“Gremlins 2 – La nuova stirpe” compie 35 anni e, nonostante non abbia mai raggiunto la stessa fama del suo predecessore, è diventato un cult del cinema anni ’90. Diretto da Joe Dante e distribuito nelle sale italiane il 13 luglio 1990, il sequel di “Gremlins” (1984) si distacca dal classico horror per famiglie, abbracciando una comicità più demenziale e parodistica, e sfruttando appieno le potenzialità degli effetti speciali dell’epoca. Il film, purtroppo, non ottenne il successo sperato al botteghino, ma è rimasto nella memoria degli appassionati per la sua irriverente visione del mondo e per la galleria di nuove e grottesche creature che popolano il suo universo.
A distanza di sei anni dall’originale, Joe Dante porta di nuovo sul grande schermo il piccolo Gizmo e i suoi malefici simili, stavolta in una frenetica e caotica Manhattan. La trama di “Gremlins 2 – La nuova stirpe” ci riporta a New York, dove Billy (Zach Galligan) e Kate (Phoebe Cates) lavorano nella Clamp Enterprises, un grattacielo che diventa teatro di disastri quando i gremlins fanno il loro ritorno. La storia si sviluppa attorno a un evento tragicomico: l’anziano signor Wing muore e il negozio che custodisce Gizmo viene abbattuto per far posto all’edificio della Clamp. All’interno di questo grattacielo si nasconde ancora il mitico mogwai, e quando finisce nelle mani sbagliate, inizia una catena di eventi che porterà alla nascita di una nuova generazione di gremlins, ancora più pericolosi e inaspettati.
Un cambiamento significativo rispetto al primo film riguarda l’umorismo. Se “Gremlins” si affidava a un tono più cupo, arricchito da un’ironia nera, il sequel si orienta verso un linguaggio più leggero e decisamente campy. Dante infatti non si limita a continuare la storia, ma la rielabora in chiave meta-cinematografica, usando la trama per fare satira sul fenomeno dei sequel, dei remake e dei fenomeni mediatici dell’epoca. In questa versione, l’ironia si fa pungente, prendendo in giro personaggi pubblici come Donald Trump, magnati dei media come Ted Turner, e l’intero sistema della televisione via cavo, per non parlare delle citazioni a film iconici come “Il mago di Oz” e “Il maratoneta”.
La novità assoluta di questo capitolo risiede nel suo approccio al gore e al comico, che, pur mantenendo l’anarchia tipica della serie, abbandona la violenza dark per virare su uno stile più spinto nelle gag e nei riferimenti culturali. Le mutazioni dei gremlins, da vampiro a pipistrello, da intellettuale a ragno gigante, non sono solo bizzarre ma anche un esplicito omaggio all’evoluzione dei generi cinematografici e agli effetti speciali. Grazie al lavoro di Rick Baker, premio Oscar per il trucco e gli effetti speciali, “Gremlins 2” ci regala una straordinaria serie di trasformazioni che, seppur grottesche, affascinano per la loro innovazione visiva.
Ma nonostante questi pregi, “Gremlins 2” non riesce a eguagliare il fascino dell’originale. Il primo film aveva il merito di mescolare perfettamente umorismo nero e horror, riuscendo a mantenere il tono giusto anche durante le scene più inquietanti. Al contrario, il sequel spesso sfocia nel puro nonsense, creando un’atmosfera più da cartone animato che da film di genere, tanto che alcuni spettatori si sono trovati spiazzati da un cambiamento di tono così radicale. La critica ha accolto il film con recensioni contrastanti, e la pellicola ha fallito al botteghino, rimanendo un episodio isolato nella saga.
Il vero cuore di “Gremlins 2” risiede nella sua capacità di ridicolizzare il concetto stesso di sequel, con una serie di riferimenti e citazioni che non solo mettono alla berlina il fenomeno hollywoodiano, ma offrono anche una riflessione sulla proliferazione di film che puntano su più franchise per attrarre il pubblico. Dante, con il suo stile unico, non ha mai nascosto il suo amore per il cinema e per l’assurdo, e questo sequel si conferma come una delle sue opere più personali, pur essendo meno “importante” del primo film.
Alla fine, nonostante i suoi difetti, “Gremlins 2” rimane una perla da riscoprire per chi ha voglia di divertirsi con una satira fuori dagli schemi, capace di parlare con intelligenza del cinema, della cultura popolare e del fandom, mentre esplora il caos e la follia che solo i gremlins possono creare. Il film, pur non avendo ottenuto il successo sperato, si è guadagnato nel tempo uno status di culto, soprattutto tra gli appassionati di cinema nerd e di horror demenziale, che lo apprezzano per la sua bizzarria e il suo spirito dissacrante.