La piccola bottega degli orrori

Il 19 dicembre 1986, usciva nelle sale americane “La piccola bottega degli orrori” (Little Shop of Horrors), un film musicale horror-comico diretto da Frank Oz, basato sull’omonimo musical di Alan Menken e Howard Ashman, a sua volta ispirato al film del 1960 di Roger Corman. Il film racconta la storia di Seymour Krelborn, un timido fioraio che si innamora di Audrey, la sua collega, e che scopre una pianta carnivora extraterrestre che si nutre di sangue umano. Il film vanta un cast di attori noti, come Rick Moranis, Ellen Greene, Steve Martin, Bill Murray, John Candy e Jim Belushi, e la voce di Levi Stubbs dei Four Tops come Audrey II, la pianta.

Il film fu prodotto da David Geffen, che aveva già prodotto il musical off-Broadway, e costò circa 25 milioni di dollari, una cifra molto alta per l’epoca. Il film fu girato negli studi Pinewood in Inghilterra, dove fu costruita una scenografia che ricreava il quartiere di Skid Row a New York, con tanto di binario ferroviario sopraelevato. Il film fece uso di effetti speciali avanzati per animare la pianta, che fu realizzata in diverse dimensioni e con diversi meccanismi. Il film fu anche uno dei primi a usare il sistema Dolby Stereo per il sonoro.

Il film fu accolto positivamente dalla critica e dal pubblico, e ottenne due nomination agli Oscar, per la miglior canzone originale (“Mean Green Mother from Outer Space”) e per i migliori effetti speciali. Tuttavia, il film nasconde un segreto: il finale che fu distribuito nelle sale non era quello originariamente previsto dal regista e dallo sceneggiatore, ma fu modificato dopo le reazioni negative del pubblico alle proiezioni di prova.

Il finale originale, infatti, era fedele a quello del musical, e prevedeva che Audrey e Seymour morissero divorati dalla pianta, che poi si sarebbe diffusa in tutto il mondo, distruggendo l’umanità. Questo finale, che durava 23 minuti, fu girato da Frank Oz con grande cura e impegno, usando delle miniature per creare le scene della distruzione. Il responsabile del reparto modelli fu Richard Conway, che aveva già lavorato a film come “Flash Gordon” e “Brasile”. Conway e il suo team crearono il ponte di Brooklyn, gli edifici di New York, la Statua della Libertà e diverse versioni di Audrey II, usando tecniche di animazione da tavolo, senza ricorrere all’animazione in stop motion. Il finale originale costò circa 5 milioni di dollari, e fu considerato dal regista come il suo pezzo forte.

Tuttavia, quando il film fu mostrato al pubblico di San Jose e Los Angeles, la reazione fu disastrosa. Il pubblico, che aveva apprezzato il film fino a quel momento, rimase scioccato e deluso dalla morte dei protagonisti e dal tono cupo e apocalittico del finale. Le schede di valutazione furono pessime, e lo studio decise di cambiare il finale per renderlo più commerciale. Frank Oz e Howard Ashman dovettero accettare la decisione, e riscrissero un finale più felice, in cui Audrey e Seymour sopravvivevano, distruggevano la pianta e si sposavano. Jim Belushi sostituì Paul Dooley nel ruolo di Patrick Martin, un agente che voleva commercializzare la pianta. Il numero musicale “Mean Green Mother from Outer Space” fu mantenuto, ma con alcune modifiche. Una scena in cui Seymour sparava alla pianta senza effetto fu tagliata, e fu aggiunta una scena in cui Audrey guardava dalla finestra. Il finale fu reso leggermente ambiguo, con una ripresa finale di un bocciolo di Audrey II che sorrideva nel giardino di Seymour e Audrey. Tisha Campbell, che faceva parte del coro, non era disponibile per le riprese, e fu sostituita da una controfigura.

Il finale alternativo fu accolto meglio dal pubblico, e il film fu distribuito con successo. Il finale originale, invece, fu dimenticato e ritenuto perduto. Solo alcune copie in VHS furono date a pochi membri della troupe, e alcune scene in bianco e nero furono mostrate in alcuni documentari. Nel 2012, però, il finale originale fu restaurato e pubblicato in DVD e Blu-ray, come director’s cut. Il finale originale fu apprezzato dai fan e dai critici, che lo considerarono più coerente con lo spirito del film e del musical. Frank Oz, che non era soddisfatto del finale alternativo, disse: “Dovevamo farlo, ma non ci piaceva. Era una questione di realtà. Se avessimo tenuto il nostro finale, il film non sarebbe stato pubblicato. Ma ora sono felice che il pubblico possa vedere il nostro lavoro originale”. Una curiosità: la scena in cui Seymour chiede ad Audrey di sposarlo, che fu tagliata dal finale alternativo, conteneva un riferimento alla canzone “Suddenly, Seymour”, che era stata cantata poco prima..

Chi è il Maestro Yoda?

Yoda è un personaggio immaginario dell’universo di Star Wars, noto come uno dei più potenti Jedi di tutti i tempi. È apparso per la prima volta nel film del 1980 “L’Impero colpisce ancora” e ha da allora fatto numerose apparizioni nella serie Star Wars.

Interpretato se non altro vocalmente da Frank Oz, il saggio Yoda è stato in realtà realizzato in modi diversi: utilizzando immagini digitali, un attore in costume e soprattutto un sofisticatissimo pupazzo animatronico. Ci vollero circa 4 mesi per George Lucas sviluppare il disegno di base e l’aspetto di Yoda. Ad un certo punto pensò addirittura di usare un bambino o  una scimmia nel ruolo. Quando i disegni finali di Yoda presero forma, si decise che un burattinaio avrebbe potuto ritrarre accuratamente il Maestro Jedi. Dopo essere incorsi in numerosi guasti nelle creature di Star Wars, si decise di preparare tre pupazzi per Yoda, nella speranza che almeno uno fosse in grado di trasmettere la serie completa di emozioni necessarie. E infatti solo uno dei pupazzi funzionò perfettamente sul set.  Il pupazzo originale funzionante si dimostrò una creazione magistrale. Delicati meccanismi interni permisero agli occhi di muoversi virtualmente in ogni direzione e di controllare le palpebre, la bocca, la lingua, le orecchie e il mento.

Nato su un pianeta sconosciuto, Yoda è stato addestrato nella Forza e nella filosofia Jedi.  Nel film “La Minaccia Fantasma” scopriamo che Yoda è a capo del Consiglio Jedi ed ha un’età di 868 anni (a 900 non sarò più bello!!!). Yoda cerca inizialmente di opporsi alla canditura di Anakin a cavaliere Jedi. Egli infatti già sa che verra usato dal senatore Palpatine / Darth Sidious, per distruggere lo stesso ordine dei Cavalieri Jedi e autoproclamarsi Imperatore della galassia .Durante le guerre dei cloni, Yoda ha combattuto al fianco di altri Jedi per difendere la Repubblica contro l’attacco dei Separatisti.

Il maestro Jedi è noto per la sua saggezza, la sua intelligenza e la sua abilità nella Forza. È stato uno dei pochi Jedi ad avere una forte comprensione dell’equilibrio della Forza e ha utilizzato questa conoscenza per guidare la sua vita e i suoi studenti. Sua peculiarità “inaspettata” è la sua tecnica di combattimento unica, che si basa sulla sua piccola taglia e sulla sua agilità. È stato in grado di sconfiggere anche avversari molto più grandi di lui.

Durante l’Ordine 66, un’operazione segreta dell’Impero Galattico per eliminare tutti i Jedi, Yoda è costretto a rifugiarsi nel paludoso e mefitico pianeta Dagobah nella trilogia originale. Ma un giorno il fantasma del suo vecchio allievo, Obi-Wan Kenobi, gli affidò un giovane di straordinaria potenza, per farlo diventare Jedi: Luke Skywalker, il figlio di Anakin Skywalker.

Per diversi anni durante la dominazione dell’Impero, il Maestro Yoda, in attesa dell’arrivo di Luke su Dagobah, rimase in esilio senza agire direttamente contro i Sith. Il jedi era perfettamente consapevole che il potere del Lato Oscuro erano diventato troppo grande da sconfiggere con le propria forze. Dopotutto, sulle sue spalle minute,  Yoda ha portato con sé la responsabilità del fallimento dell’Ordine Jedi e il peso della sconfitta contro Darth Sidious e solo addestrando Luke Skywalker avrebbe potuto redimere la sua colpa. 

Yoda è morto all’età di 900 anni, dissolvendosi nella Forza e diventando tutt’uno con essa. La sua saggezza e il suo insegnamento hanno avuto un grande impatto sui Jedi e sulla galassia nel suo complesso. La sua figura è diventata un’icona della cultura popolare e un simbolo di saggezza e coraggio.

In & Out. L’eccezionale commedia con Kevin Kline compie 25 anni!

Il 13 Gennaio 1998, esattamente 25 anni fa, usciva nelle sale italiane una commedia meravigliosa chiamata In & Out. Diretto da Frank Oz e interpretato da Kevin Kline, Matt Dillon, Tom Selleck e Joan Cusack, il film ha ricevuto una nomination al Premio Oscar per la miglior attrice non protagonista.

In & Out è stato uno dei pochi film commedia hollywoodiani dell’epoca a trattare il tema dell’omosessualità, e ha ottenuto grande notorietà per il bacio di 12 secondi tra Kevin Kline e Tom Selleck. La pellicola è una divertente, brillante ed elegante commedia sentimentale, ricca di stereotipi, superficialità e una velata satira sociale. Il film si ispira al discorso di Tom Hanks alla vittoria dell’Oscar per Philadelphia, in cui dedicò il premio ai suoi amici gay Rawley Farnsworth e John Gilkerson, definendoli due uomini meravigliosi.

In & Out - Trailer

Il film ruota attorno alla storia di Howard Brackett, un insegnante di letteratura inglese amato dai suoi studenti e appassionato di poesia e di Barbra Streisand. Howard, pronto a sposare la sua fidanzata Emily Montgomery, si trova in una piccola cittadina dell’Indiana chiamata Greenleaf. L’attesa per l’esito della candidatura all’Oscar del suo ex allievo Cameron Drake è palpabile in città, soprattutto dopo che questi vince il prestigioso premio e dedica la sua vittoria al professor Brackett, rivelando al mondo intero che egli è gay. La reazione degli abitanti di Greenleaf e di coloro che conoscono Howard è di sconvolgimento, ma soprattutto lo stesso insegnante è sorpreso dalla dichiarazione del suo ex allievo. Inizia un periodo di confusione e interrogativi per Howard, che cerca in ogni modo di dimostrare la sua eterosessualità, anche tentando di consumare per la prima volta un rapporto sessuale con Emily. Tuttavia, Howard si rende conto di non poter farlo.

L’arrivo in città di un reporter gay, Peter Malloy, sconvolge ulteriormente la vita di Howard, che riceve consigli e supporto dal giornalista. Anche se inizialmente rifiuta di riconoscere la sua vera identità, la situazione si complica durante il suo matrimonio con Emily, quando alla domanda se sposarla risponde di essere gay. La comunità di Greenleaf si schiera a fianco di Howard, manifestando il loro sostegno e accettazione nei suoi confronti. Alla fine, Howard viene licenziato dalla scuola ma, nonostante tutto, partecipa alla cerimonia di consegna dei diplomi dei suoi studenti per dimostrare il suo supporto verso di loro.

Il film si conclude con una celebrazione dalla quale partecipano tutti i personaggi, inclusi i genitori di Howard, Cameron e Emily. Howard viene premiato da Cameron con il suo Oscar, simbolo di accettazione e sostegno. La scena si conclude con una festa in cui tutti ballano e si divertono insieme, dimostrando che l’amore e l’accettazione possono superare ogni pregiudizio.

In & Out - Test

In & Out sdogana la tematica gay in una produzione per il grande pubblico, sfidando con ritmo frizzante le regole sociali del tempo. La pellicola rappresenta la prima vera e propria presa di posizione collettiva contro l’omofobia. La scena cult in cui tutti gli abitanti del paese si alzano in difesa del professore, esclamando: “Anch’io sono gay!”, rimane memorabile.

Nonostante siano trascorsi venticinque anni dalla sua uscita, il film ancora oggi invita alla riflessione attraverso il percorso del suo protagonista, che con difficoltà si muove verso l’accettazione di sé e quella dei suoi familiari circa il proprio orientamento sessuale. La maschilità culturale è mostrata in modo caricato nella scena in cui Howard riascolta un “corso di virilità” in audiocassette, cercando risposte sulla sua identità sessuale. In & Out è un cult che funziona perché tratta una tematica fondamentale come l’omosessualità senza risultare pesante o irriverente. La società può essere cambiata, ma il messaggio del film resta attuale.

Dark Crystal compie 40 anni

Il film Dark Crystal, realizzato quarant’anni fa grazie al lavoro congiunto di Frank Oz e Jim Henson, ha rivoluzionato il mondo del cinema fantastico con la sua tecnica innovativa e la sua trama avvincente. Questo capolavoro, interamente girato e filmato con pupazzi animatronici e burattini, rappresenta un’opera unica nel suo genere. Realizzato con la collaborazione internazionale tra il Regno Unito e gli Stati Uniti, Dark Crystal è stato prodotto da ITC Entertainment e Henson Associates, distribuito dalla Universal Pictures. Nonostante sia stato destinato a un pubblico familiare, il film presenta toni più cupi rispetto alle precedenti produzioni di Henson, aggiungendo un elemento di profondità e complessità alla narrazione.

THE DARK CRYSTAL [1982] - Official Trailer (HD)

Un millennio fa, il destino del pianeta Thra venne sconvolto dall’allineamento dei tre soli e dalla rottura del magico Cristallo della Verità. Questo evento portò alla nascita di due nuove razze: i malvagi Skeksis, che si nutrono del potere del Cristallo, e i saggi Mistici, custodi della conoscenza ancestrale.

La storia si concentra sul giovane Jen, un Gelfling cresciuto dai Mistici dopo che il suo popolo fu sterminato dai Garthim degli Skeksis. In punto di morte, il suo maestro gli affida il compito di guarire il Cristallo, cioè trovare il Frammento del Cristallo che si trova in possesso di Aughra, l’osservatrice astronomica.

Nel frattempo, l’Imperatore degli Skeksis muore, scatenando una competizione per la successione tra il Ciambellano e il Generale Skeksis. Quest’ultimo vince e il Ciambellano viene privato dei suoi privilegi reali. Ma il Cristallo Nero rivela agli Skeksis l’esistenza di Jen, che potrebbe mettere fine al loro dominio. Jen parte alla ricerca del Frammento, raggiungendo Aughra che glielo consegna prima di essere catturata dai Garthim. Con l’aiuto di Kira, un’altra Gelfling rimasta orfana, e del Ciambellano esiliato, Jen affronta varie prove per portare a termine la profezia e ripristinare il Cristallo. Durante lo scontro finale nel castello degli Skeksis, Jen e Kira rischiano la vita mentre cerca disperatamente di riunire il frammento al Cristallo nero. Nel frattempo, grazie alla loro azione coraggiosa, gli UrSkeks ritornano nel loro stato originario, unendo gli Skeksis e i Mistici in un unico essere. Questo evento porta alla rinascita di Thra, con Jen e Kira come custodi del Cristallo della Verità e della loro nuova vita. Gli UrSkeks partono per lo spazio, lasciando ai due giovani la scelta di come plasmare il futuro del pianeta. In questo intricato e avvincente racconto, la lotta tra il bene e il male, la saggezza e l’avidità, si conclude con un lieto fine che celebra l’armonia e la rinascita della vita su Thra.

Negli anni ’75-’76, Jim Henson si ispirò per gli aspetti visivi del film dopo aver visto un’illustrazione di Leonard B. Lubin nelle poesie di Lewis Carroll. Questa ispirazione si intersecava con la serie TV di Henson intitolata The Land of Gorch, ambientata in un mondo alieno senza personaggi umani. Henson voleva tornare alle fiabe oscure dei Fratelli Grimm, convinto che fosse importante far provare ai bambini la paura. Così nacque il libretto The Crystal, scritto da Henson durante una tempesta in aeroporto, che delineava una storia ambientata in un mondo chiamato inizialmente “Mithra”, popolato da creature strane e varie. Elementi di questa bozza si riflettono nel prodotto finale, con tre razze, un viaggio epico e la riunificazione delle due civiltà durante la Grande Congiunzione.

Le influenze filosofiche del film furono tratte dai Dialoghi con Seth di Jane Roberts, un libro che Henson teneva in grande considerazione. I personaggi e le creature del film, come gli Skeksis, i Mistici e i Podlings, furono disegnati da Brian Froud, con l’obiettivo di creare creature uniche e non legate al mondo terrestre. I costumi e le marionette dei personaggi richiesero ai burattinai di padroneggiare movimenti complessi, come camminare sulle ginocchia per i Gelfling e mantenere una posizione con i Mistici. Aughra, ad esempio, fu reinventata da un personaggio curioso a un’oracola di nome Aughra, doppiata poi da Billie Whitelaw.

La colonna sonora del film fu composta da Trevor Jones, il quale inizialmente aveva pensato di utilizzare strumenti acustici ed elettronici per riflettere la stranezza dell’ambientazione, ma fu convinto a optare per un’orchestrale con l’Orchestra Sinfonica di Londra. Il tema principale del film mescolava le melodie degli Skeksis e dei Mistici, creando un’atmosfera fiabesca.

Il film ha ispirato non solo una trasposizione letteraria e una recente serie televisiva, ma anche una serie di opere derivate che testimoniano l’impatto duraturo che ha avuto sul pubblico e sulla cultura popolare.

Dark Crystal è molto più di un semplice film fantasy: è un’opera d’arte che incanta e coinvolge lo spettatore con la sua magia e il suo fascino senza tempo. Un viaggio epico attraverso un mondo fantastico, che continua a ispirare la fantasia e l’immaginazione di generazioni di spettatori. Una testimonianza della genialità e della creatività di due grandi maestri del cinema, che hanno saputo creare un universo straordinario che resta inciso nella memoria degli appassionati del genere.

Miss Piggy: la diva dei Muppet che ha conquistato il mondo

Chi non conosce Miss Piggy, la maialina più famosa della televisione? Da oltre quarant’anni, Miss Piggy è una delle protagoniste del Muppet Show, lo spettacolo comico che ha divertito generazioni di spettatori con le sue gag, le sue canzoni e i suoi ospiti celebri. Ma chi è davvero Miss Piggy, e come ha fatto a diventare una star?

Miss Piggy nasce dalla fantasia di Jim Henson, il geniale creatore dei Muppet, e dal talento di Frank Oz, il suo primo interprete. Il personaggio si evolve da una semplice comparsa a una figura complessa e tridimensionale, dotata di una personalità forte e sfaccettata. Miss Piggy è una diva capricciosa e vanitosa, convinta di essere destinata alla celebrità e disposta a tutto per raggiungerla. Allo stesso tempo, però, è anche vulnerabile e sensibile, e nasconde un cuore d’oro sotto la sua scorza di maiale. Miss Piggy ama follemente Kermit, il ranocchio leader dei Muppet, e lo persegue con passione e gelosia, alternando baci e calci di karate. Miss Piggy è anche una donna di cultura, che ama usare frasi in francese nel suo discorso, e una poliedrica artista, capace di cantare, ballare, recitare e praticare le arti marziali.

Miss Piggy ha avuto una carriera brillante e variegata, che l’ha vista protagonista di numerosi film, serie televisive, libri, riviste e spettacoli dal vivo. Ha collaborato con grandi nomi dello spettacolo, come Elton John, Julie Andrews, John Cleese, Steve Martin e molti altri. Ha ricevuto vari riconoscimenti e premi, tra cui un Emmy Award, un People’s Choice Award e un tributo al Brooklyn Museum per il suo contributo alla rottura degli stereotipi di genere nell’industria dell’intrattenimento. Ha anche pubblicato diversi libri, tra cui una sua autobiografia, una raccolta di ricette e un manuale di bellezza.

Miss Piggy è un personaggio iconico e amato da milioni di fan in tutto il mondo, che la apprezzano per il suo umorismo, il suo carisma e il suo coraggio. Miss Piggy è una fonte di ispirazione per molte donne, che si identificano con la sua determinazione, la sua indipendenza e la sua autostima. Miss Piggy è, insomma, una vera e propria leggenda, che ha saputo trasformare il suo sogno di gloria in una realtà. Miss Piggy è, senza dubbio, la diva dei Muppet che ha conquistato il mondo.

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