Videogiochi e cultura: quarant’anni di antropologia ludica

I videogiochi sono una forma di gioco che ha avuto una rapida e profonda evoluzione nel corso degli ultimi decenni, diventando un fenomeno culturale di rilevanza globale. Ma cosa sono i videogiochi dal punto di vista antropologico? Come sono cambiati nel tempo e come hanno influenzato la percezione e l’identità dei giocatori? Queste sono alcune delle domande che cercheremo di affrontare in questo articolo, con un approccio divulgativo ma rigoroso.

Per iniziare, dobbiamo definire cosa intendiamo per gioco, un concetto che ha una lunga storia nella riflessione filosofica, psicologica e antropologica. Il gioco è un’attività libera, volontaria, separata dalla realtà ordinaria, regolata da norme convenzionali, fittizia e improduttiva dal punto di vista materiale, ma capace di generare piacere, apprendimento e creatività. Il gioco è una dimensione fondamentale nella vita dell’essere umano, che lo accompagna dall’infanzia all’età adulta, e che ha una funzione di sviluppo personale e sociale. Il gioco è anche un modo di esprimere e trasmettere la cultura, di interpretare e trasformare la realtà, di comunicare e interagire con gli altri.

I videogiochi sono una forma di gioco che si basa sull’uso di dispositivi elettronici, come computer, console, smartphone, che permettono di creare e controllare delle immagini e dei suoni in modo interattivo. I videogiochi sono nati nel secondo dopoguerra, come esperimenti scientifici o applicazioni militari, ma hanno avuto il loro boom negli anni ’70 e ’80, con l’avvento delle prime sale giochi, dei personal computer e delle console domestiche. Da allora, i videogiochi hanno subito una continua evoluzione tecnologica, artistica e narrativa, dando vita a una grande varietà di generi, stili, temi e modalità di gioco.

I videogiochi sono anche una forma di cultura, che riflette e influenza i valori, le credenze, le aspirazioni, le paure, le identità dei giocatori e delle società in cui vivono. I videogiochi sono infatti dei prodotti culturali, che nascono da un contesto storico, sociale, economico, politico, che veicolano dei messaggi, delle ideologie, delle visioni del mondo, che generano delle pratiche, delle comunità, delle esperienze. I videogiochi sono anche dei consumi culturali, che richiedono delle competenze, delle abitudini, delle preferenze, che producono dei gusti, dei giudizi, delle emozioni, che creano dei legami, delle appartenenze, delle identità.

La percezione dei videogiochi e dei giocatori è cambiata molto nel corso degli anni, a seconda delle trasformazioni sociali, culturali e mediatiche.

Inizialmente, i videogiochi erano visti come un passatempo innocente, divertente e stimolante, rivolto soprattutto ai bambini e ai ragazzi, ma anche agli adulti curiosi e appassionati di tecnologia. I giocatori erano considerati dei pionieri, dei sognatori, dei creativi, che esploravano nuovi mondi e nuove possibilità. Poi, con la diffusione dei videogiochi violenti, come i famosi Doom e Mortal Kombat, i videogiochi sono diventati oggetto di polemica, critica e preoccupazione, accusati di essere nocivi, pericolosi e alienanti, di favorire l’aggressività, l’isolamento e la dipendenza. I giocatori sono stati etichettati come dei devianti, dei violenti, dei disadattati, che fuggivano dalla realtà e si rifugiavano in un mondo virtuale. Infine, con la maturazione del medium e la sua integrazione nella cultura di massa, i videogiochi sono stati riconosciuti come una forma d’arte, di intrattenimento e di educazione, capaci di offrire delle esperienze uniche, coinvolgenti e significative, di stimolare la fantasia, la creatività e il pensiero critico, di favorire la socializzazione, la collaborazione e la partecipazione. I giocatori sono diventati dei fruitori, dei fan, dei produttori, che condividono, commentano, modificano, creano dei contenuti ludici, che si identificano, si esprimono, si rappresentano attraverso i videogiochi.

In conclusione, possiamo dire che i videogiochi sono una forma di gioco e di cultura che ha avuto e ha ancora un grande impatto sulla società e sull’individuo, che ha generato e genera ancora delle trasformazioni, delle sfide, delle opportunità, che ha suscitato e suscita ancora delle reazioni, delle emozioni, delle riflessioni. I videogiochi sono uno specchio e uno strumento per conoscere, comprendere e cambiare il mondo e noi stessi.

Gamers, tutti pazzi per i videogiochi

http://i1.ytimg.com/vi/L3ydH0K8iFs/default.jpgUna sit-com sui giocatori italiani di videogames, sulle loro manie, fissazioni e gusti ludici. E’ questa l’idea lanciata da Game Stop , la catena mondiale leader nella vendita di videogames, che il prossimo cinque ottobre farà partire Gamers (nome che ricorda i mitici The Gamers 1 e 2, fan film stra-cult sul mondo dei giochi di ruolo!), striscia satirica da tre minuti, che sarà uppata su YouTube due volte a settimana, esattamente su questo canale . La serie sarà ambientata nel punto vendita di corso XXII Marzo 10 a Milano, uno dei 330 negozi aperti da Game Stop in Italia.

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Cose che, ne sono certo, è utile sapere sul mondo dei Gamer

I gamer sono le persone che giocano ai videogiochi, sia per divertimento che per professione. Il mondo dei gamer è vasto e variegato, e comprende diversi generi, piattaforme, stili e culture. In questo articolo, cercherò di illustrare alcune cose che, ne sono certo, è utile sapere sul mondo dei gamer, sia che tu sia un gamer stesso, sia che tu voglia capire meglio questo fenomeno.

Cos’è un videogame?

Un videogame è un’opera interattiva che coinvolge uno o più utenti in un’esperienza ludica, narrativa, artistica o educativa, attraverso l’uso di dispositivi elettronici. Un videogame può essere giocato su diverse piattaforme, come computer, console, smartphone, tablet, dispositivi portatili, realtà virtuale, ecc. Un videogame può appartenere a diversi generi, come azione, avventura, strategia, simulazione, sport, puzzle, ecc. Un videogame può avere diversi scopi, come intrattenere, educare, informare, esprimere, provocare, ecc.

Chi sono i gamer?

I gamer sono le persone che giocano ai videogiochi, sia per divertimento che per professione. I gamer possono essere di qualsiasi età, genere, nazionalità, cultura, religione, orientamento sessuale, ecc. I gamer possono avere diverse motivazioni, preferenze, abilità, stili e obiettivi nel giocare ai videogiochi. I gamer possono giocare da soli, con altri gamer online o offline, o con spettatori che li guardano in streaming o in video. I gamer possono appartenere a diverse comunità, come clan, gruppi, forum, social network, ecc. I gamer possono avere diversi ruoli, come giocatori, sviluppatori, critici, giornalisti, influencer, ecc.

Perché i gamer giocano?

I gamer giocano ai videogiochi per diverse ragioni, che possono variare da persona a persona, da gioco a gioco, e da situazione a situazione. Alcune delle ragioni più comuni sono:

– Per divertirsi: i videogiochi sono una forma di intrattenimento che può offrire emozioni, sfide, risate, sorprese, ecc.

– Per imparare: i videogiochi sono una forma di educazione che può insegnare abilità, conoscenze, valori, ecc.

– Per socializzare: i videogiochi sono una forma di comunicazione che può favorire l’interazione, la collaborazione, la competizione, l’amicizia, ecc.

– Per esprimersi: i videogiochi sono una forma di arte che può permettere la creatività, la personalizzazione, la rappresentazione, la critica, ecc.

– Per evadere: i videogiochi sono una forma di escapismo che può offrire relax, fantasia, avventura, ecc.

Quali sono le sfide e le opportunità del mondo dei gamer?

Il mondo dei gamer è un mondo in continua evoluzione, che presenta sia sfide che opportunità per i gamer stessi e per la società in generale. Alcune delle sfide sono:

– La dipendenza: i videogiochi possono essere fonte di dipendenza, se giocati in modo eccessivo o compulsivo, compromettendo la salute, il benessere, le relazioni, gli studi, il lavoro, ecc.

– La violenza: i videogiochi possono contenere o generare violenza, sia fisica che verbale, che può influenzare negativamente il comportamento, l’atteggiamento, la sensibilità, ecc.

– La discriminazione: i videogiochi possono riflettere o produrre discriminazione, sia intenzionale che involontaria, basata su fattori come il genere, l’etnia, la classe, la religione, l’orientamento sessuale, ecc.

– La pirateria: i videogiochi possono essere oggetto di pirateria, sia illegale che legale, che può danneggiare l’industria, la qualità, la sicurezza, ecc.

Alcune delle opportunità sono:

– La cultura: i videogiochi sono una forma di cultura, che può arricchire, diffondere, valorizzare, innovare, ecc.

– L’economia: i videogiochi sono una forma di economia, che può creare, sostenere, ampliare, diversificare, ecc.

– La politica: i videogiochi sono una forma di politica, che può sensibilizzare, mobilitare, partecipare, influenzare, ecc.

– La scienza: i videogiochi sono una forma di scienza, che può esplorare, sperimentare, scoprire, applicare, ecc.

Il mondo dei gamer è un mondo affascinante, complesso e dinamico, che merita di essere conosciuto, compreso e apprezzato.

I videogiochi sono una forma di espressione, comunicazione, intrattenimento, educazione, ecc. che coinvolge milioni di persone in tutto il mondo. I gamer sono le persone che giocano ai videogiochi, sia per divertimento che per professione, e che hanno diverse caratteristiche, motivazioni, preferenze, abilità, stili, obiettivi, ruoli, ecc. Il mondo dei gamer presenta sia sfide che opportunità, che riguardano la salute, il benessere, la violenza, la discriminazione, la pirateria, la cultura, l’economia, la politica, la scienza, ecc. Spero che questo articolo ti abbia fornito alcune cose che, ne sono certo, è utile sapere sul mondo dei gamer.

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