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Zombieland 3: Ruben Fleischer prepara il ritorno degli zombie… a tempo di decennio

L’apocalisse si muove a un ritmo tutto suo, lo sappiamo. Ma quando si tratta della saga di Zombieland, la sua marcia non è frenetica e famelica, bensì cadenzata con una lentezza quasi monastica, un ticchettio ironico e programmato che eleva la sua natura pop e dissacrante a un vero e proprio rituale. Il mondo nerd sta già segnando il calendario, perché il regista che ha trasformato un’orda di non-morti in un autentico culto generazionale, Ruben Fleischer, ha appena fatto una promessa solenne: la trilogia di Zombieland si completerà nel 2029.

Non si tratta di una semplice mossa produttiva, ma del compimento di un vero e proprio schema narrativo e industriale: l’uscita del terzo capitolo rispetterà infatti una cadenza decennale. Come già accaduto tra il 2009 e il 2019, la saga riemergerà dalle rovine della sua apocalisse ogni dieci anni esatti, quasi come se la sua timeline non fosse scandita dalle zanne degli zombie, ma dal ritmo ineluttabile di una stramba liturgia personale.

Il Giuramento per E-mail del Sedicesimo Anniversario

La scintilla che ha riacceso la speranza e dato concretezza al progetto è nata da un gesto che è pura nostalgia da sopravvissuti. Fleischer stesso ha rivelato che il cast e l’intero team creativo si sono scambiati una catena di e-mail per celebrare il sedicesimo anniversario del primo film. Quella che è iniziata come una rimpatriata digitale si è trasformata in un vero e proprio giuramento: ritrovarsi un’ultima volta nel 2029 per chiudere il cerchio.

È affascinante notare come questa tempistica decennale si allinei in modo impeccabile con l’essenza stessa di Zombieland. Il franchise ha sempre scommesso sull’idea di Regole: le famigerate massime di sopravvivenza di Columbus, le leggi non scritte di un mondo devastato che insegnano quando correre, quando sparare e, soprattutto, quando evitare i bagni pubblici. Adesso, quella che era una geniale meccanica narrativa interna si proietta sulla produzione stessa: la Regola del Decennio. Un ritmo lento, insolito per un blockbuster, che quasi impone una pausa zen tra un massacro gore e una battuta fulminante e autoironica.

Un’Alchimia Intatta: Non Si Deride il Genere, Lo Si Ama

Fleischer, interpellato dalle testate statunitensi, ha chiarito che l’intenzione di chiudere la trilogia non è mai venuta meno. È sopravvissuta nel tempo come una torcia mitica, passata di mano in mano tra regista, sceneggiatori e gli interpreti. Lo spirito che rende unico Zombieland – l’alchimia esplosiva tra Emma Stone, Woody Harrelson, Jesse Eisenberg e Abigail Breslin, l’ironia metanarrativa, la capacità di giocare con il genere horror senza mai deriderlo – richiede tempo per essere ritrovato, dosato e lucidato a dovere. Quel mix inimitabile non può essere affrettato.

L’idea che la saga si manifesti ciclicamente ogni dieci anni è anche sorprendentemente coerente con l’intero panorama dell’horror e della cultura nerd. Ogni decennio sembra avere la sua ossessione: prima i vampiri, poi gli zombie, poi le creature lovecraftiane, tutte pronte a riaffermare ciclicamente la propria supremazia pop. Fleischer, non a caso, ha ammesso che il suo futuro professionale sarà affollato di creature fameliche, includendo nel suo mirino non solo zombie, ma anche vampiri e altre icone gotiche e pulp.

L’Hype Lento e Costante come un Non-Morto

Il vero ostacolo, quello che alimenta l’aura mitica del progetto, è il mondo esterno. L’industria cinematografica è da anni in balia di scioperi, slittamenti e imprevisti che possono mettere in ginocchio anche i franchise più solidi. Ma è proprio questa precarietà hollywoodiana che rende l’idea di ritrovare il quartetto di attori riunito nel 2029 un evento di valore quasi sentimentale. In un’era dominata dallo streaming e dai modelli produttivi ultra-accelerati, l’impegno per un ritorno ciclico suona come un patto narrativo con il pubblico: “Ci vediamo tra dieci anni nello stesso posto, con la stessa energia”.

Zombieland è, dopotutto, una storia di sopravvivenza, ma in modo più profondo, è una storia di famiglia. Una famiglia bizzarra, litigiosa, improvvisata eppure incredibilmente memorabile. Ritrovarli dopo un decennio è come rivedere vecchi amici che hanno attraversato un mondo devastato e che, nonostante tutto, hanno ancora una risata in tasca e la voglia di raccontare nuove avventure.

L’attesa per il 2029, lungi dall’essere frustrante, alimenta un hype del tutto particolare: un hype che non è fulmineo come un trailer a sorpresa, ma cresce lento e inesorabile, proprio come uno zombie che avanza barcollando ma non si ferma mai davvero. E quando quel terzo capitolo finalmente arriverà, sarà naturale sedersi e sorridere pensando: “Benvenuti di nuovo a Zombieland.”


E voi, appassionati lettori di CorriereNerd.it, cosa vi aspettate dal finale di questa epopea decennale? Un Zombieland più folle, più meta o più malinconico? Unitevi alla conversazione e venite a dircelo nei commenti!

“Ella McCay: il ritorno di James L. Brooks tra politica, ironia e cuore americano”

Quando un gigante di Hollywood decide di riaccendere i riflettori dopo oltre un decennio di silenzio, l’aria del cinema si carica di elettricità. Non parliamo di un ritorno spinto dal fan service o di un reboot nostalgico: stiamo parlando di James L. Brooks, il regista che ha saputo trasformare la commedia americana in un’arte dell’empatia. L’autore dietro capolavori come Voglia di tenerezza, Broadcast News (da noi Dentro la notizia) e, non ultimo, co-creatore della serie animata più influente di sempre: I Simpson.

Dopo tredici anni di assenza dalla regia — l’ultimo film risaliva a Come lo sai — Brooks torna con “Ella McCay”, una commedia politica e umana destinata a diventare uno dei titoli più discussi del 2025. Il film, distribuito da 20th Century Studios e Walt Disney Studios Motion Pictures, arriverà nelle sale americane il 12 dicembre 2025. Ma perché un’opera del genere dovrebbe intrigare anche i fan di fantascienza, multiversi e supereroi? La risposta è semplice: Brooks ha una superpotenza che pochi autori possiedono, quella di esplorare la mente e il cuore umano con la precisione di uno scienziato e la sensibilità di un poeta.


L’America vista da Ella McCay: la supereroina senza mantello

La protagonista, Ella McCay, è interpretata da Emma Mackey, attrice britannica capace di unire carisma e fragilità come pochi. Dopo aver conquistato il pubblico con Sex Education e Barbie, la Mackey si cala nei panni di una giovane vicegovernatrice trentenne, idealista ma tutt’altro che immune alle contraddizioni del potere.

Quando il suo mentore politico, Bill, interpretato da un monumentale Albert Brooks, decide di accettare un incarico nell’amministrazione Obama, Ella si ritrova improvvisamente al timone di uno Stato americano senza nome ma ricco di tensioni e responsabilità. La sua scalata politica diventa così il teatro di un conflitto più grande: quello tra ambizione e integrità, tra il desiderio di cambiare il mondo e la paura di esserne cambiati.

Con la consueta grazia narrativa, James L. Brooks trasforma una storia politica in un ritratto di umanità. “Ella McCay” diventa un affresco intimo e potente sulle fragilità di chi tenta di restare onesto in un sistema che raramente premia la sincerità.


Tra cinismo e vulnerabilità: il dialogo che dice tutto

Il trailer, appena diffuso online, è un concentrato di ironia e malinconia, marchio di fabbrica del regista. In una scena già diventata virale, Ella affronta il padre — interpretato da un irresistibile Woody Harrelson — con una battuta che racchiude l’essenza stessa del film:

“Non voglio comportarmi come se andassi in pensione oggi, quando in realtà sei costretto ad andartene per le tue molteplici relazioni con le donne che lavorano lì.”

Una frase che colpisce come un pugno allo stomaco, perché in poche parole intreccia la sfera pubblica e quella privata, la moralità e il disincanto. Brooks gioca ancora una volta sul sottile confine tra il riso e il pianto, tra la risata amara e la confessione sincera.

Accanto a Harrelson, una Jamie Lee Curtis in stato di grazia — fresca del suo Oscar per Everything Everywhere All at Once — interpreta la madre di Ella, incarnando una dolcezza glaciale e una forza disarmante. Il suo “Ti amo, ma non ti perdonerò mai” è la risposta perfetta a un tradimento, ma anche un inno alla complessità dell’amore.


Un cast stellare e un’eco di Springfield

Un film di Brooks è sempre un universo corale, e “Ella McCay” non fa eccezione. Oltre alla Mackey, Harrelson e Albert Brooks, il cast comprende Rebecca Hall, Ayo Edebiri (The Bear), Kumail Nanjiani, Jack Lowden, Spike Fearn e persino Julie Kavner, la storica voce di Marge Simpson. Un dettaglio che per i fan è più di un cameo: è un simbolo del legame indissolubile tra la nuova opera di Brooks e la sua eredità più iconica.

A firmare la colonna sonora troviamo Hans Zimmer, che torna a collaborare con il regista per la quinta volta. Le sue composizioni promettono di fondere eleganza orchestrale e malinconia intima, creando quell’atmosfera sospesa tra realtà e sogno che è da sempre il marchio di Brooks.


Gracie Films: l’etica dell’onestà

Prodotto dalla Gracie Films, la stessa casa dietro I Simpson e Broadcast News, “Ella McCay” è stato girato tra Rhode Island, Cleveland e New Orleans. Brooks ha ripreso alcune scene nel marzo 2025, segno del suo perfezionismo quasi artigianale. Ogni inquadratura, ogni dialogo è calibrato per restituire verità, non spettacolo.

Il regista stesso ha dichiarato in un’intervista:

“Ella non è perfetta, ma è onesta. E oggi, l’onestà è il più grande atto di coraggio possibile.”

Parole che suonano come un manifesto artistico in un’epoca dominata da cinismo e polarizzazione, dove la sincerità è la forma più rara di ribellione.


Il ritorno del cinema che ci parla (davvero)

“Ella McCay” non è solo un film sulla politica, ma una riflessione sul coraggio di restare umani. È la storia di una donna che non si nasconde dietro slogan o ideali di plastica, ma affronta i propri errori e la propria vulnerabilità come fossero battaglie da vincere.

Brooks ci ricorda che il vero cinema non ha bisogno di effetti speciali per scuotere le coscienze. Basta una buona storia, una regia sincera e personaggi che sembrano respirare accanto a noi. E in tempi di franchise e reboot infiniti, questa è forse la più rivoluzionaria delle magie.


E ora tocca a voi, Nerd!

Cari lettori di CorriereNerd.it, cosa ne pensate di questo grande ritorno?
James L. Brooks riuscirà a farci innamorare di nuovo del suo cinema empatico e tagliente? E quanto siete curiosi di vedere Emma Mackey alle prese con un ruolo tanto intenso?

Scriveteci nei commenti, condividete l’articolo e diteci la vostra: il dibattito è aperto!
Perché come insegna Brooks, il vero potere — anche nel cinema — nasce sempre dal dialogo.

L’illusione perfetta (Now You See Me: Now You Don’t) – Il ritorno dei Maghi del Crimine al cinema nel 2025

La saga dei maghi illusionisti più amati del cinema torna finalmente sul grande schermo. L’illusione perfetta (Now You See Me: Now You Don’t) – diretto da Ruben Fleischer e in uscita a novembre 2025 – rappresenta il terzo capitolo della saga iniziata con Now You See Me – I maghi del crimine (2013) e proseguita con Now You See Me 2 (2016). Un franchise che ha saputo mescolare thriller, spettacolarità e colpi di scena degni di un prestigiatore consumato, conquistando milioni di spettatori in tutto il mondo. Questa volta, Lionsgate ha deciso di alzare ulteriormente la posta, portando sullo schermo un film che non è solo un nuovo episodio, ma un vero e proprio passaggio di testimone tra due generazioni di illusionisti. Una scelta che rispecchia il clima cinematografico degli ultimi anni, dove i veterani tornano a fare da guida ai nuovi arrivati, esattamente come abbiamo visto in Scream (2022) o nel nuovo I Know What You Did Last Summer del 2025.


La nuova sfida degli Horsemen

La trama ruota attorno a una missione ad alto rischio: i Quattro Cavalieri – dopo essersi separati a causa di errori e contrasti interni – si ritrovano a dover collaborare nuovamente per affrontare la temibile famiglia criminale dei Vanderberg, un clan che gestisce traffici e riciclaggio su scala mondiale. Stavolta, però, non saranno soli. Ad affiancarli ci sarà una nuova generazione di illusionisti, pronti a portare idee fresche, trucchi innovativi e un pizzico di rivalità giovanile.

Il cuore del film è un colpo leggendario: il furto del diamante regina più grande al mondo, obiettivo simbolico e scintillante che mette in gioco onore, potere e vendetta. Una premessa che promette inseguimenti spettacolari, giochi di prestigio mozzafiato e la classica danza di inganni e rivelazioni che ha reso iconica la saga.


Un cast tra ritorni e volti nuovi

Il fascino del franchise non potrebbe esistere senza i suoi protagonisti storici. Jesse Eisenberg torna a vestire i panni dell’arrogante Danny Atlas, Woody Harrelson riprende il ruolo del mentalista Merritt McKinney, Dave Franco quello dello scaltro Jack Wilder, e Isla Fisher – assente dal secondo capitolo – rientra finalmente nei panni della spericolata escapologa Henley Reeves. Accanto a loro ritroviamo il leggendario Morgan Freeman, nei panni del manipolatore Thaddeus Bradley, sempre a metà strada tra alleato e burattinaio.

A portare nuova linfa alla storia ci pensano Justice Smith, Dominic Sessa e Ariana Greenblatt, volti emergenti di Hollywood, insieme a Rosamund Pike, che interpreta la glaciale e pericolosa Veronika Vanderberg, matriarca della famiglia criminale. Una villain che promette di essere tanto elegante quanto spietata.


Dietro le quinte della magia

La produzione del film ha un percorso lungo quasi un decennio. Già nel 2015 Lionsgate aveva annunciato di voler realizzare un terzo capitolo, ma il progetto ha cambiato più volte rotta. Dopo il coinvolgimento di Jon M. Chu, regista del secondo episodio, la direzione è passata a Ruben Fleischer, che ha saputo riportare coerenza e concretezza al franchise.

Le riprese hanno avuto luogo tra Budapest, Anversa e Abu Dhabi, sfruttando location iconiche come il Louvre Abu Dhabi e il circuito di Yas Marina. Una scelta che non solo garantisce un impatto visivo spettacolare, ma che richiama la natura cosmopolita e internazionale delle imprese degli Horsemen.

La colonna sonora sarà firmata ancora una volta da Brian Tyler, già autore delle musiche dei primi due film, capace di trasformare la tensione narrativa in ritmo e spettacolo.


Distribuzione e futuro del franchise

Now You See Me: Now You Don’t arriverà nelle sale italiane il 13 novembre 2025, un giorno prima della distribuzione americana. Lionsgate ha già confermato che il franchise non finirà qui: un quarto capitolo è già in fase di sviluppo, sempre con Ruben Fleischer dietro la macchina da presa.

Questa mossa conferma la volontà dello studio di trasformare la saga in un universo narrativo più ampio, dove i nuovi personaggi possano diventare i protagonisti di avventure future, senza dimenticare i volti storici che hanno reso grande la serie.


Un’illusione che continua

Now You See Me: Now You Don’t non è solo un sequel, ma un ponte tra passato e futuro, un gioco di prestigio che rinnova la magia degli Horsemen senza snaturarne l’essenza. È la celebrazione di un cinema che diverte, sorprende e invita lo spettatore a lasciarsi ingannare con piacere.

E, come in ogni buon trucco, la vera domanda resta sempre la stessa: riusciremo a scoprire il segreto dietro l’illusione, o resteremo ancora una volta meravigliosamente ingannati?

The Electric State: Il Film Post-Apocalittico dei Fratelli Russo che Mescola Nostalgia e Fantascienza

The Electric State è sicuramente uno dei film più attesi del 2025, una pellicola che unisce elementi di fantascienza, avventura, commedia e dramma. A dirigere questo ambizioso progetto ci sono i fratelli Russo, Anthony e Joe, che hanno già fatto la storia con la loro collaborazione ai film Marvel. Il film si ispira al graphic novel omonimo del 2018 scritto da Simon Stålenhag, ed è destinato a trasportare gli spettatori in un futuro alternativo, ambientato negli anni ’90, che si distingue per un conflitto devastante tra umani e robot.

La trama di The Electric State si svolge in un mondo post-apocalittico, in cui una guerra fra esseri umani e intelligenze artificiali ha ridisegnato il paesaggio degli Stati Uniti. La storia segue Michelle, una giovane donna interpretata da Millie Bobby Brown, che intraprende un viaggio attraverso una terra desolata alla ricerca del suo fratellino scomparso. Lungo il cammino, sarà accompagnata da un robot giocattolo misterioso e da Keats, un contrabbandiere interpretato da Chris Pratt, che aggiungerà un tocco di umorismo al dramma che i due protagonisti stanno vivendo. Il film, quindi, non si limita a raccontare una storia di sopravvivenza, ma esplora temi profondi come la solitudine, la speranza e la resilienza, il tutto in un mondo ormai ridotto in macerie dalla guerra tra uomo e macchina.

Ma quello che rende davvero speciale The Electric State è l’atmosfera nostalgica che permea l’intero film. Il paesaggio distrutto, con i rottami dei droni da battaglia e gli avanzi di una società ossessionata dalla realtà virtuale, richiama quel periodo degli anni ’90, quando la tecnologia stava cambiando rapidamente e la cultura popolare si tuffava in un futuro che sembrava sia promettente che inquietante. È un mondo che potrebbe sembrare familiare per chi ha vissuto quei tempi, ma che appare ormai irriconoscibile, come se tutto ciò che avevamo costruito fosse collassato sotto il peso delle nostre stesse invenzioni.

Nel cast stellare del film troviamo anche Ke Huy Quan, Jason Alexander, Woody Harrelson, Anthony Mackie, Brian Cox, Jenny Slate, Giancarlo Esposito e Stanley Tucci, un elenco che aumenta ulteriormente l’interesse attorno al progetto. Ma The Electric State non è solo il racconto di una giovane donna e del suo viaggio, è anche una riflessione sull’impatto della tecnologia sull’umanità. La sceneggiatura, firmata da Christopher Markus e Stephen McFeely, che hanno già collaborato con i Russo in numerosi film Marvel, promette di esplorare questi temi con una sensibilità contemporanea, riuscendo a mescolare azione ed emozioni con la consueta maestria dei registi.

L’aspetto visivo del film gioca un ruolo fondamentale nel creare questa atmosfera. Le immagini di paesaggi distrutti, disseminati di rottami tecnologici e droni abbandonati, non possono fare a meno di richiamare alla mente altri grandi film che hanno esplorato universi post-apocalittici, come Mad Max: Fury Road o Blade Runner. Tuttavia, The Electric State si distingue per il suo tocco nostalgico, che evoca il passato recente, un’epoca che sembra ormai distante ma che ancora esercita un forte fascino su di noi.

Millie Bobby Brown, che ha già conquistato i fan con Stranger Things, torna sul grande schermo con un ruolo che le permette di mostrare tutta la sua versatilità. Al suo fianco, Chris Pratt sembra trovarsi a suo agio nel mescolare azione e umorismo, creando una chimica irresistibile con la Brown. La loro interazione si riflette perfettamente nel trailer ufficiale, che offre un assaggio delle emozionanti avventure e dei momenti comici che punteggiano il film. Tra scene spettacolari e battute pungenti, The Electric State sembra avere tutti gli ingredienti per diventare un successo.

E come se non bastasse, il robot giocattolo che accompagna Michelle si rivela essere un personaggio a sé stante, con un comportamento ironico che non solo alleggerisce il tono della pellicola, ma arricchisce anche la trama con momenti di pura leggerezza. Questo mix di dramma e umorismo, unito a una riflessione sulla tecnologia, è ciò che rende The Electric State un film tanto promettente quanto intrigante.

Con un budget che si dice superi quello di The Gray Man, un altro grande progetto dei fratelli Russo per Netflix, The Electric State si prepara a essere una delle produzioni più costose e ambiziose della piattaforma di streaming. I fan possono quindi aspettarsi un’esperienza visivamente spettacolare, con effetti speciali all’avanguardia che daranno vita a un mondo post-apocalittico ricco di dettagli e atmosfera. Il film sarà disponibile su Netflix a partire dal 14 marzo 2025, dopo la presentazione in anteprima mondiale al Grauman’s Egyptian Theatre di Los Angeles il 24 febbraio dello stesso anno. Non resta che aspettare per scoprire come questa storia avvincente si trasformerà in una delle esperienze cinematografiche più coinvolgenti degli ultimi anni.

Assassini nati – Natural Born Killers compie 30 anni!

Il 26 agosto 1994 non fu una data come le altre per gli amanti del cinema. Quel giorno, le sale cinematografiche di tutto il mondo videro l’uscita di un’opera destinata a diventare un vero e proprio terremoto culturale: Assassini nati – Natural Born Killers. Non un semplice film, ma un’esplosione di violenza, satira e stile visivo che ancora oggi risuona come un pugno nello stomaco, dividendo il pubblico e la critica, ma lasciando un’impronta indelebile nella storia della Settima Arte.

Questo crime action grottesco, diretto dal visionario Oliver Stone, è la prova che un film può essere al tempo stesso un’opera d’arte e un’arma a doppio taglio. Nato da una sceneggiatura originale di Quentin Tarantino, il progetto era inizialmente pensato per essere l’ennesima celebrazione dell’irriverenza, con dialoghi brillanti e situazioni sopra le righe che avevano già reso celebri titoli come Le Iene e il capolavoro Pulp Fiction. Tuttavia, il genio di Oliver Stone aveva altri piani. Il regista, già acclamato per la sua capacità di scavare nelle piaghe della società americana con opere come Platoon e JFK, riscrisse il copione insieme a Richard Rutowski e David Veloz, trasformando radicalmente la visione di Tarantino. La metamorfosi fu così profonda che Tarantino stesso, un purista del suo stile, si allontanò dal progetto, arrivando a chiedere che il suo nome fosse rimosso dai titoli.

Ciò che emerse dalla mente di Stone fu un film che superò la semplice violenza per diventare una critica feroce e spietata del potere dei media. Natural Born Killers non è un’apologia della violenza, ma una riflessione profonda su come la società moderna, in particolare attraverso la televisione e la stampa, glorifichi e spettacolarizzi il crimine, trasformando i criminali in celebrità e le loro gesta in un macabro intrattenimento. Mickey e Mallory Knox, interpretati con una maestria quasi disturbante da Woody Harrelson e Juliette Lewis, sono i perfetti archetipi di questa perversa dinamica. Una coppia di psicopatici, uniti da un amore malato e distruttivo, che lasciano una scia di sangue lungo la leggendaria Route 66, non per un motivo preciso, ma per la loro stessa esistenza caotica e folle. Il loro viaggio è un’odissea sanguinaria che, fotogramma dopo fotogramma, si trasforma in uno show mediatico, un circo della morbosità che affascina il pubblico e i giornalisti.

La critica ai media è il cuore pulsante del film, e il personaggio di Wayne Gale, interpretato da un magnifico Robert Downey Jr., ne è la personificazione. Gale, un giornalista televisivo assetato di scoop, trasforma la follia di Mickey e Mallory in una narrazione sensazionalistica, portando la loro celebrità a livelli insostenibili. L’uso di stili visivi differenti – dal 35mm al Super 8, dall’animazione al bianco e nero – non è solo una scelta estetica, ma un modo per immergere lo spettatore nella mente contorta dei protagonisti, facendogli vivere in prima persona il caos e la violenza che dominano le loro vite. Il direttore della fotografia, Robert Richardson, ha saputo catturare questa follia con inquadrature mozzafiato, trasformando il film in un’esperienza sensoriale unica e psichedelica.

Ma la denuncia di Stone non si ferma ai media. Il film esplora anche la figura del detective Jack Scagnetti, un personaggio perverso e violento che, pur avendo il compito di fermare Mickey e Mallory, si rivela altrettanto disturbato e spietato, dimostrando che il confine tra bene e male è spesso labile e che la violenza non è un problema esterno, ma una piaga che affonda le sue radici nella società stessa. Il film è un monito, una profezia che si è avverata, anticipando una società in cui l’immagine domina su tutto e in cui il confine tra intrattenimento e realtà si fa sempre più sottile.

A distanza di trent’anni, il dibattito su Natural Born Killers è ancora vivo. È stato un capolavoro o solo un’opera furba, costruita per scioccare e attirare l’attenzione? Forse è entrambe le cose. Ciò che è certo è che il film rimane uno dei momenti più alti della carriera di Oliver Stone, un regista che con questo lavoro ha spinto oltre i confini del cinema tradizionale, esplorando nuove frontiere narrative e visive. Non solo un successo di pubblico, ma un vero e proprio cult, un simbolo di un’epoca di sperimentazione e audacia. Natural Born Killers è una pellicola che non lascia indifferenti, un’opera che continua a far riflettere sulla pericolosità di un sistema che, invece di combattere la violenza, la celebra e la perpetua. E forse, proprio per questo, continuerà a essere discusso e analizzato, testimoniando la potenza di un cinema che sa essere specchio e denuncia della realtà, anche a costo di turbare e sconvolgere il suo pubblico.

Suncoast in arrivo il 9 febbraio su Disney+

Disney+ ha diffuso il trailer e la key art di Suncoast, scritto e diretto da Laura Chinn, con Nico Parker, Laura Linney e Woody Harrelson. Il film originale è stato presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival il 21 gennaio 2024 e sarà disponibile in streaming in esclusiva in Italia dal 9 febbraio su Disney+.

Il film si basa sulla storia semiautobiografica di un’adolescente (Nico Parker) che, mentre si prende cura del fratello insieme all’audace madre (Laura Linney), stringe un’improbabile amicizia con un eccentrico attivista (Woody Harrelson) che protesta contro uno dei più importanti casi medici di tutti i tempi.

Searchlight Pictures presenta Suncoast, una produzione Freestyle Picture Company e 7 Deuce Entertainment. Il film scritto e diretto da Laura Chinn è prodotto da Jeremy Plager, Francesca Silvestri, Kevin Chinoy e Oly Obst. I produttori esecutivi sono Chris Stinson, Amy Greene e Anna Schwartz. Nel cast ci sono Laura Linney, Nico Parker, Matt Walsh, Keyla Monterosso Mejia, Scott MacArthur, Ella Anderson, Daniella Taylor, Amarr, Ariel Martin e Woody Harrelson.

Zombieland – Doppio colpo

Zombieland – Doppio colpo è il sequel della commedia horror del 2009, Zombieland, diretta da Ruben Fleischer e interpretata da Woody Harrelson, Jesse Eisenberg, Emma Stone e Abigail Breslin. Il film riprende le avventure dei quattro sopravvissuti a un’apocalisse zombie, che si ritrovano a dover affrontare nuove sfide, nuovi personaggi e nuovi tipi di zombie. Il film è una parodia del genere zombie, che si diverte a citare e ironizzare i cliché e i riferimenti della cultura pop americana. Il film è anche una riflessione sulla famiglia, sull’amicizia e sull’identità, che mette in contrasto i diversi stili di vita e le aspirazioni dei protagonisti.

Zombieland – Doppio colpo è un film che non delude le aspettative dei fan del primo capitolo, ma che non riesce a superarle o a rinnovarle. Il film si basa sulla stessa formula vincente del predecessore, riproponendo le stesse situazioni, le stesse battute, le stesse regole e gli stessi personaggi, con qualche aggiunta e qualche variazione. Il film è divertente, ma non sorprendente, è godibile, ma non memorabile, è sicuro, ma non innovativo.

Il punto di forza del film è il cast, che riesce a ricreare la stessa alchimia e la stessa simpatia del primo film. Woody Harrelson è ancora una volta il rude e irriverente Tallahassee, che ama le armi, le macchine e Elvis Presley. Jesse Eisenberg è il timido e impacciato Columbus, che segue le sue regole per sopravvivere e che cerca l’amore con Wichita. Emma Stone è la sarcastica e indipendente Wichita, che ha paura di impegnarsi e che protegge la sorella minore. Abigail Breslin è la ribelle e curiosa Little Rock, che vuole crescere e trovare il suo posto nel mondo. A questi si aggiungono dei nuovi personaggi, che sono per lo più delle caricature comiche, come la bionda e svampita Madison, interpretata da Zoey Deutch, che fa da spalla a Columbus, o la tosta e sexy Nevada, interpretata da Rosario Dawson, che fa da interesse amoroso a Tallahassee. Ci sono anche dei cameo divertenti, come quello di Luke Wilson e Thomas Middleditch, che interpretano delle versioni alternative di Tallahassee e Columbus, o quello di Bill Murray, che appare in una scena dopo i titoli di coda.

Il punto debole del film è la trama, che è piuttosto scontata e prevedibile, e che non offre nulla di nuovo o di originale. Il film si limita a ripercorrere le orme del primo, senza osare o sperimentare. Il film si basa su una serie di episodi, che portano i protagonisti da un luogo all’altro, senza una vera coesione o una vera evoluzione. Il film introduce anche dei nuovi tipi di zombie, che sono classificati in base alla loro intelligenza e alla loro resistenza, ma che non hanno una vera rilevanza nella storia. Il film cerca di creare dei momenti di tensione e di azione, ma senza mai mettere in pericolo i personaggi principali, che sembrano immuni a ogni minaccia. Il film cerca anche di creare dei momenti di emozione e di sentimento, ma senza mai approfondire i rapporti e i conflitti tra i personaggi, che si risolvono in modo facile e superficiale.

In conclusione, Zombieland – Doppio colpo è un film che si lascia guardare con piacere, ma che non lascia il segno. Il film è una commedia horror che fa ridere, ma che non fa paura, che fa divertire, ma che non fa riflettere, che fa apprezzare, ma che non fa amare. Il film è un doppio colpo, ma non un colpo di genio.

Chewbacca alla prima di Solo

Moltissime celebrities hanno partecipato all’anteprima esclusiva dell’attesissimo film Solo: A Star Wars Story, distribuito nelle sale italiane in circa 800 copie. Questo nuovo capitolo della saga di Guerre Stellari ha riportato questi vip (e presto tutti gli appasionati) a bordo del Millennium Falcon, in una nuova avventura incentrata sulla canaglia più amata della galassia lontana lontana. Attraverso una serie di audaci bravate nel profondo di un mondo criminale oscuro e pericoloso, Han Solo fa amicizia con il suo futuro possente copilota Chewbacca e incontra il famigerato giocatore d’azzardo Lando Calrissian, in un viaggio che determinerà il futuro di uno degli eroi più improbabili della saga di Star Wars.
Grande protagonista della serataChewbacca ha sfilato sul carpet e posato con personalità del mondo dello spettacolo, dello sport e del web come Fabio Rovazzi, Giulia Valentina, Valerio Staffelli, Giulia De Lellis, Edoardo Stoppa, Juliana Moreira, Francesco Sole, Lidia Schillaci e molti altri ancora. Fin dal loro arrivo, gli ospiti hanno potuto immergersi nell’atmosfera galattica del film grazie agli allestimenti a tema, tra cui l’esclusiva Renault Kadjar Chewbacca ispirata a Solo: A Star Wars Story e i modelli Lego di Chewbacca e del Millennium Falcon. In sala, la proiezione del film è stata anticipata da un’esibizione speciale di nove ottoni dell’Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi che hanno suonato dal vivo tre brani dalla celebre colonna sonora di Star Wars e dalla presenza dei ragazzi della Rebel Legion Italian Base e della 501st Italica Garrison, i gruppi di costuming internazionali riconosciuti da Lucasfilm!
Diretto da Ron Howard, questo film ricco di divertimento è interpretato da Alden Ehrenreich, Woody Harrelson, Emilia Clarke, Donald Glover, Thandie Newton, Phoebe Waller-Bridge e Paul Bettany, insieme a Joonas Suotamo che torna a interpretare Chewbacca.  Il 15 maggio i filmmaker e il cast hanno sfilato sul red carpet del Festival di Cannes 2018, dove il film è stato presentato in anteprima europea nella Selezione Ufficiale e Fuori Concorso.

Le Legioni per Solo, A Star Wars Story

Sono tempi duri sotto il dominio Imperiale, ed i pianeti della galassia sentono la pressione del pugno di ferro dell’Imperatore. Uno di questi mondi che ha visto sicuramente giorni migliori è Corellia, trasformata dall’Impero Galattico in uno dei suoi principali stabilimenti di produzione di navi stellari, famosi cantieri navali che sfornano caccia TIE, Star Destroyer e molte altre armi di dominio imperiale. Per sopravvivere alla dura realtà che ha colpito il suo mondo natale, un giovane ladro di strada di nome Han passa i suoi giorni a fare truffe mentre lavora per una famigerata banda corelliana, rubando ciò che può e facendo accordi per conto del suo malvagio boss. Han non è raffinato, spericolato e si mette continuamente nei guai – per poi improvvisare una via d’uscita.  Senza mai pianificare le cose nel lungo periodo, Han va dove le opportunità chiamano. Determinato a diventare “il miglior pilota della galassia”, si arruola nella marina imperiale solo per trovarsi cacciato dall’accademia di volo per “fare sempre di testa sua”. Ma sta per incontrare una carismatica canaglia di nome Tobias Beckett, un uomo che avrà un enorme impatto sul tipo di persona che Han è destinato a diventare.

Manca pochissimo all’uscita nei cinea di Solo: a Star Wars Story e la Rebel Legion Italian Base non poteva certo mancare a questo appuntamento per il film/evento sulla gioventù di uno dei personaggi più iconici della Saga Stellare più amata di sempre, in collaborazione con 501stItalica Garrison e Saber Guild, la legione di costuming ufficialmente riconosciuta da Lucasfilm e dedicata ai “buoni” della saga sarà presente in diversi cinema su tutto il territorio nazionale il 23-26-27 Maggio.

In particolare le legioni di Star Wars saranno presenti: Uci Cinema di Orio al Serio (Bg), Uci Lingotto (To), Uci Genova (Ge), Uci Verona (Vr), Victoria Multiplex (Mo), Multiplex Omnia Center (Po), The Space Parco Dei Medici (Roma). Non possiamo comunicare ora gli orari di presenza dei nostri ragazzi perchè potrebbero variare sino agli ultimi giorni.

La 501st Italica Garrison il distaccamento Italiano della 501st Legion, un’organizzazione mondiale di appassionati di Star Wars che possiedono ed indossano i loro costumi di natura “imperiale”. La mission del gruppo, che ad oggi conta oltre 7000 membri attivi in più di 100 Garrison suddivise in tutto il mondo, si riassume in 3 punti fondamentali: promuovere Star Wars, celebrare la sua mitologia e promuovere il marchio, dando ai fan una comunità nella quale farlo; portare nella realtà il fascino dei costumi della saga, studiando, realizzando ed indossando questi costumi, per soddisfazione personale (hobby) e per l’intrattenimento del pubblico che può finalmente interagire dal vivo con gli spettacolari personaggi della saga; – contribuire alla comunità utilizzando questi costumi e le nostre risorse collaborando con associazioni benefiche, visite negli ospedali e contribuendo con raccolte fondi destinate ad aiutare chi è meno fortunato di noi. Nel 2013 le attività della 501st hanno raccolto ben 16 milioni di dollari in tutto il mondo! http://www.501italica.com/

La Rebel Legion è una organizzazione internazionale di costuming di Star Wars, creata da e per chi è interessato nel replicare costumi relativi al mondo di Star Wars: Jedi, piloti e truppe ribelli, principesse e anche Wookiee…non manca nessuno! Grazie alla serietà dimostrata ed all’accuratezza dei costumi, la Rebel Legion è stata riconosciuta ufficialmente dalla LucasFilm come principale associazione mondiale di costuming per i “ribelli” di Star Wars. La Rebel Legion è cresciuta fino a diventare l’organizzazione internazionale che è oggi: più di 2000 membri in oltre 28 paesi in tutto il mondo, con 57 basi di diversi stati, diventando il primo gruppo di costumi ribelli nella comunità starwarsiana. Rebel Legion Italian Base, nata del 2005, è la sezione italiana del gruppo internazionale di costuming ribelle Star Wars. http://www.rebellegionitalianbase.it/

La Saber Guild è un organizzazione senza scopo di lucro che si occupa di eventi di beneficenza e volontariato. Tramite spettacoli coreografici di spada laser ed i suoi costumi, mira ad aiutare il prossimo e a diffondere la passione per l’immenso universo di Star Wars. Saber Guild è una delle quattro organizzazioni internazionali ufficialmente riconosciute dalla Lucas, insieme a Rebel Legion Italian Base e 501st Italica Garrison, Saber Guild Roma è la prima divisione aperta in italia. Determinati a portare il sorriso sui volti di grandi e piccoli, trasformando la passione in un faro che porti speranza, la Saber Guild è sempre alla ricerca di nuove collaborazioni per sviluppare progetti culturali e di beneficenza. http://www.saberguildroma.altervista.org/

Lo Star Wars Day dedicato a Solo

Oggi, in occasione dello Star Wars Day, la giornata che i fan di tutto il mondo dedicano alla celebrazione della saga stellare più amata di sempre, si aprono ufficialmente le prevendite dei biglietti dell’attesissimo film Solo: A Star Wars Story. Maggiori informazioni sono disponibili sul sito http://disney.it/film/solo-a-star-wars-story, in continuo aggiornamento.  Protagonista di questa nuova avventura è Han Solo, il leggendario contrabbandiere dal cuore d’oro, oltre che uno dei personaggi più amati nella storia del cinema. Tra audaci bravate in un mondo criminale oscuro e pericoloso, Han Solo fa amicizia con il suo futuro possente copilota Chewbacca e incontra il famigerato giocatore d’azzardo Lando Calrissian, in un’avventura che determinerà il futuro di uno degli eroi più iconici della saga di Star Wars. “È una canaglia, un anticonformista e possiede un elemento di mistero”, spiega la produttrice Kathleen Kennedy parlando dell’iconico personaggio. “È affascinante, incredibilmente carismatico e adorabile: una combinazione davvero fantastica per un eroe d’azione di Star Wars”.

Solo: A Star Wars Story esplora gli anni formativi di Han Solo e segue il suo viaggio attraverso una serie di incontri ch e avranno un forte impatto su di lui, combinando i temi della fiducia, la lealtà, l’amore e il tradimento con un umorismo leggero, tanta ironia e scene d’azione spensierate. Il regista Ron Howard, fan dichiarato di Star Wars e amico di George Lucas spiega: “La storia riflette moltissimo lo spirito dei film originali nella sua combinazione di giocosità e temi profondi, mescolata con grandi scene d’azione, e ambientata in un universo affascinante, invitante, divertente e capace di spingere alla riflessione”.

Il cast del film è composto da Alden Ehrenreich nel ruolo di Han Solo, Woody Harrelson, Emilia Clarke, Donald Glover nel ruolo di Lando Calrissian, Thandie Newton, Phoebe Waller-Bridge, Joonas Suotamo e Paul Bettany.  Scritto da Lawrence Kasdan & Jonathan Kasdan, Solo: A Star Wars Story è prodotto da Kathleen Kennedy, Allison Shearmur e Simon Emanuel, mentre Lawrence Kasdan, Jason McGatlin, Phil Lord e Christopher Miller sono i produttori esecutivi. Il regista e il cast di Solo: A Star Wars Story sfileranno sul red carpet del Festival di Cannes 2018, che avrà luogo dall’8 al 19 maggio e dove il film sarà presentato nella Selezione Ufficiale e Fuori Concorso.

La Rebel Legion Italian Base e la 501st Italica Garrison saranno disponibili in numerosi Disney Store sparsi per la penisola, sabato 5 e domenica 6 maggio alle 17 per partecipare al “Wookie weekend”: una caccia al tesoro davvero speciale e per una giornata all’insegna di divertenti attività galattiche. basterà presentarsi in Store e pronunciare la frase segreta “Fare o non fare, non c’è provare” per ricevere un regalo a tema. In concomitanza con lo Star Wars Day, nei Disney Store sarà inoltre finalmente disponibile anche la nuova esclusiva linea di prodotti dedicati alla saga stellare.

La 501st Italica Garrison il distaccamento Italiano della 501st Legion, un’organizzazione mondiale di appassionati di Star Wars che possiedono ed indossano i loro costumi di natura “imperiale”. La mission del gruppo, che ad oggi conta oltre 7000 membri attivi in più di 100 Garrison suddivise in tutto il mondo, si riassume in 3 punti fondamentali: promuovere Star Wars, celebrare la sua mitologia e promuovere il marchio, dando ai fan una comunità nella quale farlo; portare nella realtà il fascino dei costumi della saga, studiando, realizzando ed indossando questi costumi, per soddisfazione personale (hobby) e per l’intrattenimento del pubblico che può finalmente interagire dal vivo con gli spettacolari personaggi della saga; – contribuire alla comunità utilizzando questi costumi e le nostre risorse collaborando con associazioni benefiche, visite negli ospedali e contribuendo con raccolte fondi destinate ad aiutare chi è meno fortunato di noi. Nel 2013 le attività della 501st hanno raccolto ben 16 milioni di dollari in tutto il mondo! http://www.501italica.com/

La Rebel Legion è una organizzazione internazionale di costuming di Star Wars, creata da e per chi è interessato nel replicare costumi relativi al mondo di Star Wars: Jedi, piloti e truppe ribelli, principesse e anche Wookiee…non manca nessuno! Grazie alla serietà dimostrata ed all’accuratezza dei costumi, la Rebel Legion è stata riconosciuta ufficialmente dalla LucasFilm come principale associazione mondiale di costuming per i “ribelli” di Star Wars. La Rebel Legion è cresciuta fino a diventare l’organizzazione internazionale che è oggi: più di 2000 membri in oltre 28 paesi in tutto il mondo, con 57 basi di diversi stati, diventando il primo gruppo di costumi ribelli nella comunità starwarsiana. Rebel Legion Italian Base, nata del 2005, è la sezione italiana del gruppo internazionale di costuming ribelle Star Wars. http://www.rebellegionitalianbase.it/

Now You See Me – I maghi del crimine: l’illusione corre sul grande schermo

Appena usciti dalla sala, con ancora negli occhi le luci accecanti degli spettacoli di Las Vegas e l’adrenalina delle fughe rocambolesche, possiamo dirlo: Now You See Me – I maghi del crimine, diretto da Louis Leterrier, è uno di quei film che dividono ma che difficilmente lasciano indifferenti. È un heist movie travestito da spettacolo di magia, un thriller che flirta con il paranormale, una sorta di “Ocean’s Eleven” in salsa illusionistica, con un pizzico di mistero esoterico. Il film raduna un cast stellare: Jesse Eisenberg è il cartomago J. Daniel Atlas, affascinante e sfrontato; Isla Fisher veste i panni della coraggiosa escapologa Henley Reeves; Woody Harrelson interpreta Merritt McKinney, mentalista ipnotico e pungente; Dave Franco è Jack Wilder, giovane prestigiatore dal talento per il borseggio. A dare la caccia a questi moderni Robin Hood ci sono l’agente FBI Dylan Rhodes (Mark Ruffalo) e la collega dell’Interpol Alma Dray (Mélanie Laurent), mentre dietro le quinte si muovono figure ambigue come il miliardario Arthur Tressler (Michael Caine) e l’ex-mago smascheratore Thaddeus Bradley (Morgan Freeman).

La trama si apre con un reclutamento misterioso: quattro illusionisti ricevono un invito criptico che li porterà a unirsi sotto il nome dei Quattro Cavalieri. Un anno dopo, a Las Vegas, il loro primo grande spettacolo culmina con un numero apparentemente impossibile: il teletrasporto di un uomo dal palco al caveau di una banca parigina, con tanto di pioggia di milioni di euro sul pubblico. Non è solo uno show, è una rapina perfetta compiuta sotto i riflettori. Da qui parte un inseguimento serrato tra colpi di scena, nuovi trucchi, casseforti svanite nel nulla e spettacoli che diventano atti di giustizia sociale contro ricchi e corrotti.

Leterrier costruisce un film che vive di ritmo e spettacolarità: le scene degli show hanno il fascino di un grande concerto pop, mentre i colpi dei Cavalieri strizzano l’occhio ai migliori film di rapina hollywoodiani. Non mancano i momenti di ironia, i giochi di prestigio smascherati, ma anche quell’alone di mistero che spinge a chiedersi se dietro agli specchi e alle illusioni non si nasconda davvero un tocco di magia.

Il cuore del film, tuttavia, sta nel suo finale: la rivelazione che dietro ogni mossa, ogni illusione e ogni beffa c’è un piano di vendetta orchestrato con precisione chirurgica. Non tutti i nodi vengono spiegati fino in fondo e qualche passaggio può sembrare eccessivamente macchinoso, ma l’effetto complessivo è quello di uno spettacolo che mantiene la promessa: sorprendere lo spettatore e tenerlo incollato fino all’ultima inquadratura.

Now You See Me – I maghi del crimine è un film che parla di magia, ma anche di fiducia, di inganni e di spettacolo come arte della distrazione. Piacerà a chi ama i thriller con ritmo serrato, a chi si diverte a cercare il trucco dietro l’illusione e a chi si lascia ancora incantare dal luccichio dei riflettori. Certo, non è privo di difetti: qualche forzatura narrativa c’è, e il continuo gioco di specchi può stancare chi cerca un intreccio lineare. Ma proprio come un numero di magia ben riuscito, il film funziona se ci si lascia trasportare, se si sceglie di credere per due ore che la magia possa esistere davvero.

E voi? Avete già visto i Cavalieri in azione? Quale dei loro numeri vi ha lasciato più a bocca aperta? Correte a dircelo nei commenti: la vera illusione è che il dialogo finisca qui.

Benvenuti a Zombieland

Benvenuti a Zombieland è un film del 2009 diretto da Ruben Fleischer, che mescola il genere horror con la commedia nera. Il film racconta le avventure di quattro sopravvissuti a un’apocalisse zombie, che si ritrovano a viaggiare insieme per gli Stati Uniti alla ricerca di un luogo sicuro. Il film si distingue per il suo umorismo cinico e irriverente, che prende in giro i cliché del cinema di zombi e della cultura americana. Il film ha avuto un buon successo di critica e di pubblico, ed è considerato uno dei migliori esempi di zombie comedy.

Il film si apre con una voce narrante che ci introduce al protagonista, Columbus (Jesse Eisenberg), un giovane studente nerd e timido, che ha sopravvissuto all’epidemia grazie a una serie di regole che segue scrupolosamente, come “doppio colpo”, “controlla il sedile posteriore” o “non essere un eroe”. Columbus cerca di raggiungere i suoi genitori in Ohio, ma lungo la strada incontra Tallahassee (Woody Harrelson), un uomo rude e violento, che ha una passione per le armi e per i Twinkies, i dolcetti che non riesce mai a trovare. I due decidono di allearsi per affrontare gli zombie, ma vengono ingannati da due sorelle, Wichita (Emma Stone) e Little Rock (Abigail Breslin), che li derubano della loro macchina e delle loro armi. Dopo averle rintracciate, i quattro si accordano per andare insieme verso ovest, dove si dice che ci sia un parco divertimenti chiamato Pacific Playland, dove non ci sono zombie. Durante il viaggio, i quattro imparano a conoscersi meglio e a fidarsi l’uno dell’altro, e Columbus si innamora di Wichita, che però ha paura di legarsi a qualcuno. Il film è ricco di scene divertenti e spettacolari, come quella in cui Tallahassee assalta un supermercato pieno di zombie per trovare i Twinkies, o quella in cui i quattro si fermano nella villa di Bill Murray, che si finge uno zombie per divertirsi. Il film raggiunge il suo culmine quando i quattro arrivano a Pacific Playland, dove devono affrontare un’orda di zombie che li attacca da tutte le parti. Il film si conclude con un lieto fine, in cui i quattro riescono a scappare e a formare una sorta di famiglia improvvisata.

Benvenuti a Zombieland è un film che riesce a divertire e a intrattenere lo spettatore, senza prendersi troppo sul serio. Il film gioca con i codici del genere horror, creando situazioni paradossali e grottesche, in cui gli zombie sono più che altro dei bersagli da colpire con le armi più disparate. Il film non ha la pretesa di essere realistico o profondo, ma di offrire una visione ironica e dissacrante della fine del mondo. Il film si basa anche sul carisma e sulla bravura degli attori, che interpretano dei personaggi simpatici e ben caratterizzati, che usano dei nomi di città come pseudonimi per non affezionarsi troppo. Il film ha anche delle citazioni e dei riferimenti a altri film e a elementi della cultura popolare, come il cameo di Bill Murray, che è una delle scene più esilaranti del film. Il film ha anche una colonna sonora azzeccata, che include brani rock e metal, che creano un contrasto con le immagini. Il film è un esempio di come si possa fare una commedia horror di qualità, che non si limita a ripetere gli stessi schemi, ma che li reinventa con originalità e intelligenza. Il film è consigliato a chi ama il genere zombie, ma anche a chi vuole passare un’ora e mez