La Collina di Lorenzo, il museo a cielo aperto ispirato a Miyazaki

Nel suggestivo territorio di Castiglione delle Stiviere, al confine con la provincia di Brescia, si erge maestosa “La collina di Lorenzo”, un luogo incantato che sembra essere uscito direttamente da uno dei film del celebre regista giapponese Hayao Miyazaki. Con i suoi 13 ettari di estensione, questa collina accoglie annualmente circa 20 mila bambini delle scuole elementari, offrendo loro un’esperienza unica immersa nella natura.

Castiglione delle Stiviere, situata nella Pianura Padana sui colli morenici del lago di Garda, è conosciuta come la “città delle fontane” grazie al grande numero di antiche fontane e lavatoi presenti in città. La storia della città è ricca di eventi illustri, come il passaggio di Henry Dunant dopo la Battaglia di Solferino e San Martino del 1859, che ispirò la nascita della Croce Rossa. La Collina di Lorenzo, situata a breve distanza dalla cittadina, offre un’esperienza naturalistica unica sulle colline moreniche della provincia di Mantova. Questo laboratorio di educazione ambientale all’aria aperta è dedicato all’apprendimento e al rispetto della natura, ed è stato adottato dal celebre alpinista Fausto De Stefani con un focus particolare sui bambini. All’interno di questo spazio verde, gli alberi trasmettono messaggi di vita e speranza, i piccoli costruiscono casette per gli uccelli e un anfiteatro con sedili di legno accoglie i visitatori lungo un sentiero illuminato da scalinate di pietra nel buio della notte. I ragazzi partecipanti imparano a scolpire il legno, dipingere e ascoltare le storie dei viandanti antichi, in un’atmosfera che favorisce la creatività e l’apprendimento attraverso l’esperienza diretta della natura.

Sulle pendici della Collina di Lorenzo si possono ammirare statue in legno raffiguranti personaggi dei film di Miyazaki, come Totoro e Porco Rosso, che evocano il mondo fantastico creato dall’artista giapponese. Queste opre si trovano immersi in un’atmosfera magica e surreale, che sembra provenire direttamente da uno dei mondi fantastici dello Studio Ghibli.

Tutto questo è frutto del lavoro di Fausto De Stefani, un alpinista di fama internazionale e il secondo italiano ad aver scalato tutte le montagne di altitudine superiore agli ottomila metri. La sua visione improntata sulla solidarietà e sull’impegno ecologico ha trasformato il terreno ereditato da Lorenzo Saviola in un luogo magico, popolato da figure che sembrano uscite direttamente dai mondi fantastici di Miyazaki. Fausto De Stefani è sopratutto un uomo che ha fatto della solidarietà e dell’impegno ecologico la sua missione. Il suo approccio alle grandi vette dell’Asia va oltre l’alpinismo stesso, parlando dell’uomo e della sua relazione con gli altri e con l’ambiente circostante. Il suo impegno ha contribuito notevolmente a portare questi temi all’attenzione del mondo della montagna e non solo, rendendolo un vero punto di riferimento per tutti coloro che condividono la sua visione.

Hayao Miyazaki – Il sognatore

Cari lettori, oggi vi parliamo di un libro che non può mancare nella libreria di tutti gli appassionati del mondo poetico di Hayao Miyazaki. Si tratta di “Hayao Miyazaki, il sognatore”, un’opera che ci permette di immergerci ancora di più nell’universo creativo di uno dei più grandi animatori viventi.

Hayao Miyazaki è una figura fondamentale per chi è cresciuto con i celebri anime giapponesi, un vero e proprio padre spirituale che ha saputo incantare intere generazioni con le sue meraviglie disegnate. In questo libro troveremo contributi di studiosi, artisti e amici che ci aiuteranno a scoprire sempre di più il fascino di Miyazaki, insieme a tavole originali dei suoi storyboard.

Dalla descrizione del suo ultimo film, “Il ragazzo e l’airone“, al racconto dettagliato della sua carriera leggendaria dall’inizio fino ad oggi, “Hayao Miyazaki, il sognatore” ci offre uno sguardo privilegiato sull’universo creativo di questo geniale artista. Tra i contributi presenti nel libro troviamo nomi importanti come Nino Cammarata, Isabella Mazzanti, Igort e molti altri.

L’editore di questa imperdibile pubblicazione è Oblomov Edizioni, e vi consigliamo vivamente di prendere in mano questo libro e lasciarvi trasportare nel mondo incantato di Hayao Miyazaki. Non ve ne pentirete!

Sul fondo del lago di Iseo si cela il tesoro volante di Miyazaki

Un relitto misterioso giace sul fondo del lago: un motore Bristol Jupiter e un’elica che ci riportano indietro nel tempo, all’epoca dei primi voli. Ma non si tratta di un aereo qualsiasi…

L’ombra di Miyazaki aleggia sul Sebino: il maestro dell’animazione giapponese è da sempre ossessionato dagli idrovolanti Caproni, e i resti sul fondo del lago potrebbero essere proprio uno di quelli che hanno ispirato i suoi capolavori come “Porco Rosso” e “Si alza il vento”.

L’idrovolante di Hayao Miyazaki: un sogno che prende vita

L’amore di Hayao Miyazaki per gli idrovolanti è una costante del suo cinema d’animazione. Da “Porco Rosso” a “Si alza il vento“, questi velivoli iconici sono spesso protagonisti delle sue storie, incarnando il fascino del volo e la libertà dell’immaginazione.

Ma qual è la storia che ha ispirato la passione di Miyazaki per gli idrovolanti?

Tutto iniziò quando, da bambino, visitò il Museo dell’aviazione di Ueno a Tokyo. Lì, vide per la prima volta un idrovolante Caproni Ca.310, un velivolo italiano della Seconda Guerra Mondiale. Quel gigante d’acciaio catturò la sua immaginazione e accese la sua passione per il volo.

Da allora, gli idrovolanti sono diventati un elemento ricorrente nei film di Miyazaki. In “Porco Rosso”, il protagonista Marco Pagot è un ex pilota di idrovolanti trasformato in maiale che vive in solitudine su un’isola deserta. In “Si alza il vento”, il giovane Jiro Horikoshi progetta idrovolanti da caccia per l’esercito giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale.

Oltre ad essere un omaggio alla sua passione, gli idrovolanti di Miyazaki rappresentano anche il suo desiderio di libertà e di pace. Sono un simbolo di speranza che ci permette di volare oltre le barriere del tempo e dello spazio, verso un futuro migliore.

Un tuffo nella storia:

  • La Caproni e il lago d’Iseo: L’azienda aeronautica italiana aveva una base sul lago all’inizio del XX secolo, dove venivano costruiti e testati idrovolanti.
  • La Seconda Guerra Mondiale: I nazisti occuparono la zona e usarono il lago per scopi militari, progettando anche un folle attacco a New York con mini-sommergibili.

Simbolo di libertà o di orrore? I resti dell’idrovolante Caproni ci lasciano con un dilemma: sono un inno al volo e all’ingegno umano, o un macabro ricordo di un periodo buio della storia?

Cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti!

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Insieme, esploriamo i segreti del lago d’Iseo e del mondo di Miyazaki!

Buon Compleanno Hayao Miyazaki

Oggi, 5 gennaio 2024, si festeggia il 83° compleanno di uno dei più grandi maestri dell’animazione giapponese: Hayao Miyazaki. Nato a Tokyo nel 1941, Miyazaki ha dedicato la sua vita alla creazione di manga e anime di straordinaria bellezza e profondità, che hanno conquistato il pubblico e la critica di tutto il mondo. Autore e regista di capolavori come Nausicaä della Valle del vento, Il castello nel cielo, La città incantata e Si alza il vento, Miyazaki è anche uno dei fondatori dello Studio Ghibli, la casa di produzione che ha realizzato alcuni dei più celebri film d’animazione della storia del cinema.

Le opere di Miyazaki sono caratterizzate da una ricchezza di temi e valori universali, che toccano il cuore e la mente degli spettatori di ogni età e cultura. Tra questi, spiccano l’educazione, l’infanzia, la forza della natura, l’ecologia, l’immaginazione e la comprensione. Miyazaki sa raccontare storie avvincenti e coinvolgenti, che oscillano tra il dramma e la fantasia, il realismo e il sogno, il passato e il futuro. Le sue opere sono state riconosciute come opere d’arte a livello internazionale, ricevendo numerosi premi e riconoscimenti, tra cui l’Oscar per il miglior film d’animazione nel 2003 per La città incantata.

Ovviamente, il modo migliore per festeggiare il maestro dell’animazione nipponica è  vedere il suo ultimo film, Il ragazzo e l’airone, che è uscito in Italia il primo gennaio. Si tratta di un film fantasy, ispirato alla sua infanzia e ad alcuni romanzi, tra cui E voi come vivrete? di Genzaburō Yoshino. Il film racconta la storia di Mahito, un ragazzo di 12 anni che, guidato da un airone parlante, scopre un mondo fantastico popolato da strane creature. Il film è il primo di Miyazaki dal 2013, quando aveva annunciato il suo ritiro dopo Si alza il vento. A luglio 2016 però decise di ritornare a dedicarsi ad un nuovo progetto, che ha richiesto sette anni di produzione.

Grazie maestro e buon compleanno!

La moda manga conquista il mondo: Hot Topic e Studio Ghibli lanciano una collezione da sogno

Se siete appassionati di manga e anime, non potete perdervi la nuova collezione di abbigliamento che sta facendo impazzire i fan di tutto il mondo. Si tratta di una linea di capi e accessori ispirata alle opere dello Studio Ghibli, il celebre studio d’animazione giapponese fondato da Hayao Miyazaki.

La collezione è frutto della collaborazione tra Hot Topic, un brand di moda americano noto per il suo stile alternativo e originale, e lo Studio Ghibli stesso, che ha messo a disposizione i suoi creativi per realizzare dei capi unici ed innovativi. Il risultato è una collezione che cattura lo spirito e la magia delle storie e dei personaggi dello Studio Ghibli, da Totoro a Chihiro, da Howl a Ponyo.

La collezione è stata presentata in anteprima a Harajuku, il quartiere di Tokyo famoso per essere la culla della moda kawaii, ovvero quella moda basata sul concetto di “carino” e “adorabile”. In un negozio temporaneo in stile popup, aperto per soli 18 giorni, i fan hanno potuto ammirare e acquistare i capi della collezione, che spaziano dai vestiti alle giacche, dalle magliette alle borse, dai cappelli alle spille. Il negozio è stato anche un luogo di incontro e di scambio tra i fan, che hanno potuto condividere la loro passione per lo Studio Ghibli e per la moda manga.

La moda manga, infatti, non è una novità nel mondo della moda.

Da anni, i manga e gli anime sono fonte di ispirazione per molti stilisti e marchi, sia di nicchia che di lusso. Prada, Supreme e Louis Vuitton sono solo alcuni esempi di brand che hanno creato delle collezioni ispirate a opere come Final Fantasy XIII-2, Akira, One Piece e Dragon Ball. Anche personaggi come Doraemon e Lady Oscar sono diventati icone di stile e hanno collaborato con brand come Nike, Gucci e Moschino.

Questa moda si basa sulla creatività, sulla fantasia e sull’emozione.

È una moda che non conosce confini geografici o generazionali. È una moda che piace a tutti, dai bambini agli adulti, dagli appassionati ai curiosi.

La nuova collezione di Hot Topic e Studio Ghibli ne è la prova. Si tratta di una collezione che celebra la bellezza e la diversità delle opere dello Studio Ghibli, che sono amate da milioni di persone in tutto il mondo. Si tratta di una collezione che vi farà sentire parte del mondo magico dello Studio Ghibli, che vi farà sognare e sorridere.

Yōkai: Le Antiche Stampe dei Mostri Giapponesi

A Bologna tutti stanno impazzendo per Yōkai, una mostra allestita al Palazzo Pallavicini che propone le stampe giapponesi del periodo Edo che sono state le ispirazioni per manga e anime. Queste stampe, prodotte tra il Settecento e l’Ottocento nell’arcipelago, trasportano i visitatori in un mondo popolato da mostri e antichi rituali. Glitter, brigate di cinque samurai, creature che si evolvono e si trasformano, e incantesimi tutti tra le illustrazioni. Sarà possibile trovare in mostra opere da ben diciassette collezioni private, tra cui xilografie, libri rari, armature e fermagli-sculture in avorio.

Gl’Yōkai sono creature (non sempre malvagie) con poteri straordinari e aspetto mostruoso. Non sarà difficile vedere La principessa strega Takiyasha, eroi che scacciano donne-ragno, la volpe divina e gatti mutaforma. Inoltre, nelle varie stanze di esposizione un samurai narra i racconti della tradizione giapponese, da quelli del Grande Periodo di Pace fino a quelli del Tokaido. Organizzata e prodotta da Vertigo Syndrome, questa mostra darà l’opportunità di vivere un’esperienza divertente ma anche ricercata, modernizzata dall’illustratrice Marga “Blackbanshee” Biazzi. Ad attendere i più piccoli ci saranno un cooking show, uno spettacolo di performing art, e un percorso pensato apposta per rendere i più piccoli dei “cacciatori di mostri”. La rassegna resterà aperta fino al 23 Luglio, e sarà incluso un prezioso catalogo di Skira con tutte le illustrazioni in mostra.

YOKAI

Scoprirete cosa sono gli Yōkai esplorando oltre duecento opere risalenti al XVIII e XIX secolo che provengono da diverse collezioni private (inclusi xilografie, libri antichi, armature e fermaglisculture in avorio). Gli Yōkai sono creature con autonomi poteri straordinari e un aspetto mostruoso. Tale periodo, detto Grande Pace, significa la trascrizione di tradizionali racconti giapponesi. Queste storie con un forte potere narrativo raccontano di una figlia di un generale che impara magia per combattere i traditori, di eroi che scacciano donneragno che irretiscono gli ubriachi, di mostri di fiume che annegano i bambini, di una volpe divina che sposa luomo che la salva da un cacciatore, di una donnaciliegio che combatte il male e di un gatto mutaforma che vendica la sua padrona.

DAL 7 APRILE AL 23 LUGLIO 2023

Dopo il grande successo alla Villa Reale di Monza, la mostra Yōkai. Le antiche stampe dei mostri giapponesi

arriva a Bologna, in Palazzo Pallavicini, dal 7 aprile al 23 luglio 2023.

Porco Rosso, il capolavoro “antifascista” di Hayao Miyazaki

Porco Rosso, il celebre film di Hayao Miyazaki e prodotto dallo studio Ghibli, racconta la storia dell’aviatore italiano Marco Pagot e uscì nelle sale del Giappone esattamente il 7 dicembre del 1992 Il film è liberamente basato sul manga Hikōtei jidai, creato dallo stesso regista Miyazaki. Nel 2003 la Buena Vista realizzò il doppiaggio in lingua italiana e annunciò l’uscita del film per il mercato home video italiano. Tuttavia, dopo aver posticipato più volte l’uscita, perse i diritti del film e questa edizione non venne mai portata a compimento e pubblicata. Il 30 ottobre 2010 è stato presentato in versione sottotitolata con un nuovo adattamento a cura di Gualtiero Cannarsi all’interno del Festival Internazionale del Film di Roma 2010 col titolo Il Maiale Rosso per rendere con maggiore fedeltà l’originale. Il 12 novembre 2010 è uscita nelle sale italiane una nuova edizione del film curata dalla Lucky Red, che ha mantenuto il titolo Porco Rosso.

Marco Pagot è un asso dell’aviazione militare italiana che, in seguito a un misterioso incidente durante la Prima Guerra Mondiale, assume per magia l’aspetto di un maiale antropomorfo. Con il nome di battaglia di Porco Rosso, a bordo del suo idrovolante vermiglio, decide di ritirarsi dal mondo militare e di guadagnarsi da vivere facendo il cacciatore di taglie. Ma l’arrivo del pilota americano Curtis, assoldato dai Pirati del Cielo, lo costringe a nuove battaglie sui cieli dell’Adriatico, continuando a combattere contro il Fascismo per la salvaguardia dell’umanità e per la riconquista di un perduto amore.

Questo film, pur nella bizzarria tematica e nell’anomalia dell’ambientazione che ne costituisce il fascino, è fedele ai temi del maestro dell’animazione giapponese, come il volo (con i duelli aerei di fantasiosi velivoli), la condanna del fascismo, il tema della maledizione (la metamorfosi suina di Marco come quella dei genitori di Chihiro ne La città incantata, la malattia di Ashitaka in Princess Mononoke, la trasformazione di Haru in un gatto in La ricompensa del gatto e la maledizione di Sophie ne Il castello errante di Howl), la presenza di un personaggio femminile adolescente, la rinuncia ad una distinzione netta tra buoni e cattivi. Lo stesso Donald Curtis, pur essendo l’antagonista, non è realmente un personaggio negativo. Più in particolare, la metafora dell’uomo-maiale si presta a più interpretazioni. In chiave buddhista, il maiale rappresenta l’ignoranza, la dispercezione della realtà e l’auto-inganno del sé, ma è anche vero che il maiale è un animale simpatico a Miyazaki, tanto che lo Studio Ghibli è anche detto buta-ya (la casa del porco) per via di un’insegna vittoriana raffigurante un maiale che campeggia sul portico dell’edificio.

Porco Rosso è considerato come uno dei più inusuali film del maestro. Originalmente, doveva essere una breve produzione realizzata per una compagnia di volo, e neanche il suo autore, ad oggi, è certo di conoscere il motivo per cui il titolo è diventato popolare tra i fan. Marco Pagot, un asso dell’aviazione militare italiana durante la Prima Guerra Mondiale, sopravvive casualmente a un incidente, ma, per magia, assume l’aspetto di un maiale antropomorfo. Abbandonate l’aeronautica e la vita mondana, si isola dal mondo sull’Adriatico, partecipando alla vita dei contrabbandieri della costa dalmata e vivendo delle taglie sui pirati aerei, a cui dà la caccia con il suo monoplano rosso (per questo è noto come “Porco Rosso”). Il film segue le sue avventure fra l’Istria e Milano, in un’Italia immaginaria (ma non troppo) mostrata attraverso splendide vedute aeree, nel conflitto con un pilota americano (Donald Curtis), i pirati e il fascismo, e nell’amicizia con una giovanissima meccanica (Fio Piccolo).

 

Nella prima stesura del soggetto, dal graphic novel Zassō notō, poi, il personaggio di Marco era un vecchio maiale che seduce la ragazzina ed è poi riscattato dal suo amore, ma nel film di questo non v’è più traccia, anche se la connotazione erotico-estetica rimane, dato che l’uomo-maiale è anche il fascino maschile che prescinde dalla bellezza. Probabilmente, però, le due letture privilegiate della metafora riguardano due aspetti diversi del personaggio, uno pubblico e l’altro privato. “Porco rosso” può leggersi, infatti, come insulto fascista, dal momento che la posizione politica di Marco è chiara nella sua scelta contro il regime, che lo ha per questo messo all’indice, riducendolo ad essere un reietto cacciatore di taglie. D’altra parte, Marco si sente un maiale per essere l’unico sopravvissuto alla battaglia aerea in cui sono morti tutti i suoi compagni, fatto considerato disonorevole dai giapponesi.

Il mio vicino Totoro

 

“Il mio vicino Totoro” (o solo “Il vicino Totoro”) è il film che più di tutti rappresenta l’immagine dello Studio Ghibli. Acclamato dalla critica e dal pubblico, il film ha vinto l’Animage Anime Grand Prix nel 1988, mentre l’anno seguente si è aggiudicata il premio nella categoria miglior film al Mainichi Film Concours. Il personaggio di Totoro è stato talmente apprezzato da essere in seguito utilizzato per il logo dello Studio Ghibli. Nel 2008 la rivista inglese Empire lo inserì al numero 275 della lista dei 500 migliori film della storia. In Italia il film è approdato il 18 settembre 2009, a ventun anni di distanza dalla prima proiezione giapponese.

Le vicende del film sono ambientate nell’hinterland di Tokyo nei primi anni cinquanta,protagonisti due bambine,Satsuki 11 anni,e Mei 4 anni, che si stanno trasferendo col padre da lì a Matsu no Gô, un villaggio di campagna per andare a vivere più vicini alla loro mamma che è ricoverata in ospedale. Per le due bambine è un viaggio alla scoperta della Natura dele sue forze. Satsuki e Mei incontreranno per primi gli makkurokurosuke (nel libro definiti “susuwatari”), spiritelli della fuliggine che occupano le vecchie case abbandonate e che solo i bambini possono vedere e in seguito Mei incontrerà Totoro,uno spirito buono nascosto dentro un albero di canfora. Un essere dall’aspetto un po’ pittoresco: un incrocio tra una talpa, un orso e un topo.

Quando Miyazaki concepì per la prima volta Il mio vicino Totoro, la protagonista era unica ed era una bambina di 6 anni. Prima di avviare la produzione però, decise di dividerla in due sorelle, una più grande e una più piccola di quella che aveva in mente. Ecco come sono nate Satsuki e Mei. La loro origine comune è visibile nel nome: “Mei” è la versione giapponese della parola inglese per maggio (May); “Satsuki” è un termine in giapponese arcaico per il quinto mese dell’anno, maggio appunto. Per il personaggio di Mei fu preso a modello la nipotina di Miyazaki.. Il film è in parte autobiografico. Quando Miyazaki e i suoi fratelli erano piccoli, la loro madre ha sofferto di tubercolosi spinale per nove anni, trascorrendo molto del suo tempo in ospedale. Di conseguenza nel film, anche se non viene mai rivelato, la madre di Satsuki e Mei soffre anch’essa di tubercolosi. Miyazaki una volta disse che per lui sarebbe stato troppo doloroso se i due protagonisti fossero stati bambini anziché bambine.

 

Fra i doppiatori italiani dell’opera ricordiamo la ben nota Letizia Ciampa,la sua voce ha dato vita a Satsuki mentre l’esperto Vittorio Amandola ha prestato la sua voce ad interpretare Totoro e il Gattobus,la brava Lilian caputo è Mei,la sorellina di Satsuki. 

Qual è il titolo corretto?

Il titolo originale e’ “Il vicino Totoro” (senza possessivo alcuno), originariamente espresso con costrutto genitivo-attributivo (specificazione attributiva). Ho chiesto mi spiegasse meglio cosa intendesse… Genitiva attributiva, una costruzione genitiva che propone un complemento di specificazione dal valore attributivo del sostantivo specificato. Questa cosa è  tipica delle lingue agglutinanti, quindi il Giapponese, ma e’ un po’ presente anche in Inglese (soprattutto con le specificazioni sostantivali dirette), e poco poco anche in Italiano.  
Ad esempio, se io dico “Il viaggio della disgrazia”, intendo chiaramente “Viaggio disgraziato”, dato che la specificazione diventa automaticamente metaforica, no? Questa cosa in Giapponese funziona anche con quelle che per noi sono apposizioni di specificazione. Quindi -ad esempio- “Kaeru no Elta” (Elta delle/a rane/a) significa in effetti “Elta la Rana”. Ovvero il “concetto appositivo” di “rana2 si “attacca” genitivamente al sostantivo principale “Elta”, ma lo specifica non in senso di appartenenza reale, ma di appartenenza meramente concettuale, indi appositiva-attributiva. Insomma la parola MIO non c’era già nel titolo originario.

 

Earwig e La Strega, il ritorno al cinema di Studio Ghibli

Earwig e La Strega (Aya to Majo) è Il primo film dello  Studio Ghibli realizzato interamente in CGI 3D con la regia di Goro Miyazaki, entrato a far parte della selezione virtuale del festival di Cannes 2020 nella sezione 4 Animated Films. Il lungometraggio è prodotto dallo Studio Ghibli, con NHK e NEP Enterprise. Tratto dall’omonimo romanzo di Diana Wynne Jones, già autrice del libro “Il castello errante di Howl” da cui è stato tratto il capolavoro di animazione di  Hayao Miyazaki. Si tratta di uno degli ultimi romanzi dell’autrice, morta pochi giorni prima dell’uscita nelle librerie britanniche.

Earwig è una ragazzina di 10 anni cresciuta in orfanotrofio, per lei una casa fantastica in cui riesce ad ottenere tutto quello che desidera. La sua vita cambia quando viene adottata da Bella Yaga e Mandragora, una stranissima coppia con incredibili poteri magici.

Earwig e La Strega venne per la prima volta trasmesso in televisione il 30 dicembre 2020 su NHK General TV e doveva uscire nelle sale cinematografiche, distribuito da Toho, a partire dal 29 aprile 2021, prima che la data venisse posticipata a causa della pandemia di COVID-19.Il film doveva essere originariamente proiettato nelle sale italiane da Lucky Red dal 24 giugno 2021, ma in seguito è stato posticipato al 21 luglio successivo.

https://youtu.be/vH8BKRlUYpE

Cartoon Rock. Quando la Musica si Anima

Il brano Sugar, Sugar, nel 1969, ha scalato le classifiche internazionali. A cantarlo, The Archies, ossia una band “disegnata” – protagonista della serie animata The Archie Show – ma con voci e canzoni reali, pop. Un esempio del cosiddetto Cartoon Rock, che, di serie in serie, nei decenni, ha visto la musica “animarsi”, facendo ballare i più piccoli, ma attirando anche l’attenzione dei più grandi. Il legame tra animazione e musica, nel tempo, si è fatto sempre più stretto e, soprattutto, in molti casi, è diventato centrale nella costruzione di storie e personaggi. Il trend non è stato passeggero.

Basti pensare ai Chipmunks. Poi, sono arrivati Gli Impossibili, le “incursioni” rock nei Flintstones e nei Jetson, i Cattanooga Cats, Josie and the Pussycats, The Pebbles and Bamm-Bamm Show, Il clan di Charlie Chan, Butch Cassidy and the Sundance kids, Jabber Jaw e così via. e non sono da trascurare esperimenti di band note in carne e ossa felici di cartoonizzarsi. Così, i Beatles nel lungometraggio animato Yellow Submarine. Molti grandi, nel tempo, hanno scelto l’animazione per raccontarsi, dai Pink Floyd a Chage & Aska con On Your Mark, animato da Miyazaki. E ancora, progetti speciali, come Gorillaz e Hatsune Miku, senza tralasciare la trasformazione della regia dei lungometraggi animati, con sequenze sempre più spesso simili a quelle di veri e propri videoclip.

Valeria Arnaldi è nata nel 1977 a Roma. Laureata in Scienze Politiche, è giornalista professionista, scrive su quotidiani e mensili italiani e stranieri, e autrice di saggi e romanzi di vario argomento, dall’arte ai fumetti alla cucina.. Cura mostre di arte contemporanea in Italia e all’estero e ha collaborato con Commissione Europea, Unar-Presidenza del Consiglio, Regione Lazio, Provincia di Roma, Roma Capitale. Ha ideato e curato C’era una volta…, primo festival di Family Artentainment di Roma Capitale.  Ha scritto e diretto spettacoli teatrali e cortometraggi tra i quali Dietro le quinte di un bacio con l’attore Enrico Lo Verso. Ha diretto più collane editoriali. Cura la collana di volumi Shibuya, dedicata all’animazione giapponese. Tra i suoi libri più recenti, Corpi e anime – Nudo ed erotismo nell’animazione giapponese, Manga Art – Viaggio nell’iper-pop contemporaneo, Lady Oscar – L’eroina rivoluzionaria di Riyoko Ikeda, In grazia e bellezza – L’evoluzione della donna secondo Disney, Mickey Mouse – Mito e icona del personaggio cult di Walt Disney. All’universo di Hayao Miyazaki, ha dedicato i saggi Hayao Miyazaki – Un mondo incantato, Il Castello errante di Howl – Magia, mistero e bellezza nel film cult di Hayao Miyazaki, Il mio vicino Totoro – Il film icona di Hayao Miyazaki. Tra i libri non riferiti al fumetto e all’animazione citiamo Roma da Paura e SPQR Sono pettegoli questi romani.

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