La nostra esperienza al Festival dell’Oriente di Torino 2022

Dopo un lungo periodo di sospensione per via della pandemia dovuta al Covid 19 e relative varianti, finalmente molti festival ed eventi che erano stati sospesi e che temevamo che potessero essere definitivamente repressi, hanno ricominciato ad essere inseriti in programma, e tra questi vi è il famoso Festival dell’oriente, che come prima tappa nei week end del 19-20 e del 26-27 marzo hanno scelto come prima tappa la città di Torino.

In tale manifestazione, non vi sono solo luoghi di ristoro o street food oppure semplici bancarelle dedicato allo shopping etnico, ma esso è anche ricco di moltissimi eventi come conferenze, spettacoli di arti marziali e balli tradizionali, workshop di vario genere e varie cerimonie proveniente dalla tradizione dei vari paesi coinvolti, come ad esempio quella del Mochi Tuki

Sono stati giorni, molto intensi e molto faticosi, ma dopo aver visto la moltitudine di stand e i vari spettacoli, devo dire che ne è valsa la pena, infatti girando per i vari stand che erano stati allestiti per l’occasione, non solo si sentiva un’atmosfera che ti immergeva completamente in un’ambientazione totalmente orientale e in certi sensi anche di pace interiore, ma anche di voglia di ricominciare a vivere e a divertirsi per uscire da un brutto periodo oscuro e ritornare finalmente a vivere alla luce del sole, non solo letteralmente ma anche fisicamente senza più avere paura del futuro.

Tra le moltissime cosa da vedere vi era la creazione del Mandala, eseguita da un autentico Monaco Buddista con le tecniche tradizionali. Iniziata il primo giorno, dove poi sarebbe vi sarebbe stata la cerimonia della sua distruzione alla fine della manifestazione.

Nella zona dedicata al Giappone, vi erano le riproduzione di vari luoghi e monumenti tipici di quella nazione come una piccola riproduzione delle tombe dei 47 Ronin (valorosi Samurai che decisero di vendicare la morte del loro signore e di seguirlo nell’aldilà come segno di fedeltà verso di lui), una riproduzione del monumento dedicato a Mihamoto Musashi, famoso e leggendario spadaccino Nipponico. Queste solo per citarne alcuni, ma come detto all’inizio, non vi era solo una zona dedicata al Giappone, ma anche ad altri vari paesi, come la Cina, la Corea, la Thailandia. l’India, Singapore, il Tibet, il Bangladesh, Sri Lanka e molti altri del medio ed estremo Oriente con le sue rappresentanze.

 

Come detto in precedenza vi erano molti eventi e per poter vedere i vari spettacoli, erano stati allestiti ben tre palchi dove i vari artisti, ballerini e maestri di varie discipline di arti marziali, cantanti si esibivano per la gioia del pubblico.

Qui di seguito dei piccoli video di alcune delle esibizioni che vi sono svolte durante la manifestazione:

Danza del Leone

danza del leone

danza del raccolto

danza del raccolto

il Diablo:

il diablo esibizione trottola

esibizione di arti marziali

esibizione con la spada cinese

 

esibizione col bastone

Questi sono alcune degli eventi che si sono susseguiti in questi quattro giorni ricchi di esibizioni, conferenze, misticismo, proveniente dal misterioso Oriente. ringrazio nuovamente il mio collega Marco “Talparius” Lupani per le foto e le riprese dell’evento!

 

 

 

Chi ha detto che i libri da colorare sono per bambini?


La creatività non ha età, questo lo sappiamo bene, così come il concetto di gioco creativo non è solo una “questione da bambini”. I così detti libri da colorare non sono solo una distrazione per i più piccoli o uno spunto formativo per l’espressione della propria emotività attraverso il colore e un allenamento della concentrazione nella scelta della tonalità e nel rispetto dei margini. Per gli adulti possono rappresentare uno strumento contro lo stress. L’enorme successo dei libri da colorare sta vivendo un boom senza confini, segno di una riscoperta di un gesto tipico dell’infanzia, che continua a generare benefici. Quindi, nelle librerie possiamo trovare libri per bambini o per adulti, ma non solo: questo tipo di libri si trova spesso  sulle tavole dei locali di tendenza per ingannare l’attesa tra un drink e un altro.

Carl Gustav Jung, già agli inizi del ‘900, poneva l’attenzione sull’importanza del simbolismo delle immagini spirituali, induiste e buddiste, dei Mandala per la meditazione. Più recentemente la psicologa Gloria Martinez Ayala ha ipotizzato che colorare crea un rilassamento nei due emisferi cerebrali: “Il sinistro, quello del movimento e della logica, si attiva per seguire le linee e il destro combinare i colori. L’attività dell’amigdala diminuisce ed è fondamentale perché coinvolta nel controllo delle emozioni, quindi anche dello stress”. Disegni elaborati, raffinati, di diversi livelli di difficoltà aiuterebbero quindi a ristabilire un territorio personale di quiete, dove lo stress non può entrare e i pensieri negativi si arenano. Il boom delle vendite, in costante crescita, rappresenta un vero caso editoriale.

Gallucci Editore ha recentemente pubblicato due volumi dedicati, appunto, all’arte di colorare, in maniera “diversa dal solito”: i Grattacarte. In questa “versione” bisogna usare un bastoncino per rimuovere l’inchiostro nero, seguendo i contorni e facendo “apparire” dei colori meravigliosi nascosti nelle immagini. Ecco qualche link:

 

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