Robot morbidi ad auto-crescita: l’ispirazione dalla natura

I robot morbidi sono macchine flessibili e deformabili, capaci di adattarsi a situazioni e ambienti variabili. Questa caratteristica li rende ideali per esplorare e colonizzare ambienti non strutturati, come quelli naturali o urbani, dove gli ostacoli e le incertezze sono frequenti.

Tuttavia, i robot morbidi tradizionali hanno delle limitazioni nella loro capacità di crescere e muoversi in spazi tridimensionali (3D) eterogenei. Per superare queste sfide, alcuni ricercatori si sono ispirati alla natura, in particolare alle piante rampicanti.

Le piante rampicanti sono organismi vegetali che si caratterizzano per la loro capacità di crescere in lunghezza e di attorcigliarsi attorno a supporti verticali. Questo comportamento consente alle piante rampicanti di raggiungere altezze elevate, di sfruttare la luce solare e di competere con altre piante per le risorse.

Le piante rampicanti sono in grado di adattare la loro crescita in base a stimoli esterni, come la gravità, la luce e l’ombra. Inoltre, possono modificare la loro struttura e il loro materiale in funzione delle esigenze meccaniche ed energetiche.

I ricercatori hanno riprodotto queste caratteristiche in un robot morbido con crescita autonoma, che trae ispirazione dalle strategie comportamentali adattive delle piante rampicanti per navigare in ambienti non strutturati.

Il robot morbido è costituito da un tubo flessibile di materiale plastico, che viene prodotto in modo additivo tramite un meccanismo di stampa 3D incorporato. Il robot ha una punta sensorizzata, che imita il germoglio apicale delle piante rampicanti, e che rileva e coordina la crescita in base agli stimoli esterni.

Il robot morbido è in grado di orientare la sua crescita, paragonabile al tropismo delle piante reali, seguendo un metodo di campo vettoriale, che combina le informazioni provenienti da sensori di gravità, luce e ombra. In questo modo, il robot può implementare il comportamento adattivo preferito per un dato ambiente e compito, come la crescita verso la luce e/o contro la gravità.

I ricercatori hanno dimostrato la capacità del robot di navigare attraverso la crescita in relazione a vuoti, potenziali supporti e vie transitabili in habitat altrimenti complessi.

Il robot morbido è in grado di intrecciarsi adattivamente attorno ai supporti verticali, come piante, pali o tubi. Questo comportamento consente al robot di sfruttare la stabilità del supporto e ridurre lo stress meccanico dovuto all’autosupporto. Inoltre, il robot può sviluppare un punto di ancoraggio per supportare un’ulteriore crescita e superare i divari.

Il robot è anche in grado di adattare i parametri di stampa del materiale per sviluppare un corpo leggero e una crescita rapida per attorcigliarsi su supporti o un corpo più resistente per consentire l’autosupporto e il superamento degli spazi vuoti.

Queste caratteristiche, tipiche delle piante rampicanti, evidenziano il potenziale dei robot adattivi e della loro produzione su richiesta.

Questi robot possono avere applicazioni nell’esplorazione, monitoraggio e interazione con ambienti non strutturati o nella costruzione autonoma di infrastrutture complesse.

Ad esempio, i robot ad auto-crescita potrebbero essere utilizzati per esplorare e mappare ambienti sconosciuti o pericolosi, come caverne, foreste o edifici in rovina. Potrebbero essere impiegati anche per creare strutture temporanee o permanenti, come ponti, scale o reti, in situazioni di emergenza o di sviluppo.

Il robot morbido ad auto-crescita ispirato alle piante rampicanti è un esempio di come la natura possa offrire soluzioni innovative e sostenibili per la robotica morbida. I ricercatori sperano di migliorare il robot in futuro, aggiungendo altre funzionalità e capacità, come la ramificazione, la retrazione, la comunicazione e la cooperazione con altri robot.

In questo modo, i robot ad auto-crescita potrebbero diventare dei veri e propri organismi artificiali, in grado di interagire e adattarsi al mondo che li circonda.

Piante velenose: cosa sono e come riconoscerle

Le piante velenose sono piante che contengono sostanze tossiche che possono provocare danni alla salute, anche gravi, se ingerite, inalate o toccate. In Italia, esistono circa 3000 specie di piante velenose, di cui circa 100 sono considerate particolarmente pericolose.

Tipi di piante velenose

Le piante velenose possono essere classificate in base al tipo di sostanza tossica che contengono. I principali tipi di sostanze tossiche sono:

  • Alcaloidi: sostanze organiche che pssono provocare una varietà di effetti, tra cui convulsioni, paralisi, coma e morte.
  • Glicosidi: sostanze che possono provocare irritazione, vomito, diarrea e, in alcuni casi, morte.
  • Pirolizidinici: sostanze che possono provocare danni al fegato e al sistema nervoso.
  • Saponine: sostanze che possono provocare irritazione alla pelle e alle mucose.
  • Toxine: sostanze che possono provocare una varietà di effetti, tra cui nausea, vomito, diarrea e, in alcuni casi, morte.

Sintomi di intossicazione da piante velenose

I sintomi di intossicazione da piante velenose variano a seconda della pianta e della quantità ingerita. I sintomi più comuni includono:

  • Nausea e vomito
  • Diarrea
  • Mal di testa
  • Crampi addominali
  • Vertigini
  • Confusione
  • Coma
  • Morte

Come riconoscere le piante velenose

Esistono alcuni accorgimenti che possono aiutare a riconoscere le piante velenose. In generale, le piante velenose presentano alcuni caratteri distintivi, come:

  • Foglie e fiori di colore vivace
  • Odore sgradevole
  • Tocco urticante

Tuttavia, non è sempre possibile riconoscere una pianta velenosa con certezza. Per questo motivo, è sempre consigliabile consultare un esperto prima di consumare o maneggiare una pianta che non si conosce.

Come comportarsi in caso di intossicazione da piante velenose

In caso di intossicazione da piante velenose, è importante intervenire rapidamente. Le seguenti misure possono aiutare a ridurre i danni:

  • Rimuovere il materiale vegetale ingerito dalla bocca
  • Provocare il vomito
  • Somministrare carbone attivo
  • Chiamare il 112

Prevenzione

Il modo migliore per evitare l’intossicazione da piante velenose è conoscerle e evitarle. È importante insegnare ai bambini a non toccare o mangiare piante che non conoscono. Inoltre, è consigliabile tenere le piante velenose fuori dalla portata dei bambini e degli animali domestici.

Jayce il Cavaliere dello Spazio

Riproponendo il ricordo di altre serie televisive, dal mio mazzo dei ricordi ho pescato una carta davvero interessante, Jayce il Cavaliere dello Spazio, una serie televisiva di fantascienza, ovviamente, che però mescolava elementi fantasy e fantascientifici. Infatti, i veicoli protagonisti nella serie erano una fusione di metallo, tecnologia e piante, una cosa poco utilizzata visto che di norma le “fusioni” di questo tipo erano per lo più di materia organica, oppure i vegetali in questione erano creature senzienti indipendenti. In generale questa serie lanciava anche un piccolo messaggio di rispetto per la natura.

Questa serie è intitolata Jayce and the Wheeled Warriors, qui da noi tradotta col titolo di Jayce il Cavaliere dello Spazio, realizzata a metà degli anni 80, la serie ha avuto una triplice produzione Giapponese, Statunitense e Francese e tra i suoi autori spicca Michael Straczynski, famoso scrittore e sceneggiatore, autore di alcune storie di Spiderman e per aver realizzato la sceneggiatura della serie televisiva Babylon 5. La serie ebbe subito successo, tanto che la Mattel realizzò subito una serie di giocattoli dedicata ai veicoli da combattimento utilizzati nella serie che venne chiamata Wheeled Warriors, che qui da noi non ebbe grande, se non nessuna, distribuzione; però nonostante la storia di ogni episodio, molto coinvolgente e i disegni fluidi e moderni, pian piano calarono inaspettatamente gli ascolti e la serie venne troncata al 65° episodio lasciando un finale aperto. Qui da noi la serie venne trasmessa solo nei canali locali tra i quali i circuiti di Odeon Tv.

 

Jayce il Cavaliere dello Spazio Sigla Iniziale

Spazio profondo, la galassia è stata colonizzata dagli esseri umani, però, con l’espansione umana vi è un conseguente aumento demografico, che tra i suoi effetti porta una possibile insurrezione e presto o tardi potrebbe esserci anche una mancanza di cibo, infatti, nonostante vi siano molti pianeti adatti alla vita umana, ve ne sono pochi che possono ospitare la vita, specie quella vegetale per sviluppare le coltivazioni necessarie al sostentamento alimentare. Però, uno scienziato di nome Audric esperto in botanica e biotecnologia, dopo vari esperimenti e incroci è riuscito a creare una pianta in grado di resistere in ogni luogo e in qualunque condizione; ma qualcosa non funziona per il verso giusto, infatti nella stella che funge da sole nel sistema dove ha la sua serra-laboratorio Audric, avviene un’esplosione di radiazioni solari, che hanno un effetto inatteso sulle super piante dello scienziato, infatti esse cominciano a mutare e ad assumere un aspetto umanoide e una di esse oltre all’aspetto ottiene anche una forma cosciente e un’intelligenza pari a quello dello scienziato, e, dopo aver preso coscienza di se, si autonomina Saw Boss e grazie alla sua mente superiore prende il comando delle piante mutanti e, considerando inferiori le alte forme di vita, parte alla conquista della galassia, creando così i Monster Minds una sorta di veicoli da combattimento frutto della fusione tra pianta e veicoli tecnologici. Audric intanto fugge dalla sua serra-laboratorio diventata ora la base di Saw Boss, e, nonostante l’imprevista fatalità, si sente responsabile per quanto è successo. Così crea un antidoto per sconfiggere la malefica pianta umana: una Radice Magica! Che divide in due metà chiuse in un ciondolo, una metà decide di portarla Audric stesso mentre l’altra la affida al suo assistente Oon, uno scudiero robot perché la consegni all’unica persona di cui si fida, suo figlio Jayce. Dopo non molte difficoltà, il piccolo e timoroso Oon, raggiunge il pianeta dove vive Jayce e il suo mago-mentore Gillian e Flora una ragazza ibrida umana-vegetale, con la capacità empatica di comprendere le piante e gli animali. Nonostante l’arrivo di Oon con la notizia che c’è un modo per sconfiggere i Monster Minds, le orde di Saw Boss nel frattempo stanno imperversando nella galassia e Saw Boss ha saputo della Radice, così cerca con ogni mezzo di fermare Jayce dal ricongiungersi col padre e riunire le due metà. La situazione sembra disperata, nonostante i vari attacchi dei Monster Minds vengano respinti, non solo grazie ai poteri magici di Gillian e il coraggio di Jayce, ma anche grazie ai veicoli che Gillian e Audric avevano ideato in passato in previsione di dover affrontare un nemico futuro; le forze di Saw Boss oltre che forti sono anche numerose: in quanto piante esse si possono auto replicare; però dallo spazio arriva un aiuto insperato in Herc Stormsailor pilota e proprietario di un vascello spaziale, che decide sotto compenso, (una scusante in quanto sotto la sua scorza dura e il carattere burbero in lui vi è la stoffa dell’eroe); di aiutare Jayce non solo a fuggire dal pianeta, ma anche a cercare Audric suo padre, così Jayce e i suoi amici partono alla ricerca di Audric e durante la ricerca affrontano e sconfiggono non solo i Monster Minds di Saw Boss, ma anche altri e temibili avversari.

Wheeled Warriors Toy Commercial 80's

La versione italiana della serie, mantiene la sigla originale cantata da Shuki Levy della Haim Saban, questo è uno dei pochi casi dell’epoca dove la sigla non è stata tradotta oppure riadattata prima della messa in onda. Per sommi capi si può dire che la serie fa alcune citazioni di Star Wars infatti i personaggi di Oon, lo scudiero robot e il pilota spaziale Herc Stormsailor, fanno il verso a una sorta di fusione dei due droidi R2-D2 e C3PO il primo, mentre l’altro, sia per atteggiamenti che per come viene abbigliato ricorda molto Han Solo.

Una serie molto coinvolgente, dinamica, divertente, spettacolare con quella distruzione derivata dagli scontri emozionate senza esagerare, ironica e qui gli aggettivi si fermano o dovrei riempire un’intera pagina, è vero che sono di parte perché mi è sempre piaciuta, però per chi l’ha vista penso che la maggior parte possa essere d’accordo con me, nonostante siano passati più di vent’anni e nonostante non abbiano mai realizzato un finale, ogni episodio era sempre emozionante e coinvolgeva sempre lo spettatore, è un peccato che non abbia avuto i passaggi televisivi che meritava e un altro neo è che la splendida linea di giocattoli della Mattel non sia mai arrivata alla grande distribuzione.

 

Exit mobile version