Lenovo Legion Blade 7000K SE: gaming al top con processori mobile Intel

Lenovo sbarca nel mondo “Mobile on Desktop” con i nuovi Legion Blade 7000K SE, desktop da gaming dotati di processori mobile Intel serie HX.

Processori potenti, prestazioni elevate

I Legion Blade 7000K SE montano processori Intel Core di 13a e 14a generazione serie HX, progettati per i laptop di fascia alta. Tra le opzioni troviamo i potenti Intel Core i9-14900HX, Intel Core i7-14650HX e Intel Core i7-13650HX.

Schede grafiche all’avanguardia

Per garantire prestazioni grafiche eccellenti, i Legion Blade 7000K SE sono dotati di schede grafiche NVIDIA GeForce RTX 4070 Ti Super, RTX 4060 Ti Super e RTX 4060.

RAM capiente per il multitasking

Completano la configurazione memorie RAM DDR5 da 16, 24 o 32 GB, a seconda del modello, garantendo fluidità anche nelle attività di multitasking più impegnative.

Vantaggi e svantaggi del “Mobile on Desktop”

L’utilizzo di processori mobile in un desktop offre alcuni vantaggi:

  • Costi ridotti: i processori mobile sono generalmente meno costosi di quelli desktop.
  • Maggiore stabilità: le CPU per laptop sono progettate per una maggiore stabilità nel tempo.
  • Prestazioni elevate: pur non raggiungendo i livelli dei processori desktop top di gamma, garantiscono comunque prestazioni eccellenti per anni.

Tuttavia, questa scelta presenta anche uno svantaggio:

  • Mancanza di aggiornabilità: i processori sono saldati sulla scheda madre e non possono essere sostituiti, limitando la longevità del sistema.

Disponibilità e prezzo

Al momento, i Legion Blade 7000K SE sono disponibili solo per il mercato cinese. Il prezzo parte da circa 1.014 dollari per la configurazione base. Non è ancora stata diffusa alcuna informazione sulla disponibilità per il mercato occidentale.

Conclusioni

I Legion Blade 7000K SE rappresentano un’opzione interessante per i gamer che cercano un desktop da gaming performante a un prezzo contenuto. L’utilizzo di processori mobile offre alcuni vantaggi in termini di costi e stabilità, ma comporta anche la limitazione di non poter aggiornare il processore in futuro.

Monteodorisio Gamics 13 e 14 Aprile 2024 @ Castello di Monteodorisio

Monteodorisio Gamics è un evento imperdibile che si terrà sabato 13 e domenica 14 aprile 2024 presso l’Auditorium Sordello da Goito, nel suggestivo scenario del Castello di Monteodorisio, situato nella provincia di Chieti, nel cuore dell’Abruzzo. Questa fortezza medievale risalente al XIII secolo, appartenuta a varie famiglie tra cui i D’Avalos, domina la valle del fiume Sinello con la sua maestosità e la sua storia millenaria. L’evento rappresenta un’importante occasione di aggregazione per gli appassionati di videogiochi, unendo la modernità del digitale con il fascino dell’antico. In un’epoca in cui i giochi online hanno superato i confini fisici, ritrovarsi in un luogo carico di storia come il Castello di Monteodorisio offre un’esperienza immersiva che va oltre il virtuale, creando un ponte tra passato e presente.

Durante la pandemia, i videogiochi hanno dimostrato la loro capacità di connettere le persone al di là delle barriere fisiche, diventando un potente strumento di aggregazione.

Montareodorisio Gamics rappresenta un’opportunità unica per partecipare a selezioni per diventare player ufficiali dell’ASD Bitstore per tre videogiochi: Fc 24, Assetto Corsa e WRC. Inoltre, potrete ammirare una mostra virtuale del famoso virtual photographer italiano Diego “#Diesmo16”, che con le sue straordinarie fotografie in-game mostra l’arte e la spettacolarità dei videogiochi.

La presenza di ospiti come Eleonora “#EleRox_”, Roberto “#Sigis” e Lorenzo “#Tayz” renderà l’evento ancora più speciale e coinvolgente, offrendo agli appassionati la possibilità di interagire con professionisti del settore.

Il Castello di Monteodorisio, con la sua capacità di attrarre visitatori da tutto il territorio, diventa un luogo dove le differenze si annullano di fronte alla passione comune per i videogiochi. Un’occasione per promuovere valori di inclusione e diversità, oltre che per approfondire tematiche storiche e culturali attraverso giochi educativi che permettono ai partecipanti di imparare divertendosi. Monteodorisio Gamics è più di un semplice evento di videogiochi, è un’esperienza coinvolgente e unica che unisce passato e presente, storia e tecnologia, creando un’atmosfera magica e indimenticabile per tutti i partecipanti.

Per info: facebook.com/events/454244753606897.

Videogiochi e cultura: quarant’anni di antropologia ludica

I videogiochi sono una forma di gioco che ha avuto una rapida e profonda evoluzione nel corso degli ultimi decenni, diventando un fenomeno culturale di rilevanza globale. Ma cosa sono i videogiochi dal punto di vista antropologico? Come sono cambiati nel tempo e come hanno influenzato la percezione e l’identità dei giocatori? Queste sono alcune delle domande che cercheremo di affrontare in questo articolo, con un approccio divulgativo ma rigoroso.

Per iniziare, dobbiamo definire cosa intendiamo per gioco, un concetto che ha una lunga storia nella riflessione filosofica, psicologica e antropologica. Il gioco è un’attività libera, volontaria, separata dalla realtà ordinaria, regolata da norme convenzionali, fittizia e improduttiva dal punto di vista materiale, ma capace di generare piacere, apprendimento e creatività. Il gioco è una dimensione fondamentale nella vita dell’essere umano, che lo accompagna dall’infanzia all’età adulta, e che ha una funzione di sviluppo personale e sociale. Il gioco è anche un modo di esprimere e trasmettere la cultura, di interpretare e trasformare la realtà, di comunicare e interagire con gli altri.

I videogiochi sono una forma di gioco che si basa sull’uso di dispositivi elettronici, come computer, console, smartphone, che permettono di creare e controllare delle immagini e dei suoni in modo interattivo. I videogiochi sono nati nel secondo dopoguerra, come esperimenti scientifici o applicazioni militari, ma hanno avuto il loro boom negli anni ’70 e ’80, con l’avvento delle prime sale giochi, dei personal computer e delle console domestiche. Da allora, i videogiochi hanno subito una continua evoluzione tecnologica, artistica e narrativa, dando vita a una grande varietà di generi, stili, temi e modalità di gioco.

I videogiochi sono anche una forma di cultura, che riflette e influenza i valori, le credenze, le aspirazioni, le paure, le identità dei giocatori e delle società in cui vivono. I videogiochi sono infatti dei prodotti culturali, che nascono da un contesto storico, sociale, economico, politico, che veicolano dei messaggi, delle ideologie, delle visioni del mondo, che generano delle pratiche, delle comunità, delle esperienze. I videogiochi sono anche dei consumi culturali, che richiedono delle competenze, delle abitudini, delle preferenze, che producono dei gusti, dei giudizi, delle emozioni, che creano dei legami, delle appartenenze, delle identità.

La percezione dei videogiochi e dei giocatori è cambiata molto nel corso degli anni, a seconda delle trasformazioni sociali, culturali e mediatiche.

Inizialmente, i videogiochi erano visti come un passatempo innocente, divertente e stimolante, rivolto soprattutto ai bambini e ai ragazzi, ma anche agli adulti curiosi e appassionati di tecnologia. I giocatori erano considerati dei pionieri, dei sognatori, dei creativi, che esploravano nuovi mondi e nuove possibilità. Poi, con la diffusione dei videogiochi violenti, come i famosi Doom e Mortal Kombat, i videogiochi sono diventati oggetto di polemica, critica e preoccupazione, accusati di essere nocivi, pericolosi e alienanti, di favorire l’aggressività, l’isolamento e la dipendenza. I giocatori sono stati etichettati come dei devianti, dei violenti, dei disadattati, che fuggivano dalla realtà e si rifugiavano in un mondo virtuale. Infine, con la maturazione del medium e la sua integrazione nella cultura di massa, i videogiochi sono stati riconosciuti come una forma d’arte, di intrattenimento e di educazione, capaci di offrire delle esperienze uniche, coinvolgenti e significative, di stimolare la fantasia, la creatività e il pensiero critico, di favorire la socializzazione, la collaborazione e la partecipazione. I giocatori sono diventati dei fruitori, dei fan, dei produttori, che condividono, commentano, modificano, creano dei contenuti ludici, che si identificano, si esprimono, si rappresentano attraverso i videogiochi.

In conclusione, possiamo dire che i videogiochi sono una forma di gioco e di cultura che ha avuto e ha ancora un grande impatto sulla società e sull’individuo, che ha generato e genera ancora delle trasformazioni, delle sfide, delle opportunità, che ha suscitato e suscita ancora delle reazioni, delle emozioni, delle riflessioni. I videogiochi sono uno specchio e uno strumento per conoscere, comprendere e cambiare il mondo e noi stessi.

I gamer rischiano la perdita dell’udito?

Un nuovo studio ha avvertito che i gamer potrebbero essere a rischio di perdita dell’udito a causa dell’esposizione a livelli sonori pericolosi.

Lo studio, pubblicato sulla rivista BMJ Public Health, ha esaminato 14 studi condotti tra pari su quasi 54.000 persone provenienti da nove paesi. I ricercatori hanno scoperto che i giocatori avevano un rischio maggiore di perdita dell’udito auto-riferita, acufeni e perdita dell’udito ad alta frequenza.

I ricercatori hanno affermato che i livelli sonori medi dei videogiochi spesso superano o quasi i limiti di esposizione al suono raccomandati. Uno studio ha rilevato che i suoni brevi e impulsivi, come scoppi o spari, possono raggiungere i 119 decibel, ben al di sopra dei limiti consentiti di circa 100 dB per i bambini.

I ricercatori hanno affermato che la ricerca sull’argomento è ancora limitata, ma che i risultati suggeriscono che il gioco è una potenziale “fonte di ascolto non sicuro”. Hanno esortato i responsabili politici e sanitari a sviluppare programmi di educazione e sensibilizzazione per aiutare a promuovere un ascolto sicuro.

Inoltre, hanno sottolineato l’urgente necessità di ulteriori ricerche in materia, osservando che solo due degli studi pubblicati nell’ultimo anno hanno misurato oggettivamente i livelli sonori medi dei giochi o dei centri di gioco.

Cosa possono fare i gamer per proteggere il loro udito?

Ecco alcuni suggerimenti per i gamer che desiderano proteggere il loro udito:

  • Riduci il volume. Il modo più semplice per ridurre il rischio di perdita dell’udito è ridurre il volume del gioco.
  • Fai pause regolari. Se devi giocare per un periodo di tempo prolungato, fai pause regolari per riposare le tue orecchie.
  • Usa le cuffie con cancellazione del rumore. Le cuffie con cancellazione del rumore possono aiutare a ridurre l’esposizione al rumore ambientale, il che può aiutare a proteggere il tuo udito.
  • Evita di giocare con le cuffie per ore. Se devi giocare per un periodo di tempo prolungato, prenditi pause regolari e riduci il volume.

La perdita dell’udito può essere una condizione debilitante che può avere un impatto negativo sulla qualità della vita. È importante prendere provvedimenti per proteggere il tuo udito, sia che tu sia un gamer o meno.

Clarissa “keyncubus_coss”, sperimentazione e creatività!

Clarissa, in arte keyncubus_coss o semplicemente Key, è una cosplayer nata a Milano ma ormai da tempo con spirito romagnolo, vivendo da tanti anni in quella zona. Certificata Make-Up Artist all’Accademia del Cinema di Bologna, amante della moda e del mondo beauty, patita della lettura in ogni sua forma, videogiocatrice quando ha tempo ma anche grande appassionata di mitologia e di esoterismo, il suo nickname si ispira proprio ad un demone della mitologia ovvero l’Incubo, demone della sessualità e cacciatore del sonno.

Da quando ha memoria, appassionata di cultura asiatica, soprattutto quella giapponese e negli anni, approfondita grazie proprio ai cosplay, interesse cresciuto dopo che ha letto vari manga e opere nel tempo, non solo giapponesi ma anche coreane, cinesi e thailandesi. Dopo una delle prime esperienze in fiera non da cosplayer, ha nutrito questa voglia di incominciare a sperimentare questa nuova arte, iniziando solo dal trucco e poi nel tempo, anche con i costumi, realizzando ad ora più di trenta cosplay, sia in fiera che sui social. Iniziando nel 2018, non si è più fermata, oltre al mondo cosplay in sé, sviluppando anche una grande passione per il make-up, dove ha studiato per tre anni e uscita con il massimo dei voti, proprio per consolidare quella che è sempre stata una sua passione sin da quando era bambina, ricordando quanto le piaceva prepararsi e acconciarsi per carnevale o semplicemente per le festicciole a scuola.

Particolarmente riconoscibili i suoi cosplay, cercando sempre di restare fedele al personaggio ma non troppo, come dice lei, perché ama sempre mettere in risalto quello che è il suo modo di sperimentare e ricreando, anche da zero,i look di certi personaggi. Da molta più importanza al make-up piuttosto che al costume, perché secondo lei, parte fondamentale della riuscita di un cosplay, senza screditare la parte comunque fondamentale del costume in sé, acquistandoli e scegliendoli con molta cura, alla ricerca del dettaglio perfetto. Oltre ai cosplay, propone sui suoi profili social, anche make-up originali e trucchi effetti speciali, realizzati a fantasia, un misto tra lentine colorate, parrucche e accessori, perché no, anche di altri cosplay.

Di grande ispirazione per lei sono i social, dove prende ispirazione anche da altri cosplayer, e le sue letture quotidiane di libri e riviste, che la arricchiscono di creatività e ingegno. Nonostante sia nel mondo cosplay dal 2018, ha iniziato a pubblicare i suoi progetti sui social solo nel 2021, iniziando con uno dei principali personaggi del manga Jujutsu Kaisen, Sukuna, per poi continuare con altri manga/anime come Demon Slayer, Chainsaw Man, Kakegurui e tanti altri, senza dimenticare anche qualche progetto legato al mondo dei videogiochi come Tifa Lockhart di Final Fantasy.

Per Clarissa essere un bravo cosplayer è semplicemente essere se stessi e non smettere mai di imparare, ogni minima nozione è fondamentale per la crescita del proprio“bagaglio” da cosplayer e, collegandosi a ciò, ha sperimentato la difficoltà di questa sua passione con il cosplay di Jolyne Kujo, personaggio del manga Le Bizzarre Avventure di Jojo, dove ha dovuto ricreare quasi da zero la parrucca e creare più bozze per il make-up molto complesso del personaggio, fatto di linee e ombre; nonostante le difficoltà, afferma che questo è il cosplay al quale è più legata, proprio perché ha dedicato molto del suo tempo alla sua realizzazione e anche per i ricordi che ha creato proponendolo ad una delle sue fiere preferite ovvero Lucca Comics&Games, dove era la prima volta che partecipava in cosplay a novembre 2023.

Per quanto riguarda la creatività, Clarissa pensa che ognuno di noi deve essere libero di interpretare e realizzare cosplay come più creda sia giusto, senza canoni o tabelle da seguire, anche perché non esistono cosplay giusti o sbagliati ma cosplay fatti con impegno, sacrificio e amore. Ma parlando più in generale del mondo cosplay, Clarissa pensa che ognuno debba trovare il proprio obbiettivo, cioè “quello che sto facendo mi piace?” “come posso migliorarmi?” ecc., è un concetto che a volte si dimentica ma fondamentale, perché si è spinti sempre dalla voglia di ricreare magari solo personaggi famosi del momento, ma che poi non “ti ci ritrovi”, dimenticando appunto l’obbiettivo ovvero, ricreare personaggi che ci fanno stare bene e a proprio agio, nonostante non siano personaggi famosi o che vanno di moda al momento.

Negli ultimi anni, spiega, il mondo cosplay si è molto distaccato da quelli che erano i principi di questa passione, ovvero di come questa unisca veramente tanto le persone, sia in amicizia ma anche solo per scambiarsi consigli in una banale chat sui social, finendo, invece, in una malsana competizione, dove spesso sfocia il cyberbullismo e/o bullismo vero e proprio ad aventi come fiere o set fotografici, nonché nei commenti dei post sui social, spiegando che sono parte ormai fondamentale del lavoro dei cosplayer, anche se non è il tuo lavoro ma semplicemente una passione, perché aiutano a crescere a 360 gradi, sia in popolarità ma anche in creatività, e perché no, di guadagnare facendo quello che più ti appassiona. I social hanno reso popolare un hobby di nicchia, o che comunque senza di essi non faceva così tanto successo, avvicinando sempre più persone a questo fantastico mondo. In breve vi dice di seguire sempre l’istinto, se l’idea del cosplay può piacervi e incuriosire, di coltivare al meglio questo pensiero, perché può portare a grandi cose e tante soddisfazioni. Clarissa inoltre, ci dice come fare cosplay abbia influenzato la sua vita e delle persone intorno a lei, in modo del tutto positivo, avendo sempre avuto grande sostegno dalla sua famiglia e dai sui amici, accompagnandola in fiera e/o anche aiutandola nella realizzazione di un determinato cosplay, sia economicamente che fisicamente; senza mai avere pregiudizi nei suo confronti. Per Clarissa fare cosplay ha proprio cambiato la vita, rendendola più sicura di se stessa e ha nutrirla costantemente la sua fame di conoscenza e creatività, aiutandola anche nei rapporti sociali, superando tutte le sue paure.

Per approfondire il talento di Clarissa, vi invitamo a visitare il suo profilo ufficiale all’indirizzo:  instagram.com/keyncubus_coss.

Ikea. Il paradiso dei nerd!

Ikea è un marchio famoso per i suoi mobili economici, funzionali e di design. Ma non solo: Ikea è anche il paradiso dei gamer, che possono trovare in questo negozio tutto ciò di cui hanno bisogno per creare il loro angolo perfetto dedicato al gaming, allo studio, al lavoro o al divertimento. Vediamo quali sono i motivi per cui Ikea è così utile per i gamer e per i nerd.

Qualità e convenienza

Ikea offre una vasta gamma di prodotti di qualità a prezzi accessibili, che si adattano a ogni esigenza e a ogni spazio. Che si tratti di una scrivania, di una sedia, di una libreria, di un armadio o di un comodino, Ikea ha la soluzione giusta per ogni gamer e nerd che vuole arredare la sua stanza o il suo ufficio con stile e praticità. Inoltre, Ikea offre anche una serie di servizi aggiuntivi, come la consegna a domicilio, il montaggio, la garanzia e il reso, che rendono l’acquisto ancora più vantaggioso e sicuro.

Personalizzazione e creatività

Ikea non si limita a vendere mobili già pronti, ma permette anche di personalizzare i propri prodotti, scegliendo tra diversi colori, materiali, dimensioni e accessori. In questo modo, ogni gamer e nerd può creare il suo ambiente ideale, in base ai suoi gusti e alle sue esigenze. Ikea stimola anche la creatività dei suoi clienti, proponendo idee e suggerimenti per trasformare i suoi prodotti in oggetti unici e originali. Ad esempio, si può trasformare una cassettiera in una console per videogiochi, una mensola in una scrivania sospesa, una lampada in una torre per PC o una scatola in una docking station per smartphone.

Innovazione e tecnologia

Ikea non è solo mobili, ma anche tecnologia. Infatti, Ikea offre una serie di prodotti innovativi e smart, che si integrano perfettamente con i dispositivi elettronici e rendono la vita dei gamer e dei nerd più facile e divertente. Tra questi prodotti, ci sono le lampade e le prese wireless, che permettono di ricaricare i propri dispositivi senza fili, i tavolini e i cuscini con altoparlanti integrati, che consentono di ascoltare la musica o i podcast in tutta comodità, i tappeti e le tende con pannelli solari, che generano energia pulita e sostenibile, e i mobili con sensori di movimento, che si attivano e si spengono automaticamente. Inoltre, Ikea collabora con altri marchi famosi nel campo della tecnologia, come Sonos, Philips Hue e Google, per offrire prodotti compatibili e connessi tra loro, che si possono controllare tramite app o comando vocale.
Ikea è il paradiso dei gamer e dei nerd, perché offre una serie di vantaggi e di opportunità che li aiutano a creare il loro spazio ideale, dove possono dedicarsi alle loro passioni e ai loro hobby. Ikea è sinonimo di qualità, convenienza, personalizzazione, creatività, innovazione e tecnologia, e rappresenta una scelta intelligente e conveniente per chi vuole arredare la propria casa o il proprio ufficio con stile e funzionalità.

Elisa Pigliafreddo: cosplayer, gamer e Influencer dallo straordinario talento

Siamo orgogliosi di poter condividere con voi l’esperienza di Elisa Pigliafreddo, una talentuosa ragazza milanese di 24 anni, Laureata in triennale al Politecnico di Milano e prossima alla laurea Magistrale di Architetura e Disegno Urbano sempre al Politecnico di Milano. Elisa è anche una micro-influencer che ha approcciato da pochi anni anche l’arte del Cosplay e del Gaming. Fin da piccola ha sempre avuto la passione sia per le arti disciplinari, dal disegno figurativo alla modellazione tridimensionale per progetti legati all’ambito architettonico, sia per le arti creative andando a scoprire quelle che sono le carateristiche del cosplay tramite oufit, make-up e del mondo digitale del gaming.

In concomitanza con l’inizio del percorso universitario nel 2018 ha deciso di dedicare una piccola parte della sua vita approcciandosi al mondo dei social in special modo su Instagram, portando i suoi primi lavori di Make-up, Nail-art e outfit di ispirazione. Man mano che i suoi contenuti crescevano aumentava anche il suo pubblico che apprezzando i suoi lavori decise di avviare pian piano la sua attività di micro-influencer in cui tut’oggi aiuta i vari brand ad ampliare il loro pubblico tramite la sua creatività espositiva. Scoprendo sempre più le opportunità presenti sui social decide di allargare la sua prospettiva immergendosi nel mondo giapponese in prima persona realizzando il suo primo cosplay portato inizialmente sui social e in secondo momento anche nella realtà. Nel 2022 partecipa alla sua prima fiera, il Games Week di Milano e li capì che quella parte di interazioni con il pubblico che era sempre stata mostrata solo dietro a uno schermo, venne apprezzata ancora di più dal vivo.

Come si arriva allo sbarco di Elisa Pigliafreddo da Influencer/Cosplayer all’aggiunta della parte Gamer?

Man mano che la sua popolarità sui social aumentava anche dopo le prime fiere, molte persone le chiesero se avesse Twitch per poter interagire con lei in live mentre coinvolgeva in modo diretto i suoi follower. Decise dunque di fare esperienza su questa nuova piataforma osservando e conoscendo Cosplayer/Gamer di talento come LaVica, KasumiSen, HitomiOkami e molti altri. Decidendo così all’inizio del 2023 di aprire il suo profilo Twitch portando giochi come League of Legend, Valorant, Genshin Impact, ma anche sezioni dedicate al Cosplay in diretta per poter interagire e creare una community di persone amanti del mondo giapponese e gaming come lei.

Elisa ci ha rivelato che essere una studentessa di un’università così importante in Italia e avere anche un approccio social ha riportato spesso delle difficoltà nella sua vita. Portare avanti due attività simili è stato spesso impossibile, difatti ci sono stati momenti in cui ha dovuto dare priorità allo studio per potersi laureare e avviare il prima possibile la sua carriera da aspirante Architetto. Il lato social non è mai stato abbandonato, anzi ha sempre cercato di soddisfare i vari brand con cui collaborava per offrire un’esperienza il più utile e creativa possibile e quando poteva, per staccare un po’ la testa dai libri, si dedicava al gaming e alla creazione di Cosplay.

Un domani Elisa non sa cosa il futuro le aspetta ma è certa che cercherà di trasformare i suoi hobby nel suo lavoro e il suo lavoro in hobby per cercare di rendere la sua vita e quella di chi la circonda il più colorata, rimanendo in tema artistico, possibile e poter dunque essere un esempio per chi sogna di realizzarsi in più settori senza dare peso ai pregiudizi ancora troppo comuni.

Per approfondire lo straordinario talento creativo di Elisa vi invitiamo a visitare il suo aggregatore di link: cadencexx – Link in Bio & Creator Tools | Beacons.

Herman Miller e Logitech G presentano Vantum, nuova Gaming Chair progettata per i gamer moderni

Herman Miller, in partnership con Logitech G, ha presentato oggi la sua nuova sedia da gaming ad alte prestazioniVantum, incentrata sulla versatilità e sull’adattabilità e costruita appositamente per i gamer. Vantum rimane fedele allo spirito di innovazione proprio della partnership tra Herman Miller e Logitech G, fornendo ai giocatori il giusto livello di supporto nelle varie modalità di gioco per aumentare il comfort, la concentrazione e la resistenza, sia in posizione di gioco che di pausa.

“In qualità di marchio incentrato sulle performance, la nostra ambizione finale è quella di sbloccare il potenziale di ogni giocatore attraverso soluzioni e ricerche ponderate che risolvano i problemi, producano risultati e consentano cambiamenti significativi a ogni livello di gioco”, afferma Jon Campbell, General Manager of Gaming di Herman Miller. “La Vantum Gaming Chair è la nostra risposta alla richiesta della community di ottenere di più dalla nostra partnership. Offre la stessa ergonomia avanzata, una qualità impareggiabile e il fascino della Embody Gaming Chair originale, ma ora con più opzioni di colore e un prezzo più accessibile”.

“Negli ultimi 3 anni, Logitech G e Herman Miller hanno collaborato con la visione comune di offrire ai giocatori soluzioni di design ergonomiche e ad alte prestazioni. Siamo entusiasti di passare alla fase successiva della nostra collaborazione con questo memorabile prodotto”, ha dichiarato Aron Drayer, Head of Marketing Partnerships di Logitech G. “Insieme a Herman Miller, la nostra passione condivisa e la nostra volontà di offrire ai giocatori il meglio hanno continuato a spingere in avanti la nostra creatività e la nostra esperienza e non potremmo essere più entusiasti di presentare Vantum alla community”.

La Vantum Gaming Chair supporta la postura attiva in avanti, una posizione che, come è stato dimostrato, favorisce la concentrazione e i tempi di reazione, due fattori che svolgono un ruolo cruciale quando si gioca. Per raggiungere questo obiettivo, Vantum è stata progettata per posizionare proattivamente gli utenti in una posizione attiva/eretta nel momento in cui si siedono, sfruttando un cuscinetto di seduta adattato e PostureFit, che fornisce un supporto regolabile alla parte bassa della schiena e rinforza il bacino, prevenendo il rischio di scivolamento e affaticamento. Per aiutare ulteriormente i giocatori ad assicurarsi di essere nella posizione corretta, le regolazioni dell’inclinazione sono corredate da un feedback numerico che consente ai giocatori di identificare e richiamare facilmente le impostazioni preferite.

Una delle nuove caratteristiche del design di Vantum è la presenza di un poggiatesta. Quando non si è in posizione di gioco attiva, il poggiatesta regolabile offre ai giocatori il massimo comfort sostenendo correttamente l’area in cui la base della testa incontra la colonna vertebrale. Questo meccanismo esercita una pressione diretta minima o nulla sul collo, consentendo ai giocatori di rilassarsi con facilità.

“Uno degli elementi che i nostri team hanno notato durante la ricerca è che i giocatori hanno bisogno di versatilità”, afferma Campbell. “Una postura attiva e forte è fondamentale per il gioco, ma avere una posizione altrettanto sostenuta e reclinata per i momenti di relax è fondamentale per i giocatori moderni che non solo giocano, ma guardano streaming e film, chattano con gli amici, partecipano a eventi virtuali o semplicemente hanno bisogno di un momento per rilassarsi dopo un match impegnativo”.

Per supportare ulteriormente la posizione reclinata, Vantum è la prima sedia da gaming che offre un cuscinetto di supporto toracico, che serve a sostenere adeguatamente la parte superiore della schiena, il collo e la testa quando si è in posizione rilassata. Il poggiatesta e il supporto toracico lavorano insieme per garantire la possibilità di alleviare l’accumulo di pressione e ritrovare la concentrazione quando necessario, soprattutto quando durante lunghe sessioni di gioco.

Sia che il giocatore sia in posizione verticale immerso in una partita intensa, sia che si appoggi allo schienale in un momento di riposo o in una posizione intermedia, il cuscino flessibile di Vantum offre comfort e sostegno distribuendo la pressione in modo appropriato in risposta a qualsiasi postura, favorendo l’equilibrio e la circolazione. Il rivestimento della seduta è costituito al 100% da tessuto riciclato post-consumo ad alte prestazioni.

Per quanto riguarda l’aspetto finale della sedia, la Vantum Gaming Chair è stata sottoposta a numerose revisioni per garantire che le esigenze dei giocatori fossero prioritarie sia nell’estetica che nell’aspetto. “Questo progetto è iniziato con la sfida di decostruire l’essenza di una sedia da gaming”, dice Campbell. “Come si fa a far sentire una sedia viva e attiva, non lenta e sedentaria? Come si fa a comunicare visivamente, attraverso i colori e le emozioni, ciò che la tecnologia e l’architettura del prodotto sono destinate a fare?”.

Il risultato finale è una sedia espressiva e audace, che culla visivamente e fisicamente l’utente e al tempo stesso offre un supporto tecnico. Visivamente leggera, fluida e scultorea, la Vantum Gaming Chair coniuga perfettamente comfort, sostegno e competizione per il gamer moderno. La sedia è poi ulteriormente personalizzabile essendo disponibile in tre brillanti colori: PolarFlare e Obsidian.

La Vantum Gaming Chair è ora disponibile al prezzo di 1.298€. Come il resto della gamma, Vantum è stata rigorosamente testata e costruita per durare nel tempo, con una garanzia di 12 anni. La sedia è realizzata con materiali durevoli e sostenibili, tra cui alluminio pressofuso e nylon caricato vetro. Vantum è disponibile per l’acquisto presso i punti vendita Herman Miller e su hermanmiller.com/gaming.

Perché usare una base di raffreddamento per il tuo PC da gaming?

Se sei un appassionato di videogiochi, sai bene quanto sia importante avere un PC potente e veloce, in grado di supportare i titoli più recenti e impegnativi. Tuttavia, un PC da gaming ha anche bisogno di una buona gestione del calore, altrimenti potrebbe soffrire di surriscaldamento, throttling, crash o danni ai componenti.
Il surriscaldamento è un fenomeno che si verifica quando la temperatura interna del PC supera i limiti di sicurezza stabiliti dal produttore. Questo può accadere per vari motivi, come l’uso prolungato, l’ambiente caldo, la polvere, la scarsa ventilazione o la qualità delle componenti.
Il throttling è una misura di protezione che il PC attiva quando rileva un surriscaldamento. Consiste nel ridurre la frequenza e la tensione del processore e della scheda video, per abbassare il consumo energetico e la produzione di calore. Tuttavia, questo comporta anche una perdita di prestazioni e una peggior esperienza di gioco.
Il crash è il blocco improvviso del PC, che può essere causato da un surriscaldamento eccessivo o da un malfunzionamento dei componenti. In questo caso, il PC si spegne o si riavvia da solo, perdendo i dati non salvati e interrompendo il gioco.
I danni ai componenti sono le conseguenze più gravi del surriscaldamento. Se il PC non riesce a dissipare il calore in modo adeguato, le componenti possono subire usura, degrado o rottura. Questo può portare a problemi di funzionamento, riduzione della vita utile o necessità di sostituzione.
Per evitare questi problemi, è fondamentale mantenere il PC a una temperatura ottimale, che dipende dal modello e dalle specifiche tecniche. In generale, si consiglia di non superare i 70-80 gradi Celsius per il processore e i 80-90 gradi Celsius per la scheda video.
Per fare questo, ci sono alcune accortezze da seguire, come pulire regolarmente il PC dalla polvere, posizionarlo in un luogo fresco e ben ventilato, usare una pasta termica di qualità e controllare le impostazioni del BIOS e dei programmi di gestione energetica.
Tuttavia, queste misure potrebbero non essere sufficienti per i PC da gaming più potenti e sollecitati. In questo caso, una soluzione efficace e conveniente è usare una base di raffreddamento.
Una base di raffreddamento è un dispositivo che si collega al PC tramite una porta USB e che dispone di una o più ventole che soffiano aria fresca sotto al PC, migliorando il flusso d’aria e la dissipazione del calore.
Usare una base di raffreddamento può avere diversi vantaggi per il tuo PC da gaming:
– Migliora le prestazioni: riducendo la temperatura interna del PC, eviti il throttling e permetti al processore e alla scheda video di funzionare al massimo della loro potenza. Questo si traduce in una maggiore fluidità e qualità del gioco.
– Prolunga la durata: mantenendo il PC a una temperatura ottimale, previeni l’usura e il degrado delle componenti. Questo si riflette in una maggiore affidabilità e longevità del tuo PC.
– Aumenta il comfort: abbassando la temperatura esterna del PC, rendi più piacevole l’utilizzo del PC sulle gambe o sul tavolo. Inoltre, alcune basi di raffreddamento hanno anche una funzione ergonomica, che permette di inclinare il PC per avere una postura migliore.
– Aggiunge funzionalità: alcune basi di raffreddamento hanno anche delle porte USB aggiuntive, che ti consentono di collegare altre periferiche al tuo PC. Altre hanno anche delle luci LED che creano un effetto estetico e atmosferico.
Per scegliere la base di raffreddamento più adatta al tuo PC da gaming, devi tenere conto di alcuni fattori, come le dimensioni, il numero e la posizione delle ventole, l’alimentazione, il livello del rumore, il design, i materiali, la portabilità e il prezzo.
Le dimensioni devono essere compatibili con quelle del tuo PC, in modo da garantire una copertura adeguata e una stabilità. Il numero e la posizione delle ventole devono essere in linea con le zone più calde del tuo PC, in modo da ottimizzare il raffreddamento. L’alimentazione deve essere sufficiente per alimentare le ventole senza sovraccaricare il PC. Il livello del rumore deve essere il più basso possibile, per non disturbare il gioco. Il design deve essere funzionale ed estetico, per integrarsi con lo stile del tuo PC. I materiali devono essere resistenti e leggeri, per garantire una buona qualità e una facile trasportabilità. La portabilità deve essere elevata, per poter portare la base di raffreddamento ovunque tu vada. Il prezzo deve essere adeguato al valore e alle prestazioni della base di raffreddamento.

Sul mercato esistono molti modelli di basi di raffreddamento per PC da gaming, che si differenziano per caratteristiche e funzioni.

In conclusione, usare una base di raffreddamento per il tuo PC da gaming può essere una scelta intelligente e vantaggiosa, che ti permette di migliorare le prestazioni, prolungare la durata, aumentare il comfort e aggiungere funzionalità al tuo PC. Se vuoi goderti al meglio i tuoi giochi preferiti, non esitare a procurarti una base di raffreddamento per il tuo PC da gaming. Ne sarai soddisfatto!

Romanina Cozzolino: da Gamer a Traduttrice di Videogame

Quando si parla di creatività, siamo tutti abituati a pensare a chi crea qualcosa di nuovo da zero. Effettivamente è così; ma non è l’unica forma di creatività. Perché la creatività sta anche nel reinventare una situazione, per renderla diversa. Il doppiaggio è creatività, anche se stai recitando su una scena già girata da altri. E così anche la localizzazione. Per chi non lo sapesse, con localizzazione si intende prendere un videogioco in lingua originale e tradurlo per il mercato locale. Titolo del gioco, voci del menu, sottotitoli e in alcuni casi doppiaggio. Questa è la localizzazione. In questo processo lavorano i traduttori e le traduttrici. Sia che un gioco vada doppiato o che servano solo i sottotitoli, c’è sempre qualcuno “a monte”, che si occupa della traduzione. Oggi voglio parlarvi di una di loro: una traduttrice. Il suo nome è Romanina, e questa è la sua storia.

Romanina Cozzolino: da Gamer a Traduttrice di Videogame

Ciao Romanina, benvenuta su Satyrnet. Presentati e parlaci un po’ di te.

Mi chiamo Romanina e attualmente lavoro nell’ambito della localizzazione videoludica.
Sono sempre stata un’avida giocatrice appassionata di fotografia e, giustamente, di videogiochi.
Mi reputo una persona abbastanza comune, quando non traduco o scatto fotografie, probabilmente mi troverete a guardare film, animazione giapponese o divorare serie TV, a giocare ai videogiochi, a prendermi cura della mia cagnolina, a leggere o ad ascoltare musica, ma anche a passeggiare ed esplorare nuovi luoghi con la giusta compagnia. Altre volte la pigrizia mi catapulterà semplicemente in posizione supina a oziare osservando la mia collezione di nendoroid.
Ho un debole per l’oriente, sogno il Giappone e di avere tanti corgi che mi girano per casa.

Parlaci del tuo percorso da gamer a traduttrice di videogiochi.

Credo di essere un’eterna Peter Pan: sono sempre stata una videogiocatrice e tuttora gioco quando posso. Sono affezionata alla Nintendo e posseggo la maggior parte delle console, sia parlando di retrogame che next gen. Sono cresciuta con Pokémon e Super Mario e mi sono nutrita fin da bambina dei prodotti di quegli anni. Attualmente, ma già da diverso tempo, non faccio più una distinzione così netta e gioco quasi di tutto, su qualsiasi console.
Avendo anche un passato da amante dei punta e clicca, grazie a mio fratello maggiore che mi piazzava davanti ad avventure grafiche come Monkey Island, Syberia e Runaway (aiutandomi a progredire nel gioco mille volte), adoro soprattutto videogiocare su PC.
Non ho praticamente mai smesso del tutto, ogni tanto mi ci allontano, ma c’è sempre una conciliazione. Anche se, purtroppo, ci sono periodi in cui è sempre più difficile mettere mano a un videogioco, se non per tradurlo.

Ho iniziato a interessarmi a questo lavoro un po’ per caso. Volevo fare delle esperienze come traduttrice e, dal punto di vista professionale, ho deciso di concentrarmi sulla traduzione di videogiochi poiché lo reputo un mercato in piena espansione e, inoltre, conosco bene molti aspetti legati ad essi grazie alla mia esperienza di giocatrice, quindi mi sembrava un obiettivo ideale verso cui indirizzare il mio percorso.
Mi piacerebbe molto anche tradurre fumetti, ma è un ambito un po’ più ostico da poter approcciare.
Nonostante se ne parli poco, la localizzazione videoludica in Italia esiste. Poco prima della pandemia ho inviato “applications” a moltissime agenzie di traduzione. Tra le tante non-risposte e tra qualche test di traduzione non passato, per fortuna alla fine è arrivata una svolta: una prova superata e la proposta di collaborazione. Non nascondo che ero davvero super felicissima.
Quello dei videogiochi è un settore che più di tutti ha beneficiato del lockdown e non ha subito particolari cali, infatti al momento il lavoro non manca. Quindi ho iniziato la mia esperienza nell’ambito nel pieno delle varie quarantene, nel 2020, lavorando da casa e continuando a formarmi.
Mi è stata data l’opportunità di lavorare su una discreta varietà di videogiochi per il mercato italiano. Questo mi ha permesso di comprendere meglio il processo di localizzazione e mi ha insegnato l’importanza di rispettare le scadenze. Lavorare con passione in questa posizione ha inoltre migliorato il mio livello di inglese e le mie capacità investigative per scovare problemi ed errori, ho acquisito e affinato le competenze necessarie per lavorare nell’industria dei videogiochi traducendo quotidianamente testi di gioco dall’inglese.

Quali e quante lingue parli? E da quali lingue traduci?

Parlo inglese e capisco abbastanza lo spagnolo, ma lo sto perfezionando.
Traduco dall’inglese (americano e britannico) verso l’italiano.

Finora quanti titoli hai tradotto?

Ho avuto l’occasione di tradurre un solo videogioco completo, il quale deve ancora essere rilasciato e l’NDA non mi permette di parlarne. C’è in cantiere un grosso progetto a cui potrei partecipare, ma non essendo niente di confermato, cerco di non sognare troppo.
Essendo ancora relativamente agli inizi, finora mi sono occupata principalmente di piccoli progetti (dato che un gioco può venire spezzettato e assegnato a diversi traduttori) oppure di giochi mobile, dialoghi in-game e di tutto ciò che ruota attorno a un videogioco: descrizioni, patch, pagine web e pagine dello store, annunci, eventi, e-mail promozionali, dlc, contenuti marketing, sottotitoli dei video e blog degli sviluppatori. Un traduttore si occupa di tradurre tutto ciò che riguarda un gioco, quindi anche dei contenuti esterni ad esso. Un esempio può essere PUBG: pubblicano spesso tantissimi contenuti e news sul loro sito.
Purtroppo, però, in molti casi i traduttori non vengono menzionati, un piccolo lato negativo di questo ambito, abbastanza frustrante. In poche parole, si tratta del dare i giusti meriti a coloro che si sono occupati della traduzione e inserire i loro nomi nei titoli di coda. Anche perché non è sempre certo che, partecipando a un progetto, il nome del traduttore finisca nei credits, né che gli sia permesso divulgare ciò a cui ha lavorato.
Su alcuni social, soprattutto Twitter e LinkedIn, viene condiviso l’hashtag #TranslatorsInTheCredits e mira a battersi per i diritti dei traduttori, per farci uscire dall’ombra e darci la giusta visibilità.

Quando traduci, lo fai letteralmente, o ti è concesso riadattare i dialoghi per renderli più fruibili per il pubblico italiano?

È complicato dare una risposta precisa, dipende dal gioco e dal progetto.
Come disse Fabio Bortolotti: “la prima cosa che deve fare una traduzione, secondo me, è dare l’idea di non essere una traduzione”. Una traduzione eccessivamente letterale, molto spesso non funziona.
È fondamentale conoscere approfonditamente la lingua italiana per fare un buon lavoro di traduzione e devo dire che ciò che mi ha aiutato di più è stato leggere tantissimo, di diversi generi. Però, una traduzione fedele alla grammatica italiana ma non fedele all’opera, può far storcere il naso. A volte non bisogna semplicemente tradurre ma localizzare, ovvero aggiungere alla traduzione anche delle modifiche per rendere il gioco più culturalmente vicino e/o accettabile per il pubblico.
Diciamo che sono tendenzialmente fedele, ma ogni tanto mi prendo qualche libertà, se il gioco lo permette.
Ed è per questo che mi piace questo lavoro: mi diverte, scopro cose nuove e sempre diverse, dato che ogni progetto è differente. Ovviamente ci sono tante sfide, soprattutto quando si parla, ad esempio, di “puns”: adattare un gioco di parole prettamente inglese è spesso complicato e necessita di molta creatività per non perdere il senso di ciò che si vuole esprimere nella lingua originale.

Quando ti arriva lo script da tradurre, ti arriva insieme a una copia del gioco, in modo che tu possa anche vedere come calza il sottotitolo?

È molto difficile, ma se si è fortunati il cliente, ovvero lo sviluppatore, fornisce una copia da poter giocare e approfondire per tradurre al meglio. Come detto, però, succede molto raramente: a volte il gioco neanche è stato annunciato ed è ancora in sviluppo. A volte viene fornita una documentazione riguardante il titolo, un glossario, illustrazioni, diverse informazioni sui personaggi, direttive e terminologia da seguire e di cui tener conto, altre volte no, non abbiamo molte informazioni sul contesto del materiale da tradurre.
Poiché capita molto spesso di lavorare al buio, ciò che possiamo fare è andare a istinto, ragionando sul senso della frase o termine inglese che potrebbe avere più significati, adattarsi, fare ricerche e supposizioni, approfondire argomenti di ogni genere, confrontarsi con i colleghi, fare riferimento al proprio project manager o con chi si occuperà della revisione. È anche possibile in casi estremi chiedere direttamente agli sviluppatori, ma non sempre si ha la certezza di ricevere una risposta.
Insomma, bisogna sempre essere curiosi e andare a fondo il più possibile. Può capitare, ad esempio, che per un gioco gestionale ferroviario, si debbano ricercare terminologie di meccanica e approfondire argomenti di economia.

Il software che usate, è simile a quelli usati per sottotitolare i film?

Non mi sono mai occupata del sottotitolaggio di un contenuto audiovisivo già disponibile, se non per i Talk di TED, usando CaptionHub. Poiché non abbiamo accesso diretto al gioco, suppongo che i software professionali per i video siano totalmente diversi.
Nel settore della localizzazione vengono utilizzati sistemi di traduzione assistita per facilitare il lavoro ottimizzando e velocizzando i tempi di consegna, ovvero i CAT Tools. Io lavoro con memoQ e lo trovo molto pratico nelle attività di routine. In sostanza, sul programma vengono caricati i file dati dagli sviluppatori, spesso Word o Excel, in seguito si accede al server del cliente dove si trovano i progetti e i file contenenti stringhe di testo “source” da un lato e stringhe vuote dall’altro. Quando si traduce, bisogna fare attenzione alla memoria di traduzione e al glossario, a meno che non si tratti di un gioco completamente nuovo, in quel caso gli sviluppatori possono richiedere stesso al traduttore di crearlo. I CAT Tools sono dei programmi molto utili, ma non possono sostituire del tutto un traduttore umano, il quale oltre a tradurre parole, traduce idee e trasmette emozioni.

Hai un tuo genere preferito da tradurre?

Non ho una particolare preferenza, ma mi piace tradurre di più giochi che richiedono una transcreation, ovvero una traduzione creativa, non sempre è fattibile, dipende da gioco a gioco. Mi piace anche poter tradurre dialoghi o materiale fantasy e di avventura.
Non amo molto, invece, tradurre giochi sportivi (calcio, basket) di guida/corsa, o militari, anche per via della mia poca conoscenza a riguardo.
Non mi è ancora capitato, ma credo che anche gli horror non avrebbero la mia massima simpatia…

E invece, parlando da gamer, qual è il tuo genere preferito?

Metterei al primo posto le visual novel, seguite dalle avventure grafiche e dal genere azione/avventura.
Nel mio cuore ci sono la saga di Ace Attorney, con una menzione speciale a Ghost Trick dello stesso creatore e la saga di Zelda. Altri generi preferiti sono i picchiaduro, i puzzle game, gli RPG, gli stealth e i musicali. Adoro la pixel graphic, i giochi a scorrimento, quelli isometrici e resto una fan del 2D.

Hai mai giocato a un videogioco tradotto da te?

Se intendi un gioco completo, non ne ho ancora avuto il piacere!
Però, per curiosità, vado sempre a ricercarmi online ciò che ho tradotto, soprattutto se non è materiale in-game. Devo dire che le prime volte è stato emozionante.
Ho ancora tantissima strada da fare e tanto da imparare, quindi incrocio le dita che possa riuscirci nei prossimi anni!

Bene, anche l’intervista di oggi termina qui. Io ringrazio tantissimo Romanina per il tempo dedicato e per le perle che ha voluto regalarci, parlandoci del suo lavoro. Vi lascio, come al solito, tutti i suoi link, così se vorrete seguirla, sapete dove andare e vi do appuntamento alla prossima intervista!

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E a voi, piacerebbe fare il lavoro che fa Romanina? O preferite semplicemente aspettare che escano i giochi e goderveli già tradotti? Fatemelo sapere, io mi trovo su FacebookInstagramTikTokTelegram, TikTok e Waveful. Lunga Vita e Prosperità a tutti!

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