Tattoomics… Il mondo del tattoo arriva a Cartoomics!

Nato dieci anni fa negli States, il progetto Inkfusion si presenta per la prima volta al salone milanese per far incontrare l’universo “tattoo” con quello della “Pop Culture” e i fan di fumetti, sci-fi, horror e fantasy con i tatuatori professionisti… Un evento davvero da non perdere, quello in programma nell’area Tattoomics del Padiglione 20! Per la prima volta in Italia, i mondi del tatuaggio e della “Pop Culture” si incontrano! Dieci anni fa in America nasce il progetto Inkfusion e, per primo, mette in contatto i fan di fantascienza, fantasy, horror, fumetti e quant’altro con tatuatori che non sono solo professionisti, ma anche essi stessi appassionati di questi mondi.

Inkfusion oltre ad essere il primo programma di questa natura, rappresenta ormai una garanzia, contando su artisti di primissimo ordine (Chris Jones, Nikko Hurtado, Matt Difa, Alex Rattray, Adam Hays…), su un longevo rapporto con varie istituzioni di controllo di igiene, ma soprattutto, su una qualità tale da essersi guadagnata la fiducia di Lucasfilm e Marvel e la “sposorizzazione” personale di Stan Lee. Membro veterano del team Inkfusion, Piero Tat-twin è l’unico tatuatore in Italia a essere licenziatario Lucasfilm e a tatuare alle Star Wars Celebration (Orlando, Essen, Anaheim, fino all’ultima tenutasi a Londra l’anno scorso). Per portare in Italia questa realtà, Piero ha selezionato personalmente gli artisti presenti a Cartoomics per questo primo Tattoomics! Tutti artisti tatuatori di altissimo livello del panorama nazionale, che offrono una vasta gamma di stili, una professionalità garantita e soprattutto un amore per l’arte del tatuaggio e per il mondo dei cartoni, dei fumetti, dei film e tutto quello che è “Pop Culture”.

Ma perché portare dei tatuatori in una convention di fumetti? Beh, i vantaggi sono molti. Il primo è che Tattoomics farà incontrare ai tatuatori un pubblico nuovo, che magari non è abituato a recarsi in studio o che, non conoscendo questo mondo, non sa a chi affidarsi per le proprie particolari richieste. Il secondo è che i tatuatori che troverete in fiera nell’area Tattoomics del Padiglione 20 hanno anch’essi le stesse passioni del pubblico di riferimento di Cartoomics… Sapranno quindi consigliare in maniera migliore chi desidera un tatuaggio “a tema”. Il terzo motivo, infine, è che i tatuatori presenti amano tatuare questi soggetti e saranno entusiasti di renderli al meglio sulla vostra pelle. Quindi non perdete l’evento Tattoomics. Nell’area saranno anche disponibili stampe realizzate dagli artisti presenti, t-shirt celebrative dell’evento e, in esclusiva, il libro The Force in the Flesh Vol. 2, interamente dedicato alla body art a tema Star Wars.

Se volete farvi un bel tatuaggio “nerd style”, questa gallery della pagina ufficiale di Satyrnet (clicca qui!) è stata creata proprio con l’obiettivo di far conoscere il lavoro di talentuosi creativi e studi di tatuaggi che hanno legato la loro arte ai simboli, alle icone o ai personaggi del mondo Nerd e geek. Abbiamo raccolto, grazie al vostro aiuto, centinaia di foto di opere d’arte di pelle, ma se avete anche voi un tatuaggio a tema, lo aspettiamo per pubblicarlo su questo album:

https://www.facebook.com/media/set/?set=a.1137164459643687.1073741829.16310273038320

Inferno Squad: il sequel di Rogue One

Oggi vi stiamo postando tutta una serie di succose novità stellari emerse dall’imminente pubblicazioni di nuovi romanzi “canonici” dedicati alla saga di Star Wars. Tra di questi vi presentiamo il nuovo romanzo di Christie Golden, che uscirà il 25 luglio 2017, vero e proprio sequel di “Rogue One: A Star Wars Story”.  Lucasfilm ha rivelato che questo nuovo romanzo, dal titolo Inferno Squad, sarà ambientato poco dopo gli eventi raccontanti nel film e sarà focalizzata su una squadra di soldati dell’Impero con il compito di smontare i membri sopravvissuti del gruppo estremista di Saw Gerrera. Ecco la sinossi ufficiale: “La Ribellione può anche contare su eroi come Jyn Erso e Luke Skywalker, ma l’Impero ha l’Inferno Squad. Dopo l’umiliante furto dei piani della Morte Nera, l’Impero è ormai sulla difensiva: come rappresglia di questa sconfitta, la Marina Imperiale ha autorizzato la formazione di una squadra di soldati d’elite, nota come Inferno Squad. La loro missione: infiltrarsi nelle file ribelli ed eliminare ciò che resta del gruppo di Saw Gerrera. Dopo la morte del loro leader, i ribelli hanno portato avanti la sua eredità, decisi a contrastare l’Impero a qualsiasi costo. Ora, la Inferno Squad. deve dimostrare il loro valore superiore ad ogni altra unità da combattimenti Imperiale e distruggere i ribelli dall’interno. Ma, con l’aumento del pericolo e dopo aver vissuto innumerevoli colpi di sceno, fino a che punto l’Inferno Squad potrà continuare a garantire la sicurezza dell’Impero?”

 

Han & Leia perchè si sono lasciati?

Perché la coppia stellare per antonomasia si è separata? Han Solo e la Principessa Leia hanno rappresentato per decenni il simbolo dell’amore perfetto, quello tra ragion di stato e ragion di cuore, e tutti noi, vedendo il settimo capitolo della saga di Star Wars ci siamo chiesti… perché è finita? La risposta che ci siamo dati, ovviamente, si riferiva al tradimento del figlio Ben Solo / Kylo Ren, come probabile motivo per la fine di un rapporto… ecco non è andata proprio così. Nel libro “canonico” Star Wars Aftermath: Empire’s End in uscita in USA i due protagonisti dopo aver vissuto una storia d’amore fantastica culminata con la nascita di Ben … ma mentre la serietà della Principessa, ora Generale, ha costretto Leia in una vita monotona dedicata alla politica il nostro contrabbandiere stellare ha subito un processo regressivo basato sulla noia: la noia di non dover più vivere nascosto dall’impero e dai gangster stellari, la noia di non dover più combattere in prima persona contro nemici sempre più pericolosi, la noia di non poter scorrazzare per la galassia in lungo e in largo con la sua carretta spaziale (che tra l’altro avevo perso).

Citiamo dunque un passo del volume: “È stata dura per Han. Non lo diceva a voce alta, ma lei lo vedeva nei suoi occhi. Suo marito aveva bisogno di qualcosa da fare. È annoiato. Chewbecca è partito alla ricerca della sua famiglia (probabilmente “Star Wars Holiday Special” diverrà presto canonico!). mentre Luke è in giro per la Galassia a imparare nuovi segreti Jedi. Han Solo, invece, non aveva nulla da contrabbandare, nessun posto in cui scommettere, nessuna folle ribellione per cui combattere”.

Insomma non è stato Kylo Ren a far “scoppiare” la coppia galattica, ma la Noia,molto più nefasta di qualsivoglia strumento Sith!

Che fine ha fatto Jar Jar Binks?

Molti fan di Star Wars hanno voluto “dimenticare” la trilogia prequel, in particolare uno dei suoi protagonisti, il leggendario gungan Jar Jar Binks. L’odio per alcune scelte narrative e di caratterizzazione di alcuni personaggi, in primis Jar Jar, si è anche espanso quando, proprio a ridosso del momento storico in cui Lucasfilm passò a Disney, quando si decise cosa fosse “canon” o “legend”, eliminando di fatto molti spunti creativi estremamente belli e traducendo invece come “canoniche” le avventure viste nei vari capitoli cinematografici: incluso l’odioso gungan…
Dopotutto, ricordiamocelo, è stato proprio lui, in qualche modo, a far si che il senatore Palpatine facesse un grave passo in avanti verso l’Oscuro Impero Galattico in Episodio II. Quando Padmè fuggì da Coruscant per scappare agli attentati, il nostro “Pippo Stellare” prese il suo posto nel senato come rappresentate di Naboo ed ebbe la saggia idea di esser il portavoce per la mozione che avrebbe fatto ottenere al Cancellerie Palpatine speciali poteri per formare l’armata dei Cloni della Repubblica, dando così inizio alla Guerra dei Cloni.

Cosa successe dopo al nostro strano alieno? Molti fan si sono cimentati in racconti, ridoppiaggi o originali fanfilm nel tentativo di esplorare la fine di questo personaggio, il più delle volte ipotizzando la sua orrenda morte. Ora, in un nuovo romanzo “canonico”, ambientato a Naboo fra Il Ritorno dello Jedi e Il Risveglio della Forza, dal titolo Star Wars Aftermath: Empire’s End potremo finalmente scoprire il destino del gungan! In un estratto pubblicato da Mashable leggiamo: Mapo, un giovane orfano s’imbatte per caso in un gungan che lavora come animatore per i bambini vicino ad una fontana. Si esibisce due volte al giorno ed è sempre evitato dagli adulti. Mapo si avvicina per presentarsi e l’alieno fa altrettanto: “Me sono Jar Jar” . Il pagliaccio alieno distrae il piccolo rifugiato strabuzzando gli occhi e gonfiando le guance, ma è palese, dentro di lui, un’amara tristezza. “Jar Jar fatto uh-oh sbagli” spiega il Gungan rammaricato perchè non è accettato da nessuna comunità del pianeta. “Quelli abitanti di Naboo pensano io aiutato l’Impero” dice mentre osserva in lontananza lasciando intendere di sapere ben più di quello che ha rivelato con le sue parole.

Bene una fine triste ma alla fine non tragica per il povero Jar Jar Binks che, a quanto pare, risulta anche essere pressoché immortale! Ma ora ridiamoci su vedendo questo video “recut” di una scena cancellata da Episodio I e reperibile nella versione estesa della homevideo.

 

Let’s Play a Roma

Let’s Play è un nuovissimo festival del Videogioco e si terrà dal 15 al 19 marzo 2017. Una occasione straordinaria per il pubblico degli appassionati, ma anche per gli operatori del mondo videogame e le istituzioni, che potranno per la prima volta confrontarsi insieme sul futuro economico del settore e su tutti gli intrecci, già sviluppati e ancora da sviluppare, tra mondo videoludico e le realtà del patrimonio culturale e turistico, dell’istruzione, della salute, dello sport. Let’s Play sarà ospitato in una location straordinaria, in uno dei punti più belli e innovativi della città: il Guido Reni District. I capannoni industriali delle vecchie officine novecentesche dell’Esercito, oggi trasformate in un luogo di cultura ed eventi, accoglieranno gli appassionati che vorranno conoscere e provare, oltre ai grandi classici, nuovi giochi, ma anche i bambini e i giovani che vorranno cimentarsi nella programmazione e avvicinarsi al mondo degli sviluppatori, i docenti che vorranno aggiornarsi rispetto ai nuovi metodi di apprendimento basati sull’interattività del videogioco, gli YouTubers che parleranno di creatività e dedizione, originalità e voglia di divertire. Parallelamente, gli spazi di via Guido Reni saranno animati da un calendario fitto di incontri tra operatori italiani e internazionali, esperti, giornalisti e istituzioni.

Roma diventerà la capitale del videogioco, ospitando importanti anteprime come Tekken 7 e Little Nightmares di Bandai Namco Entertainment o Horizon Zero Dawn e Gran Turismo Sport di Sony Interactive Entertainment, che porterà anche PlayStation VR. E ancora, sarà possibile cimentarsi con la nuova console Nintendo Switch, giocando con titoli molto attesi come Legend of Zelda: Breath of the Wild e Mario Kart 8 Deluxe. Sarà presente anche Nintendo 3DS con Super Mario Sports Superstars. Durante Let’s Play saranno oltre 30 i titoli giocabili: For Honor e Ghost Recon: Wildlands di Ubisoft, Nier Automata, Sniper Elite 4 e Berserk and the Band of the Hawk distribuiti da Koch Media e LEego: Worlds di Warner Bros, sono solo alcuni dei giochi più attesi. Microsoft sarà presente con ben 4 titoli di grande successo: Gears of War 4, Recore, Forza Horizon 3 e Halo Wars 2. Quattro titoli anche per Activision: Call of Duty: Infinite Warfare, Destiny: i signori del ferro, Skylander Imaginators e Overwatch della Blizzard. EA farà giocare a Titanfall 2, FIFA 17 e Battlefield 1. 2K è presente con i propri titoli sportivi, NBA 2K17, WWE 2K17 e con Mafia III, l’ultimo capitolo della famosa ed acclamata serie. Infine, tra i protagonisti più attesi di questo Festival, le italianissime Milestone e 505 Games, che saranno presenti con le loro simulazioni di guida sportiva: Ride 2 e Valentino Rossi the game per la prima, Assetto Corsa e Rocket League per la seconda.  Tantissimi tornei PRO e FOR FUN da vivere con emozione durante i 5 giorni di Let’s Play. Titoli storici e tante novità per competere, emozionarsi e vincere premi meravigliosi.  Non solo tanto divertimento ma anche una serie di appuntamenti importanti, incontri e dibattiti che mettono insieme istituzioni, esperti e addetti di settore.Una serie di incontri per riflettere sul percorso di affermazione dell’industria videoludica italiana quale player internazionale nello sviluppo dell’impresa, della cultura e della creatività.

«Sarà un evento ludico e culturale», racconta Giovanna Marinelli, coordinatrice di Let’s Play, che è organizzato da Let’s Play Srl, Q Academy Impresa Sociale e Aesvi, l’associazione Editori e sviluppatori di videogiochi. Si parlerà dunque anche delle nuove applicazioni dei videogame. Per i musei, per esempio. Già oggi la Domus Aurea ha un gioco che aiuta i turisti a visitare i suoi spazi e, attraverso la realtà virtuale li riporta all’epoca dell’impero. Da poco sono stati finanziati due progetti analoghi per i musei archeologici di Taranto e di Reggio Calabria.

Il Festival è promosso da QAcademy e Let’s Play in collaborazione con AESVI Associazione Editori e Sviluppatori Videogiochi Italiani, con il sostegno del MiBACT e della Regione Lazio e il patrocinio di numerose istituzioni pubbliche locali e nazionali.

Maniac Mansion 2: Day of the Tentacle

Day of the Tentacle è un videogioco prodotto da LucasArts e pubblicato nel 1993, si tratta di un’avventura grafica a scorrimento laterale considerata uno dei capolavori del genere.

La trama del gioco è molto interessante e coinvolgente. Il gioco inizia quando il personaggio principale, Bernard Bernoulli, insieme ai suoi amici Hoagie e Laverne, vengono teletrasportati nel tempo grazie a una macchina del tempo creata dallo scienziato pazzo Dottor Fred Edison. Il loro obiettivo è quello di impedire al malvagio Tentacolo Viola, una creatura aliena mutante, di prendere il controllo del mondo. La missione dei protagonisti è quella di riportare il presente nello stato originale sconfiggendo il nemico. La trama di Day of the Tentacle è molto ben strutturata e coinvolgente, i personaggi sono divertenti e ben caratterizzati, e il gioco è pieno di humour e gag che lo rendono estremamente godibile.

Il gioco presenta una grafica semplice ma molto curata, caratterizzata da toni vivaci e colorati. Il gameplay è basato sulla risoluzione di enigmi e puzzle che richiedono intelligenza e logica da parte del giocatore. Day of the Tentacle non è un gioco semplice e il suo livello di difficoltà aumenta man mano che si progredisce.

Uno degli aspetti più interessanti del gioco è il sistema di controllo, che prevede l’utilizzo di tre personaggi in contemporanea. Infatti, durante il gioco il giocatore dovrà passare da un personaggio all’altro per risolvere determinati enigmi. Questo meccanismo rende il gioco molto dinamico e coinvolgente, e richiede al giocatore una grande attenzione e concentrazione.

Day of the Tentacle ha avuto un grande successo di pubblico e critica, ricevendo numerosi premi e riconoscimenti. Il gioco è considerato uno dei capolavori del genere e ha influenzato molti videogiochi che sono venuti dopo: Day of the Tentacle è un gioco che ha segnato la storia dei videogiochi. La sua trama coinvolgente, la grafica curata e l’humour che caratterizzano il gioco lo rendono un titolo indimenticabile per i veri appassionati del genere. Se non lo hai mai giocato, non perdere l’occasione di provarlo, ti divertirai sicuramente.

Gran Cosplay contest di Cartoomics 2017

Cosplaycity ed Epicos presentano Il Gran Cosplay contest di Cartoomics 2017, domenica 5 Marzo 2017, alle ore 14.00 presentato da Luca Panzieri & Gianluca Falletta: ospiti speciali, giurie eccezionali per un’edizione memorabile, ricordiamo che venerdì, è la giornata gratuita per i cosplayer che entrano gratis, presentandosi agli ingressi di Fiera MIlano Rho in costume. Ecco tutte le informazioni utili per partecipare. Per chiedere ulteriori informazioni, potete scrivere direttamente sulla pagina (link).Ricordiamo a tutti che i costumi dei cosplayers che partecipano al contest possono essere ispirati ad anime, card game, cartoons, comics, fantasy, film, fumetti, giochi di ruolo, gothic, jrock, manga, pubblicità, quiz, telefilm, videogame, e original.

CATEGORIE PREMIATE
Miglior Cosplay Maschile
Miglior Cosplay Femminile
Miglior Gruppo
Miglior Coppia
Miglior Interpretazione
Miglior Videogame
Premio Original
Simpatia
Best Under 14
Miglior Accessorio

LA GIURIA
La Giuria  ècomposta da membri di spicco del panorama cosplay e avrà come presidente un’ospite speciale, il Campione Nazionale Emanuele Brigandì! Al suo fianco ci saranno Gabriele Gabbo Valenti, Chiara Madonia,Marco Callioni ed infine la testimonial del cosplay contest di Cartoomics 2017, Sara MartinI giurati valuteranno ogni concorrente in base alle seguenti caratteristiche: somiglianza globale al personaggio, fattura e difficoltà del costume, interpretazione dei tratti caratteristici del personaggio stesso e originalità e valore artistico della performance. Le decisioni della giuria sono inappellabili.
Le premiazioni avverranno a 20 minuti dalla fine della gara.

LE ISCRIZIONI
La raccolta delle iscrizioni verrà effettuata direttamente in Fieramilanocity Rho, presso l’apposita postazione nei pressi del palco domenica 05 Marzo dalle ore 10.00 alle ore 13.00. Si raccomanda massima PUNTUALITA’, alle ore 13.00 le iscrizioni saranno chiuse in maniera CATEGORICA. L’iscrizione è il momento per:
• Consegnare un’immagine su foglio A4, a colori, del personaggio o del gruppo che si intende iscrivere.
• Firmare la liberatoria necessaria per l’iscrizione (o presentarla nel caso il modulo sia già stato scaricato on line e precompilato); in caso di gruppi, la liberatoria deve essere firmata da ciascun componente il gruppo, e la responsabilità della correttezza dei dati e compilazione della modulistica è affidata al capo-gruppo.
• Consegnare le basi per eventuali interpretazioni (i supporti accettati sono ESCLUSIVAMENTE pendrive USB e schede SD; i formati accettati sono mp3, wav, NO IPOD, IPHONE, IPAD);
ricordiamo che eventuali mix di pezzi sono esclusivamente a cura dei concorrenti e debbono essere consegnati già pronti e mixati.
• Chiedere qualsiasi informazione o spiegazione circa lo svolgimento del Contest.
Una volta effettuata l’iscrizione, non sarà in alcun modo possibile, per nessuna ragione, modificare l’ordine di sfilata.

IL CONTEST
Il contest sarà presentato da Luca Panzieri e Gianluca Falletta e seguirà la seguente scaletta:
14:30 inzio Contest
Sfilata Singoli e Gruppi senza interpretazione
Sfilata Singoli e Gruppi con interpretazione
19:00 premiazioni
L’accesso al palco sarà regolato da personale dell’organizzazione che inviterà i cosplayer a salire sul palco rispettando l’ordine di chiamata (che rispecchia esattamente quello di iscrizione). Sul palco verranno messi a disposizione 2 microfoni a filo per i concorrenti, ma se siete un gruppo numeroso onde evitare problemi di sorta, consigliamo vivamente una base playback.

ESIBIZIONE
Una volta sul palco, il partecipante sfila sulla passerella per mostrarsi alla giuria e procedere, se prevista, con una esibizione, la cui lunghezza massima dovrà rispettare la tabella che segue:
Singoli e gruppi senza interpretazione (solo sfilata): max 40 secondi. Se non verrà fornita alcune base musicale, l’organizzazione provvederà a metterne una predefinita che rispetti comunque i tempi previsti per la passerella.
Singoli: 1 minuto
Gruppi fino a 4 persone: 2 minuti
Gruppi da 5 a 10 persone: 3 minuti
Gruppi oltre 10 persone: 4 minuti
Alla fine del tempo concesso il cosplayer dovrà lasciare il palco indipendentemente dal fatto che abbia o meno terminato la propria performance. Le esibizioni che sforeranno i tempi stabiliti, saranno interrotte al termine del tempo standard, per rendere la sfilata più fluida e dare a tutti la stessa possibilità di esibirsi.

IMPORTANTE
Non sono ammesse coreografie o performance contenenti atti osceni e volgari.
Non sono ammessi armi vere, esplosivi, kabuki da esterno o accessori con fiamme (chiedere conferma allo staff).
Non sono permessi atti riconducibili al reato di blasfemia o odio razziale e che offendano comunque il comune senso del pudore.
Ogni interpretazione di cattivo gusto, contro qualunque legge applicabile o l’inosservanza delle regole provocherà l’immediata squalifica dal contest e l’interruzione della performance stessa.
I cosplayers partecipanti alla gara accettano implicitamente in toto il presente regolamento; l’organizzazione si riserva a proprio insindacabile giudizio e in qualsiasi momento di allontanare o escludere anche senza preavviso chi non rispetta il presente regolamento.
L’organizzazione si riserva il diritto di modificare questo regolamento senza preavviso; la versione definitiva sarà comunque disponibile per la consultazione presso la postazione iscrizioni.

Per qualunque informazione non esitate a scriverci, Cartoomics è lieta di ospitarvi nella città dei cosplayers, vi aspettiamo a CosplayCity!

Alla scoperta dei Promessi Sposi… a fumetti!

Dal 25 febbraio al 7 maggio WOW Spazio Fumetto – Museo del Fumetto, dell’Illustrazione e dell’Immagine animata di Milano, allestisce una mostra davvero unica dedicata a uno dei più importanti romanzi della letteratura italiana: “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni così come è stato raccontato, reinterpretato, ridotto e parodiato dall’illustrazione e dal fumetto. La mostra è realizzata in collaborazione con il Centro Studi Manzoniani, il Sistema Museale Urbano Lecchese, la Civica Raccolta di Stampe Bertarelli, la Biblioteca Sormani e Pixartprinting.

Un percorso affascinante e mai proposto prima porta il visitatore alla scoperta del mondo manzoniano raccontato per immagini partendo dalla prima versione illustrata del capolavoro, la cui edizione definitiva era già illustrata da Francesco Gonin nel 1840 per preciso volere dello stesso Manzoni, per passare poi a una lunga galleria di divertenti parodie come le disneyane “I Promessi Paperi” e “I Promessi Topi”, quella con i Flintstones protagonisti o la più recente firmata da Marcello Toninelli. Preziose anche le sezioni dedicate alle più riuscite riduzioni “serie” a fumetti: dalla primissima con esposti i preziosissimi originali di Domenico Natoli realizzati nel 1953 per la Magnesia S. Pellegrino agli originali della magistrale versione disegnata da Paolo Piffarerio per Il Giornalino, fino alla recentissima versione a fumetti della vera vita della Monaca di Monza disegnata da Alessandro La Monica per WOW Spazio Fumetto in occasione della mostra allestita ai Musei Civici di Monza.

Non manca uno sguardo attento al collezionismo, con una serie di cartoline tratte dal film di Eleuterio Rodolfi del 1913, via via fino alle storiche figurine Liebig, al cinema e gli sceneggiati televisivi con manifesti cinematografici e contributi video, dal film del 1941 con Gino Cervi allo storico sceneggiato RAI del 1967, fino al kolossal firmato da Nocita nel 1989 e le diverse versioni dedicate alla Monaca di Monza, parodie comprese. A rendere il tutto ancora più affascinante è una sezione dedicata alla scoperta della Milano secentesca in cui Alessandro Manzoni ambientò il suo romanzo.

Alessandro Manzoni inizia a concepire l’idea di un romanzo nel 1821, stimolato dai romanzi storici del contemporaneo Walter Scott, e genera tra il 1821 e il 1823 una prima stesura, dal titolo provvisorio ” Fermo e Lucia”. Compie poi una profonda revisione del testo, modificando anche il titolo provvisorio in “Gli sposi promessi”, dando finalmente alle stampe l’opera con il titolo definitivo “I promessi sposi”, pubblicato a fascicoli dal 1825 al 1827 in un’edizione conosciuta come “la Ventisettana”. Mentre la sua fama si accresce in tutta Europa, Manzoni inizia un processo di profonda revisione linguistica del testo: convinto che l’unica vera lingua italiana possa essere solo quella parlata a Firenze dalle persone colte, si reca nel capoluogo toscano proprio nel 1827, dove ha modo di incontrare importanti personalità, come Giacomo Leopardi e il granduca Leopoldo II di Toscana. Il romanzo “I Promessi Sposi”, dopo la proverbiale “risciacquatura in Arno” vede finalmente la luce nel 1840, detta “la Quarantana”, in un’edizione definitiva uscita a dispense insieme con la “Storia della colonna infame”.

“I Promessi Sposi” è però un romanzo fortemente legato alla sua rappresentazione grafica. L’edizione “ventisettana” del romanzo, non illustrata, era stata ampiamente copiata in tutta Italia in edizioni non autorizzate (in un Paese ancora diviso e in assenza di norme a tutela del diritto d’autore) spesso arricchite da poche illustrazioni di scarsa qualità, naturalmente senza interpellare Alessandro Manzoni, che quindi, per l’edizione definitiva del suo romanzo, cerca con convinzione un illustratore di talento e adatto per completare l’opera narrativa. Lo trova finalmente nel giovane artista torinese Francesco Gonin, che realizza una quantità di illustrazioni senza precedenti. Gonin lavora a stretto contatto con Manzoni, realizzando centinaia di immagini che raccontano ogni momento importante del romanzo, con straordinaria aderenza al testo e di perfetto supporto a questo, in un’impaginazione diretta dallo scrittore stesso.

Per vedere delle versioni a fumetti de “I promessi sposi” occorre però fare un salto di oltre un secolo. Il fumetto italiano, concepito fino agli anni Sessanta per essere rivolto principalmente ai ragazzi, ha spesso affiancato la scuola, dimostrandosi un prezioso alleato per il lavoro degli insegnanti, forse anche per convincere educatori e genitori che il fumetto potesse avere anche un valore educativo e non solo di svago. Sulle maggiori testate a fumetti, come il Corriere dei Piccoli o Il Giornalino, su Vera Vita o Lo Scolaro, i ragazzi potevano trovare rubriche storiche o scientifiche e facevano capolino le versioni a fumetti dei libri che, a casa o a scuola, gli studenti si trovavano tra le mani: i romanzi di Salgari o di Verne, “I tre moschettieri”, “Pinocchio”… e naturalmente il romanzo per eccellenza della scuola italiana, ovvero “I Promessi Sposi”. Iniziando dal 1953, le versioni a fumetti del capolavoro manzoniano si sono moltiplicate, e agli adattamenti (più o meno fedeli, più o meno condensati) del romanzo si sono affiancate innumerevoli parodie. Il punto di riferimento grafico rimane in molti casi il lavoro di Francesco Gonin, ma alcuni autori preferiscono invece prendere strade differenti, anche perché nel frattempo altri illustratori o pittori si sono cimentati nell’impresa.

Curiosamente, però, la primissima versione a fumetti de “I Promessi Sposi”, non nasce per una rivista venduta nelle edicole o nelle chiese: viene realizzata nel 1953 da Domenico Natoli per un piccolo albo “a striscia” sponsorizzato dalla Magnesia San Pellegrino e viene regalato nelle farmacie. In mostra saranno esposte le tavole originali di Domenico Natoli, conservate dalla Fondazione Franco Fossati, che permetteranno di leggere la storia completa attraverso il segno del suo autore e la sua delicata colorazione. Solo due anni dopo, nel 1955, una seconda versione del romanzo viene pubblicata sulle pagine de Lo Scolaro, settimanale genovese di ispirazione cattolica, che si rifà soprattutto al film diretto da Mario Camerini nel 1941. L’intento educativo è evidente, dato che in calce alle tavole a fumetti (senza nuvolette, ma solo con didascalie) vengono pubblicati dei passi scelti del romanzo. La trasmissione dello sceneggiato “I Promessi Sposi”, nel 1967, è un grande evento che incolla al teleschermo oltre 18 milioni di telespettatori. Un kolossal del genere riaccende l’attenzione sul romanzo di Manzoni, e infatti vedono la luce in contemporanea due diverse iniziative ispirate al romanzo: un nuovo adattamento a fumetti firmato da Michele Gazzarri e Sergio Zaniboni e un album di figurine allegato al Corriere dei Piccoli, illustrato da Aldo Di Gennaro e Bruno Faganello. L’album propone alcuni brevi passi del romanzo con illustrazioni in cui i volti dei personaggi sono gli stessi del piccolo schermo: Nino Castelnuovo, Paola Pitagora, Luigi Vannucchi, Salvo Randone… La versione di Gazzarri e Zaniboni invece, pur uscendo insieme allo sceneggiato, non si richiama ad esso, anche se sulla copertina i volti dei protagonisti sono incorniciati da uno schermo televisivo.

Nel 1984, invece, in occasione del bicentenario della nascita di Alessandro Manzoni, viene pubblicata per la prima volta quella che a tutti gli effetti è ritenuta la versione più completa e ricca del romanzo: un adattamento realizzato per il settimanale Il Giornalino, scritto da Claudio Nizzi e disegnato da Paolo Piffarerio.I testi riescono a condensare in sole 80 pagine tutti i momenti più importanti del romanzo, adattandoli con un linguaggio chiaro e comprensibile ai giovani lettori di oggi, mentre Piffarerio realizza meravigliose tavole caratterizzate dalla grande attenzione per i costumi e la ricostruzione storica del periodo.
Grazie alla collaborazione con il Sistema Museale Urbano Lecchese, che si è incaricato della loro conservazione, sarà possibile ammirare in mostra le più belle tavole originali di Paolo Piffarerio, frutto di un lungo lavoro di ricerca e documentazione nelle zone in cui è ambientato il romanzo.

Altrettanto ricco è il filone delle parodie: la primissima viene pubblicata sulla rivista satirica Marc’Aurelio negli anni Cinquanta, ma la più famosa è probabilmente “I Promessi Paperi”. Come spesso accade nel mondo Disney, questa versione non può certo dirsi fedele al romanzo, dato che questa volta il matrimonio “s’ha da fare”, affinché il signorotto Don Paperigo possa liberarsi della scocciatrice di Monza Gertruda, rifilandola al poeta Paperenzo Strafalcino. La Banda Disney tornerà “sul luogo del delitto” nel 1989 con “I Promessi Topi”, pubblicata in occasione di un altro kolossal televisivo, prodotto dalla RAI con un cast internazionale. Quelle Disney non sono però le uniche parodie dedicate al capolavoro di Manzoni: a cimentarsi con il capolavoro manzoniano sono stati i maggiori eroi del fumetto umoristico, come Geppo, Alan Ford e gli Antenati. L’ultima versione comica porta la firma di Marcello Toninelli, già autore della Divina Commedia a fumetti. Lo spirito dissacrante è massimo, pur mantenendo i riferimenti all’opera originale.

La mostra si apre con una sezione dedicata alla figura di Alessandro Manzoni e alla sua opera, focalizzando l’ambientazione. Manzoni sceglie il XVII secolo perché si tratta di un periodo particolarmente conflittuale e turbolento, specchio della situazione di duecento e di quattrocento anni dopo, e occasione per un’indagine sulle radici dell’arretratezza italiana. Lo sfondo milanese diventa, all’interno del percorso espositivo, un’occasione per scoprire una città di Milano davvero poco conosciuta, molto diversa da oggi ma anche dagli anni del Manzoni. Ripercorrendo insieme a Renzo il centro della città, si scoprono strade, piazze, palazzi, un Duomo molto diversi da quelli che conosciamo. Un viaggio nel tempo reso possibile dalla contrapposizione tra mappe e stampe delle diverse epoche, grazie anche alla collaborazione della Civica Raccolta di Stampe Bertarelli (la più ampia collezione italiana, conservata al Castello Sforzesco). Sono poi inquadrati alcuni aspetti importanti del romanzo, utili per la sua comprensione, come il particolare contesto storico in cui si svolge la vicenda e le fonti di cui il Manzoni ha potuto servirsi (prima fra tutte la testimonianza di Giuseppe Ripamonti), e la storia editoriale del romanzo, tra la prima edizione del 1827, quella definitiva del 1840, le edizioni successive, i fascicoli settimanali illustrati di editori come Sonzogno e Perino. Grazie alla collaborazione con il Centro Nazionale di Studi Manzoniani e con la Casa Manzoni di Milano sono esposti numerosi esemplari illustrati de “I Promessi Sposi”, sia edizioni della Ventisettana pubblicate nei vari stati italiani negli anni Trenta e Quaranta dell’Ottocento, sia edizioni ufficiali della Quarantana con disegni di importanti artisti, come Gustavo Rosso, noto come Gustavino. Il successo del romanzo è testimoniato anche da una ricca selezione di edizioni straniere, provenienti da Francia, Spagna e Germania, dove fu tradotta addirittura la Ventisettana, fino a edizioni cinesi, giapponesi ed egiziane.

Una seconda area della mostra presenta i principali personaggi del romanzo, utilizzando anche le differenti trasposizioni a fumetti, segnalando curiosità e aneddoti legati alle varie versioni. Vengono mostrate alcune caratteristiche proprie dei diversi fumetti, come la maggior attenzione data a un personaggio o un’interpretazione particolare del testo manzoniano. Il percorso sui personaggi contiene inoltre approfondimenti sulle figure del romanzo ispirate a persone reali, come l’Innominato o la Monaca di Monza. A quest’ultima la Fondazione Franco Fossati ha già dedicato (da settembre 2016 a febbraio 2017) la mostra “La Monaca di Monza – dal romanzo al cinema al fumetto”, esposta ai Musei Civici di Monza (un importante gioiello conservativo ed espositivo con il quale il Museo del Fumetto ha stretto un rapporto di gemellaggio). In quell’occasione è stata raccontata a fumetti la vera storia di Gertrude/Marianna de Leyva, disegnata dal giovane autore Alexander Tripood (Alessandro La Monica), le cui tavole originali sono esposte anche a WOW Spazio Fumetto.Sarà poi presente un divertente schema che permetterà di ripassare i momenti più importanti del capolavoro di Manzoni utilizzando i disegni di Marcello Toninelli tratti dal suo recentissimo volume “Renzo e Lucia – i Promessi Sposi a fumetti”.

L’ultima parte della mostra passa in rassegna le varie trasposizioni dei Promessi Sposi, serie e parodistiche, concentrandosi sulle diverse versioni a fumetti del capolavoro manzoniano sviluppate nel secondo Dopoguerra, dagli anni Cinquanta a oggi. Delle edizioni di Domenico Natoli per Magnesia San Pellegrino e di Claudio Nizzi e Paolo Piffarerio per Il Giornalino sono presenti le tavole originali, ma trovano spazio anche i fumetti pubblicati dal Corriere dei Piccoli, dall’editore Gino Sansoni, da Lo Scolaro e così via. Chiudono il percorso le parodie: Promessi Paperi, Promessi Topi, Promessi Diavoli, parodie con Alan Ford e i Flinstones, quella di Marcello Toninelli e altre.

Manifesti cinematografici, locandine, fotobuste, cartoline e video raccontano il parallelo percorso cinetelevisivo dei Promessi Sposi nell’arco di un secolo, dal film muto del 1913 di Eleuterio Rodolfi a quello del 1941 di Mario Camerini, dal lungometraggio di Mario Maffei del 1964 al celebre sceneggiato televisivo di Sandro Bolchi del 1967, fino alla spassosissima versione del Trio Lopez-Marchesini-Solenghi e ai “Promessi Sposi in 10 minuti” del gruppo comico Oblivion, diventato virale qualche anno fa su Youtube.

La mostra allo WOW Spazio Fumetto vede il coinvolgimento di numerose altre realtà culturali milanesi e lombarde, la proposta e la pubblicizzazione di “percorsi manzoniani” e lo sviluppo di attività didattiche sul territorio, secondo un progetto collaborativo tra operatori di settori diversi della città, nell’ambito di Cultura, Turismo ed Educazione. Nel corso della mostra, infatti, diverse realtà museali milanesi collaboreranno per dare vita a una Tre Giorni Manzoniana, tre intense giornate in cui ciascun museo metterà a disposizione le proprie opere e le proprie risorse, contribuendo con le specifiche competenze alla riscoperta dei Promessi Sposi e dei suoi personaggi, sulle tracce di Renzo per strade che conducono ai luoghi della città nel Seicento, ma anche di Alessandro Manzoni e della vita intellettuale di Milano nell’Ottocento e ancora, a saperli vedere, sono identificabili nella metropoli del Duemila.

http://www.museowow.it/wow/

Cos’è la Psycho cartomanzia?

Psycho cartomanzia è un termine che si riferisce alla pratica di usare le carte da gioco o le carte dei tarocchi per scopi psicologici o terapeutici. Si basa sull’idea che le carte possano riflettere gli stati d’animo, i pensieri, i desideri e i conflitti interiori di una persona, e che possano aiutare a esplorare il proprio inconscio e a trovare soluzioni ai propri problemi .

La psycho cartomanzia non è una forma di divinazione o di predizione del futuro, ma piuttosto uno strumento di autoconoscenza e di crescita personale. Le carte non hanno un significato fisso o universale, ma vanno interpretate in base al contesto, alla domanda e alla sensibilità di chi le legge e di chi le consulta. Le carte possono stimolare la fantasia, l’intuizione, la creatività e il dialogo interiore, e possono favorire la comprensione di sé e degli altri .

La psycho cartomanzia può essere praticata da soli o con l’aiuto di un professionista qualificato, come uno psicologo, un psicoterapeuta, un counselor o un coach. In questo caso, il ruolo del professionista è quello di guidare il consultante nella lettura delle carte, senza imporre la propria visione o giudizio, ma facilitando la riflessione e l’espressione delle proprie emozioni e sensazioni. Il professionista può anche integrare la psycho cartomanzia con altre tecniche o metodologie, a seconda delle esigenze e degli obiettivi del consultante .

La psycho cartomanzia è una pratica che richiede curiosità, apertura mentale, rispetto e responsabilità. Non è una scienza esatta, né una magia, né una religione. È una forma di arte e di gioco, che può arricchire la vita di chi la sperimenta con consapevolezza e libertà .

Ambientazioni fantastiche e come crearle!

Vuoi scrivere la tua storia, ma non sai come strutturarne l’ambientazione, dove partire e come descriverne le città, ma soprattutto hai paura che iniziando a parlare di elfi e gnomi perderai il filo del discorso? Bene! Questa guida fa per te, Davide Zampatori ha creato un progetto su Wattpad per guidarti negli insidiosi meandri di un mondo fantastico, con l’aiuto di esempi di saghe che hanno fatto la storia del genere.

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Vi riportiamo la risposta dell’autore alla domanda sul “perché” di questo progetto:

“Quando ho iniziato a scrivere mi facevo tante domande, molte delle quali nel tempo si sono rivelate inutili al fine dello scrivere. Purtroppo all’inizio nessuno scrittore sa quali siano le domande giuste da farsi, vuole scrivere e lo fa perché gli piace, il resto viene dopo… Le risposte che cercava il novellino che era in me non erano del tutto inutili, ma quando scrivi di luoghi che non esistono, razze fantastiche e poteri sovrannaturali, l’immaginazione del lettore dev’essere stuzzicata al punto giusto, non si può scadere nella banalità, né esagerare. Per questo dopo anni di lavoro e tante pagine, posso dire che la domanda di uno scrittore del fantastico deve farsi è una sola. Come si scrive un romanzo fantastico? Per ottenere la risposta ci è voluta tanta fatica: prove e pagine buttate (non ho neanche il coraggio di contarle), perché se vuoi fare una cosa bene e vuoi farla godere anche a chi ti legge, devono esserci delle regole. Quelle stesse regole che fanno di un mondo immaginario qualcosa su cui puoi mettere le mani… magari ritrovandoti a passeggiare in strada, per fermarti alla tua taverna preferita a fare due chiacchiere col vecchio Muddy, mentre una delle sue ragazze ti serve una pinta di birra scura della Marca della Siepe. Perché tutti lo sanno che la sua taverna è la migliore e se non dovesse starvi bene, come dice sempre Muddy, andate a farvi arruffare le piume altrove! Effettivamente però come si scrive un romanzo fantastico? Dal mondo che andremo a creare, sia una galassia o un regno. A questo servono le ambientazioni, danno lo sfondo, vi raccontano che il Boccale Ammantato di Muddy si trova nella città di Idonrat e visto che lui è un personaggio famoso, vi raccontano anche la sua storia.L’ambientazione fantastica è una storia, mettetevi comodi e preparatevi, perché a prescindere da quali siano le vostre armi, se schede di personaggi o parole di un romanzo, il viaggio sarà pieno di un mondo d’immensa meraviglia!”.

Per scoprire il progetto ecco il link che fa per voihttps://www.wattpad.com/369841569-ambientazioni-del-fantastico-premessa

Davide Zampatori (Roma, 1986); lavora come sistemista in un parco divertimenti, è un cronico lettore di fantascienza, soprattutto quella d’oltreoceano. Dal 2011 gestisce il blog di racconti a puntate Menestrello Itinerante, mentre dal 2012 collabora con la rivista online Fralerighe, mentre in passato alcuni suoi racconti sono comparsi su Stanza251. Nel 2014 Timeshifters, romanzo precedentemente comparsa su Menestrello Itinerante, viene pubblicato con Lettere Animate Editore. Il 2015 lo vede tra i fondatori del collettivo di scrittura “Scrittori in corso” di cui è anche curatore, mentre nel 2016 è tra gli autori di ALIA Evo 2.0, curata da Massimo Citi e Silvia Treves.

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