Apple Cider Vinegar, la nuova serie drammatica di Netflix creata da Samantha Strauss, è un’intrigante riflessione sulla natura dei social media, la cultura del benessere e i pericoli legati alla disinformazione. Basata su una storia vera, ma raccontata attraverso una lente di finzione, la serie affronta in modo crudo e affascinante la figura di Belle Gibson, un’imprenditrice australiana che ha costruito un impero online su una menzogna devastante: quella di essere sopravvissuta a un cancro terminale grazie a pratiche di salute alternativa.
La trama si sviluppa in sei episodi e racconta l’ascesa di Belle nell’universo dei social media, inizialmente attratta dalla storia di Milla Blake, una giovane donna che rifiuta le cure tradizionali per il cancro e si affida alla medicina alternativa. Milla diventa una figura di culto per molte persone in cerca di speranza, e la sua storia ispira Belle a intraprendere un cammino simile. La narrazione si snoda tra la finzione e la realtà, facendo emergere un tema fondamentale: la linea sottile tra cura e inganno, verità e manipolazione.
La trama e la sua forza emotiva
La serie non si limita a raccontare la vita di Belle, ma scava nei meccanismi psicologici di chi cerca disperatamente un punto di riferimento in un mondo che offre sempre più messaggi contrastanti sulla salute e il benessere. Il personaggio di Belle è dipinto con una complessità sorprendente: giovane, ambiziosa e, in qualche modo, fragile. La sua crescita nel mondo dei social media è seguita con una certa fascinazione, ma anche con un senso di inquietudine crescente, man mano che il suo impero si costruisce sulla menzogna. Ogni episodio ci ricorda, in modo schietto e talvolta doloroso, che questa è una storia vera basata su una bugia, creando un contrasto tra il glamour apparente e la devastazione interiore.
La presenza di personaggi come Lucy, una malata di cancro che si aggrappa alla speranza di Belle, rappresenta l’aspetto più emozionante della serie. La sua lotta, quella di chi si trova ad affrontare una malattia devastante, è fatta di momenti di fragilità, dubbi e la costante ricerca di risposte alternative. Lucy, pur consapevole dell’inganno, si rifugia nell’illusione di poter guarire, rendendo ancora più potente il messaggio della serie: quanto possiamo fidarci di ciò che vediamo online? Quanto ci fa sentire meno soli un “like” o un commento rassicurante?
La performance del cast
Il punto di forza di Apple Cider Vinegar risiede indubbiamente nelle interpretazioni dei suoi attori. Kaitlyn Dever, nel ruolo di Belle Gibson, è straordinaria nel rendere il personaggio tanto affascinante quanto inquietante. La sua Belle è una persona in continua ricerca di validazione, capace di manipolare il pubblico con una naturalezza disarmante, pur celando una fragilità emotiva profonda. La sua performance è il cuore pulsante della serie, ed è riuscita a trasmettere l’ambiguità morale del personaggio in modo convincente.
Al fianco di Dever, Alycia Debnam-Carey interpreta Milla Blake, una figura tragica che funge da specchio per Belle, mentre Aisha Dee, nel ruolo di Chanelle, e Tilda Cobham-Hervey, come Lucy, apportano profondità e umanità ai personaggi di supporto. Ognuna di queste interpretazioni, pur piccola nel loro apparire, è essenziale per costruire la tensione emotiva che permea l’intera serie.
Una critica alla cultura dei social media
La serie si distingue per il modo in cui esplora la relazione tra l’immagine pubblica e la realtà. La sceneggiatura, scritta da Samantha Strauss e supportata dal lavoro di Anya Beyersdorf e Angela Betzien, si fa portavoce di un commento acuto sulla superficialità con cui ci approcciamo alle informazioni in un’epoca dominata dai social. Il tema della fiducia, della verità e dell’autenticità è trattato in modo diretto ma senza essere moralista. Non ci sono colpevoli o innocenti assoluti; piuttosto, la serie ci invita a riflettere su come siamo tutti coinvolti in una cultura della disinformazione, in cui le storie di successo sono costruite a immagine e somiglianza di chi le racconta.
Un quadro d’insieme
Apple Cider Vinegar non è solo una storia di inganno e manipolazione, ma anche una riflessione sull’epoca digitale in cui viviamo. La serie riesce a combinare emozioni, critica sociale e una narrazione avvincente, che non lascia mai il tempo di distrarsi. Con una regia di Jeffrey Walker, che riesce a rendere ogni episodio intenso e ricco di tensione, la serie gioca con il ritmo e le prospettive per mantenere alta l’attenzione dello spettatore. Il risultato è un’esperienza visiva coinvolgente, che sa essere provocatoria senza cadere nel sensazionalismo.
Apple Cider Vinegar è una serie che non si dimentica facilmente. Grazie a una sceneggiatura intelligente, a performance straordinarie e a un tema quanto mai attuale, si impone come una delle migliori produzioni Netflix del 2025. La sua riflessione sulla cultura del benessere, sull’uso dei social media e sull’autenticità ci invita a chiederci: quanta parte della nostra vita è costruita su quello che vogliamo che gli altri vedano di noi? La serie riesce a trattare queste questioni con un equilibrio perfetto di dramma, tensione e introspezione, rendendola una visione obbligata per chi è interessato a come la realtà si intreccia con la finzione nell’era digitale.