“Lupin III – Il Castello di Cagliostro” di Hayao Miyazaki: al cinema solo il 4, 5, 6 marzo

Mentre il suo ultimo film, Il ragazzo e l’airone, continua a conquistare il box office, il cinema celebra il Premio Oscar Hayao Miyazaki con il ritorno sul grande schermo di un altro capolavoro assoluto: LUPIN III – IL CASTELLO DI CAGLIOSTRO, l’anime che nel 1979 segnò il suo debutto alla regia di un lungometraggio e che divenne il primo film d’animazione presentato al Festival di Cannes.

Il 4, 5, 6 marzo il film arriverà infatti nelle sale italiane (elenco a breve su nexodigital.it) in versione rimasterizzata e restaurata in 4K, presentata con le voci italiane storiche, per permettere ai fan di rivivere la più bella avventura di Lupin diretta da Miyazaki, in uno dei titoli più famosi di tutta la storia degli anime.

LUPIN III - IL CASTELLO DI CAGLIOSTRO ~EVENTO SPECIALE AL CINEMA SOLO IL 4-5-6 MARZO

Nel film LUPIN III – IL CASTELLO DI CAGLIOSTRO, i protagonisti sono Lupin III e il suo fedele compagno Jigen. Insieme, sono riusciti a individuare la fonte delle banconote false che ha messo in ginocchio l’economia mondiale: Cagliostro, lo stato più piccolo del mondo governato dal conte omonimo. All’interno delle mura di pietra del castello, il conte tiene prigioniera la bella Clarisse, la quale possiede la chiave per accedere a un tesoro di inestimabile valore. Lupin desidera liberare la ragazza, punire i malvagi e, ovviamente, assicurarsi il tesoro. In questa straordinaria avventura, non mancano altri personaggi chiave della saga come la seducente Fujiko e il tenace Ispettore Zenigata.

La nuova Stagione Anime al Cinema, un progetto esclusivo di Nexo Digital distribuito in collaborazione coi media partner Radio Deejay, MYmovies.it, Lucca Comics&Games e ANiME GENERATION.

Le auto più famose della cultura Pop

La cultura pop è un fenomeno che abbraccia diversi ambiti, tra cui il cinema, la televisione, la musica, i fumetti e la pubblicità. In questi settori, spesso le auto e i furgoni hanno avuto un ruolo importante, diventando dei veri e propri simboli riconoscibili e amati dal pubblico. Vediamo quali sono alcuni dei veicoli più iconici della cultura pop degli ultimi anni.

DeLorean DMC-12

La leggendaria DeLorean DMC-12  è diventata famosa grazie alla trilogia di Ritorno al futuro, in cui viene trasformata in una macchina del tempo dal geniale Doc Brown. La DeLorean si caratterizza per le sue porte ad ali di gabbiano, il suo design futuristico e i suoi gadget tecnologici, come il flusso canalizzatore e il Mr. Fusion. La DeLorean è stata prodotta dal 1981 al 1983 dalla DeLorean Motor Company, fondata dall’ingegnere John DeLorean.

GMC Vandura

Il Furgone della A-Team, nero con una striscia rossa, è il mezzo di trasporto della squadra di ex militari protagonisti della serie televisiva A-Team, trasmessa dal 1983 al 1987. Il furgone è un GMC Vandura del 1983, modificato con una serie di accessori, come un paraurti rinforzato, un portapacchi sul tetto e una turbina sul cofano. Il furgone è guidato dal meccanico B.A. Baracus, interpretato da Mr. T.

Le “Batmobili”

La Batmobobile è l’auto del supereroe Batman, che la usa per combattere il crimine a Gotham City. La Batmobile ha avuto diverse versioni nel corso degli anni, a seconda dei fumetti, dei film e dei cartoni animati in cui è apparsa. Tra le più celebri, possiamo citare quella del film Batman del 1989, ispirata a una Corvette modificata, quella del film Batman Begins del 2005, basata su un prototipo militare chiamato Tumbler, e quella del film Batman v Superman: Dawn of Justice del 2016, che mescola elementi delle precedenti.

Ecto-1

Ecto-1*: l’Ecto-1 è il furgone usato dai Ghostbusters, i cacciatori di fantasmi protagonisti dell’omonimo film del 1984 e dei suoi sequel e remake. L’Ecto-1 è un’ambulanza Cadillac Miller-Meteor del 1959, personalizzata con una vernice bianca e rossa e una serie di attrezzature per la cattura dei fantasmi sul tetto. L’Ecto-1 emette anche un suono caratteristico quando si muove per le strade di New York.

Herbie

Herbie è una Volkswagen Maggiolino bianca con una striscia blu e rossa e il numero 53 sul cofano. Herbie è protagonista di una serie di film prodotti dalla Disney a partire dal 1968, in cui dimostra di avere una personalità propria e di essere capace di guidare da sola e di compiere imprese straordinarie. Herbie ha partecipato a diverse gare automobilistiche e ha vissuto molte avventure insieme ai suoi proprietari umani. Abbiamo dedicato un grande articolo su i Maggiolini Volkswagen  più famosi del cinema!

K.I.T.T.

KITT è l’acronimo di Knight Industries Two Thousand, un’auto intelligente e parlante che accompagna il protagonista della serie televisiva Supercar, trasmessa dal 1982 al 1986. KITT è una Pontiac Firebird Trans Am del 1982, dotata di una serie di funzioni avanzate, come il turbo boost, il sistema di autoguida, il rilevatore di bugie e il microscopio. KITT ha anche una personalità ironica e sarcastica, che spesso entra in contrasto con il suo pilota, Michael Knight, interpretato da David Hasselhoff.

Mystery Machine

La Mystery Machine è il furgone usato dai protagonisti della serie animata Scooby-Doo, in cui risolvono misteri legati a fenomeni paranormali. La Mystery Machine è un furgone colorato con una scritta sul fianco e una fiorellino sul cofano. Il modello del furgone non è mai stato specificato, ma si presume che sia ispirato a un Dodge A100 o a un Ford Econoline del 1960. La Mystery Machine è guidata da Fred Jones, il leader del gruppo, e ospita anche Daphne Blake, Velma Dinkley, Shaggy Rogers e il cane Scooby-Doo.

Il Generale Lee

Il mitico Generale Lee è l’auto dei cugini Bo e Luke Duke, i protagonisti della serie televisiva Hazzard, trasmessa dal 1979 al 1985. Il General Lee è una Dodge Charger del 1969, verniciata di arancione con una bandiera confederata sul tetto e il numero 01 sulle portiere. Il General Lee è famoso per le sue acrobazie, come i salti sui ponti e le derapate controllate. Il General Lee emette anche un suono simile a quello di una tromba quando viene azionato il clacson.

Le auto di Lupin III

Nella lunga saga Lupin III, il ladro gentiluomo e i suoi compagni guidano diverse auto, alcune delle quali sono molto famose e rappresentative. Perchè non vediamo insieme le iconiche vetture di questa leggendaria serie nel nostro articolo?

 

Questi sono solo alcuni esempi di auto e furgoni che hanno fatto la storia della cultura pop. Ce ne sono molti altri che meriterebbero di essere ricordati, come la Mini Cooper di The Italian Job, la Ford Gran Torino di Starsky & Hutche le Ferrari di Miami Vice e Magnum P.I. . Tutti questi veicoli hanno contribuito a rendere più emozionanti e divertenti le storie in cui sono apparsi, entrando nel cuore dei fan.

Lupin Zero: la recensione

Lupin Zero è un progetto che nasce per festeggiare i cinquant’anni dalla messa in onda della prima serie TV uscita in Giappone a cavallo tra il 1971 e il 1972. Le avventure di Lupin III, che da noi sono arrivate anche col titolo Lupin, l’incorreggibile Lupin, sono una trasposizione del manga scritto dal mitico Kazuhiko Katō, in arte Monkey Punch. Questo progetto è un prequel che ci condurrà a conoscere l’adolescenza del ladro più famoso al mondo, Arsenio Lupin III.

Il giovanissimo Lupin è uno studente delle medie che si diverte come meglio può e cerca di intrattenersi trovando sempre nuovi stimoli e nuove sfide. La sua stessa scuola è frequentata da Daisuke Jigen, il figlio di un mercenario di professione, che ha la passione per le pistole e non si fa scrupoli ad usarle. L’incontro tra i due farà scintille iniziando un particolarissimo rapporto di stima ed amicizia tra i due mitici ed inseparabili compagni d’avventura.

Il pesante fardello che porta con sé in eredità il nome di Lupin non tarderà ad arrivare ed a creare non pochi problemi al nostro giovane adolescente carico di ormoni e con la sola voglia di fare quello che gli pare. Jigen, che già mette in evidenza quel suo carattere un po’ ombroso e taciturno, ha iniziato da tempo a calcare i campi di battaglia con il padre e ha già ucciso con la sua fedele pistola. Il suo mondo non è particolarmente allegro, ma l’incontro con Lupin renderà le cose molto più movimentate e questo conquisterà l’animo del nostro pistolero.

L’anime ci porta a Tokyo negli anni sessanta, in un periodo in cui ancora l’America è ancora fortemente presente sul suolo giapponese, ma si vedono già i grandissimi sforzi per creare quello che poi sarà il Giappone moderno. Gli edifici scolastici, le case, le macchine, i motorini o i vecchi tram, sono la vera rappresentazione di un tuffo nel passato ed aiutano lo spettatore ad immergersi in quel momento storico.

Ma com’è realmente questo Lupin Zero? Si parte subito con una sigla di apertura che richiama fortemente le musiche che accompagnavano i ritmi ed i colori della prima serie animata. Inevitabilmente la mente vola a quel Lupin con la giacca verde e la cravatta gialla che ha conquistato il cuore della mia generazione. Questa è stata un’operazione nostalgica azzeccatissima che ho apprezzato particolarmente.

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Lupin Zero: la recensione

Scritto da MarcoF  

Ken & Lupin III: a luglio due anime cult

A partire dal 20 luglio grazie a Eagle Pictures saranno disponibili in DVD e Blu-ray due imperdibili titoli Yamato Video, azienda leader in Italia nella gestione dei diritti di animazione giapponese.

Tra i titoli disponibili ci sarà “LUPIN III – LA QUARTA SERIE” di Monkey Punch, edito per la prima volta in Home Video in un cofanetto nei formati DVD e Blu-ray a tiratura limitata con 26 episodi tra cui 2 imperdibili Tv Special, 6 card esclusive, un ricchissimo Booklet e, proposte insieme all’edizione Blu-ray, solo per i canali di vendita online, due action figures di Lupin e Rebecca da collezione. Questa volta Lupin ha deciso di attuare le sue scorribande proprio in Italia: accompagnato dai suoi inseparabili amici e tallonato dall’instancabile Ispettore Zenigata, stavolta dovrà anche fare i conti con… una bega coniugale! L’avventura italiana è il primo capitolo delle serie moderne di Lupin III, ambientate in giro per l’Europa. In questa nuova veste Lupin cambia il colore della sua giacca iconica, qui raffigurata in blu in onore del belpaese. Gli episodi presentano molti riferimenti alla cultura nostrana e, oltre al classico tratto adrenalinico, si fa più marcata la componente romance, grazie alla figura dell’ereditiera italiana Rebecca Rossellini che incastrerà il ladro gentiluomo in un matrimonio-trappola fin dal primo episodio. Grazie anche a una veste grafica ricca di colori e animazioni superbe, la location italiana è rappresentata con una cura impeccabile dei dettagli. La colonna sonora usata in tutto il mondo -tranne che per il Giappone- è curata dal gruppo Nu Jazz italiano Papik; nell’edizione italiana sono presenti entrambe, anche l’immortale theme song composta dal mitico Yuji Ohno.

 

In arrivo in Home Video sempre dal 20 luglio anche il cofanetto “KEN IL GUERRIERO – LE ORIGINI DEL MITO: REGENESIS” di Mihiro Yamaguchi, disponibile nei formati DVD e Blu-ray contenenti 4 dischi e corredati da 2 booklet esclusivi di 16 pagine con le sinossi degli episodi e i disegni preparatori. L’attesissima conclusione del prequel di “Ken il guerriero” segna così il ritorno del Re degli Inferi in un’edizione tutta da collezionare. Shanghai, anni ‘30, la città dei demoni: Kenshiro Kasumi, noto come Yan Wang (il re degli inferi), è il 62° successore della Divina Scuola di Hokuto. Ancora legato al Chinpan, dopo aver sconfitto il rivale Cartello del Fiore Scarlatto, Kenshiro viene coinvolto in un nuovo scontro che vede schierati su fronti opposti eserciti e maestri di arti marziali, mossi dall’interesse per il misterioso “catalogo della speranza”.

San Marino Comics: 27, 28 e 29 Agosto 2021

San Marino Comics: l’Evento Comics che mancava, nella più antica Repubblica d’Europa. Ottava Edizione il 27, 28 e 29 Agosto 2021. “Benvenuti nell’Antica Terra della Libertà!”: Con questa frase posta all’ingresso della Repubblica, San Marino accoglie tutti coloro che vi entrano. Lo staff dell’evento ha voluto fare di questa frase lo slogan dell’Ottava Edizione del festival Comics & Games che si svolgerà nella più antica Repubblica d’Europa il 27, 28 e 29 Agosto 2021.  San Marino Comics  è una festa dove vengono esaltate diverse sfaccettature relative alla passione per il mondo dei fumetti, del Cosplay, dei giochi da tavolo e della musica. Il tutto ambientato nel magico territorio della Repubblica di San Marino. A fare da cornice al San Marino Comics sarà il magnifico Centro Storico della nostra repubblica che ospiterà tutto quello che più ci piace: esibizioni Cosplay, Cartoon Cover Band, espositori di fumetti e gadget, laboratori scientifici e tornei di giochi da tavolo.

Il Festival del Fumetto e della Cultura POP della Repubblica di San Marino ritorna dunque con tantissimi eventi che intratterranno i visitatori: come ogni anno il manifesto dell’evento viene affidato a grandissimi autori e disegnatori e quest’anno si è voluto dare spazio a Lupin III, iconico personaggio amato da tre generazioni di appassionati in tutto il mondo. Sono infatti passati 50 anni dalla messa in onda della serie animata (Anime) del famoso ladro, nipote di Arsène Lupin (tratto dai romanzi di Maurice Leblanc) e da allora sono state fatte 6 serie televisive tra le quali anche “Lupin III e l’avventura italiana” ambientata in Italia e San Marino. Grazie alla collaborazione con l’Ambasciata di San Marino a Tokyo guidata da S.E. l’Ambasciatore Manlio Cadelo, con il tramite del Consigliere d’Ambasciata, dr. Riccardo Riccioni e con l’appoggio della Japan San Marino Friendship Society (nella persona del Presidente Danilo Chiaruzzi), la casa di produzione TMS Entertainment ha messo a disposizione dell’Associazione San Marino Comics la possibilità di utilizzare Lupin III per promuovere l’omonimo festival. Il manifesto rappresenta Lupin III e la sua squadra sul Passo delle Streghe mentre sono inseguiti dall’inarrestabile ispettore Zenigata. L’autore dell’immagine è il disegnatore Masao Yokobori, affiliato alla Telecom Animation Film ed addetto allo sviluppo dei personaggi degli episodi Lupin The 3rd Part4 e Part5. Quella raffigurata sul manifesto è la seconda key-visual della serie e in ordine temporale essa segue la prima key-visual dell’episodio in cui poco prima Lupin, raffigurato insieme al compagno Jigen, si appresta all’assalto di San Marino da sopra i tetti della città. All’interno dell’immagine sono espresse, oltre che la consueta dinamicità del personaggio, anche le profonde sensazioni colte da Yokobori durante il suo viaggio a San Marino precedentemente alla produzione della serie, come l’intenso azzurro dei suoi cieli e la forte emotività trasmessa dai bellissimi scorci della Repubblica. Grazie ad una massiccia collaborazione con Mediaset-RTI, per festeggiare il famoso personaggio, l’organizzazione del San Marino Comics Festival ha già messo in campo tantissimi eventi tra i quali la realizzazione del Pala-Lupin in Via Eugippo dove si potrà trovare tutto il merchandising di Lupin III inclusa la realizzazione di “Casa Lupin”, un ambiente brandizzato “Lupin The 3rd” nel quale scattarsi meravigliosi selfie. Inoltre sarà presente il doppiatore italiano di Lupin, Stefano Onofri, che accompagnerà i visitatori in una “passeggiata raccontata” organizzata con Track&Field San Marino e che toccherà tutte le zone viste nella serie animata “Lupin III e l’avventura italiana”. Sarà inoltre possibile incontrare i cosplayer della squadra di Lupin e ritirare gratuitamente la cartolina ufficiale in edizione limitata raffigurante il meraviglioso manifesto dell’ottava edizione del San Marino Comics Festival. San Marino Comics è un evento patrocinato dalle Segreterie di Stato per il Turismo, la Cultura, l’Industria e la Sanità e con l’appoggio e il supporto della Giunta del Castello di San Marino e dell’Ufficio Turismo.

L’evento si svolgerà in ottemperanza ai protocolli sanitari in vigore alla data dell’evento stesso. Tre giorni di divertimento in una location da urlo: unica del suo genere! Sfilate, contest e ritrovo Steampunk, Gara cosplay con gli amici di Epicos, musica con i più grandi artisti e le migliori cover band, animazione in lungo e in largo per il centro storico della Repubblica più antica del mondo, la Repubblica di San Marino …e ancora, esposizione di opere realizzate con mattoncini Lego, doppiatori, fumettisti, case editrici, mostre e tanto altro…!

Tutte le info e il programma del festival sono disponibili sul sito www.sanmarinocomics.com.

Lupin the Third – La donna chiamata Fujiko Mine

Arriva per Yamato, in Blu-ray e in Dvd, dal 17 giugno, la fantastica e attesa mini-serie di Lupin III, diretta da Sayo Yamamoto (prima donna alla regia di un prodotto del franchise del ladro gentiluomo), dal titolo completo “Lupin the Third – La donna chiamata Fujiko Mine”. La serie è uno spin-off dell’anime di Lupin III, trasmessa per la prima volta in Giappone su Nippon Television nella primavera del 2012, dopo ventisette anni di assenza seriale del personaggio. Composto da tredici episodi, questo anime, secondo la stessa regista, punta a essere molto più fedele al manga rispetto ad altri anime sul personaggio, accentuando la cupezza e sensualità delle storie cartacee e riprendendo i disegni nel tipico stile di Monkey Punch. In Italia i diritti sono stati acquistati da Mediaset, e la serie è stata trasmessa in prima visione dall’emittente Italia 2 dal 26 maggio al 30 giugno 2014 e replicata anche su Italia 1.

 

Spot - Promo Italia 2 - Lupin III - La donna chiamata Fujiko Mine [HD]

Fujiko Mine (conosciuta in Italia anche come Margot Mine) è un personaggio assai atipico e allo stesso tempo estremamente moderno per una serie “datata” come Lupin. Incautamente si potrebbe definire la compagna del ladro gentiluomo, ma in più di un’occasione la sensuale ladra ne diventa l’antagonista. Sensuale e opportunista, Fujiko non esita ad entrare in competizione con la gang di Lupin, neanche si fa scrupoli a collaborare con Zenigata e la polizia internazionale per arrivare ai propri obiettivi a scapito del suo uomo. Il suo nome originale “Fujiko Mine” è doppiamente significativo per la caratterizzazione del personaggio. Si potrebbe tradurre come “Montagna Fuji”, o un chiaro riferimento alle forme prorompenti di Margot (seno 99.9, vita 55.5, fianchi 88.8) o un omaggio alle leggende legate al noto monto Fuji-yama che spesso vedono protagoniste delle donne “che sanno il fatto loro”. Fatale con gli uomini come con i nemici il suo profumo preferito è ovviamente lo Chanel n°5 ed ha sempre indosso la sua pistola browing M1910.

Nel 2021, in occasione del 50° anniversario della serie animata originale di Lupin III, per la prima volta in Blu-ray la serie capostipite di un nuovo genere nell’universo narrativo di Lupin, un ritorno alla prima storica “giacca verde” nel rispetto delle atmosfere adulte e sensuali del manga originale di Monkey Punch. La serie “zero” di Lupin che ci mostra come tutto ha avuto inizio, focalizzandosi sul punto di vista di Fujiko Mine e mostrandone il misterioso passato. Il primo incontro/scontro con Lupin III, seguito dall’incrociarsi dei destini con Daisuke Jigen e Goemon Ishikawa, suoi futuri soci insieme a Lupin, e l’ispettore Koichi Zenigata.

 

Speciale Hayao Miyazaki

Hayao Miyazaki nasce il 5 Gennaio del 1944 da una famiglia agiata che ha avuto grandi fortune economiche durante la II guerra mondiale (il padre aveva un’industria di aeroplani bellici). A tre anni conobbe in prima persona la paura della perdita di una persona cara, la madre si ammalò di tubercolosi spinale e il giovane Hayao le stette accanto in tutto il periodo. Questa sua difficile situazione fu probabilmente l’ispirazione del light motive “La mamma è via a causa della malattia” presente nel capolavoro “Il mio vicino Totoro

Hakuja Den di Taiji del 1958 fu il suo primo anime/amore, un cartone animato che spronò Miyazaki verso l’animazione. Il suo sogno era però frenato dalla sua incapacità di disegnare le persone tanto che decise di intraprendere la carriera universitaria. Dopo la laurea in Scienze politiche ed economiche alla Gakushuin University nel 1963, entra nella Toei Animation Company. Come nel caso del suo mentore Isao Takahata, questo tipo di carriera risulta insolita per un laureato in tali materie. Ma già da studente universitario Miyazaki si appassiona alla letteratura infantile e legge ogni genere di pubblicazione nazionale e internazionale scritta per i bambini. Presso lo studio TOEI kavorò per Watchdog Bow Wow e per l’anime Wolf Boy Ken. Durante la sua permanenza nel famoso studio di animazione conobbe sia la passione politica per un comunismo puro e ideale (che il Giappone aveva dimenticato nella guerra), con la complicità dell’eterno amico Takahata, sia quella sentimentale per Akemi Ota. Il fermento politico nel cuore del giovane autore si sarebbe ben presto palesato in opere come CONAN o HORUS, anzi in un’intervista qualche anno dopo criticò la sua Nausicaa per essere una persona di origini aristocratiche e appartenente ad una elite. Pom Poko in fondo non è altro che la storia di come avessero fallito i movimenti liberali nel Giappone post bellico, secondo il punto di vista di Miyazaki.

Nel 1965 Hayao e la moglie Akemi entrano  nella produzione di Prince of the Sun e Puss In Boots, dopo il primo figlio nel 1969 la coppia sarà al lavoro insieme per The Flying Ghost Ship.

Nei primi anni 70 Miyazaki lascia il Giappone per alcuni viaggi che porteranno l’ispirazione per i suoi prossimi lavori: sulle alpi svizzere per Heidi: Girl of the Alps e in Italia e Sud America Three Thousand Miles in serch of Mother (Marco).

Negli anni ’80, sotto il nome d’arte di TELECOM diresse le migliori puntate della serie televisiva di LUPIN III (episodi 145-155).

Tre anni dopo arrivò il successo mondiale con il lungometraggio Nausicaä of the Valley of the Wind del quale era produttore lo stesso Takahata per la TopCraft.

Per Miyazaki le porte del successo mondiale si spalancarono nel 1984 con il lungometraggio Nausicaa of the Valley of the Wind (Nausicaa della Valle del Vento), del quale era produttore l’amico fraterno Takahata, per la TopCraft, mentre la colonna sonora era stata composta dal fidato collaboratore Joe Hisaishi. Il film tratta alcune tra le tematiche più care al regista giapponese: dal rapporto uomo-natura alle cause di conflitto tra gli uomini e le forze che agitano il mondo.

Nel 1986, per lo splendido Laputa: Castle in the Sky, nasce il mitico “Studio Ghibli, lo studio di produzione nipponiche che avrebbe da lì in poi pesantemente influenzato le maggiori produzioni internazionali del genere.

Nel 1988 è la volta di Il mio vicino Totoro (miglior film dell’anno in Giappone), poetica favola moderna sull’incontro di due bambine con un essere magico chiamato Totoro. Ed è proprio la sagoma di Totoro ad essere scelta come logo dello Studio.

Nel 1989 a sbancare il botteghino giapponese arriva invece il film di animazione Kiki consegne a domicilio. Con il successo ecco arrivare anche l’ingrandimento dello Studio Ghibli, trasformatosi ormai in una vera e propria “fabbrica dei sogni”.

È del 1992 Porco Rosso, cartone dal titolo in italiano che narra le avventure di un uomo dal volto di maiale, leggenda dell’aviazione italiana dell’inizio degli anni ’30.
Gli anni novanta sono gli anni in cui Miyazaki decidere di provare a ricoprire anche nuovi ruoli  professionali: eccolo quindi in veste di produttore del film di Takahata Ricordi a catinella (Omohide PoroPoro) del 1991, e collaboratore nella scrittura del soggetto di Heisei Tanuki Gassen Pon Poko, ancora di Takahata, uscito nel 1994; l’anno successivo invece è sceneggiatore e produttore di Se ascolti con attenzione (Mimi o Sumaseba).

Nel 1997 un nuovo clamoroso successo. Dopo anni di lavorazione arriva nelle sale giapponesi Principessa Mononoke (MononokeHime): di nuovo un film sul difficile rapporto tra l’uomo e la natura (e tra gli uomini stessi), il tutto all’interno di un atmosfera mistica nel Giappone del Periodo Muromachi (1333-1568).

È di questi anni la decisione di lasciare la regia ai giovani autori dello Studio Ghibli. Ma Miyazaki non riesce a stare lontano dalla la macchina da presa e nel 2001 ecco arrivare il suo nuovo capolavoro, La città incantata (Sen to Chihiro no kamikakushi). Il film viene accolto da un coro di elogi in patria e nel resto del mondo, e riesce a vincere l’Orso d’Oro al Festival di Berlino ed il premio Oscar per il miglior film d’animazione ottenuto nel 2003, hanno consacrato Miyazaki tra i maestri assoluti dell’animazione mondiale. A conferma di ciò anche il Leone d’oro alla carriera assegnato durante la 62ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

Altra partecipazione ad un festival internazionale è quella del 2004 alla 61a Mostra di Venezia, in cui viene presentato Il castello errante di Howl, tratto da un libro di Diana Wynne Jones. E proprio a Venezia, nel 2005, viene insignito del Leone d’Oro alla carriera.

Dal 2008, con Ponyo sulla scogliera, presentato in anteprima alla 65ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, lo Studio Ghibli diviene l’unico studio d’animazione giapponese ad usare tecniche di disegno tradizionali per i suoi film, volendo così contrastare l’uso della grafica computerizzata.

Nel settembre 2013, durante la 70ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia in occasione della presentazione del film Si alza il vento Miyazaki annuncia, tramite il presidente dello studio Ghibli Koji Hashino, il ritiro dalle attività cinematografiche. Alcuni giorni dopo la decisione viene confermata dallo stesso Miyazaki durante una conferenza stampa in cui il regista giapponese individua i motivi del ritiro nel tempo impiegato per la realizzazione dei suoi film, non più conciliabile con l’età avanzata.  La sua lunga attività è stata insignita con il Winsor McCay Award nel 1998, il Leone d’Oro al Festival di Venezia del 2005 e con l’Oscar alla carriera conferitogli dall’Academy nel novembre 2014.

Durante lo special televisivo Never-Ending Man: Hayao Miyazaki andato in onda su NHK il 13 novembre 2016 è stato rivelato in esclusiva che Hayao Miyazaki, vista l’insoddisfazione provata per la produzione di Kemushi no Boro, un corto in CGI per il Museo Ghibli, sarebbe intenzionato a tornare a lavorare su un nuovo lungometraggio, la cui produzione potrebbe richiedere più di cinque anni di lavorazione. L’opera cinematografica dal titolo Kimi-tachi wa dō ikiru ka, la cui traduzione in italiano sarebbe “E voi come vivrete?”, è ispirata al romanzo omonimo del 1937 di Yoshino Genzaburō. Toshio Suzuki ha dichiarato che Miyazaki l’ha concepita come un ultimo dono che vuol fare a suo nipote.

Alcuni dei suoi lungometraggi hanno detenuto, o detengono tuttora, record d’incassi in patria: Principessa Mononoke fu il film di maggiore incasso nella storia del Giappone prima del colossal Titanic, a sua volta battuto tre anni dopo da La città incantata, la quale rimane la pellicola che ha incassato di più nelle sale nipponiche. Al 2014, quattro suoi film (oltre ai due già citati, anche Il castello errante di Howl e Ponyo sulla scogliera) sono inclusi nella classifica dei 10 più alti incassi della storia in Giappone.

Le auto di Lupin III

Lupin III è una delle serie animate più famose e apprezzate di tutti i tempi, con le sue avventure rocambolesche e i suoi personaggi indimenticabili. Ma quali sono le automobili che hanno accompagnato Lupin e la sua banda nelle loro fughe e inseguimenti? In questo articolo, scopriremo le principali vetture utilizzate nella saga di Lupin III, dal loro modello, alla loro storia, alle loro caratteristiche tecniche. L’iconica Fiat 500 gialla, la Mercedes SSK del 1928 e l’Alfa Romeo 2300 Touring del 1932: sono tantissime le auto usate da Lupin III nelle sue avventure sia televisive che cinematografiche: Facciamo un giro nel garage del ladro gentiluomo più famoso della storia dell’animazione!

Austin Mini Cooper S

Non è altro che l’elaborazione sportiva della celeberrima utilitaria inglese inventata nel 1950, dall’ingegnere Issigonis, per conto della British Motor Company. Si trattava di un utilitaria leggera, ma capace di trasportare fino a 4 persone. La serie in questione presenta un motore potenziato, realizzato  dal preparatore britannico Cooper nel 1966, al tempo leader di una scuderia di Formula1. Il modello Cooper poteva vantare una potenza di 75 CV, contro i 34 CV della versione originale, un assetto migliorato e la presenza di freni a disco, a sostituire le ganasce; per distinguere il modello dalle versioni normali la Cooper S presentava due fasce colorate sulla carrozzeria,  simbolo di sportività ripreso in seguito anche dalla Dodge Viper. Il numero di cavalli può sembrare ridicolo, se paragonato alle vetture odierne, ma erano più che sufficienti a spingere la Mini fino a 200 Km/h. Grazie a questo allestimento le Mini Cooper riuscirono ad aggiudicarsi il famoso Rally di Montecarlo del 1966. Numerosi preparatori e truccatori si sono cimentati nel potenziare ulteriormente questo piccolo bolide lungo poco meno di 3 metri, che nel tempo è diventato un piccolo mito, al pari della famosa 500 Super Cabaret, ed è apparsa in numerosi film, tra cui il famoso the Italia Job, nel quale un gruppo di ladri, dovendo effettuare un furto in un centro cittadino, scelgono di usare delle Mini Coopera S, grazie alle loro doti di velocità e maneggevolezza, e per la loro agilità negli spazi stretti.

Citroen 2 CV

Ecco un altro piccolo mito della storia dell’automobile, la Citroen 2CV, ossia la risposta francese alla motorizzazione di massa. Si tratta di una macchina leggera, realizzata in lamierino o in materiale plastico, con un motore poco potente, ma parecchio affidabile e dai consumi ridotti. le ruote posteriori sono coperte dalla carrozzeria, particolare caratteristica di molti modelli della casa francese.La macchina è una semi-decapottabile, ossia è mancante del tetto superiore, sostituito da un tettuccio di tela smontabile, adatto a godere delle belle giornate primaverili; per questa caratteristica la “cv viene spesso considerata un’autovettura molto romantica, ed un po’ dandy.  La famosa 2 cavalli o dechevè, come viene spesso chiamata per assonanza alla pronuncia originale francese, appare più volte nella prima di serie di lupin, e numerose volte nei film. Il più delle volte è di proprietà di avvenenti fanciulle, di cui regolarmente Lupin si innamora.

Dune Buggy Mirage

Pochi sanno che la regina delle Dune Buggy è nata in Italia, costruita dall’italianissima Automirage di Bologna, sulla meccanica Wolkswagen; il modello Mirage era la realizzazione su larga scala di un kit di  modifica per il maggiolino della Wolkswagen ideato dall’ingegnere americano F.Meyers. Meyer voleva creare un mezzo agile, capace di districarsi in mezzo alla sabbia, e si fece ispirare dal famoso modello di semifuoristrada kubelwagen,utilizzato dagli Africa Korps tedeschi nel deserto libico durante la seconda guerra mondiale. L’aspetto della Mirage, era in  linea con il modello creato da Meyers, e presentava  ruote parzialmente coperte, frontale arrotondato. I fari erano montati scoperti sulla carrozzeria, mentre il motore era alloggiato a vista nella parte posteriore non carenata. Le dune Buggy, ebbero una grande diffusione negli anni settanta, facendosi apprezzare per le loro doti di fuoristrada da sabbia, ma il loro successo fu temporalmente limitato, per questo appaiono spesso nella prima serie di Lupin, mentre sono quasi assenti nelle serie successive.

Ferrari F40

Questo modello appare solo una volta nell’anime di Lupin, nel Film “ il mistero delle carte di hemingway”, eppure vale la pena di descrivere questo modello, se non altro per l’importanza che ha avuto nella storia delle auto sportive. Si tratta infatti di un modello derivato da un prototipo da corsa, la GTO 288 evoluzione, concepito con delle finezze tecniche ed aereodinamiche tali da renderla un auto unica; il rapporto peso/potenza piuttosto basso, il vistoso e caratteristico alettone posteriore a ponte, unito ai 478 cavalli erogati dal motore, permettevano di raggiungere e mantenere una velocità di 325 Km/h, con un accelerazione 0/100 pari a 4,5 secondi, dati incredibili per il 1987, anno di produzione del modello. La scocca era realizzata in Kevlar e fibra di carbonio, mentre per  il potente V8 turbo compresso da 3,0 litri si era fatto uso di una lega di alluminio e silicio; il motore era alloggiato in posizione centrale, coperto da un lunotto in plexiglas trasparente, per renderlo visibile dall’esterno. Anche l’abitacolo, realizzato con elementi in carbonio a vista e sedili in kevlar rossi, serviva a ricordare la natura prettamente agonistica del modello. D’altronde,  la vocazione sportiva dell’F40, così esasperata da renderla un ibrido tra una mezzo stradale ed una vettura da Formula1, ha trasformato questo modello in un simbolo della velocità; appare così come protagonista del famoso gioco di corse HotRun, e in numerosi videoclip musicali, come simbolo di ricchezza e potenza.

Ferrari 312B

L’auto da Formula 1 Ferrari 312B fu usata da Lupin proprio nel primo episodio della prima serie ( “Lupin contro tutti” ). Preparata per la stagione 1970, la Ferrari 312B era dotata di un 12 cilindri boxer di 3 litri di cilindrata, il telaio era realizzato come di consueto con un traliccio tubolare su cui venivano applicati pannelli in lega per irrigidirlo. Incerto l’inizio di stagione con il solo Jacky Ickx al quale dopo 3 gare vengono affiancati due debuttanti: Ignazio Giunti e Clay Regazzoni. Entusiasmante Il finale di stagione con 4 vittorie nelle ultime 5 gare, 3 con Ickx in Austria, Canada e Messico e con Regazzoni al GP d’Italia. Si aggiudica inoltre la prima gara del 1971al GP del Sud Africa con Mario Andretti. L’autovettura guidata da Lupin ha due particolarità: ha il numero “4”, che, come si sa, in Giappone è un numero sfortunato e possiede un alettone davvero fuori dalla norma che nella realtà potrebbe consentire all’auto di volare.

Tyrrell-Ford Cosworth P34

Nell’undicesimo episodio della seconda serie TV (“Il Gran Premio di Montecarlo”) Lupin, guida un Tyrrell-Ford Cosworth P34, dotata del numero 3, che usa per partecipare al Gran Prix di Monaco. Lupin si reca a Montecarlo per vincere il famosissimo ed arduo Gran premio e dimostrare così al campione Niki Lauda e a tutto il mondo di essere il numero 1.

A.C. Cars Shelby Cobra

Per l’episodio 0, la matita di Monkey Punch regala a Lupin un nuovo modello di automobile, ancora una volta una macchina scappotata sportiva. Si tratta della Shelby Cobra Mk III, un modello speciale realizzato da un casa di produzione britannica, la AC cars, per le gare; come tutte le auto predilette da Lupin, la Shelby Cobra è un auto senza capotte, a motore anteriore e posteriore sagomato. Il frontale si caratterizza per i piccoli fari tondi inseriti nel telaio, ma periferici rispetto alla calandra, e per le grandi prese d’aria poste al cento del cofano. Come altri modelli realizzati negli anni Sessanta, L’automobile univa ad una scocca alleggerita di concezione britannica un potente V8 americano. La versione MKIII è stato il frutto di una lunga ricerca intrapresa da Carol Shelby, intesa a creare un connubio tra i potenti motori aspirati americani e le leggere scocche europee. Il modello MK III adottava un propulsore Ford 428in”, da quasi sette litri, capace di erogare una potenza mostruosa, quasi 500 Cv, capace di spingere l’auto fino a 298 km/h; L’intera macchina  era realizzata per domare l’irruenza del motore, a partire dal cambio manuale ENV di fabbricazione britannica, lo stesso in dotazione alla Jaguar E-tipe dell’epoca. Il modello, nonostante le numerose vittorie che ha collezionato in numerose gare intorno al mondo, ha anche sancito la bancarotta per Shelby: La cobra si rivelò troppo potente per le dotazioni di sicurezza del periodo e venne dichiarata una vettura pericolosa, inadatta all’uso stradale. Ciò nonostante è stata, probabilmente, l’auto più copiata nella storia, potendo vantare un incredibile qualità di cloni, realizzati il più delle volte con scarsa perizia tecnica.

Aston martin DB5 Convertible

Questa automobile, scelta in colore azzurro pastello, sembra essere stata l’auto preferita da Lupin, prima della sua Alfa Romeo. Appare infatti all’inizio del film per la Tv “la storia di Lupin”, nel quale viene distrutta; nello stesso film Lupin si impossessa della sua Alfa Romeo Gialla, rubandola ad un facoltoso boss del crimine. Si tratta dello stesso modello della famosissima auto di James Bond nel film “ Goldfinger”. L’Aston Martin si è sempre caratterizzata per la realizzazione di macchine sportive di lusso, curando ogni dettaglio dell’abitacolo, per rendere ogni macchina un modello esclusivo. La versione Convertible, ossia spider, è stata realizzata in soli 135 esemplari, si tratta quindi di un modello molto raro e di difficile reperimento. La versione DB5 dell’Aston Martin montava un motore da 4 Litri, capace di erogare 282 cavalli, per una velocità di punta di 232 km/h.

Mercedes SSK

L’auto preferito da Arsenio detto Lupin è una Mercedes Benz SSK dal nome dell’ingegnere Sehr Schnell Kurz, un’auto sportiva disegnata nel 1928 emblema del marchio tedesco (era l’auto preferita da Adolph Hitler … solo che di un altro colore per puri motivi di brand marketing). Questa vettura era dotata di un turbo tipo “Rocts” da 250 cavalli superando la velocità di 190 km/h, nei gp era una formidabile avversaria anche per le Alfa Romeo e Bugatti. Lupin fece notevoli modifiche alla sua vettura, in un primo momento sostituì il motore originale con un Ferrari 12 valole per abbassare la linea della capote, un risultato che non piacque al nostro eroe che reinserì presto la capote originale. Il suo primo viaggio fu addirittura nel celebre Pilot Film e divenne un’icona della saga. Nel lungometraggio “La Pietra della Saggezza”, Lupin guida invece una versione potenziata della sua Mercedes, la SSKL progettata da Porsche nel 1931. Aveva un motore 6 cilindri in linea di 7.065 cc con compressore e 300 cv a 3.200 giri che le permetteva di raggiungere la folle velocità (per l’epoca) di 240 km/h. Questa lunga berlina  Mercedes SSK sembra essere una delle automobili predilette dai nemici di Lupin; appare infatti, inversioni e modelli, ma sempre riconoscibile grazie all’inconfondibile stella a tre punte che ne caratterizza il cofano.  La prima è la versione del 1928 con l’iconico motore da 7069 cc. che fu il primo progettato senza l’ausilio del Dr. Porsche e segnò l’inizio della collaborazione con Hans Nibel. La seconda SSK utilizzata è una Mercedes SSKL del 1931 che Lupin utilizza nel lungometraggio del 1978:si tratta di una versione alleggerita della SSK. La potenza di quest’auto venne portata, agendo sulla pressione di alimentazione, a 300 HP, valore eccezionale per quell’epoca.

Alfa Romeo 2300 Touring

Nella seconda serie del Cartone animato di LUPIN III, il nostro ladro gentiluomo è al volante di un altro mito della meccanica italiana: la celebre Alfa Rome 2300 Touring. L’Alfa Romeo 2300 è stata definita da Simon Moore, massimo studioso di vetture sport Alfa Romeo degli anni trenta, “leggendaria”: “the ultimate sports car of its time”, ossia la vettura sport “definitiva”, fondamentale, del suo tempo. Quest’auto, realizzata nei primi anni 30 da Vittorio Jano, monta un motore da otto cilindri erogando una potenza di 175 Cv. Una macchina spiccatamente da corsa, resa famosa per alcune importanti vittorie sportive. Nel 1931 lo stesso Nuvolari portà alla vittoria questo bolide nella gara di Targa Florio. Negli anni successivi lo stesso Marchio Ferrari venne apposto su questa vettura, ma questa è una lunga storia.

Alfa Romeo 6C 1750

Sempre nella seconda stagione della serie tv Lupin utilizza una Alfa Romeo 6C 1750 dove la sigla “6C”, acronimo di 6 cilindri, descrive il frazionamento del motore con cui tutti i modelli vennero equipaggiati, sia pur con differenze sostanziali tra le serie, a partire dalla cilindrata, continuamente aumentata dai 1500 cm3 originari fino ai 2500 cm3.

Harley-Davidson FLH e WLA

Nella serie animata di Lupin, Fujiko è spesso alla guida di diversi storici modelli di motociclette. In particolare due modelli della Harley-Davidson sembrano i preferiti della giovane ladra. Il modello WLA, che vediamo nel film “Il Castello di Cagliostro” ebbe un importanza fondamentale nella costruzione del mito dell’Harley Davidson: questa splendida moto, venne fornita all’esercio Americano durante il secondo conflitto mondiale, un’idea di marketing che ha consentito di far conoscere le potenzialità di questa moto in tutto il modo, dando al suo marchio una gloria imperitura. La WLA era spinta da un bicilindrico a V quattro tempi di 740 cc con valvole laterali. Dotata di accensione a batteria-bobina con anticipo manuale a manopola, cambio manuale a 3 velocità, trasmissione a catena, frizione a pedale, telaio a culla semplice e sospensione anteriore a frizione, riusciva a raggiungere una velocità massima di 120 km/h. La FLH, ribattezzata “La signora” ha avuto luce nel ’72. L’ammiraglia della Harley viene usata dalla protagonista in “Lupin vs il clone”

Fiat 500

E per ultima, ovviamente non per importanza la leggendaria Fiat 500. Anche la storica auto italiana ha avuto un ruolo da protagonista nelle avventure di LUPIN III. Il mitico “Cinquino”, simbolo della generazione del boom economico è l’auto di Lupin sia in alcuni episodi della prima serie sia nei lungometraggi “Il castello di Cagliostro”, “La cospirazione dei Fuma”, “Le profezie di Nostradamus”. Questa splendida autovettura è stata presentata nell’estate del 1957 come erede della Vecchia Topolino ad un prezzo di lancio di 490 mila lire. L’allestimento della prima vettura è molto spartana, le luci si accendono con la stessa chiave di accensione, le freccie con una levetta vicino all’accensione. I vetri sono fissi tranne i deflettori laterali apribili ad mentre i sedili posteriori sono assenti e sostituiti da una panchetta. Saldature a vista e tappezzerie povera, un modo di vivere la vettura assai semplice, soprattutto per un pubblico abituato in quegli anni alle cromature delle storiche automobili anni ’50. Dopo quindi una tiepida accoglienza nell’inverno dello stesso anno, la FIAT introduce tutta una serie di piccole migliorie tecniche ed ergonomiche che renderanno la 500 l’automobile atta a regalare a milioni di italiani il sogno di acquistare un’auto e vivere la strada.

Lupin III – The First

Lupin III ritorna in una colossale rapina in giro per il mondo per rubare il misterioso Diario di Bresson: l’unico oggetto che suo nonno non è stato in grado di trafugare. Il Diario racchiuderebbe oscuri segreti di grandissimo interesse anche per una malvagia organizzazione contro cui Lupin, Jigen, Goemon, Fujiko e perfino Zenigata, dovranno scontrarsi per impossessarsi delle enigmatiche memorie di Bresson.

Da Parigi al Brasile, Lupin e la sua banda, insieme alla loro nuova complice Laetitia, una giovane aspirante archeologa, vivranno un’epica avventura mai vista prima in questo lungometraggio scritto e diretto da Takashi Yamazaki e basato sui personaggi di Monkey Punch.

Lupin III: The First è uscito nelle sale giapponesi il 6 dicembre 2019 distribuito da Toho. GKIDS ha distribuito il film in Nord America il 18 ottobre 2020. Il film è stato una delle selezioni per i Japan Academy Awards nel 2020. Il film ha ottenuto il plauso della critica, con elogi diretti alla trama, alle prestazioni vocali, alla fedeltà al materiale originale e, in particolare, all’animazione. Molti hanno ritenuto che la serie fosse passata bene in CGI, lodando il livello di dettaglio e fluidità.

Lupin III – Il castello di Cagliostro

Il “ Castello di Cagliostro”, del 1979 è, senza ombra di dubbio, l’opera più famosa tra quelle che hanno come protagonista il pronipote di Arsenio Lupin. Si tratta l’opera prima del regista leone d’oro alla carriera, Hayao Myazaki. affermatosi negli anni come uno dei migliori animatori del panorama internazionale.

Ne “Il Castello di Cagliostro”, infatti,fa la sua comparsa un Lupin inedito, al tempo stesso eroico e romantico, poco interessato ai beni veniali e mosso dal rispetto di un proprio codice morale, quindi un personaggio molto differente dal character originale di Monkey Punch, nella quale troviamo un Lupin violento, a volte sadico, attratto, in modo non platonico, dal gentil sesso, e molto attaccato al guadagno personale. Al contrario nel “ il castello di Cagliostro”, il regista riscrive il personaggio di Lupin ispirandosi all’ Arsenio Lupin della letteratura, riuscendo se possibile a migliorarne ulteriormente i modi, così Lupin non è solo  ladro gentiluomo, ma anche un eroe capace di combattere, a rischio della vita, un potente e consolidato impero criminale, solo per far sorridere una fanciulla, la piccola Clarisse. La purezza dei sentimenti di Lupin, che non nasconde nessun tipo di secondo fine, permette al ladro di incarnare il ruolo di “ eroe positivo”, sin dal principio, mentre il suo antagonista , il conte di Cagliostro acquisisce i tratti di antagonista pochi munti dopo  l’inizio del film.Anche gli altri personaggi seguono i nobili sentimenti di Lupin: Fujiko, nota ai conoscitori della serie animata per la sua avidità, si presta di buon grado a smascherare il perfido conte, mentre Zenigata mette da parte il proprio zelo per contribuire al crollo dell’organizzazione criminale che si cela dietro il tranquillo staterello Questo rapporto conflittuale tra il bene ed il male, è fortemente simboleggiato dai luoghi che i due personaggi erigono a proprie basi operative, entrambe affacciate sul lago di Cagliostro: da una parte il rifugio di Lupin, ossia il palazzo,  dell’arciduca di Cagliostro, ormai in rovina, caratterizzato dai larghi spazi  luminosi, dall’altro la mastodontica mola del castello medievale, cinto di mura e difeso da enormi cannoni. La struttura del castello, dotato, tra le altre cose di complicati sistemi meccanici è stata  la principale  fonte di ispirazione per “ Il Castello Errante di Howl. Ma D’altronde l’intero film è un omaggio che Miyazaki ha fatto a se stesso, come se volesse inserire, all’interno del film, una piccola antologia dei suoi lavori più cari. Questi riferimenti sono a volte molto espliciti, come nel caso dei riferimenti ad Heidi, ( il vecchio custode della villa assomiglia moltissimo al nonno della piccola Heidi, i piani di sfondi montani), o più complessi ( il piccolo Aerogiro del conte e la piccola cannoniera ricordano la tecnologia steam punk presente in Conan, ragazzo del futuro), fino a divenire dei riferimenti velati che solo un occhio attento può notare. D altronde, Il Castello di Cagliostro è stato il primo lungometraggio firmato da Miyazaki, e l’autore ha cercato di fondere nel lavoro tutte le esperienze fatte come disegnatore ed animatore.

Il piccolo stato di Cagliostro, descritto da Lupin come la “nazione più piccola del mondo”, è un paese di pura fantasia. Il paese, ed il suo reggente, si arricchisce mettendo in commercio valute falsificate di altri paesi.Il nucleo principale dello stato di Cagliostro è una poderosa rocca medievaleggiante irta di torri, cinta da alti bastioni, che troneggia al centro di un lago; un antico acquedotto romano la rifornisce di acqua. Il lago stesso si trova in una valle contornata da alte montagne innevate.  A prima vista, sembra, che questo piccolo paese di fantasia vada collocato proprio in Italia. D’altronde, nel nostro paese è esistito un Alessandro Conte di Cagliostro, ossia l’alchimista, avventuriero, mago e massone Giuseppe Balsamo, ma non sperate di trovare un eventuale contrada di Cagliostro, perché si tratta di un nome d’invenzione, creato dallo stesso Balsamo, per avere accesso alle corti europee sfoggiando un blasone nobiliare. Miyazaki non poteva trovare un nome migliore per il suo piccolo paese e la sua economia parassitica, dunque. Ad onor della cronaca va ricordato che Cagliostro morì, o non morì, come pensa chi crede nei  suoi poterimagici, in uno dei più massicci e muniti castelli italiani: il forte di San Leo, contiguo alla Repubblica di San Marino. Quest’ultima, ha sempre goduto di particolari privilegi, tra cui quello di poter battere monete estere a puro scopo numismatico, ed utilizzare le valute di paesi confinanti, come tutti i piccoli enclave. San Marino è divenuto repubblica autonoma nel 1600, ed in qualche modo anche le date di fondazione del “ principato di Cagliostro” coinciderebbero; inoltre, quando Lupin e Jigen entrano a Cagliostro, l’arco sotto cui passano è molto simile agli archi d’ingresso della città di San Marino, mentre i cartelli confinari sono tipicamente italiani; inoltre, poche scene dopo vediamo Jigen e Lupin mangiare con avidità un enorme piatto di spaghetti. Tuttavia come si è detto, San Marino è un’antica repubblica, mentre Cagliostro è retto da un monarca assoluto. Per quanto riguada il sistema politico, probabilmente Miyazaki si è ispirato al piccolo principato di Monaco, retto da cinquecento anni dalla stessa dinastia, i Grimaldi. Da un punto di vista architettonico, invece il parallelo con San Marino non è molto calzalte. La rocca e la sua conformazione fisica, infatti, ricordano più il borgo fortificato di Monts Saint-Michele, nella Bretagna francese. Questo piccolo borgo svetta imperioso su un piccolo promontorio collegato alla terraferma da una lunga lingua di terra, che, durante le forti maree, tipiche di quella zona di costa,viene sommersa completamente dal mare, trasformando il promontorio in una turrita isola. E tuttavia la presenza di resti di epoca romana e lo scenario alpino ricorda moltissimo un altra importante enclave europea, ossia il  principato del Lichenstein, al confine tra Austria e Svizzera la cui capitale è stata fondata dai romani e che tuttora vanta dei reperti architettonici di una certa importanza. L’unico indizio che miyazahi ci dà non aiuta molto a fugare i dubbi: Le scene iniziali e finali sono ambientate a Montecarlo, in costa Azzurra, località da cui è possibile raggiungere, con relativa facilità quasi tutti i luoghi elencati.

Nel 1967 Lupin III nasce come fumetto dalla matita di Kazuhito Kato, meglio conosciuto col nome d’arte di Monkey Punch; approda poi nel 1972 sul piccolo schermo, indossando una giacca verde; la serie ottiene buoni risultati e il successo viene consacrato con la seconda del 1977. Il famoso ladro gentiluomo, accompagnato da Jigen, suo braccio destro, sigaretta piegata e Magnum Combat alla mano, e da Goemon, fedele combattente, tredicesimo discendente di un’antica famiglia di samurai, insieme all’affascinante Fujiko/Margot, astuta truffatrice e all’impacciato ispettore Zenigata si sono affermati negli anni come personaggi cult.

Mikado ha deciso di celebrare il connubio tra questo grande autore e Lupin curando un’edizione completamente nuova: è stato infatti acquisito l’internegativo giapponese per poter offrire una qualità superiore delle immagini ed è stato convocato il cast storico della serie per il doppiaggio: Roberto del Giudice (Lupin), Sandro Pellegrini (Jigen), Antonio Palombo (Goemon), Alessandra Korompay (Fujiko) Rodolfo Bianchi (Zenigata).

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