L’Origine della Pasqua

La Pasqua corrisponde alla prima domenica dopo l’equinozio di marzo. E’ una festa celebrata in tutto il mondo dove si festeggia la risurrezione di Gesù, così descritta nel Nuovo Testamento. Ma, quali sono le sue origini, e i suoi costumi? I popoli anglo-sassoni chiamavano il mese lunare corrispondente al nostro aprile, “Eostre-monath“. Infatti, secondo il dizionario biblico: la parola Pasqua è di origine sassone, Eastra, ( la dea della primavera, in onore della quale nel periodo di Pasqua le venivano offerti sacrifici ). Nell’ VIII secolo gli anglosassoni si impadronirono di questo nome per designare la celebrazione della risurrezione di Cristo.

A riguardo però sono sopraggiunte varie teorie:

Una delle quali ci dice che la crocifissione, la risurrezione sono un simbolo di rinascita, di rinnovamento. Racconta il ciclo delle stagioni, la morte e il ritorno del sole. Secondo alcuni studiosi, la storia pasquale viene dalla leggenda sumera di Damuzi (Tammuz) e sua moglie Inanna (Ishtar), un mito epico chiamato “La discesa di Inanna negli inferi“.


Il dott. Nugent sottolinea che la storia di Inanna e Damuzi è solo uno dei tanti racconti di divinità morenti che risorgono e che rappresentano il ciclo delle stagioni e delle stelle. Ad esempio, la resurrezione del dio Horus egiziano; la storia di Mitra, che veniva adorato a primavera; ecc… Queste storie sono accomunate da temi di fertilità, concepimento, rinnovamento, discesa nelle tenebre e trionfo della luce sulle tenebre.

Non significa che non sia esistita una persona in carne e ossa, Gesù, semplicemente la storia è stata riadattata secondo uno schema e un modus operandi molto antico e diffuso.

All’inizio molte delle usanze pagane associate alla celebrazione della primavera erano praticate insieme a quelle cristiane, alla fine arrivarono ad essere assorbite dal cristianesimo, come simboli della resurrezione. Le usanze più diffuse nella domenica di Pasqua sono: il simbolo del coniglio, associato a Eostre e rappresenta la primavera; l’uovo simbolo di fertilità e della vita stessa.

Felice Ostara a tutti!

Equinozio di Primavera tra scienza e leggenda

Il 20 marzo 2024, alle ore 04:06 (emisfero boreale) si celebra l’Equinozio di Primavera, ovvero quando, in astronomia, il Sole attraversa, passando dall’emisfero australe a quello boreale, raggiunge il punto vernale, ovvero l’intersezione tra l’eclittica e l’equatore celeste. Gli equinozi sono due volte durante l’anno solare e in quel momento il periodo diurno, ovvero quello di esposizione alla luce del Sole, e quello notturno sono uguali, giungendo i raggi solari perpendicolarmente all’asse di rotazione della Terra. In entrambi gli equinozi infatti, la nostra Stella passa a sud del tropico del Cancro e a nord di quello del Capricorno: allo zenit equatoriale il sole si trova declinato di 66°33′ su entrambi i tropici e di 23° 27′ su entrambi i circoli polari.  Gli equinozi occorrono a marzo e a settembre del calendario civile; insieme ai solstizi, marcano il momento di avvicendamento delle stagioni astronomiche sulla Terra. La Primavera astronomica non coincide sempre con quella tradizionale sancita dal calendario gregoriano, ma varia dal 19 al 21 marzo, a seconda del moto terrestre: la Terra infatti non è perfettamente sferica e cambia il suo asse di rotazione, anche se in maniera infinitesimale. Negli ultimi 19 anni è caduto il 21 marzo solo due volte: nel 2003, nel 2007.

La parola equinozio deriva dal latino aequinoctium, ovvero “notte uguale”  e sancisce il giorno, appunto, in cui luce e tenebra si equivalgono nell’economia della giornata. Questo momento sancisce l’inizio della “bella stagione”, dell’allungarsi delle giornate fino al 21 Giugno, al solstizio d’estate

Sin dai tempi antichi, questo giorno ha un valore simbolico estremamente forte: rappresenta il concetto di “rinascita” della terra dopo il gelo invernale, la vittoria della luce contro l’oscurità e, più in generale, una nuova vita naturale che può dare nuova forza all’essere umano.

In Mesopotamia, a ragion veduta, questo giorno corrispondeva all’inizio del nuovo anno, similmente anche nel calendario Bahà’i (Iran) si festeggia il Naw – Ruz, ovvero il capodanno: dopotutto, in astrologia, coincide con il mese del segno dell’Ariete, primo segno zodiacale. Nell’antico Egitto si celebra il Sham El Nessim, la festa della rinascita. Nella tradizione Induista, l’equinozio di Primavera coincide con l’Holi, l’ormai celebre (e abusata) Festa dei Colori che rappresenta la vittoria del Bene contro il male in cui il concetto di caste viene annullato e si festeggia senza restrizioni sociali con le note polvere colorate. Rappresenta il primo giorno dell’anno per i tamil e i bengali segue lo zodiaco Hindu ed è celebrato rispetto all’equinozio di primavera siderale. Quello tamil viene festeggiato nello Stato Tamil Nadu nell’India del Sud, l’altro viene festeggiato in Bangladesh e nello Stato del Bengala Ovest nell’India dell’est. Nella Terra del Sol Levante, l’Equinozio è tutt’ora una festa nazionale dedicata alla famiglia e ai morti coincidendo con la fioritura dei ciliegi.

Nell’originale calendario latino di Giulio Cesare, l’equinozio di primavera cadeva il 25 marzo. La ragione dell’odierno spostamento al 21 marzo  si lega a Gregorio XIII che, con il suo calendario, intendeva ripristinare l’allineamento fra date del calendario ed eventi astronomici. Quindi la riforma gregoriana non recuperò i tre giorni del 29 febbraio degli anni 100, 200 e 300 né il quarto giorno, che si era già aggiunto a causa del caos nell’applicazione del giorno bisestile intervenuta fra l’omicidio di Cesare e il definitivo decreto di riordino di Augusto dell’anno 8. Fu così che l’equinozio fu stabilmente spostato di quattro giorni rispetto alla sua data originaria. Anche nel cristianesimo, si utilizza l’equinozio per calcolare la Pasqua, secondo le fasi lunari e all’equinozio di Primavera si collega anche la festività cristiana dell’Annunciazione che è stata fissata dalla Chiesa esattamente nove mesi prima della nascita di Gesù, ricordata nel calendario cristiano il giorno del 25 dicembre, in quanto il momento dell’Annunciazione dell’Angelo a Maria coincide, per i credenti, con il momento del concepimento di Cristo per opera dello Spirito Santo.

Scoperta di un antico santuario nei Paesi Bassi: lo Stonehenge olandese

Gli archeologi hanno scoperto un santuario di 4.500 anni fa a Tiel, nella provincia della Gheldria, nei Paesi Bassi.

Questo santuario segna i solstizi e gli equinozi ed è stato utilizzato anche come luogo di sepoltura, proprio come il famoso sito neolitico inglese di Stonehenge. Tuttavia, invece di pietre in equilibrio, ci sono tumuli di terra che si allineano con il sole, dove si svolgevano cerimonie e rituali.

Le persone sono state sepolte qui per almeno 800 anni: il più grande dei tre tumuli contiene i resti di uomini, donne e molti bambini che morirono tra il 2500 e il 1200 avanti Cristo. Gli scavi hanno anche scoperto molte cremazioni e alcune antiche sepolture che circondano il santuario, rendendo l’intero sito archeologico di circa 4 ettari, più grande di cinque campi da calcio.

Secondo gli archeologi che stanno lavorando sullo scav:

“questi defunti dovevano aver svolto un ruolo importante nei rituali”

Anche se questo santuario:

“non ha massi di pietra come Stonehenge, sembra che il più grande tumulo funerario servisse da calendario per segnare i movimenti del Sole”

Tracciare i solstizi e gli equinozi era “importante per le feste religiose e per calcolare i tempi giusti di semina e raccolto”. È probabile che questi giorni solari speciali venissero celebrati anche con l’acqua. Il team di ricerca ha infatti trovato pozzi e resti di pali e secchi, suggerendo che “fossero coinvolti in rituali di purificazione”.

Nella sezione più antica del campo funerario, gli archeologi hanno trovato anche una perla di vetro proveniente dalla Mesopotamia, la più antica finora rinvenuta nei Paesi Bassi. Questo rivela che le persone della regione avevano contatti con culture a più di 5 mila chilometri di distanza almeno 4.500 anni fa.

Sebbene il sito archeologico non sia aperto al pubblico, gli archeologi hanno allestito due mostre con manufatti al Flipje and Regional Museum e nel Museo nazionale delle antichità di Leida. Una selezione di reperti tombali dell’età del bronzo sarà esposta fino ad ottobre.

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