Cyberbullismo nel Metaverso: Nuove sfide per la sicurezza online

Introduzione

Il Metaverso, la nuova frontiera virtuale che integra realtà aumentata e virtuale, offre un’entusiasmante esperienza di gioco e socializzazione. Ma come ogni ambiente digitale, può nascondere insidie, tra cui il cyberbullismo.

Cos’è il cyberbullismo?

Il cyberbullismo è un fenomeno che si manifesta attraverso atti di bullismo ripetuti e intenzionali, compiuti tramite mezzi digitali come social media, chat e videogiochi. In parole semplici, si tratta di utilizzare la tecnologia per molestare, intimidire o danneggiare qualcuno.

Cyberbullismo nel Metaverso:

Nel Metaverso, il cyberbullismo assume nuove forme e sfide:

  • Identità virtuali: L’anonimato offerto dagli avatar può incoraggiare comportamenti scorretti, rendendo difficile identificare i bulli.
  • Immersività: L’esperienza immersiva del Metaverso può amplificare l’impatto psicologico del cyberbullismo, rendendolo più traumatico per le vittime.
  • Nuove forme di molestia: Molestie virtuali, aggressioni sessuali in avatar e furto di dati personali sono solo alcuni esempi dei pericoli che si possono incontrare nel Metaverso.

Un caso emblematico:

Un articolo del Washington Post del 4 febbraio 2024 riporta un caso di aggressione sessuale virtuale subita da una donna nel Metaverso. L’esperienza, vissuta con un visore VR, è stata così realistica da causare un trauma psicologico significativo alla vittima. Questo caso evidenzia la necessità di misure concrete per contrastare il cyberbullismo in questa nuova frontiera digitale.

Cosa fare?

Per contrastare il cyberbullismo nel Metaverso, è fondamentale:

  • Sensibilizzare: Educare i giovani sui rischi del cyberbullismo e sulle sue conseguenze, sia per le vittime che per i bulli.
  • Strumenti di sicurezza: Le piattaforme del Metaverso devono implementare strumenti di sicurezza efficaci per identificare e prevenire il cyberbullismo.
  • Denunciare: Le vittime di cyberbullismo non devono rimanere in silenzio. E’ importante denunciare gli episodi alle autorità competenti e alle piattaforme virtuali.

Conclusione:

Il Metaverso offre un mondo di opportunità, ma è importante essere consapevoli dei pericoli che si possono nascondere. Insieme, possiamo creare un ambiente virtuale più sicuro e inclusivo per tutti.

Ricorda: Se sei vittima di bullismo e/o cyberbullismo, non sei solo. Chiedi aiuto ai tuoi genitori, amici, parenti, insegnanti o ad un adulto di fiducia. Puoi anche denunciare l’accaduto alle autorità competenti.

Feltrinelli contro la violenza di genere

Feltrinelli si pone come avversario della violenza di genere con una serie di iniziative che mirano a coinvolgere autrici, autori, libri, storie e idee per sensibilizzare sulla questione e promuovere un cambiamento culturale. Dal 13 febbraio all’8 marzo, l’organizzazione ha organizzato una serie di incontri, letture e eventi aperti al pubblico che si svolgeranno in molte città italiane.

La proposta di Feltrinelli, intitolata “Contro la violenza di genere”, vuole creare un confronto necessario e urgente, che unisce molte città italiane e coinvolge voci autorevoli della narrativa e della saggistica contemporanea. Temi come i diritti delle donne e i dissensi, il rapporto tra femminismo e rappresentazione letteraria, la poesia e le diverse forme d’amore, la rivendicazione dell’identità femminile saranno solo alcuni degli argomenti affrontati durante gli incontri.

Oltre a questi temi, si parlerà anche di educazione alla sessualità, cyberbullismo e body positivity con la partecipazione di Dalila Bagnuli, content creator, attivista e scrittrice. L’obiettivo principale di Feltrinelli è utilizzare la lettura come strumento per comprendere e documentare la realtà, e per questo motivo la campagna di comunicazione “Leggere insegna a leggere” sarà la protagonista del palinsesto.

Le librerie Feltrinelli di tutta Italia ospiteranno più di quaranta presentazioni di nuovi titoli sul tema della violenza di genere durante il mese tematico, mentre alcune sedi saranno protagoniste di reading pubblici dei libri di Michela Murgia in collaborazione con il social club Purple Square. Inoltre, la Fondazione G. Feltrinelli organizzerà incontri con le scrittrici Emanuela Abbatecola e Maura Gancitano nelle librerie di Roma e Napoli.

L’iniziativa si estenderà anche alle scuole, con una serie di incontri organizzati da Prima Effe. Feltrinelli per la scuola, che coinvolgeranno autori e autrici in licei e istituti di Bitonto, Latina, Palermo e Rieti. Il culmine dell’iniziativa sarà la cerimonia di premiazione della seconda edizione del Premio Inge Feltrinelli, che si terrà l’8 marzo e sarà dedicata alle autrici di libri e inchieste fotogiornalistiche che hanno contribuito a fare la differenza su questi temi importanti.

Il mese tematico di Feltrinelli si propone di raccontare storie, difendere i diritti e sensibilizzare sulle forme di ingiustizia contro le donne. Attraverso testimonianze di persone che hanno vissuto sulla propria pelle la violenza di genere e voci potenti che ne denunciano gli orrori, Feltrinelli vuole favorire un cambiamento culturale e un impegno concreto per porre fine a questa piaga sociale.

“Diamond Quest” di Furio LC Rex: un viaggio emozionante attraverso un mondo futuristico

Nel romanzo “Diamond Quest” dello scrittore Furio LC Rex, si narra la storia di David, un adolescente che è costretto a subire il bullismo dei ragazzi più grandi nel collegio in cui frequenta. Tuttavia, la sua vita prende una svolta inaspettata quando si imbatte in Glitch, una ragazza ribelle dallo spirito indomito. Ma la vera avventura inizia quando entra in contatto con un pericoloso videogioco a realtà aumentata chiamato Diamond Quest.

Diamond Quest è un gioco di battaglia in terza dimensione, in cui i partecipanti devono eliminarsi a vicenda per arrivare al tesoro nascosto nel corso dei secoli. Ciò che rende questo gioco ancora più affascinante è il fatto che è gestito da un’intelligenza artificiale senziente, capace di pensare e apprendere da sola.

Questo romanzo, scritto a quattro mani dall’autore insieme alla sua figlia adolescente, non è solo una lettura per ragazzi piena di azione e colpi di scena, ma è anche un modo per esplorare le tematiche attuali legate all’isolamento sociale e all’effetto dei social media e dei videogiochi sulla vita delle nuove generazioni. In poco più di trecento pagine, vengono narrate le avventure di David nel collegio, la sua attrazione per Glitch e le sfide che deve affrontare nel gioco Diamond Quest. Nel frattempo, gli adulti che lo circondano si trovano sempre più estraniati dai ragazzi, fino a quando le conseguenze delle azioni del gioco diventano tragiche e coinvolgono tutti.

Attraverso questa storia avvincente, l’autore riesce a toccare temi profondi come l’amore materno, le angosce psicologiche dei reduci e la lotta contro un’intelligenza artificiale che sembra dominare ogni aspetto della vita.

Furio LC Rex, esperto di strategia e operazioni aerospaziali, ha creato un romanzo coinvolgente che cattura l’attenzione del lettore fin dalla prima pagina e lo trascina in un mondo futuristico ricco di avventure e emozioni. Questo romanzo rappresenta solo uno dei tanti successi letterari di Furio LC Rex, che ha pubblicato numerose opere nel genere della fantascienza e ha ottenuto importanti riconoscimenti come finalista al premio Urania. La sua vasta esperienza nel settore e le sue numerose esperienze internazionali sono una fonte d’ispirazione per le storie che scrive.

“Diamond Quest” è un’opera che incanta il lettore, lo tiene con il fiato sospeso e lo trascina in un’avventura indimenticabile. Un romanzo che non deluderà gli amanti della fantascienza e che dimostra ancora una volta il talento di Furio LC Rex nel creare storie avvincenti e coinvolgenti.

Il valore del dire NO al cyberbullismo

Come notiamo dagli ultimi fatti di cronaca e dai numerosi flame sul web, il cyberbullismo, purtroppo, è un fenomeno sempre più diffuso e preoccupante, che colpisce soprattutto i giovani che usano internet e i social media. Si tratta di atti di violenza psicologica, verbale o fisica, compiuti attraverso la rete, con l’intento di umiliare, intimidire, isolare o minacciare una persona o un gruppo.

Il cyberbullismo può avere conseguenze gravi sul benessere, sull’autostima, sulla salute mentale e sul rendimento scolastico delle vittime, che spesso si sentono impotenti, sole e spaventate. Alcuni casi di cyberbullismo possono portare anche a tentativi di suicidio o a episodi di violenza reale.

Per contrastare il cyberbullismo, è importante che le vittime, i testimoni e gli aggressori siano consapevoli dei loro diritti e dei loro doveri, e che sappiano come difendersi e come chiedere aiuto. In particolare, è fondamentale che le vittime imparino a dire no alle richieste, alle provocazioni, alle minacce e alle offese che ricevono online, e che sappiano come bloccare, segnalare e denunciare i comportamenti illeciti.

Dire no al cyberbullismo significa affermare il proprio valore, il proprio rispetto e la propria dignità, e rifiutare di subire passivamente le aggressioni altrui. Dire no al cyberbullismo significa anche proteggere la propria privacy, la propria identità e la propria reputazione, e non lasciare che il mondo digitale influenzi negativamente la propria vita reale. Dire no al cyberbullismo significa, infine, promuovere una cultura della tolleranza, della solidarietà e della responsabilità, e contribuire a creare un ambiente virtuale più sicuro e più civile per tutti.

Il cyberbullismo è un problema serio, che richiede l’impegno di tutti: istituzioni, scuole, famiglie, operatori, esperti, ma soprattutto dei giovani stessi, che sono i protagonisti e i destinatari del mondo digitale. Solo con una maggiore consapevolezza, una maggiore educazione e una maggiore partecipazione, si potrà contrastare efficacemente il cyberbullismo e difendere il proprio io nel mondo digitale.

L’Associazione Italiana di prevenzione al Cyberbullismo e al Sexting (A.I.C.S.) si impegna a diffondere la conoscenza e la consapevolezza riguardo ai pericoli del cyberbullismo e del sexting tra gli adolescenti. Il loro obiettivo principale è prevenire e contrastare questi fenomeni a livello nazionale, offrendo supporto e assistenza alle vittime. Per raggiungere i loro obiettivi, organizzano incontri e formazioni nelle scuole di tutta Italia, rivolti agli studenti, ai genitori e ai docenti. In questo modo cercano di promuovere una cultura digitale sicura e responsabile, in cui le relazioni online siano gestite in modo consapevole. L’A.I.C.S. si impegna anche a sensibilizzare l’intera comunità nazionale sui temi riguardanti i rischi del mondo digitale. Organizzano eventi di divulgazione e formazione su tutto il territorio italiano, coinvolgendo professionisti specializzati in queste tematiche. Il loro obiettivo è creare una community di esperti che possa fornire supporto e consigli a chiunque ne abbia bisogno.Inoltre, promuovono la solidarietà sociale e si impegnano a comunicare informazioni di utilità generale. Per raggiungere questi obiettivi collaborano con scuole, associazioni ed enti istituzionali, considerandoli luoghi di socializzazione e palestre di vita in cui diffondere la loro missione. Il loro team è composto da psicologi, avvocati e professionisti specializzati nel settore della formazione e scolastico, con una particolare competenza nel campo del cyberbullismo e dei rischi virtuali. Grazie alla loro esperienza e competenza, sono in grado di offrire un supporto completo alle vittime e alle loro famiglie.

Anti-Bully Cover, promosso dal Centro Nazionale Contro il Bullismo – Bulli Stop

Oggi è stato lanciato il progetto Anti-Bully Cover, promosso dal Centro Nazionale Contro il Bullismo – Bulli Stop, in collaborazione con il gruppo farmaceutico internazionale Recordati, presso il Teatro degli Eroi. La giornata ha coinvolto gli studenti delle classi quinte dell’Istituto Superiore Paritario G.G. Visconti di Roma, con l’obiettivo di sensibilizzarli su tematiche legate al bullismo e al sempre più diffuso cyberbullismo. Il dibattito è stato alimentato e moderato dal Centro Nazionale Contro il Bullismo – Bulli Stop, con la testimonianza di giovani che hanno avuto esperienze personali di bullismo. Il progetto ha visto anche la partecipazione attiva di Leo Gassmann e Michelangelo Vizzini, che da anni si impegnano nelle attività del Centro. Da ora in poi, gli studenti potranno diventare gli ambasciatori del progetto “Anti-bulli cover” e utilizzare i propri canali social per diffondere messaggi contro il bullismo e il cyberbullismo, utilizzando gli hashtag #TheAntiBullyCover, #ProteggitiDaiCyberbulli, #unitifacciamoladifferenza, #antibulliconbullistop e #bullistop.

Il bullismo è un fenomeno diffuso tra i giovani, che si manifesta attraverso comportamenti di dominazione fisica o verbale da parte di individui in posizione di potere nei confronti di altri. Il cyberbullismo, frutto della cultura globale attuale in cui l’utilizzo delle macchine e delle nuove tecnologie è sempre più integrato nella vita quotidiana, ha fornito ai bulli un ulteriore strumento per sopraffare le vittime. SMS, e-mail, social network e chat sono diventati i nuovi mezzi di comunicazione e relazione, spesso utilizzati in modo anonimo e deresponsabilizzante per minacciare, deridere e offendere.

La professoressa Giovanna Pini, Presidente del Centro Nazionale Contro il Bullismo – Bulli Stop ha affermato:

“Il bullismo è un problema molto serio che colpisce più di un quarto degli studenti delle superiori e addirittura il 30% dei ragazzi delle medie, provocando nelle vittime importanti conseguenze, che vanno dalla depressione all’autolesionismo, dalle crisi di pianto e ansia ad addirittura prendere in considerazione il suicidio… Il progetto vuole sensibilizzare e far capire ai giovani che la prevaricazione non è la strada da percorrere per affermarsi. Al tempo stesso vogliamo anche far sentire la nostra voce presso le Istituzioni affinché gli interventi pubblici strutturati e stabili siano sempre più numerosi e finalizzati ad arginare il problema del bullismo. Un profondo e sentito ringraziamento va a Recordati che ha creduto fortemente in questo progetto e che, grazie al suo contributo non condizionante, lo ha reso possibile”.

Durante la mattinata di dibattito, gestita interamente dal Centro Nazionale Contro il Bullismo – Bulli Stop, i ragazzi hanno ascoltato con interesse e empatia le storie di ex vittime e ex bulli, riflettendo sulle caratteristiche del bullismo e del cyberbullismo. Queste testimonianze hanno trasmesso loro il coraggio di combattere insieme contro il bullismo. L’incontro ha ribadito la missione del Centro Nazionale Contro il Bullismo – Bulli Stop: informare giovani e insegnanti sulla gravità del bullismo e del cyberbullismo, fornendo loro nuovi strumenti per comprendere il fenomeno.

Michelangelo Vizzini ha affermato:

“Non farsi sopraffare e denunciare le violenze che si subiscono, anche solo verbali, non è assolutamente motivo di debolezza, anzi, ho imparato con l’esperienza che il vero coraggio sta nel tenere la testa alta e non farsi scoraggiare”.

Gli afa eco Leo Gassmann:

“Non è facile per una vittima di bullismo, chiedere aiuto, ma si può condividere il proprio disagio con persone che possono capire. Questo può aiutare a star meglio. Credo che non valga proprio la pena farsi rovinare la vita da un bullo. Essere Ambasciatore di Bulli Stop da anni, mi ha portato ad aiutare e ad ascoltare tante vittime di bullismo ed è per questo che sono consapevole che c’è sempre una strada per uscirne. Il Centro Nazionale Contro il Bullismo – Bulli Stop da anni è attivo nel combattere e prevenire il bullismo e aiuta, gratuitamente, le vittime dal punto di vista legale, psicologico, neuropsichiatrico e pedagogico” 

All’incontro hanno partecipato anche alcuni ragazzi che in passato sono stati vittime di bullismo e che oggi, con grande coraggio, raccontano la propria storia per evitare che altri giovani vivano esperienze dolorose simili. Il dibattito si è concluso con la consegna agli studenti delle anti-bully cover per i loro smartphone, simboli metaforici di protezione contro il cyberbullismo. Le cover consegnate riportano gli slogan del progetto insieme al numero di assistenza gratuita messo a disposizione dal Centro Nazionale Contro il Bullismo – Bulli Stop per le vittime. Questo numero sarà disponibile per tutti i ragazzi, che siano vittime di bullismo o bulli, e per le loro famiglie. Da oggi, ogni ragazzo può diventare un portavoce anti-bullismo, diffondendo i valori del progetto e condividendo, se lo desidera, la propria testimonianza o l’adesione alla campagna sui propri profili social, utilizzando gli hashtag #TheAntiBullyCover e #ProteggitiDaiCyberbulli.

L’evento si è concluso tra l’entusiasmo e gli applausi di ragazzi e insegnanti verso questa iniziativa carica di elevato valore comunicativo per le nuove generazioni.
Informazioni sul progetto: antibullicover.it/. Per contattare Il Centro Nazionale Contro il Bullismo – Bulli Stop sito: bullistop.com/homepage/ o info@bullistop.com.

Cos’è lo swatting?

Lo swatting è una forma di cyberbullismo che consiste nel chiamare la polizia e segnalare un evento falso, come una sparatoria o un’esplosione, in un luogo specifico. L’obiettivo è far intervenire le forze dell’ordine, che in genere inviano una squadra SWAT, un’unità speciale della polizia addestrata per gestire situazioni ad alto rischio.

Il termine “swatting” deriva dall’abbreviazione di “Special Weapons and Tactics”, il nome ufficiale della SWAT.

Come funziona lo swatting?

Lo swatting può essere effettuato in diversi modi. Il metodo più comune è quello di chiamare la polizia e fornire false informazioni su un evento in corso. L’autore dello swatting può farlo in prima persona o può simulare di essere un altro individuo, ad esempio un vicino o un parente della vittima.

Un altro metodo utilizzato per lo swatting è quello di inviare un’email o un messaggio di testo alla polizia con le false informazioni. In questo caso, l’autore dello swatting può utilizzare un’identità falsa o può inviare il messaggio da un indirizzo IP che non può essere ricondotto a lui.

Ecco alcuni esempi specifici di quando viene usato lo swatting:

  • Un giocatore professionista di videogiochi viene swattato dai suoi avversari dopo aver perso una partita.
  • Un blogger viene swattato da un gruppo di hater che non approvano le sue opinioni.
  • Un streamer di Twitch viene swattato da un troll che vuole interrompere la sua trasmissione.
  • Un’azienda viene swattata per costringerla a pagare un riscatto.

Quali sono le conseguenze dello swatting?

Le conseguenze dello swatting possono essere gravi, sia per la vittima che per l’autore.

Per la vittima, lo swatting può causare:

  • Panico e stress
  • Danni fisici, se le forze dell’ordine sparano o usano la forza contro la vittima
  • Difcoltà economiche, se la vittima deve pagare le spese legali o i danni causati dallo swatting

Per l’autore dello swatting, lo swatting può comportare:

  • Arresto e condanna per reati come disturbo della quiete pubblica, falso allarme e minacce
  • Danni economici, se deve pagare le spese legali o i danni causati dallo swatting

Come prevenire lo swatting?

Esistono alcuni modi per prevenire lo swatting:

  • Non fornire informazioni personali online, come il proprio indirizzo di casa o il numero di telefono.
  • Prestare attenzione ai messaggi che si ricevono online e non rispondere a quelli che sembrano sospetti.
  • Se si riceve una chiamata o un messaggio di testo da qualcuno che afferma di essere la polizia, chiedere di parlare con un supervisore e verificare l’identità dell’interlocutore.

Conclusione

Lo swatting è una forma di cyberbullismo pericolosa che può avere gravi conseguenze. È importante essere consapevoli di questo fenomeno e adottare misure per prevenirlo.

Olivia Messina: la modella curvy che lotta per l’autostima e la body positivity

Olivia Messina è una giovane donna canadese di soli 27 anni che  sta facendo impazzire i social, soprattutto Instagram, grazie al suo messaggio di autostima e body positivity. Modella curvy, Olivia ha deciso di ribellarsi alle critiche dei cosiddetti “hater” proponendo cosplay audaci e sexy per la prossima festa di Halloween, un evento che adora particolarmente. La sua lotta quotidiana consiste nel combattere gli stereotipi del corpo e promuovere un approccio amorevole verso se stessi e il proprio aspetto fisico. I suoi post sui social media sono accompagnati da messaggi che sottolineano l’importanza di accettare il proprio corpo e celebrare la diversità.

La festa Halloween rappresenta per Olivia l’occasione perfetta per inviare un messaggio ancora più potente e provocatorio. La ricorrenza, che celebra l’unicità e permette alle persone di trasformarsi in qualcosa di diverso da sé stesse, ha permesso alla modella di sfidare gli standard di bellezza imposti dalla società.

Olivia è riuscita ad accettarsi per come è: il suo corpo è un tesoro che vorrebbe far capire alle ragazze sui social di apprezzare. In una recente intervista al Daily Star, ha spiegato perché desidera vestirsi in modo provocante per Halloween:

“Scelgo sempre costumi osé e look succinti da cosplay durante questa festa perché voglio divertirmi e mostrare le mie curve. Tutto ciò che è aderente, con lattice, o con orecchie da animale, è il mio look per Halloween. Adoro attirare l’attenzione e sconvolgere chi mi guarda storto per il mio fisico. Tutte le donne dovrebbero uscire dalla loro zona di comfort per Halloween e vestirsi in modo sexy. Sentirsi belle e liberarsi dei giudizi altrui fa stare bene… Ho passato così tanti anni a nascondere il mio corpo e ora ne ho abbastanza. Quindi, adesso vivo la vita al massimo: indosso ciò che voglio e non mi interessano più le critiche degli hater”.

La modella ha scelto costumi che mettono in risalto le sue curve in tutto il loro splendore suscitando ovviamente scalpore, ma allo stesso tempo hanno offrendo una visione alternativa sull’estetica, dimostrando che le donne possono essere sensuali e attraenti in tutte le forme e dimensioni. Olivia, con la sua forza e sicurezza, ha dimostrato di non curarsi minimamente delle critiche e di perseguire la sua strada. La sua audacia è alimentata dalla consapevolezza che quello che indossiamo non dovrebbe essere dettato dagli standard di bellezza imposti da altri, ma piuttosto dalle nostre preferenze e dal desiderio di sentirsi bene e sicuri di sé. L’esempio di Olivia rappresenta una piccola rivoluzione nella società odierna, che spesso promuove la bellezza in modo limitato e riduttivo. Questa modella coraggiosa ci sta insegnando che la bellezza risiede nelle nostre diversità e che non dovremmo sentirci mai costretti a conformarci a ideali inutili.

Morire su TikTok, la tragedia di Inquisitor3

Queste cose non dovrebbero succedere, mai e poi mai. L’intera community Cosplay è scossa per il suicidio in streaming di Vincent, conosciuto come Inquisitor3 su TikTok,  un giovane cosplayer italiano di 23 anni appassionato di Call of Duty che ha deciso di togliersi la vita dopo una serie di accuse e insulti che lo avevano colpito duramente.

La fama di Vincent, che si era fatto apprezzare da migliaia di utenti per le sue performance ispirate al personaggio di Ghost, protagonista della serie di videogiochi Call of Duty, aveva permesso al giovane di raggiungere oltre 100.000 follower e di ottenere spesso una grande visibilità sulla piattaforma tanto che la sua dipartita è stata riportata da numerose testate internazionali.

La tragica trama di quanto avvenuto è difficile da districare essendo sul web notizie discordanti da cui è difficile rintracciare le fonti. Tutto avrebbe avuto inizio quando Vincent, in cerca di persone con cui collaborare per i suoi progetti, conobbe una ragazza di cui si invaghì immediatamente. A quanto parrebbe, il TikToker non era inizialmente a conoscenza che lei fosse fidanzata e, soprattutto, che lei fosse minorenne. Convinto dei suoi sentimenti, Vincent avrebbe addirittura confessato pubblicamente la sua crush per la ragazza su un server Discord dedicato ai ai fan di Call of Duty, venendo immediatamente tacciato di essere un pedofilo.

Come ricostruito dalla pagina “Fangirls and beyond“, al contempo, indicativamente lo scorso marzo, la ragazzina in questione avrebbe rivelato al suo fidanzato (o ex secondo alcune fonti) di essere stata oggetto di avance inappropriate da parte di Inquisitor3.  Da quel momento, senza apparentemente prove di colpevolezza, i post del TikToker hanno iniziato ad essere oggetto di calunnie sempre più pesanti da parte del ragazzo tradito. Ad accentuare questa situazione già critica, alla fine di settembre, le conversazioni private tra Inquisitor3 e la ragazza sarebbero state divulgate su Discord, dando inizio ad una diffamazione costante ancora più pesante. Secondo le fonti, la ragazza avrebbe riapprocciato nuovamente il Tiktoker alla ricerca di nuove “conferme” per avvalorare le sue accuse (sostenendo nuovamente di essere maggiorenne per evitare il blocco del profilo), ma il ragazzo l’avrebbe rifiutata.

Da quel momento, Vincent fu bersaglio di altre accuse ancora più infamanti che lo hanno portato sempre più ad isolarsi e a smettere di pubblicare contenuti su TikTok. Il suo ultimo video è stata una live scioccante, in cui si poteva scorgere una stanza vuota: poi, improvvisamente il rumore di un vetro infranto, i passi di una corsa precipitosa e strazianti urla d’aiuto (forse anche l’intervento di paramedici?). Vincent si era tagliato le vene e stava morendo sotto gli occhi (e fra le dita sulla tastiere) dei suoi sostenitori e denigratori. Il video è stato rimosso per ovvi motivi, così come il canale di Inquisitor3. Ma la notizia si è diffusa rapidamente, suscitando una grande commozione tra i cosplayer e i follower di Vincent. Pochi giorni dopo, l’arrivo della conferma terrificante della sua morte del giovane per suicidio.

Le accuse rivolte al Tiktoker non hanno ancora trovato alcuna prova concreta oltre quanto diffuso e non sono seguite altre dichiarazioni da parte di coloro che hanno partecipato attivamente a questa pericolosa caccia alle streghe. Secondo fonti vicine al cosplayer, Inquisitor si sarebbe addossato la colpa totalmente soprattutto per vergogna nei confronti delle persone a lui più vicine.

Va sottolineato che questa ricostruzione potrebbe essere imperfetta in quanto si basa su fonti non verificare e sulle informazioni raccolte dagli stessi utenti sui social. In questi casi il condizionale è d’obbligo e siamo a disposizione totale per eventuali rettifiche e specifiche future dell’articolo.

Il concetto è che, al di là delle eventuali colpe, che verranno accertate dagli organi competenti, questa tregedia non sarebbe dovuta accadere. Gli errori raccapriccianti in questa triste faccenda sono tanti, pericolosi e portano a riflessioni profonde e domande che probabilmente non avranno mai risposta! Se la ragazza minorenne si fosse sentita minacciata da Vincent perché non ha utilizzato canali più ufficiali e diretti (financo la Polizia Postale) per proteggersi dalle avance del TikToker invece di scatenare una campagna diffamatoria sui social? Perché lo stesso Vincent, accusato, non ha esposto querela per diffamazione invece di subire (e incamerare nel suo subconscio) una situazione del genere? Tanto più che “dalla sua” avrebbe avuto la possibilità di sostenere le sue tesi di fronte al palese reato di pubblicazione non autorizzata di conversazioni private da parte della sua spasimante. Perché invece, ci si è rivolti al “tribunale” degli utenti social e a nessuno dei protagonisti (o dei semplici lettori) è venuto in mente di fare qualcosa di concreto per fermare  una  situazione che stava così velocemente degenerando? Perché Vincent ha deciso di togliersi la vita in diretta, scegliendo di farlo proprio sul social che lo aveva “tradito”?

Perché?

Perché esistono valori distorti a tal punto da rendere questa tragedia possibile?Siamo allibiti, distrutti e impotenti verso notizie del genere. È urgente fermare questa ossessione per l’esposizione pubblica e smettere di cancellare persone e vite per motivi banali legati ad una socialità digitale distorta in cui oggi le uniche vittime sono quei poveri famigliari di Inquisitor che avranno il cuore infranto fino alla fine dei loro giorni.

Ogni commento irrispettoso o fuori tema sarà immediatamente eliminato. Invece cercate, cari lettori, di approfondire questa tragedia, cercate di capire gli errori, non per dichiararli in qualche post ma per rendere il vostro bagaglio esperienziale un po’ più pesante… per riflettere che la vita è sacra e nessun post o commento può tranciarla. Non dobbiamo essere né giudici né carnefici, solo persone che si informano prima di parlare, condividere, ferire.

Per approfondire:

Leggi tutto “Morire su TikTok, la tragedia di Inquisitor3”

Il grande impegno di Stefania “Sunshine” Secci contro la discriminazione e il cyberbullismo

Stefania Secci, conosciuta anche come Sunshine, è una influencer poliedrica e talentuosa. È una cosplayer, reporter di moda e sport, presentatrice e modella professionista di origini sarde. Inoltre, è affiliata all’organizzazione di volontariato Faro Giuridico, di cui è ambasciatrice e attivista contro il cyberbullismo, lo stalking, la revenge porn, la discriminazione e qualsiasi forma di violenza perpetrata attraverso il web o i social media.

All’età di 16 anni, Stefania inizia a muovere i primi passi nel settore della moda e della fotografia, intraprendendo un percorso che le porterà numerosi successi professionali e soddisfazioni personali. Ha partecipato a diversi cortometraggi come protagonista e comparsa, ed è diventata testimonial per brand di intimo, lingerie e beachwear.

Nel 2012 ha iniziato il suo percorso nel mondo del cosplay, ottenendo numerosi premi e riconoscimenti come miglior interpretazione femminile, miglior costume e best cosplay. Insieme a Lady Isabel, ha anche creato un calendario cosplay che è stato venduto in tutta Italia. È stata inoltre testimonial per una trilogia fantasy chiamata “Soluna“, in cui lo scrittore Marco Perrone ha creato il personaggio della Dea Fonenia ispirandosi alle sue fattezze e caratteristiche.

I suoi servizi fotografici sono stati pubblicati su numerose riviste di moda nazionali e internazionali, e ha ottenuto molte copertine e interviste. Nel dicembre 2020, la collector’s edition di Playboy le ha dedicato un servizio fotografico glamour all’interno delle sue celebri pagine patinate.

Stefania utilizza i suoi social media non solo per promuovere il suo lavoro come modella ed influencer, ma anche per sensibilizzare il pubblico sul tema della violenza fisica e psicologica, del bullismo e del cyberbullismo. A questo proposito, partecipa a rubriche live in cui, come ospite ed opinionista, affronta tematiche legate alla moda, allo stile, al bon ton, ma anche all’attualità, alle notizie di cronaca e a questioni delicate.

Stefania ha recentemente dichiarato:

«I social sono attualmente diventati il principale strumento di comunicazione, informazione ed intrattenimento, tuttavia a molte persone non è ancora chiaro il potenziale distruttivo che ne può scaturire da un uso scorretto. Mi imbatto spesso in post di utenti presi di mira da “haters” che si sentono in dovere di dare il loro giudizio in termini offensivi, creando poi situazioni di cyberbullismo e sofferenza psico emotiva nella persona vittima.Invito sempre il mio pubblico a dare pareri costruttivi, perché anche con questi una persona si può certamente migliorare, ma vi assicuro che l’odio gratuito e le offese non hanno nulla di costruttivo, anzi… indicano solo tanta frustrazione ed incapacità di porsi con il resto delle persone.E come dico sempre, nessuno sa come potrebbe reagire davvero una persona vittima di questi atteggiamenti d’odio. Ricordate che stare dietro ad un display non giustifica l’essere maleducati, odiatori seriali o bulli! Oltretutto nascondersi dietro falsi account non tutela da conseguenze anche gravi dal punto di vista legale. Impariamo ad usare i social per veicolare messaggi positivi e costruttivi, ma soprattutto per divulgare dei piccoli “raggi di sole”, proprio come cerco di fare io ogni giorno. D’altronde la gentilezza è gratuita, fatene un uso spropositato”.

Inoltre, si sta cimentando anche come presentatrice, conducendo vari eventi in cui viene invitata come ospite. Di recente, la possiamo anche vedere nei panni di reporter sportiva e di moda, intervistando personaggi famosi ed emergenti e dando voce alle loro personalità.

Per approfondire lo straordinario talento di Stefania vi invitiamo a visitare i suoi profili ufficiali InstagramFacebook.

Foto di copertina di Cristian Casula Photography

Come implementare l’inclusività nel metaverso?

Il metaverso è un ambiente virtuale in cui le persone possono interagire con oggetti digitali e altri utenti, creando e condividendo esperienze immersive. Si tratta di un medium che offre infinite possibilità di espressione, apprendimento, divertimento e socializzazione, ma che presenta anche delle sfide etiche e sociali. Come possiamo garantire che il metaverso sia un luogo accessibile, sicuro e rispettoso per tutti?

La creazione di identità digitali sovrane e personalizzabili

Nel metaverso, gli utenti possono creare un alter ego virtuale chiamato avatar, che rappresenta la loro identità digitale. Gli avatar possono assumere forme e caratteristiche diverse, a seconda delle preferenze e delle esigenze degli utenti. Si tratta di un aspetto fondamentale per l’inclusività, in quanto permette agli utenti di esprimere la loro personalità, il loro genere, la loro etnia, la loro disabilità o qualsiasi altro tratto distintivo, senza subire discriminazioni o pregiudizi.

Tuttavia, la creazione di avatar personalizzabili richiede anche delle garanzie di sicurezza e di sovranità. Gli utenti devono poter controllare la loro identità digitale, decidendo quali informazioni rivelare, a chi e in quali contesti. Inoltre, devono poter portare la loro identità digitale da una piattaforma all’altra, senza perdere i loro dati, i loro oggetti o le loro relazioni.

Per questo, la tecnologia blockchain si rivela un alleato fondamentale. La blockchain è un sistema distribuito e decentralizzato che registra le transazioni in modo sicuro, trasparente e immutabile. Grazie alla blockchain, è possibile implementare dei meccanismi di trasparenza selettiva, consentendo agli utenti di rivelare solo le informazioni necessarie in determinate transazioni o interazioni all’interno del metaverso. Inoltre, la blockchain permette di creare delle identità digitali sovrane (self-sovereign identity, SSI), ovvero delle identità digitali che appartengono esclusivamente agli utenti e che possono essere utilizzate su diverse piattaforme, senza dipendere da intermediari o autorità centrali.

Lo scambio di dati peer-to-peer e la tutela della privacy

Nel metaverso, gli utenti possono interagire con oggetti digitali, statici o dinamici, che possono essere creati, acquistati, venduti o scambiati. Si tratta di una forma di economia digitale, basata sulla condivisione e sulla collaborazione, che genera valore e opportunità per gli utenti. Tuttavia, lo scambio di dati e di oggetti digitali richiede anche delle garanzie di privacy e di sicurezza. Gli utenti devono poter proteggere i loro dati personali, i loro beni e i loro diritti, senza incorrere in frodi, furti o violazioni.

Anche in questo caso, la tecnologia blockchain offre delle soluzioni efficaci. La blockchain, infatti, consente di realizzare delle reti peer-to-peer, in cui gli utenti possono comunicare e scambiare dati e oggetti digitali direttamente tra loro, senza passare per intermediari o server centralizzati. In questo modo, si riduce il rischio di censura, manipolazione o intercettazione dei dati. Inoltre, la blockchain permette di creare dei token non fungibili (non-fungible tokens, NFT), ovvero dei certificati digitali che attestano la proprietà, l’autenticità e la rarità di un oggetto digitale. Gli NFT possono essere utilizzati per rappresentare qualsiasi tipo di oggetto digitale, come arte, musica, giochi, collezionabili, ecc. Gli NFT possono essere scambiati su dei mercati digitali, garantendo agli utenti la possibilità di monetizzare le loro creazioni e di accedere a nuove forme di valore.

La creazione di un ambiente virtuale inclusivo e diversificato

Nel metaverso, gli utenti possono esplorare mondi tridimensionali, reali o fantastici, che offrono scenari e ambienti diversi. Si tratta di una forma di turismo digitale, che permette agli utenti di ampliare i loro orizzonti e di scoprire nuove culture e realtà. Tuttavia, la creazione di mondi virtuali richiede anche delle garanzie di inclusività e di diversità. Gli utenti devono poter accedere a mondi virtuali che rispecchino le loro esigenze, i loro interessi e le loro aspettative, senza subire esclusioni o limitazioni. Inoltre, devono poter contribuire alla creazione e alla modifica dei mondi virtuali, esprimendo la loro creatività e la loro partecipazione.

Per questo, è necessario adottare dei criteri di progettazione inclusiva, che tengano conto delle diverse abilità, preferenze e bisogni degli utenti. La progettazione inclusiva si basa su alcuni principi, come:

  • La flessibilità: i mondi virtuali devono offrire diverse modalità di interazione, che si adattino alle diverse capacità e situazioni degli utenti. Ad esempio, devono consentire l’uso di input fisici, vocali o gestuali, a seconda delle preferenze o delle necessità degli utenti.
  • La personalizzazione: i mondi virtuali devono offrire diverse opzioni di personalizzazione, che permettano agli utenti di modificare le impostazioni in base alle loro esigenze. Ad esempio, devono consentire di regolare il livello di dettaglio, il volume, la luminosità, il contrasto, il colore, ecc.
    – La semplicità: i mondi virtuali devono offrire una interfaccia intuitiva e facile da usare, che guidi gli utenti nel loro percorso. Ad esempio, devono fornire delle istruzioni chiare, dei feedback immediati, dei suggerimenti e dei supporti.
  • La compatibilità: i mondi virtuali devono essere compatibili con diverse piattaforme, dispositivi e tecnologie, che facilitino l’accesso e l’uso degli utenti. Ad esempio, devono supportare diversi sistemi operativi, browser, applicazioni, caschi VR, occhiali AR, ecc.

La prevenzione dei comportamenti dannosi

Nel metaverso, gli utenti possono sperimentare sensazioni ed emozioni che non sarebbero possibili nel mondo reale, come il volo, la teletrasportazione, la trasformazione, ecc. Si tratta di una forma di divertimento e di evasione, che può avere anche dei benefici psicologici e terapeutici. Tuttavia, la sperimentazione di sensazioni ed emozioni estreme può anche avere degli effetti negativi, come la dipendenza, la dissonanza cognitiva, la perdita di contatto con la realtà, ecc. Inoltre, gli utenti possono essere esposti a contenuti o situazioni potenzialmente dannosi, come la violenza, il sesso, le droghe, ecc.

Per prevenire i comportamenti dannosi, è necessario adottare delle misure educative e informative, che coinvolgano le diverse parti interessate, come:

  • Gli utenti: gli utenti devono essere consapevoli dei rischi e delle responsabilità legate all’uso del metaverso, e adottare delle buone pratiche, come limitare il tempo di esposizione, scegliere contenuti e situazioni adeguati alla propria età e sensibilità, rispettare il consenso e i diritti altrui, ecc.
  • Le piattaforme: le piattaforme che ospitano il metaverso devono fornire delle informazioni chiare e trasparenti sugli effetti e sui contenuti del metaverso, e applicare dei sistemi di classificazione, filtraggio e controllo parentale, che permettano agli utenti di scegliere il livello di immersione e di interazione più adatto a loro. Inoltre, devono monitorare e prevenire le attività illegali o illecite all’interno del metaverso, come il furto, la truffa, il riciclaggio, il terrorismo, ecc.
  • Le istituzioni: le istituzioni devono definire delle norme e delle regole che regolamentino l’uso e lo sviluppo del metaverso, e tutelino i diritti e i doveri degli utenti, delle piattaforme e delle aziende. Inoltre, devono promuovere delle campagne di sensibilizzazione e di prevenzione, che educano gli utenti a un uso consapevole e responsabile del metaverso.

La promozione della cultura e della comunicazione

Nel metaverso, gli utenti possono accedere a una vasta gamma di contenuti culturali, educativi e informativi, che arricchiscono la loro conoscenza e il loro apprendimento. Si tratta di una forma di educazione e di informazione digitale, che favorisce la diffusione e la condivisione della cultura e della scienza. Tuttavia, l’accesso a contenuti culturali, educativi e informativi richiede anche delle garanzie di qualità e di veridicità. Gli utenti devono poter accedere a contenuti affidabili, accurati e aggiornati, senza subire manipolazioni, distorsioni o falsificazioni.

Per promuovere la cultura e la comunicazione, è necessario adottare delle misure di valutazione e di validazione, che coinvolgano le diverse parti interessate, come:

  • – Gli utenti: gli utenti devono essere in grado di valutare criticamente i contenuti a cui accedono, verificando le fonti, confrontando le informazioni, riconoscendo le opinioni e le ideologie, ecc. Inoltre, devono essere in grado di comunicare efficacemente con gli altri utenti, esprimendo le proprie idee, ascoltando le altrui, dialogando e collaborando, ecc.
  • Le piattaforme: le piattaforme che ospitano il metaverso devono garantire la qualità e la veridicità dei contenuti che offrono, verificando le credenziali, le competenze e le reputazioni dei creatori, applicando dei criteri di selezione, di revisione e di certificazione, ecc. Inoltre, devono garantire la libertà e la pluralità di espressione e di informazione, rispettando i diritti d’autore, la proprietà intellettuale, la diversità culturale, ecc.
  • Le istituzioni: le istituzioni devono definire degli standard e delle linee guida che regolino la produzione e la diffusione di contenuti culturali, educativi e informativi nel metaverso, e tutelino i diritti e i doveri degli utenti, delle piattaforme e dei creatori. Inoltre, devono promuovere delle iniziative e dei progetti che incentivino la creazione e la fruizione di contenuti di qualità e di valore nel metaverso.
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