Chi è Zeronikib?

Federica, in arte Zeronikib è una cosplayer dal 2015, quando ha iniziato ad appassionarsi sempre di più al mondo del cosplay. Negli anni si è specializzata soprattutto nel make-up, sua grande passione fin da bambina, diventando una make up artist certificata nel 2020. Nello stesso anno, ha riscoperto una nuova passione per lo streaming su Twitch, intraprendendo così un percorso da videogamer e intrattenitrice sulla piattaforma dedicata e diventando anche parte del team CS ITALIA.

La sua prima apparizione in Cosplay fu ad Etna Comics, festival al quale è molto affezionata anche perchè da anni che fa parte del team Okaeri come maid ufficiale e membro della crew k-pop Ok-b3atz. Recentemente ha anche partecipato a Lucca Comics ad un progetto cosplay Riot Italia nei panni di Killjoy di Valorant. Ha anche partecipato come giudice a vari contest e sfilate in Sicilia.

Per approfondire il talento di Zeronikib vi invitiamo a visitare il suo aggregatore di profili all’indirizzo: beacons.ai/zeronikib.

Chi è Laura Wisemermayd?

Laura Iurilli, in arte Wisemermayd, è entrata a far parte del mondo cosplay nel 2015 ed è una truccatrice professionista appassionata di anime, manga, videogiochi e del mondo Disney.  È specializzata in trasformazioni makeup ma da qualche anno si è messa in gioco anche nel mondo dello styling di parrucche. Il cosplay è una delle sue più grandi passioni e grazie ad esso le piace mettersi in gioco ogni volta con makeup, crafting e wig making sempre più elaborati.

Carmen Carystal Carbone: cosplayer e make-up artist dal grande talento

Vi presentiamo Carmen Carbone, in arte Carystal, ventottenne, appassionata fin da piccola di anime, gaming musica, manga, cinema che ha trovato il modo per esprimere la sua creatività e nel creare il suo primo cosplay. Il nickname Carystal fa riferimento al suo nome e al cristallo ovvero simbolo della sicurezza, in particolare essere sicuri di se stessi ed affrontare le proprie paure. La scelta di questo nickname non è per puro caso: il suo primo cosplay è un personaggio dei più popolari della saga di Final Fantasy, Sephiroth, che è stato eletto da IGN come miglior personaggio di FFVII, originariamente il più potente del corpo speciale Soldier della compagnia elettrica Shinra.

La passione di Carmen nella realizzazione dei costumi  inizia in realtà con il Carnevale e la scoperta delle fiere, che hanno dato modo di approfondire le abilità di Carmen, trasformandole, man mano, in vera e propria espressione di talento. Il suo primo cosplay risale al 2013 durante il Romics, indossando, coma abbiamo accennato,  il potente soldier, Sephiroth. Da quel momento ha dato il via alla sua creatività, e finalmente dare sfogo alle sue idee, creando così molti cosplay di vario genere: Dragon Ball, Castlevania, Final Fantasy, Original, Disney, Cavalieri dello Zodiaco ecc. Da Romics, Carmen ha cominciato a girare tutte le altre fiere italiane: la sua preferita è. ovviamente, Lucca Comics&Games.

La sua creatività non si è fermata nel realizzare solo costumi o parrucche, ma anche sperimentare un altro mondo, quello del  make-up artist. Ha iniziato con i suoi primi esperimenti prendendo spunto dai personaggi della Disney e man mano migliorando sempre di più realizzando i suoi lavori in arte. Anno dopo anno i suoi lavori migliorano sempre di più grazie al suo impegno e alla sua volontà di migliorare, realizzando e rispecchiando i personaggi in ogni minimo dettaglio, che secondo Carmen il “DETTAGLIO” è un elemento molto importante per essere più fedeli al personaggio, ad esempio tra i tanti personaggi più amati di Carystal è Alastor della webserie animata di Hazbin Hotel, realizzando interamente il cosplay da zero, oltre ad Alastor ha voluto mettersi alla prova, sfidando la sua creatività e ponendosi un obiettivo, ovvero realizzare l’armatura di SIRIO il Dragone dei Cavalieri dello Zodiaco.

Realizzato completamente a mano, senza l’aiuto del pepakura, un metodo che ti permette con l’aiuto di file già pronti a creare più facilmente tutto ciò che può servirti nella relizzazione del cosplay. Carystal apprezza in particolare modo i lavori “Original” perchè lasciano libera creatività alla fantasia,infatti ha realizzato un original inerente alla “MORTE”, che ha dato sfogo alla sua immaginazione, realizzando maschera, costume, scettro e accessori.

“Nella realizzazione di questo ORIGINAL ho capito molte cose,porsi degli obiettivi, se si ha un progetto bisogna provarci anche se non si è capaci, proprio per questo che sono riuscita a migliorare,sbaglio dopo sbaglio,prova su prova,ed così che  sono riuscita a diventare quello che sono ora.”

Per questo Carmen è convinta che non bisogna arrendersi al primo ostacolo, ma insistere, riprovare, sbagliare anche mille volte fino a quando non si è soddisfatti e raggiunto l’obiettivo. Un altro pensiero di cui Carmen non è pienamente d’accordo, è l’utilizzo delle proprie immagini e vendere foto considerandosi cosplayer. Pensa che ormai questo bellissimo mondo è stato rovinato per business rovinando l’immagine del cosplay, quando dovrebbe essere solo un modo di incontrarsi e divertirsi. Nella sua vita professionale Carmen è una commerciante, gestisce un negozio che la tiene molto impegnata tutto il giorno, ma nonostante tutto trova sempre il tempo per dedicarsi ai suoi progetti.

Proprio dedicandosi ai suoi lavori che Carmen vaga nei suoi pensieri, pensieri che ritornano sempre, soffermandosi a volte ai brutti commenti di alcuni bulli, prendendola in giro per il suo aspetto fisico o troppo alta per indossare quel tipo di cosplay, non è stato facile per lei far finta di niente, alcune parole le hanno segnano per sempre. Grazie al sostegno dei suoi amici che Carmen ha avuto il coraggio di continuare e dimostrare con il tempo cosa è capace di fare, ed è così che ad oggi riceve tantissimi complimenti e a lasciar perdere a quei bulletti insignificabili.

Infine Carmen vuole raccontarci qualche aneddoto accaduto durante lo scorso Romics di Ottobre 2021:

“La giornata era partita alla grande ,appena entrata in fiera alcuni ragazzi hanno iniziato a chiamarmi “Alastor! Alastor!” e avvicinandosi mi hanno riempita di complimenti. Tantissime foto, apprezzamenti e assalita ogni dieci minuti,fin qui tutto ok,ma durante una pausa, mi giro e vedo un gruppo di ragazzi che corrono verso di me e una di loro che mi abbraccia strettissima, non potevo che non stringerla anche io tra le mie braccia. cosa vuol dire? che per me è stato emozionante e mi ha reso così felice vedere i loro visi stupiti e  chiedendomi mille foto e facendomi tante domande riguardo al mio cosplay. Queste sono soddisfazioni!”.

Un consiglio da Carmen che vuole dare a coloro che vogliono cimentarsi nel mondo del cosplay è sicuramente di provarci, anzi farlo e indossare il personaggio che si ama, non curandosi dei commenti altrui, perché nessuno è perfetto e nessuno può giudicare se è fatto bene o no! Carmen ci consiglia anche di prendere il suo esempio, provare e riprovare, imparare e credere in ciò che si ama, e non soffermarsi anche sui “like”, non sono importanti, quello che conta è lasciare un segno e mostrare che vali e non avere limiti. Ricordatevi il cosplay è divertimento!

Per approfondire il talento di Carmen, vi invitiamo a consultare i profili:

instagram.com/carystal.cosplay/

facebook.com/Artworks-Colors-Sephiroth-cosplay-Carbone-Carmen-385851318270852/

 

Chi è Veronica “Weronique Art” Bottigliero?

Veronica Lucia Bottigliero, laureata in Discipline delle Arti Visive della Musica e dello Spettacolo all’Università degli studi di Salerno è conosciuta nel mondo dell’Arte come “Weronique Art” e dal 2012 lavora, come professionista, nell’ambito del Face e Body Painting sia come Artista  che come  performer.  Grande amante dell’arte a 360° oltre a dipingere sin dalla più tenera età e ad essere lavora professionalmente nel mondo del Teatro e dello Spettacolo come Attrice. Dunque, le sue performance sono lo studio e la sintesi di un’enorme devozione all’Arte attraverso tutte le sue sfaccettature.

Body Painting- The Devil Man- Vlog

Nel Novembre 2016 partecipa come Body Painter al famoso format televisivo “Tu Si Que Vales” (Albania) riscuotendo grande successo. Da anni collabora e partecipa come Artista Body Painter con gradi eventi di fama internazionale. Eventi ai quali ha preso parte con le sue creazioni: Giffoni Fiml Fesival edizioni dal2014 al 2017,Mojoca Festival edizioni dal 2014 al 2017,Monteforte body painting fesitval verona 2014, Faenza body art festival 2015, Riccione Body art festival 2016,  Etna Comics Catania 2017″, Italian Body painting Festival  Garda 2017, Tattoo convention Firenze2017, Sanremo Body painting Festival presso Casasanremo 2018.

Per info: instagram.com/weroniqueart

MUA Cosplay: Making of Kid Bu

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step by step

Bentornati alla rubrica di Satyrnet dedicata al make-up. Romics è appena finito e ci stiamo tutti ancora riprendendo dal trauma psico-fisico, per cui volevo cogliere l’occasione per parlare del make-up che ho realizzato sabato 3 ottobre in fiera. Su proposta di Gianmarco Pezzino, cosplayer di Roma che ha deciso di sottoporsi alle mie grinfie, e grazie all’aiuto dei miei fidati compagni d’arme (Emanuele David e Roberta Budicin), è stato possibile dar vita a questa gommosa creatura. Ho pensato che sarebbe stato bello parlare di questo progetto e spiegarne la realizzazione step by step.

I passaggi che stanno alla base di questo lavoro sono pochi e non troppo complicati, soprattutto perché ho scelto per motivi logistici di realizzare tutte le protesi in lattice. Dopo un primo momento di progettazione e misurazioni, ho cominciato a scolpire. Sono partita dal viso, scolpendo sopracciglia, zigomi e naso di Bu sul calco del volto con una plastilina a durezza media: la difficoltà reale di questa scultura è che il naso non dovrebbe esserci, e per ridurne il più possibile la protundenza ho cercato di aumentare il volume ai lati del naso. La scultura che potete vedere in foto è il prototipo su cui ho poi effettuato alcune modifiche. In seguito, utilizzando una testina per calotte Kryolan (quella rossa) ho scolpito il cappuccio con una plastilina più morbida, con antenna, orecchie e fori laterali. Dopodiché è venuto il momento dello stampaggio in gesso alabastrino, che non presenta le impurità del gesso scajola e permette una maggiore pulizia dello stampo. Stampare il volto è stato abbastanza semplice, perché non presentava particolari sotto squadri (NDR: punti della scultura che in seguito alla colata di gesso possono rendere difficoltosa l’estrazione dello stampo). Lo stampo del cappuccio è stato invece effettuato bivalve, cioè dividendo lo stampo di 360º in due emisferi, come una conchiglia, proprio per il problema dei sottosquadri di cui sopra. Terminato lo stampaggio, ho cominciato con le colate di lattice. Consapevole che sarebbe stato tutto monocolore, ho colorato internamente il lattice con un pigmento rosa. Facendo questa operazione è utile tenere a mente che il lattice liquido è bianco, ma diventa trasparente/tendenzialmente giallognolo asciugando; questo significa che il colore del lattice liquido dovrà essere molto più chiaro di quello che vogliamo ottenere nelle protesi, come potete vedere nelle foto. Ad ogni colata di lattice è seguita un’asciugatura con l’asciugacapelli (notare Honoka che fa il tifo per me dal PC!). Dopo diverse colate, entrambe le protesi, viso e cappuccio, sono pronte per essere estratte. Qui bisogna avere l’accortezza di stendere del talco su tutte le superfici di lattice, perché altrimenti tenderebbero ad attaccarsi le une alle altre. Per l’applicazione del make-up mi sono appoggiata allo stand dell’Accademia di Trucco Professionale, che ringrazio per la disponibilità e l’aiuto prestatomi. Ho iniziato applicando il cappuccio e poi la protesi del volto; come colla epidermica ho utilizzato il prosaide. Tutti i bordi delle protesi sono poi stati coperti con il bondo, il mix di prosaide e polvere di silicio di cui ho già accennato in precedenza. La colorazione è stata poi effettuata tutta in Aquacolor Kryolan Magenta (R21), con chiaroscuri sul corpo e sul volto in polveri viola e prugna. Anche i fori sulle clavicole e sulle braccia sono stati realizzati in Aquacolor nero Atelier. Fissato il tutto, il make-up è finito!

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step by step

Vi rimando alla pagina di Gianmarco, che ha realizzato bracciali e cinta, e sulla pagina potete dare uno sguardo anche agli altri suoi lavori: https://www.facebook.com/GianmarcoShogunCosplay La parte sartoriale è invece di Giulia Mantilli. Come al solito vi reindirizzo alla mia pagina: https://www.facebook.com/stronatigiuliamua E al mio Instragram JulietMUA https://instagram.com/julietmua/ Se avete o trovate foto di Kid Bu inviatemele o taggatemi, oppure scrivetemi se avete qualche domanda o dubbio che io possa chiarire nei prossimi articoli. Alla prossima!

MUA Cosplay: Come correggere i difetti del volto?

Esempi di Contouring con le differenze volumetriche tra maschio e femmina. Le colorazioni sono enfatizzate e drammatiche, molto teatrali, ma permettono di comprendere l’importanza della tecnica chiaroscurale.

Bentornati a MUA Cosplay, la rubrica di Satyrnet dedicata al make-up. Questa settimana ho scelto di concentrare l’attenzione su un argomento che si avvicina più al make-up di bellezza piuttosto che agli effetti speciali, che ho trattato invece nelle scorse settimane. Per questo a qualcuno potrebbe risultare noioso, ma ritengo che siano nozioni semplici ma molto spesso ignorate o traviate. Il concetto di correzione del viso è alla base del make-up, e possiamo distinguere in questo vasto argomento le correzioni cromatiche dalle correzioni volumetriche. Le correzioni cromatiche sono indirizzate all’attenuazione delle discromie, delle macchie della pelle con interventi diversi a seconda del loro colore. La scelta della tonalità del correttore infatti si basa sulla teoria del colore: vi ricordate quella semplice imparata a 5 anni? Ripassiamola in parole semplici. «I colori primari sono tre: giallo, rosso e blu. Giallo+Rosso=Arancione Giallo+Blu=Verde Rosso+Blu=Viola Arancione, verde e viola sono i colori secondari.»

In questo caso parliamo di colori primari sottrattivi, che si utilizzano nella pittura e nel make-up, motivo per cui questi argomenti non risulteranno per nulla nuovi a chi ha seguito un percorso accademico di tipo artistico, o a chi comunque si interessa dell’argomento. I colori primari non si possono formare miscelando altri colori, mentre da essi, con più o meno bianco e nero, si possono formare tutti i colori della scala cromatica. A partire da questi concetti semplicissimi, possiamo definire la complementarietà dei colori. Infatti, un colore secondario è complementare al colore primario che non è utilizzato nel miscelarlo. Quindi, l’arancione è complementare al blu, il verde è complementare al rosso ed il viola è complementare al giallo. La particolarità dei colori complementari è quella di esaltarsi se accostati ma, soprattutto, di “annullarsi” quando sovrapposti. Questa è la base fondamentale per le correzioni cromatiche: per correggere le occhiaie, che tendono ad avere una colorazione bluacea, applicherò un correttore arancione (meglio se illuminante, quindi virante al color albicocca); per attenuare dei rossori diffusi o localizzati, come sui brufoli, stenderò del correttore verde; se la pelle ha una dominante gialla, come nelle donne orientali per fare un esempio, potrò applicare della cipria tendente al lilla. Ecco spiegato il perché in profumeria sono vendute piccole palette di correttori di colori astrusi che vi hanno fatto chiedere almeno una volta “Che ci faccio col correttore verde? Mica sono il Grinch!”. Le correzioni volumetriche, invece, si basano sulla tecnica del chiaroscuro. Laddove un volume rientra, è incavato o scavato, lì si forma un’ombra. Viceversa, se un volume sporge, sarà più chiaro e illuminato delle zone circostanti. Sembra un concetto banale, ma di fatto è la base del famoso “contouring” che, a detta delle trasmissioni televisive e dei siti di living e cosmetica, è la “rivoluzione del make-up”. In realtà le correzioni volumetriche si sono sempre fatte, per accentuare i tratti del viso in teatro oppure per avvicinarsi all’ideale di bellezza dell’epoca cui si appartiene; l’unica differenza è che oggi la questione è molto più enfatizzata ed anche portata all’estremo.

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Questo è un mio make-up before and after: con il correttore arancione ho ridotto le occhiaie, con una base verde ho attenuato il rossore diffuso intorno al naso, e con il chiaroscuro ho sfinato il viso e affilato il naso. La differenza c’è e si vede!

Tornando a noi, la tecnica chiaroscurale permette di creare volumi nuovi anche laddove non vi sono, oppure enfatizzare tratti già esistenti per esaltarli al meglio: applicare un tono chiaro porta in rilievo una zona, come per lo zigomo, mentre applicare un tono scuro scava la zona interessata, come l’incavo sotto lo zigomo o i lati del naso se vogliamo sfinarlo. Non serve creare i tipici mascheroni da video-tutorial, quelli pesanti che rendono bene in foto mentre dal vivo fanno pensare a Moira Orfei. Basta anche un’ombra leggera con un po’ di polvere e un velo di illuminante dove occorre. Teniamo giusto presente che la terra, il fard bronzeo spesso con dei brillantini, non si presta a creare un’ombra; l’ombra per sua natura ha una dominante fredda, perché è assenza di luce. Quindi applicare la terra sotto l’osso zigomatico può risultare gradevole alla vista ma non crea un’ombra, è una reminiscenza degli anni ’80, e probabilmente lo avete visto fare dalla mamma almeno una volta. Viceversa, per gli illuminanti spesso se ne trovano di perlati, che sono anche molto belli (soprattutto sulle pelli scure, meravigliosi), ma vanno usati con parsimonia. Infatti un prodotto che riflette la luce steso su una superficie con delle irregolarità accentua questi difetti, ed il perché è molto semplice: il prodotto riflette la luce che colpisce la pelle in direzioni diverse, sottolineando dove presenti, piccole rughe, dislivelli o cicatrici. Con queste poche e brevi nozioni sulla correzione cromatica e volumetrica potete pensare di cambiare otticamente anche radicalmente il vostro viso, con una resa ottimale soprattutto in fotografia (e per il cosplay fa sempre comodo!).

Concludo con un saluto e ricordandovi di scrivermi per qualsiasi domanda, dubbio o richiesta particolare per i prossimi articoli (anzi, per favore, scrivetemi! Così so cosa scrivere!). Sono reperibile h24 sulla mia pagina Facebook, Giulia Stronati Make-Up Artist https://www.facebook.com/stronatigiuliamua Oppure al mio account Instagram, JulietMUA https://instagram.com/julietmua/

MUA Cosplay: Come creare un cosplay di Avatar?

Innanzitutto voglio chiarire il significato di “cosplay”. Da Wikipedia: “Cosplay è la pratica che consiste nell’indossare un costume che rappresenti un personaggio (n.d.r. di un cartone animato, ma anche di un film), ed interpretarne il modo di agire”. Quindi, in poche parole, travestirsi da Avatar e imitarne le azioni. Semplice! Premesso che i cosplayer in Italia si ritrovano tutto l’anno in numerosi eventi, pubblicizzati su Internet attraverso i loro portali, perché non realizzare il travestimento da Avatar e partecipare a questo tipo di manifestazioni. Creare vestito e trucco di un Avatar non è molto complicato, a parte l’altezza… (che non è necessaria). Ecco alcuni suggerimenti, suddivisi in due parti: questa riguardante la faccia e la seconda inerente il corpo.

Occhi: Un paio di lenti a contatto gialle sono necessarie, per rendere il proprio travestimento quanto più credibile possibile. Dagli ottici oppure online (un esempio clicca qui).

Naso: Volendo essere dei maniaci perfezionisti, il naso è largo e schiacciato, quasi rettangolare. La soluzione è di realizzarne uno in lattice, secondo queste istruzioni, in inglese, ma ben illustrate e dettagliate.

Orecchie: Un paio di piccole orecchie con la punta tipo elfo vanno più che bene. L’unico particolare è la colorazione blu. Nei negozi specializzati nei travestimenti è facile trovare tali orecchie, su Internet dei “padiglioni elfici”, molto simili a quelli dei nostri beniamini Avatar, sono visibili qui .

Denti: Avete notato che i canini sono molto sporgenti, simili a quelli dei vampiri? Per questo tipo di “intervento dentario” è sufficiente andare in uno dei tanti negozi specializzati in travestimenti. Si consiglia di acquistare i soli canini, molto più realistici. Un esempio? Clicca qui.

Volto: Per diventare un Avatar bisogna tingersi la faccia di blu! Si, sembra così banale, ma in realtà bisogna truccarsi con le giuste tonalità e sfumature, secondo i disegni e le geometrie osservabili sui volti della principessa Neytiri o di Jake. Ecco un tutorial per un makeup “avatariano” realizzato da Massimo Salitore.

Per l’occorrente da una qualsiasi profumeria, ovvero clicca qui.

 tratto e continua a leggere su  blog10000facce

Diventa un cosplay Avatar! (seconda parte)

MUA Cosplay: Come usare il lattice liquido?

Bentornati anche questa settimana a MUA Cosplay, la rubrica di Satyrnet dedicata al make-up. In questa occasione, pensando a quale argomento sarebbe stato utile affrontare, ho deciso di parlare del lattice liquido. Si tratta di un materiale molto comune e molto versatile, dalle molte possibilità di applicazione nel trucco e al di fuori di esso. La gomma di lattice proviene dagli alberi del caucciù, e veniva usata dalle popolazioni indigene per le sue proprietà impermeabilizzanti. Quando venne scoperta dagli europei, per poter spedire e vendere il materiale, si rese necessaria la stabilizzazione della gomma: la vulcanizzazione, trattando il lattice con dello zolfo, ne mantiene l’elasticità; l’aggiunta di ammoniaca ne mantiene lo stato liquido.

La composizione del lattice liquido è un fattore molto importante da considerare prima di utilizzarlo, perché determina la necessità di prestare alcune accortezze: sia la gomma del lattice che l’ammoniaca sono sostanze potenzialmente allergizzanti, per cui in mancanza di certezze è meglio provare il materiale su una zona limitata di pelle prima di procedere ad un’applicazione più estesa; per la presenza di ammoniaca, il lattice liquido non va utilizzato su donne in gravidanza; infine la presenza di zolfo influisce sulla catalisi del silicone al platino per poliaddizione, quindi nel caso in cui doveste utilizzarlo insieme al lattice premuratevi di farlo catalizzare prima delle applicazioni successive. Dopo aver tenuto conto di queste piccole precauzioni, siete pronti per utilizzare il vostro fantastico lattice liquido!

Ma come? In questa sede ovviamente tratterò gli utilizzi strettamente legati al make-up, saltando quelli per l’impermeabilizzazione di materiali o similari che, per quanto importanti, ci portano fuori argomento. Il lattice liquido si presta a diverse tipologie di applicazione, alcune delle quali direttamente su pelle. In questa categoria troviamo la tecnica dell’invecchiamento e quella del lattice-carta (chiamiamola così!). L’invecchiamento con il lattice permette di evidenziare le normali pieghe della pelle dando l’idea di piccole rughe in zone precise; se infatti picchiettiamo il lattice su zone di pelle tirate nella direzione del muscolo facciale, per poi lasciarlo asciugare e tamponarlo con del talco o della cipria, in quelle zone si formeranno delle pieghe perpendicolari alla direzione dello stiramento. Se non vi risulta molto chiaro, non demordete: più in là approfondiremo l’argomento in un articolo dedicato interamente all’invecchiamento. Il modo più semplice per spiegare il metodo in lattice e carta, invece, è la similitudine con la carta pesta in stile Art Attack: si tratta di stratificazioni di lattice e carta sul viso, eventualmente anche di ovatta, che permettono di modificare l’anatomia del volto con l’effetto di una pelle rovinata ed escoriata; dunque è un metodo semplice ed efficace per creare un zombie in poco tempo! Il lattice liquido inoltre è utile per la creazione di piccole protesi, colandolo all’interno degli stampi di ciò che volete riprodurre. Così come quando parlavamo della copertura delle sopracciglia con piccole protesi, anche in questo caso è importante che nel fare le diverse colate si lascino i bordi della futura protesi sottili, per renderli il più possibile sfumati e camuffati con la pelle. Inoltre è necessario fare attenzione a che non si formino delle pozze di lattice all’interno dello stampo, che farebbero fatica ad asciugarsi, avvalendosi anche dell’utilizzo di un phon per capelli. Infine, al momento di rimuovere la protesi dallo stampo, fate attenzione a stendere del talco su tutta la superficie interna ed esterna della protesi, poiché altrimenti diverse parti di lattice asciutto a contatto tenderebbero ad attaccarsi tra di loro. Per l’applicazione delle protesi, vi rimando all’articolo sulle colle epidermiche.  Il lattice liquido è facilmente reperibile in diversi negozi, anche di diverse tipologie. Il lattice prettamente da make-up ha una concentrazione di ammoniaca minore, e si può trovare in diversi negozi online e fisici di articoli per trucco o teatrali. Ricordo sempre la possibilità di acquistarlo presso la Kryolan. Altrimenti, soprattutto per l’utilizzo non epidermico e a colata del lattice, è venduto nei negozi di restauro con un’alta concentrazione di gomma.

Per il Lazio e in particolare Roma consiglio vivamente il lattice liquido di Antichità Belsito. Spero di non aver lasciato troppi dubbi aperti con questo articolo, e se così fosse spero di chiarirli con approfondimenti successivi. Come sempre vi saluto e rimando, per qualsiasi domanda o per qualche richiesta particolare per i prossimi articoli, alla mia pagina Facebook https://www.facebook.com/stronatigiuliamua e al mio profilo Instagram JulietMUA https://instagram.com/julietmua/

MUA Cosplay: Come incollare qualcosa alla pelle?

Ciao a tutti, lettori di Satyrnet, e bentornati a MUA Cosplay, la rubrica dedicata al make-up. Quello di questa settimana è un tema che ho visto venir fuori molto spesso sui gruppi cosplay di Facebook, ed è quello delle colle epidermiche. In sintesi, come potete evincere facilmente dal titolo, vorrei rispondere alla tipica domanda: “Come mi incollo questo/a naso/barba/posticcio/unicorno sulla pelle? E come posso rimuoverlo/a?” Premetto che l’argomento sarebbe molto vasto, perché in campo cinematografico si sono resi indispensabili diversi tipi di adesivi per rispondere a diverse esigenze. Tuttavia in questa sede ho pensato che sia più ragionevole trattare solo i materiali reperibili da tutti senza ipotecare casa e famiglia. Dunque ho escluso a piè pari il Pros-Aide ed il Telesis, nonostante la loro diffusione tra i truccatori e soprattutto la loro qualità.

La colla epidermica di cui tutti i cosplayer hanno sentito parlare almeno un volta è il mastice: si tratta di resina naturale sciolta in alcol isopropilico, motivo per cui il nome internazionale del prodotto è spirit gum. Viene utilizzato spesso in teatro per posticci in tulle, per le barbe o per quelle applicazioni leggere che non necessitano di un incollaggio particolarmente forte. Il mastice può essere facilmente applicato con un pennello da trucco sulla superficie epidermica su cui vogliamo incollare l’applicazione, anche se spesso le confezioni stesse sono dotate di un pennellino adatto all’uso (come lo smalto per unghie). Il momento giusto per far aderire l’applicazione è quando, picchiettando sopra il mastice, si noterà che esso forma dei filamenti. Per la rimozione del mastice, come di qualsiasi altra colla epidermica, esiste un remover specifico; tuttavia, può essere rimosso anche con l’alcol, essendo uno dei suoi componenti. Tra le note dolenti del mastice troviamo la resa estetica, ovvero il fatto che questa resina tende per sua natura a formare delle croste lucide e gialline, molto sgradevoli. Inoltre, alcune persone potrebbero essere allergiche per via dell’alcol. Esiste anche un mastice idrosolubile, l’Hydro Spirit Gum, che si rimuove con acqua e sapone, è opaco e trasparente, ma risulta meno forte del normale mastice ed ha tempi di asciugatura più lunghi.In ogni caso, il mastice è facilmente reperibile in tutti i negozi di articoli per teatro o per carnevale, a cifre abbordabili.

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“Confezioni di mastice di Kryolan”

In alternativa, Internet giunge sempre in nostro aiuto sul suo cyber-cavallo bianco, fornendoci diversi brand più o meno economici; al solito, Kryolan rimane una certezza. L’altra colla compatibile con la pelle che è facile reperire è la colla per ciglia finte. Esiste in due colorazioni, bianca o nera, ed il suo utilizzo è semplicissimo: basta applicarne una quantità esigua, non ne occorre troppa, ed aspettare che asciughi leggermente prima dell’incollaggio; se si applica una piccola protesi, può essere utile stendere della colla anche sul retro dell’applicazione. Ne esistono moltissimi marchi, più o meno costosi in diretta proporzionalità con la qualità del prodotto; in particolare, il brand universalmente riconosciuto come uno dei migliori è quello della colla Duo. La rimozione normalmente è abbastanza semplice, bastano acqua e sapone, oppure dei comuni prodotti struccanti. Tuttavia esistono molte persone allergiche alle colle per ciglia finte, in quanto gli ingredienti che la compongono sono spesso pericolosi: vi si annoverano infatti la formaldeide e dei derivati del ciano-acrilato.

Infine, mi sento in dovere di sfatare un mito: il vinavil non fa bene sulla pelle. In nessun caso. In nessun modo. Tantomeno, come sempre, vicino agli occhi. Ed anche se su internet si trovano migliaia di video e tutorial di persone che lo utilizzano, questo non lo rende comunque un prodotto compatibile con la pelle. Utilizzato troppo spesso può portare a brutti disturbi della pelle, e considerando il prezzo esiguo del mastice non mi sembra che valga la pena. Qualche anno fa la stessa Clio Make-Up realizzò un video-tutorial per un trucco zombie in cui utilizzava il vinavil sul viso, come si farebbe normalmente con il lattice (che a meno di allergie conclamate è dermocompatibile), e non furono poche nei commenti le polemiche e le testimonianze di arrossamenti ed eruzioni cutanee sorte dopo tentativi con la colla vinilica.Anche per questa settimana concludo ringraziandovi per l’attenzione, sperando di essere stata d’aiuto a qualcuno. Se avete qualche domanda personale o richiesta particolare per i prossimi articoli, scrivetemi senza nessunissimo problema, mi farà piacere rispondervi ed aiutarvi quanto possibile.

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Giulia Stronati

MUA Cosplay: Come coprire le sopracciglia?

Bentornati alla rubrica di Satyrnet dedicata al make-up e alle sue applicazioni nel mondo del cosplay. Sempre guidata dalla speranza di chiarire i dubbi latenti dei lettori, questa settimana ho pensato di affrontare l’argomento delle sopracciglia e della loro copertura. Il ruolo delle sopracciglia nella struttura e nella resa estetica del volto è fondamentale, in quanto sono un elemento estremamente comunicativo nel complesso della mimica facciale, ed è per questo che spesso nel teatro e nel cinema si rende necessaria la loro copertura. Similmente nel cosplay è questione molto frequente, soprattutto quando è necessario trasporre su un volto reale ed occidentale i tratti disegnati di un personaggio orientale.

Esistono diversi metodi di copertura delle sopracciglia che coinvolgono materiali differenti, ma anche in questa occasione mi limiterò a quelli più semplici e comuni. L’intento nella copertura delle sopracciglia è quello di appiattire il volume delle sopracciglia, dinamica che risulta più semplice sul sopracciglio femminile, che ha peli più sottili, piuttosto che su quello maschile. Tra le tecniche più “old school” e anche meno impegnative economicamente si trovano quelle che coinvolgono il sapone di marsiglia in scaglie, la cera per capelli e la colla stick. In tutti e tre i casi, si inizia pettinando il sopracciglio verso l’alto con uno scovolino da trucco; osserverete che i peli hanno come naturale senso di crescita quello verticale per i peli più interni, ma esso tende ad essere più diagonale che verticale procedendo verso l’esterno del sopracciglio.

Successivamente, si preleva una piccola quantità di prodotto con una spatolina e la si applica sul sopracciglio nel senso che si è appena dato con lo scovolino, cioè verticale all’inizio e poi sempre più in diagonale verso l’esterno. Rispettando il senso di crescita del pelo, il prodotto così applicato permetterà di appiattire le sopracciglia e di uniformarle tra di loro. Può essere utile scaldare un poco la spatolina prima dell’applicazione per ammorbidire il prodotto, e nel caso del sapone di marsiglia occorre prima inumidire le scaglie e lavorarle tra di loro fino ad ottenere una pasta morbida e lavorabile. In tutti e tre i casi, consiglio di applicare successivamente uno strato di cerotto spray o di lattice liquido, per preservare la compattezza del lavoro e limitare le crepe che queste tecniche tendono a formare. Nonostante sia il metodo più comune, quello che coinvolge la colla stick ha il difetto fondamentale di prevedere l’applicazione di un prodotto non dermatologicamente testato in una zona di pelle molto delicata, che lo rende molto rischioso.

Per ovviare a questo problema, è utile sapere che esiste la cera apposita per la copertura delle sopracciglia, che è testata quindi sicura; una ditta che la produce è la Kryolan, in panetti pigmentati color carne, a cifre sempre contenute. Un altra tecnica utile prevede l’utilizzo del mastice, o spirit gum, una colla epidermica che approfondiremo più in là. Dopo aver pettinato il sopracciglio come sopra, si applica il mastice nel senso naturale di crescita del pelo; quando il mastice comincia a fare dei fili, bisogna tamponare con una spugnetta, premendo e appiattendo i peli. Successivamente si applica della cipria (o del talco in mancanza d’altro) sulla superficie adesiva in modo da renderla opaca e ulteriormente lavorabile.

["Anxiety", Eleonora Pace, makeup di Giulia Stronati, foto di Andriy Monastyrskyy]
[“Anxiety”, Eleonora Pace, makeup di Giulia Stronati, foto di Andriy Monastyrskyy]

Questa può essere un’ottima base su cui applicare i prodotti descritti sopra (cera, colla stick, ecc.) che andranno a livellare gli avallamenti tra i peli incollati. Dopo l’applicazione del prodotto a vostra discrezione, consiglio sempre uno strato di cerotto spray o di lattice liquido con spugnetta. Se si ha a disposizione del lattice liquido, si può tenere in considerazione anche la copertura delle sopracciglia in piccole protesi. Per realizzarne una si può partire da un agrume (meglio un pompelmo perchè di dimensioni considerevoli), su cui riportare approssimativamente le dimensioni delle sopracciglia da coprire. Si applica poi uno strato di cipria sull’agrume, poi uno strato di lattice picchiettando con una spugnetta (l’ideale è la gomma-piuma da poter buttare a fine lavoro); una volta asciutto, si procede con un altro strato di cipria e uno di lattice facendo attenzione che quest’ultimo sia di 2-3mm più piccolo di quello precedente, così da avere una protesi dai bordi sottili. Si può procedere con questa statificazione tra le 3 e le 5 volte, a seconda dello spessore del sopracciglio da coprire e della concentrazione del lattice, dopodiché si può staccare la protesi dall’agrume applicando della cipria sulla superficie interna, togliendole potere adesivo. Questa sorta di “cerotto” può essere incollato sul sopracciglio con il mastice, che va applicato sia sui peli che sulla superficie interna della protesi. Il mastice è relativamente semplice da rimuovere con dei dischetti di cotone imbevuti di alcol, ma richiede un po’ di pazienza.

Dopo ciascun tipo di copertura, è opportuno colorare l’alone lasciato dal sopracciglio naturale con un correttore arancione, per poi passare al trucco normale con il fondotinta del colore adatto al vostro incarnato, meglio se un fondo cremoso e coprente. A questo punto potete ridisegnare il sopracciglio che preferite, eventualmente avvalendovi dell’utilizzo di stencil per sopracciglia. Non mi dilungo con la descrizione della copertura delle sopracciglia con il bondo, nonostante sia a mio avviso la più performante, in quanto prevede l’utilizzo di prodotti professionali abbastanza costosi. Spero anche questa settimana di aver dissipato qualche dubbio, e anche questa settimana vi ricordo che per qualunque altra domanda o chiarimento potete contattarmi su Facebook alla mia pagina:  Giulia Stronati Make-Up Artist https://www.facebook.com/stronatigiuliamua o su  Instagram: JulietMUA https://instagram.com/julietmua/

Alla prossima, Giulia

Giulia Stronati

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