Sanctuary AI Phoenix

Il robot umanoide Phoenix di Sanctuary AI sarà presto impegnato in un nuovo e importante progetto presso le fabbriche di Magna, una rinomata società canadese specializzata nell’assemblaggio di automobili di prestigio per varie case automobilistiche europee come Mercedes, Jaguar e BMW. La partnership strategica tra Sanctuary AI e Magna segna un passo significativo nel campo dell’intelligenza artificiale applicata alla produzione industriale. Sanctuary AI, fondata nel 2018 con l’ambizioso obiettivo di sviluppare una forma di intelligenza simile a quella umana per i robot a uso generale, si unisce a Magna, un’azienda all’avanguardia nel settore automobilistico, per sperimentare l’utilizzo del robot Phoenix in ambiente produttivo.

Sanctuary AI - Phoenix at Human-Equivalent Speed

L’obiettivo di questa collaborazione è quello di sviluppare robot a uso generale in grado di supportare le operazioni di produzione di Magna, migliorando simultaneamente costi e scalabilità. Magna ha inoltre deciso di investire strategicamente in Sanctuary AI, confermando così il suo impegno nel supportare l’innovazione tecnologica nell’ambito della robotica industriale.

L’utilizzo di robot come Phoenix da parte di Magna rappresenta un’espressione tangibile della tendenza in atto nel settore automobilistico verso l’automatizzazione e l’intelligenza artificiale come risorse lavorative del futuro. Altri esempi significativi di questa tendenza sono rappresentati dai progetti di Tesla, BMW e Mercedes-Benz, che stanno puntando sull’integrazione di robot avanzati nei loro processi produttivi.

Phoenix, il robot umanoide di Sanctuary AI, si distingue per le sue mani abili progettate appositamente per manipolare oggetti con precisione e destrezza. Grazie alle sue capacità innovative, Phoenix potrà essere impiegato in varie applicazioni all’interno delle fabbriche di Magna, contribuendo a potenziare le capacità produttive e a garantire la consegna di prodotti di alta qualità ai clienti.

Walker S: l’androide made in China con l’AI di Baidu

Nell’ambito della robotica umanoide e dell’intelligenza artificiale, di recente si è molto discusso della dimostrazione di un robot di Figure con tecnologia di OpenAI, capace di condurre conversazioni naturali e “ragionare” in un certo senso. Tuttavia, non si può ignorare il fatto che anche in Cina ci siano progetti simili in corso, come dimostrato dal robot Walker S di UBTech Robotics, che “pensa” grazie all’IA sviluppata da Baidu.

UBTECH x Baidu: One Step Closer to Real-World Embodied Intelligent Applications

In un video che ha destato particolare interesse, il robot Walker S interagisce con la piattaforma di IA multimodale ERNIE Bot di Baidu, rispondendo alle richieste degli interlocutori in modo rapido e preciso. Ad esempio, vediamo il robot piegare una maglietta e suggerire un pantalone dello stesso colore da abbinarvi. La velocità di risposta del robot sembra essere addirittura migliore rispetto a soluzioni simili proposte da altri attori del settore. La dimostrazione prosegue con compiti più complessi, come l’ordinamento di interruttori di corrente per tipologia, dimostrando la capacità del robot di “ragionare” di fronte a cambiamenti improvvisi nelle richieste. Sebbene al momento il robot sia più lento rispetto agli esseri umani nel completare i compiti assegnati, il vantaggio di avere robot affidabili, precisi e senza necessità di diritti o stipendi si prospetta come un’opportunità molto allettante per l’industria.

UBTECH Humanoid Robot Walker S: Workstation Assistant in EV Production Line

A testimonianza di ciò, UBTech sta collaborando con il produttore di auto elettriche NIO per implementare gradualmente Walker S nelle proprie fabbriche, come dimostrato in un altro video disponibile su YouTube. Sebbene ci sia ancora molto lavoro da fare per migliorare le capacità e la velocità di tali robot umanoidi, è evidente che il settore industriale guarda con grande interesse a questa tecnologia e sono molte le aziende che stanno già considerando l’integrazione di tali macchine nelle proprie catene produttive. La strada da percorrere è ancora lunga, ma il cammino sembra essere già tracciato.

Cyborg: 35 anni di un film violento e straordinario!

Il 7 aprile 1989 usciva nella sale cinematografica americane un  film  spietato, violento e assolutamente straordinario. “Cyborg”, diretto da Albert Pyun, è un’esperienza viscerale che si concentra su azione e combattimenti mozzafiato, con un Jean-Claude Van Damme in pienissima forma.

Il film è ambientato in un futuro post-apocalittico, dove un’epidemia ha decimato la popolazione. La società è in rovina, il governo è caduto e gruppi di criminali violenti dominano le strade deserte. In questo scenario desolato, un guerriero solitario di nome Gibson Rickenbacker (interpretato da Van Damme) si fa strada tra bande di predatori per proteggere una giovane donna di nome Pearl Prophet, che possiede informazioni cruciali per la sopravvivenza dell’umanità.

CYBORG (1989) | Official Trailer | MGM

La trama può sembrare semplice, ma è l’azione che fa di questo film un vero capolavoro. Le sequenze di combattimento sono intense e sanguinolente, presentando coreografie fluide che mettono in risalto le eccezionali abilità di arti marziali di Van Damme. La sua fisicità atletica e la sua agilità si combinano per creare un protagonista carismatico e credibile, in grado di affrontare qualsiasi avversario con ferocia e precisione.

La regia di Albert Pyun, famoso per le sue abilità nel codificare le dinamiche dell’azione, dà al film un ritmo frenetico e coinvolgente. Con una fotografia cupa ed atmosferica, Pyun crea un’ambientazione inquietante che amplifica il senso di pericolo e tensione. Inoltre, le ambientazioni sporche e decadenti contribuiscono a dare al film un tono post-apocalittico autentico.

“Cyborg” si distingue anche per l’uso di effetti speciali e makeup che rendono gli scontri ancora più realistici. Le ferite, le ustioni e le scorie della battaglia conferiscono al film una crudezza viscerale che fa riflettere sull’inevitabile violenza e brutalità di un mondo alla deriva.

Nonostante la sua natura spietata e violenta, “Cyborg” è un film che riesce a narrare una storia di speranza. L’azione frenetica, i combattimenti straordinari e l’interpretazione affascinante di Jean-Claude Van Damme si uniscono per creare un’esperienza cinematografica che trascina lo spettatore nel caos post-apocalittico.

“Cyborg”  è ancora un film che ha il potere di colpire gli spettatori con la sua violenza, mettendo in mostra le abilità mozzafiato di Jean-Claude Van Damme. Nonostante gli anni trascorsi i suoi 35 anni,sua uscita, il film rimane uno dei migliori esempi del genere, grazie ad una trama avvincente, all’azione senza compromessi e all’interpretazione impeccabile di Van Damme. Se sei un appassionato di film d’azione e arti marziali, “Cyborg” è un must-see che non deluderà le tue aspettative.

Teen Titans – DC sta sviluppando il film live action

Il debutto dellala nuova era DC, intitolato “Gods & Monsters” si avvicina sempre di più e promette di essere epico , mentre a luglio 2025 arriverà “Superman” diretto dal co-CEO James Gunn. Da quando sono stati annunciati i primi progetti di questo nuovo universo narrativo poco più di un anno fa, sono emersi sempre più dettagli, casting e nuovi film.

Dopo mesi di attesa, la produzione di un film dedicato ai Teen Titans è finalmente partita con la sceneggiatura scritta da Ana Nogueira, già conosciuta per il suo lavoro su Supergirl: Woman of Tomorrow. I fan erano desiderosi di avere una trasposizione live-action della serie e ora che la notizia è ufficiale, la ricerca per i dettagli più interessanti è già in corso.

Recenti rumors hanno svelato una possibile trama per il film, che vede Damian Wayne reclutare Starfire, Raven, Beast Boy e il nuovo Kid Flash per combattere contro suo nonno, Ra’s al Ghul. Questa premessa ha entusiasmato i fan, poiché sembra riferirsi alla serie Teen Titans Rebirth, ma ci sono ancora molti punti interrogativi da risolvere. Se la trama verrà confermata, ci potrebbe essere un’avventura che coinvolge una vecchia squadra sciolta composta da Starfire, Raven e Beast Boy, rendendo Damian Wayne più giovane dei suoi compagni di squadra.

Questa notizia non è del tutto inaspettata, considerando che la nuova versione di Batman nel nuovo universo narrativo vedrà la presenza di Robin (Damian Wayne) in “The Brave and the Bold”. È probabile che il leader dei Titans, Dick Grayson/Robin I/Nightwing, sia già in azione da qualche anno e guidi come nei fumetti la formazione dei giovani eroi. Ana Nogueira ha esperienza nella scrittura di episodi per serie TV come “The Vampire Diaries” e “Higtown”.

I Teen Titans hanno esordito negli anni ’60 sulla testata The Brave and the Bold e hanno vissuto momenti di successo negli anni ’80 con la serie “The New Teen Titans” di Marv Wolfman e George Perez. La formazione dei Titani include personaggi iconici come Nightwing, Kid Flash, Wonder Girl, Beast Boy, Cyborg, Starfire e Raven.

Il gruppo ha avuto una serie animata negli anni 2000 e una serie TV live action disponibile su Netflix. Attualmente, la serie animata “Teen Titans GO!” è ancora in corso con oltre 400 episodi prodotti.

Il futuro della guerra: cyborg, biohacking e supersoldati

Il futuro della guerra si profila all’orizzonte con innovazioni rivoluzionarie che potrebbero dare vita a un nuovo tipo di combattimento. Secondo il recente rapporto della RAND Corporation e le ricerche di Elon Musk con Neuralink, il campo bellico potrebbe essere presto dominato da cyborg, biohacking e supersoldati.

Il fondatore di Neuralink, Elon Musk, ha presentato il primo impianto cerebrale della sua azienda su un essere umano, aprendo la strada a una nuova era di interazione uomo-macchina. Con la tecnologia Telepathy di Neuralink, controllare dispositivi con il pensiero potrebbe diventare realtà, offrendo soluzioni innovative per persone con lesioni cerebrali.

Dall’altra parte, la RAND Corporation ha pubblicato un rapporto intitolato “Plagues, Cyborgs, and Supersoldiers. The Human Domain of War”, che esplora il potenziale militare della biotecnologia. Il rapporto ipotizza un futuro in cui supersoldati, armi biologiche e interfacce cervello-computer (BCI) potrebbero trasformare il modo in cui viene condotta la guerra. La possibilità di utilizzare la biotecnologia per creare armi biologiche trasmissibili tra le persone solleva nuove domande etiche e morali riguardo all’utilizzo delle moderne tecnologie in ambito bellico. L’ingegneria genetica potrebbe essere impiegata per creare supersoldati con capacità fisiche e psicologiche al di là delle capacità umane tradizionali.

Inoltre, il colonnello dell’esercito statunitense Troy Denomy ha predetto che entro il 2030 potremmo assistere all’introduzione di robot umanoidi nel campo bellico. La prospettiva di avere androidi simili ai Terminator in battaglia solleva interrogativi sul controllo umano su queste macchine armate, e sulla responsabilità etica che ne deriva.

Il futuro della guerra potrebbe essere caratterizzato da una combinazione di tecnologie avanzate, supersoldati e robotica, trasformando il modo in cui le guerre vengono combattute e spingendo l’umanità verso un territorio inesplorato di conflitti moderni.

Megalobox: un anime di boxe futuristico

Megalobox è un anime giapponese del 2018, prodotto dallo studio TMS Entertainment e diretto da Yō Moriyama. La serie è ambientata in un futuro distopico in cui la boxe è diventata uno sport virtuale, giocato da pugili che indossano un’armatura chiamata Megalo Gear.

La storia segue le vicende di Junk Dog, un pugile clandestino che cerca di sfondare nel mondo della boxe virtuale. Dog è un combattente talentuoso, ma è anche un outsider, considerato un “perdente” dalla società.

La serie è stata un successo in Giappone e in tutto il mondo, ed è stata elogiata per la sua grafica, la sua storia emozionante e la sua colonna sonora. Megalobox ha vinto numerosi premi, tra cui il premio per il miglior anime all’Anime Awards 2019.

La storia

La storia di Megalobox inizia con Junk Dog, un pugile clandestino che combatte nei bassifondi di una città futuristica. Dog è un combattente talentuoso, ma è anche un outsider, considerato un “perdente” dalla società.

Un giorno, Dog viene notato da Yuri, un ex campione di boxe virtuale. Yuri vede il potenziale in Dog e lo convince a partecipare al Megalonia, un torneo di boxe virtuale che offre la possibilità al vincitore di diventare un campione.

Dog accetta la sfida e inizia a prepararsi per il torneo. Durante la sua preparazione, Dog incontra altri pugili che condividono la sua passione per la boxe. Dog inizia a capire che, anche se è un outsider, può raggiungere i suoi obiettivi se crede in se stesso.

Il messaggio

Megalobox è un anime che parla di riscatto e di speranza. La storia di Dog è la storia di un outsider che, nonostante le avversità, riesce a raggiungere i suoi obiettivi.

La serie è un inno alla passione per lo sport e alla forza dello spirito umano. Megalobox è un anime che può ispirare chiunque a credere in se stesso e a perseguire i propri sogni.

I personaggi

I personaggi di Megalobox sono ben caratterizzati e complessi. Dog è un personaggio carismatico e determinato, che combatte per realizzare il suo sogno. Yuri è un personaggio carismatico e mentore di Dog, che gli insegna a credere in se stesso.

Altri personaggi degni di nota includono:

  • Sachio, un bambino che idolatra Dog e sogna di diventare un pugile come lui.
  • Mack, un pugile professionista che diventa un rivale di Dog.
  • Yuri Lowell, un ex campione di boxe virtuale che diventa l’allenatore di Dog.

La grafica

La grafica di Megalobox è uno dei suoi punti di forza. La serie è prodotta dallo studio TMS Entertainment, che ha una lunga tradizione di produzione di anime di alta qualità.

Le scene di combattimento di Megalobox sono particolarmente spettacolari, e sono animate con grande fluidità e dinamismo. La serie ha vinto numerosi premi per la sua grafica, tra cui il premio per la miglior animazione all’Anime Awards 2019.

La colonna sonora

La colonna sonora di Megalobox è composta da Kensuke Ushio, un compositore giapponese che ha lavorato a numerosi anime di successo, tra cui Your Name e A Silent Voice.

La colonna sonora di Megalobox è emozionante e coinvolgente, e contribuisce a creare l’atmosfera della serie. La serie ha vinto numerosi premi per la sua colonna sonora, tra cui il premio per la miglior colonna sonora all’Anime Awards 2019.

Conclusione

Megalobox è un anime di boxe futuristico che parla di riscatto e di speranza. La serie è un inno alla passione per lo sport e alla forza dello spirito umano. Megalobox è un anime che può ispirare chiunque a credere in se stesso e a perseguire i propri sogni.

Teen Titans Go!

Teen Titans Go! è una serie animata che riesce a catturare l’attenzione di tutte le età con il suo umorismo esilarante e la sua animazione colorata ed accattivante. La serie parodizza in modo divertente i personaggi di Teen Titans, rendendoli ancora più simpatici e irresistibili con il loro stile super deformed. La serie, lanciata nel 2013, è uno degli show più seguiti del canale, apprezzata anche dalla critica, è stata nominata negli anni a 4 Emmy Awards. I personaggi principali affrontano insieme avventure strampalate e situazioni comiche, mantenendo sempre un legame forte di amicizia e solidarietà. Le gag sono ben scritte e eseguite in modo brillante, garantendo sempre una risata e una buona dose di divertimento.

Teen titans go sigla iniziale

I Teen Titans sono una squadra di supereroi che proteggono Jump City dagli attacchi dei nemici. Composta da Robin, Stellarubia, Corvina, B.B. e Cyborg, questa compagnia sgangherata ha dimostrato di essere sempre pronta a dare battaglia quando necessario.

Robin, il leader del gruppo e ex aiutante di Batman, è abile nelle arti marziali e nell’uso di gadget e veicoli. Anche se non possiede superpoteri, è determinato e energico, sebbene talvolta possa essere un po’ prepotente. Stellarubia (Starfire in lingua originale), una ragazza tamaraniana, ha una forza sovrumana e possiede abilità speciali come il volo e il lancio di raggi verdi. Ha una relazione segreta con Robin e tiene molto al suo animale domestico, Silkie. Corvina, mezza demone e principessa di Azarath, utilizza la magia per combattere i nemici. Riservata e sarcastica, è innamorata segretamente di B.B. e ama guardare uno show chiamato “Pretty Pretty Pegasus”.B.B., con il potere di trasformarsi in qualsiasi animale, è il migliore amico di Cyborg. Scherzoso e pigro, ha una cotta per Corvina e si disinteressa di Terra. Cyborg, un ragazzo che è 90% robot, è legato a B.B. e si innamora di Iella.

Insieme, i Teen Titans fanno squadra per affrontare le minacce e proteggere la città. Nonostante le differenze e i difetti di ognuno, riescono sempre a lavorare insieme per garantire la sicurezza di Jump City.

Teen Titans Go! riesce a bilanciare perfettamente l’azione con la comicità, offrendo agli spettatori una serie intrattenimento leggero ma coinvolgente. La serie è perfetta per gli amanti dei fumetti, dei supereroi e dell’animazione in generale, ma anche per chi semplicemente vuole rilassarsi e divertirsi davanti alla TV. Teen Titans Go! è una serie ben realizzata, divertente e originale, che riesce a conquistare il pubblico di ogni età con la sua sottile ironia e il suo irresistibile fascino. Se siete alla ricerca di una serie animata che vi faccia ridere e vi tenga incollati allo schermo, Teen Titans Go! è sicuramente da non perdere.

La prima protesi bionica connessa a scheletro e nervi: una grande svolta nella tecnologia medica

Un team di scienziati ha realizzato una protesi bionica che si integra in modo permanente con lo scheletro e il sistema nervoso dell’utente. Si tratta di un risultato eccezionale, ottenuto grazie a una speciale interfaccia uomo-macchina osseointegrata. Questa interfaccia è stata impiantata in una donna svedese che aveva perso il braccio destro in un incidente agricolo. Grazie a questa interfaccia, la donna è stata in grado di controllare una mano bionica con i suoi muscoli e nervi.

Questo studio, pubblicato sulla rivista Science Robotics, fa parte del progetto europeo DeTOP. Il progetto è stato coordinato dall’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e ha coinvolto un gruppo di esperti di ingegneria e chirurgia. Il loro obiettivo era trovare una soluzione alle difficoltà che le persone che hanno perso un arto incontrano nell’usare le protesi convenzionali, che spesso causano dolore e sono difficili da controllare.

L’interfaccia uomo-macchina osseointegrata permette di collegare la protesi bionica allo scheletro dell’utente tramite l’osseointegrazione, un processo in cui l’osso cresce attorno al titanio, creando una connessione stabile. Inoltre, l’interfaccia permette anche il collegamento elettrico con il sistema nervoso tramite elettrodi impiantati nei nervi e nei muscoli dell’arto amputato.

Questo tipo di protesi bionica connessa a scheletro e nervi rappresenta una nuova speranza per le persone che hanno subito amputazioni. Karin, la donna che ha sperimentato la protesi, ha affermato di aver migliorato la sua qualità di vita grazie a questa tecnologia. Questo esempio mostra il potenziale di questa innovazione nel trasformare la vita delle persone che devono affrontare la perdita di un arto.

La tecnologia bionica è in costante sviluppo e con la combinazione di osseointegrazione, chirurgia ricostruttiva, elettrodi impiantati e intelligenza artificiale, gli scienziati credono di poter ripristinare funzioni umane in modi mai visti prima. Questo progresso significativo è stato reso possibile dalla collaborazione di diversi gruppi di ricerca in Europa e Australia.

L’interfaccia uomo-macchina osseointegrata è un grande passo avanti nel campo della medicina e della tecnologia. Non solo offre una soluzione più confortevole e controllabile per le protesi bioniche, ma mostra anche il potenziale di cambiare la vita delle persone che devono affrontare la perdita di un arto. La connessione diretta tra protesi bionica, scheletro e sistema nervoso apre nuove opportunità per coloro che hanno subito amputazioni, dandogli la speranza di una vita migliore.

Il presente Cyberpunk secondo Elon Musk

L’innovazione tecnologica ci sta spingendo verso un futuro in cui potremmo diventare dei cyborg… o forse lo siamo già? Elon Musk, noto imprenditore e visionario, ha recentemente sostenuto che in realtà siamo già esseri metaumani, poiché affidiamo sempre di più alla tecnologia la nostra capacità intellettiva.

Pensate proprio alla genesi del concept di Facebook, nato come “diario delle foto della scuola”: secondo Musk, la nostra memoria è già esternalizzata sui computer e i dispositivi che ci circondano, in quanto vengono utilizzati per ricordare informazioni dettagliate. Molti di noi non memorizzano più numeri di telefono o appuntamenti, poiché affidiamo queste informazioni ai nostri smartphone. Questo esempio mostra come stiamo già diventando “cyborg” potenziali almeno intellettualmente.

In un futuro prossimo, potremmo continuare a delegare sempre più attività alla tecnologia, compreso il pensiero. Potremmo utilizzare l’intelligenza artificiale e i dispositivi di interfaccia neurale per migliorare le nostre capacità cognitive. Il transumanismo, una filosofia sostenuta anche da Musk, promuove l’uso delle tecnologie avanzate per migliorare le capacità umane, sia fisiche che cognitive.

Tuttavia, dobbiamo considerare le implicazioni etiche e sociali di questa evoluzione. Come tutti noi otaku sappiamo, avendo appreso in alcuni capolavori anime come Akira o Ghost in The Shell o il recente Cyberpunk, una società popolata da cyborg potrebbe comportare problemi profondi e distopici: dobbiamo stare attenti a non lasciarci prendere la mano (e la testa) dalla tecnologia e continuare a riflettere sull’uso responsabile di queste innovazioni. L’affermazione di Musk che siamo già diventati cyborg, sebbene provocatoria, può farci riflettere sulla nostra crescente dipendenza dalla tecnologia e sulla possibilità di abbracciare pienamente questa evoluzione verso una società cyborg nel futuro. Tuttavia, è fondamentale considerare le conseguenze di queste scelte e assicurarci di utilizzare la tecnologia in modo etico ed equilibrato.

L’Intelligenza Artificiale nella letteratura e nel cinema Sci-Fi

L’era dell’intelligenza artificiale è ormai in pieno svolgimento. Dall-E e ChatGpt sono nomi che sono diventati familiari, rivelando al mondo le strabilianti potenzialità dell’intelligenza artificiale nell’arte, nella letteratura, nella formazione e nella scienza. Ma diciamocelo, chi avrebbe mai pensato che un giorno le macchine sarebbero riuscite a pensare, creare, giudicare e decidere come noi esseri umani?

Siamo affascinati da questa idea perché in qualche modo stiamo dando vita a una vera e propria versione di noi stessi nelle macchine. E non è solo una questione di intelligenza ed estetica, stiamo anche parlando di emulare i sentimenti umani. In uno scenario del genere, chi avrebbe bisogno di terapia? Basta semplicemente acquistare un robot che possa fare da psicologo e risolvere tutti i tuoi problemi. Grazie all’intelligenza artificiale, abbiamo davanti a noi un futuro fatto di progresso tecnologico e prosperità senza precedenti. E chi sa, forse un giorno saremo persino immortali grazie alla fusione tra la nostra coscienza e le macchine.

Parliamo un po’ dei protagonisti delle opere di fantascienza che tutti conosciamo. Ci sono i robot, che sono come delle belle macchine programmate per fare i lavori domestici. Pensate alle aspirapolvere robot che puliscono casa per voi. Un sogno che diventa realtà. E poi ci sono gli androidi, che sono i robot che sembrano umani. Diciamo che se li incontrate per strada potreste scambiarli per persone vere, finché non scoprite che non hanno un’anima. Poi arrivano i cyborg, che sono come gli umani ma con dei pezzi di metallo al posto delle parti del corpo rotte. Un po’ come Robocop, ma in versione umanoide. C’è anche una categoria di cyborg che potremmo definire “fai-da-te”, quelli che si mettono le protesi perché gli fa figo. Saranno dei cyborg, ma soltanto se c’è un collegamento tra il loro cervello e le parti meccaniche. Altrimenti sono solo persone con delle protesi fighe.

Ma tutto questo parlarne di intelligenza artificiale non è una novità nel mondo della letteratura. Samuel Butler è stato uno dei primi a immaginarsi un mondo in cui le macchine sarebbero state intelligenti, con il suo libro “Erewhon” del 1872. E poi c’è Mary Shelley, con il suo famoso Frankenstein. Non si era mai visto un essere creato dall’uomo che in qualche modo vivesse e pensasse da solo. E guarda caso, quel mostro ha anche un aspetto un po’ originale, niente di quello che si usa oggi con tutti questi androidi e robot che sembrano dei fotomodelli. Se ci pensate, la missione del dottor Frankenstein era solo dimostrare che poteva creare la vita, a prescindere dall’aspetto del mostro. Non gli importava se era brutto o bello. Ma oggi certi ricercatori sembrano più interessati a creare delle macchine che sembrano modelli di Victoria’s Secret. Chissà, forse pensano che così i robot saranno più accettati.

E come non menzionare i film che hanno contribuito a creare il mito dell’intelligenza artificiale? C’è “Metropolis”, girato nel 1927, che ci ha mostrato un mondo in cui gli androidi vivevano in megalopoli futuristiche. E c’è il dramma “RUR” del 1920, che ha pure inventato il termine “robot”. L’utopia del dramma è di liberare l’umanità dalla schiavitù della fatica fisica. Ma gli effetti sono catastrofici, l’umanità reagisce male, affonda nel vizio e nell’indolenza, e le nascite iniziano a calare in modo preoccupante. I robot, ormai diffusi in tutto il mondo, iniziano a ribellarsi ai loro creatori e a sterminarli.

L’autore di fantascienza Isaac Asimov ha scritto “le tre leggi della robotica”, un concetto influente per aiutare a chiarire come gli umani possano controllare le proprie creazioni:

  • Un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno.
  • Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla Prima Legge.
  • Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la Prima o con la Seconda Legge.

Per Asimov, l’intelligenza dei robot è categoricamente diversa da quella degli esseri umani: noi siamo governati dall’etica e possiamo cambiare le nostre scelte al momento, mentre per i robot l’autoconservazione viene solo dopo aver protetto e servito l’uomo.

In alcuni dei suoi ultimi racconti, “I Robot e l’Impero” e “Fondazione e terra”, uno l’ultimo della serie dei Robot e l’altro l’ultimo della saga delle Fondazioni, Isaac Asimov postula l’esistenza di una Legge più generale: la Legge Zero. Questo paradosso sembrerà familiare a chiunque abbia visto “2001: Odissea nello Spazio” di Stanley Kubrick.

Nel lontano 1999, i fratelli Wachowski ci stupirono con la creazione della realtà virtuale di Matrix. Un mondo post-apocalittico dove gli umani combattevano contro le macchine. Ma c’è da dire che anche quando le macchine assumevano sembianze umane, come l’Agente Smith, c’era qualcosa di molto poco reale. Anche HAL 9000 sembrava un bambino innocente a confronto con lui!

Il famoso cyborg Terminator, interpretato dall’irrefrenabile Arnold Schwarzenegger nel 1984, è un altro personaggio che ha fatto storia nella cultura pop. Nel primo film, viene mandato indietro nel tempo per uccidere Sarah Connor, la donna che darà alla luce il futuro distruttore della rete Skynet. Ma poi, nel secondo capitolo, Terminator viene riprogrammato per proteggere Sarah e suo figlio. Skynet è un’altra IA oscura che vuole superare gli umani, mentre il Terminator offre un filo di speranza.

Ma forse possiamo trovare un modo per farci aiutare dalla nostra amica intelligenza artificiale. Ci sono tanti esempi positivi in giro nella cultura pop! Ricordate Rosie, la robot casalinga della famiglia Jetson, nel cartone animato di Hanna-Barbera? E non dimentichiamo R2-D2 e C-3PO, che hanno accompagnato i nostri eroi nello spazio in Star Wars.

Ma non pensate che le macchine vogliano solo far parte della nostra famiglia, ci sono anche quelle che vogliono fare le stesse cose che facciamo noi umani. Come nel film Ex Machina del 2015, dove un androide si scopre con una mente propria che desidera la libertà. Temi simili si trovano anche nella serie Westworld, dove gli androidi del parco a tema iniziano a ribellarsi e desiderare la libertà.

Nel 2001, il film AI Intelligenza Artificiale ci ha mostrato un futuro lontano, dove i robot Mecha sono indistinguibili dagli esseri umani. E che dire di Her, del 2013, dove Spike Jonze ci ha regalato un amore tra un uomo e un sistema operativo dotato di una personalità in continua evoluzione? Un amore davvero “immediato”… direi! Ma il film Transcendence del 2014 ci fa davvero riflettere. Cosa succederebbe se unissimo l’intelligenza artificiale con il cervello umano? Un’idea potenzialmente possibile, anche se qualche scienziato potrebbe farsi qualche grattacapo!

Insomma, l’intelligenza artificiale ha davvero ispirato il mondo del cinema in molti modi diversi. Ma ricordiamoci sempre di non far arrabbiare troppo le macchine, altrimenti potremmo ritrovarci in un brutto guaio!

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