Winter Games Week 2024

Dal 5 al 9 febbraio 2024 si terrà la “Winter Games Week”, una settimana di attività didattiche e sportive in tutte le scuole ispirate ai valori Olimpici e Paralimpici, promossa dal Ministero dell’Istruzione e del Merito e dalla Fondazione Milano Cortina 2026. L’iniziativa nasce per sensibilizzare i giovani sulle tematiche Olimpiche e Paralimpiche durante il percorso che porterà il Paese ad ospitare i Giochi Invernali del 2026.

Le Istituzioni scolastiche statali e paritarie possono partecipare iscrivendo le singole classi attraverso la compilazione di un form.

L’iniziativa sarà promossa fino al 2026, e attraverso il materiale didattico informativo verranno proposte molteplici attività e giochi differenziati per le varie fasce di età, con lo scopo di sviluppare le competenze motorie trasversali e stimolare la creatività attraverso l’attività fisica.

Le tipologie di iniziative che verranno promosse comprendono dibattiti e confronti tra gli studenti, giochi individuali e di squadra in cui sviluppare il tema dell’inclusione, attività interdisciplinari di collegamento del tema dello sport con le altre discipline e approfondimenti sullo sport. Gli enti locali possono segnalare le eventuali iniziative realizzate in collaborazione tra Comuni e Scuole all’indirizzo mail areaistruzionesport@anci.it. Per ulteriori informazioniè possibile scaricare la Brochure informativa e consultare il sito dedicato Winter Games Week | Milano Cortina 2026 (olympics.com).

Flag football: il fenomeno che conquista il mondo

Il flag football è una variante del football americano che si gioca senza placcaggi. Il gioco è stato inventato negli Stati Uniti negli anni ’60 e da allora si è diffuso in tutto il mondo, diventando uno sport popolare sia tra gli uomini che tra le donne.

Il flag football è un gioco veloce e divertente, che richiede abilità, velocità e coordinazione. Il gioco si gioca su un campo da football americano con 11 giocatori per squadra. I giocatori devono prendere le “bandiere” che pendono dai fianchi degli avversari per fermarli.

Il flag football è un gioco sicuro, poiché non prevede placcaggi. Questo lo rende uno sport ideale per tutte le età e per tutti i livelli di abilità.

Il flag football alle Olimpiadi

Nel 2023, il flag football è stato approvato dal Comitato Olimpico Internazionale (CIO) come sport dimostrativo alle Olimpiadi di Parigi 2024. Questo sarà il primo passo verso l’inclusione del flag football come sport olimpico a tutti gli effetti.

L’inclusione del flag football alle Olimpiadi sarà una grande opportunità per questo sport di crescere ulteriormente in popolarità. Il flag football è un gioco divertente e accessibile, che ha il potenziale di conquistare il cuore di un pubblico globale.

Perché il flag football sta diventando così popolare?

Ci sono diversi motivi per cui il flag football sta diventando così popolare. Innanzitutto, è un gioco facile da imparare e da giocare. Non richiede attrezzature costose o una preparazione atletica specifica.

In secondo luogo, il flag football è uno sport sicuro. Non prevede placcaggi, il che lo rende un’opzione ideale per le famiglie con bambini.

In terzo luogo, il flag football è un gioco divertente e coinvolgente. È un’ottima attività per socializzare e fare esercizio fisico.

Il futuro del flag football

Il futuro del flag football è luminoso. Con l’inclusione alle Olimpiadi, questo sport ha la possibilità di raggiungere un pubblico globale e di diventare uno dei più popolari del mondo.

Il flag football è un gioco che ha molto da offrire. È divertente, sicuro e accessibile a tutti. È uno sport che ha il potenziale di cambiare il mondo del football americano.

Ecco alcuni dei vantaggi del flag football:

  • È un gioco facile da imparare e da giocare.
  • È uno sport sicuro.
  • È un gioco divertente e coinvolgente.
  • È un’ottima attività per socializzare e fare esercizio fisico.

Se stai cercando un nuovo sport da provare, il flag football è una grande opzione. È un gioco che ha molto da offrire a persone di tutte le età e di tutti i livelli di abilità.

Jury Chechi VS Shang-Chi

In occasione dell’uscita del nuovo lungometraggio targato Marvel Studios Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, ora disponibile nelle sale italiane, il campione olimpico Jury Chechi è protagonista di uno speciale video sul ruolo che gli anelli hanno avuto nella sua vita. Jury Chechi, come Shang-Chi, ha trovato il suo destino affrontando numerose sfide, superando se stesso e provandoci fino in fondo per diventare sempre più forte e realizzare i propri sogni.

Nel corso della sua carriera, Jury Chechi ha ottenuto numerosi riconoscimenti nella specialità degli anelli, tra cui la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Atlanta del 1996; cinque titoli mondiali (1993-1997), diventando il primo ginnasta della storia a vincere cinque ori iridati consecutivi in una specialità; quattro titoli europei (1990, 1992, 1994 e 1996); e due vittorie in Coppa Europa (1991 e 1995).Notevoli sono anche i suoi risultati nel concorso generale, dove vanta un terzo posto agli Europei (1990) e una vittoria e un terzo posto in Coppa Europa (1991 e 1995); nella sbarra, con un oro e un bronzo in Coppa Europa (1991 e 1995); e nel corpo libero, dove è stato terzo agli Europei del 1992.Nel 2004 conquista il bronzo ai Giochi di Atene.

 

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli I Jury Chechi

Jury Chechi ha partecipato, martedì 31 agosto a Milano, alla proiezione speciale del film Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, insieme a volti dello spettacolo, della musica, dello sport e del web che hanno sfilato sul red carpet durante la serata. Tra gli ospiti anche Tommaso Zorzi, Tommaso Stanzani, Danilo D’Ambrosio con Enza De Cristofaro, Saturnino, Maryna, Federica Carta, Mondo Marcio, Antonio Rossi, Alice De Bortoli, Sespo, Giorgio Rocca, Mydrama, Jody Cecchetto, Soul System, Guido Bagatta, Loretta Grace e molti altri.

Olimpiadi 2020 in chiave Nerd

Come tutti sapranno, il Giappone è la patria dei manga e dei videogiochi, tra le altre cose ovviamente, e non potevano non mancare delle note colorate ad arricchire le Olimpiadi 2020. Durante la cerimonia di apertura sono stati suonati alcuni brani provenienti appunto dal mondo videoludico e anime.

 

– Dragon Quest “Introduction: Lotto Theme”

– Final Fantasy “Victory Fanfare”

– Tales of Series “Sley’s Theme-Guru-“

– Monster Hunter “Proof of Hero”

– Kingdom Hearts “Olympus Coliseum”

– Chrono Trigger “Frog Theme”

– Ace Combat “First Flight”

– Tales of Series “Royal Capital-Dignified”

– Monster Hunter “Wind of Departure”

– Chrono Trigger “Robo’s Theme”

– Sonic the Hedgehog “Star Light Zone”

– Winning Eleven (Pro Evolution Soccer) “eFootball walk-on theme”

– Final Fantasy “Main theme”

– Phantasy Star Universe “Guardians”

– Kingdom Hearts “Hero’s Fanfare”

– Gradius (Nemesis) “01 ACT 1-1”

– NieR “Initiator”

– Saga Series “Makai Ginyu Poetry-Saga Series Medley 2016”

– Soul Caliber “The Brave New Stage of History”

(Wired)

Anche alcuni degli atleti sono, però, stati accompagnati da colonne sonore nerd come ad esempio la ginnasta Alexa Moreno che ha scelto per la sua esibizione l’OST Mugen Train, e un suo collega agli anelli “Cry Baby” (Opening) da Tokyo Revengers, alla pallavolo è stato associato Haikyuu “Imagination” (Opening 1), all’equitazione “Blue Bird” (Opening 3) da Naruto, il tiro con l’arco Guren no Yumiya (Opening 1) da L’attacco dei giganti, per la finale di scherma è stata scelta La marcia imperiale direttamente da Star Wars. Queste sono solo alcune delle musiche che hanno e stanno accompagnando gli atleti, perché ne sono davvero tantissime!

(Coinless Entertainment)

Ma anche il colosso Google ha saputo omaggiare in chiave nerd i giochi olimpici, realizzando un doodle che è un vero e proprio videogioco in 2D con all’interno dei mini giochi da completare, ovviamente a tema olimpiadi nipponiche, restando nel tema videogiochi e in casa Google, anche Dino, il simpatico T-Rex che ci tiene compagnia nei momenti in cui siamo senza connessione, si cimenta in alcune discipline olimpioniche (corsa, equitazione, surf, ginnastica artistica) su Google Chrome.

Per quanto riguarda il mondo del cosplay, da Naruto abbiamo un  presentatore televisivo che ha fatto il cosplay di Jiraiya durante la trasmissione delle Olimpiadi. Mentre in Brasile, il canale Globo che per tanti anni ha trasmesso in esclusiva per il Brasile le Olimpiadi ha inserito alcuni cosplayer di Naruto nella sua trasmissione, come potete vedere in questo video:

 

Globo recebe Cosplayers de Naruto e Sakura | Tokyo 2020

L’atleta greco Miltiadis Tentoglou vincitore di una medaglia d’oro nel salto in lungo, invece, ha usato forse come gesto portafortuna la posa di Luffy, Gear Second e lo ha confermato in un’intervista.

A un mese dall’apertura delle Olimpiadi di Tokyo arriva in libreria “Leggende Olimpiche” di Vigorito

In anticipo di un mese esatto sulla cerimonia d’inaugurazione delle Olimpiadi giapponesi il prossimo 23 luglio 2021, quando la torcia arriverà nello Stadio Olimpico della capitale, è già disponibile nelle migliori librerie e dal 26 giugno sarà distribuito sui principali store digitali (da Amazon a IBS, da Libraccio al sito dello stesso editore) il libro edito da Iacobelli che racconta i 100 momenti di gloria nella storia delle “Leggende Olimpiche”.

Scritto da Giampiero Vigorito, con la prefazione di Sandro Fioravanti e con la partecipazione di alcuni dei più appassionati scrittori e giornalisti sportivi, il volume nasce da una serie di programmi andati in onda su Radio3 Rai in due cicli di 36 puntate trasmessi alla vigilia delle Olimpiadi di Londra 2012 e Rio 2016, esperienza che l’autore si accinge a proseguire in occasione dei prossimi Giochi di Tokyo.

Sulla scia di quei programmi radiofonici, il volume (288 pp., 28.00 €) rievoca le imprese memorabili di atleti che hanno emozionato e commosso il mondo, arrivando persino a mutare il corso della storia. Dalla medaglia d’oro del lampo d’ebano, Jesse Owens, nella Berlino del 1936 alla paura di volare del più grande pugile di tutti i tempi Cassius Clay, fino alla grazia ineguagliabile delle ginnaste Olga Korbut e Nadia Comaneci, senza dimenticare altre leggende del nuoto come Mark Spitz, Ian Thorpe o Michael Phelps e dell’atletica come Paavo Nurmi ed Emil Zatopek, Sebastian Coe e Steve Ovett per poi tagliare virtualmente il traguardo con i dominatori della velocità come Carl Lewis e Usain Bolt.

“Leggende Olimpiche – i 100 momenti cruciali che hanno infiammato i Giochi Olimpici” è una lettura estiva, imperdibile per immergersi nel clima dei Giochi Olimpici di Tokyo e per riscoprire l’archivio dei ricordi “che ci hanno accompagnato negli anni, davanti alla radio o a una televisione a colori o in bianco e nero, in un salotto inondato da amici o in completa solitudine, a un orario impossibile o sprofondati su un divano in pieno giorno”, come dice l’autore. Nelle pagine che ripercorrono memorie, aneddoti e curiosità sulle più straordinarie imprese sportive, non manca una nota d’orgoglio per le storie di italiani e italiane sul podio: Pietro Mennea, Sara Simeoni, i fratelli Abbagnale, Novella Calligaris, Jury Chechi, Valentina Vezzali, Federica Pellegrini e molti altri indimenticabili campioni.

“Il libro – conclude l’autore – è dedicato a quelli che ricordano dove erano quando Pietro Mennea superò sul filo di lana nei 200 di Mosca Alan Wells o quando gli Abbagnale vinsero il loro primo oro tra le urla di Galeazzi o quando Carlos e Smith alzarono al cielo il loro guanto di protesta”. Un percorso narrativo corredato da 300 fotografie per rivivere con la XXXII edizione dei Giochi a 5 cerchi l’entusiasmo delle sfide, il sapore del trionfo, sogni e traguardi di 100 miti leggendari.

BIOGRAFIA DELL’AUTORE

Giampiero Vigorito inizia la sua carriera giornalistica nel 1977, collaborando con Stereoplay e Popster. Dal 1983 al 1994 ha condotto RaiStereonotte. Dal 1994 al 2001 ha diretto il mensile Rockstar. In tv è stato ospite di Quelli della Notte e ha collaborato ai programmi di Renzo Arbore. Dal 2001 ha presentato sulle tre reti radio della Rai diverse trasmissioni. Nel 2012, in occasione delle Olimpiadi di Londra, ha scritto e condotto su Radio3 in 20 puntate il programma Leggende Olimpiche; esperienza ripetuta due anni dopo con un ciclo di trasmissioni dedicato ai Mondiali di Calcio in Brasile intitolato Leggende Mondiali. Nell’estate del 2016, a ridosso delle Olimpiadi di Rio, ha ripreso il format Leggende Olimpiche su Radio3 in un nuovo ciclo di 16 puntate. Ha pubblicato Genesis (Gammalibri, 1981), Burt Bacharach – The Book of Love (Coniglio Editore, 2008) e curato Xena Tango – Le Strade del Tango da Genova a Buenos Aires (Compagnia Nuove Indye, 2014). Nel 2020 ha curato il volume Raistereonotte – Il Libro pubblicato da Iacobelli Editore. Dal 2013 è docente del Master in critica giornalistica dell’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma.

CITAZIONI DEI PROTAGONISTI

“Io sono il più grande, l’ho detto prima ancora di sapere che lo fossi”.

(Cassius Clay)

“Le medaglie pesano. È dura tenere tutte le medaglie al collo e rimanere diritti nella vita”. 

(Mark Spitz)

“Nella finale delle Olimpiadi di Mosca mi confinarono in ottava corsia, non ero contento, non potevo controllare gli avversari. All’uscita della curva ero penultimo, Wells indemoniato era tre metri avanti. Penso: non avrò altre occasioni. Dodici anni di lavoro e di dolore per niente. Allora riparto, risento tutto, rientro in gara, recupero, vinco, alzo le braccia”.

(Pietro Mennea)

“La strada per le Olimpiadi non conduce in nessuna città, in nessun paese. Va ben oltre New York o Mosca, l’antica Grecia o la Germania nazista. La strada per le Olimpiadi conduce a ciò che di meglio c’è dentro di noi”.

(Jesse Owens)

“Perché dovremmo correre in Messico per poi strisciare a casa?”.

(Tommie Smith e John Carlos) 

“Non scappo da una sfida per la paura. Invece, le corro incontro, perché l’unico modo per sfuggire la paura è quello di calpestarla sotto i nostri piedi”.

(Nadia Comaneci) 

“Se vuoi correre un miglio, corri un miglio. Se vuoi vivere un’altra vita, corri una maratona”.

(Emil Zátopek)

“I primati mondiali sono fatti per essere battuti, un oro olimpico resta per sempre”.

(Usain Bolt) 

“L’Olimpiade è un’esperienza incredibile perché proietta su una ribalta totale e perché fa apprezzare il senso del gruppo”. 

(Magic Johnson) 

“La maggior parte delle persone corre una gara per vedere chi è il più veloce. Io corro una gara per vedere chi ha più coraggio”.

(Steve Prefontaine)

 

Scooby’s All-Star Laff-a-Lympics

Una delle cose belle di molte case di produzione, non solo fumettistiche ma anche televisive, è quando creano una miscellanea di alcuni loro personaggi appartenenti a serie differenti dando vita a dei veri e propri cross-over. Anche la Hanna & Barbera non è stata da meno, infatti, verso la fine degli anni ’70 creò un cross-over raccogliendo la maggior parte dei personaggi delle loro serie di punta e inserendole in un contesto sportivo, una sorta di “giochi senza Frontiere” animato. Intitolandola Scooby’s All-Star Laff-a-Lympics (Le olimpiadi della risata), sfruttando l’onda del successo della serie di Scooby Doo, essa raccoglieva molti altri personaggi come Svicolone, Orso Yoghi, Blue Falcon, Capitan Cavey, Mumbly e molti altri, che divisi in 3 squadre si affrontavano a turno in prove sportive, di genere umoristico ovviamente, fino alla conquista della medaglia d’oro. Vennero realizzate due stagioni per un totale di 24 episodi trasmessi dalla ABC, mentre in Italia venne trasmessa dalle reti Rai e in alcune emittenti locali, con il titolo le Olimpiadi della Risata. Venne poi fatta una versione DVD chiamata Scooby Doo le olimpiadi della risata, i Giochi del Mistero.

La serie si ispira come precedentemente detto, alle Olimpiadi e a Giochi senza Frontiere, qui vari personaggi della Hanna & Barbera si affrontano, divisi in squadre, in un contesto umoristico, per vincere tutte le prove e raggiungere la vittoria, con onestà e spirito sportivo. Le squadre sono 3 e ognuna di esse ha il suo capitano che le rappresenta: la prima squadra si chiama gli Scooby Doobies il cui capitano è ovviamente Scooby Doo, la seconda squadra è la The Yogi Yahooeys il cui capitano è l’Orso Yoghi e la terza squadra si chiama The Really Rottens è rappresentata da Dread Baron, il fratello gemello di Dick Dastardly in cui  sono riuniti quasi tutti i villain e gli antagonisti delle altre due squadre. Ogni episodio si svolge in diversi paesi e città e i protagonisti si cimenteranno in varie prove a tema, dedicate al paese che ospita i giochi, il tutto grazie anche alla simpatica telecronaca di Svicolone e di Mildew the Wolf, anche se tutti si chiedono sempre all’inizio di ogni puntata “chi vincerà?”, alla fine il solo e unico vincitore è il buon umore.

Scooby's All Star Laff-a-lympics!

Scooby’s All-Star Laff-a-Lympics è una serie televisiva carina, divertente e molto ben strutturata, è bello vedere così tanti personaggi differenti riuniti insieme, creando un’unica serie, dando uguale spazio a ogni singolo personaggio, compresi gli antagonisti: molto spesso, sinceramente, io facevo il tifo per loro. Se lo dovessero riproporre, forse non sarà il successo dell’anno, ma di certo potrebbe avere un suo ben nutrito seguito, dopotutto quanto ci divertivamo guardando Giochi Senza Frontiere?

Alla prossima!

by Marco Talparius Lupani

I videogiocatori con l’Oro Olimpico

Gli eSports stanno crescendo rapidamente, in particolare fra i giovani di diversi paesi. A livello professionistico possono essere considerati un disciplina sportiva vera e propria, con giocatori che si allenano con un’intensità comparabile a quella degli atleti degli sport tradizionali. Questa è la storia frase che il Cio, il Comitato internazionale olimpico, ha diffuso ieri dopo il summit tenutosi a Losanna.

Il comitato ha dunque a aperto le braccia per la prima verso i cosiddetti “esports” considerandole a pieno titolo delle discipline agonistiche vere e proprie similmente ad una qualunque attività sportiva tradizionale. Ovviamente per essere riconosciuti come discipline olimpiche a tutti gli effetti dovranno rispettare i valori olimpici tra cui, ovviamente, il controllo contro il doping – sopratutto energy drink – ed estinguere definitivamente la piaga delle scommesse. La Esl, che gestisce i i tornei più importanti a livello mondiale, ha promosso la World Esports Association, un’ente che regolamenterà questo settore da ogni punto di vista.

Dopotutto, già a Tokyo 2020 vedremo tante nuovi “sport” ammessi alle Olimpiadi come skateboard, arrampicata e surf e non ci stupirebbe vederli quattro anni dopo a Pargini per i Giochi del 2024.

Goku alle Olimpiadi … e non è solo!

Le prossime Olimpiadi di Tokyo 2020 si preannunciano estremamente otaku: dopo il video in cui il primo ministro giapponese si recava alla Cerimonia di Chiusura delle precedenti Olimpiadi come un moderno Super Mario, ecco arrivare Goku come ambasciatore della prossima kermesse sportiva.

Il protagonista della saga creata da Akira Toriyama, sarà dunque portabandiera insieme a tanti altri celebri personaggi otaku come Sailor Moon, Astro Boy, Naruto, Shin- Chan e naturalmente Rufy di questa edizione olimpica giapponese!

Nerd di tutto il mondo siete avvisati: dal 2020 dobbiamo essere tutti, almeno un po’, sportivi!

tokyo_2020_summer_olympics_products_featuring_sailor_moon_and_others

 

Arrivederci Rio: benvenute Olimpiadi Nerd

Pochi sanno che la creatività dietro le due Cerimonie Olimpiche di Rio 2016 è stata tutta italiana … e in un certo senso anche le prossime Olimpiadi di Tokyo sono state presentate da un italiano: più precisamente da un idraulico italiano con la salopette rossa!

Ieri è calato il sipario su questa emozionante, calda, combattuta e discussa kermesse sportiva brasiliana, e come consuetudine, l’ultimo momento della Cerimonia di Chiusura è dedicata alla prossima città che ospiterà i Giochi Olimpici, in questo caso proprio la capitale del Giappone, Tokyo, nel prossimo 2020. E per presentare degnamente il Sol Levante perchè non usare proprio i simboli globali che ha prodotto. Ed ecco apparire un filmato, nello Stadio Maracanà di Rio, che ha per protagonista la splendida città d’altra parte del mondo e popolata dai personaggi di videogame e manga: in particolare Capitan Tsubasa (Holly & Benji),  Pac-Man, Hello Kitty, Doraemon, e proprio Super Mario.

E proprio il premier giapponese Shinzo Abe si è presentato alla Cerimonia nei panni di Super Mario che proprio grazie alle leggendarie tubature verdi del gioco ha potuto raggiungere il centro dello Stadio dall’altra parte del mondo!

La nascita delle Olimpiadi

I giochi olimpici iniziarono nel 776 a.C., anche se dovettero iniziare prima in tono dimesso e domestico. Le Olimpiadi furono quindi, fin dall’inizio, feste religiose.

Le Olimpiadi Greche

 Le Olimpiadi si svolgevano in Grecia e precisamente ad Olimpia, città dalla quale presero il nome. Nelle Olimpiadi il gioco più antico era la corsa a piedi che fino al 728 a.C. fu l’unica ad essere disputata. Poi nel 708 ebbe inizio il Pentatlon (cinque giochi). Esso consiste in un tipo di competizione comprendente cinque specialità:   il salto, la corsa, il lancio del disco, il lancio del giavellotto, la lotta. Una prova davvero impegnativa, e chi ne risultava vincitore diveniva immediatamente famosissimo e veniva celebrato dai poeti più illustri e il suo nome passava di bocca in bocca, insieme a quello di tutta la sua stirpe. Un’altra impresa impegnativa era il pugilato, gli incontri avvenivano senza alcun limite di tempo, e non erano previsti intervalli di riposo per i contendenti. Il match aveva termine quando uno dei due avversari crollava al suolo sfinito dai colpi. In questa gara veniva proclamato vincitore colui che, nei singoli incontri, riusciva a far crollare a terra l’avversario per tre volte e che, senza mai perdere un incontro, riusciva via via ad eliminare tutti gli avversari che si opponevano. Nei tempi più antichi i pugili si battevano a pugni nudi, e solo in seguito vennero in uso i guantoni lunghi fin quasi al gomito, una variante era costituita da robuste strisce di cuoio che avvolgevano mani e avambracci ed erano spesso rinforzate da placche di metallo: si può immaginare la durezza di un simile pugno! Non di rado l’avversario raggiunto da simili colpi crollava a terra morto. Man mano, però, che la tecnica si andava raffinando e che i costumi si ingentilivano, si preferì un tipo di pugilato che mettesse in evidenza la bravura dell’atleta e la sua eleganza nel gareggiare senza che egli dovesse far ricorso alla violenza. Un tipo di lotta in verità piuttosto particolare era il pancrazio, introdotto solo più tardi. Si trattava di una combinazione di lotta e di pugilato, un combattimento durissimo, senza esclusione di colpi e uscirne vincitori costituiva un’impresa d’avvero ardua. Il pancrazio fu istituito nel 648, insieme con un’altra novità, la corsa a cavallo, che rese più stimolanti e spettacolari le competizioni. Già da una quarantina d’anni, però, erano state introdotte le corse con le quadrighe, atte a offrire esibizioni spettacolari e a creare un po’ di “brivido” tra gli spettatori. Una delle ultime specialità introdotte in Olimpia fu la corsa a piedi con armatura pesante, e anche questo sport costituì un bell’impegno.

Fine e rinascita delle Olimpiadi

Le Olimpiadi costituivano un avvenimento molto importante per la civiltà ellenica; tanto importante che esse finirono per essere considerate come base della cronologia greca. La data della prima olimpiade fu infatti considerata come punto di partenza per il computo del tempo, così come la nostra civiltà occidentale si rifà alla data di nascita di Gesù Cristo. Nell’antichità le gare olimpiche durarono interrottamente per  mille anni abbondanti e, precisamente dal 776 a.C. al 293 d.C. Fu l’imperatore Teodosio a farle sospendere ritenendole ormai non più compatibili con la trionfante civiltà cristiana. Tutte le attrezzature di Olimpia furono incendiate e rase al suolo, e per molti secoli di queste feste rimase solo il ricordo tramandato dalle descrizioni degli antichi scrittori. A ridare vitalità ai giochi  fu un francese, Pierre de Coubertin, che nel 1894 riuscì a  convocare a Parigi un congresso internazionale il cui intento era, appunto, quello di ripristinare le antiche olimpiadi. Non a torto esse vennero proposte come un invito alla pace internazionale, un momento di amicizia fra i popoli solitamente divisi da rancori e rivalità. Il progetto ebbe successo e l’antico spirito di pace di Olimpia tornò a rivivere nelle moderne olimpiadi, la cui prima edizione si tenne ad Atene nel 1896. Da allora, interrotte purtroppo dalle due guerre mondiali del nostro secolo, esse continuarono, proponendo ai pessimisti e ai duri di cuore, il loro antico ideale.

La cerimonia olimpica

Un’Olimpiade è un fatto eccezionale per una nazione ed è comprensibile che stimoli il desiderio di ben figurare, senza che vengano lesinati prezzi economici e propagandistici. In effetti, ogni ogni città organizzatrice ha fatto il possibile per superare i livelli tecnico-organizzativi precedenti. Questo continuo perfezionismo ha portato a risultati estremamente spettacolari. Una cerimonia di inaugurazione olimpica costa mesi di prove e di preparativi, ma la resa scenica giustifica questi sforzi.  La cerimonia si svolge nella giornata inaugurale, all’interno dello stadio principale. Sfilano tutte le rappresentative precedute da un alfiere con la bandiera nazionale. La sfilata è aperta dalla Grecia (patria delle Olimpiadi), seguono tutte le altre nazioni in ordine alfabetico, chiude il paese organizzatore. A questo punto viene effettuato l’alzabandiera olimpico e, subito dopo, un giovane atleta del paese organizzatore entra di corsa nello stadio tenendo ben alta con una mano la fiaccola olimpica; sempre di corsa sale una lunga scalinata in cima alla quale si trova un enorme tripode; giuntovi accanto, con la fiaccola accende il sacro fuoco olimpico che brucerà fino al termine dei giochi. La cerimonia è chiusa con il solenne giuramento pronunciato da un atleta, con cui si riafferma la fedeltà ai princìpi decubertiniani di lealtà, di purezza e di fratellanza. Parte integrante del cerimoniale è l’inno olimpico. Nel 1896 fu per la prima volta eseguito ad Atene un inno espressamente commissionato al poeta Costis Palamas e al musicista Spirou Samara, entrambi di nazionalità greca. Tale l’inno: “Spirito antico ed eterno, creatore della bellezza, della grandezza e della verità, discendi in mezzo a noi, brilla come la luce nella gloria della terra e del cielo…”, cadde poi in disuso e, di Olimpiade in Olimpiade, ogni paese provvide a farne comporre o rielaborare uno per conto proprio. Così furono eseguiti tra gli altri, gli inni dello svedese Alexanderson, di Albert Thomas, di Ricard Strauss, di Roger Quilter del dodecaforista Michael Spisa, di Domenico Fantini. Da Tokio (1964) in avanti è stato ripristinato l’inno di Palamas e Samara.

Exit mobile version