The Spill. Una sfida contro il tempo per contenere il petrolio e salvare la fauna marina

La situazione su DeepWell 4 è al collasso! Uno scenario epico si svolge al largo della piattaforma di perforazione offshore, dove un’esplosione devastante ha provocato una voragine che riversa petrolio greggio nell’oceano a una velocità spaventosa. Un disastro ecologico è all’orizzonte e potrebbe mettere a repentaglio l’intero ecosistema marino, devastando la costa e causando devastazione senza precedenti. In questo momento di disperazione, entra in scena un team di supereroi dei danni ecologici, pronti ad agire!Il destino della costa è appeso a un filo e l’esistenza delle creature marine è in bilico. Ma fortunatamente, un nuovo eroico gioco da tavolo sta per rivelarsi come la nostra ultima speranza. “The Spill”, un capolavoro della Smirk & Dagger Games, ideato dal magistrale Andy Kim, è la carta vincente che potrebbe salvare il giorno. Questo gioco completamente cooperativo può essere giocato da uno a quattro valorosi eroi e offre un’avventura piena di sfide impegnative e obiettivi sempre diversi.

THE SPILL - Una sfida contro il tempo per contenere il petrolio e salvare la fauna marina (Ep.334)

La meccanica di gioco ruota attorno a una torre dei dadi a quattro canali che raffigura la fatiscente piattaforma petroliera. Dadi straripanti di petrolio cadono casualmente sui quattro settori del tabellone di gioco e i nostri eroi devono difendere la linea frontale cercando di contenere e rimuovere lo sporco nero dall’ecosistema, salvando così la vita marina. Prima di dare inizio all’ardua missione, il team sceglie con saggezza le risorse comuni, che possono essere migliorate per sopperire ai danni. Queste risorse speciali possono essere sfruttate per rimuovere dadi di petrolio dal gioco o addirittura per salvare le anguille più apprezzate dagli abitanti marini! Il meteo complica ulteriormente le cose, con una raffica di dadi meteorologici che creano spiacevoli sorprese. Questi dadi influenzano il round, limitando la libertà di movimento dei giocatori, incrementando il numero di dadi di petrolio liberati o facendo lievitare i costi delle operazioni di salvataggio. Dunque, la coordinazione e il lavoro di squadra diventano elementi fondamentali per la speranza di successo.

 Ma attenzione, il tempo è inesorabile, poiché nuovi dadi di petrolio si riverseranno ad ogni turno, e il numero di minacce nere cresce con il progredire del gioco. “The Spill” termina soltanto quando tutti i 60 dadi contenuti nel sacchetto sono stati utilizzati o se il team non riesce a sconfiggere una delle tre condizioni di sconfitta. Ogni mossa, ogni decisione è cruciale e richiede una meticolosa pianificazione strategica.

L’esperienza offerta da “The Spill” è coinvolgente e ti terrà col fiato sospeso, mettendo i giocatori di fronte a una sfida di proporzioni ambientali senza eguali. Il gioco ha una durata di 50-60 minuti ed è consigliato per giocatori a partire dai 14 anni. Un’ambientazione di grande realismo trasporterà gli eroi in un viaggio coinvolgente ed entusiasmante.

In conclusione, “The Spill” non è soltanto un gioco da tavolo che intrattiene, ma offre anche l’opportunità di riflettere sull’enorme importanza della tutela dell’ambiente e dell’ecosistema marino. Con il destino della costa poggia sulle vostre abili mani, è il momento di mettere in campo le vostre capacità e lavorare insieme al vostro team di soccorso per prevenire una catastrofe che potrebbe stravolgere per sempre il volto del nostro bellissimo mare.

IA generative: uno studio sul consumo energetico

Un nuovo studio condotto da un gruppo di ricercatori di Hugging Face e della Carnegie Mellon University ha rivelato che le IA generative, in particolare quelle destinate alla realizzazione di immagini, hanno un elevato consumo energetico.

I ricercatori hanno analizzato vari modelli, scoprendo che quello meno efficiente è Stable Diffusion, che consuma l’equivalente di una ricarica completa di uno smartphone per generare una singola immagine. Generare 1000 immagini con Stable Diffusion ha la stessa impronta in emissioni di carbonio di un’auto media a benzina che percorre poco più di 6,5 chilometri.

In generale, i modelli di generazione delle immagini consumano in media 2907 kWh per generare 1000 immagini, che si traduce in un consumo per immagine equivalente a quello di ricaricare al 24% la batteria di uno smartphone.

Questi dati, se estrapolati su scala globale, suggeriscono che il consumo energetico delle IA generative è particolarmente consistente. Alex de Vries, autore dello studio, ha stimato che il consumo energetico di tutti i server IA al mondo sia pari a quello di un paese come l’Argentina.

I ricercatori hanno inoltre condotto analisi specifiche per le diverse fasi del ciclo di vita di un modello machine learning, ovvero quella di training, quella di fine tuning e quella di inferenza. L’obiettivo di queste analisi è comprendere meglio i requisiti energetici e le emissioni di carbonio di ciascuna fase, così da poterli ottimizzare.

I ricercatori sperano che questo studio possa aiutare gli sviluppatori di IA a ridurre l’impatto ambientale delle loro tecnologie. Tuttavia, riconoscono che lo studio è ancora in fase iniziale e che sono necessari ulteriori approfondimenti per comprendere appieno i fattori che influenzano il consumo energetico delle IA generative.

Ecco alcuni suggerimenti per ridurre il consumo energetico delle IA generative:

  • Utilizzare modelli più efficienti, come quelli basati su tecniche di compressione.
  • Ottimizzare i parametri di training e di inferenza.
  • Distribuire i modelli su più server, in modo da ridurre il carico su ciascun server.

Conclusione

Lo studio di Hugging Face e della Carnegie Mellon University è un importante contributo alla comprensione dell’impatto ambientale delle IA generative. I risultati dello studio suggeriscono che è necessario adottare misure per ridurre il consumo energetico di queste tecnologie, in particolare se si vuole evitare che diventino un problema ambientale significativo.

Lego rinuncia alla plastica riciclata per i suoi mattoncini

Il Gruppo Lego ha deciso di abbandonare il suo progetto di produrre mattoncini con plastica riciclata, dopo aver scoperto che il nuovo materiale avrebbe aumentato le emissioni di carbonio. Il colosso danese dei giocattoli aveva annunciato nel 2021 la sua intenzione di sostituire l’ABS a base di petrolio, usato nell’80% dei miliardi di pezzi che produce ogni anno, con polietilene tereftalato riciclato (RPET).

Camillo Mazzola, Direttore Marketing di LEGO Italia, in un’intervista a Toy Store, ha sostenuto:

“La sostenibilità è sicuramente un asset importantissimo e un grande punto di attenzione e interesse per il Gruppo LEGO… Il nostro obiettivo è quindi realizzare mattoncini LEGO da fonti sostenibili entro il 2030”.

Tuttavia, il CEO di Lego Niels Christiansen ha rivelato al Financial Times che il passaggio al RPET avrebbe comportato un impatto ambientale maggiore rispetto all’ABS, in quanto avrebbe richiesto nuove macchine e più energia per la lavorazione. Tim Brooks, responsabile della sostenibilità di Lego ha aggiunto:

“È come cercare di costruire una bicicletta con il legno anziché con l’acciaio… Per scalare la produzione [di PET riciclato], il livello di disturbo dell’ambiente di produzione era tale che dovevamo cambiare tutto nelle nostre fabbriche. Dopo tutto questo, l’impronta di carbonio sarebbe stata più elevata. È stato deludente”.

Lego non ha però rinunciato alla sua missione di rendere i suoi prodotti più ecologici.

  • Il servizio Lego Replay, che permette ai consumatori di donare i loro mattoncini inutilizzati ad altri bambini, creando un’economia circolare.
  • Gli eventi Lego Planet Crew, che usano il gioco per sensibilizzare i bambini sui temi della sostenibilità e dell’ambiente, come il riciclaggio, l’inquinamento e la conservazione della natura.
  • L’eliminazione dei sacchetti di plastica monouso usati per l’imballaggio dei mattoncini, che saranno sostituiti da contenitori di carta entro il 2025.
  • L’uso di energie rinnovabili, grazie alla partnership con WWF, e l’investimento in una wind farm offshore per la produzione di energia.

 

 

Fairphone 5: l’etica e la sostenibilità al centro di un nuovo smartphone

Fairphone 5 è il nuovo smartphone dell’azienda olandese Fairphone, che si distingue per la sua particolare attenzione all’etica e alla sostenibilità. Il dispositivo è infatti modulare, facilmente riparabile e realizzato con materiali sostenibili.

Un prodotto a lungo termine

Fairphone 5 è progettato per durare nel tempo. È modulare, il che significa che i moduli interni possono essere facilmente sostituiti, prolungando la vita dello smartphone. Inoltre, Fairphone garantisce 5 anni di aggiornamenti software, che permetteranno al dispositivo di rimanere aggiornato e sicuro per molti anni.

Sostenibilità al centro

Fairphone 5 è realizzato con materiali sostenibili. La cover posteriore è in plastica riciclata al 100%, mentre il processore è Qualcomm QCM6490, una soluzione “industriale” che è progettata per durare nel tempo. Anche le batterie sono realizzate con materiali sostenibili, come il litio equo e l’oro Fairtrade.

Caratteristiche tecniche

Fairphone 5 ha un display OLED da 6,46 pollici con risoluzione FHD+ e refresh rate di 90Hz. Il processore è Qualcomm QCM6490 octa-core, abbinato a 8GB di RAM e 256GB di memoria interna espandibile fino a 2TB. La fotocamera principale è da 50MP, mentre la fotocamera frontale è da 50MP. La batteria è da 4.200mAh e supporta la ricarica rapida a 30W.

Prezzo e disponibilità

Fairphone 5 è disponibile in preordine a 699 euro. Le spedizioni partiranno dal 14 settembre.

Conclusioni

Fairphone 5 è un smartphone unico nel suo genere. È un dispositivo modulare, facilmente riparabile e realizzato con materiali sostenibili. Queste caratteristiche lo rendono una scelta ideale per chi è alla ricerca di un prodotto che sia duraturo e rispettoso dell’ambiente.

Ecco alcuni dei vantaggi di Fairphone 5:

  • Modularità: i moduli interni possono essere facilmente sostituiti, prolungando la vita dello smartphone.
  • Sostenibilità: il dispositivo è realizzato con materiali sostenibili, come la plastica riciclata e il litio equo.
  • Durata: Fairphone garantisce 5 anni di aggiornamenti software.

Se stai cercando un smartphone che sia duraturo, sostenibile e rispettoso dell’ambiente, Fairphone 5 è la scelta giusta per te.

Clean Up Academia: Cosplayer uniti per l’ecologia

L’iniziativa Clean Up Academia,  organizzato in collaborazione con Rimini Comix, ha visto la partecipazione di numerosi  cosplayer, che si sono riuniti sulla spiaggia per raccogliere i rifiuti abbandonati. In soli 300 metri di spiaggia, sono stati raccolti ben 32 chili di rifiuti. Questo dato ci fa riflettere sul fatto che ogni giorno sulla costa riminese vengono abbandonati oltre 500 chili di materiale che potrebbe essere riciclato o smaltito correttamente.

Ad occuparsi dell’organizzazione è stato Alessandro Delfatti, creatore del canale Youtube Seven Academy, che ha guidato i partecipanti nell’attività di pulizia. Oltre a lui, hanno preso parte all’evento influencer, appassionati di cosplay, famiglie con bambini, tutti armati di guanti, sacchi e buona volontà.

Durante la pulizia, sono stati ritrovati rifiuti di ogni tipo: pezzi di plastica, bottiglie di vetro, scarti di cibo e abiti abbandonati. È stata un’esperienza molto significativa, che ha permesso ai partecipanti di dedicarsi all’attività fisica e allo stesso tempo contribuire alla salvaguardia dell’ambiente.

Alessandro Delfatti, personal trainer e ideatore del progetto Seven Academy, ha voluto dimostrare che l’allenamento può essere divertente e interessante, anche per chi non è appassionato di fitness. Con il suo evento Clean Up Academia, che si è svolto lo scorso 15 luglio, ha voluto sensibilizzare le persone sull’importanza di prendersi cura del proprio corpo e dell’ambiente circostante.

L’evento è stato organizzato in collaborazione con la onlus Plastic Free, un’associazione di volontariato che si impegna nella lotta all’inquinamento da plastica. L’associazione svolge diverse attività, tra cui la pulizia delle spiagge, la salvaguardia delle tartarughe marine e progetti di sensibilizzazione nelle scuole.L’iniziativa Clean Up Academia è stata un grande successo e ha contribuito a sensibilizzare le persone sull’importanza di mantenere pulite le nostre spiagge e di adottare comportamenti responsabili nei confronti dell’ambiente. Speriamo che iniziative come questa possano essere replicate anche in altre città, al fine di preservare il nostro pianeta per le future generazioni.

Ecovisioni. L’ecologia al cinema dai fratelli Lumière alla Marvel

Pellicole che hanno rivelato pezzi di storia del nostro Paese anche indirettamente, come la vera tragedia del Polesine ne Il ritorno di Don Camillo, ma anche argomenti di specifica attualità, come gli speculatori sull’ambiente nemici di James Bond in “007 Quantum of Solace” o i film della Marvel nei quali la metafora dell’11 settembre è sostituita dalla preoccupazione per il futuro delle risorse e degli ecosistemi.

Il libro rivolge l’attenzione anche agli impatti ambientali della filiera cinema, dalle produzioni fino all’efficientamento energetico delle sale e ai grandi Festival, tematica particolarmente sensibile a Claudia Cardinale che ha curato la prefazione del libro, come lei stessa afferma:

“Nella mia vita ho girato più di 180 film. Sono convinta che ciò che facciamo e diciamo noi artiste e artisti del cinema possa avere un peso importante nello spiegare questi problemi alle persone, per convincerle ad agire. A volte bastano poche azioni, spesso anche una sola, per ottenere grandi risultati. Il cinema non solo fa bene all’anima ma può fare bene anche all’ambiente”.

Marco Gisotti ha commentato

“Cinema ed ecologia sono ‘invenzioni’ dell’Ottocento ,,,Se la prima proiezione pubblica dei fratelli Lumière risale al 1895, quasi trent’anni prima, nel 1866, il biologo tedesco Ernst Haeckel, avevo inventato la parola ‘ecologia’. Un secolo dopo l’Europa si è data come obiettivo il 2050 per uscire dalla crisi climatica. Anzi, si è data quell’orizzonte per diventare climaticamente neutra, altro che uscirne! Per arrivare al 2050 avremo bisogno di un cinema dell’ottimismo della ragione, ma che non nasconda la CO2 sotto il tappeto, che sfidi l’ignoranza scientifica ma senza diventare tecnocratico, che abbia la forza della denuncia senza far voltare altrove il suo pubblico, che proponga un nuovo patto fra uomo e natura. Soprattutto di un cinema che non abbia bisogno di diventare dottrina, propaganda o manifesto, ma che faccia quello che ha sempre fatto: intrattenere il suo pubblico. E, intrattenendolo, lasciare che si rispecchi nelle sue ecovisioni”.

Dal libro, presente anche sui canali social, è uscita anche una webzine, in continuo aggiornamento con notizie su cinema ed ecologia, che comprende anche specifici podcast e playlist musicali. Tutte le info su: Ecovisioni.

Marco Gisotti, giornalista professionista e divulgatore, è docente all’Università di Tor Vergata nel corso di Teorie e linguaggi della comunicazione scientifica. Dal 2012 è direttore artistico e creatore del Green Drop Award, premio ambientale assegnato nell’ambito della Mostra internazionale d’arte cinematografica di VeneziaConsigliere per la comunicazione ambientale di due ministri (ministro dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare Sergio Costa e del ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani), è uno dei maggiori esperti di green economy e comunicazione ambientale. È direttore scientifico e fondatore dell’agenzia di comunicazione e studi ambientali Green FactorScrive e conduce su Radio3 Rai le puntate di Wikiradio dedicate alla scienza e all’ambiente, tutte riascoltabili nel podcast su RaiPlaySound; per Rai 3, inoltre, ha ideato e scritto la serie di animazione 2 amici per la Terra e per Rai Storia ha realizzato il documentario “Cinema & Ambiente”. Nel 2022 ha pubblicato il libro “Ecovisioni. L’ecologia al cinema dai fratelli Lumière alla Marvel” (Edizioni ambiente). Pubblica nuovi spunti e recensioni sempre su cinema e ambiente sul sitoHa scritto, con Tessa Gelisio, “100 Green Jobs per trovare lavoro”, il primo manuale sui lavori verdi in Italia (Edizioni Ambiente) ed è tra gli autori del rapporto annuale GreenItaly di Unioncamere e Fondazione Symbola. È stato direttore della rivista mensile di divulgazione scientifica Modus vivendi (1997-2012), del mensile Ecolavoro (2005-2012) e della rivista Tekneco (2012-2016). Progetta, scrive e conduce da numerosi anni eventi di divulgazione per enti di ricerca, pubbliche amministrazioni ed enti privati. Per Enea e Ministero dello Sviluppo economico dal 2017 al 2019 è stato testimonial della Campagna Italia in Classe A e, in particolare, ha ideato e condotto il primo info-reality di divulgazione, la webserie “Italia in classe A – la serie”, sui temi dell’efficienza energetica diffuso sul web attraverso i social media e sul sito de La Stampa.

Jayce il Cavaliere dello Spazio

Riproponendo il ricordo di altre serie televisive, dal mio mazzo dei ricordi ho pescato una carta davvero interessante, Jayce il Cavaliere dello Spazio, una serie televisiva di fantascienza, ovviamente, che però mescolava elementi fantasy e fantascientifici. Infatti, i veicoli protagonisti nella serie erano una fusione di metallo, tecnologia e piante, una cosa poco utilizzata visto che di norma le “fusioni” di questo tipo erano per lo più di materia organica, oppure i vegetali in questione erano creature senzienti indipendenti. In generale questa serie lanciava anche un piccolo messaggio di rispetto per la natura.

Questa serie è intitolata Jayce and the Wheeled Warriors, qui da noi tradotta col titolo di Jayce il Cavaliere dello Spazio, realizzata a metà degli anni 80, la serie ha avuto una triplice produzione Giapponese, Statunitense e Francese e tra i suoi autori spicca Michael Straczynski, famoso scrittore e sceneggiatore, autore di alcune storie di Spiderman e per aver realizzato la sceneggiatura della serie televisiva Babylon 5. La serie ebbe subito successo, tanto che la Mattel realizzò subito una serie di giocattoli dedicata ai veicoli da combattimento utilizzati nella serie che venne chiamata Wheeled Warriors, che qui da noi non ebbe grande, se non nessuna, distribuzione; però nonostante la storia di ogni episodio, molto coinvolgente e i disegni fluidi e moderni, pian piano calarono inaspettatamente gli ascolti e la serie venne troncata al 65° episodio lasciando un finale aperto. Qui da noi la serie venne trasmessa solo nei canali locali tra i quali i circuiti di Odeon Tv.

 

Jayce il Cavaliere dello Spazio Sigla Iniziale

Spazio profondo, la galassia è stata colonizzata dagli esseri umani, però, con l’espansione umana vi è un conseguente aumento demografico, che tra i suoi effetti porta una possibile insurrezione e presto o tardi potrebbe esserci anche una mancanza di cibo, infatti, nonostante vi siano molti pianeti adatti alla vita umana, ve ne sono pochi che possono ospitare la vita, specie quella vegetale per sviluppare le coltivazioni necessarie al sostentamento alimentare. Però, uno scienziato di nome Audric esperto in botanica e biotecnologia, dopo vari esperimenti e incroci è riuscito a creare una pianta in grado di resistere in ogni luogo e in qualunque condizione; ma qualcosa non funziona per il verso giusto, infatti nella stella che funge da sole nel sistema dove ha la sua serra-laboratorio Audric, avviene un’esplosione di radiazioni solari, che hanno un effetto inatteso sulle super piante dello scienziato, infatti esse cominciano a mutare e ad assumere un aspetto umanoide e una di esse oltre all’aspetto ottiene anche una forma cosciente e un’intelligenza pari a quello dello scienziato, e, dopo aver preso coscienza di se, si autonomina Saw Boss e grazie alla sua mente superiore prende il comando delle piante mutanti e, considerando inferiori le alte forme di vita, parte alla conquista della galassia, creando così i Monster Minds una sorta di veicoli da combattimento frutto della fusione tra pianta e veicoli tecnologici. Audric intanto fugge dalla sua serra-laboratorio diventata ora la base di Saw Boss, e, nonostante l’imprevista fatalità, si sente responsabile per quanto è successo. Così crea un antidoto per sconfiggere la malefica pianta umana: una Radice Magica! Che divide in due metà chiuse in un ciondolo, una metà decide di portarla Audric stesso mentre l’altra la affida al suo assistente Oon, uno scudiero robot perché la consegni all’unica persona di cui si fida, suo figlio Jayce. Dopo non molte difficoltà, il piccolo e timoroso Oon, raggiunge il pianeta dove vive Jayce e il suo mago-mentore Gillian e Flora una ragazza ibrida umana-vegetale, con la capacità empatica di comprendere le piante e gli animali. Nonostante l’arrivo di Oon con la notizia che c’è un modo per sconfiggere i Monster Minds, le orde di Saw Boss nel frattempo stanno imperversando nella galassia e Saw Boss ha saputo della Radice, così cerca con ogni mezzo di fermare Jayce dal ricongiungersi col padre e riunire le due metà. La situazione sembra disperata, nonostante i vari attacchi dei Monster Minds vengano respinti, non solo grazie ai poteri magici di Gillian e il coraggio di Jayce, ma anche grazie ai veicoli che Gillian e Audric avevano ideato in passato in previsione di dover affrontare un nemico futuro; le forze di Saw Boss oltre che forti sono anche numerose: in quanto piante esse si possono auto replicare; però dallo spazio arriva un aiuto insperato in Herc Stormsailor pilota e proprietario di un vascello spaziale, che decide sotto compenso, (una scusante in quanto sotto la sua scorza dura e il carattere burbero in lui vi è la stoffa dell’eroe); di aiutare Jayce non solo a fuggire dal pianeta, ma anche a cercare Audric suo padre, così Jayce e i suoi amici partono alla ricerca di Audric e durante la ricerca affrontano e sconfiggono non solo i Monster Minds di Saw Boss, ma anche altri e temibili avversari.

Wheeled Warriors Toy Commercial 80's

La versione italiana della serie, mantiene la sigla originale cantata da Shuki Levy della Haim Saban, questo è uno dei pochi casi dell’epoca dove la sigla non è stata tradotta oppure riadattata prima della messa in onda. Per sommi capi si può dire che la serie fa alcune citazioni di Star Wars infatti i personaggi di Oon, lo scudiero robot e il pilota spaziale Herc Stormsailor, fanno il verso a una sorta di fusione dei due droidi R2-D2 e C3PO il primo, mentre l’altro, sia per atteggiamenti che per come viene abbigliato ricorda molto Han Solo.

Una serie molto coinvolgente, dinamica, divertente, spettacolare con quella distruzione derivata dagli scontri emozionate senza esagerare, ironica e qui gli aggettivi si fermano o dovrei riempire un’intera pagina, è vero che sono di parte perché mi è sempre piaciuta, però per chi l’ha vista penso che la maggior parte possa essere d’accordo con me, nonostante siano passati più di vent’anni e nonostante non abbiano mai realizzato un finale, ogni episodio era sempre emozionante e coinvolgeva sempre lo spettatore, è un peccato che non abbia avuto i passaggi televisivi che meritava e un altro neo è che la splendida linea di giocattoli della Mattel non sia mai arrivata alla grande distribuzione.

 

Zesty – The Slow Game

Zesty – The Slow Game è un gioco creato da Davide Masato, Linda Mazzoleni e Rossella Natale per CreativaMente con l’obiettivo di imparare e condividere i principi della sostenibilità giocando in famiglia e con gli amici. Un divertimento intelligente e tantissime sfide a tema green ci attendono nel prossimo futuro. Zesty è dunque  un gioco per imparare a salvare l’ambiente… una sfida per volta! Il modo più divertente per sfidare noi stessi a cambiare, passo dopo passo, le nostre abitudini: aiuta il Pianeta con piccole azioni da poter fare in un’ora, un giorno, un fine settimana o addirittura più giorni!

Si tratta di un gioco cooperativo in cui bisogna formare la propria squadra di gioco e pescare una carta Sfida. Il giocatore avrà fino a 1 settimana per completare il maggior numero di azioni elencate sulla carta e, grazie a Zesty , si potrà, giocando, cambiare le proprie abitudini e quelle di chi parteciperà al gioco. Per “vincere” bisogna pensare, leggere, giocare, annotare i progressi della proprio squadra su un registro molto speciale, il SegnAppunti!  Le Sfide sono suddivise in in cinque Aree Tematiche: Natura, Consumi, Inquinamento, Società, Emozioni e permetteranno ai giocatori di riflettere su molti, diversi argomenti legati al benessere del Pianeta e dei suoi abitanti. Zesty è un gioco “lento”: l’abilità non si dimostra con la velocità ma con l’impegno e l’attenzione a temi importanti, che potremo approfondire con un libro molto speciale.

Zesty – The slow game è realizzato in materiali ecosostenibili: la carta il cartone e il legno di questo gioco sono certificati FSC e provengono da foreste gestite in modo sostenibile, per ogni albero tagliato ne viene piantato un altro. Il contenuto cartaceo (libro, carte e blocco) è 100% carta riciclata sbiancata senza cloro, stampato senza l’utilizzo di sviluppi chimici e con inchiostri offset a base di oli vegetali. La matita è al 100% ecologica e senza piombo: è quindi atossica ed è biodegradabile. La scatola è composta da cartone FSC Recycled 100% su cui è applicata carta FSC Mix Credit stampata con colori atossici. Da notare con ammirazione che matita di Zesty contenga dei semi e, una volta finita, potrò essere piantata direttamente nel vaso per far crescere delle bellissime piantine: basilico, salvia, girasole, margherita…

Per saperne di più visita la pagina ufficiale del sito di CreativaMente.

Green Game Jam 2021

 L’iniziativa promossa dalle Nazioni Unite, Playing for the Planet Alliance, lancia oggi il Green Game Jam annuale, radunando i più grandi nomi dei videogiochi tra PC, mobile e console, per educare e incoraggiare milioni di giocatori ad agire per la natura. Più di 25 studi attorno al mondo, compresi Ubisoft, Mojang, Niantic, Sony Interactive Entertainment e Ustwo Games, collaboreranno e si impegneranno nell’implementare attivazioni green* dentro e fuori dai giochi, come nuove modalità, mappe, eventi a tema, linee narrative e messaggistica. Con un tema incentrato sulla preservazione e il ripristino delle foreste e degli oceani, le presentazioni del Jam di quest’anno comprenderanno:

  • Per la prima volta nella modalità Adventure di Pacman verrà introdotta una nuova linea narrativa incentrata sul tema della riforestazione.
  • Ustwo Games creerà nuovi contenuti in Monument Valley 2, che permetteranno ai giocatori di avvicinarsi alla vita degli alberi e che saranno sbloccati tramite il loro supporto a iniziative di conservazione di foreste.
  • Gli Studi PlayStation Media Molecule hanno ospitato un evento a tema ambientale in Dreams, dove i creator da tutto il mondo hanno partecipato con creazioni uniche.
  • Cinque studi Ubisoft che lavorano su mobile, PC e console, creeranno ciascuno nuovi contenuti per uno dei loro giochi integrando i temi di quest’anno in modo divertente e coinvolgente per i giocatori. Gli studi partecipanti sono Ubisoft Annecy, Ubisoft Barcellona Mobile, Ubisoft Mainz, Ubisoft Future Games di Londra e Ubisoft Parigi.

Dal punto di vista del giocatore, sono state predisposte due raccolte fondi per chiedere impegno alla comunità dei gamer. Play4Forests è incentrata alla preservazione e al ripristino delle foreste in aree come l’Amazzonia, il Bacino del Congo e il Sud-est asiatico, mentre Glowing, Glowing Gone è una campagna volta alla protezione delle barriere coralline, riparo per un quarto della vita marina, attraverso azioni mirate al clima e agli oceani. I partecipanti coinvolgeranno le loro comunità nell’applicarsi attivamente in queste campagne e la petizione verrà presentata ai leader del mondo ai prossimi Summit delle Nazioni Unite compreso il COP26, Summit sul Clima di quest’anno.

Il Green Game Jam viene promosso in linea con il World Environment Day del 5 giugno, e i vincitori saranno annunciati il 25 giugno del 2021. Le attivazioni saranno giudicate in cinque categorie che includono un premio “Scelta dei giocatori”: per la prima volta quest’anno, dal 16 giugno 2021 le comunità di giocatori saranno in grado di votare la loro attivazione preferita.

Sam Barratt, Chief of Youth, Education and Advocacy del Programma per l’Ambiente delle Nazioni Unite, promosso dalla Playing for the Planet Alliance, ha dichiarato:

“Sin da quando è stata istituita la Playing for the Planet Alliance nel 2019, abbiamo assistito al potere dell’industria dei videogiochi quando si tratta di rimboccarsi le maniche e collaborare come unica forza creativa, indipendentemente da quali concorrenti siano seduti attorno al tavolo… Il Green Game Jam 2021 ha quasi triplicato il numero degli studi partecipanti rispetto al pilota del primo anno e con PC e console ora coinvolti la scala delle attivazioni annuali è aumentata esponenzialmente. In aggiunta alla grande portata mondiale, i partecipanti di quest’anno stanno anche dando un esempio di come altre aree del settore privato possano unirsi attorno a un progetto condiviso e lanciare la più grande sfida per l’ambiente dei nostri tempi”.

Ispirata dal Green Game Jam, membro del Playing for the Planet Alliance e sussidiaria della Tencent Games, TiMi Studio Group, assieme al Tencent Institute of Games, ospita la Green Game Jam for Youth, dedicata agli studenti di tutto il mondo. L’iniziativa coinvolgerà oltre 300 università di China, Nord America e Sud-est asiatico e i vincitori saranno annunciati in ottobre.

Il secondo Annual Green Game Jam inizia oggi e i vincitori saranno presentati il 25 giugno, per tutte le informazioni visitate http://www.playing4theplanet.org/greengamejam/.

Capitan Planet: un cartone animato per sensibilizzare i bambini alla salvaguardia dell’ambiente

La televisione è sempre stata considerata come mezzo di intrattenimento, e le serie animate sono state considerate come il mezzo di intrattenimento principale per un pubblico sia di bambini che adolescenziale, però vi sono alcuni casi dove le serie animate oltre che a essere solo un mezzo di divertimento, insegnano anche messaggi di natura civica o morale. La serie di oggi, oltre a essere divertente e avventurosa, infatti lanciava un messaggio di stampo ecologico, insegnando il rispetto e la preservazione della natura, la serie si intitolava Captain Planet and the Planeteers.

Capitan Planet è un cartone animato di genere ambientalista, nato da un’idea di Ted Turner, il fondatore della CNN, e prodotto tra il 1990 e il 1996. La serie si compone di due stagioni: Capitan Planet e i Planeteers, realizzata da Dic, e Le nuove avventure di Capitan Planet, realizzata da Hanna-Barbera. In Italia, la serie è stata trasmessa su Rai 2 dal 1992 al 1996.

Captain Planet Intro HQ

Per millenni, Gaia lo Spirito della Terra, colei che ha protetto la flora e la fauna del nostro verde pianeta, non tollerando più i disastri ambientali causati dall’uomo che non fanno altro che inquinare i mari, le praterie e le montagne, rischiando anche la precoce estinzione di varie forma di vita sia animali che vegetali, solo per bieca avidità e stupidità; invia sulla Terra 5 anelli in grado di donare a coloro che li indossano particolari poteri, essi rappresentano i 4 elementi principali, Aria, Acqua, Terra, Fuoco e in aggiunta il potere del Cuore, che dona l’empatia con l’ambiente che li circonda. Gli anelli scelgono 5 ragazzi degni dei poteri che essi possono donare Quam, Willy, Linka, Ghi e Matias, e i ragazzi accettano di farsi onore di tale potere e così diventano gli Ecodifensori (Planeteers in originale), e utilizzano i loro poteri per aiutare Gaia a difendere l’ambiente contro Mister Virus, Sly Sludge, Max Malis e altri biechi inquinatori e nemici dell’ambiente, ma i 5 ragazzi non sono da soli, infatti unendo i loro 5 poteri prende vita il difensore del pianeta Terra Captain Planet, che con i suoi super poteri è in grado di sconfiggere il male e i suoi alleati.

Il cartone animato ha lo scopo di sensibilizzare i bambini alla salvaguardia dell’ambiente, mostrando le conseguenze negative delle azioni umane sulla natura e sugli esseri viventi.

Ogni episodio affronta un tema specifico, come il riscaldamento globale, il buco nell’ozono, la deforestazione, l’estinzione delle specie, il riciclaggio, il risparmio energetico, la biodiversità, ecc. I nemici principali degli Ecodifensori e di Capitan Planet sono i cosiddetti Eco-Villains, dei personaggi malvagi che rappresentano i vari tipi di inquinamento e che cercano di trarre profitto dalla distruzione dell’ambiente. Tra questi ci sono il Dottor Blight, uno scienziato pazzo che sperimenta armi chimiche e nucleari, Looten Plunder, un avido uomo d’affari che sfrutta le risorse naturali, Duke Nukem, un mostro radioattivo che si nutre di energia nucleare, Verminous Skumm, un ratto umanoide che diffonde malattie e sporcizia, Sly Sludge, un imprenditore che produce rifiuti tossici, Hoggish Greedly, un maiale antropomorfo che consuma e inquina senza limiti, e Zarm, un ex spirito della Terra che vuole distruggere il pianeta.

Oltre a intrattenere, il cartone animato ha anche una funzione educativa, in quanto fornisce informazioni e consigli utili per proteggere l’ambiente e adottare uno stile di vita sostenibile. Al termine di ogni episodio, infatti, Capitan Planet o uno degli Ecodifensori si rivolge direttamente agli spettatori, invitandoli a fare la loro parte per salvare il pianeta e a diventare dei “Planeteers” a loro volta. Il motto della serie è infatti: “Il potere è tuo!”, a sottolineare che ogni individuo ha la responsabilità e la possibilità di fare la differenza.

Capitan Planet è stato uno dei primi cartoni animati a trattare il tema dell’educazione ambientale, anticipando di molti anni la crescente consapevolezza e preoccupazione per le questioni ecologiche. La serie ha avuto un grande successo di pubblico e di critica, vincendo diversi premi e riconoscimenti, tra cui l’Environmental Media Award e il Genesis Award. Inoltre, ha dato vita a una serie di prodotti derivati, come fumetti, videogiochi, giocattoli, libri, ecc. Il cartone animato ha anche ispirato la creazione di una fondazione no-profit, la Captain Planet Foundation, che si occupa di promuovere e sostenere progetti di educazione ambientale in tutto il mondo.

Capitan Planet è quindi un cartone animato che ha saputo coniugare divertimento e impegno, trasmettendo ai bambini dei valori importanti e attuali, come il rispetto per la natura, la solidarietà, la cooperazione, la diversità, la cittadinanza globale, ecc. Una serie interessante, che oltre ad avere il classico dinamismo e la consueta miscela di azione e avventura, inserisce nel contesto anche un messaggio ecologico, dove viene insegnato il rispetto della natura, non solo sul piano globale, ma anche su quello quotidiano, come il non sprecare l’acqua, non buttare immondizia per terra, ma negli appositi contenitori e cose del genere, in fin dei conti basta poco per essere degli Ecodifensori anche senza i poteri di Gaia.

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