All’asta i costumi originali di Spider-Man di Tobey Maguire

Il leggendario film su Spider-Man ha superato i 20 anni dalla sua uscita diventando un pilastro dell’industria cinematografica moderna. Diretto da Sam Raimi e interpretato da talentuosi attori come Tobey Maguire, Kirsten Dunst e Willem Dafoe, il film ha avuto un impatto rivoluzionario sul genere dei cinecomic, sollevandolo da un livello di serie B a quello di blockbuster hollywoodiano. L’accoglienza entusiasta da parte della critica e del pubblico ha portato alla produzione di due sequel, creando una trilogia che è rimasta nel cuore di molti appassionati.

Recentemente, i costumi indossati da Tobey Maguire nella trilogia sono stati messi all’asta, attirando l’interesse dei fan e dei collezionisti. I prezzi di partenza per i costumi variano da $15,000 per il classico costume di Spider-Man a $5,500 per il costume nero del simbionte.

Sebbene questi costumi possano essere fuori dalla portata del fan medio, il solo pensiero di possedere un pezzo di storia del cinema è emozionante. L’acquisto di costumi originali indossati da Tobey Maguire nei film di Spider-Man potrebbe essere considerato un’esperienza davvero significativa per un fan benestante. Questi costumi rappresentano pezzi unici della storia del cinema e possedere un oggetto così raro può essere il culmine di una passione di lunga data per i collezionisti. Inoltre, Tobey Maguire è stato il primo ad interpretare Spider-Man sul grande schermo nella trilogia diretta da Sam Raimi, un momento epico che ha lasciato un’impronta significativa nei cuori dei fan. Avere il costume originale significa possedere un pezzo di quelle memorie e di quell’emozione. Inoltre, gli oggetti di memorabilia legati a film di grande successo tendono ad aumentare di valore nel tempo, quindi per un fan facoltoso l’acquisto di questi costumi potrebbe essere anche considerato un investimento finanziario interessante.

“Civil War”, arriva al cinema dal 18 Aprile

“Civil War”, il film di Alex Garland, con Kirsten Dunst, Cailee Spaeny, Wagner Moura, Stephen McKinley Henderson e Nick Offerman arriva al cinema dal 18 Aprile. In un futuro prossimo, un team di giornalisti attraversa gli Stati Uniti, documentando la guerra civile in atto.

CIVIL WAR di Alex Garland (2024) - Trailer Italiano Ufficiale HD

In un’America sull’orlo del collasso, attraverso terre desolate e città distrutte dall’esplosione di una guerra civile, un gruppo di reporter intraprende un viaggio in condizioni estreme, mettendo a rischio le proprie vite per raccontare la verità.

Guest Stars apparse in Star Trek

Spulciando sui vari gruppi Facebook noto sempre come, con stupore, quando si vedono alcuni attori che fanno una comparsata in serie che ci sono a cuore c’è sempre molto entusiasmo per la scoperta. Allora, proseguo con la serie di articoli sulle guest stars apparse nelle serie tv e questa volta tocca a Star Trek.

Partiamo da Stephen Hawking, che abbiamo visto anche in Big Bang Theory, che, anche in questo caso, fa la parte di se stesso. Passiamo poi a Lost e troviamo un John Locke (Terry O’Quinn) in Star Trek TNG, ma anche Daniel Dae Kim ha un ruolo in Voyager ed Enterprise.

Dal mondo del wrestling a fare il campione Tsunkatse il salto è breve e abbiamo un The Rock in muscoli e protesi, ma anche il mondo della musica ci offre uno spettacolare Iggy Pop in Deep Space Nine.

Prima di essere la fidanzata di Spiderman Kirsten Dunst in TNG interpreta il ruolo di una ragazza telepatica di nome Hedril. Restando a tema supereroi troviamo Rebecca Romijn, Mystique nella serie di film X-Men, sarà Number One, in Star Trek: Discovery e riprenderà il suo ruolo al fianco del Capitano Pike in Star Trek: Strange New Worlds. Come villain troviamo invece Frank Gorshin direttamente dall’Enigmista del 1960.

Senza cambiare settore, troviamo Gary Lockwood che ha interpretato Frank Poole nel film di Kubrick, 2001: Odissea nello spazio. In Star Trek ha interpretato il tenente comandante Gary Mitchell nel pilot “Where No Man Has Gone Before”. Da Battlestar Galactica invece troviamo Rekha Sharma e Seth Macfarlane creatore poi di The Orville.

In TOS troviamo Ted Cassidy direttamente dalla famiglia Addams, mentre da Scrubs Ken Jenkins che interpreta anche in TNG il ruolo di un dottore. La giovane Kirstie Alley invece avrà il suo debutto nel 1982 con Star Trek II – L’ira di Khan.

Torna nuovamente il nostro amato Crowley, da Supernatural e dal Doctor Who. Mark A. Sheppard appare infatti anche in Star Trek, assieme a un onnipresente Ron Perlman.

Come non menzionare anche i grandi Whoopi Goldberg, Christopher Lloyd e dal mondo del Signore degli Anelli un sempre barbuto John Rhys-Davis.

In Star Trek TOS troviamo anche Barbara Bouchet, mentre tra le attrici italiane abbiamo Lorella Cuccarini come marinaio della Flotta Stellare in Star Trek: L’insurrezione, anche se la bionda ballerina avrebbe dovuto (e voluto) avere un ruolo più ampio ma fu invece relegata a semplice comparsa.

Lorella Cuccarini in Star Trek - L'insurrezione

Sempre parlando di “attori italiani”, anche se in questo caso si dovrebbe parlare di “allenatori”, come non citare il mitico Carlo Ancelotti, grande appassionato di Star Trek. Lo abbiamo visto, per pochi frame (sempre di più, purtroppo, della Cuccarini) come medico  nel terzo film della nuova saga cinematografica, Star Trek Beyond, diretto da Justin Lin.

 

Carlo Ancelotti in Star Trek Beyond

Ritorno a Jumanji?

Ieri vi abbiamo parlato del probabile terzo capitolo della saga di Sherlock Holmes, oggi vi proponiamo la news per la quale sarebbe in produzione un remake del capolavoro Jumanji che ha visto una suprema interpretazione, indimenticabile, del leggendario Robin Williams.

Dopo 21 anni dalla mitica frase scritta sul fantastico gioco da tavolo “che sa trasportar e questo mondo vuol lasciar” la Sony ha annunciato il remake per la stagione natalizia 2016. Dopo Star Wars, Ghostbusters, Terminator e Jurassic Park/World la notizia più che entusiasmarci, ci spaventa un po’: a Hollywood non hanno più idee?

La pellicola originale è uscita nel l 1995 ed è stata diretta da Joe Johnston, con, appunto Robin Williams e Kirsten Dunst. La sceneggiatura è stata tratta dall’omonimo albo illustrato per bambini scritto da Chris Van Allsburg nel 1981.

Attualmente non si hanno notizie ufficiali ne sul regista ne su cast ma su internet si trovano solo alcuni rumors sulla possibile presenza di Chris Pratt (detto ormai “prezzemolo” nei panni del protagonista Alan Parrish, ruolo del mai dimenticato Williams.  Per il ruolo di Sarah Whittle sembrerebbe in prima fila Zoe Saldana, che molti conosceranno sicuramente per aver recitato in Law & Order.

 

Kirsten Dunst protagonista di “Akihabara Majokko Princess”

Il videoclip “Akihabara Majokko Princess”, prodotto da Takashi Murakami (considerato da molti “l’Andy Worhol giapponese”) e diretto da McG (noto a noi occindentali per film come Terminator Salvation e Charlie’s Angels) ha come protagonista la oliedrica attrice Kristin Dunst capace di passare dai ruoli avventurosi di Spiderman alle sete e agli intrighi della corte di Maria Antonietta. Vestita con un costumino alla marinaretta “psichedelico” e una bacchetta magica (“Majokko”) e impegnata a passeggiare per il quartiere di Akihabara cantando “Turning Japanese” dei Vapors.

Kirsten Dunst - Turning Japanese (HD)

Diffuso originariamente all’esposizione “Pop Life” della Tate modern di Londra, il video sembra essere una sorta di “inno” alla cultura pop giapponese che sempre piu’ si sta diffondendo nel mondo occidentale… molta autoironia per un argomento che e’ fonte di preoccupazione per gli altri mercati del fumetto (America, Francia, Italia). Lo stesso Murakami appare alla fine del clip: il personaggio vestito con i fiori di peluche! ^__^

Spiderman 3 di Sam Raimi

Una attesa durata fin troppo per questo gioiello di sfarzosità e di ingegno tecnologico.  Peter Parker è alle prese con tre nemici, l’amore per Mary Jane e il suo  egocentrismo che lo porteranno ad una scelta finale fra il bene e il male. Solo queste ultime parole indicano una storia piena di pathos, eccitazione. Degna di quel famoso viaggio dell’eroe che accompagna la costruzione di una storia ben costruita. Ogni qual volta viene proposto un personaggio che deve fare questa scelta, viviamo con spasmodica attesa la sua decisione ( Vedi il caro Luke).  Ma non è stato semplice per Raimi riuscire concentrare tutte queste emozioni in solo tre ore di film.  E tutto questo è visibile.  Il secondo tempo tende un po’ a scalare di tono, per quanto i geni dietro alla computer-grafica riescano a far restare gli spettatori sulla poltrona.

Il terzo “ Uomo ragno”  si presenta come la consacrazione del personaggio che Raimi in tutti questi anni è riuscito sapientemente a giostrare. Ne troppo eroe, ne troppo fifone, una persona semplice, come tutte, visibile in quei quadretti comici che Raimi riesce a ritagliare in ognuno dei tre film( basta stare attenti a quando Bruce Campbell fa il suo cameo all’interno del film, li è la scena comica). Dove si vede Peter alle prese con problemi reali, a volte fin troppo ( la morte dello zio, un amore non ricambiato), che gli ricordano che la vita è fatta anche di altro. Non come  “gli” altri che non avevano di che lamentarsi, uno è ricco sfondato quindi problemi non ne ha, un altro ha un lavoro, un bell’appartamentino, due genitori che stanno li da circa cinquant’anni e non ne vogliono sapere di morire.

Peter ha un stanza in affitto decadente, un lavoro precario, ( nel secondo portava persino le pizze), cioè uno che a fine mese deve fare i salti da ragno per arrivare a fine mese.

E si, sembra proprio cosi, gli assomigliamo un po’ tutti a ‘sto “ Uomo ragno “, non c’è che dire, quell’appellativo, “precario“ ci rianima pensieri quotidiani e per questo piace tanto la trasformazione cinematografica di questo eroe di carta.

Le sue paure sono simili alle nostre e i suoi nemici spesso si intromettono nella sua vita personale e lavorativa. Non sono alieni a  far gridare al pericolo, ma un nuovo fotografo con l’intenzione di prendere il posto di Peter. L’uomo ragno diventa il nostro super eroe un po’ Rat-man un po’ Superman, combatte con suoi demoni interiori e riesce a fare la cosa giusta.

È senza dubbio buonista e un po’ “ AMERICANO” ,specialmente svolazzare sempre su quella benedetta bandiera a ricordarci il civico da dove viene.

Non è il film dell’Uomo ragno, è il film di Peter Parker, se si volesse parlarne male  potremmo interpretarlo come un sottogenere di telefilm adolescenziale (tipo Dawson’s Creeck) dove ogni tanto compare quest’uomo in calzamaglia che non si capisce da dove sia uscito fuori, e si urla – via  questo qui vogliamo Peter – si vuole sapere se Mary  Jane lo sposerà, se lui la tradirà con la biondina di turno, oppure sarà lei a tradirlo.

Infatti se vogliamo mettere i puntini sulle famose “I “, i combattimenti sono monotoni, tranne il primo incontro fra Peter e il nuovo Goblin. Alla fine Mary Jane si fa sempre rapire dal mostro di turno e la scena finale si basa sempre su “ salvare la principessa dal drago cattivo”.

Il costume nero ci offre una nuova visione dell’eroe ma non ce la fa gustare molto, il costume viene subito rimpiazzato da quello vecchio e i suoi propositi cattivi si osservano solo nelle vesti di un Peter incattivito e non un “ Uomo ragno” incattivito.

Venom, uno dei cattivi di punta del film non è stato caratterizzato al massimo, gran peccato, perché proprio lui nella trasfigurazione cartacea è il nemico pubblico numero uno dell’Uomo ragno. (memorie adolescenziali da un fan dell’Uomo ragno).

Dispiace un po’ vederlo cosi poco.

Il film nel suo insieme è un enorme parco giochi vivente filmato, fatto di luci e colori. Colori ripresi da quelli del fumetto, il cinema moderno ci mostra sempre di più quanto si possa fare con questo mezzo, la tecnologia in nostro possesso oggi giorno ci permette di fare cose che i cineasti di ieri neanche si potevano immaginare, Tim Burton, ad esempio un cinque anni fa voleva fare un film sul ritorno di Superman. La sua idea venne subito bocciata una volta capito cosa volesse fare, -troppo costoso, troppi mezzi.-. Questo piccolo aneddoto lo lessi non più di cinque anni fa, è in commercio anche un libro con lo storyboard e la preparazione al film e, sicuramente, vedendo “ L’uomo ragno” avrà  gridato – Si può fare-, si ma tutto al giusto prezzo.

Il film è bello, c’è chi ha detto meglio gli altri due e chi lo ha glorificato ma d’altronde, vogliosi o no, molte persone saranno costrette a vederlo, ovunque tu vada ora, in qualsiasi cinema lo troverai ad aspettarti, sicuramente la tua prima visione del cinema sarà uno “SPIDERMAN”  gigante vestito di nero che sovrasta tutta la zona quasi come un idolo da venerare per quelle due ore e mezza.

Almeno fino a quando non arriva Jack Sparrow.

di Giulio Cangiano

 

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