Il Gundam Orange cinese NON è un Gundam…

In questi giorni ho assistito, in disperato silenzio, me ne scuso ma vi sono alcune notizie che davvero è impossibile accettare o commentare ed è il caso dell’incredibile vicenda della statua alta 15 metri, pericolosamente somigliante al Gundam Gigante di Shizuoka che si stà erigendo nel parco di accadrà a Chengdu Guosetianxiang nel Sichuan, la terra dei 4 fiumi, una delle più antiche provincie di quello che è stato il plurimillenario Regno di Mezzo.

Alcune differenze erano balzate agli occhi anche nel report della FNN, sia per quanto riguarda l’altezza, quindici metri, che le mani, più simili ad artigli, e altri particolari, infine non sembrerebbe che la tecnologia ed il materiale utilizzato per costruire questa statua possa essere similare.

Davanti alle numerose contestazioni arrivate via Web i titolari del Parco hanno affermato che non si tratta di un Gundam ma di una non meglio precisata ( e forse precisabile) “creazione Originale”.
Non si tratta di un’imitazione ma di un progetto originale. Non è una copia di Gundam, ma un design che abbiamo studiato noi”.Ammettendo però: Da quando sono giunte segnalazioni di similitudini, stiamo lavorando per modificarlo.

Bandai e Sunrise, evidentemente, guardano la TV.

 

Ferrari World di Abu Dhabi: Accendete i motori!!!

Filmmaster Events inaugura il Ferrari World di Abu Dhabi. Il più grande parco a tema del mondo, il primo mai realizzato e dedicato alla rossa di Maranello, questo sarà il Ferrari World di Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti. Una commistione incredibile di passione, eccellenza e innovazione tecnologica che da sempre caratterizzano il brand italiano saranno gli elementi costitutivi di questo stupefacente parco a tema che verrà inaugurato dall’eccellenza del settore: Filmmaster Events. Selezionata tra le migliori agenzie di eventi del territorio, Filmmaster Events ha sbaragliato la concorrenza grazie all’elevato standard qualitativo offerto.

Ferrari World Abu Dhabi è il primo parco progettato con temi connessi alla Ferrari; contiene una pista, un teatro, 20 attrazioni, il cinema 3D, la galleria delle auto storiche, la riproduzione del paddock e l’Italia in miniatura. Il parco accoglie il Formula Rossa, la montagna russa più veloce al mondo che raggiunge infatti i 240 km/h in meno di 5 secondi,oltre a una montagna russa a grande caduta, e a un altro con due carrelli paralleli per andare come in gara. Il parco è di proprietà di Aldar Properties, la compagnia principale di sviluppo di Abu Dhabi. Farah Leisure Parks Management L.L.C., una joint-venture fra Aldar Properties PJSC e ProFun Management Group Inc. (strutture internazionali di divertimento) che gestirà il Ferrari World Abu Dhabi.

Uno standard di indiscutibile livello che poggia le basi sul talento delle eccellenze del settore provenienti da tutto il mondo e sul genio creativo del più tipico Made in Italy. Questo evento segnerà, inoltre, la nascita del primo ufficio Filmmaster Mea (Middle East & Africa) proprio ad Abu Dhabi, come a dire un evento nell’evento che celebra il vanto tutto rosso di casa nostra.

filmmasterevents.com

Guillermo Del Toro, horror a Disneyland

San Diego, California – 22 Luglio 2010 – Guillermo del Toro ha sorpreso i 6.500 fan che si erano radunati oggi al Comic-Con annunciando di stare lavorando al momento su un nuovo film per The Walt Disney Studios basato sulla tradizionale attrazione dei parchi a tema Disney, ovvero la casa stregata, The Haunted Mansion. “L’immaginario dark è parte integrante dell’eredità di Walt Disney. D’altra parte, lo stesso Disney ha dato vita ad alcuni momenti e personaggi da brivido: basti pensare al demone Chernabog in Fantasia o alla strega Malefica che si trasforma in drago o alla Regina cattiva di Biancaneve”, dice Del Toro. “Sono assolutamente eccitato all’idea di prendere parte al mio adattamento dell’originale attrazione per parchi a tema che Walt ha immaginato e che rimane, almeno per me, la casa più desiderabile al mondo!”
 “Milioni di persone da ogni parte del mondo visitano ogni anno la Casa Stregata, ma nessuno ha mai avuto come guida turistica Guillermo del Toro”, afferma Rich Ross, Presidente dei Walt Disney Studios. “Guillermo è uno dei più dotati e dei più innovativi registi attivi oggi e sta per accompagnare il pubblico in un viaggio visionario mai visto prima”.
Dall’Agosto del 1969, folli mortali hanno osato calpestare il macabro suolo della Casa Stregata Disney. Territorio sacro, nella piazza di New Orleans a Disneyland, è la dimora di 999 spiriti che ogni giorno muoiono dalla voglia di incontrare nuovi visitatori. Lo stile coloniale della facciata trae dolcemente in inganno i visitatori. All’interno, rovine spettrali delimitano gli ingressi. Dalla sua costruzione, i misteri che avvolgono la casa hanno attraversato l’attrazione lasciando emergere storie su terribili incontri con il soprannaturale. Altre versioni dello spaventoso edificio sono state costruite in altri parchi a tema Disney a Orlando, Tokyo e Parigi.

“Inferis: faccia a faccia con la paura!”

Questo il nome della nuova attrazione a tema horror di Gardaland, Stando a indiscrezioni dovrebbe trattarsi di un’attrazione appartenente alla tipologia dei “Walk Trought”, cioè un percorso al buio da percorrere a piedi che si snoda attraverso scene tematizzate con effetti speciali, audiomatronic e attori in carne e ossa. Intanto è partita una prima azione teaser di guerrilla marketing. Un personaggio luciferino è stato avvistato in varie zone della città di Milano a bordo dei convogli della metropolitana impressionando i passanti e proiettando con un oggetto la scritta www.inferis.it. Fonte: http://www.arcadiatv.tv/

Un treno Itasha per Macross Frontier: The falsa diva

La campagna di promozione dedicata al primo dei due film tratti dalla popolare serie Macross Frontier ha portato un’esplosione di entusiasmo tra gli appassionati giapponesi di anime e manga. Per rendere omaggio a questa serie fenomeno, i responsabili del marketing hanno deciso di adornare non solo le strade intorno ai cinema, dove il 21 novembre è avvenuta la prima proiezione, con giganteschi cartelloni pubblicitari, ma anche di realizzare un vero e proprio Itasha Train.

マクロスFラッピング電車@山手線がホームに入線

Le linee Yamamote, la principale rete ferroviaria di Tokyo che collega i punti più importanti della metropoli giapponese, sono state coinvolte in questa iniziativa senza precedenti. Uno dei famosi “Treni verdi” della linea è stato interamente decorato con gli emblemi delle forze Zeon, insieme ai volti dei protagonisti della serie.

Quest’incredibile treno ha catturato l’attenzione di migliaia di passeggeri, lasciandoli senza parole di fronte alla sua maestosità e alle vibranti immagini che lo ricoprono. L’Itasha Train ha attraversato la città, permettendo ai fan di Macross di unire le loro immaginazioni con gli amati personaggi della serie.

L’iniziativa ha generato un enorme entusiasmo tra gli appassionati che si sono riversati nei quartieri circostanti il cinema per ammirare da vicino i giganteschi cartelloni pubblicitari che dominano il paesaggio urbano. Ma la vera attrazione è stata senza dubbio l’Itasha Train, un’opera d’arte su rotaie che ha catturato l’attenzione di tutti i presenti.

Macross Frontier ha rilanciato il mondo di Macross in questo millennio, diventando un vero gioiellino di animazione e storia. Grazie a iniziative innovative come questa, la serie continua a conquistare il cuore degli appassionati di anime e manga, regalando loro esperienze uniche e indimenticabili.

Disneyland Paris su Google Earth

Grazie a Google Earth puoi fare un incredibile tour 3D nel luogo dove i sogni diventano realtà! Vola come Peter Pan sul Castello della Bella Addormentata nel Bosco. Fai uno zoom su Main Street, USA® o sali a bordo della nave dei Pirati di Capitan Uncino! Disneyland® Paris in 3D è a portata di “mouse”: puoi finalmente esplorare nel dettaglio ogni angolo di Disneyland Paris e dare un’occhiata ai contenuti de “Il Magico Anno di Topolino” iniziato il 4 Aprile. Comincia il tuo magico viaggio! Segui le istruzioni qui sotto e in pochi click avrai il controllo del tuo volo 3D all’interno del resort!

Leggi tutto “Disneyland Paris su Google Earth”

Chi sono gli Imagineer?

Gli Imagineer sono i creatori dei parchi divertimento e sono responsabili della progettazione e realizzazione di attrazioni, scenografie e spettacoli di tutto l’universo Disney, composto dai famosi parchi a tema, ma anche da attrazioni turistiche, hotel, parchi acquatici, complessi immobiliari, navi da crociera e progetti multimediali. Il termine “Imagineering” è una fusione di “imagination” e “engineering” e rappresenta la forza creativa chiamata ad occuparsi di trasformare i sogni in realtà.

Walt Disney Imagineering è composta da un team di professionisti che rappresentano più di 140 diverse discipline, dalla progettazione agli show, dagli effetti speciali alla progettazione di attrazioni, all’animatronica. Gli Imagineer si occupano di sviluppare idee e tradurle in attrazioni, scenografie e spettacoli, e per farlo collaborano con ingegneri, architetti, artisti, scrittori, tecnici e molti altri professionisti.

Il processo di progettazione di un parco divertimenti richiede di tenere conto dei vincoli progettuali ed renderli parte dello sforzo di ricerca di un design olistico, globale. I vincoli posti al progetto sono spesso utilizzati per misurare la qualità del lavoro. In un parco a tema si deve applicare la creazione artistica in rapporto agli spazi, alle tempistiche, alle operazioni, agli aspetti finanziari ed ai vincoli logistici. E’ parte del processo creativo dover trovare soluzioni, affrontare i problemi e porsi nuove domande in rapporto alle sfide esistenti. Gli Imagineer creano esperienze coinvolgenti per l’ospite, che rendono le loro creazioni un mezzo sociale.

Gli Imagineer sono una squadra di professionisti altamente qualificati che lavorano insieme per creare esperienze coinvolgenti e indimenticabili per gli ospiti dei parchi divertimento. Il loro lavoro richiede una vasta gamma di competenze e conoscenze, e il loro obiettivo è quello di trasformare i sogni in realtà, creando un mondo magico e divertente per tutti da godere.

Disney: origine, anni ’90, scenari futuri.

Fermarsi a riflettere sul mondo Disney vuol dire entrare a far parte di un universo di suggestioni a cui è impossibile resistere. Non solo castelli e fate, principi e incantesimi: i personaggi che animano fantasia e realtà di generazioni e generazioni di bambini (e non solo…) esprimono la loro universalità nella semplicità, nel tratteggiare le emozioni più pure con immediatezza,

Eppure i sentimenti comunicati riescono a non oltrepassare mai i confini del mieloso buonismo, a guidare i pensieri attraverso una dolcezza mai banale e scontata ma, al contrario, ricca di valori essenziali nell’esistenza di chiunque.
È probabilmente questo il segreto dell’universalità assoluta dei lungometraggi cinematografici Disney: riuscire ad entrare in contatto con i bisogni più profondi dell’animo umano, di qualunque età e provenienza sociale o fisica sia.
Se volessimo ripercorrere la memoria storica dei film d’animazione Disney, ci accorgeremmo che la gran maggioranza di questi è composta in realtà da rielaborazioni di fiabe o opere letterarie già conosciute al grande pubblico: non è certamente casuale se il primo lungometraggio d’animazione prodotto da Walt Disney fu “Biancaneve e i sette nani”.

Correva l’anno 1937 e il grande Walt dovette combattere faticosamente in prima persona per riuscire a portare sui grandi schermi un prodotto in cui probabilmente era l’unico a credere. I costi stratosferici per la realizzazione di un film completamente creato con disegni a mano (il produttore giunse a dover ipotecare la propria casa per sostenere le spese) e il rischio della revisione di una trama famosa come quella dei fratelli Grimm, giustificarono i critici che bollarono preventivamente il film come “la pazzia di Disney”.  Ciò che invece gli stessi critici non avevano previsto fu lo straordinario entusiasmo che accolse il film e che permise a Disney di vincere uno speciale Oscar per la “significativa innovazione che ha affascinato milioni di persone ed è pionera in un nuovo grande campo dell’intrattenimento” (curiosità: contestualmente all’Oscar di dimensioni standard, a Disney ne furono consegnati altri sette in miniatura!). Ciò che sorprende di più dello straordinario successo di “Biancaneve” è la sua continuità nel tempo, paragonabile ad una tradizione, ad un gioiello di famiglia tramandato di generazione in generazione, quasi un topos educativo al quale nessun genitore rinuncia nel proporre ai propri bambini, straordinario esempio qual è della vittoria del bene sul male: come non riconoscere a Disney la grandezza nel riuscire a proporre una visione manichea e immediatamente identificabile nel sistema dei personaggi?

Bene conto Male, Bontà contro Cattiveria, Verità contro Bugia: è questo lo standard entro cui i film Disney percorreranno l’intero arco della loro esistenza, standard cui non hanno ancora rinunciato e che continua ad essere ragione del loro successo.
Non solo diffusione di bontà nelle intenzioni di Disney, però: i suoi sono, da sempre, straordinari successi commerciali, ed egli fu il primo ad intuire le grandi potenzialità economiche della costruzione di un vero e proprio Impero della Fantasia. Di nuovo, “Biancaneve” è l’esempio più lampante: durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, nel 1944, la riedizione del film fu distribuita per aumentare le entrate dello studio Disney. Quel momento inaugurò la consuetudine di ridistribuire i film Disney ogni sette anni, geniale intuizione di Walt che capì (ed invogliò di conseguenza) la propensione a considerare il lungometraggio, conosciuto in età infantile, un oggetto transgenerazionale.
Il dominio Disney, incontrastato fino agli anni ’90, raggiunge il culmine del successo con la tripletta “La Bella e la Bestia” (1991), “Aladdin” (1992) e “Il Re Leone” (1994).

Proprio quest’ultimo è il film esempio del rinnovamento che la Walt Disney ha saputo mettere in atto attraverso i tempi, pur rimanendo entro i canoni della propria tradizione.

È durante gli anni Novanta, infatti, che si assiste al principio dei cambiamenti che hanno condotto alla rivoluzione digitale nel cinema d’animazione: i “cartoni animati” vecchio stile, realizzati completamente a mano, lasciano spazio alla computer graphics che propone effetti speciali, sceneggiature più realistiche e suggestive, un complessivo avvicinamento alla realtà fotografica che stupisce lo spettatore, pur nella consapevolezza della finzione digitale. “Il Re Leone” segna un punto di svolta della Disney per più di un motivo: innanzitutto si tratta di un film la cui trama, originale, affronta temi molto “forti” (il leoncino Simba perderà suo padre Mufasa, re della foresta, e il perfido zio Scar inculcherà in lui un senso di colpa per la sua morte, spingendolo alla fuga da casa) ma attraverso le modalità proprie dei lungometraggi Disney, con la consueta delicatezza e chiarezza nel tratteggiare il sistema dei personaggi, tanto da far capire immediatamente che la morte del papà buono e forte è da attribuire esclusivamente al Male, rappresentato da Scar, e non all’innocente cucciolo Simba (che evidentemente rappresenta la Giustizia, tanto che ritornerà, adulto, e ristabilirà l’ordine nel suo regno). Per quanto riguarda le tecniche di animazione, nel film è usata la grafica digitale per le ambientazioni, tutte svolte in vari punti della foresta, che risultano essere spettacolari e molto più veritiere di quanto sia possibile realizzare “artigianalmente”.

Da questo momento in poi, la Disney non abbandonerà più la computer grafica, intuendo il potenziale di attrattività della nuova tecnica. Esempio lampante ne è la collaborazione attuata con la Pixar (seppur con rispettiva diffidenza da parte del CEO della Disney, Eisner, e di quello della Pixar, Jobs): prodotto della collaborazione risulta essere “Toy Story” (1995), primo film d’animazione realizzato completamente in computer grafica, sviluppato dalla Pixar attraverso il software “Render Man” e distribuito dalla Disney. È attraverso questa fruttuosa collaborazione che la Disney attraversa gli anni Novanta proponendosi ancora come protagonista di quel settore –l’animazione- che da sempre la vede leader e pioniera: seguiranno altri film, fino ai capolavori “Alla ricerca di Nemo” (2003) e “Gli incredibili” (2004) entrambi vincitori del premio Oscar come Miglior Film d’Animazione.

“Cars” (2006) rappresenta l’ultimo straordinario film realizzato attraverso la collaborazione Disney – Pixar, la cui trama ricalca la ricerca di buoni sentimenti Disney, l’amicizia vera in contrapposizione al  mero successo individualistico: in un momento in cui anche la vita reale scorre veloce come le gare a cui partecipa l’automobile protagonista, Saetta Mc Queen, l’attenzione viene richiamata sulla necessità di fermarsi a riflettere su ciò che è davvero importante… e può esserlo soltanto la scoperta di sentimenti autentici.
Siamo già nel futuro. Il cambiamento si è concretizzato e segna il percorso da seguire.  
È del 2006 l’acquisizione della Pixar da parte della Disney attraverso un’operazione da 7 miliardi e mezzo di dollari: è ormai, a tutti gli effetti, il più grande studio d’animazione del mondo (di cui Jobs è il maggior azionista individuale).
Il giro d’affari Disney continua ad essere in rialzo e non conosce sosta, a dimostrazione e conferma di come il capostipite Walt abbia centrato per primo le opportunità e la necessità di combinare insieme i bisogni di evasione con quelli di rassicurazione sui valori giusti da seguire, consentendo a chiunque lo voglia di entrare in un sogno nel quale si avrà sempre voglia di tornare. Non si deve,infatti,  dimenticare che Disney non è “solo” fumetti ed animazione, ma anche parchi tematici, veri e propri non luoghi nei quali il sogno si può toccare con mano, provando un’esperienza  360 gradi a cui è difficile resistere.

È del 1955 l’apertura di “Diseyland” ad Anaheim, in California, a cui seguiranno il “Walt Disney World” ad Orlando (Florida) nel 1971, fino a sbarcare in Europa, a Parigi, con l’ “Euro Disney Resort” nel 1992 (rinominato “Disneyland Resort Paris” nel 2002, ad indicare l’intera area comprendente anche il nuovo parco “Walt Disney Studios”). Né sono da sottovalutare i prodotti di consumo a marchio Disney, ormai vero e proprio brand garanzia di successo, distribuiti anche in esclusiva nei  Disney Store europei, e le collaborazioni con altri importanti brand nella realizzazione di merchandising.
A distanza di quasi settant’anni dall’assegnazione dell’Oscar a “Biancaneve”, è chiaro come mai motivazione fu più azzeccata nonché estendibile all’intero impero sviluppato dalla Disney fino ai giorni nostri:  ricerca continua di innovazione,  che affascina (forse ancor più di prima) milioni di persone, pioniera nell’intrattenimento.

Monkey Island VS Pirati dei Caraibi

Le storie sui pirati hanno sempre affascinato le persone che siano lettori di romanzi, spettatori di film o giocatori di videogame. La saga dei Pirati dei Caraibi, senza dubbio, ha dato nuova linfa a questo genere che tutti i nerd millenials hanno amato con le improbabili avventure di Guybrush Threepwood nella saga videoludica di Monkey Island della Lucasfilm Games / LucasArts.

Tra i due prodotti, non possono sfuggire alcuni “punti di contatto”, anche perche entrambe le saghe hanno un’ispirazione comune…

Anche grazie agli straordinari effetti speciali, la saga cinematografica di Capitan Jack Sparrow ci ha trascinato in un mondo di pirati pieno d’azione e completamente immerso in un’atmosfera misteriosa in cui un giovane speranzoso deve diventare un pirata per salvare la sua amata, la figlia del governatore, sconfiggendo un pirata non morto custode di una maledizione oscura.

Similmente, la trama di Monkey Island ha inizio con l’arrivo del giovane e maldestro Guybrush Threepwood sull’isola caraibica di Melée, determinato a diventare un pirata. Durante le prove, si innamora di Elaine, governatrice dell’isola, ma poco dopo viene rapita dal pirata LeChuck, diventato un non morto dopo aver trovato il favoloso tesoro di Big Whoop. LeChuck, con una ciurma un po’ scheletrica, si nasconde sull’isola di Monkey, introvabile e leggendaria. L’amore per la bella Elaine spinge Guybrush a fare di tutto per trovare una nave, una ciurma e una mappa per l’isola, dopo essere andato dalla veggente nella palude per conoscere il suo destino. Una volta raggiunta l’isola di Monkey, Guybrush si trova di fronte a mille ostacoli, tra cui i selvaggi cacciatori di teste alquanto cannibali, fino al momento dello scontro finale con LeChuck…

I fan di questa saga della Lucas hanno sperato per diversi anni di vederla trasformata in un film, come è successo ad altri videogiochi . Quando la Disney ha deciso di produrre un film d’avventura che traeva ispirazione dell’attrazione di Disneyland “Pirates of the Caribbean“, esattamente come successe per Monkey Island del  leggendario programmatore Ron Gilbert (che venne in realtà condizionato anche dai personaggi dal romanzo On Stranger Tides di Tim Powers) per molti fan di Guybrush Threepwood il sogno si stava trasformando realtà… ma non fu esattamente così! La giostra avrebbe avuto un film, ma con una storia originale e nuovi personaggi.

Il film di Monkey Island

In realtà un film sulla saga di Gilbert sarebbe stato effettivamente in cantiere ma sarebbe stato cancellato nel 2001. L’idea per il lungometraggio sarebbe nata da David Carson, un artista visivo dell’Industrial Light & Magic (ILM), che propose alla Lucasfilm di realizzare un film sulle avventure dell’aspirante pirata Guybrush Treepwood. Il presidente dell’ILM all’epoca, Jim Morris, non era familiare con i giochi, ma ha suggerito di presentare l’idea ad Amblin Entertainment, la casa di produzione di Steven Spielberg che fu direttamente coinvolto nel progetto.Il trattamento originale del film, scritto dallo stesso Carson, era un adattamento approssimativo del primo gioco della saga, The Secret of Monkey Island, con alcune modifiche nella trama. Patty Blau, che stava diventando capo delle funzioni digitali dell’ILM, ha poi messo Carson in contatto con i giovani scrittori Corey Rosen e Scott Leberecht, che hanno scritto un ulteriore trattamento del film da presentare a Spielberg e hanno poi lavorato come sceneggiatori nel progetto.Durante la revisione della bozza finale, un produttore dell’ILM, Kim Bromley, ha iniziato a intervistare vari professionisti dell’industria cinematografica, tra cui i noti sceneggiatori Terry Rossio e Ted Elliott, che in seguito hanno lavorato proprio alla sceneggiatura dei film dei Pirati dei Caraibi. Carson racconta di come abbiano mostrato loro i disegni sviluppati per Monkey Island e di come non sapessero che Rossio ed Elliott stavano già lavorando a una sceneggiatura per un film su Pirates of the Caribbean, basato sull’omonima attrazione a Disneyland. A quanto pare non erano i primi sceneggiatori ad essere incaricati di questo compito.

Nonostante tutti gli sforzi, il film di Monkey Island non ha mai visto la luce e il progetto è stato cancellato nel 2001

Con la saga dei Pirati dei Caraibi, secondo Disney, idee inedite avrebbero così solcato le onde dei caraibi… ma forse non fu esattamente così.

Quando uscì nel 2003, “Pirati dei Caraibi: La maledizione della prima Luna” offri agli spettatori immediati richiami alla saga videoludica della Lucas in particolar modo con il leggendario “The Secret of Monkey Island“, come il cane “mastro di chiavi” della prigione, la strampalata ciurma di pirati non morti, la ricerca della figlia del governatore e la vedetta situata sull’altura di Port Royal… ed è palese alcuni personaggi dei film sembrano le perfette riproduzioni di quelli del videogioco… dunque il progetto “Monkey Island The Movie” no fu proprio del tutto abbandonato, la magia di Ron Gilbert (che tutti attendiamo per un nuovo episodio), semplicemente servì da ispirazione per qualcos’altro, un nuovo franchise che ci ha fatto tornare bambini che giocano coi galeoni giganti e inventano insulti stravaganti per diventare maestri di spada!

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