Archivi tag: Ricky Gervais

Save Ralph: il cartone che difende gli animali

Registi di Hollywood e star del cinema hanno unito le forze con Humane Society International (HSI) per produrre il toccante cortometraggio animato in stop-motion “Save Ralph”, con l’obbiettivo di fermare i test cosmetici sugli animali a livello globale. Anche se vietata in 40 paesi, questa pratica è ancora perfettamente legale nella maggior parte del mondo, e sta persino tornando in auge in Europa, sottoponendo migliaia di animali a sofferenze e morte inutili. Taika Waititi, Ricky Gervais, Zac Efron, Olivia Munn, Pom Klementieff, Tricia Helfer e altri si sono uniti per aiutare HSI a cambiare questa situazione, prestando le loro voci per il corto “Save Ralph”, che mira a far luce sulla sofferenza inflitta agli animali e a coinvolgere il pubblico e i decisori politici nella missione di HSI per porvi fine. Lo scrittore e regista Spencer Susser (“Hesher”, “The Greatest Showman”), il produttore Jeff Vespa (“Voices of Parkland”) e la società di produzione AllDayEveryDay hanno collaborato con lo studio Arch Model, del modellista Andy Gent, alla produzione per dare vita a Ralph. Il film è stato lanciato anche in portoghese, spagnolo, francese e vietnamita, con la partecipazione di Rodrigo Santoro, Denis Villeneuve, Rosario Dawson, H’Hen Nie e Diem My 9x che danno voce ai personaggi nelle rispettive lingue, e con il messaggio di sostegno di Maggie Q.

 

Troy Seidle, Vicepresidente di Humane Society International per la ricerca senza animali, ha dichiarato:

“Save Ralph è un campanello d’allarme per i cittadini e i legislatori europei che credono che i test cosmetici sugli animali appartengano al passato dell’Unione Europea. Non è così. Gli è semplicemente stato dato un nuovo nome: ‘valutazione delle sostanze chimiche’, ma per gli animali è la stessa sofferenza. Le decisioni di eseguire nuovi test sugli animali non vengono dalle aziende, infatti alcune delle principali marche di cosmetici e ingredienti sono furiose e contrarie a questi test… La richiesta, infatti, proviene dall’Agenzia Europea delle Sostanze Chimiche che sta usando la legge europea sulle sostanze chimiche per aggirare lo storico divieto dell’UE sui test cosmetici sugli animali. I regolatori richiedono nuovi test di avvelenamento chimico, che distruggono la vita di migliaia di animali, per ingredienti cosmetici che sono stati usati in modo sicuro per anni. Al giorno d’oggi ci sono moltissimi approcci affidabili e senza animali per garantire la sicurezza dei prodotti, perciò non ci sono scuse per far soffrire animali come Ralph, in qualsiasi tipo di test cosmetico.”

Nel film, il coniglio portavoce della campagna HSI, Ralph, doppiato da Taika Waititi, viene intervistato e seguito nella sua routine quotidiana come “cavia” in un laboratorio di tossicologia. La campagna #SaveRalph di HSI affronta l’inquietante questione della sperimentazione animale in un modo originale e inaspettato, presentando la storia di un coniglio, per far luce sulla situazione di innumerevoli conigli e altri animali che in questo momento soffrono nei laboratori, in Europa e nel mondo. Coinvolge gli spettatori per aiutare a vietare definitivamente i test cosmetici sugli animali.

Il direttore di “Save Ralph”, Spencer Susser ha detto: 

“Gli animali nei laboratori, sottoposti ai test cosmetici, non hanno scelta ed è nostra responsabilità fare qualcosa al riguardo. Quando si è presentata l’opportunità di creare una nuova campagna per Humane Society International, ho sentito che lo stop-motion era il modo perfetto per trasmettere il messaggio. Quando vedi l’orribile realtà del modo in cui vengono trattati gli animali, non puoi fare a meno di guardare altrove. Quello che speravo di fare con questo film era creare qualcosa che trasmettesse un messaggio senza essere troppo pesante. Spero che il pubblico si innamori di Ralph e voglia lottare per lui e per gli altri animali come lui, in modo da poter bandire i test sugli animali una volta per tutte.”

Secondo il modellista e scenografo Andy Gent:

“La bellezza dell’animazione è che si può dare vita a storie molto complesse, in modo positivo ed educativo. Con il nostro mondo in miniatura, fatto di modelli e pupazzi, e usando il cinema in stop-motion speriamo di portare l’attenzione sulla necessità di fermare i test cosmetici sugli animali. Siamo tutti molto appassionati a quello che facciamo e mi piacerebbe pensare che il progetto per salvare Ralph avrà un grande impatto.”

Taika Waititi, su Twitter prima del lancio: 

“C’è una cosa fantastica in arrivo. Se non lo guardi e lo ami allora odi gli animali e non possiamo più essere amici. #SaveRalph.”

Ricky Gervais ha commentato:

“I test sugli animali mi fanno arrabbiare. Non c’è nessuna giustificazione per spruzzare sostanze chimiche negli occhi dei conigli o alimentare a forza i topi solo per fare rossetti e shampoo. La scienza si è evoluta nell’offrire soluzioni senza animali per porre fine a questa terribile crudeltà. È ora che l’umanità si metta al passo con i tempi.”

Tricia Helfer ha detto: 

“Sono un’amante degli animali da molti anni, quindi sono onorata di prestare la mia voce all’importante e commovente campagna di HSI per porre fine alla crudeltà dei test cosmetici sugli animali. Anche se abbiamo fatto progressi in alcuni paesi, a livello globale ci sono ancora migliaia di animali innocenti come Ralph che vengono fatti soffrire ogni giorno. Ora è il momento di cambiare le cose.”

A livello globale, la campagna è focalizzata su sedici paesi considerati prioritari, tra cui Brasile, Canada, Cile, Messico, Sudafrica e dieci nazioni del sud-est asiatico, mentre le organizzazioni partner di HSI, Humane Society of the United States e Humane Society Legislative Fund, si concentrano sulla legislazione negli Stati Uniti. “Save Ralph” accenderà i riflettori su tutti questi paesi, spingendoli verso il futuro senza crudeltà che il pubblico e i consumatori si aspettano.

The Office – Una leggenda della comedy moderna tra risate, imbarazzo e umanità disarmante

Quando nel 2005 The Office sbarcò sugli schermi americani, pochi avrebbero scommesso che quel modesto remake di una serie britannica avrebbe fatto la storia della televisione. Eppure, in un mondo sempre più dominato da format iper-lavorati e risate preregistrate, quella comedy dalla regia documentaristica, con personaggi impacciati e umanissimi, riuscì a conquistare il cuore di milioni di spettatori. Una rivoluzione fatta di silenzi imbarazzanti, risate genuine e una comicità che sfiora il tragico senza mai perdere la tenerezza.

The Office è molto più di una semplice sitcom ambientata in un’anonima filiale della fittizia azienda di carta Dunder Mifflin: è un’ode all’assurdità della vita d’ufficio, un ritratto dolce-amaro delle relazioni umane e una miniera d’oro per chi ama il grottesco con venature romantiche. Ideata da Greg Daniels e tratta dall’originale britannica di Ricky Gervais e Stephen Merchant, la serie americana ha trovato una voce tutta sua, capace di superare il materiale di partenza e definire un nuovo standard per la comicità televisiva.

La trasformazione da remake a capolavoro

All’inizio, lo show cercava di ricalcare i toni acidi e realistici dell’originale inglese, ma qualcosa non funzionava del tutto. Fu solo a partire dalla seconda stagione che The Office trovò la sua vera anima, prendendo le distanze dalla versione UK e abbracciando una comicità più calda e inclusiva, senza però rinunciare al suo spirito caustico.

Gran parte del merito va senza dubbio all’interpretazione magistrale di Steve Carell nei panni di Michael Scott, manager infantile, inopportuno e disperatamente bisognoso di affetto. Un personaggio che, nelle mani di un attore meno sensibile, sarebbe potuto diventare odioso. Invece, grazie a Carell, Michael diventa tragico e comico allo stesso tempo, il fulcro emotivo della serie.

Accanto a lui, una galleria di personaggi indimenticabili: il sempre cinico e surreale Dwight Schrute (Rainn Wilson), la dolce Pam Beesly (Jenna Fischer), il sarcastico e adorabile Jim Halpert (John Krasinski), l’eccentrico Andy Bernard (Ed Helms) e tanti altri. Ognuno con le proprie manie, fragilità e momenti di gloria.

Un microcosmo chiamato Dunder Mifflin

La grande forza di The Office sta nella sua capacità di rendere epico l’ordinario. Nella filiale di Scranton si respira l’aria stagnante dei corridoi aziendali, si ascoltano le battute non richieste durante le riunioni e si assiste ai battibecchi continui tra colleghi che, malgrado tutto, si vogliono bene. Ogni stagione è un piccolo affresco sulla banalità quotidiana, reso straordinario da una scrittura intelligente e da una costruzione narrativa che premia la fedeltà dello spettatore.

Il rapporto tra Jim e Pam, ad esempio, è una delle storie d’amore più amate e autentiche della televisione. Il loro lento avvicinamento, fatto di sguardi, silenzi, incomprensioni e piccoli gesti, ha commosso e fatto sognare generazioni di fan. Non è un caso che il bacio nel finale della seconda stagione sia considerato uno dei momenti più intensi nella storia delle serie TV.

Evoluzione e maturità: da comedy a ritratto generazionale

Nel corso delle sue nove stagioni, The Office ha saputo reinventarsi senza mai perdere la propria identità. La narrazione si espande, i personaggi crescono, cambiano, affrontano nuove sfide. Alcuni trovano l’amore, altri perdono tutto. Alcuni lasciano l’ufficio per inseguire sogni lontani, altri decidono di restare, abbracciando la bellezza delle piccole cose.

Con il passaggio da Michael Scott a nuovi manager – come l’improbabile Andy o il rigido Robert California – la serie ha affrontato momenti di transizione, ma ha saputo conservare intatto il suo cuore pulsante. Anche il finale, struggente e dolcissimo, ha regalato una chiusura perfetta, con una reunion che non suonava mai forzata o nostalgica, ma necessaria, come una chiacchierata tra vecchi amici.

Un’eredità indelebile

Nonostante siano passati più di dieci anni dalla messa in onda dell’ultimo episodio, The Office continua a vivere grazie allo streaming – e in Italia su Prime Video – e a una fanbase globale che si rinnova costantemente. I meme, le GIF e i video su TikTok e Instagram hanno trasformato la serie in un fenomeno cult intergenerazionale. Ogni nuovo spettatore che scopre la serie è destinato a innamorarsi del nonsense di Creed, della rigidità grottesca di Angela, delle esplosioni d’ira di Stanley o dell’imbarazzante goffaggine di Toby.

E poi ci sono gli webisodi – piccole gemme come The Accountants, The Outburst, Subtle Sexuality – che espandono l’universo di Scranton e offrono nuovi spunti per appassionati e completisti.

Perché The Office è diventata un pilastro della cultura pop

In un’epoca in cui le serie TV sono spesso spettacolari, patinate e ad altissimo budget, The Office ci ha insegnato che si può fare grande televisione anche con una semplice stampante difettosa, un distributore di gelatine e una festa di Natale organizzata malissimo. La comicità nasce dalle piccole cose, e la grandezza si cela dietro alle persone più improbabili.

La serie è diventata un faro per chi lavora in ufficio, per chi si sente un po’ fuori posto, per chi ama ridere senza bisogno di effetti speciali. È, in fondo, una dichiarazione d’amore al quotidiano, con tutte le sue assurdità, i suoi drammi e i suoi piccoli miracoli.

E ora tocca a voi: avete anche voi un collega “alla Dwight”? Vi siete mai innamorati nel vostro posto di lavoro come Jim e Pam? Qual è il vostro episodio preferito? Raccontatecelo nei commenti qui sotto e condividete questo articolo sui vostri social per far scoprire The Office a chi ancora non conosce il gioiello nascosto dietro la facciata grigia di un ufficio qualsiasi.

Perché sì, The Office è tutto tranne che un semplice ufficio. È casa.