proviene da Osaka ed i suoi gestiscono un Okonomiyaki-ya. Nana, i genitori di Misato Uehara hanno un ristorante di okonomiyaki ad Osaka che vanta di essere uno dei migliori della città.

Questa leccornia, nata a quanto pare negli anni ’30 e divenuta estremamente popolare durante il secondo conflitto mondiale, è un piatto povero e nutriente, utile “base” su cui appoggiare altri cibi: il nome, infatti, può essere tradotto proprio con il concetto “come ti piace” (お好み焼き O-konomi-yaki?, letteralmente okonomi = ciò che vuoi, yaki = alla griglia)!  E proprio seguendo questa filosofia, il brand Maido, condisce l’okonomiyaki con la deliziosa, omonima, maionese giapponese, alghe verdi e scaglie di bonito (katsuobushi) che, con il calore, sembrano muoversi nel piatto.

Ovviamente da Maido si troveranno anche tutte quelle preparazioni che tutti noi conosciamo grazie proprio ai cartoni giapponesi: dai classici Onigiri in varie forme e condimenti, ai deliziosi Takoyaki (le leggendarie polpette di polpo fritte), il Katsu Sandwich, il panino ripieno di maiale fritto, il Sakana, il trancio di salmone  salsa teriyaki, la Bowl con di riso o soba croccante e, ovviamente, il “re” Ramen in tantissime versioni differenti, anche vegane. E per concludere satolli il pasto come non gustare i Mochi (dolci di pasta di riso colorati) e i Doroyaki in puro stile Doreamon?

Per info: facebook.com/maidomilano

Dolce salato in forno con l’otaku Laura

Ho scoperto la meravigliosa pagina di Laura grazie a una condivisione su una pagina di Nana: una meravigliosa torta identica a quella che Hachi prepara per i Black Stones cattura subito la mia attenzione.

Così scopro che Laura non è solo una pasticciera ma anche un’appassionata di anime e manga. La sua pagina si chiama, appunto, Dolce salato in forno su Facebook e ha anche un blog di cucina: https://www.dolcesalatoinforno.it/ con alcune ricette dedicate al mondo degli anime e dei manga. Alcune sono delle vere e proprie riproduzioni, come questa torta alle fragole proveniente direttamente dal meraviglioso mondo di Nana: una shortcake giapponese con fragole e panna, altre sono più semplicemente a tema e traggono ispirazione dal mondo otaku divenendo dei veri e propri capolavori di arte culinaria, grazie alla fantasia e alla creatività di Laura.

Un’altra torta che esce dal manga per diventare realtà è la apple pie di Winry direttamente da Full Metal Alchimist che riprende la classica ricetta della apple pie con l’aggiunta del tocco magico di Laura, che la anima con il disegno dei fratelli Elric.

Uscendo dal forno, Laura che segue anche la cucina giapponese in generale, ha realizzato anche un ramen spettacolare che a guardarlo incanta e mette l’acquolina in bocca, in questo caso l’ispirazione deriva dal ramen “scientifico” di Dr. Stone.

Dalle torte ai biscotti, da Sailor Moon a Inuyasha il mondo di Laura, otaku dal 1995, rende le classiche ricette davvero particolari, belle da vedere e sicuramente buone da mangiare.

 

NaNà di Takahiro Tsunabuchi

Chi si ricorda di NaNà, il manga creato da Takahiro Tsunabuchi? Il fumetto fu pubblicato inizialmente su Shonen Great Magazine della Kodansha e passato successivamente su Shonen Magazine, sempre della stessa casa editrice, ovvero su una rivista più prestigiosa e seguita da un maggior numero di persone. Il terzo episodio di questo manga presenta infatti alcune pagine di riassunto in modo da far appassionare subito i nuovi lettori di Shonen Magazine. Nanà è composto in tutto da sei volumi ed in Italia è stato pubblicato dalla Play Press. Il titolo di Tsunabuchi non va confuso con il celebre Nana di Ai Yazawa o con l’anime “Nanako S.O.S” di Hideo Azuma conosciuto in Italia come “Nanà Supergirl”.
Il nome originale della protagonista è Nanà e deriva dal fatto che la sigla della protagonista è 707 (Nana-O-Nana in giapponese). All’inizio Nanà può sembrare un clone del manga “Video Girl Ai”, invece se ne differenzia notevolmente: a essere privilegiato è soprattutto l’aspetto comico della storia, ma vengono sapientemente miscelati anche azione e sentimento.Nanà narra la storia dello sfortunatissimo Goro nella cui vita irrompe la robottina numero 707 creata dal padre, scienziato mezzo svitato, intenzionato a testare le capacità dell’ultima invenzione della sua ditta in un ambiente domestico. La ragazza-robot subisce però uno shock e, da efficente e perfettina, diventa una grande combina guai e complica anche il rapporto tra Goro e la sua ragazza Kotomi.
I problemi tra i due protagonisti nascono soprattutto dal fatto che il portello di controllo di NaNà è nascosto dietro al seno; ovviamente la maggiorparte delle situazioni comiche ruotano appunto intorno a questo particolare. Giunge in seguito anche Hachi (Hachi à otto), altra robottina perfettina che ha la capacità di trasformare il suo viso. Sfortunatamente anche lei subirà uno shock e diventerà una specie di ninfomane. Lo stile del disegno è molto semplice, direi quasi essenziale, il che sottolinea a pieno la narrazione lineare, che, nonostante tutto, si rivela essere molto coinvolgente, soprattutto per l’immediata simpatia che suscitano i vari personaggi. Peccato che la trama risulti un po’ ripetitiva ed a volte scontata.

Nana – Reloaded Edition

Planet Manga, divisione di Panini Comics dedicata al fumetto giapponese ha pubblicato, dal Maggio 2019,  “Nana – Reloaded Edition”, la riedizione del celebre manga di Ai Yazawa (autrice anche di “Paradise Kiss”) che ha ispirato l’anime trasmesso da Mtv e due live action. Il manga è stato pubblicato sulla rivista Cookie a partire dal 2000 al 2009, anno in cui l’autrice per problemi di salute ha interrotto la stesura dell’opera. È stato serializzato finora in 21 tankōbon per conto della Shūeisha, pubblicati tra il 15 maggio 2000 e il 13 marzo 2009. Nel numero di marzo 2013 della rivista, l’autrice ha pubblicato un breve capitolo intitolato La stanza di Junko, incentrato sul personaggio secondario di Junko. In Italia viene pubblicato da Planet Manga dal luglio 2002 con i volumi originali divisi a metà, portando la serie a 42 volumetti. Un’edizione, nominata collection, è uscita nel 2007 con il formato dei volumi originali; tale edizione è stata ristampata nel 2009, nel 2012 e poi nel 2019 con il nome, appunto di “Nana – Reloaded Edition”. fedele all’edizione giapponese.

Nana” in giapponese significa “sette”. Un numero fortunatoNana Osaki Nana Komatsu dovranno tuttavia costruirsi da sole la loro fortuna: per riuscirci occorrerà sfuggire alle lusinghe della capitale nipponica …

Il manga di Ai Yazawa segue le vicende due ragazze ventenni, Nana Komatsu e Nana Osaki, che si conoscono sul treno che le sta portando a Tokyo, città nella quale stanno entrambe per trasferirsi, anche se per motivi diversi. Separate alla stazione, si incontreranno successivamente in maniera casuale in un appartamento che tutte e due hanno intenzione di affittare: decideranno di essere coinquiline e di dividere insieme la vita quotidiana.

Nana – Reloaded Edition sarà disponibile inoltre, da luglio 2020, in due versioni in un box “per collezionisti”: la prima conterrà i primi dodici appuntamenti con la serie scritta e disegnata da Ai Yazawa (che corrispondono al primo arco narrativo) e lo speciale numero 7.8; la seconda sarà vuota, ad eccezione di quest’ultimo volumetto (non disponibile separatamente). Nana 7.8 è un fanbook dedicato agli approfondimenti della serie, con curiosità, disegni preparatori e una serie di contenuti extra.

Dall’originale manga nipponico è stata prodotta una successiva serie anime diretta da Morio Asaka e trasmessa dalla Nippon Television fra il 2006 ed il 2007. La serie è stata trasmessa in Italia su MTV fra il 2007 ed il 2008. Dal fumetto sono stati anche tratti due film, Nana (2005) e Nana 2 (2006), entrambi su soggetto di Ai Yazawa e per la regia di Kentaro Otani. I film hanno avuto un notevole successo nel mercato giapponese, occupando entrambi per diverse settimane un posto nella “hit parade” fra gli incassi ai botteghini, totalizzando oltre trentatré milioni di dollari al box office.

Ai Yazawa è nata nel 1967 nel dipartimento di Hyôgo, in Giappone. “Ai” è il suo vero nome; “Yazawa” l’ha scelto in omaggio a un popolare cantante rock giapponese, Eikichi Yazawa. Debutta come autrice di manga nel 1985, mentre frequenta l’ultimo anno di liceo, pubblicando sul magazine per ragazze Ribon della casa editrice Shueisha una storia dal titolo Ano natsu (“quell’estate”). Oltre al fumetto nutre una grande passione per la moda e appena diciottenne entra in una scuola di fashion design. Pur abbandonandola presto, è un’esperienza che la segna, come traspare dalla cura e dalla dedizione con le quali decora l’abbigliamento dei suoi personaggi, e costituisce un fertile terreno per le storie che crea. Ai Yazawa resta un’assidua lettrice di riviste di moda e una fervente ammiratrice dei lavori dei grandi stilisti, in particolare di Vivienne Westwood. Nel 2000 viene pubblicata la sua serie più famosa, Nana, che la consacra al successo internazionale. L’artista ha dovuto interrompere l’opera nel 2009 a causa di problemi di salute.

Paradise Kiss di Ai Yazawa 

Pubblicato per la prima volta nel 1999 sulla rivista Zipper, celebre magazine di moda giapponese dell’editore Shodensha, Paradise Kiss, nato dalla geniale mente di Ai Yazawa, supera ben presto i confini del Sol Levante per poi affermarsi a livello internazionale proprio come il capolavoro Nana. Il manga, composto da 48 capitoli chiamati stage, è stato pubblicato in Italia da Planet Manga (Panini Comics) dall’aprile 2001 al febbraio 2004. Dal manga è stato tratto un anime di 12 episodi, prodotto da Madhouse e andato in onda in Giappone su Fuji TV tra l’ottobre e il dicembre 2005; in Italia è stato acquistato da Panini Video, che ne ha curato anche la distribuzione su DVD, nel 2007 grazie a The Licensing Machine (divisione britannica di Panini Comics), ed è stato trasmesso in prima visione sull’emittente Cartoon Network a partire dal 30 giugno 2008. Una versione in giapponese con sottotitoli in italiano o tedesco è stata resa visibile in streaming sul canale di YouTube Panini On Screen a partire dal 2 luglio 2009 fino al 2012.. Dal manga è stato tratto un film live action uscito nelle sale giapponesi il 4 giugno 2011. Nel film Yukari Hayasaka è interpretata da Keiko Kitagawa, George da Osamu Mukai, Kaori Asō da Natsuki Katō, Miwako Sakurada da Aya Ōmasa, Arashi Nagase da Kento Kaku, Isabella Yamamoto da Shunji Igarashi e Tokumori Hiroyuki da Yūsuke Yamamoto. Il film dura 116 minuti ed è diretto da Takehiko Shinjō.

La saga, dalle atmosfere decisamente glam, ha per protagonista Yukari,

Un’adolescente problematica che nella vita ha un solo scopo, un’idea fissa: frequentare con successo l’università. La sua taglia e la sua silhouette, tuttavia, ne fanno la modella ideale per gli abiti realizzati da un’eccentrica compagnia di studenti di moda che ha fatto di una cantina il proprio laboratorio. Arruolata dai ragazzi dell’atelier “Paradise Kiss”, Yukari si ritrova così immersa in un mondo dove i sogni più folli si concretizzano.

Ai Yazawa è nata nel 1967 nel dipartimento di Hyôgo, in Giappone. “Ai” è il suo vero nome; “Yazawa” l’ha scelto in omaggio a un popolare cantante rock giapponese, Eikichi Yazawa. Debutta come autrice di manga nel 1985, mentre frequenta l’ultimo anno di liceo, pubblicando sul magazine per ragazze Ribon della casa editrice Shueisha una storia dal titolo Ano natsu (“quell’estate”). Oltre al fumetto nutre una grande passione per la moda e appena diciottenne entra in una scuola di fashion design. Pur abbandonandola presto, è un’esperienza che la segna, come traspare dalla cura e dalla dedizione con le quali decora l’abbigliamento dei suoi personaggi, e costituisce un fertile terreno per le storie che crea. Ai Yazawa resta un’assidua lettrice di riviste di moda e una fervente ammiratrice dei lavori dei grandi stilisti, in particolare di Vivienne Westwood. Nel 2000 viene pubblicata la sua serie più famosa, Nana, che la consacra al successo internazionale. L’artista ha dovuto interrompere l’opera nel 2009 a causa di problemi di salute.

Maido: a cena con Gatto Giuliano da Marrabbio!

Vi ricordate Marrabbio, il papà di Licia nell’omonima serie fumetto/televisiva giapponese? Se la vostra memoria non vi inganna certamente vi verrà in mente che lo scorbutico genitore gestiva in maniera strampalata una tipica tavola calda piena zeppa di strani personaggi. Il suo piatto forte era l’Okonomiyaki il più popolare piatto street food nipponico, preparato con la ormai leggendaria spatolona protagonista di numerose gag.

Oggi, grazie a Maido, un ristornate giapponese a Milano, si potrà provare dal vivo l’esperienza culinaria più divertente di anime e manga, un po’ come ad essere ad Osaka!

Poco conosciuto in Occidente, l’Okonomiyaki è però molto familiare ai fan di Kiss me Licia. Il padre di Licia, Marrabbio, aveva infatti un piccolo ristorante di Okonomiyaki di cui il Gatto Giuliano andava ghiotto. Il manga originale è ambientato ad Osaka, città d’origine dell’autrice Kaoru Tada; l’anime invece, è ambientato a Tokyo. L’okonomiyaki (お好み焼き O-konomi-yaki?, letteralmente okonomi = ciò che vuoi, yaki = alla griglia) è un piatto agro-dolce giapponese che ricorda nella forma il pancake americano. Vi sono diverse varianti di questa pietanza, fra le quali si è distinta quella cucinata nella regione del Kansai, tanto che frequentemente l’okonomiyaki viene chiamato la “pizza di Osaka” proprio come in Kiss me Licia!

L’okonomiyaki è dunque un elemento della cultura giapponese; oltre che nella serie diventata famosa in Italia per la trasposizione “live action” con Cristina D’avena, questa specialità appare spesso in tante altre manga e anime giapponesi. Citiamo ad esempio Ranma ½, dove Ukyo Kuonji, spasimante del protagonista, è un’abile cuoca di tale cibo, tanto da girare sempre con un enorme spatola, ed essere proprietaria di un piccolo locale dove cucina tale piatto. Anche in Smile Pretty Cure!, una delle protagoniste (Akane Hino) proviene da Osaka ed i suoi gestiscono un Okonomiyaki-ya. Nana, i genitori di Misato Uehara hanno un ristorante di okonomiyaki ad Osaka che vanta di essere uno dei migliori della città

Nel ristorante milanese, attraverso la grande vetrata, si può osservare e ammirare la preparazione del piatto in tutte le sue fasi. Oltre all’Okonomiyaki da Maido! si possono assaggiare altre specialità tipiche, come zuppa di miso, onighiri, edamame, yakisoba, spaghetti di grano cucinati sulla piastra e il rice burger, pollo in salsa teriyaki o manzo saltato tra due dischi di riso pressato. Maido fa parte del progetto Seguilabocca che mette al centro una concezione di ristorazione focalizzata sulla qualità degli ingredienti e sul cibo come “divertimento”. Ricercatezza, attenzione al dettaglio, cura e la vera esperienza del cibo di strada.

http://www.maido-milano.it

Nana, tornerà o non tornerà?

I primi di agosto si era diffusa la notizia tra i fan, che la Yazawa avrebbe ripreso il manga Nana. Sono anni ormai che i fan attendono il ritorno delle due Nana e di tutti i loro amici, precisamente dal 2009, anno in cui la famosa mangaka si è ammalata. In realtà, a quanto pare, qualche fan si è fatto prendere troppo dall’entusiasmo, travisando le parole del magazine ROLA. La Yazawa avrebbe fatto solo alcuni riferimenti a Nana, dicendo che non le sarebbe dispiaciuto riprendere in mano la sua creatura. Questo vuol dire tutto e niente, purtroppo il Grande demone celeste è avverso ai fan di Nana e pure a me. Per quanto mi riguarda mi ero scritta da sola la mia storia ed era anche molto bella in barba alla Yazawa! Scherzi a parte, non sappiamo quali motivi ci siano dietro la sua decisione e poco si sa anche riguardo alla sua malattia, però speriamo che, se non lei, almeno qualche suo “discepolo” possa proseguire la sua opera, per non farla cadere nel vuoto, sarebbe un peccato non solo per i fan ma per la creatura forgiata e abbandonata.

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Fonte Wikipedia: Ai Yazawa (矢沢あい Yazawa Ai) (Osaka, 7 marzo 1967) è una fumettista giapponese. Il suo è un nome d’arte, tratto dal nome del cantante giapponese Eikichi Yazawa. Fin da piccola è stata un’appassionata di disegno. Durante le scuole medie inferiori ha partecipato al suo primo concorso come fumettista per la casa editrice Shūeisha (per cui scrive e disegna tuttora), vincendo il primo premio come esordiente. Oltre al disegno, Yazawa ha una grande passione per la moda com’è facilmente intuibile dai suoi fumetti costantemente curati e dettagliati nella riproduzione dell’abbigliamento, ama inoltre confezionare abiti per se stessa. Questa passione l’ha portata ad iscriversi ad un istituto di moda di Osaka, abbandonato ben presto per trasferirsi a Tokyo per dedicarsi interamente al lavoro di mangaka. Ad oggi vediamo ancora viva questa sua passione testimoniata dai frequenti richiami alla stilista Vivienne Westwood effettuati nel suo più recente manga Nana. Il primo manga pubblicato in Italia è stato Gokinjo monogatari, il quale deriva dalla serie animata conosciuta in italiano come Curiosando nei cortili del cuore. In seguito è stato pubblicato il racconto in tre volumi Kagen no tsuki pubblicato in Italia col titolo Ultimi raggi di luna. Sono inoltre stati pubblicati il seguito di Gokinjo monogatari (intitolato Paradise Kiss) e Tenshi nanka ja nai col titolo di Non sono un angelo. Nel giugno del 2009, è stato rivelato che la Yazawa aveva contratto una grave malattia, e che pertanto doveva essere ricoverata in ospedale per essere curata, interrompendo così la serializzazione di Nana. È stata dimessa dall’ospedale di Tokyo nell’aprile del 2010, ma ha dichiarato di non sapere se o quando riprenderà la lavorazione del manga.

Nana (ナナ) è uno fra i più popolari manga di Ai Yazawa, mangaka giapponese. La sua pubblicazione è iniziata il 15 maggio 2000 sulla rivista giapponese Cookie, pubblicata dalla Shūeisha. In Italia questo manga è arrivato il 22 luglio 2002, grazie alla Planet Manga. Il manga nel 2003 ha vinto il premio Shogakukan per i manga nella categoria shōjo.Dalla serie a fumetti è stato creato anche un anime televisivo, prodotto dalla Madhouse e mandato in onda in Giappone sulla Nippon Television dal 5 aprile 2006 al 27 marzo 2007. In Italia i diritti sono stati acquistati dalla Dynit e la serie è stata trasmessa sul canale MTV nel corso del 2007, e su Rai 4 dal 24 ottobre 2010 alla domenica mattina. L’anime è stato pubblicato anche per la visione in streaming su internet sulla web tv on demand Popcorn TV a partire dal 20 dicembre 2010 ed è disponibile senza limiti di tempo. Nel 2005 e nel 2006, inoltre, dalla serie sono stati tratti due lungometraggi live action. La serializzazione del manga ha spesso subito brusche interruzioni a causa dei gravi problemi di salute di cui soffre l’autrice Ai Yazawa.

Cosa sono i Manga?

Abitualmente siamo soliti collegare, in Italia, alla parola Manga il significato di fumetti di sola provenienza nipponica (con una produzione per bambini e ragazzi), ma testualmente il termine Manga ha il significato di “immagini casuali”, l’etimologia del termine è esattamente Man = casuale e Ga = disegno. In Giappone il ruolo dei Manga è notevolmente importante, sono veicolo d’informazione e di cultura e come tali sono considerati alla stregua di libri e film.

Facilmente riconoscibili per le loro caratteristiche stilistiche: i Manga presentano spesso figure infantili e i personaggi mostrano continuamente occhi eccessivamente grandi quasi senza proporzioni. L’origine di questi elementi distintivi (principalmente i famosissimi “occhini”) si fa risalire ad Osamu Tezuka (3 novembre 1928-9 febbraio1989), stimato autore di manga tanto da essere designato con la qualifica di: “Il dio dei Manga”. Fu egli stesso a dichiarare che per alcuni suoi personaggi tra cui “Kimba, il leone bianco”, s’ispirò alla forma del “Bambi” disneyano, di Topolino e di “Betty Boop” di Max Fleischer.

Apparte alcune singolarità, i personaggi dei Manga hanno
, nel corso della storia scritta dall’autore, un inizio e una fine. Di fatto un personaggio vive, interpreta e finisce la sua storia e uscirà di scena senza ripresentarsi in storie diverse, fatta eccezione, come già accennato per alcuni personaggi particolarmente adorati dal pubblico. Questi ultimi appunto potranno rivivere le loro storie attraverso un “passaggio” da Manga ad Anime. Le Anime sono letteralmente interpretabili con il termine “animazione”, in Italia  tale termine viene convertito semplicemente come “cartone animato”.

I generi possono essere molti
: amore, fantascienza, sport, storie per bambini ed erotismo. (Questi ultimi a loro volta sono chiamati con il termine giapponese Hentai, tale denominazione racchiude tutte quelle categorie che vanno dai fumetti, opere, riviste, videogiochi che hanno evidenti  riferimenti pornografici e sessuali). Parlando delle Anime non si può non citare “ghost in the shell”(questo è il titolo inglese, ma l’originale è Kookatu Kidootai la cui traduzione più attinente è “Gruppo Tattile Mobile Armato”),  regia di Mamoru Oshii, tratto dall’omonimo Manga di Masamune Shirow ambientato in un futuro dominato dalla cibernetica dove gli essere umani saranno sempre di più un composito tra uomo e macchina ( a mio parere fantastico!).

E’ rilevante non confondere i Manga con i Manwha
, questi sono fumetti coreani, probabilmente per persone meno ”addette al mestiere” potrebbero sembrare molto simili, quasi identici. I giapponesi nella loro produzione di fumetti sono molto ”nazionalistici” e opere venute da altri paesi sono spesso respinte o ridisegnate e riadattate ai loro canoni “estetici”. Il pubblico dei Manga è chiaramente diviso in settori e oltre alla divisione di base tra generi vi è all’interno un’altra ripartizione  dettata per così dire dal”sesso”  degli appassionati dei Manga.

Precisamente le storie d’avventura sono dedicate ad un pubblico di ragazzi e adulti maschi e la  disposizione delle vignette è alquanto semplice, al contrario il genere creato  per le ragazze: lo Shojo ha una disposizione particolarmente innovativa. Per accentuare i sentimenti che entrano a far parte della storia i disegnatori (dalla fine degli anni Settanta sono specialmente, disegnatrici), cancellano le linee separatrici che si trovano tra una vignetta e l’altra. Lo Shojo Manga copre una fascia d’età che và dai dieci anni agli ultimi anni dell’adolescenza, in questi fumetti è predominante l’uso d’elementi simbolici (esempio le decorazioni floreali), adottati per descrivere gli stati d’animo dei personaggi della storia.

Nana di Ai Yazawa

Opera cult della giovane fumettista Ai Yazawa, Nana nasce come manga, trasposto poi in due lungometraggi cinematografici, in anime e recentemente anche in telefilm. Edito in Italia dal 2002 dalla Planet manga ed ancora in corso di pubblicazione da noi come in Giappone, in patria ed all’estero è diventato un prodotto di enorme successo. Protagoniste della vicenda due ventenni accomunate dallo stesso nome e dallo stesso sogno: vivere a Tokyo per realizzare i propri sogni. Anche in quest’opera come in Maison Ikkoku la città di Tokyo e l’appartamento in cui le due convivono svolgono un ruolo centrale nella trama. La storia si svolge oggi, nel Giappone del 2000: la società è radicalmente cambiata, la precarietà e la flessibilità inesistenti prima dello scoppio della bolla economica sono diventate realtà con le quali ogni giapponese si trova a dover convivere. Ma anche il rapporto con l’estero e la proiezione verso sogni di gloria ben più audaci di quelli dei giovani degli anni ’80 sono diventati elementi quotidiani.

Sinossi della trama: E’ la storia avvincente e realistica di due ragazze ventenni con lo stesso nome (“Nana” appunto) che si trasferiscono a Tokyo e per una serie di coincidenze finiscono per convivere. Entrambe si sono trasferite nella capitale del Giappone dai rispettivi paesi di provincia per inseguire i propri sogni: diventare una cantante punk professionista (Nana Osaki) e trovare l’uomo dei propri sogni conducendo vita agiata (Nana Komatsu, poi soprannominata affettuosamente Hachiko). Diversi ostacoli si frappongono tra i loro desideri e la loro realizzazione: la Osaki deve contrapporsi al suo ex-ragazzo, Ren, che nel frattempo è diventato chitarrista della band rivale, i Trapnest, e cercare di riassemblare la sua band, i Black Stones; trova conforto e sincera amicizia nella dolce Nana Komatsu, ragazza affettuosa e solare alla perenne ricerca del fidanzato ideale.

 

L’appartamento 707 che le due condividono nella graziosa periferia di Tokyo fa da sfondo alle loro vicende ed a quelle dei loro amici ed antagonisti: i compaesani di Hachi, tra cui il suo ragazzo, trasferiti a Tokyo per affermarsi nel campo dell’arte contemporanea, ed i membri della band punk di Nana Osaki: l’affidabile e tenebroso Yasu, avvocato brillante che però finisce per abbandonare la professione per vegliare su Nana ed aiutarla a realizzare i suoi sogni di successo; il simpatico e svampito chitarrista Nobu, figlio unico di ricchi albergatori che non vuole finire l’azienda di famiglia e sceglie di inseguire i suoi sogni piuttosto che condurre una vita tranquilla ed agiata; il giovane e smaliziato Shin, bassista talentuoso di soli 15 anni che per mantenersi si prostituisce, dato il suo pessimo rapporto con la famiglia, che trova in Hachi una figura materna. Rivestono un ruolo centrale anche i Trapnest, la band rivale dei Black Stones, le cui vite si intrecciano in maniera indissolubile: infatti si conoscono tutti fin dalla scuola superiore. In primis Ren, ex-ragazzo di Nana, ancora innamorato di lei. Reira, bellissima e dotata cantante di sangue misto, che fu fidanzata di Yasu e che in seguito imbastisce una pericolosa e coinvolgente relazione clandestina con Shin; infine il leader della band, il freddo e calcolatore Takumi, idolo di Hachiko.
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