Hel e Helel: Lucifero e Hela. Corrispondenze tra la religione norrena e quella ebraica?

Tutti conosciamo la parola “Hell” che in Inglese significa Inferno. Questo termine, come il tedesco Hölle, trae le sue radici nella Mitologia norrena, in cui il regno degli Inferi è chiamato Hel, come anche il nome della dèa che governa questo regno popolato di spettri tremanti di morti senza onore. Vuoi per assonanza fonetica, vuoi per somiglianza di funzioni, si potrebbe ipotizzare un possibile collegamento tra il Lucifero ebraico (Helel), e la Dea degli inferi norrena (Hel o Hela): tale possibile corrispondenza è un argomento che ha attirato l’interesse degli appassionati di mitologia. Anche se non esiste una connessione diretta tra le due figure mitologiche, ci sono delle somiglianze e alcuni elementi dei rispettivi miti che vale la pena esplorare.

Innanzitutto sfatiamo un mito. Nella mitologia ebraica originaria non esiste un vero e proprio Demone Maligno di nome Lucifero. La figura di Helel, dalla radice ebraica הֵילֵל, compare in Isaia 14:12 per indicare “portatore di luce” o “stella del mattino. Viene ripreso in epoca post-cristiana e nel libro di Enoch (un testo apocrifo del I sec.) ma con riferimenti vaghi parlando di un astro che cade come Babilonia, non di una reale entità “personificata”. Dopotutto, la Bibbia di entità angeliche ne ha a bizzeffe (Asmodeo, Azazel,) come anche divinità nemiche di matrice assiro-babbilonese (Baal, Molok). Solo nel nuovo testamento (Luca 10:18) si inizia a parlare di effettivamente di un “nemico di Dio” ispirandosi ad una derivazione Mahzdista. Inoltrre c’è un’altra concetto che si è stratificato nei secoli che non trova nessuna corrispondenza nei testi sacri: in nessuna parte della Bibba si fa riferimento a Lucifero come signore degli Inferi. Questo è un accostamento relativamente moderno, derivato probabilmente alla sovrapposizione “politica” con le precedenti figure pagane (Ade).

Tutti i nerd hanno conosciuto il personaggio di Hel, o meglio Hela, grazie ai fumetti Marvel e come antagonista del Dio del Tuono in Thor: Ragnarok (interpretata da Cate Blanchett). Nella “vera” mitologia norrena, Hel è la dea degli inferi, figlia (e non sorella) di Loki. Nata metà viva e metà morta, per la sua duplice natura, nessun regno esistente era pronto ad accettarla. Hela non si ribella al suo Odino ma chiede al Padre degli Dei un regno che fosse adatto a lei. Hela avrebbe dunque regnato su Helheim, ovvero i luogo mitologico dove risiedono i morti senza onore, coloro che non sono morti in battaglia, e non deni quindi di elevarsi Valhalla. La figura di Hel è complessa e ambivalente, e il suo regno è descritto come un luogo freddo e desolato.

Hel è dunque una dea dei morti a tutti gli effetti, Lucifero non lo è: nella mitologia ebraica arcaica non ci sono diretti riferimenti a cosa succeda “dopo la morte”. Non c’è un reame dei morti: la Gehenna infatti è un luogo fisico, che verrà concettualizzato con l’Infero solo dopo la nascita del Cristianesimo.

Bisogna inoltre precisare che la mitologia nordica che conosciamo è per lo più una reinterpretazione ottocentesca, con connotazioni nazionaliste e anti-cristiane. La mitologia originale, di cui sappiamo poco, è molto più complessa e varia a seconda del luogo e dell’epoca. Inoltre, ciò che definiamo come mito “vichingo” è influenzato moltissimo dalla cultura celtica; ad esempio, i Galli e gli Iberici credevano che l’Aldilà fosse un luogo fisico al di là del mare;; una credenza antica che risale all’impero medo identificava il “paradiso” (parola persiana che significa giardino chiuso) ad est, oltre il deserto, e il regno dei morti ad ovest.

Quindi nonostante entrambe le figure abbiano ruoli che solo apparentemente possono sembrare simili, non esiste dunque nessuna corrispondenza diretta o storica tra Helel e Hel. Le somiglianze si fermano principalmente ad un ruolo superficiale, più “moderno” delle rispettive mitologie, ma le loro origini, storie e contesti culturali sono distinti e non collegati direttamente. Dopotutto, i contatti tra le due culture erano limitati e qualsiasi influenza reciproca sarebbe stata, in caso, indiretta, probabilmente attraverso intermediari culturali come i Romani o i popoli germanici: durante il Medioevo e in periodi successivi, ci sono stati scambi culturali tra il mondo nordico e quello cristiano, specialmente con la cristianizzazione della Scandinavia, ma questi scambi sono avvenuti, ribadiamolo, ben dopo la formazione delle narrazioni principali della mitologia norrena.

In conclusione, sebbene le somiglianze tra Helel e Hel siano affascinanti, sembrano essere più il risultato di analisi “estetiche” senza veri fondamenti storici: tuttavia, lo studio delle mitologie e delle loro interconnessioni rimane un campo aperto a interpretazioni e scoperte sempre nuove.

Gli angeli caduti

Gli angeli caduti sono una figura avvincente che fa parte della tradizione ebraica e che ha trovato spazio in diverse interpretazioni religiose e culturali. Nella tradizione ebraica, gli angeli caduti vengono spesso associati a demoni o esseri ribelli che sono stati banditi dal paradiso per aver disobbedito o ribellato contro Dio.

Il più famoso tra gli angeli caduti è Lucifero, conosciuto come la “stella del mattino” o il “figlio dell’aurora”, che è stato descritto come colui che è caduto dal cielo a causa della sua superbia e del desiderio di essere simile a Dio. Questa narrazione è supportata da interpretazioni di passaggi biblici come Isaia 14:12.

Altri angeli caduti menzionati nella tradizione ebraica includono Astaroth, Belfagor, Belzebù, Belial, Lilith, Asmodeus, Azazel, Baal, Dagon, Moloch, Mammona, Mefistofele e Samael. Questi nomi derivano spesso da divinità adorate dai popoli antichi della Palestina e delle regioni circostanti, come i moabiti, cananei ed edomiti, e sono stati reinterpretati nel contesto ebraico come figure opposte al culto di Yahweh.

La caduta degli angeli è un tema che si trova anche in altre fonti storiche e religiose e spesso simboleggia la lotta tra il bene e il male, la ribellione contro l’ordine divino e le conseguenze della superbia e dell’ambizione. Gli angeli caduti, con le ali spezzate, rappresentano il dolore e il rimorso per essere stati allontanati dalla presenza di Dio, ma anche la ribellione e il desiderio di conoscenza e potere che sfida l’autorità suprema.

In sintesi, gli angeli caduti della tradizione ebraica costituiscono un intricato insieme di credenze e interpretazioni che riflettono la costante lotta umana tra aspirazioni celesti e terrene, tra obbedienza e ribellione, e tra la luce della grazia e le tenebre dell’esilio.

Qual è differenza tra Lucifero e Satana?

Recentemente, abbiamo tutti apprezzato Lucifero nella sua “interpretazione” nell’iconica serie Hazbin Hotel. Nella serie di Vivienne Medrano, Lucifer Morningstar (Stella del Mattino), il re dell’Inferno e padre di Charlie, rappresenta il “Peccato della Superbia”. Ma chi è in realtà Lucifero nella religione ebraico/cristiana e quali differenze ci sono con la figura di Satana?

La figura di Satana, conosciuta anche come Satanael, e quella di Lucifero, o Helel, sono due entità che hanno avuto significati diversi nel corso dei secoli attraverso varie tradizioni e testi religiosi. Inizialmente associate al male e all’oscurità nella tradizione cristiana, queste figure hanno origine e caratteristiche che si sono evolute nel tempo.

Iniziamo dicendo che ne Satana  Lucifero non viene mai citato nel vecchio testamento, che tuttavia cita  molti angeli “ribelli” tra cui Semihazia, primo tra i Nephilim ( coloro che unendosi con le figlie dell’uomo crearono i giganti), Asmodai, ( il demone tentatore di Sarah e probabilmente il serpente del paradiso terrestre).

il termine Lucifero (o Helel, dalla radice ebraica הֵילֵל che compare in Isaia 14:12 per indicare “portatore di luce” o “stella del mattino”) era associato alla caduta  Re di Babilonia (Isaia 14:3-20).

Satana, termine ebraico che significa “avversario” o “contraddittore”, è spesso associato al serpente dell’Eden (che in realtà si chiama Asmodai, il demone tentatore di Sarah) o all’arcangelo Samaele, che si ribellò a Dio per gelosia nei confronti di Adamo, ma ancora una volta non esiste un singolo avversario di Dio nella tradizione ebraica. Esistono numerosi “avversari” che sono spesso Dei protettori dei popoli vicini agli Ebrei, primo tra tuti Baal-Molok, divinità dei Cananei, e veri e propri demoni come Azazel, Belzebù.

Infatti un’altra figura chiave di questa querelle è Ba’al Zebub, noto anche come Belzebù. Nel Secondo libro dei Re si narra di come il re d’Israele Acazia invocò questa divinità per sapere se sarebbe guarito dalla sua malattia, suscitando l’ira del profeta Elia. Esistono due interpretazioni del carattere di Ba’al Zebub presenti nella letteratura biblica. Una suggerisce che sia un dio che controlla la Porta verso l’Oltretomba, con potere sulla vita e sulla morte, influenzando guarigione e malattia. Si pensa che possa essere simile al dio mesopotamico Nintu, il Signore delle mosche, associato alla salute e alle malattie. Il nome Ba’al Zebub ha assunto nella cultura occidentale e islamica il ruolo di entità diabolica suprema, conosciuto come Beelzebub, uno dei “sette prìncipi dell’Inferno” spesso identificato con Satana. Questo personaggio è visto come l’Avversario e è considerato una figura malvagia e demoniaca.

Asmodai è un’altro principio del male presente nell’antico testamento. Egli è un entità melliflua e tentatrice.  Nella tradizione rabbinica ( Quindi estranea alla Bibbia ebraica), si accoppia con Lilith ( a sua volta un demone mesopotamico confluito nell’ebraismo)  generando una stirpe di demoni, è il serpente tentatore che dona all’uomo la consapevolezza esiliandolo però dal paradiso terrestre, è il demone che ostacola Sarah, la moglie di Abramo. Nella tradizione Asmodai viene assoggettato da Salomone perchè costruisca il primo tempio.

Tutto questo però cambia nel cristianesimo, perchè nel nuovo testamento Satana ” l’avversario” è citato molto più spesso, come “nemico” dell’uomo.  In Apocalisse  12:3-41. Nel Nuovo Testamento Lucifero viene identificato con Satana, come riportato in Luca 10:18 e II lettera ai Corinzi XI, 14.

I vangeli sembrano infatti suggerire un concetto di “spirito del male” che agisce per il male ed è nemico ed avversario dell’uomo. Questo concetto è estraneo all’ebraismo classico, dove non esiste un’entità che si contrappone a Dio. E’ invece un concetto di probabile derivazione zoroastraiana, l’antica religione persiana, dove lo spirito santo ” Ahura Maju” si contrappone al principio del male incarnato da Ahriman.

Prima del cristianesimo, il concetto di “demone malvagio” era presente, ma si trattava di figure isolate.

Nella tradizione assiro-babilonese, le figure demoniache non erano considerate necessariamente incarnazioni del male assoluto, ma piuttosto entità potenti con ruoli ambigui. Gli Assiri presero ad adorare un gran numero di queste figure, come Lilith, Pazuzu, Dagon, al punto che sia i Persiani che gli Ebrei li consideravano un popolo empio.

Con l’influenza della teologia cristiana, però, il concetto di demonio ha assunto una connotazione più globale, come avversario principale di Dio e simbolo del male.

Un concetto molto discusso nella teologia cristiana, perchè portatore di una serie di contraddizioni che sembrano mettere in dubbio l’onnipotenza divina.  La stessa presenza di una figura “nemica” di Dio implica una “diminuito” dei suoi poteri, cosi come la presenza di angeli o creature ribelli: Perchè la ribellione non è stata prevista prima che avvenisse? La presenza di ” culti rivali”  nell’antico testamento contro cui il popolo eletto deve combattere complica ulteriormente lo scenario.

La Chiesa cattolica ha affrontato l’evoluzione della figura del demonio nel contesto della dottrina sulla creazione e sul peccato originale. Dopo il Concilio Vaticano II, la teologia cattolica ha esplorato la relazione tra fede ed evoluzionismo, cercando di definire questioni fondamentali sulla creazione dell’uomo e sull’azione di Dio nel mondo.

Un’altro aspetto interessante è la credenza che Satana sia, in qualche modo, a capo dell’inferno, ossia del luogo dove sono perseguitati gli uomini malvagi per i loro peccati. Questo è un elemento estraneo sia al vecchio testamento che al nuovo, ma che si è stratificato nella credenza popolare associando il male “ebraico-cristiano- zoroastriano” alla figura del demone custode dell’oltretomba della mitologia Greco-romana e celtica.

Lucifero e Satana possono essere considerati aspetti diversi della stessa entità ribelle nei testi cristiani, ma la loro storia e le loro caratteristiche variano notevolmente se esaminate attraverso le diverse tradizioni religiose e culturali. La comprensione di queste figure è strettamente legata al contesto storico e teologico in cui sono state interpretate e rappresentate.

La sizigia ne “Il problema dei tre corpi”: un enigma cosmico che sfida la sopravvivenza umana

La serie Netflix “Il problema dei tre corpi”, adattamento del bestseller di Liu Cixin, ci catapulta in un universo sconvolto da un evento astronomico di proporzioni epiche: la sizigia.

Cos’è la sizigia?

In astronomia, la sizigia indica l’allineamento di tre corpi celesti, in questo caso il Sole, la Terra e Trisolaris, il pianeta alieno che minaccia la nostra esistenza.

Un evento apocalittico

Nella serie, la sizigia provoca una serie di sconvolgimenti climatici e geopolitici che mettono a rischio la sopravvivenza dell’umanità. Il Sole e Trisolaris si attraggono a vicenda, causando un’instabilità gravitazionale che sconvolge il sistema solare.

Un mistero da risolvere

Le cause e le conseguenze della sizigia sono al centro del mistero che i protagonisti della serie, Ye Wenjie, Wang Miao e Shi Qiang, tentano di svelare. La loro ricerca li porta ad affrontare questioni scientifiche, filosofiche e morali di grande complessità.

Un simbolo di speranza e di sfida

La sizigia rappresenta anche un simbolo di speranza. Di fronte all’annientamento, l’umanità si unisce per trovare una soluzione e sopravvivere. La serie ci invita a riflettere sulla nostra capacità di adattarci e di collaborare di fronte a sfide epocali.

Un’esplorazione affascinante

“Il problema dei tre corpi” ci offre un’esplorazione affascinante e ricca di suspense di un evento astronomico che potrebbe avere conseguenze devastanti per la nostra specie. La serie ci interroga sul nostro posto nell’universo e sulla nostra capacità di affrontare l’ignoto.

Un’orda di orrori infantili: Poohniverse: Monsters Assemble

Dalle tenebre della mente di Rhys Frake-Waterfield, un incubo prende forma: un universo cinematografico horror che rilegge i classici personaggi dell’infanzia in chiave macabra. Winnie the Pooh: Sangue e miele, solo il primo tassello di un mosaico di terrore.

Peter Pan, Bambi, Pinocchio e molti altri si uniscono a Pooh e ai suoi amici in un’apocalisse di innocenza perduta. The Twisted Childhood Universe, un nome che evoca brividi e sussurri nelle ombre.

Scott Chambers, produttore e interprete di Christopher Robin, svela i segreti di questo progetto ambizioso: “Leatherface, Hellraiser, Chucky… tutti insieme in una follia senza precedenti.” Un universo in cui le fiabe si trasformano in incubi e i protagonisti assumono il ruolo di orrori vendicativi.

Poohniverse: Monsters Assemble, il film corale che riunirà questa macabra congrega, è previsto per il 2025. Un budget colossale per una sfida titanica: “Saranno i nostri Avengers,” afferma Chambers, “con Pooh come Jason Voorhees e Tigro come Freddy Krueger.”

Un primo poster ufficiale ci offre un assaggio di questa terrificante armata, mentre un secondo poster elenca i film già confermati, con un nuovo ingresso in arrivo nei prossimi giorni.

Un’inquietante domanda aleggia nell’aria: Avete già visto Winnie The Pooh: Sangue e miele? Se la risposta è no, preparatevi a un viaggio nelle profondità del terrore, dove i sogni d’infanzia si infrangono in una scia di sangue.

Apocalisse di Pierluigi Elia

Nel terzo capitolo delle straordinarie vicende che ruotano attorno alla vita del palermitano Pietro Barone, ritroviamo il sergente dell’esercito italiano e agente dei servizi segreti. Scelto, suo malgrado, come tramite terreno da una potente forza celeste per aiutare a combattere il Male in ogni sua forma ed espressione, l’uomo trascina il lettore in insolite indagini investigative dall’atmosfera giallo noir, dai contorni soprannaturali con una narrazione costruita in tempo reale, veloce ed asciutta, in un turbinio di situazioni, nella classica lotta tra il bene ed il male dalle conclusioni a dir poco inaspettate
In questo breve romanzo ritroveremo a fianco del Sergente l’amico poliziotto il Dirigente Nicola Passariello, la sua compagna Luana Lanfranchi, padre Julius Mendoza, l’esorcista, ed il coriaceo Comandante dell’AISE, il Generale Andrea Rufio alle prese con una strana droga sintetica, immessa sul mercato mondiale, che trasforma in assassini …

L’autore Pierluigi Elia, funzionario pubblico con una passione per la scrittura, ha trovato l’ispirazione per i suoi romanzi in antiche lastre fotografiche e documenti d’epoca. Con il romanzo “Tra cielo e mare” del 2022 e il breve romanzo “Ombre” del 2023, Elia ha dato vita a storie avvincenti basate su eventi reali e di fantasia. Attualmente, sta lavorando a nuovi romanzi che seguiranno le avventure del Sergente Pietro Barone, portando avanti la sua intrigante narrazione.

L’ombra dello scorpione: Un incubo post-apocalittico firmato Stephen King

Immagina un mondo decimato da un’epidemia apocalittica. Solo pochi sopravvissuti vagano per una terra desolata, alla ricerca di una speranza che sembra ormai estinta. Tra loro c’è Randall Flagg, un uomo misterioso e carismatico che sembra possedere poteri soprannaturali.

L’ombra dello scorpione, pubblicato nel 1978, è un romanzo post-apocalittico di Stephen King che esplora temi come la sopravvivenza, la speranza e la natura del bene e del male. Un’opera inquietante e riflessiva che ha conquistato un posto d’onore tra i classici del genere.

Perché L’ombra dello scorpione è un libro così speciale?

  • Un’atmosfera apocalittica: King dipinge un quadro vivido e terrificante di un mondo devastato dalla malattia, dove la morte è sempre in agguato. La tensione e l’angoscia sono palpabili in ogni pagina.
  • Personaggi memorabili: Flagg è un personaggio carismatico e ambiguo che cattura l’attenzione del lettore fin dalle prime pagine. Accanto a lui, troviamo una serie di figure tormentate e disperate, ognuna con la propria storia da raccontare.
  • Un viaggio verso l’ignoto: I sopravvissuti di L’ombra dello scorpione si ritrovano a vagare per un mondo sconosciuto, alla ricerca di una nuova dimora e di un futuro migliore. Il loro viaggio è pieno di pericoli e imprevisti, ma anche di momenti di speranza e di solidarietà.
  • Un’esplorazione profonda della natura umana: In un mondo dominato dalla disperazione, i personaggi di L’ombra dello scorpione si trovano ad affrontare le loro paure più profonde e a fare scelte difficili che metteranno alla prova la loro moralità. King ci mostra come l’uomo possa reagire di fronte all’apocalisse e come la speranza possa nascere anche nelle situazioni più buie.

Se sei un fan della narrativa post-apocalittica, L’ombra dello scorpione è un libro da non perdere.

28 anni dopo, il nuovo capitolo della saga horror

La saga horror iniziata nel 2002 con 28 giorni dopo avrà finalmente il tanto atteso terzo capitolo. Il film, intitolato 28 anni dopo, è in lavorazione e sarà diretto da Danny Boyle e scritto da Alex Garland, la coppia che ha dato vita ai primi due film.

Il sequel sarà ambientato 28 anni dopo gli eventi del film originale e vedrà un gruppo di sopravvissuti che cercano di ricostruire la civiltà in un mondo devastato dalla pandemia zombie.

Boyle e Garland hanno dichiarato che il film sarà una vera e propria “epopea post-apocalittica” e che avrà un budget molto più grande rispetto ai suoi predecessori.

Un ritorno atteso

Il ritorno di Boyle e Garland è sicuramente una notizia che farà felici i fan della saga. I due registi hanno dimostrato con i primi due film di essere maestri del genere horror e di saper creare atmosfere claustrofobiche e terrificanti.

28 giorni dopo, in particolare, è considerato uno dei migliori film horror degli ultimi anni e ha avuto un grande impatto culturale, ispirando serie televisive come The Walking Dead.

Un budget da record

Il budget di 75 milioni di dollari è un record per la saga e suggerisce che il film sarà una produzione molto ambiziosa.

È probabile che il film avrà un’ampia portata e che vedrà un cast stellare.

Una nuova trilogia

28 anni dopo è il primo capitolo di una nuova trilogia di film horror di Boyle e Garland. I due registi hanno dichiarato che i film successivi saranno ambientati in epoche diverse e che racconteranno la storia della pandemia zombie in tutto il mondo.

I fan dovranno attendere ancora un po’ per vedere il film, ma l’attesa sarà sicuramente ripagata. 28 anni dopo ha tutte le carte in regola per essere un grande successo e per segnare un nuovo capitolo nella storia del genere horror.

L’orologio dell’apocalisse: un’arma metaforica contro la catastrofe

L’orologio dell’apocalisse è un metaforico segnatempo che calcola quanto mancherebbe a un’ipotetica fine del mondo in base agli eventi che si verificano. Ideato nel 1947 dalla federazione degli scienziati atomici, tra cui Albert Einstein, J. Robert Oppenheimer e Eugene Rabinowitch, l’orologio è stato aggiornato 23 volte nel corso degli anni, oscillando costantemente a seconda del periodo e delle emergenze che ha vissuto l’umanità.

La mezzanotte, simbolo della fine del mondo

Nella metafora dell’orologio, la mezzanotte simboleggia la fine del mondo, mentre i minuti precedenti rappresentano la distanza ipotetica dal catastrofico evento. Originariamente la mezzanotte rappresentava unicamente la guerra nucleare, mentre dal 2007 considera qualsiasi evento che può infliggere danni irrevocabili all’umanità, come le guerre in corso e i cambiamenti climatici.

Il 2023: l’anno più pericoloso dal 1953

Il 24 gennaio 2023, l’orologio dell’apocalisse ha raggiunto il suo punto più vicino alla mezzanotte, segnando 90 secondi alla fine del mondo. Questo record negativo è stato attribuito alla guerra in Ucraina, alla proliferazione delle armi nucleari e alla crisi climatica.

Il 2024: un anno di speranza?

A oggi, l’orologio dell’apocalisse segna le 23 e 58 minuti, è tornato quindi indietro di 30 secondi. Tuttavia, Rachel Bronson, ceo del Bulletin of the Atomic Scientists, ha dichiarato che “c’è ancora spazio per le revisioni finali”. La decisione finale sul nuovo posizionamento dell’orologio sarà presa dal consiglio direttivo del Bulletin of the Atomic Scientists a fine gennaio 2024.

Un’arma metaforica per sensibilizzare l’opinione pubblica

L’orologio dell’apocalisse è un potente strumento di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sui rischi che l’umanità corre. È un monito per tutti noi a lavorare per un futuro più sicuro e sostenibile.

Psychorama: quattro universi possibili per i quattro illustratori dell’apocalisse

Psychorama di Stefano ZatteraDario ArcidiaconoDavid BacterDast è un susseguirsi di visioni estreme, avulse da ogni sorta di morale. Uno sconfinamento in universi paralleli dove tutto è possibile. Un pellegrinaggio nelle terre inesplorate della mente dove le pulsioni galoppano sfrenate. Il personaggio centrale è un’iconica ragazza con la testa da topo di pezza che attraversa le quattro storie. A volte è la protagonista, altre no: è una guida, punto di riferimento per orientarsi in queste lande fuori dal tempo, dove si colgono resti di civiltà precedenti cadute in rovina. Quattro visioni apocalittiche in cui perdersi, un potenziale sequel – cinico, grottesco, marcio e violento – del nostro presente lanciato in un’inarrestabile corsa verso la catastrofe finale.

Quattro immaginari inconfondibili che hanno segnato il cuore pulsante dell’underground italiano e che sono di grande attualità e forte critica sociale. Un fumetto silent che è quasi un albo illustrato, adatto anche a chi segue l’arte contemporanea, il Pop Surrealismo Internazionale e la Lowbrow americana. 4 artisti di grande importanza che hanno esposto i propri lavori non solo in Italia ed Europa, ma anche in USA, UK e Corea, partecipando anche alla Biennale di Venezia. Con alle spalle 30 anni di carriera nelle principali realtà a fumetti italiane e internazionali sin dai primi anni ’90.

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