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Kingdom Hearts: Missing Link – Il sogno spezzato del capitolo più oscuro della saga

Nel vasto e affascinante universo di Kingdom Hearts, dove la luce e l’oscurità danzano in eterno conflitto tra chiavi giganti e cuori spezzati, ogni nuovo capitolo rappresenta un evento. Ma quando un progetto attesissimo come Kingdom Hearts: Missing Link viene cancellato dopo anni di sviluppo e hype crescente, la notizia si trasforma in una vera e propria scossa tellurica per tutta la community di fan. E non solo. L’annuncio è arrivato con la freddezza chirurgica di un comunicato social. Una frase semplice, quasi distratta, che ha però il peso di una stella che collassa su se stessa: Square Enix ha cancellato Kingdom Hearts: Missing Link. Così, senza possibilità d’appello, il gioco che avrebbe dovuto colmare un vuoto narrativo cruciale e ampliare l’universo della saga in direzioni mai esplorate, è stato messo da parte. Definitivamente.

Un capitolo che prometteva di cambiare tutto

Facciamo un passo indietro. Quando Missing Link venne annunciato nel 2022, i fan di Kingdom Hearts accolsero la notizia come si accoglie un regalo da un vecchio amico: con trepidazione e occhi scintillanti. Il gioco, pensato per dispositivi mobile iOS e Android, prometteva di unire la profondità narrativa tipica della saga a un gameplay ibrido tra esplorazione GPS e battaglie d’azione in tempo reale. Insomma, non il solito spin-off per riempire l’attesa di un titolo principale, ma un vero e proprio tassello fondamentale per comprendere l’intero mosaico narrativo creato da Tetsuya Nomura.

Ambientato nella misteriosa Scala ad Caelum, Missing Link si sarebbe collocato temporalmente dopo gli eventi di Union Cross, ampliando la lore con nuove verità, personaggi inediti e atmosfere decisamente più cupe. Il tono della narrazione, infatti, sembrava destinato a discostarsi nettamente dalla leggerezza tipica dei primi capitoli, virando verso una maturità tematica e visiva inedita per la serie.

Un’epidemia di oscurità e due corvi mascherati

I leak, i datamine e i test beta avevano già acceso l’immaginazione dei fan. Si parlava di una misteriosa epidemia che minacciava di estinguere i Keyblade Wielder, di una calamità non solo fisica ma anche simbolica, capace di mettere in ginocchio gli equilibri cosmici del mondo di Kingdom Hearts. E poi c’erano loro, due figure enigmatiche: Hugin e Munin.

Con nomi presi direttamente dalla mitologia norrena – i corvi del dio Odino – e un aspetto inquietante, mascherati come medici della peste, Hugin e Munin rappresentavano il cuore oscuro della nuova narrazione. Erano forse emissari dell’oscurità? O guide attraverso un mondo devastato dalla perdita di luce? Nessuno lo sa, e ora, forse, non lo sapremo mai.

Questa connessione con la mitologia nordica, già accennata in Dark Road con la comparsa del Maestro Odin, lasciava intendere che Nomura stesse per espandere la mitologia della saga verso nuove dimensioni, con riferimenti simbolici sempre più stratificati. Un tentativo ambizioso e profondamente intrigante, che purtroppo non vedrà la luce.

Gameplay innovativo, tra GPS, statuine e battaglie online

Dal punto di vista del gameplay, Missing Link aveva l’aria di voler essere molto più di un “gioco per smartphone”. La modalità di movimento con GPS ricordava da vicino Pokémon GO, ma combinata con un sistema di battaglie fluido e coinvolgente, arricchito da un’originale meccanica basata su statuette dei personaggi della saga. Si parlava anche di personalizzazione, crafting di oggetti, potenziamento del Keyblade e modalità multiplayer fino a sei giocatori. Tutto sembrava promettere un’esperienza mobile finalmente degna di essere chiamata “gioco di Kingdom Hearts”, con tanto di grafica spinta al massimo grazie all’Unreal Engine 4 e un comparto artistico curatissimo.

La possibilità di giocare sia in verticale che in orizzontale era solo una delle tante piccole accortezze pensate per i fan. Nulla sembrava lasciato al caso. Nulla, tranne forse… il destino del gioco stesso.

Una cancellazione che lascia l’amaro in bocca

E così, dopo sei anni di sviluppo, con un team intero dedicato e una quantità impressionante di contenuti già creati e testati, Missing Link è stato cancellato. Le motivazioni ufficiali fornite da Square Enix parlano della difficoltà di garantire un servizio che avrebbe soddisfatto le aspettative dei giocatori sul lungo periodo. Una dichiarazione amara, che rivela quanto il mondo del game development sia tanto affascinante quanto fragile. Anche le idee più promettenti possono infrangersi contro i limiti della realtà produttiva.

In molti si chiedono cosa non abbia funzionato. È stata colpa del mercato mobile troppo saturo? Dei costi di mantenimento? O forse di un progetto narrativo troppo ambizioso per un pubblico abituato a esperienze più snelle? Le risposte, forse, rimarranno nei corridoi silenziosi di Square Enix.

E ora?

Il comunicato ufficiale si chiude con una piccola consolazione: lo sviluppo di Kingdom Hearts IV prosegue. Ma al momento, non c’è alcuna data di uscita né nuovi dettagli in vista. L’attesa, come sempre, sarà lunga e carica di misteri. Ma questa volta, per molti fan, sarà anche accompagnata da una certa malinconia. Quella di un’occasione mancata. Di un legame spezzato. Di un “missing link” che non sarà mai ritrovato.

E voi, cosa ne pensate della cancellazione di Kingdom Hearts: Missing Link? Era un titolo che aspettavate con ansia? Vi aspettavate una svolta così oscura nella saga? Ditecelo nei commenti qui sotto e condividete l’articolo sui vostri social per continuare la discussione con altri fan del Regno dei Cuori!

Toy Story 5: Il Ritorno della Magia con Buzz, Woody e Jessie in un Nuovo Capitolo Tecnologico

C’è una domanda che i fan di Pixar si pongono ormai da anni, e quella domanda è: ci sarà un Toy Story 5? La risposta, finalmente, è sì. Dopo tanti anni dall’uscita di quello che sembrava il capitolo conclusivo della saga, Toy Story 4, il franchise che ha fatto la storia dell’animazione digitale si prepara a tornare nelle sale cinematografiche con un nuovo, attesissimo capitolo. Toy Story 5 non è solo un altro sequel, ma una nuova promessa di avventura, emozioni e, probabilmente, quella magia che ha reso immortali i giocattoli di Woody, Buzz Lightyear, Jessie e compagnia bella.

La data di uscita di Toy Story 5 è già fissata: 19 giugno 2026. Un po’ lontano, lo so, ma le prime notizie ufficiali stanno finalmente iniziando a circolare, e io, come molti altri, non riesco a fare a meno di sentire un’irrimediabile trepidazione al pensiero di rivivere il mondo dei giocattoli che parlano. Lo so, sembra una frase banale, ma non dimentichiamo quanto questa saga ci abbia toccato nel profondo, fin dal primo, indimenticabile Toy Story, uscito nel 1995.

Un film che ha segnato una generazione, che ha saputo mescolare una narrazione straordinaria a temi universali come l’amicizia, la crescita e la paura dell’abbandono. Il tutto, condotto dai leggendari Woody e Buzz Lightyear, due dei personaggi più iconici della storia del cinema d’animazione. E ora, a oltre un quarto di secolo dal suo debutto, i nostri vecchi amici stanno per tornare, ma con qualche novità che promette di rendere questo capitolo ancora più affascinante.

La conferma ufficiale dello sviluppo di Toy Story 5 è arrivata nel febbraio del 2023, con Pixar che ha finalmente messo in moto la macchina della produzione. Con una notizia che ha fatto il giro del mondo, è stato annunciato che Tom Hanks (Woody) e Tim Allen (Buzz) sarebbero tornati a prestare le loro voci per i personaggi che hanno interpretato con tanto amore in tutti questi anni. Ma la vera sorpresa non è solo il ritorno di questi due leggendari attori, ma anche la presenza di Andrew Stanton, il regista di pellicole come Wall-E e Alla ricerca di Nemo, che si occuperà della regia e della sceneggiatura di questo nuovo capitolo. È curioso pensare che Toy Story 5 sarà il primo film della saga realizzato senza l’ombra di John Lasseter, che ha contribuito a dare forma a questo universo ma che è uscito di scena dopo Toy Story 4.

E che dire della trama? Ancora avvolta nel mistero, ma alcune dichiarazioni di Tim Allen hanno acceso la curiosità dei fan. Se da un lato i protagonisti Woody e Buzz saranno nuovamente al centro dell’azione, c’è una novità che promette di rivelarsi una delle svolte più interessanti di questa nuova avventura. Allen ha infatti svelato che Toy Story 5 avrà un focus particolare su Jessie, la cowgirl che abbiamo conosciuto in Toy Story 2. Un’idea che, da appassionato della saga, mi entusiasma particolarmente: Jessie è sempre stata una figura di grande spessore e vederla finalmente protagonista è un’ottima mossa. Ma in che modo verrà esplorato il suo personaggio? Questa è una delle domande che ancora non ha una risposta, ma le aspettative sono alte.

In aggiunta a ciò, Toy Story 5 sembra voler affrontare temi moderni, tra cui l’influenza della tecnologia nella vita dei più giovani. Un’idea perfetta per i tempi che viviamo, ma che non scalfirà lo spirito originale del franchise, fatto di emozioni autentiche e storie che parlano a tutti, giovani e adulti. A confermarlo, il regista Andrew Stanton, che ha rivelato che il film affronterà l’impatto della tecnologia su quella che era una volta l’innocenza del gioco. Le prime immagini trapelate durante la convention D23 del 2024 hanno mostrato alcuni dei personaggi in una nuova luce, ma poco si sa su come la trama si svilupperà.

Un’altra piccola anticipazione riguarda la presenza di un nuovo personaggio, doppiato da Anna Faris, il cui ruolo è ancora misterioso. L’entusiasmo cresce ancora di più quando Tim Allen afferma che la sceneggiatura è davvero brillante e che i fan non rimarranno delusi. Personalmente, credo che Pixar stia preparando qualcosa di davvero speciale, come solo loro sanno fare.

Toy Story 5 non è solo un altro sequel, ma un film che affonda le radici nell’amore che i fan di tutte le età nutrono per questa saga senza tempo. Pixar ha sempre saputo evolversi, mescolando innovazione e tradizione, e con Toy Story 5 sembra voler fare proprio questo: portare i personaggi che abbiamo imparato ad amare a un nuovo livello, confrontandosi con le sfide del presente senza perdere la magia che li ha resi immortali. In attesa di giugno 2026, non posso fare a meno di chiedermi come evolverà il nostro rapporto con questi giocattoli e, soprattutto, con il tempo che passa. Sì, è vero, l’attesa è lunga, ma chi non vorrebbe rivedere Woody e Buzz in azione, pronti a darci lezioni di vita in un mondo che cambia?

Un’eroica avventura da peluche: Toys – Giocattoli alla riscossa arriva al cinema!

Plaion Pictures è pronta a portare una nuova avventura animata nei cinema italiani: Toys – Giocattoli alla riscossa, che debutterà il 16 gennaio 2025. Il film, pensato per tutta la famiglia, arriva con un irresistibile duo di protagonisti: Don, un burattino newyorkese, e DJ Doggy Dog, un cagnolino di peluche con una passione per il rap e una rima sempre pronta. In attesa di Toy Story 5 dei Pixar Animation Studios, Toys promette di conquistare il pubblico italiano con una storia frizzante e divertente, creata dagli stessi autori di Toy Story.

Il trailer, che potrete trovare all’interno dell’articolo, ci offre un primo assaggio delle esilaranti avventure di Don e DJ Doggy Dog. Don è un burattino stanco di interpretare il ruolo del buffone in una compagnia teatrale, e con il sogno di diventare finalmente l’eroe della sua storia, decide di indossare i panni di Don Chisciotte, il famoso cavaliere della Mancia. Armato di coraggio e un pizzico di follia, Don esce dal teatro per esplorare Central Park, dove incontra DJ Doggy Dog, un cane di peluche simpatico e intraprendente, che diventa il suo fedele scudiero. Insieme, vivranno una serie di avventure incredibili e fuori dal comune.

Il film è diretto da Jeremy Degruson, già conosciuto per Bigfoot Junior, e vanta un cast vocale che include nomi come Eric Judor, Jean-Pascal Zadi, Ana Girardot, e Laurence Huby. La sceneggiatura è firmata da Bob Barlen, Jeremy Degruson, Alec Sokolow, Callan Brunker, Matthieu Zeller e Joel Cohen, mentre la colonna sonora è curata dalla band Puggy.

Con una durata di 90 minuti, Toys – Giocattoli alla riscossa promette di essere un’esperienza coinvolgente, adatta a spettatori di tutte le età. Presentato al prestigioso Festival di Annecy, il film arriva in Italia grazie alla distribuzione di Plaion Pictures e farà il suo debutto nelle sale cinematografiche a partire dal 16 gennaio 2025. Non vediamo l’ora di vedere Don e DJ Doggy Dog alle prese con la loro folle avventura, tra risate, amicizia e tanto cuore.

Pixar e Steve Jobs: la nascita di un gigante dell’animazione

Il genio di Cupertino incontra l’animazione

Immagina una classica giornata di lavoro, ma con un team di menti geniali, un luogo dove la creatività incontra la tecnologia. Aggiungi a questo mix un personaggio iconico come Steve Jobs, noto per la sua determinazione e il suo carattere forte. Cosa ne potrebbe uscire? La Pixar, uno dei più grandi studi di animazione del mondo.

Gli albori della Pixar

Nel 1986, dopo essere stato estromesso da Apple, Steve Jobs acquistò la divisione grafica di Lucasfilm. Questa piccola azienda, con un team di esperti in computer grafica guidato da Alvy Ray Smith ed Ed Catmull, aveva il potenziale per rivoluzionare l’industria dell’animazione.

Un trio esplosivo

Jobs, Smith e Catmull formavano un trio di talento indiscusso, ma le loro personalità forti spesso li portavano a scontrarsi. L’ambiente di lavoro era stimolante, ma anche teso.

L’incidente che ha cambiato tutto

Uno degli episodi più celebri della storia della Pixar è l’incidente della lavagna. Durante una riunione particolarmente accesa, Steve Jobs e Alvy Ray Smith ebbero uno scontro così violento che mise a rischio l’intero progetto. Questo evento, apparentemente negativo, si rivelò in realtà un punto di svolta.

Dalla grafica al cinema

Lo scontro con Smith fece riflettere Jobs sulla direzione che stava prendendo la Pixar. Capì che era arrivato il momento di puntare su qualcosa di più ambizioso: creare film d’animazione completamente in computer grafica. Un’idea rivoluzionaria per l’epoca.

La nascita di un capolavoro: Toy Story

Nel 1995, dopo anni di duro lavoro, la Pixar presentò al mondo il suo primo lungometraggio: Toy Story. Il film fu un successo clamoroso, conquistando il pubblico di tutte le età e aprendo la strada a una nuova era dell’animazione.

L’eredità della Pixar

Grazie al genio di Steve Jobs e alla creatività del team Pixar, l’animazione ha raggiunto nuovi livelli di realismo e complessità. Film come Monsters & Co., Alla ricerca di Nemo e Wall-E sono diventati dei veri e propri classici.

Cosa possiamo imparare dalla storia della Pixar?

  • L’importanza della passione: La passione di Steve Jobs e del team Pixar è stata fondamentale per il successo dell’azienda.
  • Il valore del conflitto: Gli scontri e le divergenze di opinione possono essere stimolanti e portare a innovazione.
  • Il potere della visione: Jobs aveva una visione chiara del futuro dell’animazione e ha guidato la Pixar verso il successo.
  • La collaborazione è fondamentale: Il successo della Pixar è stato possibile grazie al lavoro di squadra e alla collaborazione tra persone con competenze diverse.

Pixar Theory: un universo condiviso dietro i film d’animazione più amati?

La Pixar Theory, nata dalla fantasia di appassionati cinefili, propone un’idea affascinante: tutti i film dello studio d’animazione Pixar, a partire dal primo indimenticabile Toy Story del 1995, sarebbero collegati tra loro all’interno di un unico, grandioso universo.

Mentre molti considerano ogni film Pixar come un’opera a sé stante, con un inizio e una fine ben definiti, i sostenitori della teoria vedono una storia unica che si sviluppa nel corso di tre decenni. Un mosaico in cui ogni lungometraggio rappresenta un tassello di un puzzle più ampio, appartenente a un unico, immenso universo.

Un’ipotesi nata dalla fantasia e alimentata da indizi nascosti

Sebbene si tratti di una teoria non ufficiale, la sua popolarità è cresciuta grazie a piccoli indizi disseminati all’interno dei film Pixar. Riferimenti più o meno evidenti a opere collaterali, anticipazioni di trame future, dettagli apparentemente insignificanti che assumono un nuovo significato se letti in quest’ottica.

Un universo in continua espansione con spiegazioni per ogni mistero

Secondo i sostenitori della Pixar Theory, l’animazione degli oggetti in Toy Story o la capacità degli animali di parlare in Nemo e Ratatouille non sono eventi isolati, ma hanno una radice comune. Così come il mondo popolato da macchine intelligenti di Cars o la Terra abbandonata dalla razza umana in Wall-e assumono un nuovo senso.

The Brave – Ribelle: la chiave di volta dell’universo Pixar

Un elemento chiave della teoria risiede in The Brave – Ribelle, film del 2012 spesso sottovalutato. Qui, la strega Merida, grazie alla sua magia, anima per la prima volta gli oggetti, facendoli interagire con gli esseri umani.

Secondo la teoria, Merida e Boo, la bambina protagonista di Monsters & Co. del 2001, sono la stessa persona. Attraverso le porte magiche utilizzate dai mostri, Boo intraprende viaggi temporali, diventando la strega di Brave e animando gli oggetti in Toy Story e disseminando riferimenti ad altri film Pixar nel corso degli anni.

Un’idea che accende l’immaginazione e invita alla riflessione

La Pixar Theory, con i suoi colori vivaci e la sua natura speculativa, rappresenta un invito a rileggere i film Pixar con occhi nuovi, cercando collegamenti e significati nascosti. Una teoria che, seppur non ufficiale, alimenta la fantasia e la passione per l’animazione Pixar, invitando a riflettere sulla complessità e sulla ricchezza di dettagli che caratterizzano questi capolavori del cinema.

E voi, da che parte state? Credete nella Pixar Theory o preferite considerare ogni film come un’opera a sé?

Il futuro del gioco o un rischio per la privacy? I giocattoli con intelligenza artificiale conquistano il mercato

Un’ondata di robot e peluche alimentati da ChatGPT sta arrivando nelle camerette dei bambini, con l’obiettivo di intrattenere, educare e persino fornire supporto emotivo. Ma questi giocattoli intelligenti sono davvero all’altezza delle promesse? E quali sono i rischi per la privacy dei bambini?

Dall’intrattenimento all’apprendimento:

  • Miko Mini è un robottino da 99 dollari che insegna matematica, racconta storie e risponde a domande su diversi argomenti.
  • Grok è un peluche con intelligenza artificiale da 99 dollari che funge da compagno di giochi e “enciclopedia” per bambini.
  • Fawn è un tenero cerbiatto da 199 dollari progettato per aiutare i bambini a gestire le proprie emozioni.
  • Moxie è un robot turchese da 799 dollari che può condurre esercizi di consapevolezza e fornire supporto emotivo.

Ispirazione da Toy Story e non solo:

I creatori di Grok si sono ispirati a film come Toy Story per dare vita a un personaggio fantastico e interattivo. Fawn è basato su modelli linguistici di grandi dimensioni come GPT-3.5 e GPT-4 di OpenAI. Moxie incorpora la terapia cognitivo-comportamentale per aiutare i bambini a gestire l’ansia e lo stress.

Efficacia e limiti dell’intelligenza artificiale:

L’intelligenza artificiale generativa può creare personaggi coinvolgenti e contenuti fantasiosi, ma fatica con domande basate sui fatti. C’è il rischio che i giocattoli forniscano informazioni errate o fuorvianti ai bambini. La terapia condotta da un robot non può sostituire quella di un professionista qualificato.

Privacy e sicurezza:

Le startup produttrici di questi giocattoli promettono di proteggere i dati dei bambini con diverse misure di sicurezza. Alcune preoccupazioni rimangono, soprattutto per la presenza di telecamere e microfoni nei giocattoli. I genitori devono essere consapevoli dei rischi e prendere decisioni informate.

Un futuro incerto:

I giocattoli con intelligenza artificiale hanno un grande potenziale per l’intrattenimento, l’apprendimento e lo sviluppo emotivo dei bambini. Tuttavia, è importante valutare attentamente i limiti dell’intelligenza artificiale e i rischi per la privacy prima di acquistare un giocattolo di questo tipo. Il futuro di questa tecnologia dipenderà dalla capacità di superare questi ostacoli e di guadagnare la fiducia dei genitori.

Lightyear – La vera storia di Buzz dal 3 agosto 2022 su Disney+

Lightyear – La vera storia di Buzz, il lungometraggio originale Disney e Pixar che segue il leggendario Space Ranger in un’avventura intergalattica raccontando le origini di Buzz Lightyear, l’eroe che ha ispirato il giocattolo di Toy Story. Diretto da Angus MacLane e prodotto da Galyn Susman, Lightyear – La vera storia di Buzz arriverà in streaming il 3 agosto 2022 su Disney+.

Buzz Lightyear è uno dei protagonisti principali dei quattro film d’animazione della serie Toy Story diretta da John Lasseter e Lee Unkrich. È poi apparso come protagonista assoluto del film Buzz Lightyear da Comando Stellare – Si parte! (2000), da cui poi è stata tratta la serie animata Buzz Lightyear da Comando Stellare (2000-2001).  Buzz, inizialmente, si crede uno Space Ranger e quindi si comporta come tale: arrivato in camera di Andy, crede di essere atterrato su un pianeta sconosciuto in cui il terreno (la coperta del letto) sembra instabile, e che la sua astronave (la sua scatola) sia stata danneggiata e debba essere riparata. Buzz è un tipo molto aperto e fa presto amicizia con i giocattoli di Andy, mentre con Woody inizialmente le cose non vanno bene, e i due diventeranno amici solo dopo alcune avventure. Woody tenta più volte di farlo ragionare e di spiegargli che è solo un giocattolo, ma Buzz non gli crede. Buzz è estremamente orgoglioso ed è anche molto determinato e non si arrende facilmente neppure in situazioni critiche. Il suo unico scopo, inizialmente, è quello di sconfiggere il perfido Imperatore Zurg, nemico giurato dell’Alleanza Galattica. Dopo aver compreso di essere solo un giocattolo, riceve un durissimo colpo che lo fa cadere in depressione e tenta di volare, cadendo e danneggiandosi. Il nome Buzz è un omaggio a Buzz Aldrin, pilota del modulo lunare della missione Apollo 11, il secondo uomo a mettere piede sulla superficie lunare.

Lightyear – La vera storia di Buzz è diretto da Angus MacLane, regista vincitore dell’Annie Award e animatore veterano di Pixar, che ha co-diretto Alla Ricerca di Dory del 2016. Il film è prodotto da Galyn Susman (il corto Toy Story: Tutto un altro mondo).

Il regista Angus MacLane ha affermato:

Il mondo di Buzz mi ha sempre entusiasmatoIn Toy Story, sembrava esserci un’incredibile storia, che viene solo accennata, sul suo essere uno Space Ranger e ho sempre voluto esplorare ulteriormente questo mondo. Quindi il mio punto di partenza per Lightyear – La vera storia di Buzz è stato: ‘Qual è stato il film visto da Andy che gli ha fatto desiderare il giocattolo di Buzz Lightyear?’. Volevo vedere quel film. E ora ho la fortuna di poterlo realizzare… Ciascuno degli interpreti si è subito calato nel suo personaggio, dandoci la possibilità di giocare un po’ durante le sessioni di registrazione. Questo ha portato a una specificità che ha alzato il livello e dato maggiore profondità alle relazioni tra i personaggi. È stato un privilegio lavorare con un cast così generoso e di talento”.

 

Nella versione inglese di tutti e quattro i film la voce di Buzz appartiene a Tim Allen, sostituito da Patrick Warburton nella serie televisiva; il Buzz italiano è invece doppiato nei film da Massimo Dapporto e nella serie televisiva da Stefano Mondini. Nel film futuro Lightyear sarà doppiato da Chris Evans (Cena con delitto – Knives Out, Avengers: Endgame). Proprio Captain America ha così dichiarato:

La frase ‘un sogno che diventa realtà’ viene usata spesso, ma non aveva mai significato così tanto nella mia vitaChi mi conosce sa quanto io ami profondamente i film d’animazione. Non posso credere di poter far parte della famiglia Pixar e di lavorare con questi artisti davvero brillanti che raccontano storie come nessun altro. Vederli lavorare è a dir poco magico. Ogni giorno mi do un pizzicotto”.

Il premiato compositore Michael Giacchino, che ha firmato le colonne sonore di The Batman e Spider-Man: No Way Home, comporrà la colonna sonora di Lightyear – La vera storia di Buzz. Giacchino ha un rapporto di lunga data con Pixar: ha vinto un Oscar, un Golden Globe e un Grammy per la colonna sonora originale di Up. Inoltre, la sua filmografia Pixar include, tra gli altri, Gli Incredibili – Una “normale” famiglia di supereroi, Ratatouille, Cars 2, Inside Out, Coco e Gli Incredibili 2. La colonna sonora originale di Lightyear – La vera storia di Buzz di Walt Disney Records sarà disponibile dal 17 giugno 2022.
 
Lightyear – La vera storia di Buzz è prodotto da Galyn Susman (il corto Toy Story: Tutto un altro mondo).

In Lightyear – La vera storia di Buzz, che racconta le origini del leggendario Space Ranger, i piloti della Scuderia Ferrari Charles Leclerc Carlos Sainz interpretano un cameo rispettivamente nella versione italiana e spagnola del nuovo film Disney e Pixar. Nella versione italiana del film, Alberto Malanchino, Ludovico Tersigni ed Esther Elisha interpretano rispettivamente lo Space Ranger Buzz Lightyear; Sox, il suo gatto robot di compagnia; e Alisha Hawthorne, la sua comandante e migliore amica. 

Disney e Pixar celebrano insieme a Scuderia Ferrari l’uscita del nuovo film Lightyear, dal 15 giugno nelle sale italiane.
 
Il Gran Premio di Monaco di Formula 1 si svolgerà domenica 29 maggio a Monte Carlo e, per la prima volta, il logo del film Disney e Pixar Lightyear apparirà sulle monoposto della Scuderia Ferrari, oltre che sul casco e sulle tute dei piloti Charles Leclerc e Carlos Sainz che interpretano un cameo rispettivamente nella versione italiana e spagnola del lungometraggio d’animazione.
 
La partnership con Scuderia Ferrari è stata siglata nel segno della velocità e del lavoro di squadra: temi che accomunano la celebre Scuderia Italiana di Formula 1 e il lungometraggio d’animazione che racconta le origini del leggendario Space Ranger.

Lightyear – i Funko Pop per viaggiare nello Spazio!

Era il 1995 quando tutto il mondo scoprì il magico universo dei giocattoli con Toy Story, il primo film completamente realizzato in computer grafica. Dopo quasi 28 anni, Pixar torna nelle sale con un film che racconta le origini dell’uomo che ha ispirato l’iconico Buzz Lightyear

Per l’occasione, Funko presenta la nuova linea di Pop! ispirati ai protagonisti del film. Da Buzz in tuta spaziale a Sox, il tenero gatto robot che accompagna l’astronauta in tutte le sue avventure. È una collezione imperdibile per tutti gli amanti del mondo Pixar! 

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ToyStory 4: La conclusione dopo la conclusione

Dopo i litri di lacrime versate per il finale Toy Story 3, mai mi sarei aspettata una nuova giusta conclusione per questa epica saga. A ben 24 anni dall’uscita del primo Toy Story, film che ha sdoganato il concetto di animazione in CGI, sono tornati con un nuovo atto per questa meravigliosa saga: Toy Story 4 diretto da Josh Cooley .

Al centro della storia c’è una lotta interiore dell’amatissimo cowboy giocattolo. Woody sapeva quali fossero le sue priorità e il suo posto nel mondo ovvero affianco al bambino a cui appartiene, ma la scomparsa del nuovo personaggio: Forky, un cucchiaio-forchetta usa e getta trasformato in un giocattolo dalla piccola Bonnie che si autodefinisce “spazzatura” e non giocattolo, fa prendere a Woody la decisione di mostrargli gli aspetti positivi di questa nuova vita. Questo percorso li porterà ad affrontare vari ostacoli incontrando nuovi personaggi e ritrovarne anche di vecchi, come la storica fiamma di Woddy: Bo Peep, la pastorella di porcellana con le sue simpatiche pecore.

La sceneggiatura riesce a toccare dei temi importanti senza mai renderli banali, alternando momenti drammatici con altri più leggeri. Pone domande sincere e difficili sulla natura e il significato della vita. Per non parlare della caratterizzazione del personaggio dell’antagonista: la bambola Gabby Gabby, che a causa della sua ossessione per i sentimenti è un po’ lo specchio di Woody. A differenza di Woody, però, Gabby Gabby non ha mai ricevuto affetto e questo la rende ancora più disperata. La sua disperazione la rende il cattivo più estremo ma anche quello in cui è più facile identificarsi

L’animazione, come al solito la Pixar ha dato il meglio di sé. Mostrando un interessante sguardo dal punto di vista dei giocattoli in nuovi ambienti.

Nel 1995 Toy Story – Il Mondo dei Giocattoli rivoluzionò il cinema d’animazione come primo lungometraggio interamente realizzato con la computer grafica. Il film ottenne il più alto incasso di quell’anno e fu candidato a tre premi Oscar e due Golden Globe.  Quattro anni dopo, Toy Story 2 – Woody e Buzz Alla Riscossa vinse il Golden Globe come miglior film – commedia o musical, e un Grammy per la miglior canzone scritta per un lungometraggio, un prodotto televisivo o un altro media visivo (Randy Newman, “When She Loved Me”/ “Quando lei mi amava”).

Uscito nel 2010, Toy Story 3 – La Grande Fuga ha vinto due Oscar come Miglior film d’animazione e per la Miglior canzone originale (Randy Newman, “We Belong Together”), oltre a un Golden Globe e un BAFTA come Miglior film d’animazione, diventando inoltre il secondo lungometraggio Pixar a essere candidato all’Oscar come Miglior film. Diretto da Josh Cooley e prodotto da Jonas Rivera e Mark Nielsen, Toy Story 4 vede Woody e Buzz alle prese con un viaggio in compagnia di vecchi amici, inaspettati ritorni e nuovi arrivi come Forky, una forchetta trasformata in un riluttante giocattolo. Quando Bonnie porta con sé tutta la banda di giocattoli in un viaggio con la sua famiglia, Woody fa un’inaspettata deviazione che lo porta a ritrovare la sua amica scomparsa da tempo, Bo Peep. I due scopriranno che le loro rispettive vite come giocattoli sono ormai agli antipodi, ma presto si renderanno conto che questo è l’ultimo dei loro problemi.

Toy Story 4 è uno dei capitoli più importante all’interno della saga perché ridefinisce il ‘concetto di giocattolo’, la sua ragione di vita e introduce un punto di non ritorno che avrà delle conseguenze che potremmo definire ‘epocali’. Il film rappresenta allo stesso tempo la perfetta conclusione della saga, so che sembra incredibile dirlo ma davvero offre un finale più appropriato rispetto a Toy Story 3. Quindi se pensavate, come me, di non versare altre lacrime per questo ultimo capitolo: Portate i fazzoletti! Infine consiglio di rimanere seduti e di non alzarvi subito, perché sono presenti diverse scene extra sui nostri giocattoli cinematografici preferiti.

Legambiente e Toy Story 4 insieme per l’edizione 2019 di “Spiagge e fondali puliti”

Legambiente e Toy Story 4 insieme per l’edizione 2019 di Spiagge e fondali puliti: il 25 e il 26 maggio oltre 250 appuntamenti in tutta Italia per ripulire i nostri litorali dai rifiuti. L’anticipazione sulla spiaggia di Coccia di Morto a Fiumicino. Testimonial d’eccezione Forky, una forchetta trasformata in giocattolo tra i protagonisti del film Disney•Pixar Toy Story 4, nelle sale italiane dal 26 giugno.

L’artista Lady Be ha presentato le sue opere ispirate a Toy Story 4 realizzate interamente in plastica riciclata.

Presentata l’indagine Beach Litter 2019 Su 93 spiagge monitorate trovati una media di 968 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia

Per ogni passo che facciamo sulle nostre spiagge incrociamo più di cinque rifiuti, dieci ogni metro, per lo più sono plastica ma ad invadere i nostri litorali c’è ormai di tutto. A fotografare il fenomeno è l’indagine Beach Litter 2019 di Legambiente, che presenta anche quest’anno una situazione critica per molti arenili italiani: su 93 spiagge monitorate, sono stati trovati una media di 968 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia. L’81% è rappresentato dalla plastica e per una spiaggia su tre la percentuale di plastica eguaglia o supera il 90% del totale dei rifiuti monitorati.

L’indagine Beach litter 2019 è stata presentata a Fiumicino, presso la spiaggia Coccia di Morto, nel corso dell’anteprima di Spiagge e Fondali Puliti – Clean Up The Med, la campagna di Legambiente che vedrà nel prossimo week-end migliaia di volontari in azione in oltre 250 località, in Italia e nel Mediterraneo, per ripulire i nostri litorali dai rifiuti. Un evento di pulizia speciale in una delle spiagge tristemente note per l’accumulo di rifiuti per via della sua vicinanza alla foce del fiume Tevere, realizzato da Legambiente e The Walt Disney Company Italia: ospite d’eccezione è stato Forky, una forchetta trasformata in giocattolo tra i protagonisti di Toy Story 4, il nuovo film Disney•Pixar diretto da Josh Cooley prodotto da Jonas Rivera e Mark Nielsen, nelle sale italiane dal 26 giugno. I ragazzi delle scuole del territorio sono stati protagonisti di laboratori didattici, attività di pulizia e di monitoraggio scientifico dei rifiuti e hanno potuto ammirare, insieme all’inviata de “Le Iene” Giovanna Nina Palmieri, all’ex-pallavolista italiano e campione olimpionico Luigi Mastrangelo, all’attrice e influencer Julia Elle e ai creators DinsiemE, le opere dell’artista internazionale Lady Be (Letizia Lanzarotti) ispirate a Toy Story 4 e realizzate interamente in plastica riciclata, oggetti di uso comune utilizzati come tasselli per comporre dei mosaici.

Tutte le iniziative di Spiagge e Fondali Puliti su:
https://www.legambiente.it/spiagge-e-fondali-puliti/

Addio a Frizzi, doppiatore di Woody

Fabrizio Frizzi è stato un grande conduttore italiano ma non solo, ha fatto sognare tantissimi bambini e adulti che sono Peter Pan nel cuore, doppiando uno dei personaggi più amati dei film di animazione Disney: Woody, lo sceriffo giocattolo protagonista della saga Disney/Pixar di Toy Story. Noi di Satyrnet vogliamo quindi ricordarlo con qualche riga per rendergli omaggio.

Woody nel cuore da sempre, dai film ai videogiochi, dal 1995 ci ha fatto compagnia con tutti i Toy Story, ma non solo perché lo troviamo anche in Cars come doppiatore della macchina Woody. Noi vogliamo ricordarlo così come era Woody: molto determinato e generoso, come vediamo anche dalle parole dell’amico Giancarlo Magalli, anche Fabrizio è stata una persona generosa e vera, nonostante lavorasse nel mondo dello spettacolo. Lo ricordiamo a macinare miglia come il Woody di cars, inarrestabile nonostante la malattia un Woody che questa volta è andato davvero fuori produzione ma non ci sarà nessun nuovo modello in grado di sostituirlo.

 

Ratchet & Clank il film

Ratchet & Clank: largo ai guardiani della galassia! Chi sono Ratchet e Clank? I due irresistibili protagonisti del film d’animazione più atteso dell’anno sono due star del mondo dei videogiochi e… avventurieri spaziali inseparabili e dal cuore d’oro. Prima di vederli in azione dal 29 giugno al 3 luglio conosciamoli meglio! Avventura, azione, risate ed emozioni: la formula che ha stregato oltre 50 milioni di videogiocatori al mondo è la stessa che sa sempre regalare grandi opere al cinema mondiale. I due buffi personaggi, un animaletto della razza Lombax e un robot intelligentissimo, hanno conquistato il cuore di piccoli e grandi, grazie alla loro profondità e alla simpatia. Un patrimonio narrativo che non poteva essere lasciato al solo “universo” delle console. Era solo questione di tempo perché produttori di Hollywood si accorgessero di loro: dopo una bella gavetta vissuta su Playstation e altri sistemi, ecco che per Ratchet e Clank si spalancano le porte della sfida più grande. Riusciranno a conquistare il mondo del cinema?

Dalle console al cinema, dai pixel alla fantasia. Ecco il percorso di Ratchet & Clank, la coppia di amici più divertente della galassia, impegnata in avventure esilaranti e scatenate anche al cinema, in un imperdibile film in sala dal 29 giugno al 3 luglio. Sono davvero pochi i personaggi del mondo dei videogiochi che sono riusciti a fare “il salto” dallo schermo verso l’immaginario collettivo a tutto tondo. Super Mario, Sonic, Lara Croft… sebbene molti siano famosi, solo un ristretto numero si è dimostrato tanto forte da poter affiancare icone del cinema o dei cartoni animati, giocando sullo stesso piano. Quella di Ratchet & Clank è una saga di giochi che da subito a dimostrato di poter competere con i migliori prodotti di animazione internazionali: divertente, adrenalinica, piena di idee e di trovate sorprendenti, con un cast ricco di carisma e trame ben elaborate, capaci di lasciare il pubblico con il fiato sospeso. Il successo incredibile della serie di giochi ha portato i due simpatici protagonisti al centro di ben 20 titoli diversi, sempre ricchi di azione e con trovate geniali che hanno lasciato ricordi indelebili nella mente dei giocatori. Dalle avventure con armi spettacolari a viaggi nel tempo con esiti sorprendenti, da imprese da gladiatori accanto a quelle da investigatori privati, Ratchet e Clank hanno dimostrato di essere capaci di qualsiasi cosa entrando nel cuore di milioni di persone.

Un trionfo che dal 2002 non teme confronti e rivali, e che adesso è pronto a trasferirsi sul grande schermo con lo spettacolare film d’animazione destinato a tutti, ma proprio a tutti: bambini, ragazzi, nonni e alieni di qualsiasi pianeta!Vedremo in modo totalmente inedito e coinvolgente la nascita dell’amicizia tra Ratchet, l’agguerrito e sognatore Lombax del pianeta Veldin, e del robottino intelligente Clank, le imprese dei Rangers Galattici e la losche trame del presidentissimo Drek, leader dei Blarg, che minaccia di compiere azioni diaboliche nei confronti di alcuni poveri abitanti di pianeti indifesi…

Nel film vedremo la nascita della loro amicizia, conosceremo il coraggioso gruppo dei Ranger Spaziali guidati dallo strampalato Capitano Qwark e vedremo le imprese della coraggiosa e tosta eroina Cora. Colpi di scena, effetti speciali, situazioni esilaranti sono garantite!Non ci sono dubbi, gli ingredienti per replicare il successo di amatissimi film come Toy Story, Il Pianeta del Tesoro e… Guardiani della Galassia ci sono tutti. Si pronto a farti trascinare in una Galassia in pericolo, che solo due eroi davvero speciali potranno salvare?Ratchet, Clank e i Ranger Galattici sono in arrivo, determinati a invadere le sale di tutta Italia e conquistare il tuo cuore. Scopri la loro incredibile prima avventura sul grande schermo, nel film d’animazione più spettacolare dell’anno!

 

 

Toy Story 3 – La grande fuga: un addio agli anni dell’innocenza

Ecco finalmente il terzo capitolo della trilogia dei giocattoli più famosi del mondo! Ma stavolta, anziché far sorridere i bambini, “Toy Story 3 – La grande fuga” fa piangere gli adulti che si rendono conto che l’infanzia è davvero finita.

Il film inizia mostrando Andy, il bambino che ha dato vita a Woody, Buzz e tutti gli altri giocattoli, ormai diventato un giovane adulto che sta per lasciare la sua cameretta piena di fantasie e magia per andare al college. Ma cosa succederà ai suoi fedeli amici giocattoli? Be’, sembra che stiano per finire in soffitta o addirittura in un orribile asilo per giocattoli, dove vengono torturati dai bambini. Ma fortunatamente, il coraggioso Woody ha un piano di fuga!

Non bisogna lasciarsi ingannare dal fatto che questo sia un film d’animazione. “Toy Story 3” è un vero e proprio capolavoro per adulti che, come i nostri protagonisti giocattoli, stanno cercando di affrontare il passaggio all’età adulta. La tristezza e la nostalgia affiorano mentre i giocattoli lottano per sopravvivere e per ritrovare la loro famiglia umana.

Il regista Lee Unkrich ha saputo rendere in modo magistrale questa drammatica transizione, facendo provare agli spettatori le stesse emozioni dei personaggi. Le ambientazioni cupe e i toni notturni riflettono il senso di smarrimento e il desiderio nostalgico di tornare ai bei vecchi tempi.

Ma nonostante la malinconia che traspare da “Toy Story 3”, ci sono comunque momenti di grandi risate. Le gag con i personaggi come Mr. Potato e i due personaggi Potato sono divertenti e sapientemente inserite nella trama.

Inoltre, il 3D utilizzato nel film non è solo uno strumento per stupire con effetti speciali, ma ci fa sentire veramente immersi in questo mondo fantastico dei giocattoli, come se fossimo noi stessi tornati bambini.

Toy Story 3 ha avuto un enorme successo in tutto il mondo e ha incassato più di un miliardo di dollari, rendendolo il film d’animazione più redditizio di sempre fino a quel momento. Inoltre, ha ricevuto cinque candidature agli Oscar, vincendo il premio per il miglior film d’animazione e la migliore canzone.

Insomma, “Toy Story 3 – La grande fuga” è un addio dolce e malinconico agli anni dell’innocenza, un film che ci fa riflettere sulla passione e sull’amore che possiamo ancora nutrire per quei vecchi giocattoli che ci hanno accompagnato per tutta la vita. Quindi, prendetevi un po’ di tempo per guardare questo film e abbracciate i vostri giocattoli dimenticati, perché anche loro hanno una storia da raccontare.

Disney-Pixar e il caso Toy Story

Il 15 dicembre 1966, il più popolare, ancora oggi, creatore di personaggi di animazione al mondo, Walter Elias Disney, rendeva orfane tutte le sue creature. La sua vena artistica si manifestò in svariati fronti e, sicuramente, ebbe la sua maggiore espressione nella creazione di lungometraggi cinematografici, sia di animazione che non.
Walt Disney era una persona molto attenta alle evoluzioni del cinema di animazione, anche se ai suoi tempi le capacità di tali produzioni si limitavano alla creazione di cartoni animati di breve durata, muti ed in bianco e nero, proiettati nelle sale cinematografiche prima o dopo lo spettacolo di richiamo. Le sue più gra
ndi innovazioni all’animazione furono quelle degli anni in cui questa singolare forma d’arte divenne quella che al giorno d’oggi conosciamo. Grazie ad un numero ristretto di collaboratori ben scelti, egli diede ai suoi personaggi vita e colore, trasformandoli in prodotti di punta per le case cinematografiche. L’apice della sua ascesa fu “Biancaneve e i sette nani”.
Oggi giorno, il modo di fare cinema proprio del padre di Topolino, che non si preoccupava minimamente degli incassi dei botteghini, non esiste più, ma la sua eredità artistica è stata abilmente curata dai creatori della Walt Disney Production. Probabilmente, la più grande innovazione nel mondo dei cartoni animati avvenuta dopo la morte di Disney è quella che ha catalizzato l’incontro tra fogli di carta e personal computer, tra pixel e matite.Negli anni 80, infatti, la Disney stringe un accordo con la Pixar, azienda che produceva cortometraggi di qualità al computer.Pur correndo alcuni rischi, nel 1995, la Walt Disney & Pixar presentò il primo lungometraggio di animazione interamente realizzato al computer. Toy Story fu un enorme successo.
Ripercorriamone le tappe. La Pixar Animation Studios iniziò nel 1984 con la produzione di cortometraggi animati, ritenendoli il miglior mezzo di sperimentazione delle potenzialità dell’animazione digitale.All’inizio Toy Story era stato pensato per l’interpretazione del personaggio di Tinny, protagonista di un corto chiamato Tin Toy, che, in occasione del lungometraggio, divenne Woody. I creatori e gli animatori si resero però conto che l’intero film non poteva essere costruito esclusivamente su un personaggio, crearono così il suo antagonista, Buzz Lightyear. Si trattava di un cowboy di pezza e di un astronauta, entrambi giocattolo.La creazione di questi personaggi ebbe un significato ben preciso, in quanto l’animazione al computer puntava al realismo assoluto, ma aveva, ed ha tutt’ora, il suo più grande limite nel creare un essere umano credibile, sia nell’aspetto che nei movimenti. Per questo motivo la computer grafica cercò di concentrarsi su oggetti in movimento e creature fantastiche.

 

Quando la Pixar iniziò a lavorare al progetto di Toy Story lo fece più come una sfida che come investimento. Gli animatori crearono superfici di plastica lucente, composte tutte di linee e forme regolari.La produzione del film fu una vera e propria corsa ai vari dipartimenti, che cercavano di raggiungere insieme questo agognato traguardo. Allo Story Department spettavano le decisioni inerenti a come doveva essere il film, quanti personaggi, chi sono, come devono essere… Mentre all’Art Department spettava il compito di produrre graficamente ogni singolo carattere. Il procedimento iniziale era quello di un normale film d’animazione bidimensionale, così, i disegnatori, armati di carta e penna, disegnavano i primi bozzetti. Una volta definito il personaggio su carta, esso veniva riprodotto in un modellino di plastilina, passaggio estremamente importante, se non fondamentale, per poi ricrearlo al computer.

 

Una volta creati i disegni e le sculture dei personaggi, essi vennero trasportati dal mondo reale a quello dei computer, e diedero inizio al lavoro dell’Animation department. Per questo dipartimento vi erano due possibili “soluzioni di trasporto” dei personaggi dal reale al virtuale, il primo tra questi consisteva nello scansionare la scultura con una penna ottica, ottenendo un disegno tridimensionale della stessa, il secondo era un programma di computer sculpting, che permetteva di creare il modello del personaggio direttamente al computer. Si otteneva così una prima versione digitale del personaggio, immobile. Uno degli step più complicati per gli animatori fu poi la creazione delle articolazioni. Si trattava di stabilire i movimenti dei singoli personaggi animati, ma anche degli oggetti inanimati, che venivano trattati come delle marionette.

 

A differenza dell’animazione tradizionale, la quale in genere relegava l’espressione dei sentimenti alla sola zona facciale, la computer animation cercò di rendere con tutto il corpo l’espressione dello stato d’animo dei personaggi.  Il viso, in particolare, si rivelò la parte più difficile da animare in quanto constava di un unico muscolo privo di “punti di appiglio”, a differenza delle articolazioni. Il passo successivo fu la lavorazione dei personaggi in base ai dialoghi. Vennero opportunamente preparati degli storyboard per ogni singola inquadratura, e vennero ascoltate più volte le voci registrate. Lo stile dell’animazione dipendeva da ogni singolo animatore, alcuni di essi lavoravano ad esempio attraverso studi di animazione in stop-motion, attraverso lo studio dei pupazzi, che consentiva loro un notevole vantaggio in termini di analogia, avendo a disposizione degli strumenti fisici da digitalizzare.

 

Un altro passo importante fu la ripresa di attori fisici che venne fatta durante il doppiaggio, in modo da avere ulteriori elementi dedotti dalla loro interpretazione dei dialoghi. I lavori proseguirono senza sosta dalla realizzazione di un raugh blocking (animazione rozza al computer priva di espressioni, su cui poi lavorò il regista), alla realizzazione dei movimenti (una volta approvato il raugh blocking) fino alla definizione dei caratteri, fisici ed emozionali, del viso, che costituì la parte più impegnativa del lavoro del team, in quanto si rischiò molto spesso di cadere in semplificazioni. Ad ogni modo, Toy Story ebbe un successo così enorme da riuscire a dar vita ad un vero e proprio filone di realizzazioni cinematografiche in 3D, e sicuramente la percezione rispetto all’animazione digitale non rispecchia più quella dedicata, nel passato, all’animazione tradizionale.

 

Le sfide affrontate dalla Walt Disney e Pixar furono principalmente due: prima tra tutte, l’idea di costruire un prodotto capace di mantenere l’attenzione su un film realizzato interamente al computer per più di un’ora, la seconda quella di cercare di non lasciar trasparire la devastante novità dell’ingegnosa tecnologia se non nell’aspetto del film. L’animazione al computer infatti sarebbe potuta risultare fredda e cerebrale, ma questo doveva a tutti i costi restare nascosto per non vanificare il lavoro di tutti i creatori del film. Dopo “Toy Story”, i capolavori del cinema di animazione si sono moltiplicati vertiginosamente. Cosa certa è che, comunque, ancora una volta, con la Disney si è venuta a creare una nuova era dell’animazione.

di Marco Ruberto