La Morrigan, la grande Regina della Guerra e degli Spettri

Morrigan è la dea della guerra e della violenza, ama seminare l’odio e combattere in mezzo agli uomini assumendo forme terrificanti. E’ solita nutrirsi dei cadaveri di coloro che sono morti in guerra. Si tratta di una delle più importanti divinità irlandesi una delle “furie guerriere” dei miti , fortemente associata alla guerra, alla morte e al fato.Nelle fonti, il nome della Mórrígan è sempre preceduto dall’articolo determinativo (an Mórrígan o an Mórrígu). Per quanto riguarda la sua etimologia, risale a un più antico nome irlandese, Mór Ríoghain, che si traduce letteralmente come “grande regina” (da mór, “grande”, e rígan, “regina”); tale significato è lo stesso del nome dell’antica dea indoeuropea Rigantona, a cui il nome della Mórrígan viene talvolta ricondotto. Alternativamente, il primo elemento di Mór Ríoghain può anche essere identificato con il germanico mahr (“incubo”, la stessa radice di nightmare), con il significato di “regina dei fantasmi”. Tradizionalmente, il suo nome veniva anche ricollegato al vocabolo celtico mor (“mare”), una connessione generalmente rifiutata dai linguisti moderni[1]; a questo elemento risale probabilmente il nome della fata Morgana, la quale viene, a volte, ricollegata alla stessa Mórrígan. Il nome nasconde in realtà una trinità divina: Macha, Badb e Neman, tutte e tre dee guerriere temutissime dai celti:

– Macha come dea della guerra e della fertilità è raffigurata con l’aspetto di un corvo, ma talvolta prende la forma di una lupa o di una civetta bianca (il bianco per i celti è il colore della morte). Con il sangue versato sui campi di battaglia compie magie come la tempesta di fuoco, la grandine di rane o i torrenti di sangue che rendono scivoloso il terreno. Macha è detta anche “mietitrice dei campi di battaglia” o “regina degli incubi”

– Badb, dea dell’acqua, il suo pozzo sacro è una fonte di conoscenza infinita; spesso appare sotto forma di una vecchia che lava panni insanguinati alla fonte. Si dice che il mortale che la scorge mentre è intenta in questo compito morirà entro breve. Badb è detta anche “annunciatrice di calamità”

– Neman, dea della guerra e delle battaglie, appare talvolta come una giovane dai lunghi capelli neri che cantando e danzando guida i guerrieri al campo di battaglia. Neman è detta anche “signora del dolore”

 

Quando gli uomini vanno in guerra, non ci vanno da soli.

In alto fanno cerchio i corvi, che sfrecciano nel cielo e gridano l’anticipazione del banchetto che verrà.

La signora dei corvi è la Morrigan, triplice dea della guerra, della morte e del massacro.

Si muove velocemente nel vento e nella sua voce si ode il fruscio di migliaia di ali nere.

Ella ha visto mille battaglie, ha udito i lamenti di morte di mille migliaia di uomini.

I suoi capelli sono neri come le loro piume, i suoi occhi sono neri come la notte e ardono d’un fuoco terribile, il suo portamento fiero e orgoglioso.

Al termine di una battaglia la dea sotto forma di corvo guarda i corpi dilaniati che vengono ammucchiati davanti a lei.

Rimira le teste dei perdenti infilate sulle lunghe picche disposte in cerchio dai vincitori.

Quei macabri trofei (detti pennoni di Macha) sono il tributo più apprezzato da Morrigan.

I corvi beccano gli occhi di quei morti e Morrigan sorride.

Poi si leva in volo, a recar la notizia ai parenti dei defunti.

Le loro grida e il loro pianto la riempiono di felicità.

I corvi gracchiano, facendo eco alle risa di Morrigan.

Nel culto di Morrigan compare anche un eroe di nome Cu Chulainn (figlio del dio Lugh) del quale lei si innamora. Quando lei si accorse che il suo amore non era ricambiato, promise a Cu Chulainn che gli sarebbe stato vicino in battaglia. La dea della guerra mantenne la sua parola comparendo  in forma di corvo sul corpo del suo amato quando esso perì nello scontro. La disavventura di Cu Chulainn serve da monito a tutti  quelli che non notano l’amore di una donna.

Diabolik – Colpi e indagini: intervista esclusiva con Luca Maragno

Dal lontano 1° novembre del 1962 ad oggi un carismatico personaggio ha tenuto compagnia ad intere generazioni: Diabolik, ladro gentiluomo i cui penetranti occhi di ghiaccio hanno popolato le fantasie di moltissimi fan, accompagnato nelle sue avventure da Eva Kant. Diabolik oltre ad essere uno dei fumetti più venduti in Italia è personaggio conosciuto in tutto il mondo per merito delle varie pubblicazioni, del film cult del 1968, di documentari, della serie animata di Fox, videogiochi e del nuovo film dedicato al personaggio, diretto dai Manetti Bros, con Luca Marinelli, Miriam Leone e Valerio Mastandrea.

Grazie alla fervida fantasia di Luca Maragno è diventato protagonista anche di un fantastico gioco in scatola, “Diabolik – Colpi e indagini” che sta ottenendo molto successo e recensioni favorevoli.

Diabolik – Colpi e indagini è un gioco di tipo cooperativo, da 2 fino a 4 giocatori, in stile “guardie e ladri”; i giocatori possono vivere in prima persona i furti raccontati negli albi a fumetti calandosi nei panni dei criminali Diabolik ed Eva oppure dei poliziotti Ginko e Morrigan (un nuovo personaggio mai apparso nei fumetti). Lo scopo del gioco è differente in base al tipo di squadra: i criminali dovranno riuscire a portare a termine almeno due colpi sui tre disponibili nella partita. I detective invece, attraverso le indagini ed inseguendo i criminali, dovranno portare al massimo il Livello di Pericolo. Diabolik ed Eva si muovono per le strade dello stato di Clerville nell’Ombra, spostandosi su una mappa che avrà la particolarità di essere nascosta agli avversari da una apposita plancia, seguendo gli indizi i detective – che si muoveranno su una mappa visibile a tutti – dovranno riuscire a scoprire i movimenti degli avversari. Il gioco prevede l’introduzione di personaggi secondari che cambiano in base alla tipologia di colpo che la coppia di criminali dovrà portare a termine, inoltre i detective saranno affiancati da due agenti ciascuno.

Videotutorial Diabolik - Colpi e Indagini

Ogni squadra ha un mazzo di carte proprio oltre che meravigliosi gadget, dal Penthotal agli iconici pugnali di Diabolik, le maschere, la Jaguar, i Rifugi; dall’altra parte i Detective avranno a disposizione l’aiuto della scientifica, Agenti di rinforzo, Guardia costiera ed elicotteri. Oltre al regolamento classico, ne è stato realizzato uno di 1 sola pagina intitolato Fuga da Clerville, che permette di prendere dimestichezza con il gioco in maniera semplice e veloce prima di cimentarsi con una partita più impegnativa.

Il contenuto della scatola è composto da:

  • 48 carte Polizia,
  • 48 carte Crimine,
  • 40 carte Luogo,
  • 18 carte Ferita,
  • 1 Dado speciale,
  • 15 pedine,
  • 4 schede dei personaggi,
  • 1 tabellone di gioco,
  • 1 schermo,
  • 7 schede Colpi e Indagini,
  • 2 fustelle,
  • 1 Regolamento.

Diabolik - Colpi e Indagini - Tutorial Fuga da Clerville

Luca Maragno – giornalista e personaggio poliedrico – ha un curriculum di tutto rispetto (https://lucamaragno.wordpress.com/about/) ricco di esperienze diverse e multisettoriali, è un nome già conosciuto nel mondo ludico per aver fondato nel 2018 Dam Things!, una società che sviluppa board game che ha pubblicato nel 2019 “Ride – Gioca o Muori”, sempre con l’editore Pendragon Game Studio, lo stesso di Diabolik – Colpi e Indagini.

Ho avuto la possibilità di rivolgergli alcune domande:

D: Dal tuo curriculum si nota che ti sei occupato di molti argomenti che avevano un denominatore comune: la presenza di uno schermo, videogiochi, cinema, elettronica in generale. Come sei approdato al mondo del gioco in scatola?

R: È sempre stata una mia passione e fin da piccolo ne ho sempre inventati a partire, come tanti della mia generazione, con la creazione di nuove avventure per Hero Quest, uno dei più noti giochi da tavolo degli anni ’90. Nel 2017 ho notato che c’era un grande ritorno di questo hobby, sia dal punto di vista di business, con mercati in crescita a doppia cifra in tutto il mondo, sia in termini di design, con una grande qualità in termini di materiale e nuove idee. Mi piaceva questo ritorno al gioco fisico e l’idea di un intrattenimento che non passasse da uno schermo. Credo sia un momento storico in cui gli schermi hanno preso un po’ troppo il sopravvento nella quotidianità tra lavoro e tempo libero. Le occasioni di interagire dal vivo invece sono importantissime, soprattutto per i bambini e i ragazzi (ne ho due, 8 e 12 anni): il gioco da tavolo insegna il rispetto del turno, la cooperazione, il confronto, ecc. Anche da un punto di vista professionale è un mondo meraviglioso. Si usa sempre il computer per un sacco di cose, ma si passa anche molto tempo con colla e forbici in mano per realizzare i prototipi, nonché parecchio insieme ad amici e colleghi per fare i test.

D: Le tue esperienze di produzione precedenti benché relative a prodotti ben differenti ti hanno agevolato?

R: Realizzare un prodotto, che si tratti di una app, di un serial o di una rivista, richiede sempre un coordinamento tra un gruppo di persone per arrivare a un obiettivo comune. Su questo aspetto senz’altro la mia esperienza ha aiutato, ma per il resto si è trattato di imparare da zero una nuova professione e ancora sto imparando. Un conto è inventare giochi in modo amatoriale e completamente un altro, come in tutti i settori, farlo in modo professionale.

D: Perché proprio Diabolik? È un personaggio al quale eri particolarmente legato oppure si prestava particolarmente al tipo di gioco che avevi in mente?

R: Il genere dei giochi a movimento nascosto mi è sempre piaciuto. Dal semplice Scotland Yard a Furia di Dracula, si sono sempre rivelati delle esperienze divertenti. Allo stesso tempo ho sempre pensato che si potesse sfruttare il meccanismo del movimento nascosto per creare qualcosa di ancora inedito a livello di gameplay. Da grande appassionato di cinema e del genere crime ho esplorato la possibilità di ricreare in un gioco tutte le dinamiche di un grande film poliziesco. Sono anche un grande appassionato di fumetti e penso sia stato piuttosto naturale nel mio processo creativo associare il gameplay che stavo ideando a Diabolik. Lo collezionavo fin da piccolo quando nelle estati sul mar Adriatico costringevo mia madre a girare le bancarelle per trovare i numeri vecchi!

D: Qual è stata la parte più divertente e quale la più esasperante prima di vedere il tuo gioco realizzato?

R: La parte per me più esasperante è quella relativa a trovare degli accordi per fare partire i progetti. Da quando ho realizzato il primo prototipo (che già significa spenderci mesi di lavoro) a quando ho trovato un accordo con Astorina, la casa editrice di Diabolik, è passato un anno. Per trovare poi un accordo con l’editore del gioco, Pendragon Game Studio, ne è passato un altro. E solo allora è partito lo sviluppo del gioco vero e proprio. Sono processi lunghi e per me estenuanti, vorrei fare “tutto e subito”. D’altra parte mi metto nei panni dei miei interlocutori, che si vedono un mezzo matto che non ha mai pubblicato un gioco e con un mappa di Clerville disegnata a mano e capisco che non sia facile dare subito fiducia. Quindi, anzi, col senno di poi direi che posso solo ringraziare sia Astorina sia Pendragon per avermi dato credito. La parte più divertente è tutto il processo creativo, quindi la mia quotidianità. Soprattutto grazie al mio socio in Dam Things!, Mathias Mazzetti, con cui ho trovato un’ottima intesa professionale e una grande amicizia. È innegabile che lavorare sui giochi sia piuttosto divertente.

D: Avrai sicuramente altro materiale in cantiere, vuoi/puoi darci qualche anticipazione?

R: Usciremo con un altro titolo in autunno, sempre edito da Pendragon Game Studio. Stiamo sviluppando un altro paio di idee e uno dei nostri progetti più ambiziosi è Heroes & Soldiers, un gioco strategico che crediamo possa essere una sorta di Risk 2.0. Credo che il game design dei giochi da tavolo in questo momento storico abbia l’occasione di conquistare un nuovo pubblico, ma solo a patto che riesca a “prenderli per mano”. Quindi giochi più accessibili, ma non per forza “semplici”. Uno degli elementi più apprezzati di Diabolik – Colpi e Indagini è stato il “gioco nel gioco”, Fuga da Clerville, un mini regolamento per giocare in 5’. Questa è una direzione che continueremo a battere anche nelle prossime pubblicazioni.

Ringrazio con tutto il cuore la disponibilità di Luca!! Teniamolo d’occhio perché sicuramente ci regalerà nuove ed interessanti esperienze di gioco ed in attesa di vedere realizzati i nuovi progetti non ci resta che giocare, giocare e giocare. Che poi chi non ha mai voluto mettersi nei panni di un vero criminale come Diabolik o di un super ispettore come Ginko?

Ultima chicca per voi, il trailer del gioco, con la voce di Giorgia Vecchini alias Giorgia Cosplay (!!)

Diabolik - Colpi e Indagini Trailer

Alessandra “Roshiazelos” Palmitesta: arte di famiglia

Alessandra Palmitesta, in ambito cosplay “Roshiazelos” e in quello artistico “Shiijazz”, nata e cresciuta in Piemonte, è sempre stata una grande appassionata di anime, manga e videogames fin dall’infanzia, grazie all’ambiente famigliare in cui è cresciuta. Cresce infatti sotto l’influenza della madre, estremamente legata agli anime mecha e ai film di Godzilla, permettendo ad Alessandra di guardare fin dalla più tenera età anche anime della portata di Ken Shiro o Tiger Mask.Altra influenza importante nella sua vita è stato lo zio, che l’ha invece spinta verso il mondo dei videogames, dalla quale non si è poi mai staccata rimanendo infatti una grande appassionata del retrò, sia in ambito videogames sia in quello anime/manga.

Colei che però prende maggiormente i meriti delle sue passioni e di quella cosplay in particolare è la sorella maggiore (in arte “Dee Dee”), che nel 2008 viene in contatto per la prima volta con la fiera di Torino, appunto il “Torino Comics”; tornata entusiasta dall’evento e scoprendo quanti appassionati oltre a loro due c’erano, decise di portare con sé Alessandra ed insieme parteciparono al Lucca Comics di quello stesso anno, con i primi impacciatissimi cosplay, creati con materiali poveri assieme ad un gruppo di amici con il semplice scopo di divertirsi, senza grandi pretese. Alessandra si introduce quindi anche ad anime moderni, senza però rinunciare ad anime più datati e fa la conoscenza di Hetalia, un anime frivolo, semplice ma che la aiutò a socializzare moltissimo in ambito cosplay e fu grazie a questo che arrivò il suo nickname, usato ancora oggi. “Roshia” difatti è il suono con cui si pronuncia “Russia” in giapponese, personaggio a cui si legò moltissimo e per cui appunto prese il nickname. L’aggiunta di “Zelos” arrivò molti anni dopo per una necessità diversa (un nickname più distintivo evita doppioni su social come Instagram, Twitter, ecc-) e deriva dall’omonima divinità greca, simbolo della competitività e della gelosia.

Alessandra inizia quindi a fare cosplay all’età di dodici anni affiancata dalla sorella maggiore che la aiuta a creare i costumi e a fare i suoi primi make up; iniziò con cosplay più semplici ma proprio quando finalmente il loro hobby stava incalzando e migliorando di fiera in fiera, arriva la decisione da parte di entrambe di dover smettere, per quanto il cosplay fosse un hobby importante per loro, essere in due cosplayer in una casa con problemi economici divenne impossibile e dal 2011/12 i cosplay divennero più rari e improvvisati, rinunciando molto spesso anche a visitare le fiere più vicine.

Finite le superiori però la passione non era assolutamente scemata ed Alessandra ricominciò con il cosplay non appena iniziò a lavorare, tuttavia il mondo del cosplay era cambiato estremamente dal 2008 e fu difficile riadattarsi, c’erano modi diversi di reperire gli accessori, il costo delle parrucche nettamente diminuito nonostante la qualità superiore al passato e soprattutto molti materiali che divennero fondamentali per la costruzioni di arme e armature.Riprese in mano il cosplay con qualcosa di semplice e che poteva rimanere nella sua sfera di competenza, iniziando ad utilizzare materiali semplici e spesso poveri cercando di ottenere i risultati migliori possibili, fu quindi il cosplay di Morrigan da Dragon Age Origins che segnò definitamente il ritorno al mondo del cosplay e che è ad adesso (proprio per questo motivo), uno dei cosplay più importanti per Alessandra.

Altri cosplay che le sono rimasti a cuore sono Ryu da Breath of Fire II (il suo videogioco preferito ed il primo giocato da quando aveva quattro anni), Sakura da Card Captor Sakura (uno degli anime della sua infanzia), Narancia Ghirga da Jojo parte 5 “Vento Aureo”, nella quale si è sempre sentita caratterialmente legata ed infine Russia da Hetalia, che come spiegato sopra ne prende il nickname.

Negli anni a seguire non si fossilizzò mai su una singola linea di pensiero, l’idea che il cosplay fosse un hobby che aiutava a conoscere gli altri e ad apprezzare sé stessi era ed è tutt’oggi fissa nella sua mente, talvolta i suoi cosplay sono craftati a mano o con la sorella, altre volte comprati, altre volte commissionati a sarti amici e ancora in parte modificati o finiti a piacimento. Il risultato finale è ciò che conta, cercare di somigliare al personaggio sì ma soprattutto saperlo rappresentare.

Cosplay per lei è uguale a sapersi porre, un costume può essere scenografico o perfetto ma se manca della personalità del cosplayer non sarà che un guscio vuoto. Al contrario un cosplay imperfetto risulterà strabiliante se chi lo porta riuscirà a farci cogliere l’essenza caratteriale del personaggio. Negli anni Alessandra quindi si esercita sempre di più nelle espressioni, nelle pose, anche nel camminare- proprio in base al personaggio portato, una delle più grandi sfide fu Zidane Tribal da Final Fantasy 9, sorridente, malizioso e con un portamento furtivo in combattimento; completamente opposto alla cosplayer che ha passato molto tempo a studiarne il comportamento e le espressioni, cercando di rendere il cosplay non solo scenograficamente bello (nonostante i materiali semplici ed economici) ma anche coinvolgente per chi aveva attorno, senza però mai sforare nell’esagerazione, ricordando che separare realtà e finzione è fondamentale per sé stessi e per chi ci sta attorno.

Negli anni il cosplay è cambiato moltissimo ed anche se ancora lo definiscono solo un hobby, per molti altri è diventato un lavoro ed un introito mensile che visto il periodo di crisi economica non può che essere un salvavita, da chi acconcia parrucche a chi confeziona abiti, anche chi vende proprie foto fisiche o digitali in cosplay e nonostante le critiche spesso poco costruttive che ne deriva l’argomento, la cosplayer non trova nulla di male in tutto questo, come si suol dire “se sai fare bene una cosa, perché farla gratis?” e come ogni forma d’arte anche il cosplay va dignitosamente pagato perché è questo che è un cosplayer: un artista.

Per Alessandra invece il cosplay è rimasto un semplice hobby, dedicando un’importanza professionale più al disegno; tuttavia il cosplay è assolutamente parte della sua vita di tutti i giorni, partendo dalla famiglia, avendo la sorella che condivide le stesse passioni ed una famiglia che le supporta (e sopporta), fino anche alla vita lavorativa dove non è mai stato un argomento tabù o di cui vergognarsi (al contrario) e talvolta anche qualcosa di sfruttato dai colleghi, sarà successo ad altri di doversi vestire e truccare da Befana o Fata dei fiori per i bambini nel periodo di Carnevale e altre feste? Perché alla cosplayer l’hobby è servito eccome in questi contesti lavorativi.

Gli eventi cosplay negli anni si sono notevolmente moltiplicati, nel 2008 le fiere erano poche ed iconiche, alcune di queste negli anni sono persino andate a perdersi; per Alessandra la tappa fissa è il Torino Comics essendo vicino a casa e negli ultimi anni anche le fiere di Milano, tuttavia quella che è per lei casa, che la fa sentire felice e completa è proprio il Lucca Comics, quella che per lei è stata la prima fiera e ancora oggi la più importante. Tramite i social organizzare fiere diventa sempre più facile e Instagram come TikTok hanno aiutato e ancora aiutano nella diffusione del cosplay, molte persone si sono interessati a questo mondo dopo aver incrociato le foto di un cosplayer o dopo aver fatto amicizia con altri appassionati tramite queste piattaforme; rispetto agli inizi ora il cosplay è visto quasi come una cosa normale o banale, una cosa vista e stravista al contrario del passato, in cui spiegare il proprio hobby era complesso, quando mostrare una foto in cosplay significava tirare fuori un telefono precedente agli smartphone o una vecchia compatta con foto per nulla professionali e sgranate.

Agli inizi il problema di critiche ed insulti non si presentò, arrivò alle superiori qualche sguardo o presa in giro ma nulla che alla cosplayer pesasse, ancora oggi nonostante la sua richiesta di trasparenza anche da parte di amici (solo perché si è amici non vuol dire che si possono ricevere solo complimenti, ma anche critiche costruttive) non ha mai ricevuto particolari insulti o prese in giro, almeno non pubbliche e di quello che fanno altri in privato, non è affar suo, non tange la sua persona e nemmeno vale l’attenzione o l’ansia che ne deriva, il cosplay è un hobby e sempre come tale lo prende. Parlando di prese in giro o scredito viene da pensare ai cosplayer di personaggi original, spesso non presi seriamente non solo da altri cosplayer ma anche durante le gare cosplay ed è un concetto estremamente errato; dietro un original esiste un lavoro più complesso del semplice fare cosplay del lavoro di altri. Dietro ad un original c’è uno studio, uno sketch del design, il tentativo di reperire o crearne gli accessori, la storia, la personalità. Deridere un cosplayer original manca di senso quando ci si ricorda che anche i personaggi anime/manga/videogame/film etc. sono a loro volta “original” di qualcun altro, un character designer, un regista, un mangaka, nascono tutti come OC e siamo noi a dar loro vita, semplicemente qualcuno fa tutto da sé; un bellissimo esempio è il mangaka Hirohiko Araki, creatore delle Bizzarre Avventure di Jojo, considerato iconico per il suo cosplay di Rohan Kishibe, personaggio creato da lui e che quasi lo rappresenta nelle sue opere. Quale sarebbe quindi la differenza fra un Araki che interpreta Rohan o una Alessandra che fa il cosplay del suo Galvorn?

Fare cosplay dovrebbe essere semplicemente far felici sé stessi e spesso gli altri, per Alessandra la più grande soddisfazione in fiera è essere riconosciuta quando porta cosplay di nicchia o vedere gli sguardi dei bambini piacevolmente impressionati in fiera, quelli che ti chiedono le foto nascosti dietro le gambe del genitore e che poi ti ringraziano come se stessero vivendo un sogno.

Per chiunque inizi e le chieda consiglio, prima di parlare di quello che è il reperire parrucche, lenti, stoffe, foam, preferisce concentrarsi sull’essenza del cosplay in sé, che sia visto come un intrattenimento o un lavoro, esiste un punto focale dalla quale non bisognerebbe mai troppo sbilanciarsi: metterci il cuore e tanta passione. Questo basta e avanza per essere un vero cosplayer, cose come la somiglianza o la perfezione sono concetti effimeri e che andrebbero applicati solo in un ambito più professionale o competitivo, cosa che non è nel desiderio di tutti.

Morrigan Aensland, conosciamo la Succube!

Morrigan Aensland è uno dei personaggi più amati della saga videoludica della Capcom Darkstalkers, secondo molti la Succube dai capelli verdi è il character principale della serie grazie alla sua importanza nell’arco narrativo e anche alle sue apparizioni in altre serie di giochi fuori dalla sua storyline. Questo personaggio vive principalmente per assaporare emozioni in battaglia, anche se, sia i suoi finali dei giochi che quelli degli anime, rivelano che la succube lentamente comincia a prendere coscienza delle sue responsabilità seriamente. Il suo aspetto è quello di una bellissima donna con ali da pipistrello sulla schiena e sui lati della testa. Morrigan può cambiare la forma di queste ali e trasformarle in punte o lame quando attacca i nemici, o ancora usarle come scudo per difendersi dagli attacchi anche separandosi da lei formando una nuvola di pipistrelli.

Morrigan è una succube in grado di estrarre il liquido dai sogni degli altri per sopravvivere, figlia adottiva di Belial Aensland. Quando nacque era estremamente potente, tanto che Belial fu costretto a sigillare un terzo del suo potere in se stesso e un terzo in un’altra dimensione, che si trasformerà in un’altra succube, Lilith. Morrigan crebbe tenuta all’oscuro di ciò. Trovando la vita al castello degli Aensland noiosa, decise di fare visita al mondo umano diverse volte per potersi divertire. Una notte, però, fu attirata da una strana forza, dopo riconosciuta come quella di Pyronk, e si avventurò nel mondo umano ancora una volta. Dopo essere ritornata da questo viaggio, le fu comunicato che Belial era morto e che lei sarebbe stata il successore al trono della famiglia Aensland. Nonostante sia di diritto regina del Makai, continuò a evitare le sue responsabilità e a vivere come prima. Ma quando Jedah creò il Majigen, lei e il suo castello furono inglobati nella dimensione di Jedah. Avvertendo la presenza di Lilith, Morrigan partirà, ma dopo l’incontro con Lilith le due torneranno a essere un unico essere.

Ochacaffè: gli ospiti made in Japan a Lucca

Anche quest’anno tra a inizio novembre ritorna il festival più grande e più visitato dagli amanti del Giappone: stiamo parlando ovviamente del Lucca Comics & Games. Oltre ad essere il più longevo e il più numericamente importante, il festival di Lucca ha la particolarità di essere localizzato all’interno delle bellissime mura urbane, invece dei soliti capannoni fieristici sempre un po’ tristi e grigi. Solo per questo aspetto il festival merita di essere visitato, ma non abbiamo ancora parlato dei contenuti! Nel corso degli anni il festival è cresciuto, si è evoluto e sempre maggiore spazio è stato dedicato al Giappone. E se si parla di Giappone non si può non citare l’associazione Ochacaffè, da sempre protagonista indiscussa dell’area Japan Town, nonché organizzatrice di eventi, workshop, corsi di lingua. L’associazione ha aiutato tantissimi appassionati a conoscere meglio tutto ciò che riguarda il paese del Sol Levante, ha assistito nelle pratiche per i viaggi in Giappone, ha organizzato innumerevoli workshop ed eventi legati agli aspetti più caratteristici della cultura giapponese. Vediamo più nel dettaglio quali saranno gli eventi e gli ospiti portati da Ochacaffè nell’edizione di quest’anno.

Iniziamo con il ciclo di proiezioniLa nascita di Edo anime 1803”. Si svolgeranno delle conferenze in cui verranno proiettati dei cortometraggi di grande interesse artistico:

  1. “Watashi to Watashi”. Questo cortometraggio ha partecipato all’ultimo festival del Cinema di Cannes, ha inoltre vinto il premio Best11 come finalista ai Sony Professional Movie Awards e ha anche ottenuto due premi agli L.A. Shorts Awards, il premio per la migliore attrice (Mizuho Osu), e il Premio per il make up (Kyoko Saito).
  2. “La nascita di Edo anime 1803”. Si tratta di due video che testimoniano la nascita dell’animazione giapponese, in occasione dei suoi primi 100 anni di vita. I due video che saranno proiettati sono di tipo “utsushie”. Si intitolano “Daruma odori” e “Kanjincho e sono due opere nate 200 anni fa, quando venivano proiettate da un materiale che si chiama “furo”.
  3. “Kirie anime – Akai rousoku to ningyo”.

Passiamo alla musica con il gruppo Visual Kei Morrigan. Il loro primo tour europeo “Black Wing” toccherà proprio Lucca. Formatisi nel 2015, i Morrigan balzano agli onori della scena del visual kei, ma sono in seguito cresciuti grazie ad un continuo flusso di brani rock e tour in Giappone. Durante i concerti, l’amore dei Morrigan per la recitazione li ha visti suonare J-rock sui palchi per i fan di tutto il Giappone, da Tokyo, Osaka, Nagoya, anche Okinawa e ovviamente la loro città natale Sendai. Nel recente passato la musica e l’energia dei Morrigan non si è fermata solo in Giappone. I Morrigan hanno acquisito crescenti masse internazionali di fan da tutto il mondo, che li supportano nonostante la distanza geografica. Li vedremo per la prima volta in Italia sul palco principale del Lucca Comics and Games.

MORRIGAN XISS IN THE DARK MV FULL

Restando in tema musicale, altre due ospiti del festival di quest’anno saranno le cantanti Azumi Inoue e sua figlia Yuyu. La prima è famosa per aver cantato diverse canzoni tratte dalle colonne sonore dei bellissimi film di animazione dello Studio Ghibli: il più conosciuto “Il mio Vicino Totoro” ma anche “Laputa, Castello nel Cielo” e “Kiki consegne a domicilio”. Nel 2012 ha debuttato nel mondo della musica anche la figlia di Azumi, Yuyu, quando aveva solo 7 anni. La piccola Yuyu partecipò ad un famoso programma televisivo della tv giapponese NHK con la canzone “6 Sai No Ballad” (Ballata di 6 anni) ottenendo un grande successo. Dopo diversi altri singoli, è tornata nello stesso programma con un duetto insieme alla madre “Hanbun Otona” (Adulta a metà) incontrando di nuovo il favore del pubblico. Un vero successo per una dodicenne!

Non mancheranno anche gli ospiti storici di Ochacaffè: i K-ble Jungle. Il duo composto da Eriko e DJ Shiru farà tappa al Japan Stage del festival di Lucca dopo essere stati invitati ai più grandi festival del mondo, dalla Malesia al Giappone, dagli Stati Uniti a Spagna e Germania. I K-ble Jungle hanno pubblicato a fine ottobre un nuovo CD di canzoni originali intitolato Erikottero songs, con i pezzi che fanno da colonna al canale YouTube di Eriko. La musica J-Pop li ha lanciati, ma nei loro spettacoli uniscono opera lirica e musica da discoteca, canzoni originali in stile idol giapponese, alcune delle quali diventate sigla di trasmissioni TV e Youtube, cover dei cartoni animati, sempre diverse, e a volte pezzi dalla tradizione giapponese, lenti e struggenti.

Oikakete Future Medley

Non ultima la Samurai Rock Band Urushi, un originalissimo gruppo che unisce lo strumento tradizionale shamisen a strumenti moderni come chitarra, batteria e tastiera. Sono stati ospiti di tantissimi eventi e festival in tutto il mondo e il loro leader, Keisho Ohno, si è anche esibito ad eventi internazionali molto importanti, come i mondiali di calcio del 2010 in Sud Africa.

ドナウインゼルフェスト2016|URUSHI EU TOUR 2016

Pur essendo fortemente presente sul palco principale con tutti questi musicisti e cantanti, la vera casa di Ochacaffè resta il Japan Palace, con mostre, conferenze, incontri, DJ set, giochi a premi, workshop su tutti i vostri aspetti preferiti del Giappone.

 

L’OAV di Night Warriors – Darkstalkers’ revenge

Il nostro Baldo Lettore uscì dalla sala giochi (sotto casa, naturalmente) mogio mogio, sconsolato ed affranto, visto che come al solito aveva fatto la sua brava figura di polifosfato organico vivente compattato(ovvero M£$%A)(figurarsi che ci sono tipi che fanno fare a King i nodi marinareschi con gli arti dell’ avversario), e, con andatura da flagellante, percorreva un lungo sentiero che s’inabissava in un sempre più oscuro mare di tenebre. Ad un certo punto, durante questo suo lento tormento, vide una silhouette femminile stagliarsi davanti alla pallida luna, e, in quel mentre, ciò che teneva dentro il cranio ruttò: “Oh! Maremma maiala! Ma che bel pezzo di silhouette femminile!

Peccato che le spuntino delle ali da pipistrello dietro la schiena e sulla capa…” (ma che poeta…ndmuflo). Inaspettatamente la mente del Baldo Lettore iniziò ‘sua sponte’ a pensare (ma a chi la racconti, è una fregnaccia ndLettore), e, altrettanto inaspettatamente, come un rutto a cielo plumbeo, capì chi gli stava davanti (ma la finisci con questi rutti?ndMuflo). Il Baldo Lettore esclamò:”Miiiii! Miiiii! Non ci posso credere! Morrigan Aenslaed! La mia succube preferita! Mhhhhh!(Sii, mia reginaaaaaa!!! ndKintaroOe)”. Oh recensione, fermati, e lascia che io, il redattore, delucidi i lettori! Quanti di voi sanno che cosa sia una succube? Lo immaginavo (guarda Char che non tutti sono degli ignoranti come te…ndRyo). Dunque dicesi succube demone prettamente femminile che azzompa addosso ai bei maschioni per succhiarli l’ energia vitale, lasciandoli quasi esanimi ma mooolto mooolto contenti (provate ad indovinare come la succhiano questa energia vitale)(con i baci, che vi credevate??). Bene, riprenda la recensione. Baldo Lettore:”Seleziono solo e sempre te a Darkstalkers.

Sei la mia sola preferita, assieme a Chun Li e Taki (Soul Edge)”. Morrigan:”Ma lo sai? Sei proprio un bravo ometto. Dì un po’, a che stage sei arrivato?”. Baldo Lettore:”Al primo, arrivo sempre al primo (veramente uno ci parte dal primo), mai una volta che fossi arrivato al secondo avversario”. Morrigan:”Cooosa?! Non sei arrivato al secondo, sei una schifezza d’uomo. Un essere così debole non merita di vivere”. Baldo Lettore:”Ehi! Ragioniamo un momento”. Morrigan:”Shadow Blade!”. Baldo Lettore:”Arghh! Bleahhh! Cough!”. Morrigan:”Umani… sono cosi deboli”. Baldo Lettore:”T’ho detto aspetta un momento”. Morrigan:”Ancora vivo?! Bene! Si vede che sei un Baldo Lettore di Zzap. Prendi il colpo di grazia. Soul Fist!”. KABOOOM!! (PUNCH! ZZAP! SBONK! e compagnia bella. Quando ritrasmettono i telefilm di Batman?ndmuflo)! Il Baldo Lettore stramazzò a terra con un sorriso a 33 denti, in effetti Morrigan gli aveva fatto un servizio completo. Il giorno dopo, nel suo appartamento, gli amici si chiedevano dove fosse finito il povero Baldo Lettore. Purtroppo per voi lettori questa non è la trama di N.W., ma è la sceneggiatura, scritta da me medesimo, del seguito, che verrà diretto da Mamoru Oshi (aspetta e spera ndGoku). Cento anni or sono Demitri Maximoff (il vampiro) tentò, senza riuscirvi, di conquistare il Regno delle Tenebre, e a causa di ciò venne esiliato nel mondo degli Umani.

Qui ci fece il bello e il cattivo tempo (più che altro il cattivo, visto che oscurò il sole riducendo il pianeta ad una landa avvizzita). Ma ormai è giunto il momento della riscossa, e il buon Dimitri si appresta a ritornare a casina bella per mettere i puntini sulle “i”. Gli umani, approfittando della sua partenza, decidono di eliminare dal pianeta le altre creature delle tenebre, i Darkstalkers, nella fattispecie Felicia (la donna gatto) e Lord Raptor (lo zombie rockettaro), al concerto di questo. Intanto Dimitri, una volta attraversato il cancello del Regno delle Tenebre, viene accolto dall’avvenente Morrigan Aenslaed (che carini i pipistrellini sulle sue spalle), con cui ha un informale discussione a base di pugni, calci e palle energetiche, su quale sia il sesso forte. Ma sul più bello arrivano i soliti guastafeste a rompere il romantico idillio. Dei robot, sbucati da chi sa dove, tentano di friggere, affettare, tritare, macinare, sbattere (sono robot da cucina?ndGoku) (ci vanno vicino.ndChar) i nostri eroi, che non si lasciano di certo frullare da questi apriscatole. Di nuovo la scena si sposta nel Mondo degli Umani, dove fanno la loro comparsa la piccola Amanda, che, quando la fanno incazzare, fa sfoggio di eccezionali poteri ESP, e Donovan Baine, il vampire Hunter, per metà figlio della luce e per metà delle tenebre, votato alla distruzione dei Darkstalkers.

L’ OAV si conclude qui, con un uno dei pastamatic che segue Donovan. Di certo ai miei lettori saranno sorti i seguenti quesiti: 1° Riuscirà Dimitri a conquistare il ‘Regno delle Tenebre’? 2° Riuscirà Morrigan a sconfiggere Dimitri? 3° Da quale cucina provengono i pastamatic? 4° Vedremo anche gli altri Darkstalkers? 5° Chi ammazzerà tutto il genere umano? 6° (il più importante) Se in SF II-Movie abbiamo visto le grazie di Chun Li e in Toshinden (bleah!) quelle di Sophia, vedremo quelle di Morrigan? A fine visione la cosa che colpisce di più è che N.W. sembrerebbe non limitarsi alla solita carrellata di scontri tra i protagonisti come in SFII-THEMOVIE o Toshinden,infatti l’azione segue una trama ben precisa e non succede niente a casaccio, come nei succitati titoli (il che non significa che questa trama sia ben fatta.ndmuflo). Altro particolare che distingue N.W. sono i combattimenti, che sono quanto di più strano si possa vedere, come dire, non sembrano molto fisici. Ad esempio SFII-THE MOVIE dà l’ impressione di vero male fisico, che qui invece non ho avuto. Se vi volete effettivamente rendere conto di come gli scontri sono andate a fare una partita al coin-op,visto che l’anime li riproduce in tutta la loro stranezza; a me piacciono.

La regia, di Satoshi Ikeda (New Mobil Patrol Gundam Wing), presenta parecchie inquadrature oblique, soprattutto quando vengono inquadrati i protagonisti (infatti tale tecnica serve per far risaltare il fisico). Sinceramente non mi sembra di aver mai visto un uso dell’obiettivo così insolito, ma vista la stranezza dell’O.A.V. non è certo un difetto. Stranezze per stranezze, anche il background è molto inusuale: immaginate una Transilvania ferma tra Medioevo e giorni nostri, dove i cacciatori di Darkstalkers se ne vanno in giro con pistole ottocentesche in una mano e lanciafiamme nell’altra. Che, dopo lo Steampunk, sia nato un nuovo genere? Forse il Medio-punk? Ai posteri l’ardua sentenza. Le animazioni dei personaggi mi hanno lasciato esterrefatto, sono molto fluide nonostante la complessa muscolatura dei personaggi (soprattutto maschili),vedere Morrigan combattere vale tutta la cassettta, gli animatori l’hanno fatta muovere con estrema grazia ed agilità; nelle altre scene l’animazione viene un po’ sacrificata, ma non temete, il livello generale è di elevata qualità. Le musiche sono azzeccatissime, e soprattutto nelle scene d’azione riescono ad aumentarne la dinamicità.

Molto bella la sigla finale che ricorda gli ZZ-Top. I giapponesi hanno di certo fatto un buon lavoro, ma che dire di quello della Dynamic per il doppiaggio? Ottimo lavoro, davvero, le voci da loro scelte ci stanno una meraviglia sui personaggi. Ad esempio Dimitri, doppiato da Alessandro Rossi (già voce di Schwazzeneger), ha una voce che esprime cattiveria tale da far venire i brividi; Morrigan, doppiata da Barbara De Bortoli, possiede la voce che ogni succube dovrebbe avere, ossia moooolto sensuale; un po’ fuori posto è la voce di Felicia, Federica De Bortoli (Pai in Virtua Fighter), sulle prime mi ha fatto storcere il naso, ma poi ci ho fatto l’orecchio. Insomma compratelo, compratelo e ancora compratelo, è un vero capolavoro, anche se stravagante, e se poi non vi piacciono i combattimenti, beh, ci farete l’abitudine.

Char Aznable

Exit mobile version