Video AI vince contest Pink Floyd: fan furiosi, etica e futuro dell’arte?

I Pink Floyd, leggendari del rock psichedelico, hanno scatenato un acceso dibattito sull’intelligenza artificiale e l’arte. Un video creato con AI ha vinto il contest per il 50° anniversario di “Dark Side of the Moon”, facendo infuriare i fan.

Il contest per i 50 anni di “The Dark Side of The Moon”

Per celebrare i 50 anni di “Dark Side of the Moon”, i Pink Floyd hanno indetto un concorso per creator digitali: realizzare animazioni per i brani dell’album. Tra quasi mille opere, una giuria ha scelto 10 vincitori, uno per brano.

Pink Floyd - Any Colour You Like (50th Anniversary Competition Winner's Video)

Polemiche per un video AI tra i vincitori

Il video vincitore per “Any Colour You Like”, realizzato da Damián Gaume con l’intelligenza artificiale (modello Stable Diffusion), ha scatenato la bufera. I fan sui social hanno criticato la scelta, preferendo opere di veri artisti.

Pink Floyd e organizzatori silenti, domande aperte

Né la band né gli organizzatori hanno commentato le polemiche. Rimane il dubbio: i Pink Floyd hanno alimentato la divisione sull’uso etico dell’AI nell’arte?

AI e arte: dibattito acceso, futuro incerto

La scelta dei Pink Floyd ha acceso il dibattito sull’AI nell’arte creativa. Può influenzare l’opinione pubblica sull’AI come artista? Le opere generate dall’AI otterranno più riconoscimento in futuro?

Rock anni ’60

 Era giunto il tempo perché qualcosa cambiasse, ma serviva ancora un elemento catalizzatore. Il “Mersey-beat” cambiò per sempre la storia della musica. Il Mersey-beat proveniva dal niente, ma si portava dietro il potere della storia. La Gran Bretagna aveva avuto una scena musicale pidocchiosa per tutti i Sixties. Per lo più, i rockers inglesi scimmiottavano Presley. La Gran Bretagna non si identificava con il rock and roll, non apprezzava quelle sue attitudini “ribelli”, non si divertiva ai suoi ritmi frenetici. In altre parole, quindi, il seme era già stato piantato. La Gran Bretagna ebbe una scena alternativa prima degli Stati Uniti: i blues clubs. Per tutti gli anni ’50, in Inghilterra spuntavano blues clubs ovunque. Londra ne era l’epicentro, ma un po’ tutte le maggiori città inglesi avevano la loro dose settimanale di blues.

 

Diversamente dalla controparte rock, che era costruita attorno a meri imitatori, il cosiddetto British blues contava su veri innovatori che plasmarono la materia blues fino a farla diventare qualcosa di diverso. Cominciò una metamorfosi che trasformò il blues in musica “bianca”: si enfatizzavano i ritornelli epici, si velocizzavano le chitarre ritmiche di Chicago, le parti cantate venivano smorzate perché il suono fosse più operatico, si flettevano i cori, si aumentavano gli arrangiamenti organistici e si aggiungevano armonie vocali. In pochi anni, i musicisti di british blues si trovavano a suonare qualcosa di profondamente sentito, come era il blues americano, ma con una potenza che nessun altro aveva sulla Terra.

 

Agli albori dei Sixties, i veterani di quella scena, o, se si preferisce, i discepoli, portarono alla formazione di bands come i Rolling Stones, gli Yardbirds e gli Animals. I Rolling Stones divennero “la” sensazione a Londra e registreranno i singoli che ebbero il maggior successo. Gli Yardbirds erano il gruppo più sperimentale di tutti, e furono il ginnasio di tre tra i migliori chitarristi di sempre: Eric Clapton, Jeff Beck e Jimi Page. Dalle loro ceneri nacquero due gruppi blues, i Cream e i Led Zeppelin, che in pochi anni, rivoluzionarono di nuovo la musica rock.

 

Liverpool era l’eccezione: non ebbe una scena alternativa ma un pugno di gruppi più commerciali. Il produttore George Martin fu il demiurgo che creò l’intera scena, insieme a Gerry And The Pacemakers e i Beatles, il gruppo che avrebbe poi avuto un successo mondiale. Le facce pulite e sorridenti dei ragazzi di Liverpool creavano un aspro contrasto con l’animalismo del blues selvaggio dei club del circuito underground. Ma i due fenomeni erano complementari. La “Beatlemania” rubò il momento di grazia che stava vivendo la musica blues e capì presto come convertire quella musica in un’attrazione di massa.

 

Era nato il Rock come business. I gruppi più influenti della seconda generazione furono i Kinks e gli Who. Ma, mentre i Kinks proponevano del rock melodico, gli Who, con le loro chitarre maniacalmente amplificate, puntavano ad un futuro più rumoroso e meno ingentilito. I Rolling Stones, i Kinks e gli Who rappresentano la triade rock di metà anni ’60 che influenzerà per decenni intere generazioni di gruppi rock. Gli Who componevano canzoni autobiografiche sulla gioventù selvaggia e frustrata. I Rolling Stones scrivevano canzoni autobiografiche sui punk decadenti della classe operaia. I Kinks componevano vignette realistiche sulla vita ordinaria dell’Inghilterra borghese. Tutti e tre insieme hanno dato un affresco completo dell’epoca nella quale vivevano.

 

Cream e Led Zeppelin pagarono la loro quota del debito quando cominciarono a suonare un blues decisamente rumoroso. I lunghi solo dei Cream e i riff veloci dei Led Zeppelin crearono l’epitome dell’hard rock”. Il movimento psichedelico che si stava diffondendo per tutto il paese in qualche modo si unì con l’ondata di rock elettrico e con i movimenti di protesta. Diventarono tutt’uno a New York e a San Francisco. I Velvet Underground e i Fugs fecero del rock and roll un’operazione intellettuale. Nella West Coast tanto San Francisco quanto Los Angeles reagirono al boom del rock and roll in un modo tipicamente eccentrico. San Francisco, che stava diventando la mecca degli hippies, profuse l’acid-rock, e Los Angeles, il cui milieu aveva già prodotto innumerevoli danni letterari e cinematografici, profuse Frank Zappa e Captain Beefheart, due dei più influenti musicisti del secolo.

 

Zappa e Beefheart registrarono alcuni dei dischi tra i più sperimentali di sempre ever e fecero del rock and roll un’arte seria e maggiore. Le bands San Francisco, guidate dai Jefferson Airplane e dai Grateful Dead, si avvalevano di complesse armonie e di jams improvvisate, con le quali avvicinarono la musica rock agli eccessi intellettuali del jazz. Blue Cheer e Quicksilver spianarono la fondazione dell’hard-rock. il rock psichedelico si diffuse per tutto il paese, fino a riversarsi in Gran Bretagna.

 

Ben presto l’America produsse i Doors e l’Inghilterra i Pink Floyd, due bands la cui influenza sarà gigantesca. La psichedelia texana restò nell’anonimato, ma gruppi come Red Crayola erano “avanti” per il loro tempo. Anche Detroit restò ai margini del giro principale, comunque sia gli MC5 e gli Stooges fecero fare un passo in più allla musica rock sulle scale del rumore. Il boom della musica rock negli Stati Uniti fece resuscitare il blues. Jimi Hendrix e Janis Joplin divennero stars, e innumerevoli musicisti di blues bianco riempirono i clubs di Chicago e di San Francisco. La Band, i Creedence Clearwater Revival e i Doobie Brothers raggiunsero nuove frontiere nella rivisitazione delle tradizioni della musica bianca e nera. Nel sud questo revival portò alla nascita del “southern rock” e gruppi quali gli Allman Brothers e Lynyrd Skynyrd.

 

La musica country era sempre monopolio di Nashville, ma molti artisti la univano alle meditazioni orientali, all’improvvisazione jazz e alla libertà del rock. Nel frattempo, la black music stava avendo una sua metamorfosi. Il Soul assunse la forma di una musica festaiola e il rhythm and blues mutò in un genere febbrile , il “funk”, grazie alle spettacolari oscenità di artisti come James Brown. In Gran Bretagna, la musica rock prese più di un sentimento europeo con i movimenti psichedelici nati al di fuori dei clubs. Canterbury divenne il centro del rock più sperimentale.I Soft Machine furono il gruppo più importante del periodo, dando alla musica rock una tinta jazz che sarà ispirazione del “progressive-rock”.

 

Il Progressive-rock tagliò via l’energia del rock e la rimpiazzò con l’intelletto. Traffic, Jethro Tull, Family e più tardi i Roxy Music svilupparono una miscela di soul-rock che avava poco in comune sia con il soul che con il rock and roll: lunghe jams convolute, accenti jazzati, e arrangiamenti barocchi deragliarono dalla forma-canzone. King Crimson, Colosseum, Van Der Graaf Generator, i primi Genesis, Yes cominciarono a suonare brani sempre più complessi, teatrali ed ermetici. Gli arrangiamenti diventarono sempre più complessi, gli strumentisti sempre più virtuosi. Spesso venica adoperata una strumentazione elettronica. Gli anni ’60 furono in definitiva l’era “classica” della musica rock. I principali sotto-generi del rock furono coniati in quel decennio. Il paradigma della musica rock, intesa come polo “alternativo”, in contrapposizione alla musica pop commerciale, fu stabilito proprio negli anni ’60.Le sperimentazioni selvagge permisero ai musicisti rock di esplorare una gamma di stili musicali che in pochi avvicinarono prima del 1966.

 

Captain Beefheart e i Velvet Underground crearono addirittura un diverso tipo di musica rock dentro la musica rock, un diverso paradigma dentro il nuovo paradigma, uno che influenzerà musicisti alternativi per decenni. Non i giganti Bob Dylan e Jimi Hendrix, ma umili musicisti come Captain Beefheart, i Velvet Underground e Red Crayola sono forse i veri eroi dei Sixties.

Wish You Were Here: 32 concerti, 32 fumettisti

Il biglietto del concerto al quale hai sempre sognato di andare. Il manifesto della band o della voce che ti ha cambiato la vita, reinterpretato in modo unico da un artista. Il concreto sostegno al club dove hai trascorso ore ad ascoltare la tua musica preferita. Tutto questo è Wish You Were Here, il nuovo progetto ideato da This Is Not A Love Song e dedicato ai live che hanno fatto la storia della Musica, quei concerti ai quali tutti avremmo voluto assistere. 32 biglietti di 32 concerti epocali, che al loro interno racchiudono 32 manifesti esclusivi illustrati da 32 tra i migliori fumettisti italiani. Il tutto anche in sostegno di 10 live club, grazie a un crowdfunding attivo dal 24 maggio fino al 30 giugno su Produzioni dal Basso. Qui il link al crowdfunding.

Pink Floyd a Venezia nel 1989, Queen a Wembley nel 1986, Nirvana al Bloom di Mezzago (MI) nel 1981, Cure a Parigi nel 1992, Beatles e il loro ultimo concerto sul tetto a Londra nel 1969, il concerto dei CCCP Fedeli alla linea sospeso per rissa alla festa dell’Unità a Firenze nel 1986, Jimi Hendrix a Roma nel 1968, Clash a Bologna nel 1980, nello stesso anno Bob Marley a San Siro. E poi ancora David BowieDe André + PFMSmithsJeff BuckleyPearl JamBritney SpearsDaft PunkR.E.M. + RadioheadBikini KillBlack FlagNicoFugaziBruce SpringsteenBoards Of CanadaNina Simone e tanti altri. I live immortali di questi artisti straordinari saranno illustrati dai nomi più conosciuti e le nuove promesse più interessanti del fumetto italiano: Alessandro BaroncianiNovaEnrico PantaniEliana AlbertiniMarco CazzatoAntonio PronosticoLudovica FantettiPaolo BacilieriElisa CaroliSerena SchinaiaVit MorettaDavide Bart SalveminiViola NiccolaiGrazia SacchiHurricane IvanGiulia PexTommyGunStefano ZatteraIsabella BerselliniSamuele CanestrariOfficina InfernaleTesti Manifesti e tanti altri.

Come una macchina del tempo, Wish You Were Here farà zigzagare tra un live e l’altro in epoche diverse: dagli sperimentalismi psichedelici dei Velvet Underground alla Factory di New York nel 1966 ai Ramones a Londra nel 1977 – l’anno punk per antonomasia – fino a Beyoncé + JAY-Z a Milano nel 2018, passando per il pipistrello di Ozzy Osbourne nel 1982, Bob Dylan nel 1963, Franco Battiato al Teatro Greco di Segesta nel 2004 e tantissimi altri. Al tempo stesso, WYWH aiuterà 10 live club a sopravvivere devolvendo loro parte del ricavato della campagna crowdfunding; un gesto simbolico per affermare ancora una volta l’amore indissolubile che lega il fumetto, l’illustrazione e la grafica alla musica e alla sua energia sprigionata su un palco, legame che si fa ancora più forte in un momento così delicato e difficile per tutti i lavoratori dello spettacolo.

Wish You Were Here si sviluppa in 32 biglietti dei concerti della “vita”, i più belli della storia della musica live, quelli ai quali avremmo voluto assistere a ogni costo. Ogni biglietto racchiude al suo interno un manifesto del concerto, illustrato da uno dei 32 artisti del panorama italiano del fumetto, dell’illustrazione e della grafica coinvolti nel progetto. Ogni disegnatore si è calato nel contesto storico relativo al concerto scelto e ha approcciato il progetto grafico del manifesto come se glielo avesse commissionato la band stessa, pur mantenendo il proprio stile attuale e giocando col “senno di poi”. Basta aprire i biglietti e dispiegarli per godere di questa meraviglia in formato poster. Nel retro di ogni biglietto, poi, “I Was There”: la testimonianza di chi c’era veramente a quel concerto. Nel retro del manifesto invece c’è la scaletta del concerto.

Wish You Were Here vuole anche supportare la musica dal vivo. Per questo prende vita e si sviluppa tramite donazioni sulla piattaforma di crowdfunding Produzioni dal basso. A partire dal 24 maggio fino al 30 giugno 2021 i biglietti-manifesti saranno acquistabili tramite crowdfunding (qui il link) con tanto di premi (vhs, shopper bag, sacca, t-shirt) previsti in base ai vari step delle donazioni (20, 50, 75, 100 euro e così via) e in base alla quantità di biglietti-manifesti che si desidera acquistare. Parte del ricavato sarà devoluto in beneficenza a 10 live club dislocati nel territorio nazionale da nord a sud. Oltre un anno senza spettacoli dal vivo (escluse rare eccezioni nell’estate 2020), uno stop forzato e necessario per arginare la pandemia da Covid-19: “Mi manchi come un concerto” è stata una delle frasi che in questi lunghi mesi ha sintetizzato al meglio le pene di tutti gli appassionati delle sette note. Ma se per chi è abituato a stare sotto palco questo è stato “solo” un malessere da innamorato non corrisposto, per chi lavora con i concerti questa pausa professionale ha rappresentato una vera e propria tragedia. Così quando TINALS ha ideato Wish You Were Here non poteva non pensare ai Live Club. Parte del ricavato del progetto sarà infatti donato a dieci di loro: Hiroshima Mon Amour (Torino), Locomotiv Club (Bologna), Monk (Roma), The Cage (Livorno), Fanfulla (Roma), Vidia (Cesena), Demodé (Bari), Bronson/Hana-Bi (Ravenna), Trenta Formiche (Roma), Candelai (Palermo).

Una cifra simbolica che andrà comunque a sostenere realtà medio-piccole rimaste duramente colpite dalle restrizioni governative anti-covid. Alcuni di questi club hanno deciso di girare la cifra che riceveranno in beneficenza direttamente a un loro dipendente: fonico, magazziniere, barista… Perché dietro a ogni azienda ci sono prima di tutto persone in carne e ossa con la loro dignità umana. All’interno di ogni ordine che arriverà tramite donazioni superiori a 50 euro sarà allegato un free drink da consumarsi in uno di questi club. Se infatti da una parte c’è il biglietto-manifesto con la sua componente nostalgica, dall’altra c’è la controparte legata al futuro con la speranza di tornare tutti insieme a divertirci con un free drink nella tasca dei jeans.

Home Festival, music partner di WYWH, ha poi deciso di supportare l’intero progetto come Music Partner allegando una “birra sospesa” (valida per l’edizione 2022 del festival) a ogni ordine (senza alcuna soglia di donazione minima) che arriverà tramite crowdfunding. I 10 live club e l’Home Festival saranno protagonisti di altrettante interviste sulle difficoltà e speranze legate al periodo, ma soprattutto sul concerto più bello da loro organizzato. Questi 11 live diventeranno a loro volta biglietti-manifesti che entreranno di diritto nella collana Wish You Were Here e verranno pubblicati da qui al 30 giugno 2021.

A corredo del progetto uscirà per la fine del crowdfundingMusicRemake – vhs 004 – Live will not tear us apart… again”, vhs di carta il cui rifacimento grafico è a cura di Chiara Lu ed è liberamente ispirato a 24 esibizioni durante quei concerti che hanno fatto la Storia, tra le quali Sonic YouthGuns n’ RosesPearl JamJoy Division,Television + Patti SmithMetallicaRamonesJanis JoplinDoorsFugazi. La vhs contiene 24 fotogrammi illustrati e 2 poster raffiguranti esibizioni live memorabili, come Jimi Hendrix che dà fuoco alla chitarra, Ian Curtis e la sua danza epilettica, Kurt Cobain e le sue chitarre frantumate, la tutina di Freddie Mercury e moltissimi altri.

Lista completa biglietti/manifesti Wish You Were Here
001- David Bowie – Santa Monica Civic Auditorium – Santa Monica – October 20 1972 – Marco Cazzato
002- Franco Battiato – Teatro Greco di Segesta – Segesta (TP) – 29 luglio 2004 – Giulia Pex
003- Beyoncé + JAY-Z – Stadio San Siro – Milano – July 6 2018 – Isabella Bersellini
004- Jimi Hendrix – Teatro Brancaccio – Roma – May 24-251968 – Stefano Zattera
005- Nirvana – Bloom – Mezzago (MI) – November 17 1991 – Nova
006- CCCP Fedeli alla linea – Festa dell’Unitа – Parco delle Cascine – Firenze – 16 settembre 1986 – TommyGun
007- Descendents – First Avenue – Minneapolis (MN) – USA – July 13 1987 – Officina Infernale
008- Beatles – Rooftop Concert – London – January 30 1969 – Samuele Canestrari
009- Boards Of Canada – All Tomorrow’s Parties – Pontins Camber Sands Holiday Park – England – April 7 2001 – Eliana Albertini
010- Clash – Piazza Maggiore – Bologna – June 1 1980 – Enrico Pantani
011- Pink Floyd – Piazza San Marco – Venezia – July 15 1989 Antonio Pronostico
012- Jeff Buckley – Vidia – Cesena – February 17 1995 – Ludovica Fantetti
013- De André + PFM – Teatro Tenda – Firenze – 13 gennaio 1979 – A m’l rum da me
014- Nico – Teatro Ciak – Milano – April 21 1986 – Paolo Bacilieri
015- Velvet Underground – The Factory – New York (NY) – USA – January 31 1966 – Ilarius
016- Bikini Kill – Capitol Theater – Olympia (WA) – USA – December 9 1994 – Elisa Caroli
017- Pearl Jam – Forum di Assago – Milano – November 13 1996 – Alberto Becherini
018- Elio e le storie tese – Teatro Rosmini – Borgomanero – September 25 1987 – Testi Manifesti
019- Ozzy Osbourne – Veterans memorial Auditorium – Des Moines (IA) – USA – January 20 1982 – Hurricane Ivan
020- Queen – Wembley Stadium – London – July 11 1986 – Davide Bart Salvemini
021- Bob Marley – Stadio San Siro – Milano – June 27 1980 – ADA
022- Bob Dylan – Carnegie Hall – New York – USA – October 26 1963 – Accappatoio
023- Britney Spears – Fila Forum di Assago – Milano – October 24 2000 – Tutte le mele di Annie
024- Cure – Le Zénith – Paris – France – October 19 1992 – Serena Schinaia
025- Smiths – Teatro Tendastrice – Roma – May 14 1985 – Alessandro Baronciani
026- Ramones – Rainbow Theatre – London – UK – December 31 1977 – Vitt Moretta
027- Black Flag – Odissea 2001 – Milano – February 22 1983 – Massimiliano Marzucco
028- R.E.M. + Radiohead – Stadio Cibali – Catania – August 6 1995 – Valentina Restivo
029- Bruce Springsteen – Stadio San Siro – Milano – June 21 1985 – Viola Niccolai
030- Fugazi – Live in front of White House – Lafayette Park – Washington (DC) – USA – January 12 1991 – Illaria
031- Daft Punk – Lollapalooza 2007 – Grand Park – Chicago (IL) – USA – August 3 2007 – Francesca Pignataro
032- Nina Simone – Montreux Jazz Festival 1976 –  Montreux – Switzerland – July 3 1976 – Grazia Sacchi

Biglietto: 16×7,5 cm
Art Print Poster: 32×45 cm

Premi crowdfunding
Shopper bag, T-shirt, sacca, Vhs
VHS is made up of:
2 Art Print Poster 33×69 cm
24 Graphic Frames 18,5×10,3 cm – carta usomano 300 gr
6 Graphic Frames 18,5×10,3 cm – carta poster
1 Paper Case 11,5x22x2,9 cm – transparent window
1 Cover/colophon 18,5×10,3 cm – carta usomano 300 gr
1 Illustrated Video Cassette – carta sottobanco 330 gr
6 Stickers vhs

Un graphic novel dedicato a Syd Barrett e al suo addio ai Pink Floyd

Un graphic novel che ripercorre la vita di Syd Barrett, il suo progressivo scivolare verso la pazzia e il suo addio ai Pink Floyd.

Jugband Blues è un brano musicale del gruppo rock Pink Floyd, incluso nell’album A Saucerful of Secrets, pubblicato nel 1968. Scritto da Syd Barrett, si tratta dell’unico (e anche l’ultimo) brano di questo disco.Questo volume cartonato a fumetti in formato orizzontale farà la gioia di tutti i fan più puri dei Pink Floyd, attraverso una narrazione ordinata ma psichedelica che ripercorre la vita di Syd Barrett ed il suo progressivo scivolare nelle droghe e nella pazzia.La canzone è vista da molti fan come un triste addio, da parte di Barrett, ai Pink Floyd. Infatti, quando iniziarono le sessioni di registrazione di A Saucerful of Secrets, Syd non riuscì a parteciparvi compiutamente, per colpa del suo stato di alienazione, per poi essere estromesso dal gruppo poco tempo dopo l’inizio della lavorazione dell’album.«A volte, mentre il resto della band suonava un pezzo, Syd si andava a sedere vicino ad un amplificatore, scordava le corde della chitarra sino a quando era impossibile suonare e stava per tutta la durata del concerto fermo ad agitare il plettro su una nota…»

Prefazione di Nino Gatti.
Introduzione di David Hine.

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