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Honō no Tōkyūjo: Dodge Danko – L’Erede di Dodgeball arriva sullo Schermo nel 2026!

Preparatevi, nerd della pop culture e veterani del dodgeball! Ieri, il cosmo dell’animazione giapponese ha vibrato di una notizia che ci ha fatti balzare dalle sedie con l’eccitazione di un bambino che scarta l’ultimo modello di Gundam! Shōgakukan ha sganciato la bomba atomica: Honō no Tōkyūjo: Dodge Danko, il sequel del leggendario Honō no Tōkyūji: Dodge Danpei, sta per trasformarsi in una serie animata nel 2026!

Ero lì, incollato allo schermo, quando è apparso il video promozionale e la visual mozzafiato. Il mio cuore da nerd ha fatto un doppio carpiato e un triplo avvitamento all’idea di rivedere quel campo da dodgeball infuocato prendere vita, ma questa volta con una protagonista tutta nuova, eppure così familiare. È l’apoteosi, ragazzi, la continuazione di un’eredità sportiva che ha segnato un’intera generazione!

Un Retaggio Infuocato: Da Danpei a Danko, il Sangue del Dodgeball Non Mente!

Per chi, come me, ha passato l’infanzia a emulare le mosse speciali di Danpei, lanciare palloni invisibili gridando “Fiammata Rotante!” nel cortile di casa, questa notizia è più di un semplice annuncio. È un ritorno alle origini, ma con una ventata di freschezza che solo l’era Reiwa poteva portare. La storia di Danko, la figlia del nostro amato Danpei, che si propone di creare la squadra di dodgeball più forte dell’era attuale, è un concept che mi fa venire i brividi. Ha ereditato quell’anima ardente, quella “hot soul” che rendeva ogni partita di Danpei un vero e proprio spettacolo pirotecnico di sudore, grinta e amicizia. Vederla scendere in campo, pronta a scatenare la sua potenza, è qualcosa che aspettavo da anni.

L’Annuncio: Un Trailer Infuocato e una Visual da Brividi!

Non appena il nuovo sito web e l’account X dedicati sono stati lanciati l’11 luglio, la mia feed è esplosa. E non a tortito! Lo staff ha svelato una “Soul Succession visual” e un teaser promozionale che mi hanno lasciato senza fiato.

La visual… oh, la visual! C’è Danko, in piedi davanti alla lapide di suo padre, Danpei, che si erge verso il cielo. È un’immagine potente, simbolica, che grida “eredità” da ogni pixel. La sua espressione è decisa, fiera, e quella frase… quella dannata frase che risuona nella mia testa: “Andiamo, papà Danpei!” È un mix perfetto di rispetto per il passato e di un’irrefrenabile spinta verso il futuro. Mi ha fatto pensare a quanto l’ombra del padre sia un’ispirazione costante, una fiamma da cui attingere energia. È la dimostrazione che il dodgeball non è solo uno sport, è una questione di cuore, di legami familiari e di passione bruciante.

E il teaser? Mamma mia! Pannelli direttamente dal manga originale che prendono vita, mostrandoci quelle feroci partite di dodgeball che ci hanno tenuto incollati allo schermo per anni. Ogni frame trasuda energia, la stessa intensità che ricordavo dalle battaglie di Danpei. E la conferma: 2026. Non vedo l’ora di sapere la data esatta, di conoscere il cast, lo staff, lo studio di produzione. La curiosità mi sta divorando! Chi darà la voce a Danko? Sarà all’altezza dell’eredità di Danpei? E lo studio… spero che scelgano qualcuno che possa catturare appieno lo spirito originale.

Honō no Tōkyūji: Dodge Danpei – Un Classico Indimenticabile

Per chi è capitato su questo articolo per puro caso, o per chi ha vissuto sotto una roccia per gli ultimi trent’anni (scherzo, ma neanche tanto!), è bene ricordare le origini. Honō no Tōkyūji: Dodge Danpei è stato un pilastro della mia infanzia. Il manga di Tetsuhiro Koshita, serializzato su Monthly CoroCoro Comic dal 1989 al 1995, ci ha regalato un protagonista indimenticabile e partite che sembravano battaglie campali. L’anime, prodotto da Animation 21, ha mandato in onda ben 47 episodi tra il 1991 e il 1992, e ogni singolo episodio era un’iniezione di adrenalina. Ricordo ancora le discussioni con i miei amici su quale fosse la tecnica più forte, chi avrebbe vinto il prossimo match.

Adesso, con Danko che prende in mano il testimone, la storia si ripete, ma con un tocco di modernità. La sua missione di creare la squadra più forte dell’era Reiwa non è solo una sfida sportiva, è un inno alla perseveranza, alla determinazione e, soprattutto, alla passione che si tramanda di generazione in generazione. È la dimostrazione che certi valori, certi sport, certe fiamme non si spengono mai.


Insomma, il 2026 si preannuncia un anno esplosivo per i fan di Dodge Danpei e per l’intera comunità nerd. Io sono già pronto, con la mia divisa da dodgeball dell’infanzia (che purtroppo non mi entra più) e la mia voglia di tifare a pieni polmoni. Preparatevi a sentire il ruggito del campo, il fischio della palla e le urla di battaglia di Danko. L’eredità bruciante del dodgeball sta per tornare!

E voi, siete pronti a scendere di nuovo in campo con Danko? Quali sono le vostre aspettative per questo attesissimo sequel? Fatemelo sapere nei commenti!

Il ritorno di Goldrake: la Rai riporta in TV l’icona degli anime a 50 anni dal suo debutto

C’è una data che, per chi come me è cresciuta con il cuore tra le nuvole spaziali dei robottoni giapponesi, non può che essere incisa a fuoco nella memoria: 4 aprile 1978. Era una sera di primavera, di quelle in cui ancora non sapevamo che qualcosa stava per cambiare per sempre nel nostro immaginario collettivo. Maria Giovanna Elmi, con la sua voce inconfondibile e il sorriso rassicurante, presentava su Rai 2 un nuovo cartone animato. Un anime, anche se allora non lo chiamavamo così. Si intitolava Atlas UFO Robot, ma tutti lo avremmo conosciuto – e amato – come Goldrake.

Ed eccoci, quasi mezzo secolo dopo, a vivere un momento storico: il ritorno in televisione della serie originale di Goldrake, completamente restaurata e pronta a far battere il cuore dei nostalgici e ad accendere la curiosità delle nuove generazioni. La Rai ha infatti ufficializzato il ritorno del leggendario robot di Go Nagai sui propri canali, a partire da ottobre 2025, proprio nell’anno in cui la serie compie i suoi gloriosi 50 anni dal debutto giapponese, avvenuto il 5 ottobre 1975.

Chiariamolo subito: non si tratta di un remake, di uno spin-off o di un nuovo adattamento. No, stavolta parliamo della serie originale, quella vera, quella che ha fatto urlare “Alabarda spaziale!” a migliaia di bambini italiani. E sarà trasmessa su Rai 2, con uno slot previsto nella fascia mattutina tra le 7:00 e le 8:00. I comunicati ufficiali parlano di ottobre, ma tra i corridoi della TV pubblica si sussurra che potremmo rivedere Goldrake già a settembre. Un’operazione nostalgia? Forse. Ma anche un atto d’amore verso una delle serie animate più rivoluzionarie della storia.

Durante il Lucca Comics & Games e, successivamente, al Romics, i rappresentanti della Rai avevano già lasciato intendere le loro intenzioni. In occasione della presentazione del recentissimo Goldrake U (Grendizer U in originale), remake che ha diviso il fandom tra chi lo ha accolto come un’evoluzione e chi lo ha vissuto come un tradimento, si era parlato apertamente della possibilità di riportare anche la serie classica sulle piattaforme Rai. E così è stato. Finalmente, gli episodi originali – 74 per la precisione – saranno riproposti in versione restaurata in alta definizione, anche su RaiPlay, dove resteranno disponibili in streaming per tutti gli appassionati.

Questa notizia arriva in un momento davvero particolare. Da un lato, l’enorme successo mediatico di Goldrake U, andato in onda addirittura in prima serata su Rai 2, ha dimostrato che l’interesse per l’universo creato da Go Nagai è tutt’altro che sopito. Dall’altro, si celebra un anniversario importante: cinquant’anni da quando il robot venuto dal pianeta Fleed ha acceso i cuori e le menti dei bambini giapponesi, dando inizio a una leggenda.

Ma perché Goldrake è così importante?

Per rispondere, dobbiamo tornare a quella primavera del 1978. L’Italia era un Paese completamente diverso. In TV si guardavano cartoni come Heidi, Vicky il Vichingo, L’Ape Maia. Storie dolci, spesso malinconiche, con una narrazione lineare e rassicurante. Poi arrivò lui: Goldrake, un robot gigantesco pilotato da un principe alieno tormentato, in lotta contro un impero malvagio. Non era solo un cartone animato. Era una bomba culturale, un mix di fantascienza, dramma, eroismo e musica elettronica, che spazzò via tutto ciò che conoscevamo fino a quel momento.

A pilotarlo, c’era Duke Fleed, alias Actarus nella versione italiana, un personaggio tragico, fuggiasco, nobile e solitario, che incarnava l’archetipo dell’eroe romantico. Intorno a lui, personaggi come il professor Procton e Koji Kabuto (sì, proprio lui, lo stesso pilota di Mazinga) creavano un universo ricco, complesso, che affrontava temi molto più profondi di quanto si potesse immaginare per un programma destinato ai bambini. Guerra, perdita, identità, sacrificio. Goldrake era tutto questo, e molto di più.

Anche la leggenda del titolo italiano merita due parole. Per anni si è raccontato che il nome Atlas Ufo Robot fosse frutto di un errore di traduzione dal francese da parte di funzionari Rai che non parlavano la lingua. In realtà, come svela il saggio C’era una volta Goldrake di Massimo Nicora, si tratta di una bufala: il nome venne scelto deliberatamente da Annibale Roccasecca, responsabile delle sigle Rai, proprio per il suo impatto evocativo.

E parlando di sigle, non possiamo non citare quella straordinaria colonna sonora firmata da Vince Tempera e Luigi Albertelli. “Si trasforma in un razzo missile…” è ormai parte del nostro DNA nerd. Quel brano – e il successivo “Shooting Star” – vendettero milioni di copie, entrarono nelle classifiche e divennero la colonna sonora ufficiale di un’intera generazione. Recentemente, sono tornati disponibili in vinile, con audio rimasterizzato e gadget da collezione, per celebrare degnamente quest’icona senza tempo.

Ma Goldrake non è solo memoria. Non è solo nostalgia.

È un ponte generazionale che unisce i fan storici a quelli più giovani. È una porta d’ingresso all’universo degli anime, per molti il primo contatto con una cultura lontana e affascinante come quella giapponese. E oggi, con il ritorno della serie originale in TV, quei valori, quelle emozioni, quell’epica che ci ha fatto sognare possono essere riscoperti da chi non ha avuto la fortuna di viverli in diretta.

La scelta della Rai, in questo senso, non è solo editoriale: è culturale. È un modo per rendere omaggio a una pietra miliare dell’animazione giapponese, per dare il giusto riconoscimento a un fenomeno che ha plasmato l’immaginario di milioni di italiani. Un’operazione che sa di riscatto, di recupero della memoria, ma anche di sguardo verso il futuro.

Perché sì, Goldrake è tornato. E non solo come un’icona da esposizione. È tornato per raccontare ancora una volta la sua storia. Per insegnare che si può essere eroi anche quando si è diversi, soli, incompresi. Che l’amicizia, la determinazione e il coraggio valgono sempre la pena. Che il futuro si costruisce anche con i sogni di un bambino davanti alla TV.

E allora prepariamoci: da ottobre (o forse da settembre, chissà), tutte le mattine, mentre il mondo si sveglia, Goldrake sorvolerà di nuovo i cieli italiani, pronto a combattere contro i mostri di Vega, a salvare la Terra, e a ricordarci che sì, l’animazione può essere molto più di un semplice passatempo.

E voi? Dove eravate quel 4 aprile 1978? Oppure, dove sarete questo ottobre, quando tornerà il leggendario Atlas UFO Robot?

Raccontateci il vostro primo incontro con Goldrake nei commenti, condividete questo articolo sui vostri social con l’hashtag #GoldrakeRitorna e fate sapere al mondo che il leggendario robot di Go Nagai è tornato. L’alba di un nuovo (vecchio) mito è alle porte.

La serie stop-motion di My Melody & Kuromi arriva su Netflix il 24 luglio 2025

C’è un piccolo angolo dell’universo in cui la dolcezza incontra il mistero, la rivalità si trasforma in collaborazione e la pasticceria… salva il mondo. Questo angolo si chiama Mariland, e proprio lì si svolgerà una delle serie animate più attese dai fan del mondo kawaii: My Melody & Kuromi, la nuova produzione in stop-motion firmata Sanrio, in arrivo su Netflix il 24 luglio 2025. E fidatevi, non sarà solo zucchero e glassa: ci aspetta un viaggio sorprendente tra cuori rosa, sfide culinarie e una colonna sonora che farà impazzire gli appassionati di J-pop e K-pop.

Una celebrazione tra passato e futuro: 50 anni di My Melody, 20 di Kuromi

Il 2025 è un anno simbolico per il mondo Sanrio. La dolcissima My Melody, nata nel 1975, festeggia il suo 50° anniversario, mentre la sua rivale/amica gotica Kuromi compie 20 anni dalla sua prima apparizione nel 2005. E cosa c’è di meglio di una nuova serie animata per celebrare questo doppio compleanno? Soprattutto se si tratta di un progetto innovativo realizzato in stop-motion, curato dal geniale Tomoki Misato — regista dietro all’amatissimo Pui Pui Molcar — e prodotto dal team TORUKU di WIT STUDIO, con una sceneggiatura firmata da Shūko Nemoto, che promette una perfetta alchimia tra magia, profondità narrativa e momenti teneri da sciogliere il cuore.

La trama: dolci, misteri e una minaccia su Mariland

La storia si apre tra le coloratissime strade di Mariland, dove My Melody ha appena aperto una nuova pasticceria con l’aiuto dei suoi inseparabili amici Flat e Piano. Le sue torte diventano subito famose tra gli abitanti della città, mentre dall’altro lato della strada Kuromi — con la sua bottega di dolci tradizionali giapponesi — fatica ad attirare clienti. Un giorno, My Melody trova un cuore rosa misterioso nella foresta… e da quel momento, cose strane cominciano ad accadere. Non solo la concorrenza tra le due si accende, ma le stranezze si moltiplicano e sembrano legate proprio a quella misteriosa scoperta.

Spinte da motivazioni diverse — l’ambizione per Kuromi, la curiosità e la voglia di condividere per My Melody — le due decidono di partecipare a una prestigiosa gara di dolci giudicata nientemeno che da Pistachio, il pasticciere più famoso del mondo. Ma quello che sembra essere un semplice contest si trasformerà ben presto in un’avventura epica, dove dolcetti, magia e coraggio dovranno unirsi per salvare il destino di tutta Mariland.

Stop-motion che incanta, musica che fa sognare

Visivamente, “My Melody & Kuromi” promette di essere un gioiello d’animazione. Il formato stop-motion è quanto di più adatto per rendere giustizia all’estetica kawaii e ai personaggi amati in tutto il mondo. Ma non è solo lo stile visivo a brillare: anche la sigla ufficiale sarà una vera chicca.

Il brano si intitola “Kawaii (Prod. Gen Hoshino)”, ed è interpretato da LE SSERAFIM, il girl group K-pop che sta conquistando il mondo. La canzone, prodotta, composta e arrangiata da Gen Hoshino, è un mix irresistibile di delicatezza e grinta, pensato per rappresentare non solo l’universo tenero della serie, ma anche l’unicità e la forza delle sue protagoniste. Il testo trasmette un messaggio potente: credere in sé stessi, essere autentici e affrontare le sfide con il sorriso. Un inno perfetto per il pubblico giovane, ma che parlerà anche a chi è cresciuto con My Melody e ora affronta le tempeste del mondo adulto.

Il gruppo LE SSERAFIM, attualmente impegnato nel tour mondiale “EASY CRAZY HOT”, ha dichiarato di essere entusiasta della collaborazione. KIM CHAEWON ha detto che cantare per My Melody è stato un sogno, mentre SAKURA, fan dichiarata di Kuromi, ha espresso tutto il suo entusiasmo per il progetto. HUH YUNJIN ha persino co-scritto parte del testo in inglese, mentre KAZUHA e HONG EUNCHAE hanno condiviso la loro emozione nell’immergersi nel mondo adorabile di Mariland.

Un’eredità che continua a reinventarsi

“My Melody & Kuromi” non è la prima apparizione animata delle due. Dal 2005 al 2008 My Melody è stata protagonista di varie serie anime (Onegai My Melody, Kuru Kuru Shuffle!, Sukkiri e Kirara), culminate in un film animato nel 2012. Kuromi, invece, ha brillato più recentemente con Kuromi’s Pretty Journey, una miniserie distribuita su YouTube e TikTok, che ha catturato l’attenzione della generazione Z.

Con questa nuova serie, Sanrio conferma ancora una volta di saper parlare a tutte le età. I bambini si innamoreranno dei colori e dei personaggi adorabili, mentre gli adulti riconosceranno i temi universali che scorrono sotto la superficie: l’autenticità, la solidarietà, la competizione leale, la scoperta del proprio valore anche quando si è messi alla prova.

My Melody & Kuromi: non solo carinerie

Quella che potrebbe sembrare “solo” una serie tenera e colorata si rivela invece un racconto stratificato e coinvolgente, perfettamente in linea con il nuovo corso dell’animazione giapponese contemporanea, capace di mescolare estetica kawaii con storytelling maturo. La narrazione gioca con i contrasti: il rosa e il nero, la dolcezza e la sfida, l’individualismo e la collaborazione. My Melody e Kuromi non sono soltanto due pupazzetti da merchandising — sono icone, simboli di due modi diversi di affrontare il mondo, e questa serie ne esplora ogni sfaccettatura con ironia, profondità e una buona dose di zucchero a velo.

Pronti a entrare in Mariland?

My Melody & Kuromi debutterà il 24 luglio 2025 in esclusiva su Netflix, con 12 episodi da circa 13 minuti ciascuno. Sarà una full immersion in un universo dove le torte nascondono misteri, le rivali si salvano a vicenda e il kawaii diventa una forza rivoluzionaria.

E adesso, tocca a voi! Qual è il vostro personaggio Sanrio preferito? Siete #TeamMyMelody o #TeamKuromi? Raccontateci cosa ne pensate di questa nuova serie e condividete l’articolo sui vostri social per spargere un po’ di zucchero (e hype) nell’etere nerd!

Steven Universe: Lars of the Stars – Il ritorno spaziale che i fan aspettavano da anni

È successo davvero. Dopo anni di silenzio e un’epopea che sembrava ormai conclusa, l’universo di Steven Universe si prepara a tornare a risplendere. Ed è un ritorno in grande stile, perché Steven Universe: Lars of the Stars non sarà solo un sequel, ma una vera e propria nuova avventura ambientata nello stesso amato universo narrativo, pronta a prendere vita su Prime Video. Sì, avete letto bene: la serie non andrà in onda su Cartoon Network, ma sbarcherà direttamente sul servizio streaming di Amazon, segnando una nuova era per i fan della serie creata da Rebecca Sugar.

Chi conosce Steven Universe sa bene che non stiamo parlando di un semplice cartone animato. È stato un fenomeno culturale, una delle punte di diamante della rinascita di Cartoon Network negli anni 2010 insieme a titoli del calibro di Adventure Time. La serie originale, andata in onda dal 2013 al 2020 con cinque stagioni e 160 episodi, ha conquistato pubblico e critica grazie alla sua narrazione profonda, la rappresentazione inclusiva e la capacità di trattare temi complessi con una delicatezza mai vista prima nell’animazione televisiva. Non a caso, nel 2019 ha ricevuto il prestigioso Peabody Award, confermando il suo status di capolavoro moderno.

Ma torniamo al presente. Dopo la chiusura della serie principale e il film uscito sempre nel 2019, i fan avevano avuto un’ultima occasione per dire addio ai loro personaggi preferiti con Steven Universe Future, una miniserie epilogo che ha cercato di tirare le fila delle trame ancora aperte. Da allora, però, il silenzio era calato come una coperta di stelle. Almeno fino ad oggi.

Durante l’Annecy International Animation Film Festival – vera e propria mecca per gli amanti dell’animazione – Cartoon Network Studios ha sganciato la bomba: Steven Universe tornerà con uno spin-off intitolato Lars of the Stars. E, come suggerisce il titolo, il protagonista non sarà Steven, ma Lars Barriga, uno dei personaggi più amati e cresciuti nel corso della serie originale. Un tempo impiegato svogliato nella pasticceria Donut Shop, Lars ha vissuto un’evoluzione incredibile, passando dall’essere un adolescente insicuro a diventare, letteralmente, un pirata spaziale. Un po’ Han Solo, un po’ Capitan Harlock, Lars è stato protagonista di uno degli archi narrativi più sorprendenti dello show, culminato con la sua morte, resurrezione (grazie ai poteri curativi di Steven), e trasformazione in una sorta di essere rosa immortale al comando di un equipaggio di disertori gem.

A firmare questa nuova serie ci saranno ancora una volta Rebecca Sugar e Ian Jones-Quartey, suo partner creativo e nella vita reale. Non è solo un ritorno di stile, ma anche di sostanza: se c’è una cosa che ci ha insegnato Steven Universe, è che nelle mani di questi due autori niente è mai banale. Jones-Quartey, tra l’altro, è anche il creatore di OK K.O.! Let’s Be Heroes, altra perla dell’animazione moderna. Quindi possiamo aspettarci uno storytelling avvincente, personaggi memorabili e colpi di scena che faranno battere il cuore dei fan.

La sinossi ufficiale parla chiaro: Lars of the Stars esplorerà il passato, il presente e il futuro dell’universo narrativo di Steven Universe. Prepariamoci quindi a viaggi temporali, segreti oscuri dell’Impero delle Gemme e avventure al limite dell’impossibile. La nuova ambientazione interstellare e l’assenza di Steven come protagonista principale aprono le porte a un tono potenzialmente più audace, forse anche più maturo – un po’ come successo con Adventure Time: Fionna and Cake, che su Max ha saputo spingere i confini della narrazione originaria senza mai tradirne lo spirito.

Per ora, non ci sono date ufficiali di uscita, ma il fatto che la serie sia in sviluppo avanzato per Prime Video è già una notizia colossale. Non solo per i fan della serie, ma anche per il destino incerto di Cartoon Network stesso, che negli ultimi anni ha subito pesanti ristrutturazioni interne da parte di Warner Bros. Discovery. Molti contenuti sono stati rimossi dalle piattaforme, il sito storico del network è stato chiuso e l’intero comparto kids rischia una drastica riduzione. Ma un progetto come Lars of the Stars, nato da una collaborazione tra Prime Video e Cartoon Network Studios, potrebbe segnare una svolta e tracciare una nuova rotta nello spazio dell’animazione contemporanea.

E non è finita qui. Durante la stessa presentazione ad Annecy, è stato annunciato anche il rinnovo di Teen Titans Go! per una decima stagione, confermando come la tradizione dell’animazione seriale americana sia più viva che mai. E in mezzo a tutte queste novità, Rebecca Sugar ha addirittura regalato ai presenti una performance dal vivo con una nuova canzone scritta per la seconda stagione di Fionna and Cake. Un momento emozionante che ha ricordato a tutti quanto cuore, passione e talento ci siano dietro a questi progetti.

Insomma, il ritorno di Steven Universe con Lars of the Stars non è solo un evento per nostalgici, ma un’opportunità per esplorare nuove dimensioni narrative, continuare a sognare e, perché no, anche riflettere su chi siamo e chi vogliamo diventare – proprio come ha sempre fatto la serie originale.

E voi? Siete pronti a salpare di nuovo tra le stelle insieme a Lars e alla sua ciurma? Fatecelo sapere nei commenti e condividete l’articolo sui vostri social per portare la voce delle Gemme ancora più lontano!

Ted: The Animated Series – Il ritorno dell’orso più irriverente su Peacock

Il mondo di Ted, il celebre orso di peluche maleducato e sarcastico creato da Seth MacFarlane, sta per entrare in una nuova dimensione. Dopo aver conquistato il grande schermo con due film che mescolano live-action e animazione, e dopo una serie prequel che ha ottenuto un successo incredibile, ora il franchise si prepara a sbarcare in una versione animata. Ted: The Animated Series è il titolo della nuova serie che arriverà su Peacock, ed è un altro passo nell’espansione dell’universo di Ted.

Anche se i dettagli sulla trama sono ancora misteriosi, è stato confermato che la serie animata sarà un seguito diretto degli eventi dei film di Ted. Questo significa che i fan potranno aspettarsi un ritorno alle radici della saga, con tutte le caratteristiche che hanno reso celebre l’orso di peluche più irriverente del mondo: umorismo nero, linguaggio colorito e, naturalmente, il caos che si genera intorno al suo protagonista.

Seth MacFarlane, il creatore di Ted, non solo riprenderà il ruolo di voce del personaggio, ma sarà anche produttore esecutivo di tutti gli episodi della serie. Al suo fianco ci saranno Paul Corrigan e Brad Walsh, due dei produttori esecutivi della serie live-action di Ted e noti per il loro lavoro su Modern Family. La squadra dietro la serie promette quindi di mantenere lo stesso tono che ha caratterizzato i film e la serie prequel, ma con un tocco di freschezza che l’animazione sicuramente saprà portare.

Nel cast vocale della serie animata ritroveremo alcuni dei volti più amati dai fan: Mark Wahlberg tornerà a prestare la sua voce a John, Amanda Seyfried riprenderà il suo ruolo di Sam e Jessica Barth sarà ancora una volta Tami-Lynn. A questi si aggiungono nuove voci che arricchiranno il cast: Kyle Mooney, conosciuto per il suo lavoro su SNL, interpreterà Apollo, mentre Liz Richman darà voce a Ruth. Questo mix di volti familiari e nuove aggiunte renderà la serie animata di Ted ancora più interessante, ampliando il già ampio universo del personaggio.

La notizia del lancio di Ted: The Animated Series arriva dopo il grande successo della serie live-action, che ha debuttato su Peacock nel gennaio 2024. La serie ha subito conquistato il pubblico, battendo record su record e diventando il titolo originale più visto di sempre sulla piattaforma. Con più di due mesi in cima alle classifiche delle commedie originali negli Stati Uniti, la serie è stata recentemente rinnovata per una seconda stagione. Questo successo ha alimentato ancora di più l’attesa per la nuova versione animata, che promette di non essere da meno.

Il franchise di Ted sembra non conoscere limiti, e con l’arrivo di questa nuova serie animata, l’universo che ruota intorno a Ted si espande ulteriormente. La serie animata offrirà una nuova prospettiva sul mondo di Ted, portando il personaggio a esplorare situazioni ancora più assurde e divertenti, pur mantenendo il tono irriverente e provocatorio che ha sempre caratterizzato il suo stile.

Prodotta da UCP (una divisione di Universal Studio Group), Fuzzy Door e MRC, Ted: The Animated Series si preannuncia come una delle novità più attese dei prossimi mesi. Oltre a MacFarlane, che continuerà a essere al timone come produttore esecutivo, il progetto vede anche la partecipazione di altri produttori noti nel settore, come Erica Huggins, Alana Kleiman, Jason Clark, Aimee Carlson (Fuzzy Door) e Claudia Katz (Rough Draft), che garantiranno una produzione di alta qualità. Con l’arrivo della serie animata, il franchise non solo prosegue il suo cammino, ma esplora nuove modalità di intrattenimento, portando il caos e l’umorismo del personaggio a un livello superiore. I fan possono aspettarsi un Ted ancora più folle e irriverente, pronto a farci ridere e a farci riflettere su tutto ciò che è politicamente scorretto. Non vediamo l’ora di scoprire cosa ci riserverà questa nuova avventura animata!

Star Wars: Tales of the Underworld – La nuova serie animata di Lucasfilm arriva su Disney+ il 4 maggio

La galassia lontana lontana continua ad espandersi in modi sempre nuovi e sorprendenti. Con l’arrivo della serie animata antologica Star Wars: Tales of the Underworld, i fan di Star Wars possono prepararsi a un’esperienza che esplorerà le zone più oscure e pericolose dell’universo creato da George Lucas. Questo nuovo capitolo, che debutterà su Disney+ il 4 maggio 2025 – una data simbolica per gli appassionati di Star Wars dato che coincide con lo Star Wars Day – promette di arricchire ulteriormente la mitologia di una delle saghe più amate della storia del cinema e della cultura pop.

Il progetto è frutto della collaborazione tra Lucasfilm Animation e il visionario Dave Filoni, una figura che ormai è diventata il cuore pulsante delle produzioni animate di Star Wars. Dopo i successi di Tales of the Jedi e Tales of the Empire, Tales of the Underworld si propone come un’opera che scava nei meandri più crudi e complessi della galassia, esplorando un lato di Star Wars che finora era rimasto in ombra: il mondo criminale, fatto di fuorilegge, cacciatori di taglie e figure che operano ai margini della legge.

Il trailer ufficiale, insieme alla key art rilasciata da Disney+, ha aumentato l’attesa tra i fan, promettendo azione, intrighi e un ritorno a quegli spazi più grigi e inquietanti che non mancano di affascinare gli appassionati. E come se non bastasse, la scelta della data di uscita non è casuale. Il 4 maggio, infatti, è il giorno in cui ogni anno si celebra la saga, ed è il perfetto palcoscenico per introdurre un nuovo capitolo che getterà uno sguardo sulle storie mai raccontate di personaggi noti, ma sempre pronti a sorprenderci.

Tra i protagonisti principali della serie troveremo Asajj Ventress, l’ex assassina Sith che abbiamo imparato a conoscere in The Clone Wars e che in questa nuova avventura avrà la possibilità di redimersi, affrontando il suo destino e un mondo che non le darà alcuna garanzia di salvezza. La sua storia sarà una delle più affascinanti della serie, con il suo percorso di redenzione che promette di esplorare emozioni contrastanti, confrontandosi con il suo passato oscuro. Al suo fianco ci sarà un alleato inaspettato, che dovrà affrontare insieme a lei i pericoli di un mondo dove la morte è sempre dietro l’angolo.

Ma non è solo Ventress a far battere il cuore dei fan. Un altro nome che farà il suo ritorno è quello di Cad Bane, il cacciatore di taglie più temuto della galassia. La sua storia ci porterà a rivedere un vecchio amico che ora rappresenta la legge, portando con sé un inevitabile scontro tra giustizia e criminalità. La rivalità tra questi due giganti, tra il bene e il male, sarà uno degli aspetti più intriganti della serie.

Inoltre, il debutto di Star Wars: Tales of the Underworld non si limiterà alla sola piattaforma Disney+. Per la prima volta in assoluto, una serie di Disney+ avrà la sua anteprima esclusiva all’interno di un videogioco, grazie alla collaborazione con Epic Games. A partire dal 2 maggio 2025, i fan di Star Wars potranno vedere in anteprima i primi due episodi della serie in un evento speciale organizzato nell’isola di Star Wars Watch Party in Fortnite. Questo è solo l’inizio di una serie di collaborazioni che vedranno Star Wars invadere l’universo di Fortnite, con una stagione a tema che permetterà ai giocatori di interagire con contenuti esclusivi, come la possibilità di pilotare X-Wing o TIE Fighters, e un evento finale che vedrà il “Sabotaggio della Morte Nera”.

La serie sarà una vera e propria festa per gli occhi, con un’estetica che richiama quella di The Clone Wars e Rebels, che tanto hanno amato i fan delle serie animate di Star Wars. La regia, curata dallo stesso Filoni, non lascia nulla al caso, e il cast vocale è altrettanto impressionante. Nika Futterman tornerà a prestare la voce a Asajj Ventress, mentre Corey Burton darà ancora vita a Cad Bane. Al loro fianco, talenti del calibro di Artt Butler, Lane Factor, AJ LoCascio, Clare Grant, Dawn-Lyen Gardner ed Eric Lopez garantiranno un’interpretazione vocale di altissima qualità.

Con questa nuova serie, Disney+ arricchisce ulteriormente il suo catalogo, aggiungendo una dimensione più grigia e realistica al mondo di Star Wars. In un universo che spesso esalta gli eroi e i Jedi, Tales of the Underworld ci ricorda che la galassia lontana lontana è anche il regno di coloro che lottano per sopravvivere nelle ombre, tra alleanze pericolose e decisioni difficili. Un universo fatto di fuorilegge, cacciatori di taglie e criminali che, seppur a loro modo, contribuiscono alla ricca e complessa mitologia di Star Wars.

Il 4 maggio 2025 segnerà un altro grande momento per gli appassionati di Star Wars, e Tales of the Underworld è destinata a diventare una delle produzioni più attese di sempre. Non solo per la qualità della sua scrittura e dell’animazione, ma anche per la promessa di aprire nuove strade narrative, facendo luce su angoli inesplorati della galassia. Preparatevi, quindi, a tuffarvi nelle profondità più oscure dell’universo di Star Wars: l’avventura è appena iniziata.

Helluva Boss sbarca su Prime Video: l’Hellaverse conquista anche lo streaming!

Se siete finiti su questo articolo, probabilmente siete anche voi dei dannati appassionati delle serie animate dissacranti e fuori dagli schemi. E se c’è un titolo che più di ogni altro incarna questa anarchica gioia di vivere infernale, è Helluva Boss, la geniale webserie creata da Vivienne “Vivziepop” Medrano. Preparatevi, perché ci sono notizie diabolicamente entusiasmanti: Helluva Boss arriverà presto su Prime Video, con il rinnovo ufficiale per la terza e quarta stagione, spalancando ancora di più le porte del nostro amato Hellaverse!

Dall’Inferno a Prime Video: un patto col diavolo… anzi, con Amazon

L’annuncio è arrivato in grande stile durante la LVL UP Expo, con uno special animato che ha visto i protagonisti di Hazbin Hotel e Helluva Boss finalmente interagire. Un momento epocale che ha confermato ufficialmente quello che sospettavamo da tempo: le due serie condividono lo stesso universo narrativo, quello che ormai tutti chiamiamo semplicemente Hellaverse. La notizia bomba non finisce qui: Vivienne Medrano ha firmato un accordo di first-look con Prime Video. In parole povere, significa che ogni nuovo progetto animato della Medrano passerà prima dal colosso dello streaming, che si sta giocando il tutto per tutto per diventare il paradiso – o forse dovremmo dire l’inferno – dell’animazione indipendente.

Helluva Boss, che fino ad ora viveva esclusivamente su YouTube, approderà dunque su Prime Video quest’autunno. Ma niente panico: gli episodi, dopo circa un mese di esclusività sulla piattaforma, torneranno disponibili anche gratuitamente su YouTube, proprio come da tradizione. Una scelta che dimostra quanto Vivziepop sia determinata a mantenere saldo il suo rapporto con la fanbase storica, pur espandendo il suo raggio d’azione.

L’incredibile viaggio di Helluva Boss: dall’I.M.P. a Prime Video

Per chi ancora non avesse avuto il piacere di tuffarsi in questo capolavoro infernale, facciamo un piccolo ripasso: Helluva Boss segue le (dis)avventure della I.M.P., la “Immediate Murder Professionals”, un’agenzia di sicari infernali pronta a eliminare vivi su commissione. Il nostro gruppo di adorabili pazzi è guidato da Blitzø (attenzione: la “ø” è muta, guai a dimenticarlo!), affiancato dal dolce Moxxie, dalla scatenata Millie e dall’irriverente Loona, figlia adottiva di Blitzø.

Con l’aiuto del grimorio rubato – ehm, preso in prestito – dal demone aristocratico Stolas, la I.M.P. può viaggiare tra Inferno e Terra, portando a termine missioni grottesche, violente e spesso esilaranti.

Ma se nella prima stagione l’accento era più su missioni e omicidi assurdi, già dalla seconda stagione Helluva Boss ha compiuto un salto emotivo gigantesco: la narrazione si è concentrata sulla struggente, complicatissima relazione tra Blitzø e Stolas. E qui, signori, il livello di scrittura ha raggiunto picchi davvero emozionanti.

Blitzø e Stolas: una storia d’amore all’inferno

Chi conosce la serie sa bene che il cuore pulsante di Helluva Boss è la relazione tormentata tra Blitzø e Stolas. Un amore malato, sgraziato, ma al tempo stesso tenero e disperato, che Vivienne Medrano e Brandon Rogers (voce originale di Blitzø e co-sceneggiatore della serie) hanno saputo dipingere con incredibile delicatezza e profondità.

Se all’inizio la loro dinamica doveva ricalcare quella tossica di altri personaggi dell’Hellaverse, è stata proprio la mano di Brandon a trasformare il rapporto in qualcosa di più complesso e sincero. E sì, preparate i fazzoletti, perché Helluva Boss non si fa problemi a farci ridere a crepapelle un minuto e spezzarci il cuore quello dopo.

Un cast infernalmente perfetto

Non possiamo non parlare del cast vocale, vera anima di questa serie. A parte l’irresistibile Brandon Rogers, abbiamo l’elegantissimo Bryce Pinkham che dà voce a Stolas, regalandoci un personaggio stratificato e profondamente umano (o demoniaco?), capace di passare con naturalezza dal canto lirico all’ironia più tagliente.
Tra gli altri talenti troviamo Alex Brightman, Kesha e persino Patrick Page, che presta la sua voce baritonale a uno dei demoni più potenti dell’Hellaverse, il temibile Satana.

E fidatevi: se potete, guardate Helluva Boss in lingua originale. Gli attuali fandub italiani, sebbene apprezzabili, non riescono a rendere giustizia alla complessità delle performance vocali originali.

Colonne sonore da urlo (in tutti i sensi)

Un altro dei grandi punti di forza di Helluva Boss? La musica!
Vivziepop ha saputo replicare (e in certi momenti persino superare) la magia musicale di Hazbin Hotel. Brani come Just Look My Way di Stolas sono diventati veri e propri inni per i fan, macinando milioni di visualizzazioni su YouTube.
Ogni canzone non è mai fine a sé stessa, ma serve a scavare più a fondo nei personaggi, amplificandone emozioni e conflitti interiori. Un vero regalo per chi ama l’animazione che non si limita a intrattenere, ma sa anche emozionare.

L’Hellaverse si espande

Con l’approdo su Prime Video, non solo avremo la possibilità di vedere Helluva Boss in qualità ancora migliore, ma potremo finalmente esplorare più a fondo l’intero inferno ideato da Vivziepop. Se Hazbin Hotel era incentrato principalmente su Pentagram City e sull’Anello dell’Orgoglio, Helluva Boss ci ha già permesso di dare uno sguardo agli altri Anelli governati dai diversi Peccati Capitali.

Un vero viaggio in una società demoniaca complessa, stratificata e incredibilmente affascinante, dove ogni anello ha le sue regole, le sue follie e le sue leggende. E con il nuovo accordo con Prime Video, c’è da scommettere che ne vedremo delle belle!

Un futuro di fuoco (e successi)

Vivienne Medrano, nel suo messaggio di ringraziamento, ha espresso tutta la sua gratitudine a Prime Video per il supporto ricevuto e l’entusiasmo nel permettere a SpindleHorse Toons di espandere l’Hellaverse senza sacrificare l’indipendenza creativa. E noi fan non potremmo essere più felici: vedere una realtà indipendente raggiungere traguardi così importanti senza perdere la propria anima è una vera rarità.

Come ha detto la stessa Vivzie:
“È un sogno che si avvera poter raccontare queste storie e non vedo davvero l’ora che possiate vedere cosa abbiamo in serbo per voi!”.

E allora, cosa aspettate? Se ancora non siete saliti a bordo del treno infernale di Helluva Boss, questo è il momento perfetto per farlo. L’inferno non è mai stato così brillante, musicale e… irresistibilmente dissacrante.

Rick and Morty 8: il multiverso è di nuovo aperto, e il caos è servito!

Era ora, diciamocelo. Dopo un’attesa che è sembrata più lunga di una fuga interdimensionale senza portale di ritorno, Rick and Morty sta finalmente per tornare. Il teaser dell’ottava stagione è arrivato come una scossa elettrica nei cuori (e nei cervelli) dei fan, proprio durante le festività pasquali — e, ovviamente, non poteva che essere bizzarro, surreale e totalmente fuori di testa. Cioè, parliamo di un mondo pasquale alternativo: conigli alieni? Uova esplosive? Crociate interplanetarie a colpi di cioccolato fuso? Tutto è possibile quando si parla della mente geniale (e disturbata) di Rick Sanchez. Il ritorno della serie, fissato per il 25 maggio 2025 su Adult Swim, segna la fine di un lungo stop causato dagli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA che hanno bloccato mezzo panorama televisivo nel 2024. Ma come ogni buona saga sci-fi che si rispetti, anche Rick and Morty torna più forte di prima, con una stagione che promette non solo di farci ridere fino alle lacrime, ma anche di spararci dritti in faccia tutto il caos narrativo che solo un multiverso può offrire.

Questa nuova stagione rappresenta un punto di svolta. Dopo più di 17 mesi senza nuovi episodi, i fan sono affamati — e non parlo solo di pizza e snack da binge-watching. Parlo di quella fame di storie strane, provocatorie, che ti fanno ridere e poi ti lasciano con l’ansia esistenziale. Parlo del tipo di televisione che Rick and Morty ha saputo creare sin dal primo episodio: irriverente, intelligente, imprevedibile.E non finisce qui. Durante il New York Comic Con, Adult Swim ha annunciato il rinnovo della serie fino alla dodicesima stagione. Sì, dodici stagioni. Un numero quasi mitico per una serie animata che ha saputo mantenere alta la qualità (e l’assurdità) stagione dopo stagione. Un traguardo che pochi show possono vantare, ma che Rick e Morty sembrano aver conquistato con la stessa facilità con cui Rick lancia una granata quantica per distruggere una dimensione.

Con l’ingresso di Ian Cardoni e Harry Belden nei panni vocali di Rick e Morty, la serie apre anche a un nuovo corso. Molti si sono chiesti se l’atmosfera originale si sarebbe persa per strada. Ma a giudicare dal trailer e dalle prime indiscrezioni, lo spirito anarchico e dissacrante dello show è più vivo che mai. Anzi, sembra quasi di tornare agli inizi, quando ogni episodio era un esperimento narrativo improvvisato e potenzialmente esplosivo. E diciamocelo, Rick and Morty non è solo una serie animata: è un’esperienza. È quella sensazione di stare guardando qualcosa che non dovrebbe funzionare — e invece funziona alla grande. È la perfetta alchimia tra fantascienza e demenzialità, tra parodia e riflessione esistenziale, tra il “wow” e il “ma che cavolo sto guardando?”.

Il conto alla rovescia è cominciato

Manca poco al ritorno di Rick, Morty e compagnia. Il 25 maggio è dietro l’angolo, e noi siamo pronti. Pronti a ridere, a farci esplodere la testa con teorie strampalate, e a perderci di nuovo in un multiverso dove tutto è possibile. Dove il nonsense regna sovrano, ma ogni tanto lascia spazio anche a qualche verità scomoda. Dove ogni episodio è un viaggio — a volte letterale, a volte emotivo — che ci ricorda quanto può essere folle e meravigliosa la TV quando osa davvero.E allora, siete pronti a saltare di nuovo nell’abisso con Rick e Morty? Avete lucidato i portali? Caricato le pistole laser? Sistemato i cristalli temporali? Fatecelo sapere nei commenti qui sotto o condividete questo articolo sui vostri social per trovare altri fan in attesa come voi. Perché una cosa è certa: Rick and Morty è tornato… ed è più “Rick” che mai.

Monster High: World’s Scare – La Nuova Miniserie di Fumetti Che Celebra le Differenze e l’Innovazione Mostruosa

Per tutti gli appassionati di Monster High e della cultura nerd, è arrivato il momento di prepararsi a un’avventura davvero unica. A luglio, infatti, arriverà Monster High: World’s Scare, una nuova miniserie di fumetti che promette di conquistare vecchi e nuovi fan della saga. Questa produzione esclusiva nasce dalla collaborazione tra Mattel e IDW Publishing, e Nerdist ha l’onore di rivelarla in anteprima. Se vi siete già innamorati delle creature mostruosamente stilose che popolano il mondo di Monster High, non potete assolutamente perdere questa nuova e affascinante storia.

La Magia di Monster High: Un Viaggio tra Mostri e Diversità

Ma cos’è esattamente Monster High? Per chi non lo sapesse, questa serie è nata nel 2010 come una linea di bambole di Mattel, ma in breve tempo ha conquistato milioni di cuori in tutto il mondo, trasformandosi in un vero e proprio fenomeno culturale. Il concept alla base di Monster High è tanto semplice quanto geniale: racconta le avventure di un gruppo di teenagers, figli di mostri famosi, che frequentano una scuola dove l’individualità e la “mostruosità” sono celebrati. Un mix di horror, moda e inclusività che ha dato vita a una serie animata web, la quale è andata in onda dal 2010 al 2018, ed è tornata alla ribalta nel 2018 con un reboot che ha affascinato ancora di più i fan.

Ryan Ferguson, capo globale della pubblicazione di Mattel, sottolinea come il fascino di Monster High risieda nella sua capacità di toccare il cuore di lettori provenienti da ogni angolo del mondo. “Monster High celebra ciò che ci rende unici, e i nostri collaboratori di IDW Publishing sono riusciti a catturare questo spirito magnificamente”, afferma Ferguson. “Non vediamo l’ora che i fan si immergano in queste nuove avventure e scoprano di più su questi personaggi iconici, celebrando la loro individualità come solo Monster High sa fare.”

Monster High: World’s Scare – Una Nuova Miniserie da Non Perdere

Con Monster High: World’s Scare, la saga si arricchisce di una nuova miniserie che vede protagonista Frankie Stein e la sua inseparabile Boo Crew, impegnati in un’inedita sfida. I nostri mostruosi eroi parteciperanno al “World’s Scare”, una competizione che richiama le fiere mondiali del XIX secolo, dove mostri e creature di ogni tipo presentano le loro invenzioni più straordinarie. Un’occasione per esplorare il misterioso mondo della scienza mostruosa, ma anche un tributo emozionante al padre di Frankie, il celebre Professor Frankenstein. La miniserie non solo offrirà nuove emozionanti avventure, ma risponderà anche a domande che i fan si pongono da tempo. Chi c’era davvero dietro la misteriosa alleanza con Lothar? Cosa sta succedendo con il quaderno di Frankenstein? E, soprattutto, chi è il misterioso CryptCrier? Con la sceneggiatura di Jacque Aye e i disegni di Caroline Shuda, Monster High: World’s Scare si preannuncia come un viaggio ricco di colpi di scena e sorprese.

Un Fumetto per Tutti: Fan Vecchi e Nuovi

Una delle cose che ha reso Monster High un fenomeno globale è la sua capacità di abbracciare la diversità. Questo nuovo capitolo non fa eccezione, celebrando l’inclusività e l’originalità dei suoi personaggi. Sia che si tratti di un fan di vecchia data, che conosce ogni dettaglio della saga, sia che si tratti di un neofita, Monster High: World’s Scare è pensato per tutti. La trama avvincente, ricca di mistero e sorprese, è perfetta per chi ama le storie dove l’individualità è non solo accettata, ma addirittura celebrata. E per i collezionisti, non mancano neanche le bellissime copertine alternative, come quella del primo numero, un’opera d’arte da non lasciarsi sfuggire, firmata da Betsy Cola.

Quando Esce e Dove Acquistarlo

Se non vedete l’ora di mettere le mani su Monster High: World’s Scare, sappiate che il primo numero arriverà negli States a luglio. Con un numero doppio che promette di farvi vivere un’esperienza ricca di colpi di scena, la serie si comporrà di cinque numeri, ognuno dei quali sarà un piccolo capolavoro per i fan.

Fonte: nerdist.com.

Yu-Gi-Oh! The Chronicles: il ritorno che stavamo aspettando (e forse non sapevamo nemmeno quanto)

C’è qualcosa di unico, di quasi magico, quando Yu-Gi-Oh! torna a far parlare di sé. Da appassionato di anime e giochi di carte collezionabili da decenni – sì, ero uno di quei ragazzini che guardava Yugi combattere contro Kaiba mentre stringeva forte il proprio Deck nella speranza che anche il mio avesse un “Cuore delle Carte” – posso dirlo senza esitazione: Yu-Gi-Oh! CARD GAME THE CHRONICLES è la novità che serviva per far tornare a pulsare il cuore del duellante che è in ognuno di noi. Non è solo questione di nuove carte o di espansioni, e nemmeno dei tornei che ormai pullulano online e offline. Qui parliamo di qualcosa di diverso. Di più profondo. The Chronicles è un progetto animato che punta a fare ciò che tutti i veri fan desiderano: raccontare. Raccontare davvero. Farci entrare dentro le storie nascoste, spesso solo sussurrate, dietro alcune delle carte più iconiche del gioco. E lo fa con uno stile che è puro amore per il franchise.

Un anime, mille storie: i mostri diventano protagonisti

Il primo episodio – Sky Striker Ace I: Sky Striker Ace – Raye – è già disponibile sul canale YouTube ufficiale Yu-Gi-Oh! OCG, ed è un’autentica chicca. Non si limita a mostrarci la bellissima (e tosta) Raye in azione, ma ci fa entrare nel suo mondo. Un mondo di tecnologia avanzata, atmosfere cyberpunk, conflitti personali e strategia. La Sky Striker non è solo un archetipo potente e amato, è un simbolo della nuova generazione di duellanti. E vederla animata con tanta cura, con uno stile visivo raffinato e una narrazione intensa, è un regalo per chi, come me, non si accontenta di pescare una carta, ma vuole capirne l’anima. Ogni mese, un nuovo episodio. A maggio toccherà a Roze, la rivale (e in parte specchio) di Raye, e a giugno ci sarà uno dei confronti più attesi: The Fallen & The Virtuous, con protagonisti Caduto di Albaz e Dogmatika Ecclesia, la Virtuosa. Due carte che, negli ultimi anni, hanno ridefinito il concetto di lore dentro Yu-Gi-Oh!, tessendo trame complesse che aspettavano solo di prendere vita in un anime.

Il progetto è prodotto da KONAMI animation, uno studio nato nel 2024 proprio con l’idea di espandere le IP di Konami nel mondo dell’animazione. E devo dire che l’intento è più che riuscito. Lo stile è moderno, con una qualità tecnica che fa dimenticare l’epoca delle animazioni statiche dei primi duelli di Yugi. Ogni movimento è studiato, ogni frame racconta, ogni sequenza di battaglia è un concentrato di emozioni.Chi ama l’universo di Yu-Gi-Oh! sa quanto sia importante il legame tra le carte e la narrazione. Non si tratta solo di numeri, ATK e DEF. Si tratta di storie, e questa serie le valorizza tutte.

Non è un semplice “contenuto promozionale”, come potrebbe suggerire il nome completo Promotional Short Anime Series. È un vero e proprio viaggio. Una riscoperta. Un’ode all’immaginario che ci ha cresciuti, trasformando semplici carte in portali per mondi fantastici.

E la cosa meravigliosa è che è gratis. Tutti gli episodi saranno disponibili su YouTube, aperti a chiunque voglia rientrare, anche solo per un attimo, in quell’universo dove i duelli si combattono anche con l’anima.

Io ho già attivato le notifiche. Ogni nuova uscita sarà un piccolo evento, una finestra su un universo che non smette mai di evolversi.

La nostalgia incontra l’innovazione

C’è un motivo per cui Yu-Gi-Oh! non passa mai di moda. Perché è più di un gioco, più di un anime. È una comunità. È un linguaggio condiviso tra generazioni di fan. E con The Chronicles, Konami ci dice: “Siamo ancora qui. E abbiamo ancora tantissimo da raccontare”.

Allora non resta che accendere lo schermo, preparare qualche snack e tuffarsi in queste nuove storie. E magari, mentre guardi Raye affrontare il suo destino, ti verrà voglia di rispolverare il tuo vecchio Deck e ricordarti perché tutto è cominciato.

Io l’ho già fatto.

E tu? Hai già visto il primo episodio? Hai una carta Sky Striker preferita? Parliamone! Condividi l’articolo sui tuoi social e fammi sapere nei commenti cosa ne pensi di questo nuovo capitolo animato dell’universo Yu-Gi-Oh!

The Rotten Fruit: L’animazione macabra di Eli Roth arriva su WeShort con una serie che scuote e diverte

Con il suo marchio di fabbrica di orrore estremo e narrazioni scomode, Eli Roth, regista e produttore noto per pellicole come Cabin Fever e Hostel, si lancia in un’avventura animata in stop motion che è tanto grottesca quanto irresistibile. The Rotten Fruit non è solo una serie animata, è un tuffo nell’assurdo, nel folle e nel disgustoso, dove la musica rock incontra il caos della frutta avvelenata.

La serie, che da oggi è disponibile in esclusiva sulla piattaforma di cortometraggi WeShort, offre otto episodi in un mix di umorismo nero e critica sociale. Creata da Roth in collaborazione con il suo amico d’infanzia e produttore Noah Belson, The Rotten Fruit racconta le gesta di una band di frutta (e una carota), il cui comportamento sociopatico e violento va ben oltre ogni limite di decenza. Con una tagline che dice tutto: “They drink. They shag. They rock. They’re fruit.” (Bevono, scopano, fanno rock. Sono frutta.), la serie non si preoccupa di scandalizzare e di sfidare ogni convenzione.

Lanciata originariamente su z.com più di vent’anni fa, The Rotten Fruit è stata una delle prime opere ad abbracciare un formato di animazione che mescola il grotesco con il satirico. Ora, con il 25° anniversario alle porte, Roth e Belson hanno deciso di riportarla in vita, aggiungendo due episodi inediti e rendendola disponibile gratuitamente per una settimana. Una scelta che non solo celebra il passato, ma lancia anche una nuova era per il duo creativo.

Un ritorno al caos

Cosa rende The Rotten Fruit così affascinante? È il suo approccio senza freni all’assurdo, la sua visione senza censure di un mondo in cui ogni regola sociale è violata per puro divertimento. I membri della band non sono solo frutta in senso metaforico, ma veri e propri frutti in carne (o buccia) e ossa, che agiscono come un gruppo di rockstar fuori controllo, le cui disavventure spaziano dai disordini nei concerti ai rapimenti dei critici, dalle lotte con le boy band alla guerra contro la pirateria musicale. Ma non finisce qui: la serie prende una piega ancora più bizzarra con episodi come We Are The World, dove la band tenta di realizzare una canzone di beneficenza, ma la situazione deraglia completamente, o con Cancer Boy, che vede la band registrare una traccia per un frutto malato, con risultati disastrosi e irriverenti.

La serie è una continua provocazione, un gioco di maschere in cui il comico si mescola al macabro. In ogni episodio, la violenza, l’ironia e il surreale si intrecciano in un mix che fa ridere e inquieta allo stesso tempo. È un’analisi spietata e grottesca del mondo della musica e della celebrità, ma anche della nostra cultura contemporanea.

La genesi di un cult

Roth, ormai famoso per le sue opere horror che escono dal solco del genere, ha sempre avuto un amore per il surreale e per l’irriverenza. Insieme a Belson, ha dato vita a un progetto che affonda le radici in una passione adolescenziale per il cinema, la comicità e l’assurdo. Il risultato è una serie che non solo sdrammatizza il mondo della musica rock, ma lo trasforma in qualcosa di completamente nuovo, mescolando il macabro e l’intrattenimento con una visione completamente personale e audace.

Non è un caso che molti di questi episodi abbiano anticipato temi e tecniche che Roth avrebbe poi esplorato nelle sue pellicole più note. La sua capacità di mescolare il grottesco con la comicità, di spingere i limiti dell’umorismo nero e della violenza, è ciò che rende The Rotten Fruit tanto affascinante. È un’opera che, pur mantenendo un aspetto spensierato e quasi infantile grazie alla tecnica del claymation, porta avanti una riflessione sottile, ma provocatoria, sulla società e sul potere della cultura pop.

La ripresa di un’icona underground

Il ritorno di The Rotten Fruit su WeShort segna anche l’inizio di una nuova fase nella carriera di Roth, che non solo riafferma il suo legame con il mondo dell’animazione, ma entra anche nel mondo della distribuzione di cortometraggi. Con il supporto di WeShort, Roth intende dare visibilità a nuovi registi e giovani talenti dell’orrore, proprio come aveva fatto con Cabin Fever, il suo primo film che ha visto la luce grazie anche ai fondi raccolti attraverso la distribuzione di questi corti.

La collaborazione con WeShort non è solo una celebrazione di The Rotten Fruit, ma anche una porta aperta per il futuro dell’industria dell’horror e del cortometraggio. Roth e Belson, con la loro visione spietata e creativa, hanno dimostrato che anche il formato breve può essere una piattaforma potente per esplorare temi inquietanti e innovativi. E chissà, se The Rotten Fruit avrà il successo che merita, potrebbe anche esserci una reunion della band di frutta più scatenata della storia.

Se siete fan dell’ironia più nera, delle storie che sfidano le convenzioni e dell’animazione che non ha paura di andare oltre i limiti del gusto, The Rotten Fruit è un viaggio che non potete perdere. Tra le mani di Eli Roth e Noah Belson, questo progetto ribelle e dissacrante ha una potenza inaspettata, capace di farvi ridere, riflettere e, soprattutto, restare colpiti. Un’animazione che non si limita a intrattenere, ma che scuote davvero lo spettatore, facendo di ogni episodio un’esperienza intensa e memorabile. Non è solo una serie, è un cult che sta aspettando di essere riscoperto da una nuova generazione.

“Love, Death & Robots” torna su Netflix con la sua quarta stagione: il ritorno dell’animazione, horror, fantascienza e humor

Love, Death & Robots sta per tornare su Netflix con la sua attesissima quarta stagione, e i fan non potrebbero essere più entusiasti. Dopo un’assenza di tre anni, finalmente la serie animata che ha conquistato il pubblico con il suo mix unico di fantascienza, horror e humor assurdo farà il suo ritorno il 15 maggio 2025. Con dieci nuovi episodi, la quarta stagione promette di continuare a esplorare territori imprevedibili, con storie che spaziano dai gladiatori dinosauri a gatti messianici, fino a rock star di marionette, il tutto attraverso una varietà di stili visivi che rendono la serie un’esperienza visiva senza pari.

Dietro la nuova stagione ci sono ancora i grandi nomi di Tim Miller, il regista di Deadpool e Terminator: Dark Fate, e David Fincher, noto per Mindhunter e The Killer, che hanno confermato il loro impegno nel portare sullo schermo storie di qualità, mescolando il meglio di animazione all’avanguardia, horror, e scienza-fantascienza. Con Jennifer Yuh Nelson, regista di Kung Fu Panda 2 e Kill Team Kill, che torna come direttore supervisore, la quarta stagione promette non solo di mantenere gli alti standard che la serie ha stabilito, ma anche di spingersi oltre con nuove visioni artistiche.

Ogni episodio della serie è stato sempre una sorpresa, capace di mescolare l’incredibile con l’assurdo, e la quarta stagione non sembra voler fare eccezione. Gli appassionati di Love, Death & Robots sanno bene che questa serie non ha paura di esplorare il lato più oscuro e selvaggio dell’animo umano, mescolando umorismo nero e sci-fi a riflessioni profonde. Non è solo un colpo d’occhio visivo: è un viaggio in mondi che, pur essendo completamente fantastici, si riflettono in modo inquietante nel nostro presente.

In attesa del debutto, Netflix ha rilasciato alcune immagini in anteprima che offrono uno sguardo sui diversi stili artistici che caratterizzeranno questa stagione. Come sempre, Love, Death & Robots si distingue per la sua capacità di evolversi stilisticamente, con ogni episodio che sfida i limiti dell’animazione tradizionale e spinge verso nuove forme di espressione visiva.

La serie ha conquistato una legione di fan sin dal suo debutto nel 2019, raccogliendo premi e riconoscimenti lungo il suo cammino. Non a caso, Love, Death & Robots ha vinto ben 13 Emmy Awards, consolidando il suo status di serie di culto tra gli amanti delle animazioni per adulti. La terza stagione ha visto trionfare il corto Jibaro, che ha vinto l’Emmy per il miglior risultato individuale nell’animazione, e con la quarta stagione, ci si aspetta sicuramente un’altra ondata di successi.

Nel corso degli anni, la serie ha visto la partecipazione di attori di primo piano nel ruolo di doppiatori, tra cui Mary Elizabeth Winstead, Joel McHale e John DiMaggio. Ma ciò che rende davvero unica questa serie è il suo approccio radicale all’animazione per un pubblico maturo. Tim Miller, durante un’intervista all’Annecy International Animation Film Festival nel 2021, ha spiegato che l’intento originale della serie era proprio quello di colmare il vuoto nell’animazione per adulti, un settore che, a suo parere, era rimasto troppo indietro rispetto agli standard di qualità a cui ci hanno abituato giganti come Pixar e DreamWorks nel mondo dell’animazione per bambini.

Questa quarta stagione di Love, Death & Robots si preannuncia come una delle più folli e affascinanti di sempre. Con l’incredibile libertà creativa che i suoi creatori si sono concessi, i fan possono aspettarsi di tutto: dai viaggi nel tempo agli universi paralleli, dalle creature aliene ai robot che sfidano l’umanità. La serie non è solo un’esplorazione dei confini dell’animazione, ma anche un’esperienza che mescola il grottesco con il sublime, il comico con il terrificante.

Con il ritorno di Love, Death & Robots, Netflix conferma ancora una volta la sua capacità di offrire contenuti innovativi e di qualità, capaci di attrarre sia il pubblico di appassionati di animazione che gli amanti della fantascienza e dell’horror. Non resta che prepararsi per il 15 maggio, quando il mondo di Love, Death & Robots riaprirà le sue porte, pronto a regalarci ancora una volta storie straordinarie, visivamente mozzafiato e narrativamente imprevedibili.

Il ritorno di Phineas e Ferb: il revival che tutti stavano aspettando

Nel mondo dell’animazione, pochi titoli sono riusciti a lasciare un’impronta tanto duratura quanto Phineas e Ferb. La serie, creata da Dan Povenmire e Jeff “Swampy” Marsh, ha conquistato il cuore di milioni di fan con le sue esilaranti invenzioni, i piani assurdi per riempire le vacanze estive e i memorabili momenti di puro divertimento. Ora, a distanza di dieci anni dalla conclusione della serie originale, Phineas e Ferb sta per tornare con un progetto revival che promette di riportare in vita l’energia e la creatività che hanno reso i due fratelli protagonisti di un vero e proprio fenomeno.

La notizia che ha fatto impazzire i fan è arrivata il 13 gennaio 2023, quando Disney ha annunciato ufficialmente che la serie sarebbe tornata con due nuove stagioni, per un totale di 40 episodi. Un ritorno tanto atteso che ha fatto drizzare le antenne a chiunque abbia vissuto le avventure di Phineas e Ferb durante la loro prima messa in onda. La serie, che nel frattempo è diventata una parte fondamentale della cultura pop, aveva chiuso i battenti nel 2015, ma il suo spirito di innovazione e di divertimento non ha mai smesso di affascinare, soprattutto con il boom dello streaming.

Il revival, che debutterà il 5 giugno 2025 su Disney Channel e il giorno successivo su Disney+, segna un ritorno trionfale. Non solo la serie sarà disponibile per una nuova generazione di spettatori su Disney+, ma anche i fan di vecchia data, che hanno vissuto la serie su Disney Channel, avranno il piacere di rivedere i loro personaggi preferiti. Il primo episodio sarà anche disponibile su YouTube, un’ulteriore mossa per assicurarsi che tutti possano tornare a fare il tifo per Phineas, Ferb, Candace, Perry e l’immancabile Dottor Doofenshmirtz.

La nuova stagione inizierà con due episodi e, nel corso della stagione, verranno rilasciati altri episodi, tutti disponibili in streaming su Disney+. La prima parte della stagione consisterà in 20 episodi, con i primi 10 in arrivo a breve. Ogni episodio seguirà la classica struttura della serie, composta da due segmenti di 11 minuti ciascuno, ognuno con trame autonome ma collegate da una narrativa più ampia. Come sempre, il motore delle storie sarà l’inventiva dei due protagonisti, Phineas e Ferb, che ancora una volta si troveranno a creare invenzioni folli e piani improbabili, mettendo in scena ogni volta un’avventura nuova e ricca di sorprese.

Non poteva mancare la classica lotta tra Candace, la sorella maggiore dei due, e i suoi fratelli. Determinata come sempre a smascherare le loro invenzioni, Candace non perderà occasione per cercare di fermare i fratelli, dando vita a scene comiche che saranno sicuramente un punto fermo del revival. E poi c’è sempre il Dottor Doofenshmirtz, l’antagonista goffo e maldestro, pronto a sventolare i suoi piani malvagi per conquistare la Tri-State Area. Come ogni fan sa, nulla può fermare Doofenshmirtz nel suo perpetuo tentativo di riuscire in un’impresa che, inevitabilmente, si risolverà in un fiasco.

La squadra di creatori della serie torna in blocco per questo revival, con Dan Povenmire e Jeff “Swampy” Marsh alla regia, assicurando continuità con il tono che ha reso famosa la serie. E, ovviamente, i doppiatori storici Vincent Martella e David Errigo Jr. torneranno nei panni di Phineas e Ferb, mentre Ashley Tisdale riprenderà il suo ruolo di Candace. Non dimentichiamo poi Dan Povenmire, che tornerà anche a doppiare il Dottor Doofenshmirtz, mentre Dee Bradley Baker sarà ancora una volta Perry l’ornitorinco, l’agente segreto più amato del piccolo schermo.

Con il ritorno della serie, i fan si aspettano di vivere nuove avventure, nuove invenzioni e nuovi momenti memorabili. La trama riprenderà un anno dopo gli eventi dell’ultima stagione, con i due fratelli pronti a vivere un’altra estate ricca di sfide e stravaganze. Tra i momenti più attesi c’è sicuramente la possibilità che i ragazzi battano nuovi record mondiali, mentre Candace cercherà di ottenere la patente e Perry, il nostro adorato ornitorinco, farà una visita tanto attesa dal veterinario. Le dinamiche di gruppo saranno sempre al centro della narrazione, con momenti di risate, invenzioni incredibili e la solita energia che ha caratterizzato ogni episodio delle passate stagioni.

Per i fan che non vedono l’ora di immergersi nuovamente nell’universo di Phineas e Ferb, Disney ha anche previsto un’anteprima speciale il 26 maggio 2025, che sarà trasmessa su Disney Channel, Disney XD e sul canale YouTube ufficiale della Disney. Un modo perfetto per ingannare l’attesa e prepararsi al ritorno dei fratelli più geniali della televisione.

Se il revival avrà il successo sperato, non è escluso che la Disney decida di riportare in vita altre serie animate amate dal pubblico. La possibilità di vedere un ritorno di Kim Possible è stata già lanciata da alcuni fan, che sperano che il revival di Phineas e Ferb possa aprire la strada a nuove produzioni e a un ritorno dei grandi successi del passato. In ogni caso, il 5 giugno 2025 sarà una data che tutti i fan della serie non dimenticheranno. Il revival di Phineas e Ferb è pronto a fare il suo ingresso su Disney Channel e Disney+, e noi non possiamo che aspettarci una nuova ondata di risate, invenzioni e avventure, che renderanno questa estate ancora più speciale.

Smallville ritorna (forse) in versione animata: il sogno mai sopito di rivedere Clark e Lex insieme

C’è un momento preciso che ogni fan di Smallville ricorda con una stretta al cuore. È quel giorno del 2021 in cui Tom Welling, il nostro eterno Clark Kent, apparve in un video sui social con un sorriso che diceva tutto: «Io e Michael Rosenbaum stiamo lavorando a una serie animata per riportare in vita quei personaggi e utilizzare il maggior numero possibile di membri del cast originale». Boom. Internet in subbuglio. Il cuore di noi nerd esploso in mille frammenti di nostalgia. Perché sì, anche a distanza di anni dalla fine della serie, Smallville non è mai uscita davvero dal nostro radar affettivo.

Ma prima di sognare troppo, facciamo un passo indietro. Per chi, in un universo parallelo, si fosse perso la serie, Smallville è andata in onda dal 2001 al 2011, regalandoci dieci stagioni dense, intense, e a tratti persino poetiche, sulle origini dell’Uomo d’Acciaio. Non il Superman già adulto e imbattibile, ma il giovane Clark Kent alle prese con i turbamenti dell’adolescenza, con il primo amore, con la scoperta della sua vera natura aliena, e con quel destino scomodo che si porta addosso come un mantello invisibile.

Io avevo quindici anni quando è uscita la prima puntata. Ricordo ancora l’effetto devastante della sigla (“Somebody saaaaaaave meeee…”) che partiva e mi catapultava in quella Smallville rurale e misteriosa, con campi di mais, meteoriti e segreti in ogni angolo. Tom Welling era il Clark perfetto: silenzioso, riflessivo, pieno di conflitti interiori. E Michael Rosenbaum… accidenti, che Lex Luthor! Carismatico, ambiguo, con una profondità emotiva che raramente ho rivisto in altri adattamenti del personaggio.

La serie non era solo un prequel supereroistico: era un’epopea adolescenziale travestita da sci-fi, un mix riuscitissimo di soap drama e action, con una regola aurea che la distingueva da qualsiasi altra incarnazione dell’Azzurrone: “No tights, no flights”. Nessuna calzamaglia, nessun volo. Almeno fino a un certo punto.

Certo, col tempo le cose sono cambiate. Dalla quinta stagione in poi, Smallville ha iniziato a mettere da parte le atmosfere da high school per abbracciare un tono più maturo. Sono arrivati nuovi personaggi dal vasto universo DC (Oliver Queen! Martian Manhunter! Black Canary!) e la storia ha iniziato a preparare seriamente la transizione verso l’eroe che Clark sarebbe diventato. Ma sempre con quel ritmo tutto suo, fatto di evoluzioni lente, scelte morali e pathos ben dosato. Lo ammetto: ho pianto. Più di una volta.

E poi il gran finale, nel 2011. Dieci anni. Un viaggio. Una chiusura che lasciava tanto nel cuore e qualche filo narrativo ancora lì, sospeso nell’aria. Da allora, sono passati oltre dieci anni, eppure Smallville continua a vivere nei rewatch, nei forum, nei meme, nei cosplay, nei fumetti che hanno proseguito la storia. E nel desiderio costante di un ritorno.

Ed è qui che torna il famoso annuncio del 2021. Una serie animata? Con le voci originali? Magari con nuove storie ambientate dopo il finale? Per noi fan era come aprire un portale su Terra-2 dove tutto è ancora possibile. L’entusiasmo è stato contagioso, ma… poi? Che fine ha fatto quel progetto?

Purtroppo, la realtà dell’industria è meno romantica dei nostri sogni nerd. In una recente intervista, Alfred Gough, uno dei papà di Smallville, ha spiegato che i cambiamenti interni alla Warner Bros.—in particolare la fusione aziendale e il reboot cinematografico di Superman voluto da James Gunn—hanno congelato qualsiasi piano concreto. «Stanno per fare un nuovo Superman, e questo purtroppo blocca il nostro progetto», ha detto Gough. Una doccia fredda. Anche se, a voler essere sinceri, non tutto è perduto.

C’è ancora una scintilla di speranza. Perché Gough non ha escluso del tutto l’idea di una rinascita animata, magari in un futuro prossimo, con nuovi mezzi, nuove energie, e un fandom sempre affamato. E onestamente? Non sarebbe la prima volta che un progetto considerato morto risorge dalle ceneri grazie alla passione dei fan. Lo abbiamo visto succedere con Veronica Mars, con Firefly, con Futurama. Perché non Smallville?

E immaginate il potenziale: una serie animata che ci riporti nel mondo di Clark, magari con flashback, con nuovi personaggi DC introdotti nello stile inconfondibile della serie originale. Con i doppiaggi originali, le musiche epiche, e soprattutto quell’equilibrio unico tra dramma umano e mitologia supereroistica che ha reso Smallville qualcosa di più di una semplice serie tv.

Io ci spero ancora. E continuerò a sperarci finché non sentirò di nuovo quel “Somebody save me” rimbombare dal mio televisore. Perché Smallville, almeno per me, non è solo una serie. È un pezzo di adolescenza, un insegnamento di speranza, e la prova che ogni eroe nasce prima di tutto da un grande cuore.

E voi? Cosa vi ha lasciato Smallville? Avete ancora la scatola dei DVD consumata a forza di rewatch come me? Vi piacerebbe una serie animata? Scrivetemelo nei commenti qui sotto o condividete l’articolo sui vostri social. Clark e Lex non aspettano altro che sentire la vostra voce!

Saint Cloth Series – I modellini de I Cavalieri dello Zodiaco

Nel panorama delle produzioni legate all’universo di Saint Seiya, un importante evento attende i fan italiani: il 11 maggio 2025, Saint Seiya Vintage Italia darà alle luce il volume “Saint Cloth Series – I modellini de ‘I Cavalieri dello Zodiaco”, un’opera monumentale di ben 324 pagine che si promette di svelare in dettaglio la storia e l’evoluzione della serie di action figure Saint Cloth Series, una delle linee più iconiche create da Bandai. Questo volume approfondisce la genesi e la fortuna di queste statuette che hanno segnato un’epoca, esaminando la creazione dei “Cloth” (armature) che hanno fatto la storia del merchandising legato al celebre anime.

La saga I Cavalieri dello Zodiaco, creata da Masami Kurumada, debutta nel 1986 come manga e successivamente diventa una serie animata di 114 episodi, producendo numerosi film, musical, videogiochi e merchandising. Uno degli aspetti più amati del franchise sono le action figure vintage, prodotte principalmente negli anni ’80 e ’90 da Bandai, che hanno conquistato i collezionisti per la loro qualità e la fedeltà ai personaggi dell’anime. Realizzate in metallo e plastica, queste figure, dotate di articolazioni per pose dinamiche, sono diventate oggetti di culto, con alcuni modelli che hanno acquisito un notevole valore collezionistico grazie alla loro rarità e alla passione di una vivace comunità di appassionati.

Il concetto iniziale della Saint Cloth Series era quello di produrre delle bambole, ma il tocco distintivo stava nell’idea di vestire i personaggi di armature metalliche, realizzate in lega di zinco. L’operazione venne battezzata con il nome di Super Alloy Saint Seiya, un omaggio alla fusione tra il materiale die-cast e l’universo di Saint Seiya, e la collezione divenne ben presto un successo. Il primo set di giocattoli, lanciato nel 1986, includeva i “Bronze Cloths”, ovvero le armature dei protagonisti principali: Seiya (Pegasus), Shiryu (Dragon), Hyoga (Cygnus), Shun (Andromeda) e Ikki (Phoenix). Tuttavia, nonostante l’entusiasmo iniziale, le vendite stentavano a decollare. Per i primi tre mesi, la linea non registrava i numeri sperati, ma quando l’anime iniziò a guadagnare popolarità durante il Silver Chapter, le vendite dei giocattoli aumentarono in modo esponenziale. Un’importante campagna promozionale, iniziata nel gennaio del 1987, lanciò la Gold Cloth, un prodotto destinato a diventare leggendario tra i collezionisti.

Nel corso degli anni, Bandai rilasciò numerosi set ed edizioni limitate, espandendo la linea con nuove armature, come quelle dei Cavalieri d’Oro (Aries Mu, Taurus Aldebaran, Gemini Saga, solo per citarne alcuni), e l’introduzione delle armature nere. Queste edizioni, inizialmente pensate come prodotti esclusivi per i “cattivi”, si rivelarono un successo tale che Bandai dovette fare i conti con un’impennata della domanda, spingendo il marchio a rivedere la sua strategia di vendita. Altri momenti salienti di questa saga includono il lancio delle “God Robes” e delle “Scale”, armature di nuova concezione ispirate ai più potenti guerrieri dell’universo di Saint Seiya. Tra queste, spiccano i personaggi legati alle saghe più recenti, come i Cavalieri di Poseidone e quelli dell’Olimpo. Ogni nuovo prodotto, frutto della collaborazione tra Bandai, Toei e il disegnatore Masami Kurumada, diveniva un pezzo da collezione ambito, grazie anche alla qualità della realizzazione e alla fedeltà al design originale dell’anime e del manga.

Il volume “Saint Cloth Series – I modelli de ‘I Cavalieri dello Zodiaco”, che verrà pubblicato il prossimo maggio, rappresenta quindi una vera e propria enciclopedia della linea di giocattoli Saint Cloth Series, esplorando la loro evoluzione nel tempo, dalla prima generazione di Bronze Cloths fino alle versioni più recenti. Il libro racconta anche gli aspetti meno noti della produzione, come l’influenza di Mobile Suit Gundam sul design degli elmi delle armature e il costante dialogo tra Bandai e i designer giapponesi, che hanno contribuito a definire l’aspetto di ogni singolo personaggio. Un altro aspetto affascinante è il legame tra la serie di giocattoli e la popolarità del franchise: mentre in Giappone Saint Seiya esplodeva come fenomeno culturale, i giocattoli ottennero sempre più rilevanza, tanto che, nel corso degli anni, Bandai produsse edizioni speciali per celebrare traguardi storici, come il raggiungimento dei 5 milioni di giocattoli venduti.

Saint Seiya Vintage Italia è un’associazione culturale nata nel 2016 e formalmente costituita nel 2020, con l’obiettivo di raccogliere, studiare e preservare tutto ciò che riguarda Saint Seiya, noto in Italia come “I Cavalieri dello Zodiaco”. Fondata da appassionati del franchise, l’associazione mira a conservare e promuovere la magia di questo leggendario anime giapponese, attraverso l’amore di collezionisti e fan.La storia delle Saint Cloth Series si intreccia con quella dell’anime e del manga, contribuendo a far conoscere l’opera di Kurumada a livello globale. La serie di giocattoli non è solo un ricordo per i fan dell’epoca, ma è diventata nel tempo un vero e proprio simbolo di un’epoca d’oro del merchandising legato agli anime. Per gli appassionati, questo volume sarà un’occasione imperdibile per scoprire la storia dietro la creazione di questi modelli e per approfondire il legame tra la serie animata e il collezionismo. Saint Seiya Vintage Italia si impegna attivamente nella conservazione di questo materiale, raccogliendo e catalogando i modellini die-cast lanciati in Giappone nel 1987 e in Europa nei primi anni ’90. L’associazione ha creato un sito web dedicato per costruire un vasto “dizionario” delle action figure, con notizie, foto e curiosità. Inoltre, è molto attiva in fiere e mostre come Lucca Comics & Games, Cartoomics e Bologna Nerd, e conta tra i suoi soci onorari nomi illustri come Danja Cericola e Ivo De Palma.