E se Halloween avesse origine in Molise?

Vi abbiamo già parlato delle origini della Festa di Halloween, ma se invece tale ricorrenza e le sue tradizioni avessero avuto origine in Italia e in particolare in Molise? Scopriamolo insieme in questo interessante articolo tratto dal blog La Terra in Mezzo.

A Carovilli la sera di Ognissanti ha luogo la festa della “Mort cazzuta” in occasione della quale viene organizzato ‘R’cummit’ (il convito), una cena cui partecipano amici e parenti, il cui piatto principale sono le “Sagne e jierv”, cioè delle sagnette preparate con farina e acqua, condite con della verza e con pancetta di maiale. Al termine della cena, viene lasciato su un davanzale un piatto della pietanza, affinché i parenti defunti possano cibarsene. Accanto al piatto viene posta una zucca svuotata e intagliata con varie espressioni e contenente una candela accesa.

Il nome di “Mort cazzuta” nel dialetto locale significa ‘tagliata’ e rappresenta l’idea che ogni intagliatore collegava alla morte. L’uso di intagliare zucche e di illuminarle con candele si registra anche a Montemitro e a Pescolanciano, dove sui davanzali e negli angoli bui, per far spaventare i passanti, si esponevano delle zucche tagliate a mò di teschio, con dentro un cero. Proseguendo con le tradizioni, in alcune zone del Molise, dopo aver condotto il cadavere al cimitero, i parenti erano soliti abbandonare la casa per un giorno ed una notte, per permettere al morto di tornare a rifocillarsi. E ancora, anticamente, gruppi di questuanti giravano per il paese bussando agli usci delle case per richiedere legumi e frutta di stagione.

tratto da La Terra in Mezzo

Mazzamauriello e Zi’ Monaca 

Nora, detta anche Zi’ Monaca era una donna di umili origini che aveva appunto deciso di farsi suora. Un giorno, mentre svolgeva i lavori domestici si ritrovò in casa un essere minuscolo, dal sorriso beffardo e gli occhi lucidi, il viso tempestato di lentiggini e il naso all’insù. Si trattava di Mazzamauriello un folletto che era solito fare dispetti ma che poteva diventare pericoloso qualora venisse rivelata la sua presenza.

Se trattato bene il folletto avrebbe portato benefici, altrimenti avrebbe ucciso lo sventurato con il suo anello magico. Per molti anni il folletto visse con Zi’ Monaca continuando a farle dispetti di ogni sorta, mettendo subbuglio in casa, sparendo e riapparendo all’improvviso, trasformandosi  e ridendo. Spesso però, pentito, si faceva perdonare regalando delle monete alla suora, che accettava solo il necessario, fedele ai suoi voti.

Un giorno, mentre leggeva le sue preghiere, Mazzamauriello apparse dalle travi del soffitto minacciando di buttarsi di sotto, allora Zi’ Monaca, presa dall’esasperazione gli disse che poteva anche andare in malora e il folletto le gettò addosso gli arti e il capo. Presa dallo spavento la suora chiese consiglio al cugino Menico, dimenticando della sventura che si sarebbe abbattuta su di lei. Il cugino le disse di cambiar casa e quando lei tornò nella sua trovò i bagagli già pronti, cercò di fuggire ma Mazzamauriello la uccise col suo anello. A oggi nessuno vuol più saperne di quella casa per timore del Mazzamauriello.

Questo racconto è legato alle tradizioni di Campobasso, ma ci sono numerose altre varianti.

tratto da La Terra in Mezzo:

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Il cantone della Fata

Si narra che in epoca feudale una bella giovane, promessa sposa, per sfuggire allo Ius primae noctis, ossia il diritto da parte del padrone di trascorrere la prima notte di nozze con la futura sposa, fuggì via lanciandosi nel vuoto. Tanta era la bellezza della fanciulla che veniva chiamata Fata, per questo il Cantone prende questo caratteristico nome. Oggi si dice che in alcune notti di luna piena si possa sentire il lamento della ragazza che invoca il nome del suo amato.

Il Cantone è una massiccia formazione rocciosa che sorge all’interno del bosco del Carpineto, a Castropignano, non lontano dalle mura del Castello d’Evoli. Lo stesso Castello è protagonista di un’altra leggenda meno drammatica e decisamente più buffa e insolita. La leggenda riguarda la composizione architettonica del castello, che si dice essere composto da 365 camere, ogni notte gli abitanti del castello cambiavano stanza.

tratto da La Terra in Mezzo:

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Il Pozzo della Neve: L’abisso dei sogni

Uno dei gioielli più belli del Molise è racchiuso nel cuore delle montagne del Matese nella faggeta di Costa del Carpine a Campochiaro. Si tratta del Pozzo della neve, un abisso che giunge a una profondità di 1048 metri. Un vero e proprio gioiello sotterraneo di formazione carsica molto imponente sia per profondità che per estensione. Non molto lontano abbiamo Cul di Bove che è la seconda grotta del Matese caratterizzato da un torrente sotterraneo che forma laghi e cascate. Si è ipotizzato che tra le due grotte ci fosse un collegamento ma non ci sono conferme. Tornando al magico mondo di Tolkien ci piace pensare che queste grotte possano essere abitate dai nani e che questi ultimi abbiano voluto chiudere il collegamento tra Cul di Bove e Pozzo della neve per nascondere la loro presenza agli uomini.

 

tratto da La Terra in Mezzo:

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Il Re Bove

Re Bove, innamorato della sorella chiese al Papa il permesso di sposarla, egli acconsentì a patto che il Re edificasse 100 chiese. Il Re non si arrese e strinse un patto col Diavoloper riuscire nell’impresa in cambio della sua anima. I due collaborarono insieme e riuscirono a costruire 99 chiese, mentre stavano per realizzare l’ultima il Re ebbe un pentimento e chiese aiuto a Dio, che lo perdonò. Il Diavolo infuriato scagliò un sasso che è ancora visibile accanto alla Chiesa di Santa Maria della Strada. E’ proprio in questa chiesa che riposano le spoglie del Re. Delle 100 chiese attualmente se ne contano solo 7.

tratto da La Terra in Mezzo:

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I briganti di Roccamandolfi 

Siamo nel 1700, Roccamandolfi e la sua conformazione geografica si prestano ad accogliere uno dei fenomeni diffusi nel Mezzogiorno, il brigantaggio. Uno dei briganti più famosi è sicuramente Sabatino Lombardi, chiamato il Malvagio. Il povero Sabatino ce lo fecero diventare cattivo e quindi brigante, perché fu arrestato ingiustamente e gli venne uccisa anche la madre, così decise di unirsi ad altri briganti e si vendicò su quelli che gli avevano recato questo grave torto, siamo nel 1804. Dapprima il nostro brigante riesce a fuggire dalle carceri di Capua e poi si rivolse contro la famiglia Cimino. Anche la fine di Sabatino fu piuttosto drammatica, catturato e ucciso nel 1812 presso Colle Castrilli, venne non solo trascinato per tutto il paese come trofeo, ma venne decapitato e la sua testa esposta in una gabbia appesa al campanile fino al 1843. Gli ultimi briganti, che ancora mantenevano le motivazioni più pure della loro “missione”, quindi motivazioni politiche, furono Samuele Cimino e Domenicangelo Cecchino che morirono nel 1861, il primo ucciso dal cognato, il secondo fucilato in piazza.

tratto da La Terra in Mezzo

Wonder Heroes Project in Molise

Wonder Heroes Project

Se il Molise non esiste allora è proprio la patria dei supereroi. Villacanale, ancora supereroi ma questa volta si fanno arte, grazie all’associazione culturale Nuova Villacanale.  Il progetto dal titolo Wonder Heroes Project aveva come idea quella della realizzazione di una vera e propria galleria d’arte a cielo aperto, quindi non i classici murales a  sé stanti ma un vero e proprio progetto di rivalorizzazione e messa in evidenza di spazi grigi.

Dal 27 maggio del 2016 nascono quindi questi capolavori “fantastici” i cui protagonisti saranno Wonder Woman, Superman, Ironman. Nonostante spesso si parli di chiusura, il Molise con queste opere dimostra l’esatto contrario. Entusiasmo e aggregazione alla base di un processo di valorizzazione e riqualificazione. Si parte da un nucleo di sette opere nei pressi di Via San Giocondino, non esenti da riferimenti storico artistici, pertanto ben contestualizzate di modo che non vadano a risultare avulse dal luogo in cui nascono, quindi la bellezza si coniuga armoniosamente a un significato più profondo.

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Pop art in una visione quasi cinematografica e di ispirazione a Roy Lichtenstein è “The Kiss“, ovvero il bacio tra Wonder Woman e Superman, che trionfa sulla piazza. Si passa poi a Ironman che si ispira a Pollock attraverso un sapiente utilizzo delle colature di colore ben lontano dalla razionalità e permeato da un caotico intreccio di linee. E troviamo di nuovo Wonder Woman, chiaramente vicino a Andy Warhol ma che si sposa anche con la struttura più antica delle icone bizantine attraverso l’utilizzo dello sfondo che va a valorizzare il soggetto rendendogli un’aura di sacralità. Il colore rosso è stato scelto come sipario tra la paganità dell’opera realizzata e la divinità. Quasi al limite del sarcasmo, con una venatura piuttosto ironica, trionfa Capitan America nell’atto di detergersi un’orecchio. Qui il supereroe si fa umano compiendo un atto di quotidianità che lo avvicina all’uomo comune. Un gesto che rappresenta genuinamente il “sentirsi a casa”. Cavalcando l’onda dell’uscita del film avvenuta qualche mese fa, torna di nuovo Wonder Woman, che dismette i panni dell’eroina per indossare quelli della ragazza comune che acquista abiti firmati per vanità. Il tutto reso con una sfumatura dei contorni che rende l’opera surreale.

 

tratto da La Terra in Mezzo:

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La Basilica di Castelpetroso: iI santuario fantasy in Molise

La basilica dell’Addolorata sita in Castelpetroso, un gioiello visibile anche da lontano, coi suoi brillanti colori. Un santuario che ci porta dritti alle terre degli elfi del Signore degli anelli, arroccato su una roccia alta 800 metri, ci porta a ripercorrere i passi di Frodo a Gran Burrone, ma in questo caso non siamo di fronte a una storia fantasiosa da raccontare, anche se avvolto da un’atmosfera magica, ci collochiamo in ambito religioso. La storia del Santuario di Maria SS. Addolorata ebbe inizio il 22 marzo 1888, giorno in cui la Vergine fece la sua prima apparizione. Due contadine del luogo, Fabiana Cicchino e Serafina Valentino, si trovavano nei pressi del luogo denominato “Cesa Tra Santi” per lavorare un appezzamento di terra. Ormai a notte fonda e sotto una pioggia scrosciante, si attardarono per cercare due pecorelle smarrite.

Durante il cammino un forte bagliore catturò la loro attenzione, nonostante la paura dei briganti, si infilarono nei crepacci della montagna dove Bibiana (Fabiana) ebbe la visione mistica della Madonna con Cristo morente fra le braccia. Serafina ebbe la stessa visione solo dieci giorni dopo, nel giorno di Pasqua. Ovviamente la storia causò molto scetticismo e divisioni, alcuni etichettarono le ragazze come bugiarde, altri si recarono in pellegrinaggio sul luogo dell’apparizione. Lo stesso Vescovo di Bojano,Mons. Francesco Macarone Palmieri, ebbe una visione il 26 settembre 1888, inoltre nello stesso punto nacque una sorgente d’acqua, miracolosa.

Verso la fine del 1888 avvenne il miracolo che diede vita al progetto del Santuario: Carlo Acquaderni, decise di portare il dodicenne figlio Augusto, malato di tubercolosi sul luogo dell’apparizione. Dopo aver bevuto dalla fonte il ragazzo guarì. Agli inizi del 1889, fu annunciato il miracolo. Carlo e Augusto fecero ritornano sul luogo e assistettero per la prima volta all’Apparizione. Da qui per ringraziare la Madonna diedero vita a un progetto per la costruzione di un santuario in onore della Vergine. Il Santuario vede posare la prima pietra nel 1890. Solo nel 1975 però, avvenne la consacrazione.

tratto da La Terra in Mezzo:

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La Terra in Mezzo: il Molise esiste ed è una landa di fiaba

Il Molise esiste ed è un luogo fantastico. Una terra meravigliosa, tra mare e montagna culla della civiltà italiana (lo sapevate che uno dei primissimi insediamenti umani è stato proprio vicino ad Isernia?) che ha visto susseguirsi popoli e culture che hanno lasciato dietro di se moltissimi siti archeologici e tante, tante leggende. Proprio di leggende tratta il nuovo sito “La Terra in Mezzo” realizzato dalla blogger molisana Maria Merola.

Maria è una persona innamorata di questa bella terra, la sua terra! Ha deciso di intraprendere questo progetto stufa della solita: il Molise non esiste! Invece non solo esiste ma è una terra al di là di una semplice storia. Un luogo magico e sconosciuto che deve trovare un modo, un’idea, per farsi conoscere e diventare, come merita, una destination turistica internazionale. Ecco perché nasce La Terra in mezzo. Il titolo ovviamente sfrutta la magia di Tolkien per raccontare una regione “al centro dell’Italia” e al “centro di culture” che ha nella leggenda di luoghi meravigliosi, eppure sconosciuti, la sua definizione.

Tutto lo staff di Satyrnet fa i suoi complimenti a Maria Merola e alla sua raccolta di storie affascinanti, tra storia e magia, dedicate ad una delle regioni più belle d’Italia da conoscere e da scoprire!

Potete esplorare “La Terra in Mezzo” agli indirizzi: laterrainmezzo.altervista.org/ e facebook.com/pg/TerraInMezzo

 

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