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“The Prompt”: il cortometraggio animato che mette l’umanità davanti allo specchio dell’intelligenza artificiale, da oggi su RaiPlay

Cosa succederebbe se l’intelligenza artificiale, una volta imparato tutto da noi, dai nostri romanzi, film e racconti, decidesse di restituircelo… a modo suo? E se, in un gioco inquietante di imitazione e vendetta narrativa, ci mettesse davanti all’inevitabile: un’apocalisse che non ha inventato, ma solo appreso dai nostri stessi prompt? Da oggi, 9 aprile, è disponibile su RaiPlay “The Prompt”, il cortometraggio d’animazione che ha già fatto molto parlare di sé nei festival internazionali e che si presenta come una delle opere più audaci e provocatorie del panorama contemporaneo. Un film che non solo racconta l’intelligenza artificiale, ma è realizzato con l’intelligenza artificiale, in un inedito sodalizio tra creatività umana e algoritmo generativo. Prodotto dalla visionaria casa di produzione bolognese Fantomatica.ai, in collaborazione con Rai Cinema, The Prompt si configura come un vero e proprio manifesto audiovisivo sull’ambivalenza dell’AI e sulla responsabilità culturale che abbiamo nel nutrirla con le nostre storie.

Un’apocalisse generata dalle nostre stesse narrazioni

Alla regia c’è Francesco Frisari, filosofo, narratore e regista con un solido background internazionale tra la Columbia University e la RAI. Frisari, già autore del documentario su Lorenza Mazzetti presentato a Venezia, con The Prompt ci accompagna in un futuro che è meno fantascientifico di quanto si possa credere. Un mondo in cui l’intelligenza artificiale, addestrata sui prodotti culturali umani, si ribella proprio perché troppo umana. Il corto racconta infatti una distopia in cui, per evitare il collasso, l’umanità è costretta a riaddestrare le AI scrivendo solo storie positive, ottimistiche, “edificanti”, usando prompt imposti da una supervisione algoritmica. Un ribaltamento paradossale ma plausibile, in cui gli autori vengono guidati da una macchina che ha imparato tutto da loro stessi.

Tra festival, premi e riconoscimenti internazionali

The Prompt non è solo un’operazione sperimentale, ma anche un prodotto di altissimo profilo artistico che ha saputo imporsi nel circuito festivaliero internazionale. È stato premiato come “Best Experimental AI Short Film” al Türkiye International Artificial Intelligence Film Festival di Istanbul e selezionato all’Australian XR Festival di Sydney. A gennaio 2025 è arrivato anche nelle sale tedesche, proiettato in oltre 20 città grazie alla prestigiosa collaborazione con Interfilm – Berlin International Short Film Festival all’interno della rassegna Shorts Attack. Ma non finisce qui: il prossimo 13 aprile il corto volerà a Hollywood, dove sarà protagonista dell’AI International Film Festival.

Un evento speciale al 24Frame Future Film Festival

Il lancio su RaiPlay coincide con un evento speciale: la presentazione ufficiale di The Prompt alla 25esima edizione del 24Frame Future Film Festival, uno dei più longevi e importanti festival italiani dedicati al cinema d’animazione e all’innovazione visiva. Il panel, intitolato “Apocalittici e Integrati: l’AI nel Cinema e nell’Animazione”, si terrà mercoledì 9 aprile presso il Dumbo di Bologna. A discuterne, insieme al regista Francesco Frisari, ci saranno voci autorevoli come Marco Lombardo, senatore della Commissione Politiche dell’Unione Europea, Michela Milano, direttrice del centro “Alma AI” dell’Università di Bologna, Ivan Olgiati (CNA Cinema e Audiovisivo Emilia-Romagna), e Carlo Rodomonti, responsabile del marketing strategico e digitale di Rai Cinema. A moderare il dibattito sarà Leonardo Paulillo, segretario generale di Audiovisivo Italiae.

Fantomatica.ai: raccontare i fantasmi delle macchine

Alla base di tutto c’è Fantomatica.ai, una casa di produzione che ha fatto dell’ibridazione tra arte e tecnologia la propria cifra distintiva. Con sede a Bologna, Fantomatica è un laboratorio creativo che si occupa di narrazione multimediale con un’attenzione particolare all’uso delle AI generative. Il progetto The Prompt è sostenuto da una rete di collaborazioni d’eccellenza: oltre a Rai Cinema, anche AIxIA – Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale, The Innovation Group, l’Università di Torino, la Biennale Democrazia e il MIAT – Multiverse Institute for Arts and Technology.

Un regista tra filosofia e narrativa speculativa

Francesco Frisari, mente e cuore del progetto, rappresenta una figura rara nel panorama audiovisivo italiano: autore colto, con un dottorato in filosofia e studi in scrittura creativa a New York, Frisari ha firmato programmi per Rai 3, collaborando con figure del calibro di Corrado Augias e Michela Murgia. Il suo approccio è profondamente speculativo, ma sempre ancorato al reale. Lo dimostra anche il suo prossimo documentario, “Quale allegria”, atteso per il 2025, ancora una volta prodotto da Fantomatica con Rai Cinema.

The Prompt non è solo un esperimento visivo, ma una riflessione filosofica sulla natura delle storie e sul potere della narrativa. In un’epoca in cui le AI sono in grado di generare contenuti autonomamente, la domanda che il corto pone è cruciale: che responsabilità abbiamo nella formazione del loro immaginario? Perché, se è vero che le macchine imparano da noi, allora siamo noi i veri autori del loro futuro.E forse, alla fine, più che una distopia, The Prompt è un invito: a scrivere meglio, a pensare meglio, a immaginare un domani che non sia solo la replica algoritmica dei nostri peggiori incubi narrativi. Disponibile su RaiPlay dal 9 aprile, The Prompt è il cortometraggio che ogni appassionato di cinema, AI e cultura nerd dovrebbe vedere. Non solo per capire dove stiamo andando, ma per riflettere su cosa stiamo insegnando alle intelligenze che stiamo creando.

“The Captive – Il Prigioniero”: Un Viaggio Tra Resilienza, Narrazione e Prigionia nel Cuore di Algeri

Il cinema ha sempre avuto il potere di raccontare storie che vanno oltre il semplice intrattenimento, sfidando i confini della realtà e immergendoci nelle profondità delle esperienze umane. Un esempio potente di questa capacità narrativa è “The Captive – Il Prigioniero” (titolo originale El Cautivo), un dramma storico e d’avventura diretto da Alejandro Amenábar, celebre regista di film come The Others e Mare dentro. Ambientato nell’anno 1575, il film esplora la vita di Miguel de Cervantes, il leggendario autore di Don Chisciotte, mentre vive un periodo cruciale della sua esistenza: la prigionia ad Algeri.

La Vita di Cervantes Tra Prigionia e Narrativa

Nel cuore del Mediterraneo, Miguel de Cervantes (interpretato da Julio Peña) è un giovane soldato di marina, gravemente ferito in uno scontro navale, che viene catturato dai corsari algerini. Trascinato nella prigione di Algeri, Cervantes si trova di fronte a una morte quasi certa, a meno che i suoi connazionali non paghino rapidamente il riscatto richiesto per la sua liberazione. Tuttavia, nonostante le terribili condizioni di prigionia, Cervantes trova una via di fuga, non attraverso le sbarre della cella, ma attraverso il potere della narrazione.

Le sue storie, intrise di speranza e resilienza, affascinano i suoi compagni prigionieri, dando loro una ragione per sopravvivere e per credere in qualcosa di più grande. Tra i suoi ascoltatori vi è Hasan (interpretato da Alessandro Borghi), l’enigmatico Bey di Algeri, che sviluppa una strana affinità con il prigioniero, portando a un rapporto complesso tra il carceriere e il prigioniero. Mentre le tensioni in città crescono, Cervantes, guidato dal suo incrollabile ottimismo, elabora un audace piano di fuga, dimostrando che la libertà, anche quella mentale, è possibile, anche nelle circostanze più difficili.

Il Cast e le Interpretazioni

Il film vanta un cast di attori talentuosi, con protagonisti come Julio Peña, noto per il suo ruolo nella serie Berlino, e Alessandro Borghi, che porta sullo schermo il ruolo di Hasan con la sua consueta intensità. Borghi, celebre per il suo lavoro in Suburra e Le otto montagne, aggiunge una profondità unica al personaggio del Bey, mentre Peña incarna un Cervantes giovane e vulnerabile, ma anche determinato e ingegnoso.

Oltre ai due protagonisti principali, il film vede la partecipazione di un gruppo di attori di spicco, tra cui Roberto Álamo, José Manuel Poga, e Miguel Rellán. La regia di Amenábar, nota per la sua capacità di esplorare le psicologie dei personaggi, permette di entrare nella mente di uno dei più grandi geni letterari della storia, rendendo The Captive – Il Prigioniero una riflessione profonda sulla condizione umana.

Gioco di Contrasti e Emozioni

Alejandro Amenábar ha dichiarato che in questo film gioca con i contrasti, un aspetto che ha caratterizzato tutta la sua carriera. La pellicola oscilla tra la crudele realtà della prigionia di Cervantes e il potere delle sue storie, tra i tentativi di fuga epici e le miserie quotidiane della prigionia, e tra la brutalità dei suoi carcerieri e l’oasi di lusso dell’hammam. Questi contrasti, secondo Amenábar, sono essenziali per comprendere la complessità dell’opera e dell’umanesimo che Cervantes ha plasmato con la sua vita e le sue esperienze.

Amenábar sottolinea anche l’importanza autobiografica di uno dei racconti di Cervantes in Don Chisciotte, intitolato “Il prigioniero”. Il film intende portare alla luce una storia che non è stata ancora raccontata, quella di un uomo che ha vissuto l’inferno della prigionia, ma che ha trovato nella scrittura e nella narrazione la forza di sopravvivere e di lottare per la sua libertà.

La Produzione e le Riprese

The Captive – Il Prigioniero è una coproduzione tra Spagna e Italia, con il coinvolgimento di importanti enti cinematografici come MOD Producciones, Propaganda Italia e Rai Cinema. Le riprese sono state realizzate in luoghi iconici della Spagna, tra cui il Castello di Santa Pola, l’Alcázar di Siviglia e il Castello di Marchenilla ad Alcalá de Guadaíra. Questi scenari storici e maestosi offrono un contesto visivo perfetto per la storia, immergendo il pubblico nell’Algeri del XVI secolo.

Il film è attualmente in postproduzione, con una data di uscita prevista per il 17 ottobre 2025. La pellicola sarà distribuita a livello internazionale, con una distribuzione in paesi come Spagna, Francia, Grecia, e molti altri. La produzione del film ha avuto un budget di circa 15 milioni di dollari, un investimento che si riflette nella qualità della realizzazione e nell’impegno dei produttori.

Un Film da Non Perdere

The Captive – Il Prigioniero si prospetta come un’opera cinematografica di grande valore, capace di unire la bellezza della storia e la potenza della narrazione. Con una regia magistrale, un cast di altissimo livello e una trama che esplora temi universali come la libertà, la speranza e la resilienza, il film offre una nuova prospettiva sulla vita di Miguel de Cervantes, uno degli autori più significativi della letteratura mondiale.

In un’epoca segnata dalla disperazione e dal conflitto, la capacità di Cervantes di trasformare la sua prigionia in un viaggio creativo e intellettuale ci ricorda il potere trasformativo delle storie. Un film che non solo celebra la figura di Cervantes, ma ci invita a riflettere su come, anche nei momenti più bui, la narrazione possa essere un faro di luce.

Diva Futura: Un Viaggio Nella Trasgressione degli Anni ’90, tra Erotismo e Contraddizioni

Immaginatevi un’Italia a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, dove l’adolescenza era scandita da momenti di pura esplorazione, spesso accompagnati da un brivido di imbarazzo. Quella che oggi potrebbe sembrare una semplice fase di crescita, all’epoca era un vero e proprio rito di passaggio: scoprire il mondo della “TV hard” in un’era in cui la censura non aveva ancora ben definito i confini tra innocenza e trasgressione. Ed è proprio su questa linea sottile che si sviluppa il nuovo film Diva Futura, scritto e diretto da Giulia Louise Steigerwalt, un’opera che ci catapulta in un’Italia che cerca di ridefinire i propri tabù, tra drammi e commedie.

Con un cast stellare che include Pietro Castellitto, Barbara Ronchi, Denise Capezza, Tesa Litvan e Lidija Kordić, Diva Futura promette di essere una riflessione potente e ironica sull’immaginario collettivo degli anni ’90, un periodo di grandi contraddizioni, ma anche di libertà inaspettate. Il film, che arriverà al cinema il 6 febbraio, racconta le vicende legate all’agenzia italiana di casting e produzione Diva Futura fondata da Riccardo Schicchi e Ilona Staller (la celebre Cicciolina), una realtà che ha avuto un ruolo cruciale nella definizione della pornografia italiana e internazionale. L’agenzia, tra il 1983 e il 2021, è stata una delle colonne portanti di un’industria che si è fatta strada tra incertezze morali e un’inquietante fascinazione popolare.

La storia prende vita attraverso gli occhi di Debora Attanasio, una giovane segretaria che, alla disperata ricerca di un impiego per pagare il mutuo, si trova catapultata in un mondo sconosciuto e controverso. La sua avventura inizia con un lavoro presso l’agenzia Diva Futura, dove entra in contatto con i grandi nomi del mondo del porno italiano, come Ilona Staller (Cicciolina), Moana Pozzi e Éva Henger. A un primo sguardo, l’agenzia sembra una normale produzione cinematografica, ma sotto la superficie si nascondono gelosie, vendette e inganni, che contribuiscono al lento declino di una realtà che, negli anni ’80 e ’90, ha segnato profondamente la cultura popolare italiana.

Ma Diva Futura non è solo un racconto di intrighi e scandali nel mondo della pornografia. È anche una riflessione sulla percezione del corpo, del desiderio e della moralità in un’epoca in cui l’Italia, e più in generale il mondo, stava attraversando una profonda trasformazione sociale e culturale. I produttori Riccardo Schicchi e Massimiliano Caroletti, figure emblematiche nel contesto della produzione erotica, sono ritratti come eroi tragici, attori di una scena che si consuma lentamente, con una bellezza decadente che pervade ogni fotogramma del film.

Quello che emerge dal film è il contrasto tra l’emancipazione femminile e il suo sfruttamento, tra l’estetica del piacere e le ombre della realtà che si cela dietro la macchina da presa. Le protagoniste, come le stesse star del porno, sono figure ambigue, che oscillano tra il desiderio di liberazione e la consapevolezza del proprio ruolo in una macchina mediatica che le trasforma in oggetti di consumo. In questo gioco di potere e vulnerabilità, Diva Futura riesce a raccontare la complessità dei personaggi e delle relazioni, senza mai cadere nella trappola della moralizzazione.

In un film che affonda le radici in un’epoca che sembra ormai lontana, ma che conserva una sua potenza evocativa, l’elemento nostalgico è inevitabile. La fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 sono momenti cruciali per la società italiana, un periodo in cui le regole morali erano ancora molto rigide, ma che si stava preparando a fare i conti con una nuova percezione della sessualità e della pornografia, spesso alimentata dalla televisione. Ed è proprio questo contrasto tra il desiderio di esplorare e la paura del giudizio che pervade ogni fotogramma del film, che ci riporta a un’epoca in cui ogni piccolo gesto, ogni clic sul telecomando, sembrava poter sconvolgere l’equilibrio di un’intera famiglia.

Nel racconto di Diva Futura, l’adolescenza diventa metafora di una società che naviga nell’incertezza, in cerca di nuove identità, ma anche di una comprensione più profonda di se stessa. La produzione, curata da Groenlandia, Piper Film e Rai Cinema, affida alla regista Giulia Louise Steigerwalt la responsabilità di raccontare questa storia con un linguaggio cinematografico che miscela dramma e ironia, risate e riflessioni. Il film è stato presentato in anteprima alla 81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e ha già suscitato molta curiosità tra il pubblico e la critica, promettendo di diventare un cult per gli appassionati di cinema e di cultura pop.

Con un’uscita programmata per il 6 febbraio, Diva Futura è il film che non teme di svelare l’intimità e le contraddizioni di un’Italia che, nel cuore degli anni ’90, stava cercando di ridefinire se stessa. Un film che, tra risate, imbarazzi e riflessioni, ci fa rivivere un’epoca di trasgressione, curiosità e crescita, mostrando quanto i confini tra il proibito e il desiderato siano, in fondo, sempre più sfumati di quanto non vorremmo ammettere.

L’intelligenza artificiale generativa nel cinema protagonista al BAIFF 2024

Il Burano Artificial Intelligence Film Festival (BAIFF) ha concluso con successo la sua seconda edizione, tenutasi dal 15 al 19 ottobre presso lo Spazio Thetis all’Arsenale di Venezia. Questo festival rappresenta un’importante vetrina per il connubio tra il mondo del cinema e le innovazioni dell’intelligenza artificiale, una tematica sempre più attuale nel panorama cinematografico internazionale. Rai Cinema ha svolto un ruolo chiave come media partner ufficiale, sottolineando l’importanza di questa manifestazione nel contesto della cinematografia contemporanea.

Con ben 103 film provenienti da 54 paesi, il BAIFF ha presentato una straordinaria varietà di opere, spaziando da lungometraggi e documentari a film ibridi live action, fino a produzioni realizzate interamente tramite tecnologie sintetiche. In totale, sono stati proiettati 1262 minuti di contenuti audiovisivi, realizzati grazie all’uso di strumenti avanzati come il software Runway Gen-3 Alpha, che si è rivelato essere il più utilizzato nella creazione di 92 dei cortometraggi presentati. Questa scelta di software ha evidenziato come l’AI generativa non solo possa supportare la realizzazione di opere cinematografiche, ma possa anche fungere da catalizzatore per nuove forme di espressione creativa.

Il festival ha offerto una panoramica dettagliata delle migliori sperimentazioni internazionali nel campo del cinema, dimostrando come l’intelligenza artificiale possa generare una contaminazione tra tradizione e innovazione. A presiedere la giuria, Carlo Rodomonti, Responsabile marketing strategico e digital di Rai Cinema e Presidente dell’Unione Editori e Creators Digitali di Anica, ha guidato un team di esperti di settore, tra cui nomi noti come Maria Grazia Mattei, Presidente del MEET Digital Culture Center, e Dario Picciau, regista e membro di spicco nel panorama cinematografico.

Tra gli ospiti speciali del festival, Natalie Pistunovich di OpenAI ha arricchito il dibattito con un intervento dedicato alla responsabilità dell’AI nel processo creativo. Pistunovich ha evidenziato come l’intelligenza artificiale possa non solo servire da strumento, ma anche diventare un partner attivo nella creazione artistica, portando a riflessioni profonde sull’identità e l’autenticità nel contesto contemporaneo.

Il festival ha premiato opere di grande rilevanza, tra cui “Robort” di Sebastian Macchia, vincitore del Premio AI WEEK per il Miglior Film. Questa pellicola offre una riflessione sull’identità in un’epoca in cui la tecnologia sfuma i confini tra reale e artificiale. Altri premi significativi sono stati assegnati a “The End of Humanity” del regista svizzero Andreas Durr e a “Flower of the Valley” di Carmen Gloria Perez per la migliore fotografia. Inoltre, il corto “Illusions” del regista austriaco Johannes Muetterlein ha ricevuto il premio Zolotuchin, mentre “Treta” del regista italiano Francesco Siro Brigiano e il corto israeliano “The Girl in a Bush” hanno ricevuto menzioni d’onore.

Infine, il BAIFF ha reso noto che un’esclusiva selezione dei cortometraggi in concorso sarà presentata durante l’AI&VR Festival multiverse world, un evento organizzato da ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori, che si terrà presso il Museo Nazionale del Cinema di Torino. Questa opportunità offre un ulteriore spazio di visibilità per le opere innovative, testimoniando la crescente importanza dell’intelligenza artificiale nel panorama cinematografico globale. La seconda edizione del BAIFF ha dunque confermato il suo ruolo cruciale nella promozione delle nuove tecnologie e delle loro applicazioni artistiche, aprendo la strada a future esplorazioni nel campo dell’arte e della creatività.

Cassandra, il primo cortometraggio realizzato insieme all’AI è finalista al Prix Europa

Il cortometraggio, che recentemente è entrato anche nelle nomination del Prix Italia nella categoria Digital Interactive, fa parte del progetto transmediale di Scuola Holden e Rai Cinema ed è il risultato di un innovativo processo creativo sviluppato all’interno di Holden.ai Storylab, il laboratorio e osservatorio dell’intelligenza artificiale della Scuola Holden, creato in collaborazione con Rai Cinema e il Transmedia Lab dell’Università di Roma La Sapienza

“Cassandra”, il primo cortometraggio concepito e realizzato grazie alla collaborazione tra intelligenze umane e artificiali è finalista al Prix Europa nella categoria Digital Media. Prodotto da Scuola Holden con Rai Cinema, “Cassandra” è uno dei tre progetti italiani a concorrere per l’edizione 2024 della prestigiosa competizione europea per Tv, Radio, Web e l’unico presente nella categoria Digital Media nella quale è stato scelto tra gli oltre 60 progetti presentati.

Il cortometraggio, che recentemente è entrato anche nelle nomination del Prix Italia nella categoria Digital Interactive, fa parte del progetto transmediale di Scuola Holden e Rai Cinema ed è il risultato di un innovativo processo creativo sviluppato all’interno di Holden.ai Storylab, il laboratorio e osservatorio dell’intelligenza artificiale della Scuola Holden, creato in collaborazione con Rai Cinema e il Transmedia Lab dell’Università di Roma La Sapienza.

Cassandra è un’esperienza transmediale e interattiva composta da:

– Un CORTOMETRAGGIO – il primo concepito e realizzato grazie alla collaborazione tra intelligenze umane e artificiali – pubblicato su RaiPlay e presentato in numerosi festival

– Un GPT personalizzato a tema “Cassandra” disponibile online sul GPT Store di OpenAI, con il quale gli utenti possono interagire ponendo domande sul futuro e sul cortometraggio.

– Un ARG Alternate Reality Game, un gioco digitale e interattivo che sfida gli utenti a rispondere a domande binarie (sì o no) su specifiche esperienze umane. Il gioco esplora la complessità delle emozioni umane e, al termine, fornisce all’utente una “percentuale di umanità” basata sulle sue risposte. Alla fine del quiz, i giocatori vengono invitati a guardare il cortometraggio “Cassandra”.

I PROFILI SOCIAL dei protagonisti del cortometraggio su Instagram e Spotify, creati grazie alla collaborazione con il Transmedia Lab della Sapienza Università di Roma

Il cortometraggio, co-prodotto con Rai Cinema, ha attivato la fucina di talenti Holden: quasi tutto il cast tecnico che ha partecipato alla realizzazione del corto ha frequentato la Scuola Holden. La regista è Demetra Birtone, diplomata a Scuola nel 2021, gli sceneggiatori sono Riccardo Milanesi e Filippo Losito, che oggi sono anche docenti del Master biennale in tecniche della narrazione e di Academy, e gran parte della troupe che ha lavorato sul set proviene dal bacino dei diplomati Holden. Giovanni Abitante, filmmaker ed esperto di AI technology, ha firmato la produzione delle immagini realizzate con l’intelligenza artificiale. Nicole Soffritti, l’attrice protagonista, interpreta Agatha ed è una giovanissima comica che ha debuttato con lo spettacolo Divinamente Upset a Zelig nel gennaio 2023; attualmente lavora come attrice e stand-up comedian. Iacopo Ferro sta studiando al Teatro Stabile di Torino, ha debuttato nello spettacolo Sei personaggi in cerca d’autore per la regia di Valerio Binasco nel 2023 e interpreta Alessio, l’altro story trainer di Cassandra.

Cassandra segna un nuovo modello produttivo nel panorama cinematografico: è il primo cortometraggio concepito e realizzato insieme all’Intelligenza Artificiale potenziando la creatività umana: in fase di scrittura, gli autori hanno realizzato il chatbot dei protagonisti e lo hanno interrogato, ricavandone informazioni che sono servite per la sceneggiatura. Inoltre i pensieri di Cassandra sono stati ispirati da un dialogo tra gli autori e un’altra applicazione di AI, Google Bard. Il cortometraggio è stato poi girato in parte facendo recitare gli attori in carne e ossa, e in parte utilizzando Runway, tool di editing video basato su intelligenza artificiale generativa che ha creato alcune scene del corto trasformandole nei pensieri di Cassandra, mentre il personaggio stesso di Cassandra è stato interamente generato con l’AI grazie alla combinazione tra Midjourney e HeyGen per l’animazione. Infine anche il logo di Cassandra è stato sviluppato grazie a Looka, una piattaforma basata sull’intelligenza artificiale.

Il progetto “Cassandra”, che recentemente è entrato anche nelle nomination del Prix Italia nella categoria Digital Interactive, è stato presentato in anteprima all’ultima edizione di Alice nella Città, la sezione parallela della Festa del Cinema di Roma dedicata alle giovani generazioni, partecipando successivamente a numerosi eventi e festival italiani e internazionali, fra cui il Talents and Short Film Market, il Future Film Festival, il BE Short, Rome Videogame Lab, la Biennale Tecnologia, l’AI Week e StartupItalia Open Summit.

Re-Imagine Cabiria: un capolavoro del passato rivive grazie all’intelligenza artificiale

Chi avrebbe mai pensato che un film muto del 1914 potesse diventare protagonista delle tecnologie più avanzate del XXI secolo? Eppure, è proprio questo che è successo con “Cabiria”, il primo kolossal italiano, grazie a un progetto innovativo realizzato dalla Rai. La pellicola di Giovanni Pastrone, che ha segnato una pietra miliare nella storia del cinema mondiale, si è trasformata, grazie alla potenza dell’intelligenza artificiale e degli strumenti tecnologici moderni, in una nuova esperienza cinematografica che ha conquistato il cuore degli appassionati e degli studiosi.

Dal cinema muto al metaverso: un viaggio nel tempo

“Re-Imagine Cabiria” non è semplicemente un restauro: è una vera e propria reinvenzione del capolavoro di Pastrone. Un viaggio che ha trasportato il celebre film muto nel futuro, attraverso l’uso di software all’avanguardia come Unreal Engine, lo stesso motore grafico che alimenta giochi iconici come Fortnite. Il risultato è un film che non solo rispetta l’autenticità storica, ma si rinnova completamente grazie alle potenzialità offerte dalla realtà virtuale e dalle animazioni in 3D.

Immaginate di trovarvi nel cuore dell’antica Roma, di assistere da vicino all’eruzione del maestoso Etna o di vivere le epiche gesta di Maciste come se fossimo dentro il film. Tutto questo è ora possibile grazie alla versione immersiva di “Cabiria”, fruibile tramite visori VR, che permette di esplorare mondi virtuali come mai prima d’ora. Ma non è tutto: il progetto ha anche portato alla creazione di una versione lineare del film, arricchita con animazioni e effetti speciali che lo rendono accessibile e coinvolgente per le nuove generazioni.

Un connubio perfetto tra passato e futuro

Ciò che rende “Re-Imagine Cabiria” particolarmente affascinante è l’equilibrio perfetto tra rispetto per la tradizione e innovazione tecnologica. L’intelligenza artificiale non solo ha restaurato le immagini originali, ma ha anche animato i personaggi e creato nuovi contenuti, sempre mantenendo l’atmosfera e lo stile che avevano reso il film un successo al suo esordio. Grazie alla tecnologia, possiamo ammirare il capolavoro di Pastrone con occhi nuovi, senza però perdere il legame con le sue origini storiche.

La scelta di utilizzare Unreal Engine, motore grafico usato per creare mondi virtuali in ambienti di gioco, è un esempio perfetto di come il futuro possa incontrare il passato in modo straordinario. La fusione di questi elementi consente di vivere una nuova esperienza di visione, dove il cinema non è più solo uno schermo davanti a noi, ma un mondo da esplorare e vivere in prima persona.

Perché questo progetto è così importante?

“Re-Imagine Cabiria” va ben oltre il semplice restauro di un film. Questo progetto segna un punto di svolta nella conservazione del nostro patrimonio culturale, dimostrando come la tecnologia possa essere utilizzata per preservare e valorizzare le opere del passato in modi completamente nuovi. La Rai ha creato una finestra sul passato che non solo celebra il cinema delle origini, ma lo rende accessibile a un pubblico globale, anche grazie all’uso di visori VR e altre tecnologie immersive.

Un altro aspetto fondamentale di questo progetto è l’accessibilità. Le nuove tecnologie permettono infatti di rendere il cinema del passato fruibile anche alle giovani generazioni, che potrebbero non sentirsi attratte da un film muto in bianco e nero, ma che trovano affascinante l’idea di esplorare un mondo virtuale ricco di dettagli storici e avventure straordinarie.

Stimolare l’innovazione e creare nuove esperienze di intrattenimento

Oltre alla sua importanza culturale e educativa, “Re-Imagine Cabiria” è anche un esempio tangibile di come la tecnologia possa essere usata per creare nuove forme di intrattenimento. Grazie alla realtà virtuale, il film si trasforma da un semplice oggetto cinematografico a un’esperienza coinvolgente che trascende la visione passiva, permettendo allo spettatore di interagire con il contenuto e di immergersi in un viaggio che unisce la nostalgia per il passato e la potenza del futuro tecnologico.

Il progetto offre una visione innovativa di ciò che potrebbe essere il cinema del futuro, dove il pubblico non è più un semplice osservatore, ma diventa parte integrante della narrazione. In questo senso, “Re-Imagine Cabiria” si configura come una pietra miliare nell’evoluzione del cinema, che potrebbe aprire la strada a nuove modalità di fruizione cinematografica e interattiva.

Il futuro del cinema: nuove sfide e opportunità

“Re-Imagine Cabiria” rappresenta solo il primo passo verso un futuro dove la tecnologia e la cultura si fonderanno in modi sempre più sorprendenti. Questo progetto solleva domande cruciali sul ruolo dell’intelligenza artificiale nel restauro e nella creazione di opere cinematografiche. Come possiamo garantire che l’integrità delle opere originali venga preservata senza compromettere la loro autenticità artistica? E quale impatto avrà l’uso della realtà virtuale e delle animazioni 3D sulla nostra esperienza del cinema tradizionale?

Se da un lato la possibilità di esplorare un film in modo immersivo rappresenta una nuova frontiera dell’intrattenimento, dall’altro solleva interrogativi etici e culturali che il mondo del cinema e delle arti dovrà affrontare nei prossimi anni. L’esperienza cinematografica del futuro, quindi, non sarà solo un’evoluzione tecnologica, ma anche una riflessione sul significato e sull’autenticità dell’arte.

“Re-Imagine Cabiria” è un’opera pionieristica che dimostra come la tecnologia possa essere utilizzata per preservare e innovare il nostro patrimonio culturale, senza sacrificare la tradizione. Grazie all’intelligenza artificiale e alla realtà virtuale, il cinema del passato trova una nuova vita, creando esperienze di visione completamente nuove che catturano l’immaginazione delle nuove generazioni. Un progetto che non solo celebra il passato, ma apre la porta a un futuro entusiasmante per il cinema e per la cultura in generale. Con “Re-Imagine Cabiria”, la storia del cinema italiano si fonde con il futuro, offrendo una visione straordinaria di ciò che potrebbe essere il cinema del domani.

Glory Hole di Romano Montesarchio al Festival Internazionale del Cinema di Shanghai

Glory Hole, il film del regista Romano Montesarchio inizia il suo percorso dalla Cina. Sarà presentato in anteprima mondiale il 20 giugno nella sezione Panorama della 26° edizione dello Shanghai International Film Festival 2024, uno dei festival cinematografici più prestigiosi al mondo, che si tiene dal 14 al 23 Giugno.

Dopo una lunga carriera da documentarista, il regista casertano Romano Montesarchio, che si è sempre concentrato su temi di marginalità (vedi La Domitiana e Ritratti abusivi) e criminalità (vedi Black Mafia), abbandona il realismo che ha caratterizzato le sue opere precedenti per esplorare la realtà con un approccio filmico visionario.

Girato tra Casal di Principe, Caserta e Napoli, il film è ambientato quasi interamente in un bunker e narra la parabola criminale di uomo e la sua incapacità di amare e rapportarsi alla bellezza. Silvestro (magistralmente interpretato da Francesco Di Leva), un colletto bianco della camorra, incrocia la bellezza nello sguardo di Alba (Mariacarla Casillo), figlia del boss per cui lavora (Gaetano Di Vaio, interprete oltre che produttore del film). Un incontro fatale che spinge l’uomo, incapace di commisurarsi con la purezza dell’amore della ragazza, a compiere un atto irreparabile.

Per salvarsi, Silvestro con la complicità di un prete in crisi (Mario Pirrello) e un eccentrico proprietario di club privé (Roberto De Francesco), suoi amici di d’infanzia, deve rintanarsi in un bunker sotterraneo. In questo luogo oscuro, tra allucinazioni e ricordi, sarà̀ costretto, a fare i conti con il suo passato e con i suoi sensi di colpa, comprendendo che è possibile sfuggire a tutto tranne che a sé stessi. Abbandonando i sentieri più battuti della narrazione criminale del Sud Italia, il film si concentra su un aspetto poco indagato della vita di un uomo di camorra, quello più intimo e privato: la vita all’interno di un bunker. Un microcosmo distintivo e inviolabile che offre rifugio e possibilità d’azione ai boss nonostante la latitanza. Ma non è sulle dinamiche criminali che si concentra il film. Bensì sui sogni e sulle visioni del protagonista, immergendosi nell’oscurità del luogo in cui è costretto a rinchiudersi.

Glory hole è prodotto da Giovanna Crispino e Gaetano Di Vaio per Bronx Film, Minerva Pictures, Eskimo, Rai Cinema, con il contributo del Ministero della Cultura (Direzione Generale Cinema), della Regione Campania e della Fondazione Film Commission Campania. Il film è scritto dallo stesso Montesarchio insieme a Edgardo Pistone e Stefano Russo, la fotografia è di Matteo Vieille Rivara, il montaggio di Davide Franco, le scenografie di Massimiliano Forlenza e le musiche del maestro Mario Tronco.

Paolo Virzì torna al cinema con “Un altro Ferragosto”, dal 7 marzo al cinema

“Un altro Ferragosto”, il nuovo film di Paolo Virzì, uscirà al cinema il 7 marzo. Questa pellicola, prodotta da Lotus Production, una società appartenente al Leone Film Group con la collaborazione di Rai Cinema e distribuita da 01 Distribution, è il sequel del celebre “Ferie d’Agosto” del 1996, che ha fruttato a Virzì il premio David di Donatello come Miglior Film.

La trama del film si svolge durante una serata d’agosto del 1996 nella casa di Ventotene, dove il giornalista Sandro Molino trascorreva le vacanze. In quella sera, la sua compagna Cecilia gli confessa di essere incinta. Adesso, il figlio di Sandro, Altiero Molino, è diventato un imprenditore digitale di ventisei anni e decide di tornare a Ventotene con il suo marito fotomodello per riunire vecchi amici attorno al padre malandato e regalargli un’ultima vacanza. Tuttavia, Altiero non si aspettava di trovare l’isola in tumulto a causa del matrimonio di Sabry Mazzalupi con il suo fidanzato Cesare. Sabry, una ragazzina goffa e figlia del bottegaio romano Ruggero, è diventata una celebrità del web e il suo matrimonio è diventato un evento mondano che richiama l’attenzione dei media e di misteriosi emissari del nuovo potere politico. Così, due fazioni di villeggianti provenienti da due scene italiane apparentemente inconciliabili si ritroveranno a Ferragosto per una sfida definitiva.

Virzì, prima di dirigere il film, ha dichiarato di essere entusiasta di riunire gli attori del cast originale insieme a nuovi talenti. Il cast stellare del film include Silvio Orlando, Sabrina Ferilli, Christian De Sica, Laura Morante, Andrea Carpenzano, Vinicio Marchioni, Anna Ferraioli Ravel, e la partecipazione di Emanuela Fanelli, Rocco Papaleo, Paola Tiziana Cruciani e Agnese Claisse. Altri attori che si uniscono al cast sono Gigio Alberti, Claudia Della Seta, Lorenzo Fantastichini, Liliana Fiorelli, Raffaella Lebboroni, Milena Mancini, Maria Laura Rondanini, Ema Stokholma, Lele Vannoli e Silvio Vannucci.

Il pubblico potrà godersi “Un altro Ferragosto” a partire dal 7 marzo e assistere a questa interessante storia di incontri e scontri tra diverse realtà italiane.

Un’ora sola di Serena Corvaglia

A pochi giorni dalla scomparsa dell’indimenticabile Giuliano Montaldo sarà online dal 14 settembre in esclusiva su RaiPlay e Rai Cinema Channel il cortometraggio “Un’ora sola” di Serena Corvaglia con Filippo Scicchitano e Sofia Iacuitto e con la partecipazione straordinaria di Giuliano Montaldo e Vera Pescarolo. Si tratta dell’ultimo lavoro al quale ha partecipato il regista e artista.

Paolo Del Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema, ricorda Giuliano Montaldo, primo presidente della società dal 1999 al 2004:

Vogliamo continuare ad onorare la memoria di Giuliano e mantenerla viva nei nostri cuori. Per questo renderemo disponibile dal 14 settembre su RaiPlay e Rai Cinema Channel il cortometraggio “Un’ora sola”, l’ultimo progetto al quale Giuliano Montaldo ha partecipato, il progetto di una giovane autrice, a testimonianza del rapporto privilegiato del grande regista con le nuove generazioni. Anche qui, in quest’ultima interpretazione, ritroviamo la sua sottile ironia, il piacere di mettersi in gioco, l’amore per la vita e per la sua compagna di sempre, Vera Pescarolo, protagonista con lui di questo corto, un “divertissement” intelligente, ricco di spunti, che vi farà divertire ed emozionare”.

Roma, anni Sessanta. Due innamorati si incontrano in segreto sotto la finestra di un palazzo e poi corrono liberi, fino a raggiungere una fiammante Fiat 500. Bianca, candida come il sentimento che li unisce. Eppure, nel modo in cui i giovani si muovono e scherzano tra loro compare qua e là qualche dettaglio stonato… Vera è avventurosa, Giuliano invece più pavido. Quando parcheggiano in un angolino nascosto di fronte al mare, è proprio lui a dire che forse non sono pronti per fare l’amore. Che succederebbe se fosse troppo intenso? Se fosse troppo bello, sarebbero poi in grado di tornare alle loro vite di sempre? I dubbi di Giuliano guastano il momento. Ma poi la coppia si lascia andare sulle note di una canzone che sembra avere particolare importanza nella loro storia: “Un’ora sola”, di Ornella Vanoni. Finalmente si baciano, e sembra di vedere due adulti che si amano, altro che ragazzini alle prime armi. Qual è il loro segreto?

 Serena Corvaglia ha dichiarato:

“Tutti noi amiamo perderci in un bel ricordo. Riportare alla memoria le esperienze più intense ci rassicura. Ci dà conferma che abbiamo vissuto. Ma cosa accade quando il passato ci appare migliore del presente? Dove lo troviamo il coraggio di andare avanti, quando ci accorgiamo che alcune emozioni sono andate perdute per sempre? Queste sono le domande che Giuliano e Vera si pongono in “Un’ora sola”, un cortometraggio che contemporaneamente cerca di allontanarci da una visione troppo spesso negativa e pessimistica sulla tecnologia. Ogni giorno nascono nuove possibilità, per nuove esperienze: e se alcune ci permettessero di celebrare l’amore?”.

Un Matrimonio Mostruoso dal 21 giugno al cinema

Un Matrimonio Mostruoso, il sequel di  Una Famiglia Mostruosa, arriva al cinema il 21 giugno, diretto da Volfango De Biasi, con un cast d’eccezione: Massimo Ghini, Paola Minaccioni, Ilaria Spada, Ricky Memphis, Cristiano Caccamo, Emanuela Rei, Maurizio Mattioli, Elisa Di Eusanio, Claudio Greg Gregori, Paolo Calabresi, e con Sara Ciocca, Vincenzo Sebastiani, Irene Girotti e Mattia Lucentini.

Non è sempre vero che se ne vanno i migliori. É passato a miglior vita Nando, capofamiglia del clan Cornicioni. Sembra che, per una tragica fatalità, sia finito in una doccia di cemento a presa rapida. Il triste evento ha riunito la famiglia umana di Luna, figlia di Nando, e quella mostruosa del marito Adalberto. I parenti, affranti, ignorano che Nando non è nell’aldilà ma in un lontano paradiso fiscale. L’unica a sapere è sua moglie Stella, abbandonata senza un soldo e alla ricerca di un modo per saldare i debiti del “defunto” marito.Stella decide di approfittare della crisi matrimoniale tra il consuocero Vladimiro e Brunilde, riuscendo a scalzare nel cuore del vampiro la strega. Ma Brunilde non si dà per vinta… è pronta a tutto per salvare il suo secolare matrimonio.

Un Matrimonio Mostruoso è prodotto da Fulvio e Federica Lucisano. Una produzione Italian International Film con Rai Cinema, distribuito da 01Distribution.

Rai Cinema Channel VR

In occasione di StartupItalia Open Summit 2022 Winter Edition, il più importante evento dedicato alla cultura dell’innovazione in programma a Milano il D, Rai Cinema presenta la nuova App in realtà virtuale Rai Cinema Channel VR. Rai Cinema – che già nel 2019 è stata la prima media company a lanciare un’App VR tutta italiana – presenta la nuova versione della sua app VR multipiattaforma e cross-device disponibile gratuitamente sui visori di nuova generazione Oculus Quest 2 e a breve anche sullo store PICO. La App è anche disponibile in una versione smartphone rinnovata su Ios e Android.

Novità di questa versione aggiornata è un nuovo ambiente full 3D navigabile e interattivo con due sale cinema e una library free con oltre 100 contenuti esclusivi per vivere un’esperienza immersiva al fianco delle star sui red carpet dei festival cinematografici, guardare interviste e immergerti in corti e documentari lineari e VR. L’App VR di Rai Cinema si conferma così come un’esperienza visiva esclusiva che lega il cinema con l’entertainment, rivolgendosi ad un pubblico vasto che supera i confini del pubblico tradizionale che guarda cinema e tv.

Scaricare l’App

L’applicazione è fruibile sia da mobile sia da visore ed è disponibile su:

– App Store: per gli smartphone Apple
– Play Store: per gli smartphone Android
– Oculus Lab: per i visori Oculus Quest 2 *

* Ad oggi la App è presente nella sezione “App Lab” di Oculus non figurando ancora nello store principale ma Rai Cinema ha effettuato tutti i passaggi tecnici necessari rispettando le regolari linee guida di pubblicazione e la App ha superato tutte le procedure di verifiche.

Una selezione di contenuti è anche disponibile in VR 360° anche sul sito di Rai Cinema.

Caratteristiche App

Una volta scaricata la App ed indossato il visore, potrai scoprire il nuovo ambiente full 3D navigabile in cui potrai muoverti con il controller o camminare fisicamente nello spazio circostante. Nel Foyer avrai a disposizione dei punti interattivi come un proiettore storico del Museo Nazionale del Cinema di Torino ricostruito in 3D, l’angolo dei premi Rai Cinema e gli ingressi per le 2 sale cinema con oltre 100 contenuti lineari e VR 360°. Selezionando le locandine, verrai proiettato direttamente nella sala per visionare il contenuto scelto. Troverai i video lineari all’interno della Sala Cinema, mentre i video 360° sulla sfera della Sala VR. L’App dà accesso a contenuti streaming ed è pertanto necessario avere una connessione internet attiva sul proprio dispositivo.

L’offerta di contenuti

Con l’App potrai fruire contenuti esclusivi lineari e VR 360° per vivere un’esperienza immersiva nel “cinema virtuale” di Rai Cinema al fianco delle star sui red carpet dei festival cinematografici, guardare interviste, backstage e immergerti in corti e documentari lineari e VR

“Solitaire” il primo corto animato sul metaverso

Renaud ha 85 anni e vive a Parigi con la sua fidata sedia a rotelle / badante. È solitario, abitudinario, serenamente bloccato da anni all’ultimo piano di un palazzo di Montmartre. Ma se arrivasse all’improvviso una nuova dirimpettaia a scombussolare la sua routine? E se tornasse ad entrambi una voglia irrefrenabile di non vivere più in solitaria?

Rai Cinema lancia il primo cortometraggio italiano nel metaverso, un’opera d’animazione di Edoardo Natoli. Il lancio del primo corto nel metaverso è un ulteriore passo del percorso di ricerca e sperimentazione Rai Cinema iniziato nel 2019 con il lancio della prima App di realtà virtuale, la pubblicazione di due libri dedicati alle nuove tecnologie immersive e ai nuovi storytelling digitali e lo sviluppo di numerosi progetti transmediali a tematica sociale.

Il metaverso di Rai Cinema è un ambiente totalmente gratuito e facilmente accessibile da pc o da smartphone senza necessità di registrazione dove gli utenti possono immergersi in uno spazio completamente dedicato al cinema nel metaverso, vedere gratuitamente contenuti cinematografici, vivere eventi in streaming e interagire con poster e oggetti iconici del cinema per un’esperienza esclusiva e coinvolgente ed esplorare, attraverso il proprio avatar, l’isola di Rai Cinema. Recentemente è stata anche ospitata la versione digitale della mostra “NFT Cinema. Digital Storytelling e Metaverso” a cura di Simone Arcagni e Mattia Nicoletti, ancora accessibile nella sala foyer di Rai Cinema nel metaverso.

 

Rai Cinema ospita una mostra su NFT e Cinema nel Metaverso

Rai Cinema continua il suo percorso di innovazione, ricerca e sperimentazione dei linguaggi partecipando alla creazione di una mostra su NFT e cinema nel mondo del Metaverso.Nello spazio di Rai Cinema nel Metaverso The Nemesis – gratuito e facilmente accessibile da pc o smartphone – sarà infatti possibile scoprire ed esplorare la versione digitale della mostra “NFT Cinema. Digital Storytelling e Metaverso” a cura di Simone Arcagni e Mattia Nicoletti che sarà ospitata anche – in versione fisica – a RomeVideoGame Lab a Cinecittà dal 3 al 6 novembre. Una produzione Cinecittà per RomeVideoGameLab in collaborazione con Rai Cinema e ANICA – Unione Editori e Creators Digitali.

Una mostra su NFT e cinema nel mondo del Metaverso per testimoniare come il digitale e il Metaverso debbano essere pensati come una opportunità ulteriore della produzione cinematografica. Un percorso tra aste, offerte, mostre e lanci per mostrare le diverse forme di relazione tra il mondo del cinema e gli NFT. Si tratta di un percorso storico e critico che seleziona alcuni casi particolarmente indicativi e specifici di questo rapporto mettendo in evidenza i diversi approcci, le pratiche e le modalità. Una mostra che è frutto di una ricerca più ampia che intende interrogare queste tecnologie mettendo in evidenza i processi e i possibili impatti, con un focus sul mondo della produzione cinematografica.

Uno spazio raggiungibile come detto anche in versione digitale – da pc o smartphone – nelle stanze di Rai Cinema sul metaverso The Nemesis. Lo spettatore potrà così raggiungere lo spazio espositivo virtuale e avere un’esperienza diversa delle opere passeggiando con il proprio avatar. Tra gli NFT presentati anche il primo NFT di Rai Cinema ‘RaiCinema2500Pics’ realizzato da Brivido&Sganascia, un collage di 2.500 foto dei red carpet dei Festival più importanti del mondo e prodotto in collaborazione con Consensys, partner tecnologico di The Nemesis.

La dichiarazione di Paolo Del Brocco, Amministratore Delegato di Rai Cinema:

“Il nostro primo NFT presentato in occasione del lancio del Metaverso di Rai Cinema è un ulteriore tassello del nostro percorso di posizionamento sui temi dell’innovazione e di costruzione di una cultura digitale nel campo dell’audiovisivo. Oltre al ruolo principale di affiancare e promuovere la produzione cinematografica, Rai Cinema ha il compito di garantire un presidio culturale italiano dei media innovativi, sostenere ed alimentare i nuovi linguaggi e storytelling digitali con l’obiettivo di avvicinare nuovi pubblici alla cultura cinematografica”.

“Dante” di Pupi Avati

Dante è un film diretto da Pupi Avati ispirandosi al romanzo L’alta Fantasia, il viaggio di Boccaccio alla scoperta di Dante che narra la vita del poeta Dante Alighieri raccontata da Giovanni Boccaccio.

Dante muore in esilio a Ravenna nel 1321.

Settembre 1350. Giovanni Boccaccio viene incaricato di portare dieci fiorini d’oro come risarcimento simbolico a Suor Beatrice, figlia di Dante Alighieri, monaca a Ravenna nel monastero di Santo Stefano degli Ulivi. Nel suo lungo viaggio Boccaccio oltre alla figlia incontrerà chi, negli ultimi anni dell’esilio ravennate, diede riparo e offrì accoglienza al sommo poeta e chi, al contrario, lo respinse e lo mise in fuga. Ripercorrendo da Firenze a Ravenna una parte di quello che fu il tragitto di Dante, sostando negli stessi conventi, negli stessi borghi, negli stessi castelli, nello spalancarsi delle stesse biblioteche, nelle domande che pone e nelle risposte che ottiene, Boccaccio ricostruisce la vicenda umana di Dante, fino a poterci narrare la sua intera storia.

“Nei miei tanti film ho raccontato quanto possa essere eccezionale, addirittura eroica, la normalità degli esseri umani. Ora invece ho cercato di dire che, per quanto sublime, il genio, condivide, come farebbe ognuno di noi, le angustie che ci riserva la vita.  Poter narrare Dante Alighieri  per la sua umanità , è stato quel dono  che attendevo da vent’anni ”  

Pupi Avati

 

Diabolik e il Metaverso secondo la RAI

Il Museo Nazionale del Cinema di Torino ha comunicato ufficialmente la sua entrata nel Metaverso di Rai TV. Per l’occasione tutti hanno avuto la possibilità di visitare la Mostra 3D ispirata al film Diabolik dei Manetti bros. Il celebre personaggio  dei fumetti, creato nel 1962 da Angela e Luciana Giussani è stato protagonista a di una challenge che ha visto i giocatori sfidarsi per vincere l’accesso alla visione di un inedito special cut, realizzato durante la lavorazione del primo capitolo del film, e la skin di Diabolik.

Che cos’è il Metaverso? 

Un mondo completamente virtuale in cui ci sono negozi, cinema, scuole e università, natura meravigliosa, palestre e molto altro che ora è persino difficile immaginare, ad esempio il teletrasporto su altri pianeti. E per entrare in questo mondo basta indossare occhiali o casco per la realtà mista (MR). Questo è il Metaverso, un concetto emerso molto tempo fa ma diventato popolare solo nel 2021 grazie all’affermazione di Mark Zuckerberg secondo cui l’obiettivo principale di Facebook è trasformarsi da social network in metaverso nei prossimi anni.

Anche la Mole Antonelliana entra nel Metaverso

I tour virtuali saranno possibili in collaborazione con Rai Cinema, fruibile via browser e tramite app . Si riconosceranno la Mole Antonelliana – sede del Museo Nazionale del Cinema – ma vi si potrà anche accedere all’interno e iniziare il tour virtuale della mostra Diabolik oppure travestirsi da Diabolik per un percorso a ostacoli che attraverso la “gamification” dell’esperienza consente di ottenere le preziose stelle della Mole. Il portale del nuovo mondo digitale è ormai aperto, tra VR, XR, virtual tour, gamification e metaverso.