I Manga sono materiali pedopornografici?

Come riportato dal portale AnimeClick, negli ultimi giorni si è parlato molto della sentenza n. 47187/2023 della Corte di Cassazione penale riguardante un caso di detenzione di materiale pedopornografico da parte di un pedofilo anche relativo immagini tratte da fumetti giapponesi. Ma cosa significa realmente questa sentenza e quale impatto ha sui fan dei manga e sulle case editrici che li commercializzano? Cerchiamo di fare chiarezza in modo semplice e comprensibile.

La Cassazione ha analizzato un caso in cui un uomo è stato condannato, nel 2021, dal Tribunale di Trieste per il reato di detenzione di materiale pedopornografico. La condanna è stata poi confermata dalla Corte di Appello. Nel processo è emerso che l’uomo possedeva delle fotografie di minorenni nude e in pose esplicite, oltre a fumetti manga che rappresentavano scene di rapporti sessuali incestuosi tra adulti e minorenni e un racconto erotico illustrato.

La difesa dell’uomo ha sostenuto che le illustrazioni possedute non potevano essere considerate materiale pedopornografico in quanto non raffiguravano situazioni reali. Tuttavia, la Cassazione ha ribadito che le rappresentazioni visive che possono far pensare allo spettatore che si tratti di materiale pornografico con un minore rientrano nella stessa categoria delle immagini di situazioni reali.

deve condividersi il richiamo delle sentenze di merito alle pronunce di questa Suprema Corte che hanno conferito rilevanza penale non solo alla riproduzione reale del minore in una situazione di fisicità pornografica, ma anche a disegni, pitture, e tutto ciò che sia idoneo a dare allo spettatore l’idea che l’oggetto della rappresentazione pornografica sia un minore“: elaborazione che consente di ritenere immune da censure la conferma della decisione di condanna sia per i fumetti, sia per le illustrazioni del racconto erotico raffiguranti minori impegnati in atti incestuosi o altre attività sessuali”.

Questa interpretazione permette di sostenere che la decisione di condanna sia giusta sia per i fumetti che per le illustrazioni del racconto erotico che raffigurano minori impegnati in atti incestuosi o altre attività sessuali.

È importante sottolineare che questa non è la prima volta che la Cassazione adotta questa interpretazione. Nel 2017, in un caso simile, la Corte aveva spiegato che la rilevanza penale riguarda la rappresentazione di situazioni in cui i minori sono ridotti a oggetti sessuali, indipendentemente dal fatto che le persone rappresentate siano reali o personaggi di fantasia.

Nel consigliare i nostri lettori ad approfondire personalmente queste tematiche senza farsi influenzare da commenti impulsivi che difendono la cultura nerd, ricordiamo che in Giappone, la maggior parte dei protagonisti di manga e anime sono minorenni. Questo ha sempre suscitato dibattiti e preoccupazioni riguardo alla pedopornografia anche in opere non pornografiche e sicuramente non di genere hentai. La scelta di rappresentare personaggi giovani nei manga e anime è influenzata dalla cultura giapponese e dai valori tradizionali che la caratterizzano. In Giappone, la maggiore età è di 20 anni e i mangaka creano personaggi adolescenti o preadolescenti per farli identificare con il pubblico adolescente.

Molte storie dei manga e degli anime si concentrano su temi adolescenziali come l’amore, la scuola, la crescita e la scoperta del mondo adulto. Questi temi richiedono protagonisti giovani perché necessitano di un’innocenza e una vulnerabilità specifiche. Tuttavia, è necessario considerare che la pedopornografia è una questione controversa nei manga e negli anime, poiché molte opere rappresentano personaggi minori in scene esplicite o romantiche, anche semplicemente funny in momenti di “imbarazzo” tra i protagonisti. Gli appassionati di questa cultura sostengono che queste opere non promuovono la pedopornografia, ma semplicemente ritraggono personaggi giovani in situazioni innocenti o non sessuali e che le singole tavole/illustraziioni non possono essere valutate decontestualizzate al di fuori dell’opera alla quale sono riferite. Ritengono che la pedopornografia sia un problema legale reale da combattere e che la censura delle opere giapponesi, attiva già dagli anni ottanta in Italia, non sia una soluzione adeguata.

Alcuni critici, invece, ritengono che la pedopornografia sia una forma di abuso minorile e che la sua presenza nei manga e negli anime sia un problema morale. Sottolineano che questo tipo di pornografia rappresenta soggetti minori e che il suo contenuto può avere un impatto negativo sui giovani, influenzando la loro percezione della violazione dei propri diritti.

In conclusione, ribadendo l’importanza di approfondire tali delicati argomenti cercando fonti ben più autorevoli di noi, è importante ricordare che il possesso di materiale pedopornografico è un reato che può essere punito con la reclusione fino a tre anni e una multa. Inoltre, chiunque acceda intenzionalmente a materiale pornografico che coinvolge minori tramite internet o altre reti di comunicazione può essere punito con la reclusione fino a due anni e una multa… una pena fin troppo lieve per i “veri” pedofili!

Asuna in alta definizione e senza censure

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Tomohiko Ito, regista del film animato Sword Art Online: Ordinal Scale, ha sapientemente stuzzicato il fandom con un indizio relativo alla nudità del seno di Asuna, in maniera dettagliata e senza censure nell’edizione in Blu-ray. E’ probabile, infatti, che nella scena del bagno la bella spadaccina sia mostrata senza censure. Inoltre lo staff potrebbe estendere la sequenza con altri dettagli volti a sollazzare i fan. Itoha rivela la presenza di ben due versioni della scena con e senza censure. Al momento l’unico modo per essere sicuri della presenza o meno di questa scena è comprare il disco.

Il regista ha aggiunto che il film è stato rifinito per l’edizione in alta definizione. Nei cinema giapponesi dal 18 febbraio scorso e negli USA dal 9 marzo, il lungometraggio ha incassato al botteghino poco più di 30 milioni di dollari e venduto oltre 2.750.000 biglietti.

Marmalade Boy (Piccoli problemi di cuore) tutte le censure

Marmalade Boy (Piccoli problemi di cuore) non è né esplicito né violento, eppure ha avuto tagli pesantissimi. Delle 76 puntate che formavano la serie tv, in Italia ne sono state trasmesse solo 63 (6 sono state completamente tagliate, altre sono state tagliate e incollate assieme per formare un unico episodio)! Ma cos’hanno censurato allora?
La risposta è semplice: la trama. La storia, forse giudicata “non adatta ad un pubblico di bambini” (anche se il cartone non era esattamente pensato per un pubblico giovanissimo… basti pensare che il manga, da cui è stato tratto quest’anime, in Giappone è stato pubblicato su una rivista per ragazze dai 10 anni in su) è stata davvero massacrata, mettendo a confronto la versione originale “Marmalade Boy” e poi la versione italiana “Piccoli Problemi di Cuore” sembra di avere a che fare con due opere diverse! Qua sotto elencherò la maggior parte delle censure che questo povero cartone ha subito, sta a voi giudicare se è stato solo “adattamento” o qualcosa in più… Così come potrete giudicare da soli, a prescindere se vi piaccia il genere o no, se davvero la trama originale doveva per forza essere così pesantemente tagliata.
Se siete interessati alla versione originale dell’anime, purtroppo vi devo già avvertire che non esiste in italiano. La Yamato Video, che ne detiene i diritti, ha pubblicato il film speciale di Marmalade Boy (“Quello stessi giorno a casa di Yu”), ma non la serie tv. Per il web esistono però delle petizioni (potete facilmente trovarle con un buon motore di ricerca) per chiedere l’uscita in Italia della serie tv in dvd in versione integrale. Se non riuscite ad aspettare, potete trovare (nei negozi on line o anche alle fiere del fumetto) i dvd della serie in versione inglese o in giapponese con i sottotitoli

https://www.youtube.com/watch?v=2n4OBwOg1UE


–    VIETATO… AMARE

Nell’anime originale le coppie non hanno problemi a dirsi anche “ti amo”. * In Italia questo termine è stato smorzato, e le coppie al massimo si dicono “ti voglio bene”. Nota: la cosa “divertente” è che qua, dove i protagonisti sono quasi maggiorenni, è stato tolto il “ti amo” per il “ti voglio bene”, invece nell’opera “Kodomo no Omoccha” (“Il Giocattolo dei Bambini”, in Italia il cartone è stato chiamato “Rossana”) i protagonisti, che fanno le elementari e poi la prima media, usano “ti voglio bene” o al massimo “mi piaci” e in Italia è stato tradotto con “ti amo”…!


– VIETATO… FARE SILENZIO

Nell’anime di Marmalade Boy, come in molti altri, capita spesso che ci siano dei secondi di silenzio, come nella vita reale, del resto. * Nella versione italiana però sono stati sempre coperti da melensi monologhi … che a lungo andare sono anche fastidiosi e imbarazzanti… soprattutto quando sono messi poco prima di un bacio, o addirittura durante il medesimo!

– COLONNE SONORE

Come detto al paragrafo prima, sono stati coperti tutti gli stacchi silenziosi, con il risultato che si è persa anche la colonna sonora originale, che faceva perfettamente da sfondo a molti momenti dell’anime.


– FAMIGLIA

E’ stata completamente stravolta la situazione famigliare in cui vivono i due protagonisti dell’anime. In originale i genitori di Miki, dopo aver divorziato, si risposavano con quelli di Yu. Si creava, in altre parole, uno scambio di coppie (la mamma di Miki col papà di Yu e viceversa). * Nella versione italiana invece la mamma di Miki si risposa con un collega di lavoro, mentre il papà con una vecchia amica, rimasta vedova con un figlio (Yu). * Numerosissimi i tagli e i dialoghi alterati per coprire la cosa: anzi, oserei dire che si tratta della censura più frequente nell’anime.


– CASA

Le due “nuove” coppie di sposi, per non dividere i figli dai genitori, decidono di prendere casa assieme, e di vivere le due famiglie unite. * In Italia è detto che le due famiglie vivono divise nella villetta, una al piano di sopra e una al piano di sotto, insomma come due appartamenti separati ma nello stesso edificio. * Sono state tagliate tutte le immagini in cui si vedono i personaggi assieme a tavola, o in altri spazi comuni (tagliando magari anche scene importanti…) quando tutto questo proprio non è possibile, sono additate delle scuse tipo “sono tutti assieme nella cucina di Miki perché la madre ha appena cucinato una torta” o simili.

– MIKI E GINTA

Nella versione originale Miki, alle medie, si era presa una cotta per Ginta (che sarà anche suo compagno di classe alle superiori). Dato che era molto timida, decise di scrivere al ragazzo una lettera d’amore, e la nascose in una rivista che lui le aveva prestato. Purtroppo però il giornale in questione non era di Ginta, ma di un suo amico, che trova la lettera di Miki e la legge ad alta voce davanti a Ginta e altri ragazzi. Ginta, imbarazzato, dice che vuole bene a Miki ma come un amico, e che non è innamorato di lei. Caso vuole che Miki, passando di lì, sente tutto, e scappa via triste e delusa. Questo fraintendimento durerà fino alle superiori, quando finalmente Ginta dirà a Miki che non la aveva respinta, e gli racconterà la verità, cioè che anche lui era innamorato di lei, ma che si era vergognato di dirlo davanti agli amici. * In Italia, per motivi misteriosi, la cosa è stata cambiata in malo modo, facendo credere che Miki e Ginta stavano assieme e che lui l’abbia poi lasciata (perché poi? ^^), e che Miki lo abbia scoperto sentendo lui che ne parlava con gli amici. Personalmente non riesco a capire il perché di questo cambiamento…!

https://www.youtube.com/watch?v=9nE0JWNRRtI


– IL VERO PADRE DI YU

La storia originale: Yu, da piccolo, aveva trovato una vecchia lettera della nonna indirizzata al padre e, curioso, l’aveva aperta e letta. La nonna chiedeva al figlio (il padre di Yu) se era davvero intenzionato a sposare Chiyako (la madre di Yu) pur sapendo che lei era incinta di un altro uomo… Perciò Yu viene a scoprire di non essere veramente figlio di colui che chiama padre. La cosa lo aveva profondamente turbato (e ti credo ^^) ma aveva deciso di non dire niente a nessuno, e di cercare segretamente il vero padre. Viene anche a scoprire che la madre, poco prima di sposarsi, lavorava nello studio dell’architetto Miwa, un uomo che aveva la fama d’avere molte relazioni extraconiugali, nonostante fosse sposato, soprattutto con le dipendenti. Così Yu comincia a pensare che il suo vero padre possa essere lui, tanto più che ha anche lui la passione per l’architettura. Alle superiori Yu incontra Satoshi (Steve in Italia), figlio di Miwa, e comincia a frequentarlo, sperando di poter così avvicinare anche il padre, per poi chiedergli la verità. Le spiegazioni che ottiene sono diverse da quel che s’immaginava: Miwa afferma che aveva provato a sedurre Chiyako, ma che questa lo aveva rifiutato, tra i due non era successo nulla, perciò il suo vero padre non poteva essere lui. * In Italia: è detto che il padre di Yu è morto in naufragio molti anni fa, ma che il ragazzo crede che si possa essere segretamente salvato, abbia perso la memoria, abbia così poi cambiato nome e si sia sposato con la madre di Satoshi (bell’esempio! Padre di famiglia che fa finta di morire, abbandona moglie e figlio piccolo, per poi rifarsi una nuova famiglia! Se gli adattatori italiani volevano cambiare la versione originale perché troppo “diseducativa” non mi sembra che quella inventata da loro sia tanto meglio ^^!). Miwa smentisce, affermando di essere stato presente al naufragio perché era colui che guidava la barca, e che in passato aveva avuto un’altra identità perché era… un agente segreto!


– OMOSESSUALITA’

Nella versione originale quando Yu comincia a frequentare Satoshi (per avvicinare il padre, così come detto nel punto prima!) nella scuola cominciano a girare pettegolezzi… che dicono che i due sono fidanzati! Miki, in un misto di gelosia e curiosità, va a chiedere spiegazioni a Satoshi ma il ragazzo (che sa la verità, cioè che forse lui e Yu sono fratellastri) non da risposte. Allora Miki, arrabbiata, lo sfida! Se durante la maratona scolastica lei fosse arrivata prima di lui, Satoshi avrebbe dovuto lasciare in pace Yu, se invece lui fosse arrivato prima, sarebbe stata lei a non intromettersi più tra i due. Durante la gara però Miki va a sbattere contro un lampione ^^, e si ritrova in infermeria, con accanto Satoshi che le fa presente che, avendo vinto lui, ora può tranquillamente continuare a frequentare Yu ^_^. Il ragazzo, ovviamente, si stava divertendo a prenderla in giro, ma Miki, che non sospetta nulla, si arrabbia tantissimo ^_^ finché non sarà lo stesso Yu a raccontargli la verità.* In Italia invece tutte i dialoghi sono stati cambiati, e non si accenna per nulla all’equivoco nato tra i due. Inoltre è detto che Miki sfida Satoshi (“Steve” nella versione nostrana) alla maratona non per Yu, ma perché lui smetta di importunare la sua amica Meiko (“Mery”). In effetti Satoshi ci aveva provato con Meiko (che non aveva gradito la cosa) ma Miki lo verrà a sapere solo qualche puntata dopo! Così si crea un bel paradosso, come faceva Miki a sapere che “Steve” era interessato a “Mery”? Preveggenza? Una situazione simile si crea anche quando Yu va in America a studiare. Lì il ragazzo dividerà la camera con William, che i compagni di corso credono gay (anche se in realtà si sbagliano) e glielo faranno subito presente, senza troppi giri di parole ^^. * In Italia la cosa è stata semplicemente ignorata.

–    ALLIEVA E PROFESSORE

Nella versione originale Meiko (Mery in Italia) la migliore amica di Miki, ha una relazione con un suo professore, Namura. I due si sono incontrati prima di capitare nella stessa scuola, e si erano subito piaciuti. Vista la situazione, i due tengono la cosa segretissima, tanto che nemmeno Miki non ne sa nulla. Una mattina un compagno di scuola vede uscire Meiko dalla casa di Namura (la sera prima i genitori della ragazza avevano bisticciato in modo violento, Meiko sconvolta aveva cercato rifugio da Namura, addormentandosi poi su un divano aveva passato lì la notte), così viene a galla la verità e scoppia il finimondo ^^. Meiko viene sospesa e Namura tolto provvisoriamente dall’incarico. Comunque, nonostante le difficoltà, i due si amano davvero e la loro storia avrà un lieto fine.

Il finale di Marmalade boy - Senza censure

–    Fine
Nella versione italiana Namura (ribattezzato Nick…) non è un insegnante, ma solo un ragazzo che, diplomandosi l’anno prima, era rimasto nella scuola per aiutare a portare avanti il club di tennis. Il che ci poteva anche stare (anche nella versione originale è lui che si occupa del tennis) ma non spiega assolutamente perché lui e Meiko devono tenere segreta la relazione. Se lui è solo un ex studente che problema ci sarebbe ^^? Inoltre in alcune scene s’intravede Namura in cattedra (un aiutante sportivo che insegna? ^^). * Prima di tutto sono state tagliate al più possibile tutte le immagini in cui si vede il professore Namura in cattedra o alla lavagna, o in altre situazioni in cui si poteva capire che era un insegnante (anche se n’è salvata qualcuna). Stessa cosa anche per i dialoghi, gli studenti chiamano Namura per nome in tono confidenziale, e in più di un dialogo viene rimarcato il fatto che lui è solo un ex studente che aiuta a scuola. Inoltre le immagini di Meiko che va a casa di Namura sono state tagliate, e nella versione italiana non viene spiegato del come i due sono stati scoperti. Non sono state tolte altre scene ma, ripeto, nella versione italiana proprio non si riesce a capire il perché della segretezza della relazione né e i risvolti drammatici che ne seguiranno.

–  SCENE TAGLIATE TRA MIKI E YU

Nella 3 puntata Miki è a letto, con nessuna voglia di alzarsi per andare a scuola. Entra Yu, che le tira le coperte per svegliarla, e allora Miki reagisce tirandogli addosso il cuscino ^_^.  * Nella versione italiana la scena è stata completamente cancellata. Nella puntata 10 Miki e Yu rimangono soli a casa, perché i genitori sono in viaggio. Una sera Miki, dopo aver fatto il bagno, sviene per terra. Yu, che da sotto sente un tonfo, butta giù la porta del bagno, prende in braccio la ragazza (avvolta in un asciugamano, non si vede niente di “sconcio”) e la posa sul letto della camera di Miki. La ragazza si riprende e, ancora intontita, capisce male ^^ e reagisce in malo modo contro il ragazzo. La mattina dopo, rendendosi conto dell’accaduto, Miki imbarazzata chiede scusa a Yu, il quale dice che non importa. * Nella versione italiana sono state ovviamente tagliate tutte le scene dello svenimento… ma non sono stati cambiati i dialoghi della mattina dopo! Così, in Italia, vediamo una Miki imbarazzata che chiede scusa a Yu… per non si sa cosa!
In una puntata Yu viene costretta dalla madre a girare uno spot pubblicitario con Suzu, una nota attrice. Miki è curiosissima di sapere cosa deve fare il fidanzato (i due stanno già assieme in questa puntata) ma Yu, imbarazzato, non gli vuole dire niente. La ragazza allora immagina che i due abbiano girato uno spot in cui fanno i fidanzatini, che si abbracciano o cose del genere, e viene presa dalla gelosia ^^. Una sera la madre porta a casa una cassetta con la registrazione dello spot, e si vede la verità! Yu si vergognava perché nel filmato era stato costretto… a vestirsi da donna! Infatti lo spot consisteva in Suzu che approda in un misterioso pianeta, entra in un palazzo e lì incontra una misteriosa principessa (Yu ^^) che le dona il profumo. Ne segue una Miki sollevata e il resto della famiglia che si diverte a prendere in giro Yu ^^! * In Italia la cosa è stata tutta manomessa… quando la madre di Yu fa vedere il filmato viene fatta vedere la scena immaginata da Miki (cioè quella in cui Yu e Suzu fanno i fidanzatini) spacciandolo per lo spot vero.


– PUNTATA 8

Questa puntata è stata completamente tagliata nella versione italiana. La trama: Miki era stata fino ad allora molto contraria alla faccenda della famiglia allargata che viveva sotto lo stesso tetto, così i genitori decidono di mettere in scena una specie di commedia… I 4 fanno finta di litigare, poi chiamano i ragazzi e gli dicono di essersi resi conto di aver sbagliato, ed ad essere pronti a far tornare tutto come prima. Miki, scossa e sorpresa, afferma che le dispiacerebbe, dato che oramai si era abituata alla cosa… ma quando poi capisce che gli adulti stavano facendo finta solo per saggiare la sua reazione, si arrabbia da morire e si rinchiude in camera sua a piangere. I genitori le bussano alla porta chiedendole di uscire, ma lei non ne vuole sapere. Ad un certo punto Miki sente bussare alla finestra… e vede Yu, che si arrivato fin lì passando per i davanzali! Il ragazzo entra in camera e cerca di convincere Miki di perdonare i genitori, e alla fine lei cede. Il giorno dopo Miki è da sola in centro a fare compere. Ad un certo punto entra in una profumeria e, per caso, incrocia Arimi. Miki allora, senza farsi notare, la guarda e nota che, anche se hanno la stessa età, Arimi sembra più grande per via del look, mentre lei sembra ancora una bambina. Caso vuole che, la sera a casa, Chiyako (la madre di Yu) le regali dei cosmetici, e allora Miki decide che imparerà ad usarli.


– PUNTATE 72, 73, 74, 75, 76

Queste puntate rappresentano il VERO FINALE DELLA SERIE che in Italia è stato completamente cancellato. In Italia, infatti, viene spacciata per ultima la puntata 71, quando Miki e Yu si rimettono assieme durante la gita. In realtà le cose non finiscono così…


– Miki e Yu –

Nella puntata 72 Yu, per caso, grazie a delle vecchie foto, viene a scoprire che i loro genitori si conoscevano già all’università, e che stavano assieme come nelle coppie attuali (e cioè padre di Miki con la mamma di Yu e viceversa). Per via del fatto che Yu non sa chi sia il suo vero padre (vedi il paragrafo “Il vero padre di Yu”) il ragazzo comincia a pensare che… possa essere Jin, ovvero il padre di Miki, e così loro due in realtà… sarebbero fratellastri! Turbato dalla cosa (e ti credo ^^) Yu decide di non dire niente a nessuno, di lasciare Miki e di ripartire per l’America. Miki, rimasta in Giappone, non si dà pace… non riesce a capire perché il ragazzo si sia comportato così e, angosciata, decide di andare in America da lui, per chiedergli spiegazioni. Yu, che non riesce più a resistere, racconta a Miki la verità, e del perché non possono stare più assieme. La ragazza sconvolta (e ti credo di nuovo ^^) scappa e finisce nella periferia della città. Lì sta per essere derubata da dei delinquenti, ma l’arrivo di Yu e dei suoi amici mette in fuga i malviventi Yu e Miki si parlano e di rendono conto di amarsi troppo per lasciarsi. Decidono così di dire ai genitori che sanno d’essere fratellastri… ma che comunque vogliono restare assieme per sempre. I due ragazzi tornano allora in Giappone, e affrontano la famiglia. E finalmente apprendono la verità. E’ vero, i genitori ammettono che si conoscevano fin dai tempi dell’università, e stavano assieme come adesso. Poi, per una serie di malintesi e gelosie, Jin e Rumi (i genitori di Miki) si erano messi assieme ed erano partiti per l’Inghilterra. Youji e Chiyako, rimasti in Giappone, avevano cominciato a frequentarsi, e a decidere di sposarsi. Proprio in quel periodo Chiyako aveva scoperto di aspettare un bambino dall’ex fidanzato… ma poi, forse per via di tutto quello che era successo, aveva avuto un aborto spontaneo, perdendo il bambino. Una volta rincontrati da adulti, i 4 si erano finalmente chiariti, ed erano tornati alle coppie originali. Quindi non solo Miki e Yu non sono fratello e sorella, ma Yu per anni aveva creduto erroneamente che il suo vero padre non fosse Youjii. Risolto tutto, i due possono finalmente stare assieme senza problemi. Il cartone si chiude con il matrimonio di Meiko e Namura, dove sono presenti tutti i personaggi di Marmalade Boy.

https://www.youtube.com/watch?v=qp1FO9r8GRk

Considerazioni sulla censura ai cartoni animati


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elle poche righe che seguono vorrei sollevare il problema della censura nei cartoni animati, censura che al giorno d’oggi è diventata quasi un ossessione, una sorta di “cut” maniacale che non riguarda solo alcune scene del cartone animato ma anche le sigle e le musiche inserite nel cartone stesso. Una premessa è d’obbligo a questo punto: gran parte del materiale che viene messo in onda sulle nostre emittenti nazionali viene comperato sul mercato giapponese. Sappiamo che in Giappone esiste una vera e propria cultura del cartone animato che è visto come una forma d’arte alla pari dei film e per la cui realizzazione esistono numerosi e notissimi studi di lavorazione (Bird studio); il cartone è considerato una sorta di prodotto universale distinto per fasce di età, con prodotti adatti a  bambini, ragazzi e adulti.
In Italia questo tipo di suddivisione non è mai stata fatta: il cartone animato viene  concepito come un prodotto esclusivamente destinato ad un pubblico di bambini; non esiste, quindi, una divisione per fasce di età e di conseguenza nessuna distinzione della programmazione in fasce orarie diverse, come avviene invece in Giappone dove occupa un posto analogo ai nostri telefilm. Questa situazione è piuttosto singolare se pensiamo che per i telefilm esistono invece in Italia delle fasce orarie di programmazione. Il prodotto, dunque, così come acquistato in Giappone e anche a caro prezzo, risulta spesso non adatto ad essere trasmesso in Italia per un pubblico infantile. Ci sono molte regole che devono essere rispettate perché un cartone possa essere trasmesso sui nostri canali televisivi: alcune possono essere in un certo senso condivise, mentre altre non sembrano avere spiegazione logica.  Ad esempio vi sono censure nei dialoghi e nei nomi dettate da oscure ragioni. La giustificazione più comune è  i bambini non sono in grado di comprendere i nomi giapponesi e per questo si tende a pescare nel vocabolario comune, fino a rasentare l’assurdo come il taglio del nome della città di Tokio. A mio modo di vedere l’intero sistema andrebbe  completamente riconsiderato.
Per quanto riguarda la musica siamo abituati sin dagli anni 70 a vedere cantate in italiano le canzoni dei cartoni animati, e devo dire anche con ottimi risultati. Questo è l’unico adattamento che riesco a concepire: se ripenso alla mia adolescenza davanti alla TV devo ammettere che le sigle originali in giapponese non avevano per me molto senso. Sono rimasto sorpreso nell’apprendere – grazie ad un intervista con Mirko Fabbreschi, leader della cartoon band Raggi Fotonici – che molte vecchie sigle vedevano la partecipazione di alcune personalità del mondo della musica. Molte cose sono cambiate dalla fine degli anni ’70 ad oggi: come infatti ci ha illustrato Fabbreschi esiste una serie di regole nella composizione delle sigle dei cartoni animati che costituisce una sorta di vera e propria limitazione alla creatività compositiva basata, per altro, su vecchi studi di musicoterapia. Strumenti come il timpano o frequenze basse sono ad esempio assolutamente banditi, per non menzionare il glossario dei termini che non devono essere inseriti nei testi delle canzoni.
Forme di censura musicali all’interno del cartone si possono ritrovare anche nelle classiche musiche che accompagnano lo svolgimento della storia e che vengono usate per sottolineare alcuni momenti particolari. Rispetto alle versioni originali si  riscontrano tagli soprattutto nelle parti cantate, perché ovviamente in giapponese.
Anche le scritte in giapponese sono state totalmente rimosse e l’uso dei sottotitoli è cosa molto rara. Ma lo scempio vero e proprio può essere notato nello stravolgimento totale delle storie da parte dei maniaci del cut: veri e propri cambi di significato dell’intera storia con scene che mal si collegano con quelle precedenti e che rendono inspiegabili alcuni comportamenti dei protagonisti. Uno dei primi cartoni a cadere sotto le mani di questi pseudo adattatori fu il famosissimo “Kimagure orange road”. In questo caso il cartone originale subì una doppia punizione: oltre al cambiamento del titolo in “E’ quasi magia Johnny”, si aggiunsero tagli di molte musiche e di numerosissime scene giudicate troppo spinte e addirittura la soppressione di una intera puntata. Si è stimato che quasi due ore siano andate perse a causa degli adattamenti eccessivi,  per far diventare questo prodotto fruibile ad un pubblico di bambini.
Uno esempio recente che potrebbe far ridere se si pensa a tutto il lavoro di taglio che è stato fatto, se non fosse che è stato fatto dalla RAI a cui paghiamo un canone salato, riguarda il cartone delle “Super Gals”, ragazze alla moda (titolo originale “Kotobuki Ran”) storia in cui in origine si parla di una ragazza che si accompagna a uomini più grandi in cambio di soldi o vestiti in regalo.
Si potrebbe andare avanti all’infinito nel menzionare casi in cui si è fatto ricorso alla censura di parti audio e video. A tutt’oggi non esistono isole felici per i cartoni animati giapponesi nei nostri network commerciali. Qualcuno aveva indicato MTV come l’ultimo baluardo contro le forme di censura, ma nella realtà dei fatti questo non è accaduto. Lo dimostra il fatto che anche lì si è arrivati a forme di censura soprattutto di parti audio con modificazione di alcuni dialoghi (si veda il caso di GTO).
La verità è che si parla di due culture totalmente differenti. In Italia il cartone animato è solo ed esclusivamente un prodotto per bambini e così dovrà rimanere: via libera quindi all’importazione dal Giappone, ma mano alle forbici. Sorge spontaneo chiedersi come mai l’ Italia si ritrovi sempre a comprare prodotti costosi non adatti ai bambini, visto che in Giappone esistono, come si è detto, prodotti suddivisi per fasce di età, salvo poi doverli adattare, con ulteriore notevole esborso di danaro pubblico nel caso della RAI e relativa “censura” del prodotto stesso. Non si può credere che all’interno di queste strutture non vi sia qualcuno a conoscenza del fatto che in Giappone esistono prodotti specifici per ogni fascia d’età. La stessa Manera, di cui ricordiamo il nome per i testi delle canzoni cantata sulle reti Mediaset da Cristina d’Avena, che è stata la responsabile della programmazione per bambini sui canali Mediaset e che si recava in Giappone più volte l’anno, non poteva non sapere delle suddivisioni per fasce di età (fonte sito).
Il vero movente è probabilmente da ricercare in tutto quello che ruota intorno al mondo dei cartoni animati. Anche se vi è un divieto di interrompere il cartone animato con i messaggi pubblicitari, si può ben osservare come esso sia ben inserito, oserei dire sommerso, da pubblicità prima della sua messa in onda. A questo proposito è impossibile non notare che, pur di inserire uno spot pubblicitario in più, quasi sempre le sigle dei cartoni animate vengo tagliate negli ultimi 20 secondi. E questo è tanto più veramente incredibile se si pensa alla serie di regole a cui gli autori devono attenersi per la composizione della sigla, che, alla fine viene trasmessa incompleta.
Insomma la pubblicità regna e il merchandising influisce molto nella scelta dei prodotti da importare dal Giappone. Probabilmente anche i fumetti hanno giocato un ruolo fondamentale nella scelta dei cartoni animati da mandare in onda, come nel caso di “Dragon Ball” di cui esisteva già una versione doppiata, a cui però Mediaset a rimesso mano per godere del successo che la serie stampata stava riscuotendo applicando notevoli censure sia per i contenuti ritenuti “sexy” che per quelli “troppo violenti” nei combattimenti. Se è vero che fumetti famosi hanno influenzato la scelta di alcuni cartoni animati, è anche vero il contrario e cioè che l’andamento delle vendite dei fumetti è stato talvolta influenzato dalla notorietà dei cartoni televisivi.
Una cosa è certa e cioè che il sistema andrebbe rivisto per evitare di rovinare tutte queste serie di cartoni animati attraverso una serie di manipolazioni, tagli e censure inutili, cercando invece di salvaguardare l’integrità originale. Voglio dire che noi ragazzi, che abbiamo visto serie come “Devilman” e “Goldrake” (li rivedremo mai in Televisione?), siamo cresciuti ugualmente senza manie di trasformazioni robotiche o istinti omicidi.
Il sistema in generale presenta troppe falle e incongruenze: su un canale guardiamo cartoni animati censurati mentre su un altro c’è il telegiornale che trasmette notizie ed immagini terrificanti, o ancora trasmissioni di “intrattenimento” di dubbio gusto.   A cosa servono tutte queste censure se il problema di fondo è un altro? In realtà le famiglie vogliono cartoni animati davanti al quale poter abbandonare per ore i bambini senza la necessità di vigilare e cambiare eventualmente canale. Perché se esiste il sistema dei bollini (rosso, arancione e verde) questo non può essere applicato anche alla programmazione animata? Perché un adolescente per potersi vedere un cartone animato di senso compiuto, senza buchi neri, deve spendere oltre 25 euro per un dvd?
di Carlo Francesco Russo

La censura in Lupin III

Come molte altre serie animate trasmesse dalla televisione generalista, anche la serie di Lupin III è passata sotto il rasoio inesorabile della censura. D’altronde il prodotto esprimeva dei contenuti considerati scabrosi, dalla violenza al sesso, ad alcuni accenni a comportamenti considerati particolarmente antimorali.

Per questo motivo il lavoro censorio effettuato su Lupin III è stato molto pesante, al punto da snaturarne il contenuto. Ad onor del vero, le prime apparizioni italiane di Lupin III, trasmesso su alcune reti locali a partire dal 1981, erano proposte in versione originale. Si trattava di alcuni episodi della prima serie, derivati direttamente dal manga di Monkey Punch. Nel 1987, tuttavia il neonato gruppo Fininvest ha comprato i diritti esclusivi di trasmissione, imponendo tagli ed adattamenti.Daltronde, la mentalità del tempo non avrebbe accettato la trasmissione di  questi contenuti e il cartone animato rischiava la sospensione.

Lupin III ha subito tutti gli adattamenti standard, tra i quali si annoverano la rimozione delle sigle originali e la loro sostituzione con sigle italiane, l’eliminazione di ogni riferimento alla cultura orientale e la sostituzione dei nomi originali con altri più orecchiabili; ha subito inoltre anche altri tagli più radicali; tutte le scene di violenza sono state eliminate e sostituite da frame fissi in fermo immagine, così gli episodi, che in origine duravano 40 minuti circa, dopo i tagli  furono ridotti in media a 20 minuti ciascuno. La storia dei protagonisti viene leggermente riadattata, eliminando, ad esempio ogni riferimento alla reale professione di Jigen e Gamon, ossia killer professionisti, così come è stato eliminato ogni riferimento al rapporto che lega Lupin e Fujiko, rinominata Margot nella prima serie, ed in seguito rinominata Fujiko perché il nome Margot era considerato troppo provocante; i dialoghi sono stati conseguentemente cambiati per adattarsi.

Nell’episodio “il segreto di Twilight Gemini”, ad esempio, appare un personaggio gay di nome Sadachiyo, che nella versione censurata è presentato come una donna, per non provocare dibattiti sull’ambiguità sessuale; doppiaggio e dialoghi sono stati modificati ad hoc per seguire il cambiamento. Per sopperire a queste carenze, che rendevano incomprensibile la trama globale, è stata cancellata la sequenzialità della serie, programmando le puntate della prima e della seconda serie secondo uno schema casuale, senza riguardo per l’ordine cronologico. In questo modo chi ha seguito la serie in televisione non ha potuto comprendere il filo narrativo originale; molti telespettatori si sono convinti che il cartone fosse formato da episodi singoli tra loro slegati. Senza dubbio è stato questo l’adattamento più grave e snaturante, perché ha reso impossibile seguire la trama ed il susseguirsi degli avvenimenti.

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Le censure in Dragon Ball

Nella prima edizione italiana trasmessa su Junior TV Dragon Ball era trasmesso in edizione integrale con le sigle originali giapponesi. Già dalla riedizione di Junior TV, datata 1996, vennero tagliate le sigle e censurate le scene ritenute spinte – specialmente quelle incentrate sul maestro Muten – e le battute volgari. Nel 1998, quando Dragon Ball fu trasmesso da Mediaset, venne ridoppiato e ancora più censurato come già era avvenuto due anni prima. In Italia non esiste l’edizione integrale della serie, perché sebbene Yamato Video per l’edizione DVD abbia ripristinato le scene tagliate, rimangono i dialoghi del doppiaggio della Merak Film che sono stati adattati comunque a un pubblico più infantile.

Nella prima serie sono presenti numerose censure e modifiche, come scene tagliate, fermi immagine, dialoghi moderati o cambiati del tutto, taglio di qualunque riferimento giapponese e l’aggiunta di voci fuori campo. Ad esempio, spesso quando un personaggio è inquadrato da dietro vengono aggiunte delle voci fuori campo o dei pensieri. Molte sono le scene in cui nella versione originale è presente il silenzio, mentre in Italia sono state aggiunte battute aggiuntive: ad esempio, nelle occasioni in cui i guerrieri si scrutano senza parlare, nella versione italiana spesso sono aggiunti pensieri fuori campo.

La censura più conosciuta è indubbiamente quella dei primi episodi, dove Goku che non è ancora in grado di capire la differenza tra maschio e femmina toglie le mutandine a Bulma mentre dorme, quest’ultima non essendo al corrente il giorno dopo, in cambio di una sfera del drago in possesso dell’eremita delle tartarughe Muten, alza la gonna, senza sapere di non portare le mutandine. Tale scena è presente nella versione cartacea (manga prima edizione italiana).

Quando Yamcha combatte contro l’uomo invisibile di Baba, i suoi amici escogitano un trucco per renderlo visibile: mostrano il seno di Bulma a Muten in modo che questi spruzzi sangue dal naso sull’uomo invisibile. La scena è stata censurata tagliando la scena dove Crilin spoglia Bulma e sostituendo la frase precedente: Crilin apostrofa Muten dandogli del pelato ed è questo a provocargli l’uscita del sangue dal naso.

Dragon Ball Z è stato censurato in tre messe in onda: la prima volta quando è stata eliminata la scena dove Freezer, dopo aver ferito Crilin, lecca il sangue che cola dalle sue ferite (tuttavia la scena è stata reinserita nella messa in onda successiva); la seconda volta quando, durante lo scontro tra Cell e il piccolo Gohan, il mostro schiaccia la testa di C-16, provocando uscite di sangue, mentre questi incitava il giovane Saiyan a liberare la sua rabbia e a trasformarsi al secondo livello; la terza volta quando Majin Bu decide di eliminare il mago Babidi con un pugno alla testa, che provoca un grande schizzo di sangue.

Inoltre, sono stati persino eliminati gli innocui caratteri katakana che, nella sigla italiana, formano in giapponese il nome originale dell’anime, Doragon Boru.

Le censure nella versione italiana di Naruto

Nell’edizione italiana dell’anime di Naruto il sangue non esiste!
Le scene in cui compare, a causa di ferite dei personaggi, hanno sempre una variazione di colora: o l’intera sequenza è trasformata in bianco e nero, o lo stesso fluido vitale viene colorato in nero o marrone o la scena “virata” in negativo.
Il sangue “rosso” è off limit per la cultura mediale italiana.
In Naruto non esiste la “Morte”. Nessun personaggio nell’edizione italiana ha la facoltà di morire: i personaggi sono semplicemente “sconfitti”, “scomparsi”, “finiti”, mai morti.
Durante la nota “Tecnica dell’Erotismo” (in Italia “Tecnica Seducente”) di Naruto, l’intera scena viene virata in giallo.

Nella versione originale Sasuke apostrofa molto spesso Naruto con la parola “baka”, semplicemente “stupida”, epiteto che il protagonista della storia davvero non sopporta: nella versione italiana è sostituita con molti aggettivi diversi tipo “pecorella”, “testa quadra”, “fifone”..

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