Andrea Cossarizza di Unimore vince il Webby Award

Come risultato della votazione online che ha coinvolto un totale di quasi due milioni di persone, l’Oscar del Web, il Webby Award, nella categoria People’s choice – “Best Public Service, Activism and Social Impact”, è stato vinto dal videogame EVE Online – Project Discovery, della casa islandese CCP Games, alla cui ideazione e realizzazione ha partecipato il prof. Andrea Cossarizza di Unimore. Come può uno scienziato di fama internazionale, pioniere negli studi sul Covid-19, conquistare questo premio? Diventando l’avatar di se stesso che guida milioni di giocatori nel videogame Eve Online – Project Discovery, dedicato alla risposta immunitaria contro il virus Sars-Cov-2, dove ogni partecipante può combattere come un guerriero contro il Coronavirus. Questo gioco di ruoli è il più longevo del web e uno dei più importanti: si svolge all’interno di una galassia che contiene 7.800 stelle, e nel 2021 conta 8,5 milioni di abbonati, con 323 mila giocatori al giorno.

Il prof. Andrea Cossarizza, tramite il suo avatar che vive in un lontanissimo futuro nella galassia di Caille, fornisce le indicazioni per svolgere le analisi su linfociti, ed introduce i partecipanti al riconoscimento delle cellule coinvolte durante il processo di difesa dal SARS-CoV-2. Ogni giocatore effettua le sue analisi e se sbaglia ricomincia da capo. “E più volte sbaglia – dice Cossarizza – meglio è!” Sembra fantascienza, ma tutto è reale. Tutti i dati scientifici e i files che riguardano le cellule umane da valutare sono veri e sono stati messi a disposizione del gioco dalle banche dati dell’International Society for the Advancement of Cytometry (ISAC) di cui il prof. Andrea Cossarizza è recentemente stato Presidente, dall’International Clinical Cytometry Society e dalla European Society for Clinical Cell Analysis.

Negli ultimi mesi, i partecipanti al Project Discovery che hanno completato tutte le complesse fasi del gioco, guidati dall’avatar del prof. Cossarizza, sono stati oltre 327.000 in tutto il mondo e hanno analizzato oltre 115 milioni di files, per un totale di 330 anni/uomo di lavoro. Il gioco fornisce ai partecipanti le indicazioni per utilizzare uno strumento scientifico, il citofluorimetro (sofisticato strumento presente nei laboratori più avanzati), che serve a identificare i diversi gruppi di cellule presenti nel sangue. Attraverso le loro mosse i giocatori analizzano migliaia di linfociti, li devono riconoscere e raggruppare, e così facendo aiutano gli scienziati a capire come le differenti popolazioni e tipi di cellule vengano alterate a causa del coronavirus. 

Il prof. Andrea Cossarizza di Unimore, che è stato invitato a presentare questo progetto in un “TEDx talk” tenutosi a Modena a settembre 2020, ha affermato:

“Chi gioca, in realtà fa sul serio, combatte il virus, e non solo quello perché contribuisce a generare un algoritmo che a sua volta istruisce un software “nascosto” nel gioco. Questo software permetterà di eseguire analisi e identificare automaticamente le popolazioni cellulari di interesse. In pratica il mio avatar fa creare agli umani e poi fa crescere un sistema intelligente che istruisce gli strumenti scientifici, in modo tale che possano gestire in tempo reale un patrimonio di informazioni sempre più dettagliate, numerose e complesse, fondamentali al progresso della ricerca. Questo algoritmo, basato appunto sulle analisi dei giocatori e sui loro errori, ora sta per diventare un software aperto a tutti i ricercatori e i laboratoristi, che sarà utile non solo per la attuale pandemia, ma potrà essere usato nei laboratori per valutare decine di altre patologie, dalle leucemie alla risposta immunitaria ai tumori e ad altre infezioni… A parte la soddisfazione per un premio francamente inaspettato e per il bis fatto a Modena – conclude il prof. Cossarizza – sono molto felice perché il gioco ha permesso di avvicinare al mondo della scienza, e in particolare all’immunologia, un grandissimo numero di persone di ogni età che forse mai lo avrebbero fatto, e che si sono pure divertite, facendo, però, progredire la ricerca.

Per il secondo anno di fila, il premio arriva a Modena, dopo la vittoria nel 2020 di Massimo Bottura per “Kitchen Quarantine”. Come personaggio web dell’anno, i votanti hanno scelto il dott. Anthony Fauci.

Parchi a tema, riapertura dal primo luglio: cosa succederà?

Profondo sconcerto e delusione per la categoria dei parchi divertimento italiani – 230 imprese in Italia a fronte di 50.000 occupati tra diretti e indotto – per la decisione di posticipare, contro ogni aspettativa, la riapertura al 1° luglio. L’ultimo accorato appello, prima di azioni eclatanti. L’Associazione Parchi Permanenti Italiani, aderente a Confindustria, si appella al Ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie Maria Stella Gelmini, al Ministro del Turismo Massimo Garavaglia, al Ministro della Cultura Dario Franceschini e al Presidente del Consiglio Mario Draghi, per segnalare lo sconcerto e la profonda delusione causata dalla road-map delle aperture, che ha posticipato al 1° luglio il via libera per le oltre 230 imprese del settore, tra parchi faunistici, acquatici e tematici.

 

Giuseppe Ira, Associazione Parchi Permanenti Italiani: sconcerto per l'apertura il 1° luglio

Giuseppe Ira, Presidente Associazione Parchi Permanenti Italiani, aderente a Confindustria, e del parco tematico Leolandia (BG) ha dichiarato: 

“La disparità di trattamento rispetto ad altre categorie ,,, è configurabile in una vera e propria concorrenza sleale, che genera rabbia e risentimento negli Associati. Siamo trattati peggio delle sale giochi e delle altre attività al chiuso, inclusi i ristoranti, nei quali si sosta per ore senza mascherina. Le attività dei nostri parchi si svolgono sempre all’aperto, con ampi spazi a disposizione e sotto il controllo di personale preposto, a differenza di quanto può accadere per strada o nelle aree gioco per bambini dei parchi pubblici, peraltro già aperte, dove manca ogni tipo di monitoraggio del distanziamento e non sono presenti i presidi per la sanificazione delle mani. Contingentiamo gli ingressi per evitare ogni rischio di assembramento e abbiamo predisposto severi protocolli di sicurezza che hanno già ampiamente dimostrato la loro efficacia lo scorso anno. Negli USA i parchi sono stati aperti in febbraio, non appena è partita la campagna vaccinale, e in Gran Bretagna hanno deciso di riaprire subito i pub all’aperto e tutti i parchi di divertimento”.

Tanti i casi emblematici, a dimostrazione della disparità di trattamento operata dal Governo: si riaprono i musei al chiuso (già dal 26 aprile in zona gialla) ma non i parchi faunistici all’aperto e i parchi avventura nei boschi; si dà il via libera alle piscine all’aperto il 15 maggio, ormai tutte dotate di scivoli per bambini, ma non ai parchi acquatici; si aprono le palestre e i ristoranti al chiuso dal 1° giugno e si annuncia addirittura il ritorno del pubblico negli stadi a maggio, ma non nei parchi tematici.

Nel 2020 il 20% dei parchi ha rinunciato completamente all’apertura e si sono persi 10.000 posti di lavoro stagionali. Il rischio, alla luce delle decisioni del Governo, è di rendere ancora più precaria la posizione di centinaia di imprese italiane e migliaia di lavoratori. Tolti 5/6 big player facenti già capo a gruppi multinazionali e Leolandia (uno dei pochi grandi parchi ad essere ancora saldamente in mano ad imprenditori italiani) il comparto è costituito da imprese di piccole e medie dimensioni che non hanno voce, pur giocando un ruolo importante nell’ambito dell’offerta del territorio e alimentando un forte indotto. Nel 2019 il settore ha generato un giro d’affari superiore ai 400 milioni di euro, cifra che sale a 1 miliardo di euro considerando hotel, ristorazione, merchandising, manutenzione e tante altre voci collaterali.

Francesco Zambon, Il pesce piccolo. Una storia di virus e segreti

Il 13 maggio, a un anno dall’esplosione del caso che ha messo in crisi l’OMS sulla gestione italiana della pandemia esce per Feltrinelli il libro di Francesco Zambon Il pesce piccolo. Una storia di virus e segretiIl ricercatore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha svelato i retroscena del piano pandemico italiano può finalmente raccontare la sua verità. Gli errori e le coperture che hanno fatto del nostro paese “il grande malato”.

Venezia, febbraio 2020. Il carnevale viene interrotto bruscamente e Francesco Zambon, veneziano e funzionario dell’OMS, mentre dalla sua finestra vede i turisti in abiti variopinti correre terrorizzati verso il primo vaporetto disponibile, riceve l’incarico di coordinare le informazioni che arrivano dall’Italia e che possono essere utili al mondo: il Covid-19 non è più un virus esotico, ha fatto irruzione in Occidente. Seguono settimane di lavoro forsennato, per provare a capire cosa stia accadendo nel nostro paese, perché tutti quei contagi, perché tutti quei morti.

L’11 maggio il rapporto è finito, approvato dai vertici dell’OMS, stampato e pronto per essere divulgato. Potrebbe salvare molte vite. Ma qualcosa si inceppa e il 13 maggio il rapporto viene ritirato. Perché? Perché conteneva alcuni errori, dicono dai vertici dell’OMS. Ma la ragione è che rivelava un dettaglio fondamentale: il piano pandemico italiano non veniva aggiornato dal 2006, quindi era del tutto inadeguato. Ecco perché tutti quei morti. Ecco perché nessuno doveva sapere. Questa è la storia di un uomo solo, che ha denunciato e pagato in prima persona. Questa è una storia che ha fatto il giro del mondo, su cui le procure stanno indagando e che in queste pagine viene raccontata per intero per la prima volta. Nessuno sa quante vite sarebbero state risparmiate, ma tutti devono sapere quali sono state le omissioni, le coperture, le viltà che hanno reso il nostro paese così colpevolmente fragile.

Francesco Zambon si diploma giovanissimo in pianoforte prima di laurearsi in medicina a Padova. Dopo la specializzazione e dottorato in Sanità pubblica, consegue un master in Business administration negli Usa. Nel 2008 comincia a lavorare per l’Organizzazione Mondiale della Sanità a Mosca e poi a Venezia, dove diventa coordinatore della risposta Covid per Oms fino alle sue dimissioni nel marzo 2021.

Locked Down in esclusiva in digitale

Locked Down”, il film diretto da Doug Liman (The Bourne Identity, Mr. And Mrs. Smith) con protagonisti Anne Hathaway (Les Misérables, Il Diavolo veste Prada, Le Streghe) e Chiwetel Ejiofor (12 anni Schiavo, Doctor Strange), arriva in Italia in esclusiva digitale da venerdì 16 aprile, disponibile per l’acquisto e il noleggio premium su Apple Tv app, Amazon Prime Video, Youtube, Google Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft Film & TV e per il noleggio premium su Sky Primafila e Infinity.

Proprio quando decidono di separarsi, Linda (Anne Hathaway) e Paxton (Chiwetel Ejiofor) si ritrovano nel bel mezzo della pandemia Covid-19, costretti a vivere insieme nella loro casa londinese, a causa del lockdown obbligatorio. Sorprendentemente, anche se non riescono ad andare d’accordo su nulla, i due trovano una tregua quando Paxton viene assunto dall’azienda di Linda per consegnare delle pietre preziose. In isolamento domestico a causa del lockdown in tutto il Paese, dovendo quindi affrontare emozioni e interazioni che avrebbero preferito evitare, vivendo le proprie vite fuori casa, le cose raggiungono un crescendo che culminerà in una rapina epocale da Harrods.

 

Locked Down - Dal 16 aprile in esclusiva digitale

Uno dei pochi film ad essere stato concepito, scritto, girato, finito e distribuito durante la pandemia, “Locked Down” è una commedia romantica con una “svolta”. La dualità del titolo stesso gioca con la situazione in cui molti di noi si trovano in questo momento: rinchiusi fisicamente in un’abitazione con partner, familiari, coinquilini, ma anche emotivamente e mentalmente bloccati in situazioni che ora siamo costretti ad affrontare in modi che non avremmo mai immaginato. C’è chi ha iniziato a cuocere il pane, chi si dedica al proprio lavoro, mentre altri fanno entrambe le cose – e pianificano una rapina di gioielli.

Scritto da Steven Knight e prodotto da P.J. van Sandwijk, p.g.a, Alison Winter, p.g.a, Michael Lesslie, il cast del film vede Anne Hathaway e Chiwetel Ejiofor, affiancati da Stephen Merchant, Mindy Kaling, Lucy Boynton, Dule Hill, Jazmyn Simon, con Ben Stiller e Ben Kingsley.

 

TikTok: il social che sta conquistando il mondo

TikTok, o come Douyin viene chiamato in Cina, nasce nel settembre 2016 sulla base dell’iniziale progetto musical.ly creato nel 2014 da Alex Zhu e Luyu Yang. Lo scopo per cui è nata la piattaforma è quello di consentire agli utenti di creare e condividere brevi clip musicali della durata di massimo 60 secondi, attraverso un editor integrato capace di modificare la velocità di riproduzione, aggiungere filtri ed effetti particolari. Come dice il suo slogan “Make your day”, TikTok è progettato per essere parte della vita quotidiana degli utenti, che in pochi secondi possono creare e condividere video con una comunità vastissima.

I brani sono selezionabili all’interno di una vasta gamma di generi musicali. La caratteristica più nota della app è la funzione Lip-Sync che permette all’utente di sincronizzare il movimento delle sue labbra con la traccia audio di un video musicale o altri contenuti.   Si possono anche realizzare audio e video della propria reazione alla visione di un contenuto oppure, grazie al servizio “duo”, integrare due stream in un unico video.

È possibile configurare i propri account come “privato”: per cui i contenuti sono visionabili solamente da utenti autorizzati. La potente AI alle spalle di TikTok analizza costantemente gli interessi degli utenti in modo da fornire loro un elenco coerente di contenuti.

L’attrazione di Tik Tok sui giovanissimi deriva soprattutto dal concetto di appartenere a un gruppo come auto-identità “Posto ergo sum”: ogni utente ha la possibilità di diventare popolare semplicemente esprimendo se stesso. Una catarsi emotiva che ha un effetto quasi dopaminico tant’è che molti studi – più o meno verificati – hanno messo alla stregua della dipendenza delle sostanze stupefacenti. Solo negli ultimi mesi questa app ha iniziato ad attrarre gli adulti, più legati alle piattaforme pre-esistenti. Questo rappresenta un modo per riaccendere il rapporto genitori-figli comprendendo e condividendo un linguaggio totalmente inedito e che rappresenta una nuova forma di comunicazione.

Why is TikTok so Popular?

A questo punto è doveroso fare un passo indietro e raccontiamo un po’ la storia di TikTok. L’idea iniziale dei due creativi Alex Zhu e Luyu Yang era di realizzare un social network edutainment in cui creare e condividere brevi video a carattere didattico. Questa prima idea non accolse il parere positivo degli investitori e si decise di cambiare target a favore di un pubblico di adolescenti con l’obiettivo di creare una piattaforma che incorporasse musica e video in un social network. Nell’estate del 2016, musical.ly ha lanciato live.ly, una piattaforma per lo streaming video in diretta. A settembre 2017, musical.ly ha iniziato a espandersi nel mercato del sud est asiatico ed è stata acquistata da ByteDance per una cifra che ruota intorno ai 750 milioni di euro. Il 2 agosto 2018 ByteDance unisce le piattaforme TikTok e musical.ly per allargare la base utenti. Secondo il rapporto Digital 2020 condotto da Hootsuite e We Are Social, nel Gennaio 2020 TikTok è riuscito a posizionarsi per la prima volta nella top 10 delle app mobili più utilizzate al mondo, occupando la posizione numero 6 grazie agli oltre 800 milioni di utenti. Ad agosto 2020, i tik tokers sono circa 1 miliardo, sparsi in tutto il mondo, basta visionare il profilo della sedicenne Charli D’Amelio per vedere come la ragazza del Connecticut sia riuscita a raggiungere con i suoi contenuti ben 100 milioni di follower sulla piattaforma.

Il cuore pulsante di questo social network è l’User Generated Content volto alla creazione di contenuti destinati all’intrattenimento, ma esistono anche canali e risorse informative, come la sezione dedicata alla pandemia ‘Supportiamo community nell’emergenza COVID-19’ (visitata oltre 103 miliardi di volte nei cinque principali mercati europei: Regno Unito, Germania, Francia, Italia e Spagna). Nessuno dei vari competitor social è riuscito a eguagliare una crescita così rapida., è stata introdotta le feature “Proteggiti” (dove sono riportate delle raccomandazioni per la prevenzione) e “FAQ” (le risposte alle domande più frequentemente poste, entrambe le pagine sono a cura del Ministero della Salute). Per contrastare la disinformazione dilagante, TikTok ha deciso di promuovere attivamente le fonti autorevoli, attraverso strumenti per reindirizzare gli utenti direttamente verso queste o che forniscono informazioni accurate sulla pandemia.  Inoltre, la piattaforma ha aderito alla campagna #distantimauniti promossa dall’Ufficio per lo Sport della presidenza del Consiglio dei Ministri: un messaggio di unione, solidarietà e appartenenza alla comunità espressa da una foto/clip in cui i protagonisti protendono il braccio verso all’esterno quasi a toccare il prossimo utente “a portata di mano”. Ad oggi l’hasthtag conta quasi 800 milioni di visualizzazioni. Altra campagna relativa alla situazione sanitaria è legata all’hashtag #iorestoacasa che ha totalizzato più di 3 miliardi di visualizzazioni e al quale hanno aderito personalità dello sport, della cultura e dell’entertainment. Similmente, l’hashtag #tuttifratelli, ha annunciato una serie di dirette live con alcuni dei creatori e dei vip italiani più famosi per sensibilizzare sulla raccolta fondi e per intrattenere il pubblico; altri hashtag molto virali in questo periodo sono stati #andratuttobene e #iononmiannoio per promuovere comportamenti corretti come stimolo di incoraggiamento per chi era in casa.

Al fine di incrementare le raccolte fondi per le associazioni e organizzazioni benefiche in prima linea nella guerra contro il virus, sono stati introdotti degli sticker per le donazioni, incorporabili direttamente nei contenuti degli utenti (sia registrati che live).  TikTok ha deciso di contribuire economicamente raddoppiando per un mese intero l’importo complessivo delle donazioni degli utenti raggiungendo un totale superiore a 10 milioni di dollari. Parallelamente, l’azienda ha dato il suo sostegno diretto alla Croce Rossa Italiana, donando   440 mila mascherine e 50 mila paia di guanti protettivi alla Protezione Civile e alla Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche ha donato 5 milioni di euro allo scopo di poter procedere all’acquisto di vari dispositivi per fronteggiare l’emergenza.

Durante questo periodo di lockdown globali, l’app è stata sicuramente un’ottima soluzione di evasione in risposta all’isolamento sociale; uno strumento per evadere dalla realtà, dalla monotonia e dalle regole, attraverso la creazione di contenuti ma anche dalla fruizione di quelli creati da altri utenti.

Un’altra sezione “fuori dalla musica” è TikTok for Good, che mira a ispirare le giovani generazioni a sostenere una buona causa. Proprio in questa categoria si può ricercare il maggiore interesse da parte di aziende esterne per incrementare la promozione del proprio business, raggiungendo un particolare tipo di pubblico e motivandolo a partecipare ad attività estranee ai propri ideali e anche agli interessi dell’organizzazione. Attualmente, oltre il 62% degli utenti dell’app proviene dalla Cina, tuttavia, sempre più utenti si uniscono all’app in Europa e in America in maniera esponenziale. L’ecosistema TikTok sta diventando sempre più amico dei brand. In precedenza non era possibile includere un link nella biografia dell’utente, né era possibile effettuare campagne pubblicitarie. Questo ha reso la piattaforma un luogo dove si poteva lavorare solo sul branding e sulla visibilità del business, senza poter essere più funzionale all’acquisizione dei clienti.

Oggi, entrambi sono possibili, quindi è possibile ottenere il massimo dall’utilizzo di TikTok per un’azienda. Da un lato, il link nella biografia permette di guidare il traffico verso il vostro sito web aziendale. Inoltre, attraverso TikTok Ads è possibile impostare annunci pubblicitari per il proprio marchio, permettendo di potenziare le strategie di conversione. Si sta attualmente sperimentando l’inserimento del pulsante “shop now” nei video dei tiktokers, già presente in altri social network per le campagne di social-commerce. Un altro aspetto importante dell’utilizzo di TikTok per la propria azienda è che la sua audience di mercato è costituita per lo più da giovani tra i 16 e i 24 anni (Generazione Z). Ovvero la generazione che avrà il maggior potere d’acquisto nei prossimi decenni. Riuscire a conquistare questo pubblico è un investimento con benefici a lungo termine quasi garantiti, il tutto in funzione della natura di ogni attività. Il livello di engagement raggiunto dalle pubblicazioni su TikTok è piuttosto alto e al momento non ci sono molte aziende con profili registrati, quindi la concorrenza rimane bassa.

Una delle strategie più utili a livello di marketing, considerando che le “challenge” sono uno dei contenuti più virali di TikTok, è appunto quella di progettare una sfida che sia facile da affrontare per gli utenti e che a sua volta sia in grado di divertirli.

Nella strategia di content marketing, uno strumento piuttosto importante è l’hashtag, che permette di scoprire e creare comunità attorno a un punto comune: un tema, un’idea, una sfida, ecc. Da un lato, è conveniente creare un hashtag aziendale, e se il vostro mercato è internazionale, quell’hashtag dovrebbe essere in inglese, preferibilmente. Se si progetta una challenge, si potrebbe chiedere ai propri dipendenti di essere i primi utenti a realizzarla, caricandola sulla piattaforma utilizzando un hashtag che permetterà di identificarla e di mettere in relazione tutte le persone che iniziano a pubblicare contenuti relativi a quella stessa sfida.

La pubblicità su TikTok per le aziende non è del tutto necessaria, ma può aiutare ad accelerare i risultati. Trattandosi di una piattaforma in piena espansione, i costi pubblicitari sono piuttosto elevati. Infatti, il costo medio per mille (CPM) su TikTok è di 10 dollari. Inoltre, è possibile fare pubblicità anche attraverso influencer marketing, tenendo conto, che questo è l’unico modo in cui i tiktoker possono monetizzare i loro contenuti, in quanto per ora TikTok non offre meccanismi di monetizzazione come YouTube, ad esempio:

  • Guess, il gigante della moda, ha il suo hashtag su TikTok: #LoveGUESS, ma quando ha iniziato ad avventurarsi in questo social network lo ha fatto con la sfida dell’hashtag #InMyDenim. “Pronto per il tuo primo piano? Mostraci come sfoggi il tuo denim. Trasforma il tuo vestito da un disastro a uno più elegante! Tutto ciò che serve è il denim”, i video di questa sfida hanno avuto più di 50 milioni di visualizzazioni.
  • Nel suo account TikTok, @Inter condivide i momenti gloriosi della squadra durante le partite, immagini dal backstage e challenge, invitando i suoi fan a condividere le loro abilità calcistiche.
  • Il ristorante cinese Haidilao, invece, ha iniziato a offrire ricette fai da te nel suo menù, in modo che i clienti potessero preparare il proprio cibo e registrare il processo su Douyin (TikTok in Cina) portando all’aumento delle ordinazioni.

Non è tutto oro ciò che luccica! Nel luglio del 2020 TikTok è finito al centro di numerose controversie, quando il segretario di Stato americano Mike Pompeo ha annunciato che il governo stava valutando la possibilità di vietarlo. Gli esperti hanno però fatto notare che il divieto proposto da Trump potrebbe minacciare la libertà di parola portando a un precedente per vietare le app negli Stati Uniti. Segue poi un’analisi di reverse engineering dell’app da parte di un utente di Reddit, mentre il gruppo di hacktivisti Anonymous ha denunciato la pericolosità dell’app identificandola come un vero e proprio Malware controllato dal governo Cinese, il quale agirebbe per eseguire uno spionaggio di massa. A livello europeo è stata chiesta una task force contro i rischi del social cinese, perché è importante che i cittadini europei sappiano come vengano usati i dati caricati e se effettivamente vengano controllati dal governo centrale cinese.

Il 3 agosto 2020, dopo l’annuncio che Microsoft era in trattative per l’acquisizione della società, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha minacciato di vietare TikTok negli Stati Uniti a partire dal ​​15 settembre se i negoziati per l’acquisizione della società da parte di Microsoft o di un’altra società “molto americana” fossero falliti. Il 6 agosto, Trump ha firmato due ordini esecutivi che vietano le “transazioni” statunitensi con TikTok e WeChat alla sua società madre, ByteDance: ordini in vigore 45 giorni dopo la firma. ByteDance, che inizialmente cercava di mantenere una partecipazione di minoranza in una vendita a un acquirente statunitense, ha accettato di cedere TikTok a titolo definitivo per impedire il divieto negli Stati Uniti. Un accordo preliminare per vendere la piattaforma a Microsoft è stato sottoposto al presidente Trump, in cui Microsoft si sarebbe anche occupata della gestione dei dati; i termini preliminari hanno permesso agli investitori americani di acquisire quote di minoranza nel post-vendita di TikTok. Sempre ai primi di agosto il CEO di Microsoft, Satya Nadella, ha avuto un colloquio con Trump il quale ha poi deciso di sospendere per 45 giorni qualsiasi azione contro TikTok per consentire a ByteDance di raggiungere un accordo. Il 14 agosto 2020, Donald Trump ha emesso un nuovo ordine esecutivo che concede a ByteDance 90 giorni per vendere o scorporare la sua attività TikTok negli Stati Uniti. Nell’ordine, Trump ha affermato che ci sono “prove credibili” che lo portano a credere che ByteDance “potrebbe intraprendere azioni che minacciano di compromettere la sicurezza nazionale degli Stati Uniti”. Il 17 agosto 2020, Oracle è entrata nella corsa per acquisire le attività di TikTok negli Stati Uniti, Canada, Australia e Nuova Zelanda. Oracle ha lavorato con investitori statunitensi, tra cui General Atlantic e Sequoia Capital, che possiedono una partecipazione in TikTok. Nel frattempo TikTok ha annunciato che intende avviare un’azione legale per contestare le transazioni di divieto degli ordini.

Lo scorso dicembre, il Garante Privacy Italiano ha aperto un procedimento su Tik Tok riguardante topic quali la scarsa attenzione alla tutela dei minori, divieto di iscrizione ai più piccoli facilmente aggirabile, poca trasparenza e chiarezza nelle informazioni rese agli utenti, impostazioni predefinite non rispettose della privacy: “La massima priorità per TikTok è quella di garantire la sicurezza e la privacy dei propri utenti, in particolare di quelli più giovani. Di recente abbiamo ricevuto una comunicazione da parte del Garante per la protezione dei dati personali: stiamo ancora ultimando la verifica delle conclusioni dell’autorità e continuiamo a collaborare con il Garante per fornire informazioni”: così un portavoce di TikTok commenta il procedimento aperto dal Garante Privacy sulla piattaforma. “Tuttavia – aggiunge – non concordiamo con una serie di aspetti della loro analisi e sulle conclusioni che sono state delineate. Dal momento che la nostra valutazione è ancora in corso, in questo momento non ci è possibile fornire ulteriori commenti”

La musica del silenzio. Il mondo allo specchio

Il volume “La musica del silenzio. Il mondo allo specchio” di di Chiara Mori Alessandra Assioma Alessio Feuli Fulgione M. (cur.) da voce a tre adolescenti, due femmine ed un maschio che raccontano come è vivere ai tempi del Covid. La realtà di tutti i giorni che viene reinterpretata e sognata grazie alle proprie passioni. La filosofia, la musica e i fumetti aiutano questi ragazzi a comprendere e ad esprimere il proprio disagio.

Riflessioni e domande, paure e richieste.

L’isolamento, l’essere separati dai propri cari, la paura della morte e quella di non poter mai più tornare a sentire e a sentirsi come prima. Tre storie di tre giovani che esprimono quello che prova una generazione intera in un periodo molto difficile della nostra società. I sogni e le aspettative, le ansie e le paure, in cui ognuno di noi si può rivedere, raccontate in tre chiavi diverse. Dall’astrazione della filosofia e del ragionamento puro, si passa ad un racconto di eroi che ci dovrebbero salvare, per poi concludere con l’incapacità di poter vivere una vita normale. Attuali e molto forti a livello emotivo, coinvolgenti e soprattutto sinceri. Tre giovani che sono la voce della loro generazione, tre giovani che in un momento di paura ed insicurezza, trovano la forza per continuare a credere e a vivere. Lo fanno con la scrittura e mettendosi in discussione come sanno e con quello che conoscono.

I racconti sono ambientati in Italia, in Giappone ed in Korea ma parlano del mondo intero.

Storie di giovani che vivono una quotidianità che non li lascia liberi di sentire, di amare o di sperare. Nell’ora più buia, questi ragazzi trovano la forza nell’amicizia e nell’amore. Riscoprono i valori più sinceri e la base della nostra umanità. Trovano i loro eroi e diventano essi stessi eroi nelle loro storie. Si sacrificano, lottano e piangono ma alla fine ricevono quello che si meritano.

Un compenso, una risposta, una speranza che serve a tutti noi.

Mai come ora è importante continuare a credere e a sognare e questi ragazzi riescono a farci commuovere e a ridere e a sperare di nuovo. Un’antologia che parla a tutti i ragazzi e le ragazze, adolescenti e non solo. Perché tutti abbiamo bisogno di credere e sognare e tornare a vivere e sperare di nuovo. Essere adolescenti al tempo del Covid, vuol dire anche mettersi in discussione e cercare di comprendere il nuovo mondo che si è venuto a creare. Con i propri mezzi, i sogni e le speranze e non dimenticando mai le persone che non ci sono più. Uno specchio che rifletta le esperienze che abbiamo vissuto e soprattutto un monito a non arrendersi mai e continuare a credere e a lottare. Per creare un mondo migliore, per non rinunciare alla vita e per l’amore, l’amicizia ed il sorriso. Questi sono i temi di un progetto che nasce in collaborazione con le scuole e che si rivolge a studenti e professori, genitori e figli e a tutti quelli che credono che si possa essere comunque adolescenti, anche al tempo del Covid

Maggior dettagli www.edizionisimple.it

 

Bulli, il barber shop per veri Nerd

Dopo numerosi bar, pub o ristoranti dedicati al Cinema, ai cartoni animati, all’animazione e ai videogiochi sparsi per il mondo, con entusiasmo vi raccontiamo di un progetto davvero interessante (e totalmente made in Italy): il primo Movie Barber Shop dedicato alla storia della Settima Arte. Tagliarsi i capelli presso il “Bulli” è una vera e propria esperienza Nerd da non perdere! Questo luogo “fuori dagli schemi” è a Roma, via dei Grottoni 53, per info: facebook.com/bullibarbershopmovie/.

Il Bulli è il primo barber shop in American Style con una area d’attesa molto spaziosa in stile Movie con all’interno un piccolo museo del cinema, fruibile, ovviamente, gratuitamente. Sempre, in attesa di essere serviti, nel foyer è allestito un biliardo, un bar in stile (no alcolici ma con consumazioni free), freccette, 4 schermi da 50 pollici che riproducono Clip Fail a tema molto divertenti, con 3 divani winchester: un’idea geniale per questa wait room, che rende l’attesa piacevole per essere “coccolati” da un team di barbieri sono molto professionali (lo dicono le recensioni fb e google che vi invitiamo a leggere).

La cosa più importante del Bulli è che è stato recentemente nominato dalla dott.ssa Elvira di Marco (una eccellenza in campo dell’haccp con grandi competenze nella sicurezza del lavoro,nonché delle nuove disposizioni covid-19), “il barbiere piu sicuro d’Italia” a livello di disposizioni anti-virus perché ha le poltrone distanti  da progetto a piu di 2 mt. l’una dall’altra, le postazioni da taglio ruotano e diventano lavaggio senza che il cliente si alzi, e un doppio impianto di immissione e sottrazione d’aria, rendono il locale anti covid-19.

Tra gli altri servizi offerti, per questo Barbiere 3.0, c’è anche un avveniristico plotter che permetterà allo staff di eseguire una nuova tecnica di disegno su capelli per consentire un hair tattoo superiore.

Inoltre, per tutti i cosplayer, il Barbemaster di Bulli ha realizzato postazioni per acconciature di parrucche davvero professionali.

Il Bulli è una continua scoperta, non un barbiere, non un museo, non una sala giochi ma un luogo dove vivere un’esperienza unica, all’interno della storia del Cinema e farsi coccolare da mani sapienti in totale sicurezza! Per info: facebook.com/bullibarbershopmovie/.

La fine del mondo? Ecco le teorie più diverse!

La fine del mondo è un tema che affascina e spaventa da sempre l’umanità, che ha cercato di immaginare e prevedere in vari modi il destino finale del pianeta e della vita. Tra le diverse teorie scientifiche, leggendarie e, soprattutto, di natura complottistica, alcune sono più note e altre meno, ma tutte hanno in comune la sfida di interpretare i segni dei tempi e di dare un senso alla storia. Vediamo alcune di queste teorie e le loro possibili date.

La fine del mondo secondo i Maya:

Secondo l’antica popolazione mesoamericana, la fine del mondo sarebbe dovuta avvenire il 21 dicembre 2012, data in cui si concludeva il loro calendario di lungo computo, basato su cicli di 144.000 giorni. Questa data avrebbe segnato la fine di un’era e l’inizio di una nuova, con grandi cambiamenti cosmici e terrestri. Tuttavia, molti studiosi hanno smentito questa interpretazione, sostenendo che i Maya non prevedevano una catastrofe globale, ma solo una transizione spirituale.

La fine del mondo secondo il calendario di Nostradamus

Il famoso astrologo e veggente francese Nostradamus scrisse nel XVI secolo una serie di quartine profetiche, raccolte nel libro Le profezie, in cui avrebbe predetto vari eventi storici e futuri. Secondo alcuni interpreti, il calendario di Nostradamus terminerebbe nel 3797, anno in cui si verrebbe a creare una grande conflagrazione che distruggerebbe il mondo.

La fine del mondo secondo Ezechiele

Il profeta biblico Ezechiele avrebbe predetto la fine del mondo in relazione alla guerra di Gog e Magog, una battaglia apocalittica tra le forze del bene e del male. Secondo alcuni interpreti, questa guerra sarebbe iniziata nel 1948 con la fondazione dello stato di Israele e si sarebbe conclusa nel 2028 con la seconda venuta di Cristo. Altri invece ritengono che la guerra di Gog e Magog sia ancora futura e che coinvolga le potenze mondiali attuali.

La fine del mondo secondo Heinz von Foerster

Il fisico e filosofo austriaco Heinz von Foerster ha formulato nel 1960 una equazione matematica che prevedeva il giorno del giudizio per il 13 novembre 2026. L’equazione si basava sui dati disponibili sulla popolazione mondiale e ipotizzava una crescita esponenziale fino a raggiungere un punto di rottura insostenibile per il pianeta. Tuttavia, lo stesso Foerster ha ammesso che si trattava di una previsione approssimativa e che non teneva conto delle variazioni demografiche annuali.

La fine del mondo secondo la Messiah Foundation International

La Messiah Foundation International è un’organizzazione spirituale fondata nel 2002 dal leader pakistano Riaz Ahmed Gohar Shahi, che sostiene di armonizzare le profezie e i credi delle principali religioni mondiali. Secondo questa organizzazione, la fine del mondo sarebbe prevista per il 2026, anno in cui si verificherebbe il ritorno dei messia delle diverse tradizioni religiose e l’inizio di un’era di amore divino e pace universale.

La fine del mondo secondo la scienza

La scienza non ha una data precisa per la fine del mondo, ma ipotizza vari scenari possibili che potrebbero causare la distruzione della vita sulla Terra o dell’intero pianeta. Alcuni di questi scenari sono: l’impatto con un asteroide o una cometa, l’eruzione di un supervulcano, una guerra nucleare o biologica, una pandemia globale, un’inversione del campo magnetico terrestre, un cambiamento climatico irreversibile, l’esaurimento delle risorse naturali, l’espansione del Sole o la collisione con un’altra galassia.

Queste sono solo alcune delle tante teorie sulla fine del mondo che sono state proposte nel corso della storia. Alcune sono già state, fortunatamente, smentite dai fatti, altre sono ancora in attesa di verifica. Ciò che è certo è che la fine del mondo è un tema che non smette di incuriosire e interrogare l’umanità, che cerca di dare un senso al proprio destino e al proprio ruolo nell’universo.

I Festival del Fumetto insieme per guardare avanti

Per la prima volta nella storia mondiale dei festival del fumetto, una nazione intera sceglie di unirsi in un unico coro. Etna Comics, Comicon di Napoli, Treviso Comic Book Festival, ARFestival, Lucca Comics & Games, per un totale di 23 manifestazioni di respiro nazionale e internazionale, sono i promotori di questa iniziativa che è figlia di un momento storico difficile ma al tempo stesso fonte di opportunità mai tentate. Solo uniti si potrà andare avanti!

Quando si parla di fumetto si parla di cultura e si parla anche di editoria, industria, imprenditoria, artigianalità, creatività, professionalità, filiera. I più importanti festival dedicati alla nona arte, uniscono oggi le loro forze con l’obiettivo di far riconoscere il valore culturale dei fumetti e di tutto il mondo che vi gravita attorno, per promuovere il linguaggio fumettistico e stabilire un dialogo duraturo e proficuo con le Istituzioni.

L’Emergenza Covid-19 ha messo a dura prova tutti i comparti economici e produttivi del Paese. Il settore che sembra più lontano dalla previsione di una ripresa, e ancora privo di politiche per la sua tutela e sviluppo, è proprio quello degli eventi, in particolare quello degli eventi dinamici, ovvero delle manifestazioni affollate – come i festival – che si alimentano principalmente della specificità aggregativa degli assembramenti; l’attuale emergenza sanitaria e le misure di contenimento a breve termine aprono pochi spiragli di possibilità organizzative.

Le perdite economiche subite dai festival di fumetto italiani nel 2020 sono un dato già evidente, determinate come sono da: mancata vendita dei biglietti, mancato introito di contributi e sponsorizzazioni, mancati emolumenti a dipendenti e professionisti che a vario titolo collaborano con le strutture organizzative, mancato supporto al volontariato fondamentale nella realizzazione della maggior parte degli eventi culturali. Ecco perché le manifestazioni più importanti d’Italia richiedono misure urgenti, puntuali e dedicate, e auspicano un dialogo con le Istituzioni preposte ad affrontare l’impatto economico della pandemia nei diversi settori dell’economia e della cultura.

Le azioni da porre in essere dovrebbero contenere l’impatto dell’emergenza sanitaria su una filiera apparentemente ‘invisibile’ che, tuttavia, contribuisce allo sviluppo dei territori e continua a dare lustro all’Italia nel panorama delle industrie culturali creative internazionali, così come lo fanno le industrie delle arti visive (cinema e teatro, infatti, sono stati esplicitamente considerati nel testo che riguarda il Fondo Cultura del Decreto Rilancio).

Questo appello è sottoscritto da ARF! Festival (Roma), Be Comics! (Padova), B-Geek (Bari), BilBOlBul (Bologna), Cesena Comics & Stories, Comicon (Napoli), Etna Comics (Catania), Lanciano nel Fumetto, Le Strade del Paesaggio (Cosenza), Lucca Comics & Games, Lucca Collezionando, Mostra Mercato del Fumetto ANAFI (Reggio Emilia), Palermo Comic Convention, Pescara Comix & Games, Rapalloonia! Mostra Internazionale dei Cartoonists (Rapallo), Riminicomix, San Beach Comix (San Benedetto del Tronto), TCBF Treviso Comic Book Festival, Teramo Comix, Tiferno Comics (Città di Castello), Torino Comics, Varchi Comics (Montevarchi), Venezia Comics, 23 manifestazioni di respiro nazionale e internazionale, con un bagaglio storico importante, ben radicate nei propri territori, in dialogo con amministrazioni locali, nazionali ed europee, che ogni anno offrono una pluralità di eventi capaci di attirare un pubblico numeroso ed eterogeneo, che va oltre il milione di presenze con un indotto economico e una ricaduta sui territori intorno ai trecento milioni di euro.

Come i festival di approfondimento culturale, o come quelli dedicati al cinema, al teatro e alla musica, i festival dedicati al fumetto rappresentano dunque una realtà solida e strutturata in Italia, un insieme di appuntamenti che durante l’anno contribuisce a comporre un fitto calendario di iniziative culturali, editoriali e commerciali, occasioni significative e uniche per frequentare determinati luoghi o scoprirli proprio grazie a specifici programmi di eventi.

In questo senso, i festival di fumetto non sono assimilabili solo a fiere o a eventi collaterali: sono vere e proprie piattaforme culturali in grado di attirare energie creative, aggregare operatori commerciali e pubblico (un pubblico variegato e trasversale composto da famiglie, ragazzi, studenti, appassionati, turisti). Sono peraltro soggetti essenziali allo sviluppo socio-economico delle città, delle regioni e dell’intero sistema dell’industria culturale in Italia.

Trascurarli significherebbe vanificare investimenti pluriennali, annientare i risultati raggiunti sino ad oggi e danneggiare irreversibilmente una filiera produttiva, con il rischio di impoverire uno degli asset creativi che contraddistinguono il nostro Paese. Un patrimonio di manifestazioni al servizio della valorizzazione di un linguaggio e di un settore produttivo di cui l’Italia è da tempo uno dei leader mondiali, e primo produttore europeo per numero di titoli all’anno. Un patrimonio festivaliero che intende riaffermare la propria capacità di guardare avanti, sollecitando le Istituzioni a difenderla e sostenerla nella fase di complessa ricostruzione che attende tutta la filiera.

Cinema di nuovo aperti dal 15 Giugno

Dal 18 Maggio inizierà un periodo di cambiamento per tutto lo stato italiano, seppur per il momento leggero. Nella conferenza stampa della sera del 16 Maggio Giuseppe ha parlato a proposito della riapertura delle sale cinematografiche e anche dei teatri.

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