Chi è Spring-heeled Jack (Jack il saltatore)?

Negli articoli passati, ho parlato dei Penny Dreadful, libercoli economici, da qui il nome (spaventi da due penny); editati verso la fine dell’ottocento, la cui argomentazione principale, era la pubblicazione a puntate di racconti del terrore oppure di gialli a forti tinte “noir” e “pulp”. In molti casi essi parlavano anche di leggende urbane, il che ci introduce all’argomento di oggi, la leggenda di “Spring-Heeled Jack”, tradotto da noi come “Jack il Saltatore”.

Questo curioso personaggio, infestava le strade della Londra di metà Ottocento, sembra infatti che la prima apparizione ufficiale risalga al 1837; gli è stato attribuito il nome di Spring-Heeled Jack che letteralmente vuol dire “Jack dai tacchi a molla”, proprio per la sua caratteristica peculiare, a detta dei testimoni oculari, di effettuare enormi balzi senza rincorsa da un tetto all’altro oppure dal marciapiede al tetto di una casa. Secondo le varie testimonianze delle vittime dell’epoca, il suo aspetto era quello di un umanoide mostruoso assomigliante a una specie di Diavolo, le forze dell’ordine pensavano che potesse avere indosso una specie di maschera, in quanto a parte il volto, il resto del corpo era descritto come quello di un uomo di altezza poco sopra la media e corporatura atletica, infatti attribuirono i balzi di “Jack” descritti dalle vittime e dai testimoni all’opera di un atleta ben allenato e per quanto riguardava l’ampiezza di tali balzi un’esagerazione degli stessi.

Per attaccare “Jack” utilizzava degli artigli metallici molto affilati, con ii quali si limitava a sfigurare la vittima di turno per poi balzare via subito dopo. In un primo tempo la polizia non diede credito a tale faccenda, infatti la prima vittima a essere aggredita da “Jack” fu Polly Adams, che venne attaccata dal misterioso figuro mentre passeggiava in uno dei tanti parchi di Londra, la polizia non le diedero tanto credito, in quanto la donna denunciò un’aggressione da parte di un Uomo-Diavolo; quindi pensarono che si trattasse di un episodio di autolesionismo a opera di una visionaria in cerca di notorietà, rovinando così irrimediabilmente la di lei reputazione.

In seguito ad altre segnalazioni di attacchi da parte del presunto “diavolo salterino”, la maggior parte delle quali proveniva da un ceto benestante, la polizia si interessò del caso come fece anche la carta stampata, e nacque così la leggenda di “Spring-Heeled Jack”. Sia gli avvistamenti che gli attacchi di “Jack” non avevano uno schema preciso, infatti, sia i luoghi che le vittime e anche i periodi temporali, cambiavano di volta in volta, senza un senso logico.

Le sue apparizioni erano concentrate sulle strade di Londra, ma si riscontro alcune testimonianze anche nelle città di Liverpool, Sheffield e alcune in Scozia, perfino negli Stati Uniti, tali apparizioni continuarono per più di sessant’anni, fino a quando non divennero sporadiche, smettendo poi del tutto, come se “Spring-Heeled Jack” fosse scomparso nel nulla e non fosse mai esistito, divenendo una leggenda urbana di Imperitura Memoria.

Questo personaggio ha affascinato così tanto che venne citato in varie opere, ad esempio oltre che nei già citati Penny Dreadful, viene menzionato nel libro “Jack the Ripper Letters From Hell” come un cattivo immaginario.

L’autore Kazuhiro Fujita, rimasto colpito da tale leggenda, lo fece protagonista di un suo manga nel volume “The Black Museum – Springald” editato anche qui in Italia dalla GP Publishing.

Ultimamente è inserito nel videogioco Assasin’s Creed: Syndicate come missione secondaria, il cui scopo del giocatore è di impedire a “Jack” di effettuare le sue malefatte… E questi sono alcuni degli esempi che la figura e il mito di “Jack” ha ispirato!

Chi era alla fine “Spring-Heeled Jack”? Una delle tante teorie fu che si trattava di un nobile londinese che si divertiva a spaventare la gente, travestito da diavolo, infatti secondo i rapporti della polizia venne arrestato un Marchese sospettato di essere il colpevole, teoria subito smorzata in quanto tale persona durante una caduta da cavallo morì, ma gli avvistamenti di “Jack” non smisero, altre teorie riconducono a un fenomeno di isteria collettiva e che il colpevole non era uno bensì  una banda organizzata e che usassero dei trucchi scenici, altri invece si chiusero nel soprannaturale. Ma alla fine chi “Spring-Heeled Jack” sia in realtà, nessuno lo ha mai scoperto e chi sapeva ha preferito stare zitto; questo alla fine è divenuto uno dei tanti misteri che alla fine non verrà mai svelato, o che forse non dovrebbe mai essere rivelato, in quanto molto spesso la verità è meno romantica del mito. mantenendo infatti quel po’ di mistero rendono tali leggende letteralmente Immortali nel tempo.

Veritas: The Quest

Veritas: The Quest è un serial tv, realizzato nel 2003, prodotta dalla ABC, raccolta in una unica stagione con un totale di 13 episodi; per la realizzazione vennero chiamati i creatori del film Lara Croft: Tomb Raider, Patrick Massette e John Zinman. Si può affermare che il telefilm, ha come attinenza un mix fra fantascienza, fantasy e avventura, e tocca anche un po’ il sovrannaturale; per certi versi ricorda un po’ Relic Hunter e Indiana Jones. Dove gli archeologi, in questo caso una squadra di circa sei persone, i quali si impegnano a svelare gli enigmi dell’universo. Questo gruppetto di archeologhi lavora per Veritas, Veritas è una fondazione privata per trovare e studiare reperti e manufatti di vario genere, ma anche provengano dal passato, ma il loro scopo è che grazie ai manufatti e reperti che trovano di scoprire la verità sepolte con loro. Si può dire che il loro scopo è cercare di trovare verità perdute, legate alle leggende e civiltà antiche che la storia ufficiale spesso scegli di evitare o ignorare. In questo telefilm hanno partecipato: Arnold Vosloo, famoso per aver interpretato Imothep nei 2 film La Mummia e La Mummia: il ritorno, nel ruolo di Vincent Siminon; Ryan Merriman, famoso per aver partecipato nei film The Ring 2 e Final Destination 3, nel ruolo di Nikko Zond; Eric Balfour, conosciuto per aver partecipato nei telefilm Eric Balfour, conosciuto per aver partecipato nei telefilm Six Feet Under, Chicago Hope, The O.C., Conviction e NYPD Blue, nel ruolo di Calvin Banks; Cynthia Martells conosciuto per aver partecipato nei telefilm ER, NYPD Blue, Law e Order, Chicago Hope e anche nel film Gattaca, nel ruolo di Maggie Hayes; e Alex Carter, conosciuto per aver partecipato in serie televisive come JA, CSI, Nip/Tuck e Dark Angel, nel ruolo del Dr. Solomon Zond.

Veritas: The Quest (2003) • Sigla

La serie inizia con l’ennesima espulsione di Nikko (ragazzo adolescente) dall’ennesimo college privato e torna da suo padre, che secondo il figlio è un noiosissimo archeologo e il classico professore universitario palloso, il dottor Solomon Zond. Il padre non fu stupito dell’ennesima espulsione da scuola, perché dalla morte della madre in circostanze misteriose quando Nikko aveva 7 anni, lui incominciò ad essere irrequieto, adesso che è adolescente è in fase di ribellione, ma il padre sa che il figlio è intelligente. Il padre ha voluto allontanare il figlio, facendolo crescere lontano da lui per evitare di perdere anche lui, ma adesso deve decidere se gli conviene tenerlo al proprio fianco o allontanarlo rischiando di perderlo per sempre; decide di tenerlo un pò con se per vedere se riesce a sbloccare i ricordi del figlio, i quali Nikko non ne ha ricordo in nessun modo e nessun dettaglio, perché era presente durante lo scavo dove la madre è morta in circostanze misteriose. Il padre decide di affidare a suo figlio Nikko un insegnate temporanea, una sua ex allieva Juliet Droil, finché il ragazzo non ritornerà a scuola, all’inizio il suo incarico sarebbe dovuta essere di breve durata, ma non sarà così. Si fa anche la conoscenza, chissà come mai, dall’amico di lunga data del padre, Vincent Siminou, che va d’accordissimo con Nikko, fra Vincent e Solomon hanno un buon legame di amicizia e rispetto. Proseguendo nella storia, Nikko scopre che il famoso archeologo e monotono ma rispettato professore universitario, non è così tanto noioso, come voleva far credere, ma in realtà i dottor Solomon Zond, fa parte di una fondazione e ne è capo. Il dottor Solomon Zond dirige la fondazione “Veritas”, lo scopo di questa fondazione è cercare la verità, i quali si nascondono dietro ai grandi misteri della storia e della civilizzazione, ove si sa poco o niente; la fondazione Veritas è finanziata da un misterioso benefattore, che a quanto pare la sua identità è noto solo al dottor Solomon Zond. Nikko chiede al padre di entrare a fare parte della squadra della fondazione, il padre all’inizio è parecchio contrario, ma con abbondante riluttanza il padre decide che potrà entrare a far parte del team Veritas. Con questa decisione, Nikko comincerà l’avventura che gli cambierà la vita, questa strada che ha scelto lo porterà ad affrontare missioni pericolose che lo farà andare dal Tibet all’Antartide, e in altre moltepliche parti del mondo alla ricerca dei misteri universali. Questa avventura fa in maniera che il rapporto tra padre e figlio, che è ormai appeso ad un filo sottilissimo, riesce a riunirli nella ricerca comune sulla verità che sta dietro la morte della moglie/madre. La storia, anche se concentrata principalmente su Nikko Zond, racconta le avventure della fondazione Veritas, le quali dovrà affrontare missioni pericolose in giro per il mondo, per cercare antichi artefatti. La squadra Veritas include: il dottor Solomon Zond, il capo, uomo deciso ma con una mente analitica da studioso; c’è Nikko Zond, il giovane del gruppo, figlio del dottor Solomon Zond; poi c’è Vincent Siminou, il suo ruolo è quello di responsabile della sicurezza (da subito prende l’incarico di insegnare a Nikko l’autodifesa e cerca di spronarlo e stimolarlo a prendere coscienza delle proprie potenzialità a pensare fuori dagli schemi), è capace di un sottile senso dell’umorismo e riesce a prendere in contropiede i membri della squadra; inoltre c’è Maggie Hayes, l’esperta di computer, è una delle più vecchie collaboratrici di Solomon e lui la considera prima di tutto una amica e poi una collega, è una donna elegante e fine, con un carattere risoluto e riservato, è disposta a morire per la fondazione; c’è Calvin Banks, il ricercatore, lui è mosso dalla passione e dall’entusiasmo per il lavoro della fondazione, ammira ed a un altissima fiducia per Solomon, con l’arrivo di Nikko nella squadra prova gelosia nei suoi confronti e fa fatica ad abituarsi alla sua presenza nella squadra, questa sua antipatia nei confronti di Nikko sarà forse perché prima che arrivasse era il membro della squadra più giovane, ma poi scopre di avere delle cose in comuni con lui, nel corso della storia incomincia a provare dei sentimenti verso Juliet Droil; c’è anche Juliet Droil, insegnate privata di Nikko, e quando lui si unisce alla fondazione, anche lei ne diventa un valido membro, all’inizio è timida ma nel corso del tempo acquisisce consapevolezza delle sue capacità e si integra perfettamente nella squadra. Durante la storia si viene a scoprire che esiste una malvagia organizzazione segreta, che si chiama “Doma”, la quale ostacolerà in ogni modo e con ogni mezzo l’attività di Veritas, perché interessati agli stessi manufatti e artefatti e per il loro immenso potere. Alla fine della serie, si viene a scoprire che Vincent Siminou conosce l’identità del mistero benefattore, all’insaputa del dottor Solomon Zond, ma questo è solamente uno dei tanti segreti che nasconde.

Secondo l’obiettivo della produzione la serie sarebbe dovuto essere un mix tra sovrannaturale, fantastico e avventura, con un orientamento fresco e inedito, ma la serie è cessata dopo poche anzi pochissime puntate, si può dire che c’erano tutte le premesse per un prodotto ben fatto. Il mix avventuroso, con un po’ di cospirazione e del fantastico, fanno in modo che Veritas sia un prodotto di qualità, ma a quanto pare non ha convinto il network, anche se a quanto pare, è una pratica comune commissionare un tot di puntate, guardano l’indice di gradimento e in base se piace o meno al pubblico decidono se l’investimento può continuare o cessare. Secondo il mio parere, facendo vedere sol 4 dei 13 episodi non ha dato modi di avere un buon riscontro, togliendo al pubblico la possibilità di affezionarsi al prodotto, un prodotto di qualità, una serie diversa dal solito e originale, quel qualcosa di diverso nel panorama televisivo, ove spesso si predilige cose ripetitive e di un valore poco o notevolmente inferiore. Si spera che qualcuno voglia prenderlo in mano per continuarlo, ma ci spero poco, anche perché hanno lasciato molti argomenti in sospeso, ma almeno mi consola che questa serie in America ha avuto poco successo, ma degli altri paesi, ove sono stati trasmessi tutti e 13 episodi, sia diventato un cult. Un’altra cosa che mi consola, che almeno non ha fatto la fine di molto show televisivi, che all’inizio erano belli e poi chiudendo tralasciando ancora dei quesiti aperti, come ad esempio Lost.

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