L’oscar alla carriera di Mel Brooks, il genio della parodia che ha fatto ridere il mondo

Mel Brooks, il genio della parodia che ha fatto ridere il mondo, ha ricevuto il suo secondo Oscar, questa vola alla carriera (il primo era stato per il capolavoro “Per favore, non toccate le vecchiette“) durante una cena privata nel cuore di Hollywood. L’evento, il 14esimo Governors Awards, non è stato trasmesso in televisione, ma ha visto la partecipazione di alcuni dei più grandi nomi del cinema, come Martin Scorsese, Christopher Nolan, Leonardo DiCaprio, Penélope Cruz, Natalie Portman e Bradley Cooper. “Prometto di non venderlo”, ha detto Brooks, riferendosi alla sua statuetta dorata. Matthew Broderick e Nathan Lane, protagonisti del musical The Producers, hanno cantato per lui un medley delle sue canzoni più famose.

Mel Brooks Receives an Honorary Oscar Award | 14th Governors Awards (2024)

Brooks, nato a Brooklyn il 28 giugno 1926 da genitori ebrei immigrati dalla Russia e dalla Germania, ha iniziato la sua carriera come cabarettista nei locali notturni di New York, dopo aver servito nell’esercito durante la seconda guerra mondiale. La sua vena comica lo ha portato a scrivere testi per alcuni dei più famosi show televisivi degli anni ’50 e ’60, come Your Show of Shows di Sid Caesar, dove ha collaborato con Woody Allen. Nel 1964 ha sposato l’attrice Anne Bancroft, che lo ha incoraggiato a dedicarsi al cinema.

Il suo esordio alla regia è stato nel 1968 con Per favore, non toccate le vecchiette, una commedia musicale con cui appunta ha vinto il suo primo Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Fu il primo di una lunga serie di successi, che lo hanno consacrato come uno dei maestri della parodia cinematografica. Tra i suoi capolavori si ricordano Mezzogiorno e mezzo di fuoco (1974), Frankenstein Junior (1974), Alta tensione (1977), L’ultima follia di Mel Brooks (1977), La pazza storia del mondo (1981), Balle spaziali (1987) e Dracula morto e contento (1995). Brooks ha saputo coniugare l’ironia, la satira, la critica sociale e la creatività in opere indimenticabili, che hanno fatto divertire e riflettere intere generazioni di spettatori. Il suo stile inconfondibile e il suo talento poliedrico lo hanno reso capace di trasformare ogni genere in una fonte di ispirazione e di innovazione.

Oltre al cinema, Brooks ha avuto successo anche a teatro, trasformando alcuni dei suoi film in musical di Broadway, come The Producers (2001) e Young Frankenstein (2007). Ha inoltre composto le musiche di molti dei suoi film e di altri, come La pazza storia di Robin Hood (1993) e Le avventure di Pinocchio (1996). Ha prestato la sua voce a diversi personaggi animati, come Yogurt in Balle spaziali, Re Harold in Shrek 2 (2004) e Vlad in Hotel Transylvania 2 (2015).

Brooks è uno dei pochi artisti ad aver vinto l’EGOT, cioè almeno un Emmy, un Grammy, un Oscar e un Tony Award. Ha ricevuto numerosi altri riconoscimenti, tra cui il Kennedy Center Honors (2009), l’AFI Life Achievement Award (2013) e il BAFTA Fellowship (2017).

A 97 anni, ha ricevuto il secondo Oscar della sua vita quello alla carriera: nel suo discorso di ringraziamento, ha scherzato sul fatto di aver dovuto vendere la sua prima statuetta perché all’epoca era in difficoltà, e ha espresso la sua gratitudine verso i suoi colleghi dell’Academy per aver apprezzato il suo lavoro. “Mel Brooks illumina i nostri cuori con il suo umorismo e la sua eredità ha avuto un impatto duraturo su ogni aspetto dell’intrattenimento”, ha dichiarato la presidente dell’Academy Janet Yang.

Mel Brooks è una leggenda vivente del cinema, che ha fatto ridere il mondo con le sue parodie geniali e irriverenti. Il suo Oscar alla carriera è un meritato tributo a una vita artistica straordinaria, che ha segnato la storia della commedia e del cinema. Mel Brooks è il genio della parodia che ha fatto ridere il mondo.

Frankenstein Junior Night al cinema

“Si-può-fare!”, “Rimetta a posto la candela”, “Potrebbe essere peggio…potrebbe piovere”, ”Se-da-ta-vo??”: sono solo alcune delle esilaranti battute entrate nella memoria dei fan di Frankenstein Junior.

Per tutti gli appassionati del Dottor Frederick Frankenstein, discendente del famoso barone Victor, il capolavoro comico di Mel Brooks, con l’indimenticabile doppiaggio di Oreste Lionello, arriva nelle sale italiane solo dal 27 febbraio al 1° marzo con la Frankenstein Junior Night al cinema, tre notti di festeggiamenti in attesa del 50esimo anniversario del film uscito nel 1974 (elenco delle sale a breve su nexodigital.it).

Dopo il successo dell’evento di dieci anni fa, quando Nexo Digital riportò nelle sale il film raccogliendo migliaia di spettatori, si ripeterà uno dei riti più amati dagli appassionati di cinema. Anche in questo caso, infatti, l’invito, per celebrare a dovere l’anniversario, sarà quello di recarsi al cinema vestiti come gli indimenticabili protagonisti del film (con gobbe, carri, candele, mantelli, proprio come accaduto nel 2013) pronti a recitarne le battute salienti e a rivivere su grande schermo le scene entrate nella leggenda. Nelle sale italiane saranno inoltre disponibili materiali visuali per scattare il proprio selfie accanto al poster celebrativo e speciali allestimenti a tema. Al via sui social, con l’hashtag #FrankensteinJuniorNight, anche un challenge per sfidarsi nella messa in scena dei passaggi più famosi: l’incontro tra Igor e il Dottor Frankenstein, la (piovosa) notte al cimitero, il sorprendente balletto del Dottor Frankenstein e della creatura, l’incontro con l’eremita cieco, i misteriosi cervelli “abnormal” e le candele che celano stanze segrete, ma che è meglio rimettere al loro posto.

Film cult senza tempo e capolavoro del divertimento Frankenstein Junior, vede protagonisti personaggi entrati a pieno titolo nell’immaginario collettivo: il geniale Gene Wilder nei panni del Dottor Frankenstein, lo straordinario gobbo Igor reso immortale da Marty Feldman, la terribile e innominabile Fraü Blucher interpretata da Cloris Leachman, la creatura – mostro portata in scena dall’immenso Peter Boyle, e Madeline Kahn in Elizabeth.

Frankenstein Junior sarà distribuito al cinema da Nexo Digital in versione restaurata digitalizzata in collaborazione con i media partner Radio DEEJAY e MYmovies.it.

Happy 35° Anniversary Spaceballs

Il 2022 ha segnato i quarantacinque del franchise di Star Wars ma anche i trentanni di uno dei film più belli della storia del cinema, un film parodia proprio della saga di George Lucas. Infatti 35 anni fa, il 24 giugno 1987, debuttava nei cinema americani Balle Spaziali, un film molto importante per le nostre vite e il nostro portale. Prodotto, interpretato e diretto da Mel Brooks è una commedia fantascientifica, parodia della saga di Guerre stellari ma anche di Star Trek, Alien e Il Pianeta delle Scimmie. Tutto ciò è visibile dalle numerose citazioni e gag come ad esempio la tavola calda spaziale in cui si assiste alla ri-nascita del “chestburster” di Alien dal petto del povero John Hurt, e il piccolo Darth Vader / Lord Casco, intepretato da Rick Moranis.

Sul pianeta Druidia, la principessa Vespa è promessa sposa, contro la sua volontà, al catalettico principe Valium; decide quindi di fuggire nello spazio, accompagnata dalla sua damigella-droide Dorothy. In un’altra zona della galassia, il popolo del pianeta Spaceball ha completamente consumato la propria atmosfera ed è alla disperata ricerca di aria in altri mondi. Così il presidente Scrocco e il comandante militare Lord Casco, detentore del lato posteriore dello Sforzo, elaborano con l’aiuto del colonnello Nunziatella un piano per rapire la principessa Vespa e chiedere come riscatto l’aria del pianeta Druidia. Il padre di Vespa, Re Rolando, assolda il contrabbandiere Stella Solitaria e il suo fedele aiutante Rutto, un canuomo (metà cane e metà uomo) per riportare a casa la principessa fuggiasca. Però i due, in viaggio tra le stelle in un singolare camper spaziale, essendo in debito con il boss mafioso Pizza Margherita utilizzeranno tutti i soldi promessi dal padre di Vespa. Riescono a raggiungere la principessa Vespa e Dorothy, appena prima che siano catturate con un raggio traente dall’astronave Spaceball One e si allontanano a velocità iperattiva. I quattro, però, sono costretti a un atterraggio di fortuna sulla luna di Vega perché è finita la benzina.  Dove nel frattempo gli Spaceballs, si stavano dirigendo grazie alla visione della cassetta istantanea del film Balle Spaziali. Nel frattempo i quattro, sfiniti dal sole del deserto, vengono soccorsi da alcuni ometti che li portano al cospetto del “grande” Yogurt, detentore del lato anteriore dello Sforzo. Yogurt allena Stella Solitaria all’uso dello Sforzo, ma nella notte la principessa Vespa viene rapita con l’inganno da Lord Casco, che si allontana a bordo della sua astronave verso Druidia dove Re Rolando viene costretto a rivelare a Lord Casco la combinazione per aprire lo scudo spaziale che protegge l’atmosfera di Druidia pena un intervento di chirurgia plastica che avrebbe ridato alla principessa il suo naso originale. Per poter succhiare l’aria dal pianeta, la Spaceball One si trasforma in una gigantesca donna delle pulizie (simile anche alla Statua della Libertà) con tanto di aspirapolvere. Nel frattempo, Stella Solitaria e Rutto raggiungono con il loro camper la prigione sul pianeta Spaceball dove sono tenute prigioniere la principessa e Dorothy. Una volta fuggiti dal pianeta, raggiungono la Spaceball One e, grazie all’anello dello Sforzo che Yogurt ha donato a Stella Solitaria, riescono a invertire l’aspirapolvere e a rigettare l’aria sul pianeta Druidia. Stella Solitaria, dopo essersi introdotto nell’astronave, si mette in cerca del dispositivo di autodistruzione ma si trova a combattere contro Lord Casco il quale, prima del duello, gli rivela di essere «stato il primo compagno di stanza del cugino del nipote del fratello di suo padre». Segue uno scontro con gli anelli laser durante il quale Lord Casco riesce con l’inganno a sfilare l’anello dello Sforzo dal dito di Stella Solitaria e si prepara a infliggere il colpo mortale. La voce di Yogurt rivela a Stella Solitaria che l’anello è solo un pezzo di latta (trovato in un uovo di Pasqua) e che lo Sforzo è in lui. Così, attirato a sé uno specchio, Stella Solitaria riflette il colpo di Lord Casco che, tramortito, aziona il dispositivo di auto-distruzione. Stella Solitaria torna sul camper spaziale e, grazie alla velocità iperattiva, riesce a mettersi in salvo. Invece, Lord Casco, il presidente Scrocco e il colonnello Nunziatella vengono catapultati sul pianeta delle scimmie. Due scimmie a cavallo, infatti, vedendo i tre scendere dai resti dell’astronave, esclamano con tono disperato: «Spaceballs? Oh maledizione, è l’inizio della fine…». Dopo il sollievo circa la morte di Pizza Margherita, Stella Solitaria resta comunque triste perché non è un nobile e non può sposare la principessa Vespa, di cui si è innamorato, ma spezzando un biscotto della fortuna appare Yogurt che rivela a Stella Solitaria che lui è un principe. Il viaggiatore spaziale irrompe così durante la seconda cerimonia tra Vespa e Valium, chiedendo, corrisposto, la mano della principessa. I due partono per la luna di miele sul camper spaziale.

L’attore Bill Pullman ci racconta la sua avventura come Stella Solitaria e sul suo rapporto con il regista Mel Brooks, conosciuto al Los Angeles Theatre Center. L’interprete ha svelato che del periodo trascorso sul set ricorda in particolare gli occhiali da sole:

“All’epoca credevano che lo schermo blu facesse male agli occhi. Non ricordo se fosse Mel o se fossero gli assistenti alla regia che avevano sentito questa teoria, ma interrompevano le riprese e tutti indossavano gli occhiali da sole”.

Non tutti seguivano però l’indicazione perché era davvero difficile mantenere l’atmosfera leggera e a sfumature comiche mentre si tenevano indossati gli occhiali durante le pause. Pullman ha poi ricordato una delle prime sequenze girate insieme a John Candy, interprete di Barf, che aveva dei problemi con le orecchie meccaniche:

“E’ stata una giornata che l’ha messo alla prova. Voleva recitare in un certo modo, Mel voleva un altro approccio e poi ha dovuto affrontare i problemi meccanici con le orecchie e la coda. Il senso della comicità di John era così effimero e c’erano questi brevi momenti di timidezza così difficili da offrire mentre si cercava di controllare quegli elementi. Ma non ha mai urlato. Non si è mai arrabbiato. Si sedeva, diceva che doveva prendersi una pausa e tutti lo lasciavano stare. E poi si rialzava e diceva ‘Ok, riproviamoci'”.

Bill ha inoltre raccontato che Brooks aveva avuto qualche difficoltà nel delineare il personaggio che doveva interpretare portandolo in crisi perché non aveva mai lavorato con qualcuno con lo stile di Mel:

“Mi ricordo che a un certo punto durante le prove mi ha chiesto “Ti stanca tutto questo?”. Dovevo avere un aspetto esausto. Gli ho detto che stavo bene e ha replicato ‘Semplicemente non voglio che tu arrivi al tour per incontrare la stampa e pensi ‘Oh, ora so come dire la battuta!’. E semplicemente quella frase mi ha insegnato molto”. Rick Moranis, inoltre, non sempre andava d’accordo con il regista perché aveva uno stile più concettuale, tutto questo causava un po’ di tensione sul set: “Nessuno vuole dire ‘Non è divertente’ mentre stai lavorando”.

La star ha inoltre raccontato che Mel Brooks si concedeva delle pause, in cui faceva dei sonnellini di cinque minuti, sia per ricaricare le energie che trovare il modo di risolvere problemi. Pullman ha infine lodato il lavoro compiuto dal make up artist Bob Mills e dal costumista Donfeld. L’attore, dopo trenta anni, conserva ancora un ricordo positivo degli insegnamenti ricevuti da Brooks: “Mel diceva che il 10% di qualsiasi cosa è buono. Era un modo per dire che nell’arte e nell’essere creativi ci sono delle cose, suggerimenti, idee e qualsiasi elemento per arrivare a quel 10% che sono davvero buone. E’ il concetto di cercare l’eccezionale, e sapere che è raro e devi sempre essere consapevole di quanto duramente devi cercarlo”.

Qualche curiosità: il leggendario Elmo di Lord Casco è composto da una parte in plastica con un casco da muratore interno e ha una visiera mobile con ventole e una bocca ricavata da uno scarico di una doccia di metallo. 

Vi abbiamo detto che questo film è stato fondamentale per Satyrnet! Era il lontano 2005 e noi organizzavamo una delle prime gare cosplay “di nuova generazione” in quel di RomaCartoon al Palalottomatica di Roma: eccoci nei panni stellari di Rutto, Casco Nero e soci!

cosplay217ballespaziali

Balle Spaziali – SpaceBalls il film!

Da grandi poteri derivano grandi responsabilità”, celebre frase di Spiderman, può essere rielaborata ogni qualvolta si produce la parodia cinematografica di uno o più film celebri in “con la realizzazione della parodia di un grande Blockbuster ci si assume una grande responsabilità”.  Già maestro di regia ed umorismo in Frankenstein Junior, in Blazing Saddles ed in High Anxiety, con Spaceballs, o in italiano Balle Spaziali, Mel Brooks nel 1987 mira più in alto, prendendo in giro non un solo film, ma addirittura l’intero genere della fantascienza. E sicuramente raggiunge l’obiettivo, prendendo in giro personaggi e filosofie, non risparmiando la Forza che qui diviene lo Sforzo, con tutti i doppi sensi della parola, ed in qualche modo la “scienza” di molte pellicole del periodo, spesso astrusa ed inspiegabile.

BALLE SPAZIALI (1987) - Trailer in Italiano

Il film riesce ad usare l’ovvio, il noto e l’iconico come strumento per celebrare e prendere in giro, pur molte scene essendo prevedibili, addirittura scontate, riescono a stupire ed ad essere esilaranti.

Appoggiando la pellicola sulla struttura narrativa e iconografica di Star Wars, in quegli anni vessillo e simbolo del genere, non risparmia altri film altrettanto celebri sia contemporanei sia pietre miliari della fantascienza. Ecco quindi la testa dell’astronave aspiratutto precipitata che fa il verso al pianeta delle scimmie, un teletrasporto instabile che capovolge i glutei del presidente Scrocco, parodiare Star Trek sottolineandolo con la frase “che diavolo su Star Trek funziona” e che viene azionato dal tecnico Snotty, storpiatura di Scotty, o battute isolate come “sembra il tempio maledetto” “beh benedetto non sembra davvero” a ricordare Indiana Jones.

 

Balle spaziali - velocità smodata

Memorabile è la trasposizione del personaggio di Chewbecca in Rutto, il canuomo o come lui stesso si definisce “il migliore amico di me stesso”, interpretato da un meraviglioso John Candy. O l’acconciatura della principessa Vespa che si riveleranno in seguito essere delle cuffie acustiche. Ma se queste scene alla fine sono solo piccole citazioni, un’intera sequenza è dedicata a prendere in giro Alien di Ridley Scott, addirittura utilizzando lo stesso attore della sequenza originale: un magnifico John Hurt rievoca il momento in cui l’alieno gli esce dall’addome recitando “oh, no!!! Ancora!!!”, con la differenza che la creatura in questo caso non trova di meglio che ballare con paglietta e bastone sul bancone della tavola calda spaziale in cui si svolge la scena, sulle note di Hello My Baby, riproponendo la medesima scena del cartoon Michigan J. Frog.

 

Balle Spaziali    CASCO NERO VS STELLA SOLITARIA

Altrettanto iconica è la sequenza dello scontro tra Casco Nero e Stella Solitaria che ricalca la scena del combattimento tra Darth Vader e Luke Skywalker nella stazione di Bespin, la sequenza di battute “sono stato il primo compagno di stanza del cugino del nipote del fratello di tuo padre”, “che comporta per noi?”, “assolutamente niente”, rendono omaggio in modo magistrale al “io sono tuo padre”, frase che ha segnato una generazione.

Una curiosità riguarda il fatto che pur parlando esplicitamente del merchandising del film, famosa è la battuta “Spaceballs il lanciafiamme, i bambini lo adorano”, nella realtà non ne è mai stato prodotto alcuno. La motivazione risiede nel fatto che Lucas per concedere il nulla osta al rilascio del film, visti gli espliciti e massicci riferimenti alla saga di Star Wars, obbligò Mel Brooks a non produrre alcun tipo di prodotto legato alla pellicola. Ovviamente il regista non trovò di meglio che parodiare la cosa, prendendo in giro Lucas sul fatto che quest’ultimo abbia costruito il suo impero proprio sul merchandising della Saga. Infatti Yogurt, alla domanda di Stella Solitaria se si sarebbero rivisti ancora, risponde “forse in Spaceballs 2: The Search for more money”, chiaro riferimento all’incredibile macchina finanziaria dietro al colosso Lucasfilm. In effetti uno “Balle Spaziali 2 – La vendetta (Martian go home!)” usci nel nostro paese, ma non vi era nessun collegamento ab orgine con l’esilerante vil di Mel Brooks.

 Il merchandising è costantemente preso in giro, basti pensare alla perri-air che beve il Presidente Scrocco, chiaro riferimento nel nome come nell’etichetta all’acqua Perrier, o alla scena in cui Lord Casco gioca con le minifigures di se stesso e degli altri personaggi del film.

 

Balle spaziali - yogurt

Mel Brooks riesce a creare un piccolo capolavoro di genere demenziale comico, destreggiandosi abilmente nel genere fantascientifico e cogliendone i paradossi, le incongruenze e le contraddizioni. Riesce ad essere originale pur citando continuamente, giocando tra scene celebri ed altrettanto celebri modi dire, giusto per ricordare, gli Spaceballs che “passano al pettine” il deserto con un enorme pettine. In conclusione Balle Spaziali è un film molto ben realizzato, godibilissimo per qualsiasi spettatore, ma particolarmente divertente per le innumerevoli citazioni e riferimenti presenti.

leggi anche lo speciale:

Happy 30°Anniversary Spaceballs

 

Stanislao Maria Di Amato

tratto da

“Si può fare” … a diventare leggenda. Addio Willy Wonka!

The Associated Press ha appena diffuso la triste notizia della morte di Gene Wilder, questo terrificante 2016 ci porta via a 83 anni il leggendario Willy Wonka, e protagonista delle mitiche commedie di Mel Brooks e vera icona di un cinema meraviglioso che, ormai, non esiste più! Tra le prime testate USA a riportare la notizia è Variety, specificando che la morte è avvenuta nella sua casa di Stamford, nel Connecticut. Quanto alle cause della sua scomparsa il nipote di Wilder, Jordan Walker – Pearlman, ha specificato che è morto per complicazioni del morbo di Alzheimer dal quale era afflitto.

Gene Wilder, pseudonimo di Jerome Silberman, nasce a Milwaukee, negli Stati Uniti, l’11 giugno 1933, in una famiglia di ebrei russi immigrati. Da sempre ammiratore dello sceneggiatore Thornton Wilder, l’interprete si è voluto ispirare a lui per la scelta del suo cognome d’arte; “Gene” invece è un chiaro e semplice omaggio alla madre dell’attore, scomparsa anni prima.  Citando Wikipedia: Wilder ottiene il primo ruolo da protagonista nel capolavoro Per favore, non toccate le vecchiette, del 1968, opera prima dell’epico regista Mel Brooks. Per la sua interpretazione riceve la nomination all’Oscar come miglior attore non protagonista, mentre il film si aggiudica la statuetta per la miglior sceneggiatura originale. Inizia così la proficua collaborazione tra i due, che raggiunge l’apice della creatività intorno alla metà degli anni settanta. La vera consacrazione è arrivata nel 1971 del film Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato, di Mel Stuart, tratto dal romanzo La fabbrica di cioccolato di Roald Dahl. Come in tanti altri “strani casi”, questo film fu un flop commerciale, probabilmente risultando poco gradita al pubblico familiare a cui era destinata a causa di un umorismo a tratti crudele, ma col tempo è diventato un vero e proprio film di culto. Wilder ritrova il successo commerciale nel 1972 grazie al film di Woody Allen Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso (ma non avete mai osato chiedere) di cui interpreta uno degli episodi più divertenti. All’indomani del film Wilder inizia a lavorare ad un copione intitolato Young Frankenstein. Dopo averne scritto un canovaccio di due pagine contatta Mel Brooks, che pur ritenendo l’idea “carina” si dichiara in un primo tempo non interessato. Nel frattempo, mentre Frankenstein Junior è nella fase preparatoria e Mel Brooks è impegnato nelle riprese di Mezzogiorno e mezzo di fuoco, Wilder è chiamato a interpretarvi il ruolo di Waco Kid dopo che Dan Dailey aveva dato forfait all’ultimo momento. I due film escono a distanza di pochi mesi, nel 1974, e sono due grandi successi commerciali. Frankenstein Junior regala a Wilder e Brooks una nomination all’Oscar per la migliore sceneggiatura non originale. Nel 1976 nasce la coppia comica con Richard Pryor, che lui stesso aveva suggerito come partner ai produttori, per il film Wagons-lits con omicidi. Nel 1977 è la volta della sua seconda regia, Il più grande amatore del mondo, ispirata al film di Federico Fellini “Lo sceicco bianco”, e che si rivela un insuccesso di critica e di pubblico.Nel 1979 viene diretto da Robert Aldrich nella commedia western Scusi, dov’è il West?, dove duetta con un emergente Harrison Ford, che aveva sostituito in fase di pre-produzione John Wayne.

Con Richard Pryor, Gene Wilder interpreta Nessuno ci può fermare (1980), diretto da Sidney Poitier. Nel 1984, dirige e interpreta La signora in rosso, con Kelly LeBrock, remake di Certi piccolissimi peccati (1976) che ottiene un notevole successo al box office. Due anni dopo, l’attore americano dirige se stesso e la moglie Gilda Radner in Luna di miele stregata (1986). Il 20 maggio 1989 una profonda tragedia segna la vita dell’attore: la terza consorte Gilda Radner muore di tumore alle ovaie. Dopo questa tremenda perdita, il divo fonda la Gilda’s Club, a sostegno della ricerca contro il Cancro. Superato questo momento di crisi , è ancora a fianco di Richard Pryor nelle commedie Non guardarmi: non ti sento (1989), di Arthur Hiller, e Non dirmelo’ non ci credo (1991), di Maurice Phillips.

Dopo la commedia romantica Bebè mania Wilder gira nel 1991 l’ultimo film con Pryor, Non dirmelo… non ci credo, che rappresenta l’unico flop della coppia e nel quale è visibile il deterioramento fisico di Pryor dovuto alla sclerosi multipla. Il film è anche l’ultimo ruolo da protagonista per Pryor e l’ultimo film per il cinema di Wilder.  Wilder ritorna in scena nel 1999, dove appare nel pluripremiato adattamento televisivo della NBC di Alice nel paese delle meraviglie e in due film-tv polizieschi sceneggiati dallo stesso Wilder. Tre anni dopo compare come guest star nel telefilm Will & Grace nei panni di Mr. Stein, ruolo per cui vince un Emmy. Purtroppo in quell’anno, Wilder è stato costretto a ritirarsi dalle scene, dopo che gli è stato diagnosticato un linfoma che lo costringe a sottoporsi a frequenti sedute di chemioterapia.

Questa la biografia di una vera e propria leggenda del Cinema che ci ha cresciuti e ci ha lasciato un segno indelebile nella nostra memoria… che dire di questo funesto 2016 che ci sta togliendo uno dopo l’altro i miti della nostra infanzia?

Exit mobile version